Qualità dell aria negli ambienti delle piscine

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1 Qualità dell aria negli ambienti delle piscine Relatore Ing. Renato Borrini via Cremona 27 Mantova 1

2 Benessere negli ambienti piscina Ottenere il benessere nell ambiente piscina, ma anche negli spogliatori e nei servizi igienici, significa garantire il rispetto dei seguenti parametri: Temperatura dell aria Umidità relativa dell aria Velocità dell aria Qualità dell aria Ricambio dell aria. 2

3 Requisiti termoigrometrici di ventilazione La conferenza Stato e Regioni del 2003 prescrive i seguenti requisiti igienico ambientali: Nei locali vasche Temperatura dell aria > Temperatura dell acqua in vasca Umidità relativa aria ambiente < 70% Numero di ricambi d aria: 20 m³/h m² Velocità dell aria: 0,10 m/s Negli altri locali quali spogliatoi, servizi igienici, pronto soccorso Numero di ricambi d aria: 4 Vol/h (questi valori sono bassi, per cui si consiglia di avere almeno 6 Vol/h in continuo come prescritto dal regolamento d igiene della Regione Lombardia) 3

4 Controllo della temperatura Occorre fornire, con l aria immessa in ambiente, l energia termica per mantenere la temperatura ambiente sopperendo alle dispersioni termiche del locale. E fondamentale che le strutture opache siano ben coibentate e le vetrate siano molto performanti al fine di: Contenere i consumi energetici dell edificio Mantenere il benessere degli occupanti attraverso temperature di pareti non troppo fredde, specialmente in ambienti dove il corpo umano è prevalentemente bagnato durante il periodo di occupazione. 4

5 Cosa percepisce il nostro corpo Temperatura media operante: è la media tra le temperature dell aria e la temperatura media delle pareti e delle vetrate dell l ambiente. Ciò significa che, a parità di temperatura dell aria ambiente, si avrà una maggiore sensazione di disconfort quando le pareti del locale sono fredde quindi non coibentate. A tal fine è buona norma utilizzare pareti coibentate e installare corpi scaldanti sotto le vetrate dei locali piscina per innalzare la temperatura superficiale. 5

6 Controllo dell umidità relativa dell aria E importante il mantenimento dell umidità relativa che non deve essere: Troppo elevata (<70%): per il benessere degli occupanti. Troppo ridotta (>50%): perché il corpo bagnato si raffredda più velocemente e si aumenta l evaporazione dell acqua di piscina. 6

7 Come si controlla l umidità relativa? In assenza di ventilazione del locale, l acqua della vasca evapora finchè l aria ambiente non raggiunge il 100% di u.r.. Per mantenere l umidità relativa ambiente all interno dei valori visti in precedenza, occorre asportare in continuo l umidità che evapora dalla vasca. 7

8 Metodi di controllo dell umidità relativa Diluizione: si immette nel locale aria esterna che normalmente ha un contenuto igrometrico inferiore a quello interno. Questo metodo costa molto in termini di energia spesa per il riscaldamento dell aria esterna. Deumidificazione: si utilizzano unità a ciclo frigorifero dove l aria umida incontra la batteria di evaporazione a bassa temperatura e condensa, poi l aria viene post-riscaldata con la batteria condensante che restituisce il calore contenuto nel vapore che si è condensato. Si ha il consumo elettrico del compressore che però risulta molto inferiore rispetto al costo del combustibile speso nel metodo precedente. 8

9 Copertura della vasca piscina Nel periodo di inattività del locale vasche è fondamentale contenere l evaporazione dell acqua di piscina con un apposita copertura della vasca che permette di ottenere un duplice risparmio: Arrestare il processo di deumidificazione meccanico quando la vasca non è utilizzata. Ridurre il raffreddamento dell acqua di piscina causata dall evaporazione per cui occorre reintegrare nuova acqua che deve essere riscaldata. Inoltre si riduce l apporto di composti volativi nocivi nell aria ambiente 9

10 Caratteristiche delle strutture dei locali piscina E importante evitare la formazione di condensa sull intradosso delle pareti opache, che porta allo sviluppo di muffe, attraverso una progettazione oculata della barriera al vapore e della coibentazione possibilmente all esterno delle pareti. Da notare che, nei locali dotati di controsoffitti, si ha il passaggio di vapore nell intercapedine e la formazione di condensa sul soffitto freddo che poi cade sul controsoffitto e determina il deterioramento della coibentazione e la caduta del il controsoffitto per cui è buona norma evitare i controsoffitti nei locali piscina. 10

11 Come evitare la formazione di condensa Occorre che la temperatura superficiale all intradosso del componente opaco o vetrato sia superiore alla temperatura di rugiada dell aria ambiente. Per esempio: T.amb. 26 C e u.r. 60% = > T.rugiada = 17,5 C T.amb. 30 C e u.r. 60% = > T.rugiada = 21 C 11

12 Interventi per ridurre la condensa strutturale Isolamento esterno a cappotto delle strutture opache Eliminare i controsoffitti Utilizzare serramenti esterni con vetri e telai a doppio taglio termico Immettere l aria calda e secca negli ambiente al di sotto delle vetrate 12

13 Distribuzione dell aria in ambiente Evitare le correnti d aria sulle persone bagnate che aumenta la sensazione di freddo. Evitare l immissione dall alto al basso soprattutto in corrispondenza dalla vasca la quale aumenta l evaporazione dell acqua. Inviare l aria dal basso e la ripresa dall alto per aspirare l aria umida. 13

14 Ricambio dell aria nel locale vasca Il ricambio dell aria è necessario per diluire i composti presenti nell aria degli ambienti piscina quali: Composti volatili nell aria ambiente presenti a causa dell evaporazione dell acqua della vasche. Composti volatili causati della presenza di persone: sudorazione, CO2, etc.. 14

15 Ricambio dell aria nei locali accessori Negli spogliatoi e nei servizi igienici occorre garantire un ricambio d aria secondo la seguente modalità: Immettere aria negli spogliatoi; Estrarre l aria sulle docce e nei wc. Si evitano quindi dispersioni di vapore nei locali adiacenti. Gli impianti di ricambio aria, al fine del contenimento energetico, devono essere dotati di unità di ventilazione con RECUPERATORE DI CALORE. 15

16 Qualità dell aria Definizione di qualità dell aria dalla norma Uni «Caratteristica dell aria trattata che risponde ai requisiti di purezza. Essa non contiene contaminanti noti in concentrazioni tali da arrecare danno alla salute e causare condizioni di malessere per gli occupanti. I contaminanti, contenuti sia nell aria di rinnovo che in quella ricircolata, sono gas, vapori, microrganismi, fumo e altre sostanze particolate.» 16

17 Norme recenti relative al mantenimento della qualità dell aria Accordo Stato Regioni anno 2005: «Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-ricettive e termali» Accordo Stato Regioni anno 2006: «Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione» Accordo Stato Regioni anno 2013: «Procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all igiene degli impianti di trattamento ad aria» Norma UNI EN Pulizia dei sistemi di ventilazione Norma UNI EN Criteri di progettazione in relazione alla qualità dell aria Norma UNI EN Linee guida per la misurazione di microorganismi ed endotossine aerodisperse. 17

18 Legislazioni Regionali Alcune Regioni hanno legiferato autonomamente e in particolare la Regione Liguria ha introdotto: Legge Regionale 2002 Decreto giunta Regionale 2003 In queste norme viene data particolare importanza al mantenimento delle condizioni di igiene degli impianti aeraulici e vengono definiti con precisione: Gli obblighi del responsabile della struttura Le operazioni di controllo e manutenzione La documentazione delle opere di manutenzione e controllo I requisiti specifici del personale 18

19 Pianificazione delle manutenzioni (accordo Stato Regioni 2006) Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione Scopi della manutenzione Ridurre le cause di deterioramento Prolungare la vita operativa dell impianto Raccogliere informazioni su difetti e cause di deterioramento per pianificare gli interventi Vengono specificate le procedure di manutenzione che comprendono Tipologie dei controlli e frequenza di interventi di manutenzione Tenuta della documentazione degli impianti aeraulici Scelta della modalità di intervento 19

20 Pianificazione delle manutenzioni (accordo Stato Regioni 2006) Sono inoltre definiti: I requisiti igienici per le operazioni di manutenzione. Tipologia di sanificazione Operazioni da svolgere sui componenti: U.T.A., canali, serrande, diffusori, griglie, etc. Qualificazione e formazione del personale Categoria «A» : formazione per il responsabile dell igiene Categoria «B» : formazione per operazioni semplici di manutenzione Esercizio del sistema di ventilazione e condizionamento 20

21 Accordo Stato Regioni 2013 Viene definita la procedura per: - Valutare e gestire i rischi correlati all igiene degli impianti di trattamento aria. Pianificare gli interventi di manutenzione 21

22 Controlli sugli impianti Per garantire nel tempo l igiene e funzionalità degli impianti aeraulici è necessario effettuare periodici interventi di pulizia e manutenzione che devono prevedere i seguenti controlli : Ispezione visiva: accertare lo stato igienico dei componenti nei punti critici dell impianto e la loro funzionalità. Ispezione tecnica: si effettuano campionamenti e controlli tecnici sui componenti dell impianto per valutare l efficienza, lo stato di conservazione e le condizioni igieniche. Permette di diagnosticare le criticità dell impianto e le misure da intraprendere. 22

23 Ispezione visiva : principali componenti dell impianto da controllare Unità di trattamento dell aria Serrande di presa dell aria esterna: valutare la presenza di sporcizia, detriti, resti di origine vegetale e animale. Filtri: valutare lo stato di deterioramento, la quantità di polvere depositata, la sporcizia e l eventuale presenza di muffe; è necessario tenere comunque conto delle informazioni fornite dal fabbricante circa la durata dei filtri. Vasca di recupero dell acqua di condensa: accertarsi che sia pulita, senza detriti, calcare, sedimenti o evidenti tracce di biofilm. Sifone di drenaggio: valutare la presenza di incrostazioni, sporcizia o qualsiasi altra possibile causa di intasamento. Pareti: valutare la presenza di sporcizia, ruggine o evidente proliferazione di muffe. Batterie di scambio termico: valutare lo stato di conservazione e la presenza di sporcizia, contaminazione microbiologica, incrostazioni o rotture. Umidificatori: valutare la presenza di eventuali depositi di calcare o di incrostazioni sulle parti a contatto con l acqua e il deposito di acqua nella camera di umidificazione 23

24 Ispezione visiva : principali componenti dell impianto da controllare Terminali di mandata dell aria Valutare le condizioni igieniche, la presenza di sporcizia, di residui fibrosi, di accumuli di polvere, di tracce di sporco sulle pareti immediatamente circostanti Condotte dell aria Valutare la presenza o meno di polvere, detriti, incrostazioni e evidenti tracce di crescita microbica (muffe) in una parte rappresentativa dei componenti in mandata e in ripresa (condotte rigide, condotte flessibili, rivestimenti termoacustici, serrande ecc). Torri di raffreddamento Valutare la presenza o meno di incrostazioni, materiale sedimentato e biofilm microbico nel bacino della torre di raffreddamento 24

25 Ispezione tecnica : principali componenti dell impianto da controllare Unità di trattamento aria Misura della differenza di pressione dell aria a monte e a valle dei corpi filtranti, al fine di escludere intasamenti dovuti all accumulo di polvere. Misura della differenza di portata a monte e a valle delle batterie di scambio termico, al fine di valutarne il corretto stato di manutenzione. Monitoraggio microbiologico dell acqua circolante nella sezione di umidificazione adiabatica (Allegato 4a), al fine di valutare l entità della contaminazione microbica Condotte Misura della quantità di polvere sedimentata, al fine di valutare che le condizioni igieniche rientrino nei limiti di accettabilità. Valutazione dello stato di conservazione di eventuali rivestimenti termoacustici e delle serrande, al fine di valutare l eventuale polverizzazione e contaminazione della coibentazione e il corretto funzionamento delle serrande 25

26 Ispezione tecnica : principali componenti dell impianto da controllare Terminali di mandata Misurazioni, a campione, della portata dell aria in corrispondenza dei terminali di mandata negli ambienti trattati e confronto con quella riportata da progetto, al fine di valutare l eventuale presenza di intasamenti (causa di riduzione del flusso), o il malfunzionamento delle serrande. Controllo dei parametri microclimatici (Temperatura Umidità Relativa Velocità dell Aria) specialmente in caso di monitoraggio ambientale finalizzato alla valutazione della contaminazione microbiologica dell aria. Torri di raffreddamento Monitoraggio microbiologico dell acqua del bacino della torre di raffreddamento al fine di valutare l entità della contaminazione microbica (Allegato 4b). Le operazioni di drenaggio e di pulizia andrebbero svolte almeno due volte l anno, e comunque sempre dopo un periodo di non utilizzo. In occasione di tali operazioni non è normalmente necessario effettuare i controlli microbiologici 26

27 Flow chart della procedura operativa 27

28 Allegato 2 : Registro degli interventi effettuati sull impianto 28

29 Allegato 3: Check list per l ispezione visiva 29

30 Allegato 5 Indicazioni per il monitoraggio microbiologico dei componenti dell impianto Punti di prelievo consigliati per i campionamenti microbiologici Condotte dell aria in mandata e in ripresa se è previsto ricircolo (polvere o superfici). Ventilatori (superfici) Batterie di scambio termico (superfici) Pareti interne dell UTA (superfici) 30

31 Allegato 6 Rapporto di prova dell ispezione tecnica Si riportano alcune verifiche da effettuarsi: 31

32 Rapporto di prova dell ispezione tecnica 32

33 Rapporto di prova dell ispezione tecnica

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