NO all iniziativa «Imposta sull energia invece dell IVA»

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1 Argomentario lungo NO all iniziativa «Imposta sull energia invece dell IVA» Votazione dell 8 marzo 2015 Indice 1 L'essenziale in breve 2 2 L iniziativa 3 3 No a un imposta che rimette in discussione il finanziamento della Confederazione 4 4 Costi dell'energia proibitivi 6 5 Imprese svizzere meno competitive 8 6 Politica ed efficienza energetica, protezione del clima: dove si trova la Svizzera? 11 7 Il testo dell iniziativa 14 8 Link importanti e informazioni complementari 15 9 Contatto 15

2 1 L essenziale in breve Cosa chiede l iniziativa? L iniziativa «Imposta sull energia invece dell IVA» vuole stravolgere completamente l attuale sistema fiscale. In effetti, l IVA dovrebbe essere sostituita da una costosa imposta sulle energie non rinnovabili, come il petrolio, il gas naturale, il carbone e l uranio. La votazione avrà luogo l 8 marzo In gioco il finanziamento dei compiti centrali dello Stato L IVA è la principale fonte di finanziamento della Confederazione. Essa genera oltre 22 miliardi di franchi all anno e permette di finanziare i trasporti pubblici, la formazione, un sistema sanitario di qualità nonché la nostra sicurezza. L IVA è inoltre vitale per le nostre assicurazioni sociali (AVS/AI). Abolirla significherebbe correre degli enormi rischi. L iniziativa è fondamentalmente mal costruita. Se dovesse raggiungere il suo obiettivo e il consumo di energia dovesse diminuire, mancherebbero risorse importanti nelle casse dello Stato. Questo testo pone un dilemma insolubile, poiché bisognerebbe aumentare continuamente l imposta per compensare la diminuzione delle entrate, oppure lasciare che la Confederazione registri delle perdite finanziarie massicce. Non compromettiamo la stabilità delle finanze federali! Costi dell energia proibitivi Fare il pieno potrebbe ben presto costare 300 franchi! Per compensare gli oltre 22 miliardi di franchi che l IVA apporta oggi alla Confederazione, l imposta sul petrolio, il gas naturale, il carbone e l uranio dovrà infatti essere molto alta. Le economie domestiche e le regioni periferiche saranno duramente colpite. Un imposta sull energia peserebbe soprattutto sulle persone con redditi bassi, poiché i costi dell energia rappresentano già oggi una quota importante del loro budget. Benzina Olio combustibile Elettricità al litro al litro + 33 centesimi per kilowattora Fonte: Messaggio del Consiglio federale, stime studio Ecoplan 2013 E questo è solo l inizio: man mano che il consumo di energia diminuirà, bisognerà aumentare l imposta per garantire sufficienti entrate fiscali allo Stato. Si tratta di un circolo vizioso. Non facciamo diventare l energia un prodotto di lusso! Prodotti d esportazione meno competitivi Un imposta così alta sull energia graverebbe eccessivamente sulle nostre imprese. I prodotti svizzeri sarebbero automaticamente più cari all estero, poiché la Svizzera sarebbe il solo paese a tassare in queste proporzioni l energia. L iniziativa minaccerebbe inoltre numerosi impieghi, per non parlare dell assurda burocrazia di un simile sistema. Non mettiamo in pericolo le nostre imprese! 2

3 2 L iniziativa Di che cosa si tratta? L iniziativa «Imposta sull energia invece dell IVA» è stata lanciata dai Verdi liberali nell anno elettorale Il testo è stato formalmente depositato il 17 dicembre 2012 munito di 108'018 firme valide. La votazione avrà luogo l 8 marzo L iniziativa chiede l introduzione di un imposta sulle energie non rinnovabili. Sono qui interessate le principali fonti energetiche: Petrolio (benzina e diesel) Gas naturale Carbone Uranio L imposta sarebbe prelevata sull importazione in Svizzera o la produzione indigena di energia. La base utilizzata per il calcolo dell importo da prelevare sarebbe l unità di energia primaria. Se l energia è esportata, l imposta viene restituita. L aliquota dell imposta è determinata in modo che il gettito dell imposta corrisponda a una percentuale fissa del prodotto interno lordo (PIL). In caso d accettazione, l IVA dovrebbe essere abolita al più tardi dopo cinque anni. L iniziativa offre la possibilità di destinare una parte delle entrate generate dalla nuova imposta agli stessi destinatari previsti attualmente dall IVA, ad esempio la riduzione dei premi dell assicurazione malattia o il finanziamento di importanti progetti nelle infrastrutture di trasporto. L iniziativa contiene anche la possibilità di tassare alla frontiera l energia grigia 1 sui prodotti importati (cf. capitolo 5). Deliberazione del Parlamento Il Consiglio federale ha raccomandato il rifiuto dell iniziativa senza controprogetto. Le due Camere hanno seguito questa raccomandazione e hanno detto un chiaro NO. Consiglio nazionale: 171 a 27 voti Consiglio degli Stati: 40 a 3 voti Chi dice NO alla tassa sull energia? L alleanza contro l iniziativa «Imposta sull energia invece dell IVA» è vastissima. Le seguenti istituzioni e organizzazioni dicono NO all imposta sull energia: Consiglio federale Consiglio nazionale / Consiglio degli Stati UDC, PLR, PPD, PBD, PEV, PS, Lega dei Ticinesi Associazioni economiche (tra cui economiesuisse, USAM, Swissmem, scienceindustries) Sindacati (tra cui USS, Travail.Suisse e Unia) Unione svizzera dei contadini Associazioni immobiliari (Associazione dei proprietari immobiliari, Federazione romanda immobiliare) Associazioni di automobilisti 1 Energia grigia = energia necessaria al ciclo di vita di un prodotto: produzione, estrazione, trasformazione, trasporto, utilizzo, manutenzione e riciclaggio. 3

4 3 No a un imposta che rimette in discussione il finanziamento della Confederazione Con l iniziativa «Imposta sull energia invece dell IVA», la Svizzera corre un rischio finanziario incalcolabile che può sfociare in esiti altamente incerti. Dopo l introduzione dell IVA che ha sostituito nel 1995 l imposta sulla cifra d affari dopo una votazione popolare le entrate provenienti da questa imposta sono diventate sempre più importanti per la Confederazione. Oggi l IVA genera oltre 22 miliardi di franchi all anno, e costituisce la fonte principale di finanziamento della Confederazione. Questo rappresenta oltre un terzo di tutte le entrate fiscali. La tendenza è al rialzo: entro il 2020, le entrate provenienti dall IVA dovrebbero raggiungere almeno 23 miliardi di franchi. Tabella 1: Evoluzione ed entrate dell IVA Anno Entrate dell IVA Quota dell IVA nelle entrate fiscali della Confederazione ,7 miliardi di franchi 36,9% ,5 miliardi di franchi 34,9% ,8 miliardi di franchi 35,5% ,7 miliardi di franchi 35,5% ,6 miliardi di franchi 36,7% ,0 miliardi di franchi 37,3% Queste entrate sono essenziali per il finanziamento dei compiti dello Stato. Le entrate provenienti dall IVA permettono, tra l altro, di far funzionare i nostri treni, di garantire un sistema di formazione e di ricerca di prim ordine e un sistema sanitario di qualità. Anche i cantoni hanno tutto l interesse ad un finanziamento stabile e sicuro della Confederazione. In effetti, il suo budget cofinanzia anche la perequazione finanziaria. Una maggioranza dei cantoni approfitta di questo. Le entrate derivanti dall IVA sono importanti anche per le assicurazioni sociali. Attualmente, l 1,4% delle entrate dell IVA sono destinate all AVS e all AI. Nel 2013, ciò ha rappresentato oltre 2,8 miliardi per l AVS e più di un miliardo per l AI. Un esperienza rischiosa L IVA ha il vantaggio di essere un sistema relativamente prevedibile e pianificabile. Quale imposta sul consumo, l evoluzione delle sue entrate segue quella dell economia nel suo insieme, come si costata sulla Tabella 1. Questa prevedibilità e questa pianificazione sono importanti per finanze pubbliche solide. A ciò va aggiunta l ampia base fiscale d imposizione, visto che la maggior parte dei consumi è tassata. L imposta sull energia, al contrario, ha una base d imposizione estremamente ridotta. Le spese per l energia includendo le energie rinnovabili non tassate sono state nel 2012 di quasi 33 miliardi di franchi. Per compensare l abolizione dell IVA, bisognerebbe dunque prelevare un imposta di 22 miliardi di franchi su questa base ristretta. A ciò si aggiunge una lacuna fondamentale nel ragionamento. L iniziativa fa un mix o meglio una confusione tra l incentivo per non ridurre i consumi di energia e il finanziamento della Confederazione. Essa vuole in effetti raggiungere due scopi: il consumo di energia deve diminuire grazie ad un rincaro dei prezzi e questa nuova imposta deve nel contempo garantire dei redditi necessari per poter svolgere i compiti dello Stato. Questi due obiettivi insieme non sono realizzabili. Se l iniziativa dovesse raggiungere il suo primo obiettivo e il consumo di energia dovesse diminuire, la Confederazione si indebiterebbe automaticamente. Il conflitto di obiettivi è evidente e non può essere risolto. 4

5 Il problema di fondo può essere illustrato attraverso diversi esempi: Quando il Consiglio federale si siederà attorno ad un tavolo per prendere delle decisioni, la ministra delle finanze si mostrerà molto interessata ad un consumo energetico il più importante possibile, mentre la ministra dell ambiente tenderà a voler ridurre il consumo il più possibile. Ciò non può funzionare. Ciò che sembra irrealistico oggi potrebbe un giorno diventare realtà secondo lo studio Ecoplan 2013 commissionato dal Consiglio federale. Gli esperti partono dal principio che l imposta sull energia porterà entro il 2035 alla situazione nella quale non vi sarà più nulla da tassare a seguito della domanda in diminuzione. E sarà in questo momento che nelle casse dello Stato si formerà un buco gigantesco, a meno che l imposta non venga estesa ad altri settori. L iniziativa avrebbe conseguenze singolari su un piano ecologico. Se circolassero molte auto, allora le entrate fiscali aumenterebbero e l imposta per litro di benzina dovrebbe diminuire. Questo significa che con più gli individui si comportano in maniera irrispettosa dell ambiente, più la tassa diminuisce. Le conseguenze di questa iniziativa mal costruita sono drammatiche: o i prezzi dell energia sono molto elevati poiché bisogna costantemente aumentare l imposta, oppure la Confederazione sarà confrontata ad una lacuna finanziaria di diversi miliardi di franchi. Un aumento continuo dei prezzi dell energia è discutibile sul piano politico. Gli effetti negativi dell iniziativa si rafforzano ulteriormente. Più le aliquote dell imposta sono elevate, più il consumo diminuisce e più aumenta il buco nelle casse federali. Questa non è una politica delle finanze responsabile. L iniziativa rimette qui in discussione i compiti garantiti dallo Stato. Non compromettiamo la stabilità delle finanze federali! Tassa d incentivazione senza conflitto di obiettivi La tassa d incentivazione non è una trovata degli iniziativisti. Il Consiglio federale prevede una transizione progressiva dall attuale sistema di promozione (retribuzione per l immissione in rete per le energie rinnovabili, sovvenzioni per i risanamenti energetici nell ambito del Programma Edifici) verso un sistema d incentivazione con un imposta sull energia. La Svizzera applica già oggi una tassa sulle emissioni di CO 2 sui carburanti. Quest ultima è tuttavia ridistribuita in gran parte ai cittadini, come è anche previsto per il sistema d incentivazione sull energia. In questo modo, il conflitto di obiettivi tra l incitamento e il finanziamento cade, poiché le entrate della tassa non sono utilizzate per finanziare lo Stato. Buco nelle casse della strada La nuova tassa sull energia avrebbe non soltanto degli effetti drammatici sul budget federale, ma stravolgerebbe anche altri sistemi di finanziamento. Oggi, gli automobilisti pagano già una tassa sugli oli minerali. La manutenzione delle infrastrutture stradali è, tra l altro, finanziata dalle entrate di questa tassa basata sul principio dell utente che paga. Se la nuova imposta dovesse raggiungere il suo obiettivo e il consumo di benzina dovesse diminuire, si creerebbe un buco nelle casse dello Stato. Di conseguenza, la manutenzione e l ulteriore ampliamento della rete stradale sarebbero minacciati. 5

6 4 Costi dell energia proibitivi L IVA tocca oggi la maggior parte dei beni di consumo in Svizzera. Per questo essa è, con un aliquota normale dell 8% e un aliquota ridotta del 2,4% per i beni di uso quotidiano, relativamente bassa. Nel confronto internazionale, la Svizzera beneficia di un IVA molto bassa (Francia: 20%, Germania: 19%). L imposta sull energia sarebbe applicata solo su pochissimi prodotti. Se questa nuova imposta deve generare delle entrate equivalenti all attuale IVA, le aliquote dovrebbero raggiungere livelli molto elevati. Il Consiglio federale ha incaricato la società di consulenza Ecoplan di calcolare i tassi dell imposta in caso di accettazione dell iniziativa. I risultati (Ecoplan 2013) sono allarmanti. In concreto, ciò significa che le fonti di energia sarebbero massicciamente rincarate attraverso dei supplementi: Benzina: 3 franchi in più al litro Olio combustibile: 3.30 franchi in più al litro Elettricità: 33 centesimi in più per chilowattora Questo porterebbe il litro di benzina a quasi 5 franchi (tra il 2010 e il 2013 il litro di benzina costava in media 1.76 franchi). Di conseguenza, l automobilista che fa un pieno di 60 litri dovrebbe pagare 180 franchi in più. Per quanto concerne l olio combustibile, il supplemento sarebbe ancora più estremo. Attualmente, un pieno di 1000 litri costa circa 850 franchi. Con l imposta sull energia potrebbe raggiungere i 4'150 franchi, ossia quasi il quintuplo. Questi sono aumenti di prezzo insopportabili per gli automobilisti, gli inquilini, i proprietari, l industria e il commercio. E come se ciò non bastasse, se il consumo di energia dovesse diminuire, i prezzi per i consumatori continuerebbero a lievitare. Per il 2035, i calcoli di Ecoplan mostrano che le tasse dovrebbero essere di 1 franco per chilowattora per l elettricità, più di 10 franchi per litro di olio combustibile e 9 franchi per litro di benzina. I redditi bassi sarebbero i maggiormente toccati A ciò va aggiunto che la nuova imposta non sarebbe sociale. Se i beni quotidiani diventassero più costosi a seguito dell imposta sull energia, questo peserebbe maggiormente sul budget delle famiglie con redditi bassi rispetto a quelle che dispongono di mezzi finanziari più importanti. Essi sarebbero dunque particolarmente colpiti dall iniziativa. L abolizione dell IVA non basta a compensare il sovrapprezzo considerato che quest ultimo concerne in ugual misura le famiglie con redditi diversi. Non facciamo diventare l energia un prodotto di lusso! Chi sarebbe particolarmente toccato da questa imposta? Inquilini: Essi dovrebbero pagare degli oneri elevati per il riscaldamento e l elettricità, senza poter tuttavia influenzare il loro consumo. Soltanto il proprietario può decidere di procedere ad un cambiamento del sistema di riscaldamento elettrico o con olio combustibile. Poiché spetta all inquilino coprire le spese di riscaldamento, il proprietario non è invogliato a procedere a grandi investimenti in termini di efficienza energetica o di apparecchi di riscaldamento. Inoltre, è frequente che delle persone che dispongono di mezzi finanziari limitati vivono in alloggi vecchi e a buon mercato, ma sfortunatamente poco isolati. Queste persone sarebbero particolarmente toccate da un aumento massiccio delle spese di riscaldamento. Proprietari: Essi non sono tutti in grado di procedere a rinnovamenti importanti della loro casa o di garantire finanziariamente una sostituzione del sistema di riscaldamento. 6

7 Tutti coloro che dipendono dalla loro vettura: Non tutti vivono in città o hanno accesso ad una linea di bus o di tram. Molti Svizzeri abitano nelle regioni periferiche e sono dipendenti dalla loro automobile per i loro spostamenti, ad esempio per recarsi al lavoro. Le persone più colpite sarebbero quelle che vivono nelle regioni di montagna. 7

8 5 Imprese svizzere meno competitive L imposta sull energia in realtà è un imposta sull industria e grava in maniera massiccia le nostre imprese. Chiunque produce in Svizzera ha bisogno di energia. A differenza delle famiglie, le quali possono eventualmente rinunciare alla loro auto, le imprese non sono in grado di sostituire l energia necessaria alla produzione. Tanto più che le imprese svizzere hanno già effettuato grandi sforzi per risparmiare energia (vedere capitolo 6). Misure supplementari sono spesso legate a ingenti costi. Svantaggio concorrenziale per le imprese elvetiche Con un imposta sull energia elevata, le merci svizzere rincarerebbero fortemente all estero. È vero che l abolizione dell IVA porterebbe ad un certo sgravio amministrativo ma le imprese sarebbero globalmente penalizzate dall iniziativa. Infatti, le esportazioni sono oggi esonerate dall IVA. I prodotti svizzeri non vengono dunque rincarati da quest ultima all estero. Sarebbe invece diverso con un imposta sull energia. Le imprese, particolarmente quelle orientate all esportazione, dovrebbero assumersi dei costi dell energia elevati, i quali non potrebbero essere trasferiti sul prezzo dei prodotti. In questo modo, l imposta sull energia costituirebbe uno svantaggio competitivo per l economia del nostro paese. Questa situazione minaccerebbe il benessere e i posti di lavoro, particolarmente nell ambito delle piccole e medie imprese. Tanto più che questo brusco cambiamento dovrebbe essere attuato nell arco di cinque anni. Certo, gli autori dell iniziativa propongono che l energia grigia possa essere tassata all importazione dei prodotti per proteggere l economia elvetica. Questo sistema è tuttavia inadeguato per varie ragioni, rispettivamente sarebbe legato ad una macchina burocratica mostruosa (vedi riquadro). Le misure di compensazione attraverso la tassazione dell energia grigia non funzionano Il testo dell iniziativa prevede la possibilità di tassare l energia grigia. Questa denominazione riguarda tutta l energia necessaria per fabbricare, trasportare, immagazzinare, vendere e smaltire un prodotto. Gli iniziativisti propongono dunque la tassazione dei beni all importazione secondo la loro intensità energetica (energia grigia), nonché la retrocessione della tassa per l energia esportata. Ciò che sembra semplice e chiaro in teoria non è così scontato. Secondo un analisi commissionata dalla Segreteria di Stato dell economia (SECO) e dall Amministrazione federale delle finanze (AFF), simili misure di compensazione alla frontiera sono giuridicamente inapplicabili o legate a fattori commercialmente irrilevanti. Siccome mancano delle regole concordate a livello internazionale, non è praticamente possibile determinare la parte dell energia grigia esistente nelle materie prime o nelle merci finite importate. A ciò si aggiunge il fatto che non è possibile tassare gli stessi beni (ad esempio l elettricità) in maniera differente. E questo sarebbe il caso con l imposta sull energia, ad esempio con l elettricità importata di origine idroelettrica che sarebbe tassata differentemente dell elettricità straniera proveniente dalle centrali a gas. Anche se ciò fosse giuridicamente possibile, non ci vuole molta fantasia per immaginarsi la burocrazia gigantesca che un simile sistema comporterebbe. Rimane il fatto che migliaia, anzi decine di migliaia di prodotti dovrebbero essere controllati allo scopo di determinare la quota di energie non rinnovabili necessarie alla loro fabbricazione e al loro trasporto. Per farlo, sarebbe richiesto un sistema internazionale d identificazione, che oggi non esiste. Inoltre, un sistema di tassazione dell energia grigia non sarebbe assolutamente in grado di proteggere efficacemente i settori svizzeri che consumano molta energia e orientati al commercio internazionale nei confronti della concorrenza estera. Questo è stato dimostrato un inchiesta condotta da Ecoplan e dall Università di Zurigo. L industria svizzera importa delle merci prodotte all estero in una proporzione superiore alla media. Questi prodotti sarebbero tassati sulla base della loro energia grigia. Considerato che solo la tassa direttamente prelevata sull energia non rinnovabile 8

9 potrebbe essere retrocessa all esportazione, la competitività dei produttori svizzeri sarebbe fortemente indebolita. La tassa penalizza soprattutto la piazza economica Le imprese di servizi utilizzano molto meno energia delle imprese produttrici di beni. Queste ultime sono dunque chiaramente più toccate dalle spese energetiche. Si costata questo anche nelle simulazioni sugli effetti economici di una riforma della fiscalità ecologica. Su mandato dell Ufficio federale dell energia (UFE), l istituto di ricerca Ecoplan ha presentato uno studio su questo tema. Tra le altre cose è stato simulato uno scenario nel quale nel 2035 la tassa sul CO 2 sarebbe di 140 franchi la tonnellata e l elettricità rincarata del 24%. Quale contropartita, l imposta sull utile verrebbe diminuita, ciò che favorirebbe in modo identico tutti i settori dell economia. In un simile scenario, gli aumenti di prezzo sono chiaramente inferiori rispetto all accettazione dell iniziativa dei Verdi liberali. Tuttavia, perfino questa variante addolcita della riforma fiscale provocherebbe degli effetti radicali per alcuni settori specifici dell industria. Il grafico 1 lo dimostra per gli undici settori maggiormente interessati. Sono principalmente toccati, oltre all industria delle materie prime importante consumatrice di energia, i settori industriali produttori di beni. Grafico 1: Pesanti conseguenze di un imposta sull energia per le esportazioni e la produzione globale nei settori molto colpiti Variazione 2035 rispetto al 2008 Abbandonare un sistema fiscale compatibile a livello internazionale? L iniziativa doterebbe la Svizzera di un sistema di tassazione totalmente diverso da quello attualmente in vigore in tutti gli altri paesi del mondo. La compatibilità internazionale è stata un vantaggio dell introduzione dell IVA. Secondo un principio internazionalmente accettato, l IVA è oggi equilibrata alla frontiera (detassata all esportazione, tassata all importazione). Questo non sarebbe possibile con un imposta sull energia, poiché mancano i metodi di determinazione dell energia grigia di beni scambiati (vedere riquadro pagina 8). Di conseguenza, i beni esportati dalla Svizzera sarebbero più cari all estero a causa dell imposta sull energia. Inoltre, i consumatori svizzeri potrebbero sostituire i beni prodotti in Svizzera con quelli importati dall estero. Questo ridurrebbe infatti il consumo di energia in Svizzera. Tuttavia, l energia sarebbe in ogni caso consumata all estero (vedere riquadro). Si tratta di una proposta che non apporterebbe nulla alla protezione dell ambiente, mentre la piazza economica svizzera dovrebbe sobbarcarsi la parte più pesante del fardello rappresentato da questa nuova imposta. 9

10 Concentrarsi solo sul mercato interno non è utile Circa due terzi delle emissioni di gas ad effetto serra attribuibili ai consumatori svizzeri non sono prodotti da noi, ma all estero. Questo è quanto afferma un rapporto dell Ufficio federale dell ambiente (UFAM). Le emissioni all estero sono legate alla produzione di beni, all estrazione di materie prime e alla produzione di elettricità che sono in seguito importate e consumate in Svizzera. Mentre le emissioni sul nostro territorio sono state ridotte nonostante la crescita demografica ed economica, quelle prodotte all estero continuano a crescere. Grafico 2: Emissioni di gas ad effetto serra legate al consumo svizzero Emissioni in milioni di tonnellate CO 2 equivalente Se, in ambito di politica del clima, si decidesse di ignorare queste emissioni causate all estero, allora si rischierebbe di assistere ad uno spostamento delle emissioni fuori dalle nostre frontiere. Infatti, se la produzione in Svizzera non fosse più redditizia a seguito di costi dell energia elevati e se venisse spostata ad esempio in Cina, le emissioni sarebbero chiaramente più importanti. L indebolimento della piazza industriale svizzera per ragioni ambientali condurrebbe dunque a costi elevati e, assurdamente, sarebbe dannoso per il clima nel suo insieme. L iniziativa promuoverebbe il turismo d acquisto oltrefrontiera A queste conseguenze negative si aggiungono il cambiamento del sistema complicato in caso d accettazione dell iniziativa, le numerose eccezioni e i meccanismi di compensazione. Questo porterebbe inesorabilmente ad una burocrazia ancora più pesante per le imprese. E con un prezzo per il litro di benzina di 5 franchi, nessuno vorrebbe più fare il pieno in Svizzera. Il turismo d acquisto oltrefrontiera sarebbe ancora più attrattivo. Così, coloro che andrebbero a fare il pieno oltrefrontiera ne approfitterebbe anche per fare i suoi acquisti. E sarebbero le nostre PMI a doverne sopportare le conseguenze. In un paese piccolo come il nostro, la maggioranza degli abitanti può rapidamente attraversare le frontiere per fare degli acquisti. Non mettiamo fuori gioco le nostre imprese! 10

11 6 Politica ed efficienza energetica, protezione del clima: dove si trova la Svizzera? Gli autori dell imposta sull energia fanno nascere l impressione che la Svizzera abbia un economia «sporca», che dovrebbe essere urgentemente rimessa sulla giusta via. Queste dichiarazioni non resistono davanti ai fatti. La Svizzera è già oggi molto attiva nel settore della protezione del clima e occupa una posizione ai vertici a livello internazionale, come mostrano varie inchieste. Secondo l OCSE, la Svizzera si situa in seconda posizione dopo l Irlanda per quanto concerne l intensità energetica del suo prodotto interno lordo (PIL). Grafico 3: L intensità energetica del PIL nel confronto internazionale Consumo di energia totale per 1000 USD del PIL (in tonnellate petrolio) Ciò non significa tuttavia che la Svizzera non debba continuare ad attuare degli sforzi per ridurre le emissioni di CO 2. Oggi, esse sono in Svizzera inferiori alla media dei paesi dell OCSE, come mostra il successivo grafico 4. 11

12 Grafico 4: Emissioni di gas ad effetto serra nel confronto internazionale Emissioni in tonnellate CO 2 equivalente pro capite Ciò che occorre notare è che la Svizzera, dopo il 1990, ha fatto in modo che il consumo energetico si svincolasse dalla curva della crescita economica. Oggi la Svizzera produce chiaramente di più con sempre meno energia. Del resto, è nell interesse stesso delle imprese avere un consumo delle risorse minore possibile. Per ogni chilowattora risparmiato, per ogni litro di petrolio non consumato, l impresa risparmia anche del denaro. Grafico 5: Evoluzione dell intensità energetica in Svizzera dopo il 1990 Consumo finale di energia in KWh rispetto al prodotto interno lordo (indicizzato sulla base di 1990 = 100) 12

13 L efficienza energetica in Svizzera ha fatto passi da gigante e, di conseguenza, il potenziale di risparmio energetico redditizio è più modesto rispetto ad altri paesi. Infatti, più si produce in maniera efficiente, più diventa difficile risparmiare ulteriormente. Ogni nuovo risparmio di energia comporta dunque in Svizzera dei costi comparativamente più elevati rispetto all estero. Per questo la Fondazione per la protezione del clima e la compensazione di CO 2 KliK sostiene in Svizzera - fino a 120 franchi la tonnellata dei progetti che riducono le emissioni di gas ad effetto serra. A titolo di confronto: nel sistema europeo di scambio delle quote d emissione, un certificato per una tonnellata di CO 2 costa solo circa 6.50 euro. Nei paesi in via di sviluppo, i prezzi per le riduzioni delle emissioni sono ancora più bassi. 13

14 7 Il testo dell iniziativa I La Costituzione federale è modificata come segue: Art. 130a (nuovo) Imposta sull energia 1 La Confederazione può riscuotere un imposta sull importazione e la produzione in Svizzera di energia non rinnovabile. Se l energia è esportata, l imposta viene restituita. L imposta è calcolata per chilowattora di energia primaria. 2 Al fine di evitare distorsioni considerevoli della concorrenza, la legge può prevedere un imposta sull energia grigia. 3 L aliquota dell imposta è determinata in modo che il gettito dell imposta corrisponda a una percentuale fissa del prodotto interno lordo. 4 Ogni vettore energetico può essere assoggettato a un aliquota diversa in funzione del suo bilancio ecologico globale. 5 Al fine di evitare distorsioni considerevoli della concorrenza e semplificare la riscossione dell imposta, la legge può prevedere eccezioni a un imposizione integrale. 6 Se, a causa dell evolversi della piramide delle età, il finanziamento dell assicurazione vecchiaia, superstiti e invalidità non fosse più garantito, il 13,1 per cento al massimo del gettito d imposta può essere impiegato a tal fine. 7 Il 5 per cento del gettito d imposta la cui destinazione non è vincolata è impiegato per la riduzione dei premi dell assicurazione malattie a favore delle classi di reddito inferiori, per quanto non si stabilisca per legge un altra utilizzazione volta a sgravare queste classi di reddito. II Le disposizioni transitorie della Costituzione federale sono modificate come segue: Art. 196 n. 3 cpv. 2 lett. e bis (nuova) 3. Disposizione transitoria dell art. 87 (Ferrovie e altri mezzi di trasporto) Cpv. 2, lett. e bis 2 Per finanziare i grandi progetti ferroviari il Consiglio federale può: e bis. utilizzare l 1,5 per cento del gettito dell imposta sull energia di cui all articolo 130a; Art. 197 n. 9 2 (nuovo) 9. Disposizione transitoria dell art. 130a (Imposta sull energia) 1 All entrata in vigore della legislazione relativa all articolo 130a, ma al più tardi il 31 dicembre del quinto anno seguente l accettazione dello stesso: a. gli articoli 130, 196 numero 3 capoverso 2 lettera e nonché 196 numero 14 sono abrogati; b. l articolo 134 è modificato come segue: Art. 134 Esclusione dell imposizione cantonale e comunale 1 Ciò che la legislazione federale sottomette alle imposte speciali di consumo, alla tassa di bollo e all imposta preventiva, o che dichiara esente da queste imposte, non può essere gravato da imposte dello stesso genere da parte dei Cantoni e dei Comuni. 2 La percentuale fissa del prodotto interno lordo di cui all articolo 130a capoverso 3 è stabilita in modo che il gettito dell imposta sull energia corrisponda al gettito medio dell imposta sul valore aggiunto dei cinque anni precedenti la soppressione della stessa. 3 Se la legislazione relativa all articolo 130a non entra in vigore al più tardi il 1 gennaio del sesto anno seguente l accettazione dello stesso, il Consiglio federale disciplina i particolari. 14

15 8 Link importanti e informazioni complementari Messaggio del Consiglio federale Bollettino dei dibattiti del Consiglio nazionale Risultato del voto finale Consiglio nazionale Bollettino dei dibattiti del Consiglio degli Stati Risultato del voto finale Consiglio degli Stati Studio Ecoplan sui tassi necessari in caso d accettazione dell iniziativa (in tedesco) «Remplacer la TVA par une taxe sur l énergie: une fausse bonne idée» Articolo apparso nella «Vie économique» dossierpolitica di economiesuisse «Energia: incentivare invece di sovvenzionare» (dossierpolitica ) Studio Ecoplan sugli effetti economici di una riforma fiscale ecologica (in tedesco) 7/d_n_4915_447277_ htm 4/f_n_4915_448824_ htm 9/d_s_4914_440939_ htm 3/f_s_4915_448853_ htm undlagen/els/22_daguet_zahno_fr.pdf %20Files/dp07_KELS_i_def.pdf attachments/35780.pdf 9 Contatto Il comitato interpartitico «NO all imposta sull energia» è a vostra disposizione per maggiori informazioni. Comitato interpartitico «NO all imposta sull energia» Casella postale Berna 15

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