BRISSAGO VALTRAVAGLIA. PIANO di GOVERNO del TERRITORIO (ai sensi della Legge per il Governo del Territorio n. 12 dell 11 marzo 2005)

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "BRISSAGO VALTRAVAGLIA. PIANO di GOVERNO del TERRITORIO (ai sensi della Legge per il Governo del Territorio n. 12 dell 11 marzo 2005)"

Transcript

1 Comune di BRISSAGO VALTRAVAGLIA Provincia di Varese PIANO di GOVERNO del TERRITORIO (ai sensi della Legge per il Governo del Territorio n. 12 dell 11 marzo 2005) Norme tecniche del Tutela e valorizzazione dei nuclei di antica formazione Estensore del Piano Architetto Guido Colombo Sindaco Autorità Procedente Signora Giuseppa Giordano Valutazione Ambientale Strategica (VAS) Idrogea Servizi S.r.l. Assessore all Urbanistica e Territorio Autorità Competente Architetto Maurizio Badiali Studio Geologico, Idrogeologico Idrogea Servizi S.r.l. Segretario Comunale Dott. Giovanni Curaba P.U.G.G.S. Geometra Federico Dellea Responsabile Ufficio Tecnico Pagina 1 di 30

2 Tutela e valorizzazione dei nuclei di antica formazione... 4 Art. 01. Ambito di applicazione... 4 Art. 02. Obiettivi delle norme... 4 Art. 03. Categorie di intervento... 4 Art. 04. Oneri di urbanizzazione... 4 Art. 05. Aree per urbanizzazioni primarie... 4 Tipi di intervento... 5 Art. 06. Manutenzione ordinaria e straordinaria... 5 Art. 07. Ristrutturazione... 5 Art. 08. Ristrutturazione con modifica della destinazione d uso... 6 Art. 09. Demolizione e ricostruzioni... 7 Art. 10. Piani di recupero di iniziativa privata... 7 Modalità di intervento... 8 Art. 11. Interventi edilizi diretti... 8 Art. 12. Procedure... 8 Art. 13. Ambito di intervento unitario... 9 Art. 14. Prescrizioni volumetriche... 9 Art. 15. Disciplina delle destinazioni d uso... 9 Art. 16. Norme speciali nell Ambito di Intervento Unitario (AIU) Art. 17. Disposizioni particolari Norme ambientali Art. 18. Allineamenti e prospetti Art. 19. Corti, cortili e orti Art. 20. Verde privato Art. 21. Accessori e pertinenza Art. 22. Carattere degli edifici Art. 23. Strade, piazze, collegamenti e percorsi pedonali Art. 24. Aree pubbliche di interesse generale Art. 25. Arredo urbano Art. 26. Murature di recinzione Art. 27. Prescrizione di carattere igienico-sanitario Art. 28. Elementi di interesse storico, artistico e ambientale Art. 29. Elenco dei beni storici-monumentali Norme finali Art. 30. Obblighi di vicinato Art. 31. Sanzioni amministrative Art. 32. Norme finali e transitorie Scheda tecnica delle caratteristiche tipologiche e dell uso dei materiali di facciata, degli arredi fissi e mobili di facciata e di pavimentazione esterna Abbaini Archi e volte Balconi e balaustre Frontali di ballatoi e balconi Canali di gronda, pluviali, scossaline Pagina 2 di 30

3 6. Tinteggiature e verniciature Comignoli, torrini, fumaioli, esalatori Davanzali, soglie, copertine, spalle, architravi Decorazioni ed elementi artistici Grigliati di mattoni/legno Finestre, portafinestre, oscuranti Impianti tecnologici Lucernari Parapetti, inferriate Portoni di ingresso e androni Porte esterne Insegne, mostre ecc Porte di autorimesse Recinzioni, muri di sostegno Pavimentazioni esterne Terrazzi Zoccolature Loggiati Murature Gronda del tetto, copertura Elementi di contrasto con l ambiente Materiali vietati Tavolozza colori e tabella delle combinazioni cromatiche Pagina 3 di 30

4 Tutela e valorizzazione dei nuclei di antica formazione Art. 01. Ambito di applicazione Le presenti norme hanno per oggetto la tutela e la valorizzazione dei nuclei di antica formazione. Art. 02. Obiettivi delle norme Le presenti norme hanno per finalità: a. la piena utilizzazione di tutti gli edifici del centro storico, attraverso la definizione degli interventi di risanamento o di ristrutturazione, se necessari; b. il mantenimento complessivo delle caratteristiche ambientali del vecchio nucleo, attraverso la definizione delle differenti modalità e dei diversi caratteri degli interventi di recupero; c. il miglioramento delle condizioni abitative mediante il recupero a fini residenziali degli edifici sottoutilizzati. Art. 03. Categorie di intervento Le categorie di intervento sono quelle stabilite dall'articolo 3 del DPR 6 giugno 2001, n. 380, sue modifiche e integrazioni, con le specificazioni di cui alle presenti Norme: a. interventi di manutenzione ordinaria b. interventi di manutenzione straordinaria c. interventi di ristrutturazione edilizia d. interventi di ristrutturazione edilizia con modifica della destinazione d uso e. demolizioni e ricostruzioni Art. 04. Oneri di urbanizzazione Ogni intervento edilizio nel centro storico dovrà adeguarsi al pagamento degli oneri di urbanizzazione, così come disposto dalle delibere consiliari in materia. Art. 05. Aree per urbanizzazioni primarie Qualora gli interventi di ristrutturazione con cambio della destinazione d'uso comportino un aumento del peso insediativo tramite la realizzazione di nuove unità commerciali o ad uffici, al fine del rilascio del semplice titolo abilitativo dovrà essere prodotto un atto, da trascriversi a cura e spese degli interessati, con il quale la proprietà si impegna a cedere gratuitamente al Comune le aree necessarie alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, per parcheggi pertinenti all'intervento, così come previsto dalla LR 12/05. Pagina 4 di 30

5 Tipi di intervento Art. 06. Manutenzione ordinaria e straordinaria Gli interventi di manutenzione ordinaria sono sempre ammessi per tutti gli edifici del vecchio nucleo. Gli interventi di manutenzione straordinaria sono ammessi per tutti gli edifici, ad eccezione di quelli indicati al successivo articolo 9, sempre che non comportino modificazioni dei caratteri dell'involucro esterno degli edifici e trasformazione delle destinazioni d'uso esistenti. Possono essere ammesse anche modifiche dell'involucro esterno quanto finalizzate al miglioramento ambientale dell'edificio, mediante esplicita dichiarazione della Commissione Paesaggio. Art. 07. Ristrutturazione Nelle tavole di piano sono individuati con giusto segno grafico gli edifici (residenziali o prevalentemente residenziali) per i quali sono consentiti gli interventi di ristrutturazione. Gli interventi di ristrutturazione dovranno rispettare le seguenti prescrizioni: I. conservazione delle caratteristiche generali delle facciate, con possibilità di inserimento di nuove finestre ed aperture a livello stradale con dimensioni, forme e materiali tipici del vecchio nucleo, come indicati nell'allegata scheda tecnica delle caratteristiche tipologiche e dell'uso dei materiali di facciata ; II. conservazione dell'altezza e della superficie utile dei fabbricati con possibilità di variare le quote dei solai nella misura strettamente necessaria a raggiungere le altezze minime dei piani abitativi; III. possibilità di ampliamenti esclusivamente per comprovate esigenze di adeguamento igienico-tecnologico e comunque mai in misura superiore ad un servizio igienico per ciascun alloggio come disposto all'articolo 14; IV. obbligo di abbattimento dei volumi precari (box, depositi, tettoie) di recente costruzione, esterni al corpo principale dell'edificio secondo quanto disposto al successivo articolo 9. Sono altresì indicati nella tavola di piano: I. gli edifici per i quali gli interventi di ristrutturazione dovranno prevedere il mantenimento dei caratteri tipologici ed architettonici dell'involucro esterno con la conservazione della forma, ritmo ed entità delle aperture esistenti; II. gli edifici per i quali l'eventuale modifica dell'involucro esterno dovrà essere finalizzata al miglioramento dell'inserimento ambientale. Le operazioni di ristrutturazione che dovessero riguardare facciate composte da ampi vani liberi, da grigliati frangisole in legno e/o cotto, da capriate - travature - archeggiature in vista, dovranno assicurare il mantenimento delle caratteristiche ambientali. Pagina 5 di 30

6 Salva diversa soluzione sostenuta da approfondita analisi storico-critica, si ritiene che tale mantenimento, sia perseguibile con le seguenti cautele: I. grigliati e frangisole: da mantenersi nella situazione oggi visibile dagli spazi pubblici e/o di uso pubblico. E consentita la realizzazione di tamponamenti (trasparenti e/o opachi) retrostanti al manufatto principale. I manufatti originari non potranno subire alcun intervento che porti ad una variazione cromatica; II. tamponamenti, assiti in legno e travature: di norma da mantenersi nella situazione oggi visibile dagli spazi pubblici e/o di uso pubblico con la realizzazione di controtavolati retrostanti ai manufatti principali. I manufatti originari dovranno essere mantenuti in sito, restaurati e consolidati ma non potranno subire alcun intervento che porti ad una variazione cromatica; III. aperture a giorno, porticati, verande e loggiati: tali aperture potranno essere chiuse. La chiusura dovrà porsi arretrata rispetto sia al filo di facciata che rispetto agli elementi strutturali portanti (colonne, pilastri, maschi di muro ecc.). La colorazione dei manufatti di dovrà risultare monocromatica, non incolore, non specchiante, scelti nella gamma dei marroni e dei grigi scuro. L inserimento di eventuali sporti, balconi, loggiati o ballatoi in linea generale è vietato, è tollerato unicamente in caso di interventi preceduti da un analisi estesa all'intero complesso architettonico (edificio in linea, corte ecc.), che dovrà espletarsi per mezzo di elaborati grafici, prese fotografiche, modelli ecc. si da permettere alla commissione del paesaggio l espressione di un motivato parere sull ammissibilità della richiesta. I nuovi manufatti dovranno comporre un insieme architettonico rispondente ai canoni dell edilizia tradizionale. Art. 08. Ristrutturazione con modifica della destinazione d uso Nella tavola grafica sono indicati gli edifici accessori (rustici, box, depositi) per i quali è ammessa la trasformazione della destinazione d'uso delle relative volumetrie esistenti ai fini residenziali o per altra destinazione ammessa, come stabilito dall'articolo 12. Tali interventi dovranno rispettare le seguenti prescrizioni: I. conservazione della superficie utile e dell'allineamento attuale con possibilità di variare le quote dei solai, compreso quello di copertura, nella misura strettamente necessaria per raggiungere le altezze minime interne dei piani abitativi; II. obbligo della conservazione delle caratteristiche architettoniche della facciata con possibilità di tamponamento in materiale cieco delle attuali aperture fermo restando la lettura degli elementi strutturali originali: pilastri isolati, archi, travi ecc.; III. obbligo, per ciascun nuovo alloggio, di assicurare almeno una autorimessa e/o posto auto coperto; IV. obbligo di adeguare tutte le aperture, gli infissi, e le tinteggiature alle forme ed ai materiali dell'ambiente del vecchio nucleo, come indicato nell'allegata Scheda tecnica delle caratteristiche tipologiche e dell'uso dei materiali di facciata, degli arredi fissi e mobili di facciata e di pavimentazione esterna. Pagina 6 di 30

7 L inserimento di eventuali sporti, balconi, loggiati o ballatoi in linea generale è vietato; è tollerato unicamente in caso di interventi preceduti da un analisi estesa all'intero complesso architettonico (edificio in linea, corte ecc.), che dovrà espletarsi per mezzo di elaborati grafici, prese fotografiche, modelli ecc. sì da permettere alla commissione del paesaggio, l espressione di un motivato parere sull ammissibilità della richiesta. I nuovi manufatti dovranno comporre un insieme architettonico rispondente ai canoni dell edilizia tradizionale. Art. 09. Demolizione e ricostruzioni Nelle tavole di piano sono individuati con apposito segno grafico gli edifici per i quali è prevista la demolizione e/o la demolizione e la ricostruzione. Per tali edifici possono essere ammessi solamente interventi di manutenzione ordinaria. Nel caso di interventi di demolizione e ricostruzione l'intervento sarà contestuale, e il nuovo volume impegnerà l'equivalente del volume demolito e sul medesimo sedime. Ove non diversamente indicato nelle tavole di piano, possono essere consentiti eventuali spostamenti del sedime dei fabbricati quando finalizzati al miglioramento della qualità ambientali e della continuità degli spazi aperti inedificati, previa assunzione di piano di recupero. Trattandosi di ristrutturazione urbanistica, la densità edilizia dovrà essere ridotta del 50%. E' inoltre fatto obbligo, di demolire eventuali manufatti a carattere precario di recente costruzione (depositi, tettoie ecc.) anche se non indicate nella tavola di piano, insistenti sui lotti di pertinenza degli edifici oggetto di interventi di ristrutturazione. Le aree risultanti dalla demolizione dovranno essere adeguatamente sistemate, in armonia con i caratteri ambientali della restante parte della corte. Art. 10. Piani di recupero di iniziativa privata I nuclei storici delle località Motto Inferiore e Piano sono demandati a Piani di Recupero di iniziativa privata. Tali piani dovranno comunque essere conformi alle presenti norme tecniche del Piano delle Regole. Pagina 7 di 30

8 Modalità di intervento Art. 11. Interventi edilizi diretti Tutti gli interventi previsti nel presente piano si attuano tramite semplice titolo abilitativo per i singoli edifici, ad eccezione di quanto previsto per l'ambito di Intervento unitario, di cui al successivo articolo 13. Art. 12. Procedure Al fine della attuazione degli interventi di recupero del patrimonio edilizio previsti dal Piano, gli aventi titolo dovranno ottenere il necessario assenso dell'amministrazione Comunale adottando le opportune procedure in relazione ai diversi tipi di intervento che si intendono realizzare, nei modi e nelle forme previste dalla legislazione statale e regionale vigenti all'atto della presentazione di ciascuna singola istanza, fatto salve le specifiche procedure da adottarsi nel caso di interventi che interessano edifici vincolati ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. I progetti devono essere corredati dalla seguente documentazione: a. planimetrie generali di riferimento catastale/urbanistico nella scala 1:1000/1:2000 b. schema planimetrico e prospetti estesi ai fabbricati adiacenti, nella scala 1:200 c. rilievo quotato dello stato di fatto dell immobile, nella scala 1:100, comprendente: i. le piante di ogni piano anche non abitabile dell edificio, con l indicazione specifica delle destinazioni d uso in atto ii. i prospetti di tutte le fronti, con l indicazione dei materiali e dei colori esistenti iii. le sezioni idonee ad individuare le caratteristiche costruttive dell edificio d. progetto quotato, in scala 1:100, comprendente i. le piante di ogni piano anche non abitabile dell edificio, con l indicazione specifica delle destinazioni d uso previste ii. i prospetti di tutte le fronti, con l indicazione dei materiali e dei colori da impiegare iii. le sezioni idonee ad individuare le caratteristiche costruttive dell edificio e. progetto quotato, in scala 1:100, con l individuazione delle opere da demolire e delle opere da realizzare f. documentazione fotografica a colori, idonea ad illustrare le caratteristiche tipologiche ed architettoniche dell edificio oggetto di intervento, il contesto ambientale ed architettonico in cui si inserisce e gli elementi costruttivi e decorativi di particolare significato g. relazione descrittiva sui criteri di progettazione h. titolo di proprietà Ove necessario: a. schemi, riferimenti grafici e calcoli di verifica sulla conformità del progetto alle prescrizioni di legge, di PGT o di eventuali piani attuativi Pagina 8 di 30

9 b. schema per il calcolo degli oneri di urbanizzazione con eventuale fornitura di computo metrico dettagliato dell intervento c. particolari costruttivi ed architettonici delle facciate, nella scala 1:20 d. disegni in scala 1:50 di dettaglio; ampio repertorio di ogni elemento storicamente, artisticamente e architettonicamente significativo nella scala 1:20; note storiche per interventi di restauro e. progetto di utilizzazione degli spazi scoperti, con indicazione delle pavimentazioni da conservare e/o da ripristinare e delle essenze arboree da utilizzare f. schema di smaltimento delle acque di scarico meteoriche e bionde e quanto necessario per una corretta lettura dell intervento proposto. Art. 13. Ambito di intervento unitario Gli interventi relativi agli edifici compresi all'interno dell'ambito di intervento unitario dovranno essere oggetto di un unico permesso a costruire per la realizzazione di quanto previsto al secondo comma del successivo articolo 16, nel rispetto delle norme speciali di cui allo stesso articolo e della planimetria allegata. Art. 14. Prescrizioni volumetriche Per tutti gli interventi di ristrutturazione la volumetria di progetto non potrà essere superiore all'esistente, o a 3 mc/mq della superficie territoriale dell intervento. Non possono essere computate nel calcolo della volumetria esistente, le tettoie ed ogni altra costruzione precaria eventualmente annessa al corpo principale dell'edificio. Nel caso di comprovate esigenze di adeguamento igienico-tecnologico che non possono essere soddisfatte all'interno delle attuali superfici abitative o all'interno di edifici contigui attualmente destinati ad usi non residenziali, possono essere ammessi modesti incrementi della volumetria nella misura strettamente indispensabile a detti adeguamenti, e comunque in misura mai superiore al 20% della volumetria esistente. Art. 15. Disciplina delle destinazioni d uso Le destinazioni d'uso ammesse per gli edifici compresi entro la zona A sono: a. residenza; b. destinazioni compatibili con la residenza. Si intendono per tali: commercio al dettaglio; ristorazione, bar; sedi di associazioni, enti, partiti ed attività culturali (sale conferenze, centri congressi ecc.); uffici privati e ambulatori; artigianato di servizio come definito nell'apposito titolo; centri per la cultura e lo svago; attività professionali; artigianato di servizio. Pagina 9 di 30

10 Art. 16. Norme speciali nell Ambito di Intervento Unitario (AIU) Per gli edifici compresi all'interno dell'ambito sono ammessi, oltre agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, gli interventi di ristrutturazione tramite semplice titolo abilitativo. Sono inoltre consentiti, entro i lotti compresi all'interno dell'ambito, anche gli interventi di demolizione e ricostruzione nonché quelli di ristrutturazione urbanistica; gli stessi debbono essere preceduti da un permesso a costruire convenzionato mediante il quale definire i criteri tipo morfologici dell'intervento, le modalità di corresponsione degli oneri di urbanizzazione, la cessione delle aree per le infrastrutturazioni e la monetizzazione delle aree a standard. L inserimento di eventuali sporti, balconi, loggiati o ballatoi in linea generale è vietato; è tollerato unicamente in caso di interventi preceduti da progettazioni che riguardano l intero edificio e che i nuovi manufatti vadano a comporre un insieme architettonico rispondente ai canoni dell edilizia tradizionale. Art. 17. Disposizioni particolari Edifici residenziali e destinazioni secondarie compatibili: E consentito il mantenimento delle destinazioni d uso in atto alla data di adozione del PGT anche per le destinazioni d uso a carattere non residenziale, ove esistenti e anche in percentuale superiore ai limiti di utilizzo fissati. La trasformazione di destinazioni d uso commerciali, direzionali, artigianali o terziarie in destinazione d uso residenziale è sempre consentita, salvo specifica prescrizione o motivi di inabitabilità. La trasformazione di funzioni non residenziali in altre non residenziali è consentita a condizione che non si tratti di attività nocive o contrastanti con la preminente funzione residenziale o con il contesto ambientale, o non rientranti nella disciplina delle destinazioni d uso dell art. 15. Edifici rurali: E ammessa la trasformazione ed il recupero ad uso residenziale degli edifici di carattere rurale, nell ambito del ridisegno delle corti. La trasformazione d uso degli edifici rurali può operarsi solo nel caso in cui detti edifici risultino congrui con il tessuto edilizio esistente, e la soluzione progettuale proposta risulti coerente con la tipologia e con le caratteristiche del contesto edificato nonché ammissibile nel rispetto dell ambiente costruito, tenuto conto delle previsioni di cui all elaborato Tavola dei gradi di intervento. La trasformazione degli edifici rurali deve consentire la rilettura della matrice originaria dell insediamento, con mantenimento dei caratteri, ancora presenti, distintivi degli edifici rurali stessi (es. murature in pietra). Pagina 10 di 30

11 In caso di trasformazione d uso degli edifici rurali, la superficie coperta e la volumetria di progetto non devono comunque essere superiori a quelle preesistenti, computate senza tener conto di sovrastrutture di epoca recente. Sottotetti: Negli edifici destinati in tutto o in parte a residenza è ammesso il recupero volumetrico dei sottotetti al solo scopo residenziale - nell ambito della sagoma geometrica degli edifici - purché sia assicurata per ogni singola unità immobiliare l altezza media ponderale di m. 2,40, calcolata dividendo il volume della parte di sottotetto, la cui altezza superi m. 1,50, per la superficie relativa. L intervento non deve alterare i caratteri architettonici peculiari dell edificio, né modificare il profilo planimetrico ed altimetrico originario delle coperture. L apertura di abbaini e lucernari deve rispettare le tecniche, i materiali e le finiture di tipo tradizionale. Il recupero abitativo dei sottotetti è consentito con semplice titolo abilitativo, con il rispetto di tutte le prescrizioni igienico-sanitarie riguardanti le condizioni di abitabilità, previste dai regolamenti vigenti. Il rilascio del semplice titolo abilitativo comporta la corresponsione degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria nonché del contributo commisurato al costo di costruzione, ai sensi dell art. 16 del DPR 380 del 2001, e sue modifiche ed integrazioni, calcolati sulla volumetria resa abitativa secondo le tariffe approvate e vigenti per le opere di nuova costruzione. Pagina 11 di 30

12 Norme ambientali Art. 18. Allineamenti e prospetti I fronti indicati nelle tavole del, per quanto riguarda la posizione dei muri perimetrali, dovranno essere rigorosamente mantenuti. In particolare sono indicati nelle tavole di piano con apposito segno grafico, le fronti per le quali devono essere mantenuti o ripristinati i caratteri tipologici e architettonici originari, salvo minimi aggiustamenti rispondenti ad esigenze funzionali. In applicazione all art. 3 della LR , n. 19, in caso di modificazione delle linee di copertura dovuta a motivi estetico-funzionali e dettati da esigenze di corretto recupero dei volumi esistenti, è consentito proporre nuovi allineamenti delle linee di colmo e di gronda per omogeneizzarli alle pre-esistenze dell'intorno. Le tavole grafiche debbono contenere, in modo esplicito, le motivazioni delle modificazioni introdotte. Sono altresì indicati nelle tavole di piano i muri di recinzione o di contenimento prospettanti sugli spazi pubblici che debbono essere conservati o, in caso di demolizione, ripristinati nonché i portali che debbono essere conservati. Art. 19. Corti, cortili e orti Corti e cortili, già di uso comune, devono essere mantenuti in condizioni di unitarietà formale, pertanto: a. sono vietate le recinzioni interne in manufatti fissi (rete metallica, muriccioli, staccionate ecc.), e in caso di documentate pre-esistenze, separazioni in siepi sempreverdi o fiorate; b. le pavimentazioni, se da rifare, devono essere realizzate come da prescrizioni di cui ai successivi punti; c. gli apparecchi illuminanti devono essere applicati agli edifici e non sistemati lungo le eventuali suddivisioni interne; d. gli edifici accessori e le pertinenze non possono essere realizzati negli spazi centrali, ma localizzati lungo il perimetro esterno e con le cautele di cui agli articoli successivi. Gli orti, poiché facente parte dell'immagine urbana consolidata, debbono essere mantenuti come nell'esistente, fatti salvi i normali avvicendamenti colturali. In conseguenza: a. le recinzioni devono essere realizzate in rete metallica plastificata nel colore verde, paletti infissi nel terreno con altezza massima di ml. 1,30; b. gli edifici accessori esistenti devono essere mantenuti in modo confacente con il pubblico decoro, risultando vietato l'impiego di materiali deteriorabili o di recupero; c. i vialetti d'accesso ai singoli lotti non possono essere pavimentati con materiali impermeabili, ma devono rispondere alle prescrizioni di cui ai successivi articoli o mantenuti in terra battuta. Pagina 12 di 30

13 Art. 20. Verde privato In genere le aree inedificate dei lotti di pertinenza degli edifici nella zona A debbono essere organizzate o mantenute a verde ed adeguatamente piantumate. Il patrimonio arboreo deve essere mantenuto e conservato, con divieto di messa a dimora di essenze non autoctone. In particolare le aree prospicienti gli spazi pubblici che debbono essere rigorosamente conservate a verde, con divieto di realizzazione di qualunque manufatto anche provvisorio. Art. 21. Accessori e pertinenza E' vietato il mantenimento di latrine (anche in disuso) sporgenti dal filo delle facciate degli edifici o isolate in cortili o corti. Tali demolizioni sono obbligatorie in presenza di richieste di interventi di straordinaria manutenzione e ristrutturazione su edificio, di cui sono accessori E' consentita la realizzazione di nuovi posti macchina coperti a servizio degli alloggi esistenti a condizione: a. che questi ne siano privi alla data di adozione del presente piano ed in quantità strettamente necessaria per rispondere alle presenti Norme ed ai Regolamenti vigenti, e che siano realizzati sul lotto di proprietà o su lotti adiacenti dello stesso proprietario; b. che gli alloggi non abbiano già locali adibiti ad autorimessa; c. che le autorimesse abbiano falda unica con tegole in coppi; potranno essere ammesse coperture aventi diversa morfologia a condizione che siano specificatamente giustificate e che ottengano motivato parere favorevole dal responsabile del procedimento edilizio; d. che siano rispettate le indicazioni tipo-morfologiche di cui alla successiva Scheda tecnica delle caratteristiche tipologiche e dell uso dei materiali di facciata, degli arredi fissi e mobili di facciata e di pavimentazione esterna. La Commissione Paesaggio verifica, specificatamente, la conformità delle proposte dal punto di vista dell'inserimento ambientale e architettonico, dettando le opportune cautele. Per i ricoveri d'auto esistenti in presenza di richiesta di ordinaria manutenzione, straordinaria manutenzione e/o ristrutturazione, è obbligatorio la sostituzione o il ripristino delle basculanti o porte metalliche con rivestimento in legno trattato noce antico. Nelle aree di pertinenza: a. per il caso di edifici rurali pertinenti con il tessuto edilizio esistente sono ammessi interventi di ristrutturazione edilizia; b. per il caso di accessori o manufatti pertinenti con il tessuto esistente, sono ammessi interventi di manutenzione straordinaria; Pagina 13 di 30

14 c. per il caso di edifici rurali e accessori non pertinenti con il tessuto edilizio esistente sono prescritti interventi di demolizione, ovvero sono ammessi interventi di demolizione con ricostruzione solo nel caso in cui ipotizzandone la ricostruzione la soluzione progettuale si armonizzi con il disegno dei lotti, e non risulti in contrasto con il contesto edilizio, e sia finalizzata ad un miglior recupero degli spazi interni. Per detti manufatti sino alla loro demolizione saranno ammesse solo opere di ordinaria manutenzione, così come definite all art. 3 del DPR 6 giugno 2001, n. 380, e sue modifiche ed integrazioni. Al fine del presente articolo si definisce: a. per edificio rurale ogni manufatto originariamente funzionale all attività agricola; b. per accessorio ogni manufatto di servizio all edificio principale che, costruito in data posteriore all organismo originale e al suo successivo organico sviluppo, non riveste alcun interesse topologiche nella lettura dell unità edilizia. Art. 22. Carattere degli edifici Al fine del miglior inserimento ambientale degli interventi previsti dal presente Piano, le domande di semplice titolo abilitativo, anche quando riguardano singole unità immobiliari, devono essere corredate: a. da un rilievo dettagliato dei fronti degli edifici oggetto dell'intervento, delle fronti degli edifici immediatamente adiacenti (almeno ml. 10,00); b. da tutta la documentazione di progetto, atta a dimostrare la coerenza delle soluzioni adottate per quanto riguarda la composizione della facciata, l'uso dei materiali e dei colori con i caratteri ambientali del vecchio nucleo. In particolare dovranno essere prodotti: a. elaborati grafici e fotografici che inquadrino lo stato di fatto e le soluzioni di progetto nella continuità dei prospetti degli edifici contigui. Nella valutazione delle domande di semplice titolo abilitativo, la Commissione Paesaggio deve verificare il corretto inserimento ambientale degli interventi proposti secondo le indicazioni contenute nella Scheda tecnica delle caratteristiche tipologiche e dell'uso dei materiali di facciata, degli arredi fissi e mobili di facciata e di pavimentazione esterna. Art. 23. Strade, piazze, collegamenti e percorsi pedonali Le strade e le piazze, concorrenti a definire le caratteristiche dell impianto urbano e dello insieme dell intero organismo edilizio, devono essere mantenute e conservate nella loro conformazione e disegno originario, salvaguardandone gli allineamenti, i calibri ed i profili. I percorsi pedonali e gli spazi assoggettati o da assoggettare a servitù di pubblico transito, devono essere considerati come facenti parte del sistema viario del centro storico e devono essere convenientemente sistemati, illuminati e pavimentati con materiali uniformi alle caratteristiche ambientali dei luoghi. Pagina 14 di 30

15 Le superfici di usura di spazi, passaggi e percorsi pubblici o di uso pubblico destinati alla pedonalizzazione devono prevedere l impiego, il ripristino, la sostituzione e l esecuzione della pavimentazione con materiali e lastre coordinate e percettive secondo i diversi usi e le diverse funzioni del vivere, sia per caratterizzare la via o parti di essa, sia per orientare e guidare i pedoni, delimitando percorsi, camminamenti, aree di attività, passaggi pedonali ed aree per il gioco. E vietato l impiego di pavimentazioni in ceramica, gres, marmi levigati, cemento in quadrotti o in battuto di cemento e asfalto. Art. 24. Aree pubbliche di interesse generale La normativa relativa alle aree per parcheggi e verde pubblico attrezzato viene di seguito così definita. Area per parcheggi pubblici I parcheggi pubblici devono tener conto dell insieme ambientale e essere eseguiti con adeguata pavimentazione, segnaletica e illuminazione stradale. Nell ambito della pianificazione dei parcheggi, della pedonalizzazione del centro, della soluzione architettonica degli spazi a corte e della generale salvaguardia dell ambiente e dell immagine urbana ove possibile potranno essere assunte soluzioni progettuali che consentano di realizzare, nel sottosuolo delle aree a verde o di interesse collettivo, idonei spazi da destinare parte a parcheggi pubblici, parte a posti auto privati, anche con la stipula di contratti/concessioni per la costruzione e gestione di parcheggi stessi da parte di privati. Aree a verde pubblico attrezzato. Le aree a verde pubblico attrezzato devono essere sistemate in modo funzionale al risanamento, alla rivitalizzazione e al recupero dell ambiente, adeguatamente collegate e integrate nel ridisegno dello spazio urbano, e attrezzate con elementi di arredo e impianti fissi per l espletamento di attività ricreative per il gioco e il tempo libero. Art. 25. Arredo urbano La sistemazione degli spazi pubblici deve essere realizzata sulla base di progetti esecutivi dettagliati. Tali interventi dovranno trovare coordinamento nell ambito di uno specifico piano per l arredo urbano, che dovrà dare prescrizioni dettagliate in merito a: a. le caratteristiche dei diversi tipi di strada: rapporto casa-strada; sistema scolante e posizione delle infrastrutture e delle reti sotterranee con eventuale predisposizione di sistemi prefabbricati per l ispezione e la manutenzione; tipo di pavimentazione. b. le caratteristiche degli spazi pedonali attrezzati, con particolare riguardo ai tipi di pavimentazione e agli elementi di arredo: spazi pedonali già esistenti, caratterizzati da pavimentazioni in acciottolato e pietra dura (che dovranno essere ripristinati); spazi risultanti da demolizioni e ristrutturazioni urbanistiche e spazi pedonali dove è consentito l attraversamento dei mezzi pubblici. Pagina 15 di 30

16 c. le caratteristiche, mediante la predisposizione di un apposito catalogo, degli elementi minori d arredo: lampade e lampioni stradali; bacheche e tabelloni per l affissione che dovranno essere regolamentati secondo un unico progetto; segnaletica, cestini portarifiuti, panchine, vasi e vaschette per il verde ornamentale ecc.; catalogazione degli elemento storici di arredo da conservare o ripristinare. d. la regolamentazione di tutte le strutture a carattere permanente o precario che sorgono su suolo pubblico, ai fini di un più armonioso e funzionale rapporto con l ambiente urbano circostante. Art. 26. Murature di recinzione E prescrittivo conservare e ripristinare i tradizionali muri in pietra, in borlanti o in mattoni intonacati, sia di recinzione sia di contenimento. Anche in caso di ricostruzione o nuova costruzione devono essere impiegati materiali e lavorazioni tradizionali, con esclusione di recinzioni di tipo prefabbricato in cemento, in cotto, in acciaio inox o PVC. Eventuali recinzioni in ferro dovranno essere a disegno lineare. Art. 27. Prescrizione di carattere igienico-sanitario Negli interventi di recupero del patrimonio edilizio di antica formazione è consentito, ai fini della conservazione dell impianto tipologico originario in conformità ai disposti di cui all art. 43 della Legge n. 457/78 l utilizzo, a scopo residenziale, di locali già destinati ad abitazione che abbiano altezza inferiore a quella prescritta dalle vigenti norme in materia (purché non minore a ml. 2,50) e la formazione dei servizi igienici e spazi cucina in nicchia provvisti di sola aerazione meccanica e illuminazione artificiale. Negli interventi di recupero si dovrà prevedere all eliminazione dell umidità ascendente, con l isolamento dei muri di fondazione e la formazione di vespai aerati, nel rispetto delle norme del vigente Regolamento Locale d Igiene. Art. 28. Elementi di interesse storico, artistico e ambientale Devono essere conservati e ripristinati - in aggiunta alle indicazioni riportate nella documentazione fotografica richiamata Elementi di arredo fisso di facciata soggetti a restauro presente in nella documentazione di analisi del PGT - tutti gli elementi isolati di valenza e memoria storica, architettonica ed ambientali documentati, quali fontane, esedre, lapidi, affreschi, scalinate, portali ecc. Art. 29. Elenco dei beni storici-monumentali Gli edifici che debbono intendersi assoggettati a vincolo di tutela, giusto il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004, sue modifiche e integrazioni, sono: la chiesa di San Giorgio Martire in Brissago. Pagina 16 di 30

17 la chiesa di San Donnino in Roggiano. la chiesa di Santa Rita al Piano. Castello. Recinto del X-XI secolo, posto a mezza costa sulle colline che degradano verso il Torrente Margorabbia. La chiesetta della Madonna di Loreto (Chiesuola). Salvo diversa indicazione e specifiche impartite dalle Autorità che hanno definito il vincolo, esse sono soggette alle norme di restauro scientifico e, per quanto applicabili, alle disposizioni di cui alla scheda tecnica qui riportata. Pagina 17 di 30

18 Norme finali Art. 30. Obblighi di vicinato Negli interventi di recupero in genere è d obbligo l esecuzione di opere murarie di consolidamento, nonché ogni altro accorgimento tecnico idoneo a garantire la statica degli edifici attigui. Devono inoltre essere disciplinanti i rapporti di vicinato, in particolar modo per quanto riguarda le servitù di veduta, di paesaggio, il rispetto delle distanze di legge per costruzioni in adiacenza, per le tubazioni e per gli impianti ed in genere per la regolamentazione di tutti i rapporti che verranno necessariamente a costituirsi in conseguenza delle realizzazioni progettuali. Art. 31. Sanzioni amministrative Le prescrizioni, i vincoli, le specifiche e le indicazioni contenute nell atto amministrativo e nei relativi allegati a conclusione positiva dell istanza di intervento, devono essere rigorosamente rispettati. In caso di inosservanza, o di esecuzioni comunque difformi da quelle autorizzate, o concesse, o convenzionate, l Amministrazione comunale procederà nelle forme previste dalla legge. Le prescrizioni del presente articolo vanno intese come sanzioni particolari e complementari a quelle previste in via generale dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004, e successive modifiche e integrazioni. Art. 32. Norme finali e transitorie Per quanto non specificatamente previsto nelle presenti norme si applicano le disposizione contenute nel PGT, nel Regolamento edilizio comunale e nel Regolamento d Igiene vigenti all atto della richiesta delle singole istanze edilizie. In caso di non corrispondenza tra singoli strumenti urbanistico- edilizi o legislativi, si procederà secondo le seguenti priorità: Normativa generale dello Stato e/o Regionale; PGT; Norme e regolamenti locali. Pagina 18 di 30

19 Scheda tecnica delle caratteristiche tipologiche e dell uso dei materiali di facciata, degli arredi fissi e mobili di facciata e di pavimentazione esterna Le presenti prescrizioni sono vincolanti per l'intero complesso soggetto ad opere edilizie e, nel caso di attuazione per singole parti o per singole cellule abitative in periodi temporali diversi, costituiscono elementi di omogeneità che devono essere rispettati anche nelle operazioni edilizie successive alla prima. Di conseguenza negli interventi di recupero è fatto d obbligo, nel rispetto e nella conservazione delle tipologie tradizionali riportate in parte nella documentazione fotografica allegata Elementi di arredo fisso di facciata soggetti a restauro osservare le seguenti prescrizioni. 1. Abbaini E consentita la formazione, sulle falde di copertura, di nuovi abbaini, non computati volumetricamente trattandosi di volumi tecnici, alle seguenti condizioni: b. le dimensioni dovranno essere contenute dimensionalmente, entro i parametri dello schema allegato, e comunque proporzionati all estensione della falda di tetto o porzione di tetto; c. il numero massimo di abbaini consentiti è di un elemento per falda o porzione di tetto; d. i materiali di impiego dovranno essere simili a quelli usati per la formazione del tetto (orditura in legno, tegole in cotto, scossaline in rame o lamiera); e. è consentito il ripristino di abbaini esistenti, unicamente se gli stessi risultano coerenti con le caratteristiche di cui sopra e con le indicazioni della presente categoria; f. che siano eseguiti secondo il disegno tipo riscontrabile o quello esemplificato nella presente categoria; g. sono vietate cupole in metacrilato o lastre ondulate traslucide o trasparenti. Pagina 19 di 30

20 2. Archi e volte Archi o arcate di portoni di ingresso, di finestre, di portoncini ecc.... e volte a botte, a crocera ecc.... di androni, dovranno, nel limite del posssibile, essere conservati e ripristinati nella forma originale riportando alla vista il materiale che li ha costituiti. Laddove sono evidenti archi o arcate tamponati, se ritenuto elemento caratterizzante ed indispensabile per la ricomposizione delle facciate, dovranno essere liberati e riportati alle forme originali in modo evidente sulle facciate. 3. Balconi e balaustre Elemento architettonico di disturbo è il balcone, generalmente assente nella architettura tradizionale locale ove invece è privilegiata la loggia o il loggiato esteso a tutto il fronte a mezzogiorno. Il carattere di essezionalità del balcone, ove esistente, con precisa funzione non deve esser generalizzato. Nelle operazioni di ristrutturazione e nelle ricostruzioni non sono consentiti balconi a sbalzo, ma solo logge o loggiati a mezzogiorno. Per quelli già esistenti sono consentite la manutenzione o la sostituzione con i medesimi materiali di balconate a ballatoio generalmente in legno o in pietra, se non è prescritto dalle schede di edificio la obbligatoria demolizione. Per tipologie esistenti vedere documentazione fotografica. 4. Frontali di ballatoi e balconi Nel ripristino di ballatoi e di balconi esistenti è vietato l uso di acciaio o altro materiale metallico (ferroso e non) nonché profilati in PVC o similari, ancorché verniciati per rivestirne il frontale. 5. Canali di gronda, pluviali, scossaline I canali ed i pluviali devono avere sezione rispettivamente semicircolare e circolare, e devono essere posti in opera evitando lunghi e disordinati percorsi lungo le pareti esterne degli edifici. Potranno essere impiegati materiali quali rame, lamiere elettroverniciate o da verniciare. I colori vanno ricercati tra i marroni e i grigi preferibilmente nei toni freddi e scuri. E vietato l uso, nella realizzazione di canali e pluviali di PVC o altro materiale analogo, e di acciaio inossidabile in colore naturale. Pagina 20 di 30

21 6. Tinteggiature e verniciature Le colorature saranno in pasta o ad idropittura su intonaco a civile, e saranno predisposte sulle pareti in restauro apposita campionatura di almeno tre tonalità stese in riquadri di almeno 50x50 su indicazione dalla Commissione del Paesaggio. Non è comunque ammesso il colore bianco puro e le scelte cromatiche dovranno tendere ad una diversificazione di tonalità e gamme, evitando una generale ripetitività di colore sui fabbricati interessati dell intervento. E escluso l uso di rivestimenti esterni quali ceramica, mattoni faccia a vista o piastrelle di qualsiasi genere. Le tinteggiature dovranno essere scelte in base: a. alla valutazione globale di una parte sufficientemente ampia dello spazio sul quale prospetta l edificio: fronti contrapposte sulla stessa strada, la corte nel caso di prospetti interni; b. la riproduzione, ove possibile, delle tinteggiature caratteristiche degli intonaci locali. In ogni caso dovranno essere utilizzate tinte tenui scelte fra i colori delle terre naturali. La tinteggiatura delle facciate degli edifici dovrà essere unitaria e omogenea; sono da evitare fasce di colori differenti o fregi di sorta. Le gamme di colori da impiegare sono quelle riportate nella tavolozza colori e nella tabella delle combinazioni cromatiche. 7. Comignoli, torrini, fumaioli, esalatori I comignoli o fumaioli esistenti devono essere conservati, ripuliti o ricostruiti identici se si presentano coevi all edificio su cui sorgono e/o se presentano caratteristica di buona forma architettonica. I comignoli o fumaioli di nuova formazione dovranno in qualsiasi caso essere preferibilmente posizionati nelle vicinanze del colmo del tetto ed essere limitati nelle dimensioni ed altezze. Dovranno essere in cotto o in lamiera/rame (comignoli detti anche torrini); oppure in muratura di mattoni da intonacare a vista nelle forme e tipi tradizionali con cappello in pietra o cemento o cotto. Non sono consentiti comignoli o fumaioli prefabbricati di linea moderna. Pagina 21 di 30

22 8. Davanzali, soglie, copertine, spalle, architravi In corrispondenza dei piani di appoggio di finestre o porte finestre, e di portoncini di ingresso sono consentiti davanzali e soglie con le seguenti caratteristiche: a. spessori uguali o superiori a cm. 5; b. superfici bocciardate o piano sega o spacco naturale; c. modanature come da schema seguente; d. materiali quali serizzi, beole, pietre grigie, pietra serena, cemento a vista, graniglia di cemento grigia. I davanzali, le soglie e le spalle laddove esistenti in pietra od in cemento dovranno essere mantenuti o sostituiti in forma e materiali identici. Nuove spalle di porte e portoni sono ammissibili solo ai piani terreni. Non sono consentiti: a. materiali levigati lucidi (marmi ecc.); b. spessori minimi; c. materiali metallici (davanzali in lamiera o alluminio). Gli architravi o piattabande di portoni, porte e finestre potranno essere mantenute a vista se costituiti di legno o pietra. Sono consentite, e devono essere chiaramente descritte con particolari architettonici, (è il caso di nuove aperture quali vetrine e porte) soluzioni nuove impiegando il C.A. a vista e i profilati HE in ferro. Pagina 22 di 30

23 9. Decorazioni ed elementi artistici In quelle facciate dove vi sono portali in pietra, elementi in marmo o pietra affiorante, fregi in pietra o in mattoni, iscrizioni o altri elementi che abbiano valore estetico o risultano semplici testimonianze di costruzioni di epoche precedenti, dovranno essere studiate opportune misure per la loro conservazione e valorizzazione. 10. Grigliati di mattoni/legno Negli edifici rustici esistenti, compatibilmente con le nuove attribuzioni di fruizione, sono da mantenere e riproporre: grigliati in cotto (mattoni, sabbiati) o in legno (piallati o uso trieste) rispettando gli schemi esistenti esemplificati e riprodotti nella presente scheda di categoria. 11. Finestre, portafinestre, oscuranti Il materiale da impiegarsi, ritenuto più idoneo e coerente è il legno. Sono comunque accettabili serramenti in ferro se richiesti da forme e dimensioni particolari. Persiane o gelosie, antoni o scuri interni, preferibilmente a ventola sono gli oscuranti da impiegarsi. Non sono permessi gli avvolgibili e qualsiasi prodotto moderno in PVC o in alluminio naturale. I colori consentiti nelle variazioni chiare/scure sono quelli tipici dei legnami (naturale, abete, rovere, noce, mogano, palissandro, pino ecc.) e quelli del verde o griglio. Il disegno tipologico riprodotto prescrive e privilegia lo sviluppo verticale del serramento. E vietato l uso di serramenti o impennate in alluminio o altro materiale fortemente riflettente (PVC, acciaio ecc.). Pagina 23 di 30

24 12. Impianti tecnologici Tutte le apparecchiature per impianti tecnologici quali antenne TV, parafulmini, contatori gas, Enel, centraline citofoniche, ecc. dovranno in fase di posizionamento rispettare il concetto generale della loro mascheratura, posizionandole in punti nascosti e contenendone le dimensioni. Non è permesso posizionare sui tetti delle case pannelli solari, schermi parabolici, fermaneve a sbarra. Tali operazioni devono essere concordate con gli Enti erogatori dei servizi. 13. Lucernari Sulle coperture è possibile posizionare nuovi lucernari di concezione moderna (a ribalta, lungo la pedenza del tetto tipo Velux) a condizione che la superficie vetrata sia inferiore al 10% della superficie della copertura e comunque in numero non superiore a 2 per ogni falda. Pagina 24 di 30

25 14. Parapetti, inferriate I parapetti di protezione di balconate, le inferriate o griglie di finestre e porte finestre dovranno essere a disegno semplice nei materiali ferro o legno. Sono preferibili recuperi di forme, dimensioni e metodi costruttivi dei manufatti esistenti di vecchia data. Là dove si rendono necessarie dovranno essere fissate direttamente nella muratura e non dovranno essere sporgenti rispetto al filo esterno della facciata. La verniciatura dovrà essere in armonia con i colori della facciata, nel rispetto della tavolozza colori e della tabella delle combinazioni cromatiche allegata in calce alle presenti N.T.A. del P.R. in oggetto. 15. Portoni di ingresso e androni Gli androni di accesso alle corti dovranno essere conservati nella forma, dimensione e caratteristiche attuali, mantenendo le eventuali parti in pietra o cornicioni aggettanti. Negli edifici nuovi e nelle ristrutturazioni i portoni di accesso alle corti dovranno essere realizzati nelle forme e nei materiali seguenti: cornice ad intonaco nello stesso colore della facciata o nello stesso colore delle altre cornici ove la facciata fosse a più colori; spalle e decorazioni in pietra; antoni in legno pieno a doppio tavolato tinteggiati in armonia con il colore della facciata. Ove si tratti di ingressi carrabili di accesso alla corte potranno altresì essere consentiti cancelli in ferro verniciato. Pagina 25 di 30

26 16. Porte esterne Le porte di ingresso agli alloggi aperte sullo spazio pubblico o sugli spazi comuni interni (corti, ballatoi ecc.) devono avere forma rettangolare con il serramento arretrato rispetto al filo della facciata, una o due ante e dovranno avere il disegno di tipo tradizionale e cioè: a. portoncino lombardo a doghe orizzontali; porta a due ante con telaio e fodrine; b. portoncino tradizionale a vetri con antoni apribili verso l esterno. Le porte dovranno essere realizzate in legno e tinteggiate con gli stessi colori degli altri serramenti. Sono vietate le porte in metallo e/o specchiatura a vetro. 17. Insegne, mostre ecc. Insegne, mostre, scritte pubblicitarie, tende solari devono essere inserite organicamente nel complesso architettonico, rimanendo contenuto entro il perimetro dello sfondato, con divieto di sovrapporsi ad elementi costitutivi la facciata. 18. Porte di autorimesse Sono di norma vietate lungo le vie e spazi di uso pubblico. Nel caso di interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, qualora esistenti, devono essere ripristinate con rivestimento esterno in legno, trattato noce antico. 19. Recinzioni, muri di sostegno La divisione dei terreni di pertinenza è consentita solamente impiegando essenze verdi quali siepi di alloro, cotoneastri, vite canadese, sporgenti da terra non più di mt. 1,20. In esse è possibile collocare reti metalliche, barriere protettive purchè non visibili. Pagina 26 di 30

27 Sono consentite laddove è necessaria una protezione stabile delle aree, costituita da staccionata in legno continua sostenuta da: a. paletti conficcati nel terreno e non sporgente più di mt. 1,20. b. paletti conficcati direttamente nel terreno, senza cordolo di basamento non sporgenti più di mt. 1,20 da terra e filo o rete metallica continua; c. cancellata metallica trasparente continua sostenuta da piantane fissate a terra con fondazione in murature, non più alta complessivamente da terra di mt. 1,60; d. ripristino, conservazione e manutenzione della recinzione esistente, senza alterazione della sua consistenza e dell aspetto. I colori da impiegarsi sono quelli più volte ripetuti in precedenza. Non è consentito il bianco ed in generale i colori chiari. 20. Pavimentazioni esterne Le aree esterne private ed i cortili devono essere mantenuti in condizioni decorose e, qualora non a verde, ripristinate o pavimentate con materiali tradizionali: acciottolato, ghiaietto, lastre regolari in pietra, cubetti di porfido. 21. Terrazzi Non sono consentiti inserimenti di nuovi terrazzi. Per quelli esistenti è prescritto un riordino coerente con le caratteristiche generali dell edificio e con i presenti criteri di intervento. 22. Zoccolature Al piede degli edifici sono consentite zoccolature in pietra o in cemento. Pagina 27 di 30

28 23. Loggiati I loggiati costituiscono una testimonianza significativa della derivazione contadina di molti immobili presenti ed una caratteristica architettonica dei nuclei. Quelli esistenti dovranno essere ripuliti da superfetazioni e mantenuti con le caratteristiche originali e riproposti nelle stesse forme e con materiali simili in caso di rifacimento. A tal proposito è possibile, al fine di utilizzarli come vani abitabili chiusi, installare tamponamenti di tipo trasparente (vetrate con telai in legno - ferro) sul filo interno dei pilastri purché siano salvaguardate le partiture riscontrabili e i materiali originali; è ammesso l utilizzo di un sistema oscurante a mezzo di tende filtranti posto internamente. 24. Murature Murature, gradini, scale, recinzioni ove riscontrate o riemergenti nel recupero dovranno essere restituite a vista senza stilature o con minime cementazioni di giunto. Per la protezione delle pietre, se necessario, potranno essere usate vernici siliconiche protettive trasparenti non lucide. Gli intonaci ricoprenti murature in pietrame aventi pregio e significato ambientale, dovranno essere rimossi e non più rifatti. Le murature riemerse dovranno rimanere a vista con o senza stilatura, secondo il giudizio della Commissione Edilizia. Gli intonaci dovranno essere fatti secondo la locale tecnica esecutiva con superficie finale liscia tirata a frattazzo (intonaco di malta cementizia, intonaco a civile). Sono esclusi intonaci plastici di qualsiasi tipo e rivestimenti in pietra, a mosaico, con marmi o piastrelle. 25. Gronda del tetto, copertura Le gronde dei tetti dovranno essere in legno ad eccezione di quelle originali esistenti in pietrame a lastre con modanature a cornicione da riproporre in caso di demolizione e ricostruzione del fabbricato. Le gronde in legno saranno costituite da: a. assito a fasce larghe (12/15 cm.); b. travetti uso trieste o 4 fili piallati con modanature correnti (vedere grafico), tondi. Pagina 28 di 30

29 Le sporgenze delle gronde variano col variare dell altezza degli edifici, comunque da cm. 60 a 100 canale compreso. Il legno deve essere naturale o leggermente mordenzato. Il manto di copertura dei tetti dovrà essere in tegole a canale (coppi meglio di recupero con sottostante lastre di onduline) o nei tipi portoghesi o toscani e solo in cotto naturale, antichizzato o brunito. 26. Elementi di contrasto con l ambiente Gli elementi in contrasto con l ambiente che abbiano alterato le facciate interne ed esterne degli edifici devono essere rimossi. Tubazioni, linee elettriche, telefoniche e simili devono essere eliminati e sostituiti con impianti incassati, comunque non in vista, ferma restando l osservanza delle norme di sicurezza. 27. Materiali vietati Fibrocemento ondulato, ondulati plastilucidi traslucidi, alluminio, acciaio inox, lamiere ondulate (zincate o smaltate), marmi colorati lucidi, rivestimenti ceramici, mattoni faccia a vista - salvo che in comignoli o fregi di tipo tradizionale - ed in genere tutti i materiali di aspetto lucido o vistoso. Pagina 29 di 30

30 Tavolozza colori e tabella delle combinazioni cromatiche Pagina 30 di 30

LINEE GUIDA PER GLI INTERVENTI EDILIZI NEL CENTRO STORICO NUCLEI ANTICHI E PER GLI EDIFICI DI PREGIO/VALORE IN ZONA AGRICOLA

LINEE GUIDA PER GLI INTERVENTI EDILIZI NEL CENTRO STORICO NUCLEI ANTICHI E PER GLI EDIFICI DI PREGIO/VALORE IN ZONA AGRICOLA LINEE GUIDA PER GLI INTERVENTI EDILIZI NEL CENTRO STORICO NUCLEI ANTICHI E PER GLI EDIFICI DI PREGIO/VALORE IN ZONA AGRICOLA (Riferimento alla Tav. 1.7 del D.d.P.) LINEE GUIDA PER GLI INTERVENTI EDILIZI

Dettagli

Comune di Castel d'ario. Provincia di Mantova. Piano di Governo del Territorio - ai sensi della L.R. 11 marzo 2005 n 12 - PIANO DELLE REGOLE

Comune di Castel d'ario. Provincia di Mantova. Piano di Governo del Territorio - ai sensi della L.R. 11 marzo 2005 n 12 - PIANO DELLE REGOLE Comune di Castel d'ario Provincia di Mantova P.d.R. Piano di Governo del Territorio - ai sensi della L.R. 11 marzo 2005 n 12 - PIANO DELLE REGOLE LINEE GUIDA PER GLI INTERVENTI EDILIZI NEL CENTRO STORICO

Dettagli

ALLEGATO B INTRODUZIONE

ALLEGATO B INTRODUZIONE 1 ALLEGATO B INTRODUZIONE La presente integrazione al Regolamento Edilizio costituisce una normativa per gli interventi edilizi all interno delle ZONA A1 - CENTRO STORICO e per gli edifici esistenti cascine

Dettagli

Piano di Governo del Territorio

Piano di Governo del Territorio COMUNE DI SUMIRAGO PROVINCIA DI VARESE 1 SETTORE TECNICO SERVIZIO URBANISTICA Piano di Governo del Territorio Piano delle Regole INDICAZIONI TECNICHE PER GLI INTERVENTI EDILIZI NEL NUCLEO ANTICO, NELLE

Dettagli

TABELLA DEI MATERIALI COSTRUTTIVI PER I CENTRI STORICI. Adozione definitiva

TABELLA DEI MATERIALI COSTRUTTIVI PER I CENTRI STORICI. Adozione definitiva TABELLA DEI MATERIALI COSTRUTTIVI PER I CENTRI STORICI Adozione definitiva Adozione Consiglio Comunale delibera n. 38 di data 29/10/2014 Adozione Definitiva Consiglio Comunale delibera n. 02 di data 23/03/2015

Dettagli

Adozione definitiva Versione di raffronto

Adozione definitiva Versione di raffronto TABELLA DEI MATERIALI COSTRUTTIVI PER I CENTRI STORICI Adozione definitiva Versione di raffronto Adozione Consiglio Comunale delibera n. 38 di data 29/10/2014 Adozione Definitiva Consiglio Comunale delibera

Dettagli

Scheda n. 04 I Renacci

Scheda n. 04 I Renacci Scheda n. 04 I Renacci Ubicazione: I fabbricati sono inseriti, dal Piano Strutturale vigente del Comune di Collesalvetti nel Sottosistema Rurale con funzione rurale di protezione ambientale, U.T.O.E. n.

Dettagli

TABELLA DEI MATERIALI COSTRUTTIVI PER I CENTRI STORICI. Versione definitiva

TABELLA DEI MATERIALI COSTRUTTIVI PER I CENTRI STORICI. Versione definitiva TABELLA DEI MATERIALI COSTRUTTIVI PER I CENTRI STORICI Versione definitiva TABELLA DEI MATERIALI COSTRUTTIVI AMMESSI O COMPATIBILI E VIETATI PER GLI INTERVENTI NEI CENTRI STORICI ELEMENTO COSTRUTTIVO COMIGNOLO

Dettagli

COMUNE DI SASSARI - Provincia di Sassari

COMUNE DI SASSARI - Provincia di Sassari COMUNE DI SASSARI - Provincia di Sassari 52 PIANO PARTICOLAREGGIATO "TOTTUBELLA" 1. IDENTIFICATIVI LOTTO NUMERO LOTTO INDIRIZZO RIFERIMENTI CATASTALI A 12 Via Golfo Aranci Foglio 101 N. CIVICO Mappale

Dettagli

Scheda n. 03 Poggio di Mezzo

Scheda n. 03 Poggio di Mezzo Scheda n. 03 Poggio di Mezzo Ubicazione: I fabbricati sono inseriti, dal Piano Strutturale vigente del Comune di Collesalvetti nel Sottosistema Rurale con funzione rurale di protezione ambientale, U.T.O.E.

Dettagli

Dati generali. Villino. n/r. edificio residenziale bifamiliare. privata. utilizzato parzialmente utilizzato non utilizzato. Riferimenti archivistici

Dati generali. Villino. n/r. edificio residenziale bifamiliare. privata. utilizzato parzialmente utilizzato non utilizzato. Riferimenti archivistici Dati generali Denominazione Villino Localizzazione via Gorizia 5 Datazione fra il 1913 ed il 1928 Autore Oggetto Proprietà edificio residenziale bifamiliare privata Proprietari Grado di Utilizzo utilizzato

Dettagli

COMUNE DI SASSARI - Provincia di Sassari

COMUNE DI SASSARI - Provincia di Sassari 90 PIANO PARTICOLAREGGIATO "TOTTUBELLA" 1. IDENTIFICATIVI LOTTO NUMERO LOTTO INDIRIZZO RIFERIMENTI CATASTALI FOTO AEREA PLANIMETRIA CATASTALE 90 - LOTTO A 61 A 61 Via Santa Teresa di Gallura Foglio 109

Dettagli

COMUNE DI SASSARI - Provincia di Sassari

COMUNE DI SASSARI - Provincia di Sassari COMUNE DI SASSARI - Provincia di Sassari 6 PIANO PARTICOLAREGGIATO "TOTTUBELLA". IDENTIFICATIVI LOTTO NUMERO LOTTO INDIRIZZO RIFERIMENTI CATASTALI A 33 Via Golfo Aranci Foglio 0 N. CIVICO Mappale CARTA

Dettagli

Dati generali. Edificio residenziale Fischetto. n/r. edificio residenziale e direzionale. privata. utilizzato parzialmente utilizzato non utilizzato

Dati generali. Edificio residenziale Fischetto. n/r. edificio residenziale e direzionale. privata. utilizzato parzialmente utilizzato non utilizzato Dati generali Denominazione Edificio residenziale Fischetto Localizzazione via Pordenone 15-17 Datazione fra il 1913 ed il 1928 Autore Oggetto Proprietà edificio residenziale e direzionale privata Proprietari

Dettagli

PRG VARIANTE COMUNE DI SANZENO. variante. 2 adozione PROVINCIA DI TRENTO. dd

PRG VARIANTE COMUNE DI SANZENO. variante. 2 adozione PROVINCIA DI TRENTO. dd PROVINCIA DI TRENTO COMUNE DI SANZENO PRG VARIANTE 2017 1 Adozione - Delib. Commissario ad acta 2 Adozione - Delib. Commissario ad acta Approvazione - Delib. Giunta Provinciale Pubblicazione - B.U.R. n.1

Dettagli

PIANO URBANISTICO ATTUATIVO PONTE SCRIVAN NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

PIANO URBANISTICO ATTUATIVO PONTE SCRIVAN NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE COMUNE DI FUMANE PIANO URBANISTICO ATTUATIVO PONTE SCRIVAN P.U.A ai sensi della L.R. 11/2004 art. 19, punto 1,lett. a) NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Osservanza delle N.T.A. del P.R.G. e R.E.C. e Parametri

Dettagli

Borgo Santa Caterina - SCHEDA

Borgo Santa Caterina - SCHEDA Borgo Santa Caterina - SCHEDA 695021028 Inventario dei Beni Culturali e Ambientali Scheda n 150116 DATI GENERALI Data rilievo: 19/06/2008 Località: Indirizzo: Indirizzo: Indirizzo: Foto aerea Borgo Santa

Dettagli

I /03/2017 A - Allegato Utente 2 (A02)

I /03/2017 A - Allegato Utente 2 (A02) I871-0001048-09/03/2017 A - Allegato Utente 2 (A02) PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO COMUNE DI SOVER PIANO DI LOTTIZZAZIONE Ai Piani Alti Località Montesover NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO rev. Marzo

Dettagli

Norme Tecniche di Attuazione

Norme Tecniche di Attuazione B VARIANTE PARZIALE AL PIANO REGOLATORE GENERALE PARTE STRUTTURALE E OPERATIVA DEL COMUNE DI SAN GEMINI Norme Tecniche di Attuazione Progettisti: Ufficio Tecnico Comunale del Comune di San Gemini Arch.

Dettagli

SOMMARIO DISPOSIZIONI GENERALI. Ambito di validità delle Norme. Elaborati di Piano. Destinazioni d uso MODALITA GENERALI D INTERVENTO

SOMMARIO DISPOSIZIONI GENERALI. Ambito di validità delle Norme. Elaborati di Piano. Destinazioni d uso MODALITA GENERALI D INTERVENTO SOMMARIO Titolo I Art. 1 Art. 2 DISPOSIZIONI GENERALI Ambito di validità delle Norme Elaborati di Piano Titolo II Art. 3 DESTINAZIONI D USO Destinazioni d uso Titolo III Art. 4 Art. 5 Art. 6 Art. 7 MODALITA

Dettagli

Fa parte di un complesso immobiliare. PRESENZA DI CORPI ACCESSORI NO SI se SI, n.

Fa parte di un complesso immobiliare. PRESENZA DI CORPI ACCESSORI NO SI se SI, n. UBICAZIONE COMUNE di BALLABIO LOCALITA' (frazione, borgata, ecc.) VIA n civico RIFERIMENTI CATASTALI COMUNE CENSUARIO INTESTAZIONE DITTA C.T. Foglio n. Particella n. Sup. C.E.U. Foglio n. Particella n.

Dettagli

NORME TECNICHE D ATTUAZIONE

NORME TECNICHE D ATTUAZIONE NORME TECNICHE D ATTUAZIONE Art. 1 Il Piano di recupero ATR 3 convenzionato è redatto ai sensi della Legge n. 457/1978 s.m.i. Esso ha efficacia per 10 anni dalla data di stipula della convenzione urbanistica

Dettagli

NORME TECNICHE D ATTUAZIONE VARIANTE AL P.P.I.PR. P.G /2005 P.R. 4864/2005 APRILE 2013

NORME TECNICHE D ATTUAZIONE VARIANTE AL P.P.I.PR. P.G /2005 P.R. 4864/2005 APRILE 2013 PIANO PARTICOLAREGGIATO DI INIZIATIVA PRIVATA IN ZONA C2 - SCHEDA PROGETTO BAURA - TAV. 2b/33 NORME TECNICHE D ATTUAZIONE VARIANTE AL P.P.I.PR. P.G. 78959/2005 P.R. 4864/2005 APRILE 2013 ART. 1 - Destinazione

Dettagli

VECCHIO NUCLEO: VALGREGHENTINO EDIFICIO N 1

VECCHIO NUCLEO: VALGREGHENTINO EDIFICIO N 1 VECCHIO NUCLEO: VALGREGHENTINO EDIFICIO N 1 - Prescrizioni particolari: Eliminare superfetazioni, armonizzare gli interventi con gli edifici confinanti. Le altezze nelle diverse parti dell edificio sono

Dettagli

Studio Legale Spallino

Studio Legale Spallino LEGGE REGIONE LOMBARDIA 11 MARZO 005, N. 1 PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO TITOLO IV - ATTIVITÀ EDILIZIE SPECIFICHE CAPO I - RECUPERO AI FINI ABITATIVI DEI SOTTOTETTI ESISTENTI in grassetto le modifiche

Dettagli

ARTICOLO VIGENTE. Art Disciplina dei Sottotetti

ARTICOLO VIGENTE. Art Disciplina dei Sottotetti ARTICOLO VIGENTE Art. 10 - Disciplina dei Sottotetti 1 Recupero sottotetti esistenti Definizione I sottotetti di cui al presente paragrafo sono quelli definiti dalla vigente normativa in materia (1), completati

Dettagli

COMUNE DI SASSARI - Provincia di Sassari

COMUNE DI SASSARI - Provincia di Sassari COMUNE DI SASSARI - Provincia di Sassari 95 PIANO PARTICOLAREGGIATO "TOTTUBELLA" 1. IDENTIFICATIVI LOTTO NUMERO LOTTO INDIRIZZO RIFERIMENTI CATASTALI A 66 Via Santa Teresa di Gallura Foglio 93-101 N. CIVICO

Dettagli

Scheda n. 01 Podere Colmata

Scheda n. 01 Podere Colmata Scheda n. 01 Podere Colmata Ubicazione: I fabbricati sono inseriti, dal Piano Strutturale vigente del Comune di Collesalvetti nel Sottosistema Rurale con esclusiva funzione rurale, U.T.O.E. n. 3 Case Rosse,

Dettagli

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE. Oggetto: Piano di recupero di iniziativa privata di una proprietà

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE. Oggetto: Piano di recupero di iniziativa privata di una proprietà NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Oggetto: Piano di recupero di iniziativa privata di una proprietà nel centro storico in Via A. De Petrucci n 6-8-10-12-14 (in variante al P.P.C.S. ed ai sensi dell art. 30

Dettagli

Dati generali. Villa Vergani - Bonora. n/r. edificio residenziale unifamiliare. privata. utilizzato parzialmente utilizzato non utilizzato

Dati generali. Villa Vergani - Bonora. n/r. edificio residenziale unifamiliare. privata. utilizzato parzialmente utilizzato non utilizzato Dati generali Denominazione Villa Vergani - Bonora Localizzazione via Pordenone 60-64, angolo via S. Vito Datazione fra il 1913 ed il 1928 Autore Oggetto edificio residenziale unifamiliare Proprietà privata

Dettagli

PIANO ATTUATIVO IN LOC. BERGIOLA (art. 65 L.R. 3 gennaio 2005 n 1)

PIANO ATTUATIVO IN LOC. BERGIOLA (art. 65 L.R. 3 gennaio 2005 n 1) COMUNE DI CARRARA SETTORE URBANISTICA E S.U.A.P. Piazza 2 Giugno 54033 CARRARA Tel. 0585/ 6411 - Fax 0585/ 641296 PIANO ATTUATIVO IN LOC. BERGIOLA (art. 65 L.R. 3 gennaio 2005 n 1) NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

Dettagli

5. I PRINCIPALI TIPI DI INTERVENTI AMMESSI ALLA DETRAZIONE IRPEF

5. I PRINCIPALI TIPI DI INTERVENTI AMMESSI ALLA DETRAZIONE IRPEF 5. I PRINCIPALI TIPI DI INTERVENTI AMMESSI ALLA DETRAZIONE IRPEF Ecco un elenco esemplificativo di interventi ammissibili a fruire della detrazione Irpef. In ogni caso, deve essere verificata la conformità

Dettagli

Art. 3 Ambito di applicazione del P.d.R. L ambito di applicazione del piano è definita negli elaborati grafici di piano.

Art. 3 Ambito di applicazione del P.d.R. L ambito di applicazione del piano è definita negli elaborati grafici di piano. 1 Art. 1 Contenuti e disciplina del P.d.R. Il presente Piano di Recupero di cui alla Legge 5 agosto 1978, n. 457 ed art. 15 L.R. n 61/1985, è lo strumento di intervento per il recupero del patrimonio edilizio

Dettagli

5. I PRINCIPALI TIPI DI INTERVENTI AMMESSI ALLA DETRAZIONE IRPEF

5. I PRINCIPALI TIPI DI INTERVENTI AMMESSI ALLA DETRAZIONE IRPEF 5. I PRINCIPALI TIPI DI INTERVENTI AMMESSI ALLA DETRAZIONE IRPEF Ecco un elenco esemplificativo di interventi ammissibili a fruire della detrazione Irpef. In ogni caso, deve essere verificata la conformità

Dettagli

PIANO DELLE REGOLE. Delibera di approvazione del Consiglio Comunale n 42 del

PIANO DELLE REGOLE. Delibera di approvazione del Consiglio Comunale n 42 del PIANO DELLE REGOLE COMUNE DI ARCONATE 1.3.1 ABACO DELL'AMBITO STORICO ORIGINARIO CONSOLIDATO Delibera di adozione del Consiglio Comunale n 11 del 07.03.2013 Delibera di approvazione del Consiglio Comunale

Dettagli

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE oggetto: VARIANTE AL PIANO DI RECUPERO ai sensi dell'art 73 della L.R. 1/2005 per la riqualificazione architettonica e paesaggistica del fabbricato rurale ex Case Gemelle approvato

Dettagli

PIANO PARTICOLAREGGIATO DI INIZIATIVA PRIVATA VIA DELLA REGOLA NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

PIANO PARTICOLAREGGIATO DI INIZIATIVA PRIVATA VIA DELLA REGOLA NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO DI INIZIATIVA PRIVATA VIA DELLA REGOLA NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PREMESSA Il comparto Via della Regola, compreso all interno del Luogo n 1 Pieve al Toppo e nella zona di saturazione

Dettagli

schede unità minime d intervento: TAVOLA B - CARUBBO

schede unità minime d intervento: TAVOLA B - CARUBBO UNITÀ MINIMA D INTERVENTO N 1 Edificio di testa verso ovest della cortina edilizia posta all estremità occidentale della frazione di Carubbo, di quattro piani fuori terra, a destinazione residenziale.

Dettagli

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE N.T.A.

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE N.T.A. 1 NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE N.T.A. ART. 1 Ambito di validità del Piano Attuativo Il Piano Attuativo in oggetto, tramite le seguenti Norme Tecniche di Attuazione (N.T.A.) e gli elaborati di cui al successivo

Dettagli

Piano di Governo del Territorio 2010

Piano di Governo del Territorio 2010 Comune di Brivio Provincia di Lecco Piano di Governo del Territorio 2010 RP05-30 marzo 2011 Arch. Marco Engel, Arch. Valerio Testa con Dott.ssa Laura Bossi, Dott. Davide Bassi e Arch. Alessandro Isastia

Dettagli

SAINT-CHRISTOPHE. PUD Ae11* Chaussod CLASSIFICAZIONE DEGLI EDIFICI E DELLE AREE DI PREGIO, SCHEDATURA DEGLI EDIFICI

SAINT-CHRISTOPHE. PUD Ae11* Chaussod CLASSIFICAZIONE DEGLI EDIFICI E DELLE AREE DI PREGIO, SCHEDATURA DEGLI EDIFICI REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE D'AOSTA REGION AUTONOME DE LA VALLEE D'AOSTE COMUNE DI COMMUNE DE SAINT-CHRISTOPHE PUD Ae11* Chaussod Pb PRESCRITTIVA CLASSIFICAZIONE DEGLI EDIFICI E DELLE AREE DI PREGIO,

Dettagli

di cui alla Convenzione con l Unione dei Comuni Valli e Delizie e con il Comune di Argenta del Rep., con la quale sono stati stabiliti

di cui alla Convenzione con l Unione dei Comuni Valli e Delizie e con il Comune di Argenta del Rep., con la quale sono stati stabiliti NORME TECNICHE EDIFICATORIE Art. 1 Ambito di applicazione Le presenti norme si applicano all interno di un ambito per nuovi insediamenti urbani (ANS1) destinato prevalentemente alla funzione residenziale

Dettagli

1. PREMESSA STRALCIO DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE VIGENTI STRALCIO DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE VARIANTE...

1. PREMESSA STRALCIO DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE VIGENTI STRALCIO DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE VARIANTE... SOMMARIO 1. PREMESSA... 2 2. STRALCIO DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE VIGENTI... 2 3. STRALCIO DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE VARIANTE... 5 1 1. PREMESSA In seguito alle considerazioni riportate

Dettagli

HAMEAU CHEZ-LES-BLANC-DESSUS

HAMEAU CHEZ-LES-BLANC-DESSUS SCHEDE DEGLI EDIFICI COMUNE DI ETROUBLES HAMEAU CHEZ-LES-BLANC-DESSUS V 1 COMUNE DI ETROUBLES Epoca di costruzione: antecedente il 1900 Stato di conservazione: discreto Stato del fabbricato: parzialmente

Dettagli

COMUNE DI RIMINI CF/P.IVA

COMUNE DI RIMINI CF/P.IVA COMUNE DI RIMINI CF/P.IVA 00304260409 DIREZIONE PIANIFICAZIONE E GESTIONE TERRITORIALE Settore Pianificazione Attuativa ed Edilizia Residenziale Pubblica U.O. Piani Attuativi Privati NORME TECNICHE DI

Dettagli

HAMEAU CHEZ-LES-GRANGE

HAMEAU CHEZ-LES-GRANGE SCHEDE DEGLI EDIFICI COMUNE DI ETROUBLES HAMEAU CHEZ-LES-GRANGE N COMUNE DI ETROUBLES 1 Epoca di costruzione: antecedente il 1900 Stato di conservazione: discreto Stato del fabbricato: originario Tipo

Dettagli

COMUNE DI ARONA (Provincia di Novara)

COMUNE DI ARONA (Provincia di Novara) 1 COMUNE DI ARONA (Provincia di Novara) PIANO PARTICOLAREGGIATO UNITÀ DI INTERVENTO n. 3-5 DELL AMBITO NORMATIVO Br3 VIALE BERRINI VIA MARTIRI DELLA LIBERTÀ NORME DI ATTUAZIONE 1. OGGETTO DEL PIANO PARTICOLAREGGIATO

Dettagli

HAMEAU CHEZ-LES-MILLET

HAMEAU CHEZ-LES-MILLET SCHEDE DEGLI EDIFICI COMUNE DI ETROUBLES HAMEAU CHEZ-LES-MILLET O COMUNE DI ETROUBLES 1 Epoca di costruzione: dopo il 1945 Stato di conservazione: discreto Stato del fabbricato: originario Tipo fabbricato:

Dettagli

PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO DI ANTICA E PRIMA FORMAZIONE

PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO DI ANTICA E PRIMA FORMAZIONE COMUNE DI ROMANA PROVINCIA DI SASSARI PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO DI ANTICA E PRIMA FORMAZIONE Il Responsabile dell area tecnica e R.U.P. Dott. M. Ing. Guglielmo Campanile Progettista incaricato

Dettagli

Provincia di Bergamo - COMUNE DI TORRE DE' ROVERI PIANO di GOVERNO del TERRITORIO - Nuclei di Interesse Paesistico-Ambientale

Provincia di Bergamo - COMUNE DI TORRE DE' ROVERI PIANO di GOVERNO del TERRITORIO - Nuclei di Interesse Paesistico-Ambientale COMUNE DI TORRE DE' ROVERI Provincia di Bergamo PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VARIANTE N.1 adottato dal Consiglio Comunale con delibera n. del approvato dal Consiglio Comunale con delibera n. del PIANO

Dettagli

SCHEDE DEGLI EDIFICI COMUNE DI ETROUBLES HAMEAU VEYAZ

SCHEDE DEGLI EDIFICI COMUNE DI ETROUBLES HAMEAU VEYAZ SCHEDE DEGLI EDIFICI COMUNE DI ETROUBLES HAMEAU VEYAZ F Scheda N : 1 COMUNE DI ETROUBLES Epoca di costruzione: antecedente il 1900 Stato di conservazione: rudere Stato del fabbricato: Tipo fabbricato:

Dettagli

Elaborati grafici. Documento di Piano. LONNO PRATO FO' Inventario del patrimonio edilizio dei Nuclei di Antica Formazione

Elaborati grafici. Documento di Piano. LONNO PRATO FO' Inventario del patrimonio edilizio dei Nuclei di Antica Formazione Comune di Nembro Provincia di Bergamo Claudio Cancelli Salvatore Alletto Candida Mignani - sindaco - segretario comunale - assessore territorio - Piano Governo del Territorio Pianodi di governo del territorio

Dettagli

PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO DI ANTICA E PRIMA FORMAZIONE

PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO DI ANTICA E PRIMA FORMAZIONE COMUNE DI ROMANA PROVINCIA DI SASSARI PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO DI ANTICA E PRIMA FORMAZIONE Il Responsabile dell area tecnica e R.U.P. Dott. M. Ing. Guglielmo Campanile Progettista incaricato

Dettagli

Norme Tecniche di Attuazione

Norme Tecniche di Attuazione COMUNE DI CORTONA - AREZZO PIANO DI RECUPERO DI FABBRICATO e PORZIONE DI FABBRICATO Località Case Sparse Terontola Piano di Recupero ai sensi della Legge Regionale n. 1 del 2005 e del Regolamento Urbanistico

Dettagli

.U.A. AMBITO DI TRASFORMAZIONE URBANA AT.4 in zona omogenea B2 NORME TECNICHE

.U.A. AMBITO DI TRASFORMAZIONE URBANA AT.4 in zona omogenea B2 NORME TECNICHE .U.A. AMBITO DI TRASFORMAZIONE URBANA AT.4 in zona omogenea B2 1 NORME TECNICHE 1) AMBITO DI APPLICAZIONE Le presenti norme tecniche di attuazione (NTA) regolamentano gli interventi di urbanizzazione e

Dettagli

INTERVENTI SULLE SINGOLE UNITÀ ABITATIVE

INTERVENTI SULLE SINGOLE UNITÀ ABITATIVE INTERVENTI SULLE SINGOLE UNITÀ ABITATIVE INTERVENTI MODALITÀ Centrale termica Riparazioni varie interne ed esterne, conservando le caratteristiche (materiali, sagoma e colori) uguali a quelle (opere murarie)

Dettagli

PGT ALLEGATO A. Norme Tecniche di Attuazione N.T.A. Lonate Ceppino. PIANO di GOVERNO del TERRITORIO

PGT ALLEGATO A. Norme Tecniche di Attuazione N.T.A. Lonate Ceppino. PIANO di GOVERNO del TERRITORIO Regione Lombardia comune Lonate Ceppino PGT PIANO di GOVERNO del TERRITORIO adottato in data 15 novembre 2012 approvato in data 10 giugno 2013 Norme Tecniche di Attuazione N.T.A. ALLEGATO A MODALITA DI

Dettagli

Legge 23 agosto 1985, n. 44

Legge 23 agosto 1985, n. 44 Testo Coordinato Legge 23 agosto 1985, n. 44 Altezze minime e principali requisiti igienico - sanitari dei locali adibiti ad abitazione, uffici pubblici e privati ed alberghi. Note riguardanti modifiche

Dettagli

studio pfm - arch. parotti geom. porta geom. vai viggiù via s. elia 29 - tel 0332/488921

studio pfm - arch. parotti geom. porta geom. vai viggiù via s. elia 29 - tel 0332/488921 Sommario Art. 1 Ambito del Piano Urbanistico Attuativo della proprietà Ferri.... 3 Art. 2 Elaborati di cui al presente Piano.... 3 Art. 3 Obbiettivi del Piano.... 4 Art. 4 Applicazione del Piano.... 4

Dettagli

Piano del Colore. Comune di Santo Stefano Ticino

Piano del Colore. Comune di Santo Stefano Ticino Piano del Colore Comune di Santo Stefano Ticino Elementi compositivi e morfologici, materiali esterni e caratteristiche architettoniche I progetti devono essere corredati con i prospetti dello

Dettagli

AMBITI DI APPLICAZIONE DELLE NTA E CARTOGRAFIA DI RIFERIMENTO

AMBITI DI APPLICAZIONE DELLE NTA E CARTOGRAFIA DI RIFERIMENTO ARTICOLO VIGENTE ART. 2 AMBITI DI APPLICAZIONE DELLE NTA E CARTOGRAFIA DI RIFERIMENTO L ambito di applicazione delle presenti norme è costituito dai nuclei di antica formazione di Dazio Centro e Sant Anna,

Dettagli

ABACO DEGLI ELEMENTI RICORSIVI

ABACO DEGLI ELEMENTI RICORSIVI ABACO DEGLI ELEMENTI RICORSIVI Gli abachi degli elementi ricorsivi allegati raccoglie le norme ed il repertorio degli esempi a cui si dovrà fare riferimento nella progettazione dei singoli interventi sugli

Dettagli

SCHEDA D AMBITO scheda n. 1

SCHEDA D AMBITO scheda n. 1 SCHEDA D AMBITO scheda n. 1 tessuto urbano consolidato non soggetto a particolare disciplina intervento di nuova costruzione = lettera e), comma 1, art. 27, LR 12/05 e ampliamenti di edifici esistenti

Dettagli

CARATTERISTICHE DEGLI INTERVENTI NEL CENTRO STORICO, NEL SUO INTORNO E SUGLI IMMOBILI CATALOGATI AI SENSI DELLA L.R. 35/1995

CARATTERISTICHE DEGLI INTERVENTI NEL CENTRO STORICO, NEL SUO INTORNO E SUGLI IMMOBILI CATALOGATI AI SENSI DELLA L.R. 35/1995 Allegato C CARATTERISTICHE DEGLI INTERVENTI NEL CENTRO STORICO, NEL SUO INTORNO E SUGLI IMMOBILI CATALOGATI AI SENSI DELLA L.R. 35/1995 Gli interventi da eseguirsi nell ambito delle zone urbanistiche comprendenti

Dettagli

COMUNE DI CACCAMO Provincia di Palermo

COMUNE DI CACCAMO Provincia di Palermo COMUNE DI CACCAMO Provincia di Palermo REGOLAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DI STRUTTURE PRECARIE AI SENSI DELLA L.R. n. 4/2003 Esaminato dalla Commissione Edilizia nella seduta del 19/06/2008 Approvato con

Dettagli

HAMEAU ÉCHEVENNOZ-DESSUS

HAMEAU ÉCHEVENNOZ-DESSUS SCHEDE DEGLI EDIFICI COMUNE DI ETROUBLES HAMEAU ÉCHEVENNOZ-DESSUS T COMUNE DI ETROUBLES 1 Epoca di costruzione: antecedente il 1900 Stato di conservazione: buono Stato del fabbricato: ristrutturato Tipo

Dettagli

HAMEAU CHEZ-LES-BLANC-DESSOUS

HAMEAU CHEZ-LES-BLANC-DESSOUS SCHEDE DEGLI EDIFICI COMUNE DI ETROUBLES HAMEAU CHEZ-LES-BLANC-DESSOUS U Scheda N : COMUNE DI ETROUBLES 1 Epoca di costruzione: antecedente il 1900 Stato di conservazione: discreto Stato del fabbricato:

Dettagli

Comune di CASTEL DEL PIANO (GR)

Comune di CASTEL DEL PIANO (GR) Comune di CASTEL DEL PIANO (GR) Rilievo del patrimonio edilizio extraurbano presente al Catasto di Impianto scheda n 4 Zona del Piano podere della Via Z.A.S. Poggi di Montenero e Valli di Paganico Data

Dettagli

5.1.4 TRASFORMAZIONE DEI SOTTOTETTI NELLE ZONE A0 E A3

5.1.4 TRASFORMAZIONE DEI SOTTOTETTI NELLE ZONE A0 E A3 INDICE INDICE...1 5.1.4 TRASFORMAZIONE DEI SOTTOTETTI NELLE ZONE A0 E A3...2 art.5.1.4.1 - Finalità...2 art. 5.1.4.2 Categorie d intervento ammesse...2 art. 5.1.4.3 - Classificazione degli edifici e modalità

Dettagli

PA.5 VERSANTI DI PORTOVENERE PRESIDIO AMBIENTALE. 1 DESCRIZIONE assetto insediativo

PA.5 VERSANTI DI PORTOVENERE PRESIDIO AMBIENTALE. 1 DESCRIZIONE assetto insediativo Ambito PA.5 VERSANTI DI PORTOVENERE Ambito indirizzo: PRESIDIO AMBIENTALE 1 DESCRIZIONE assetto insediativo Il versante è caratterizzato dalla sistemazione a terrazze con presenza di piccoli manufatti

Dettagli

Piano di governo del territorio

Piano di governo del territorio Comune di Nembro Provincia di Bergamo Claudio Cancelli Salvatore Alletto Candida Mignani - sindaco - segretario comunale - assessore territorio e lavori pubblici - Piano di governo del territorio Piano

Dettagli

Allegato A. ESTRATTI STRUMENTO URBANISTICO GENERALE (VIGENTE, VARIANTE) ART e 24 DELLE NTA DEL PRG

Allegato A. ESTRATTI STRUMENTO URBANISTICO GENERALE (VIGENTE, VARIANTE) ART e 24 DELLE NTA DEL PRG COMUNE DI DOLO Provincia di Venezia settore urbanistica ed edilizia privata VARIANTE URBANISTICA PARZIALE - AI SENSI DEL I COMMA, ARTICOLO 48 DELLA LEGGE REGIONALE 23 APRILE 2004 N. 11, AI SENSI DELLE

Dettagli

NTA - STATO DI FATTO NTA - STATO DI PROGETTO

NTA - STATO DI FATTO NTA - STATO DI PROGETTO NTA - STATO DI FATTO NTA - STATO DI PROGETTO Art. 1.03 DEROGHE ALLE PRESENTI NORME Deroghe alle presenti norme sono ammissibili nei limiti e nella forma stabiliti dall art. 41 quater, L. 17/8/1942 n. 1150,

Dettagli

RELAZIONE TECNICA DELLA PROGETTAZIONE

RELAZIONE TECNICA DELLA PROGETTAZIONE RELAZIONE TECNICA DELLA PROGETTAZIONE Oggetto: Piano di recupero in zona B0-CU* per interventi di restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione urbanistica ed ampliamenti, di un nucleo storico-residenziale

Dettagli

ELEMENTI RICORRENTI ELEMENTI CONTRASTANTI

ELEMENTI RICORRENTI ELEMENTI CONTRASTANTI A.3 MANTI DI COPERTURA E LATTONERIE, FINESTRE IN FALDA ABBAINI E COMIGNOLI Tipologia 1 ELEMENTI RICORRENTI Strutture del tetto in legno uso fiume lavorato a mano di norma a due falde orientate secondo

Dettagli

Art. 15 Cornici di gronda Le cornici di gronda devono avere un aggetto massimo fino a ml. 1,20, escluse le grondaie.

Art. 15 Cornici di gronda Le cornici di gronda devono avere un aggetto massimo fino a ml. 1,20, escluse le grondaie. Art. 1 - Ambito territoriale Il territorio interessato dal presente Piano Urbanistico Attuativo (P.U.A.) è quello che risulta entro il perimetro indicato nella Tav. 3.02 Dimensionamento del Piano- e indicato

Dettagli

COMUNE DI LIMBIATE. Provincia di Milano ALLEGATO 1 NORME MORFOLOGICHE E TECNOLOGICHE

COMUNE DI LIMBIATE. Provincia di Milano ALLEGATO 1 NORME MORFOLOGICHE E TECNOLOGICHE COMUNE DI LIMBIATE Provincia di Milano ALLEGATO 1 NORME MORFOLOGICHE E TECNOLOGICHE 2 1. MATERIALI Canne fumarie laterizio o intonaco metalli vari preverniciati cemento o altro Comignoli laterizio o in

Dettagli

Comune di CASTEL DEL PIANO (GR)

Comune di CASTEL DEL PIANO (GR) Comune di CASTEL DEL PIANO (GR) Rilievo del patrimonio edilizio extraurbano presente al Catasto di Impianto scheda n 29 Zona del Piano podere Santa Lucia Z.A.S. dei Poggi di Montenero e Valli di Paganico

Dettagli

ART. 1 Oggetto ed elaborati del piano ART. 2 Obiettivi del piano ART. 3 Attuazione del piano

ART. 1 Oggetto ed elaborati del piano ART. 2 Obiettivi del piano ART. 3 Attuazione del piano ART. 1 Oggetto ed elaborati del piano 1. Il piano attuativo a fini generali PFG 11, art. 43 del PRGI di Riva del Garda, ha per oggetto la riqualificazione urbanistica dell abitato di S.Tomaso con la pedonalizzazione

Dettagli

COMUNE DI FANO NORME TECNICHE D ATTUAZIONE

COMUNE DI FANO NORME TECNICHE D ATTUAZIONE COMUNE DI FANO PROVINCIA DI PESARO E URBINO NORME TECNICHE D ATTUAZIONE PIANO DI RECUPERO IN VARIANTE AL P.P.C.S. VIA VECCHIA Via Vecchia Via del Vasaro - Fano RELATIVO ALL AREA AVENTE LE SEGUENTI CARATTERISTICHE:

Dettagli

COMUNE DI SALA MONFERRATO REGOLAMENTO EDILIZIO COMUNALE ALLEGATO 2 REGOLAMENTO DEL COLORE. Versione Giugno 2018 Pagina 1

COMUNE DI SALA MONFERRATO REGOLAMENTO EDILIZIO COMUNALE ALLEGATO 2 REGOLAMENTO DEL COLORE. Versione Giugno 2018 Pagina 1 REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI ALESSANDRIA COMUNE DI SALA MONFERRATO REGOLAMENTO EDILIZIO COMUNALE ALLEGATO 2 REGOLAMENTO DEL COLORE Versione Giugno 2018 Pagina 1 INDICE Art. 1 Definizione Art. 2 Obiettivi

Dettagli

TIPO DI INTERVENTO. apertura, chiusura o modificazione di porte o finestre dirette a ripristinare una situazione preesistente

TIPO DI INTERVENTO. apertura, chiusura o modificazione di porte o finestre dirette a ripristinare una situazione preesistente TIO I INTERVENTO Rivestimento di facciata immobile rifacimento con materiali e/o colori diversi da quelli preesistenti rifacimento con materiali e/o colori uguali a quelli preesistenti apertura, chiusura

Dettagli

VARIANTE STRUTTURALE n. 1 al P.R.G.C. vigente

VARIANTE STRUTTURALE n. 1 al P.R.G.C. vigente Comune di Gattinara Provincia di Vercelli Legge Regione Piemonte n. 56 del 5/12/1977 e s.m.i., art. 17, 4 comma VARIANTE STRUTTURALE n. 1 al P.R.G.C. vigente PROGETTO PRELIMINARE Progetto Il Sindaco Il

Dettagli

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PRIVATA DI EDIFICI COMPRESI TRA VIA GRAMSCI E TRAVERSA DELLA CROCE

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PRIVATA DI EDIFICI COMPRESI TRA VIA GRAMSCI E TRAVERSA DELLA CROCE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PRIVATA DI EDIFICI COMPRESI TRA VIA GRAMSCI E TRAVERSA DELLA CROCE ART. 1 EDIFICIO N. 1 CAPENTI FEFE EDIFICIO N. 2 FERRANTI NELLA Gli interventi

Dettagli

Riferimenti catastali

Riferimenti catastali COMUNE DI MONTANARO (TO) Elementi caratterizzanti la struttura Riferimenti catastali Via Giacomo MATTEOTTI n 1 3, via Giuseppe FROLA n 2 4 6 Catasto Cesarini (Archivio storico comunale, 1750) Fondazioni

Dettagli

Art. 1 - Finalità del Piano Attuativo

Art. 1 - Finalità del Piano Attuativo INDICE Art. 1 Art. 2 Art. 3 Art. 4 Art. 5 Art. 6 Art. 7 Finalità del Piano Attuativo Riferimenti normativi Elaborati costitutivi Interventi ammessi Destinazioni d uso consentite Disposizioni generali Varianti

Dettagli

03. NORME PARAMETRI e PRESCRIZIONI

03. NORME PARAMETRI e PRESCRIZIONI 03. NORME PARAMETRI e PRESCRIZIONI Art. 1 FINALITA Le presenti norme, parametri e prescrizioni, costituiscono il quadro di riferimento per la progettazione del Piano di Recupero dell area ubicata nell

Dettagli

RELAZIONE FILOLOGICA

RELAZIONE FILOLOGICA RELAZIONE FILOLOGICA Il Piano di Recupero proposto ha per oggetto la ristrutturazione edilizia con cambio di destinazione d uso di un fabbricato sito in località Fornello ed inserito all interno del Bene

Dettagli

NORME TECNICHE D ATTUAZIONE

NORME TECNICHE D ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO DI INIZIATIVA PRIVATA IN VIA PADOVA ZONA B4.5 Proprietà: Petrolifera Estense s.p.a. Via Padova, 43 Ferrara NORME TECNICHE D ATTUAZIONE ART. 1 - Destinazione d'uso delle aree interessate

Dettagli

Piano di Lottizzazione di iniziativa privata. Denominato Al Sole NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

Piano di Lottizzazione di iniziativa privata. Denominato Al Sole NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Piano di Lottizzazione di iniziativa privata Denominato Al Sole NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Art. 1 - Ambito di applicazione Il presente Piano di Lottizzazione di iniziativa privata di cui alla L. R. 27/6/1985

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE D'AOSTA REGION AUTONOME DE LA VALLEE D'AOSTE ETROUBLES. NORMATIVA DI ATTUAZIONE Sottozona Ae18* Echevennoz-Dessus

REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE D'AOSTA REGION AUTONOME DE LA VALLEE D'AOSTE ETROUBLES. NORMATIVA DI ATTUAZIONE Sottozona Ae18* Echevennoz-Dessus REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE D'AOSTA REGION AUTONOME DE LA VALLEE D'AOSTE COMUNE DI COMMUNE DE ETROUBLES NORMATIVA DI ATTUAZIONE Sottozona Ae18* Echevennoz-Dessus 6 SCHEDE DEI FABBRICATI: Rilievo ed intervento

Dettagli

N.T.A. PIANO DELLE REGOLE

N.T.A. PIANO DELLE REGOLE VIGENTE ART. 2 INDICI E PARAMETRI URBANISTICI ED EDILIZI St: Superficie territoriale (mq) E la superficie complessiva delle aree necessarie per l'attuazione degli interventi, comprensiva di tutte le aree

Dettagli

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Oggetto: NORME TECNICHE Piano Attuativo di iniziativa privata ai sensi dell art. 31 della L.R. 11/2005 comparto perequativo 62 - RES69 (art. 64 N.T.A.) sito in Strada di Perticara al Foglio 183 mappale

Dettagli

INDICE. pagina 1 di 10

INDICE. pagina 1 di 10 INDICE INDICE...1 ARTICOLO 1 - CAMPO DI APPLICAZIONE...2 ARTICOLO 2 - DEFINIZIONI...2 ARTICOLO 3 - USO PUBBLICO DEI PORTICI E DEI PORTICATI...5 ARTICOLO 4 - CARATTERISTICHE, DIMENSIONI E DISTANZE DEI PORTICI...5

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 25 DEL REGIONE MOLISE. Interventi per il recupero dei sottotetti, dei locali interrati e seminterrati dei porticati.

LEGGE REGIONALE N. 25 DEL REGIONE MOLISE. Interventi per il recupero dei sottotetti, dei locali interrati e seminterrati dei porticati. LEGGE REGIONALE N. 25 DEL 18-07-2008 REGIONE MOLISE Interventi per il recupero dei sottotetti, dei locali interrati e seminterrati dei porticati. Il Consiglio Regionale ha approvato IL PRESIDENTE della

Dettagli

BANDO PER L ALIENAZIONE DI UN AREA A DESTINAZIONE INDUSTRIALE DI PROPRIETA COMUNALE A MEZZO DI ASTA PUBBLICA (AREA VIA CASTELLAZZO CASCINA OROMBELLA)

BANDO PER L ALIENAZIONE DI UN AREA A DESTINAZIONE INDUSTRIALE DI PROPRIETA COMUNALE A MEZZO DI ASTA PUBBLICA (AREA VIA CASTELLAZZO CASCINA OROMBELLA) Individuazione dell area Contornata in rosso l area di proprietà comunale oggetto di alienazione Estratto PGT RP 01 1 Estratto mappa catastale Estratto Norme tecniche di attuazione Piano delle Regole Art.

Dettagli

PROGETTO PER LA LOTTIZZAZIONE DI UN AREA DI TERRENO RICADENTE NELLA ZONIZZAZIONE ART. 17B - ZONE RESIDENZIALI DI ESPANSIONE C2

PROGETTO PER LA LOTTIZZAZIONE DI UN AREA DI TERRENO RICADENTE NELLA ZONIZZAZIONE ART. 17B - ZONE RESIDENZIALI DI ESPANSIONE C2 PROGETTO PER LA LOTTIZZAZIONE DI UN AREA DI TERRENO RICADENTE NELLA ZONIZZAZIONE ART. 17B - ZONE RESIDENZIALI DI ESPANSIONE C2 COMPARTO 3, RIPORTATA NELLA VARIANTE URBANISTICA DEL PRG DEL COMUNE DI ALIFE.

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE DEL COLORE E DELLE FINITURE DA UTILIZZARE NELL AMBITO DEI CENTRI STORICI DI FALCONARA ALTA E DI CASTELFERRETTI

REGOLAMENTO COMUNALE DEL COLORE E DELLE FINITURE DA UTILIZZARE NELL AMBITO DEI CENTRI STORICI DI FALCONARA ALTA E DI CASTELFERRETTI REGOLAMENTO COMUNALE DEL COLORE E DELLE FINITURE DA UTILIZZARE NELL AMBITO DEI CENTRI STORICI DI FALCONARA ALTA E DI CASTELFERRETTI (Approvato con D.C.C. n 6 del 01/02/2012) ==================== 1 INDICE:

Dettagli