La Sapienza Università di Roma 1 è la più grande università d'italia e una delle più grandi in Europa con iscritti nel 2010 di cui il 40 %

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2 2 La Sapienza Università di Roma 1 è la più grande università d'italia e una delle più grandi in Europa con iscritti nel 2010 di cui il 40 % Fuori Sede. I problemi che affliggono la nostra università sono molti e strettamente collegati con le difficoltà che sta attraversando il mondo accademico italiano in particolare negli ultimi anni. La serie di riforme e controriforme dall'autonomia Universitaria all'ultima Riforma Gelmini hanno profondamente trasformato l'ateneo, innanzitutto si è trasformato l'università in un'azienda con un consiglio di amministrazione e un bilancio da far quadrare per cui il fine non è più solo la qualità dell'insegnamento offerto ma proprio quel pareggio di bilancio (o attivo) necessario a far funzionare la società. Il tutto nell'ottica dei tagli dei finanziamenti pubblici per cui dal 2009 sono stasi sottratti bel 7832 milioni di euro alla scuola e all'universit à, con una riduzione del Fondo di finanziamento ordinario della Sapienza stimato in 60 milioni di euro dal 2009 al Fra l'altro lo spostamento della maggioranza dei poteri decisionali sulla vita dell'ateneo dal senato accademico ai CDA ha sottomesso ancora di pi ù la didattica alla logica del profitto, riducendo ulteriormente gli spazzi di democrazia all'interno dell'università sia per quanto riguarda la rappresentanza sindacale dei lavoratori che quella degli studenti con i nuovi statuti. Va valutato inoltre l'ingresso nel consiglio di amministrazione dei rappresentanti di privati esterni all'università che poi portano ad accordi di finanziamento come quello Sapienza Unindustria per vendere (svendere?) le ricerche dell'ateneo. In questo contesto si spiegano anche i tagli al costo del personale e le continue riorganizzazioni della didattica e della struttura dell'ateneo sempre al risparmio, dove migliorare, ottimizzare, rendere più efficiente è sempre sinonimo di ridurre i costi per l'università. Infatti la riorganizzazione delle strutture,dettata dalle politiche di austerity, a 11 facoltà e 67 dipartimenti comporta una consistente riduzione dell'offerta formativa e un peggioramento della qualità didattica, basti pensare alle difficoltà che affronteranno i lavoratori e gli studenti della nuova Super Facoltà di

3 Filosofia Lettere Scienze Umanistiche e Studi Orientali con quasi 5300 iscritti! 3 Fra l'altro in un contesto dove le strutture dell'università sono già in crisi ad ospitare tutti gli studenti, con aule spesso sovraffollate e sempre meno spazi per studiare, riunirsi e in genere vivere l'università. Queste pratiche hanno diverse ripercussioni sulla didattica, infatti nonostante le situazioni molto diversificate fra le varie facoltà abbiamo visto una generale diminuzione degli appelli e un restringimento dei tempi per studiare creando situazioni sempre più complicate, dove si è costretti a volte a ritmi di studio veramente pesanti con diversi esami in pochissimi giorni e molto lavoro da fare, senza contare che chi lavora e studia (o ha altre problematiche) come sempre trova ancora più difficoltà degli altri a dare gli esami e rispettare i tempi imposti dall'università. Il costo dei tagli pesa sulle spalle dei lavoratori dell'ateneo, innanzitutto in questi anni si sono persi molti posti di lavoro, a cominciare dai precari che sono stati colpiti in modo durissimo dalle riforme targate Gelmini e che con il blocco del Turn Over rischiano di non avere ancora per anni un contratto a tempo indeterminato, per non parlare dei ricercatori che praticamente non vedranno più soldi pubblici per continuare il loro lavoro. Ma oltre ai tagli al personale docente anche gli altri lavoratori che agiscono nell'università vivono una condizione molto difficile, come quelli delle pulizie: con contratti estremamente precari, stipendi bassissimi, turni massacranti e per ulteriore risparmio sempre sotto personale. Noi pensiamo che sia fondamentale costruire momenti di unità nella lotta fra gli studenti e i lavoratori dell'ateneo sia per rafforzare esponenzialmente il movimento sia perché la nostra battaglia per un'università migliore passa anche e soprattutto per il fatto che chi ci lavora possa farlo nelle condizioni migliori! Chiaramente l'altra faccia della medaglia è l'aumento dei costi dello studio per noi studenti, infatti il costo medio delle Tasse Universitarie è fra gli 800 e i 1000 euro e nonostante l'ultimo aumento generalizzato risalga al 2009 (per ora...) abbiamo visto dall'anno accademico 2010/2011 una completa rimodulazione delle fasce e un inasprimento dei costi per gli studenti fuori corso, che purtroppo è un problema spesso comune fra gli studenti ed in particolare per chi studia e lavora o vive situazioni personali e familiari complicate (figli a carico, pendolarismo ecc), quindi chi già di per se è in difficoltà a portare avanti lo studio si vede costretto ad aderire ad uno dei piani di recupero decisi dall'ateneo detto tempo parziale speciale in 3 anni dall'entrata in fuori corso, questo piano di per se è già più costoso di una normale iscrizione, ma se non lo si completa o ci si rifiuta di aderire si pagherà il 50% in più di tasse! Poi c'è il costo dei libri e del materiale didattico che si aggira attorno ai 500

4 euro annui, una bella spesa considerando poi che in genere l'ateneo sconsiglia pratiche come le fotocopie che consentirebbero un risparmio importante. 4 E fino a qui abbiamo considerato solo i costi degli studenti romani e non i Fuori Sede che vedono moltiplicarsi le spese per frequentare l'università. Innanzitutto ci sono i costi per un alloggio, il prezzo medio per uno studente di una singola a Roma è di circa 500 euro al mese mentre una doppia costa circa 300 euro a persona, se poi si vuole affittare un appartamento in 3 4 persone il costo totale dell'abitazione ammonta in genere intorno ai euro. Calcolando poi che spesso gli affitti sono in nero senza nessuna tutela per gli studenti e che altrettanto spesso le condizioni delle case sono pessime, fatiscenti, con gli impianti non a norma ecc e non calcolando poi tutta una serie di costi accessori che ha una abitazione dal condominio ad altre spese di varia natura. Poi ci sono le spese per il vitto che facendo una stima al ribasso sono di circa 2400 euro annui, che in 10 mesi (togliendone 2 l'anno perché magari si torna a casa) fanno appena 8 euro al giorno, perfetti per mantenere il peso forma... Sommando tutte le spese e pensando ad una camera singola in affitto studiare da Fuori Sede costa euro (tasse libri e utenze incluse)! L'incidenza del mantenere uno studente Fuori Sede a Roma incide dal 24% al 34% sul reddito medio di una famiglia! Una spesa che accomuna studenti Fuori Sede e non è quella per i trasporti, posto che non si abbia un mezzo di trasporto di proprietà (e anche qui fra i costi di mantenimento e i prezzi dei carburanti non si scherza),si spendono cifre altissime per spostarsi sia all'interno della città con il biglietto atac a 1,50 euro sia poi per tornare a casa con gli aumenti dei treni e i costi degli autobus. Un tempo quando i costi per studiare erano comunque inferiori c'era la possibilità di avere delle Borse di Studio che aiutavano a coprire le spese, peccato che il Governo Berlusconi ne abbia diminuito il numero del 90% rendendole praticamente inaccessibili alla maggioranza degli studenti! Senza contare che i posti a prezzi calmierati nelle residenze universitarie sono assolutamente insufficienti, nell'ordine delle centinaia per decine di migliaia di studenti fuori sede! Con vicende come quella delle Case dello Studente che vogliono privatizzare, oppure il regime da caserma che si vive in queste

5 5 strutture (controllo dei documenti, orari di rientro, ecc). Tutto questo ci porta a fare delle considerazioni politiche molto chiare, è evidente che tutte le riforme degli ultimi anni oltre alle delibere degli organi universitari puntano a costruire una selezione di classe fra gli studenti, per cui sostanzialmente solo chi può permetterselo potrà accedere all'istruzione universitaria! Questa idea della selezione torna molto spesso nella retorica universitaria, dal numero chiuso alla meritocrazia, espedienti usati per escludere sempre più studenti dalla possibilità di studiare, alla stretta sui fuori corso, rei di non essere abbastanza produttivi e di rovinare le statistiche sull'eccellenza del nostro ateneo fondamentali per ottenere i pochi finanziamenti pubblici rimasti (e anche qui ringraziamo la Riforma Gelmini)! Il nostro obiettivo è conquistare una scuola e un università pubbliche, laiche, gratuite, di massa e di qualità, dove i figli dei lavoratori possano accedere senza discriminazioni ad ogni livello di istruzione. Quindi lottiamo: Perché l'iscrizione all'università sia gratuita e lo siano anche i libri studiando possibilità come il comodato d'uso e l'ampliamento esponenziale dei servizi di biblioteca (anche online). Perché si studi e si metta in pratica un efficace piano di residenze universitarie a Roma, gratuite che possano ospitare gli studenti Fuori Sede, passando anche per la requisizione delle case sfitte tenute vuote dai palazzinari per tenere alti gli affitti. Perché il trasporto pubblico locale sia gratuito per gli studenti con abbonamenti appositi e un servizio efficiente. Perché sia ampliato e reso più funzionale il servizio delle mense, che queste tornino pubbliche e che siano gratuite per gli studenti. Per l abrogazione delle controriforme dell istruzione a partire dall Autonomia Universitaria fino agli ultimi provvedimenti dell attuale governo; un drastico aumento dei finanziamenti all istruzione pubblica, a partire dall immediato raddoppio, e l azzeramento dei finanziamenti alle università private; la gratuità dell istruzione; una reale democrazia nella gestione dell'università, a partire dalla pariteticità degli organismi scolastici e accademici, con ugual numero di docenti, studenti e personale tecnicoamministrativo; l eliminazione del precariato, con l immediata assunzione a tempo indeterminato di tutti i lavoratori.

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