Il mimo. ed Eroda. Prof.ssa F. Carta. Liceo Classico G.M. Dettori Cagliari

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1 Il mimo ed Eroda Prof.ssa F. Carta Liceo Classico G.M. Dettori Cagliari

2 Sofrone Le fonti antiche sono concordi nell affermare che il mimo nacque in Sicilia e che il primo a conferirgli dignità letteraria fu Sofrone, un poeta siciliano, contemporaneo di Euripide, che trasformò le rappresentazioni estemporanee in scenette, scritte in prosa ritmica e in dialetto dorico. 2

3 Caratteristiche del mimo Ateneo fonte principale sul mimo Dramma povero basato su quadretti realistici tratti dalla vita quotidiana. Attori non professionisti privi di maschera Scena improvvisata priva di qualsiasi mezzo scenografico Si distinguono mimi cantati e mimi recitati: tra questi ultimi, si distinguono performance eseguite da un solo attore o da più attori 3

4 Fragmentum Grenfellianum papiro del II secolo a.c. Esempio di mimo lirico eseguito come canto a solo con l accompagnamento dell aulo in metro lirico paraklausithyron o lamento davanti alla porta chiusa eseguito da una fanciulla respinta Comunemente conosciuto come Lamento dell esclusa 4

5 Mimi monologici Si distinguono: ilarodi o simodi (tono pacato e riflessivo) magodi o lisiodi (carattere comico e scurrile) cinedologi e ionicologi (contenuto osceno) 5

6 Area di maggiore sviluppo Il mimo si sviluppò prevalentemente nell area dorico-occidentale, dove meno forte era l influsso della drammaturgia ateniese 6 I principali autori impegnati nel processo di letterarizzazione del mito sono Teocrito, di origine siceliota e Eroda, di area dorica

7 Tentativo di dare dignità letteraria a un genere popolare avviene in età ellenistica Teatro classico ha perso la sua funzione etico-politica 7

8 Eroda (Eronda oppure Erode) Poche e incerte le notizie sulla sua vita. Di origine dorica, come sembra attestare il nome, visse ad Alessandria Acme della sua attività con tutta probabilità tra il 275 e il 260 (sotto Tolomeo II Filadelfo) Opera giunta attraverso un papiro del I secolo d.c., pubblicato nel 1861 da F.G. Kenyon, contenete sette mimiambi 8

9 Mimiambi Fusione dei termini mimo e giambo Componimenti brevi (un centinaio di versi) in trimetro giambico scazonte (ache detto coliambo) marcata coloritura ionica contenuti vari 9

10 Mimo VIII Ha valore programmatico in quanto Eroda definisce il suo programma poetico e si difende dai critici. Un personaggio (il poeta) racconta a una schiava un sogno: mentre conduceva un capro in un bosco, questo ha mangiato delle foglie di querce in un recinto sacro, compiendo sacrilegio. Alcuni pastori, che stavano celebrando una festa in onore di Dioniso, lo hanno fatto a pezzi ricavandone un otre e si sono messi a saltare sull otre. Nessuno, tuttavia, è riuscito a restarvi in piedi, tranne il personaggio stesso che si sarebbe aspettato il premio: invece un vecchio lo ha minacciato con un bastone e mentre il personaggio invocava l intervento di Dioniso il sogno è finito. 10

11 Interpretazione Il capro rappresenta il dono di Dioniso, cioè la poesia; i pastori sono i detrattori del poeta; il vecchio è il giambografo Ipponatte con cui Eroda deve dividere la gloria nella poesia giambica 11

12 Destinazione dei mimiambi Lettura davanti al raffinato e aristocratico pubblico della corte alessandrina, come dimostrerebbe la natura fortemente letteraria delle opere Eroda compie con il mimo la stessa operazione compiuta da Teocrito con la poesia bucolica: nel momento in cui poesia bucolica e mimi assurgono a dignità letteraria, mutano anche la destinazione di origine 12

13 Contaminazione di generi Ambientazion e personaggi provengono dal mimo Metro e colorito dialettale sono propri della poesia giambica Stile e caratterizzazione dei personaggi retaggio del teatro comico 13

14 I mimi di Sofrone erano in prosa; quelli di Teocrito in esametri; quelli di Eroda derivano il loro nome dall essere composti in giambi zoppi, (metro che aveva ricevuto dignità letteraria da Ipponatte) 14

15 IV mimiambo Le donne che sacrificano ad Asclepio presenta un argomento e uno svolgimento affini alle Siracusane di Teocrito Mimi di Teocrito: II; XIV; XV 15