Sommario Udienze 1999

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1 Sommario Udienze 1999 Mercoledì, 13 gennaio Mercoledì, 28 luglio Mercoledì, 20 gennaio Mercoledì, 4 agosto Mercoledì, 3 febbraio Mercoledì, 11 agosto Mercoledì, 10 febbraio Mercoledì 18 agosto Mercoledì, 17 febbraio Mercoledì 25 agosto Mercoledì, 10 marzo Mercoledì, 8 settembre Mercoledì, 17 marzo Mercoledì, 15 settembre Mercoledì, 24 marzo Mercoledì, 22 settembre Mercoledì, 31 marzo Mercoledì, 29 settembre Mercoledì, 7 aprile Mercoledì, 6 ottobre Mercoledì, 14 aprile Mercoledì, 13 ottobre Mercoledì 21 aprile Mercoledì, 20 ottobre Mercoledì 28 aprile Mercoledì, 27 ottobre Mercoledì 5 maggio Mercoledì, 3 novembre Mercoledì 12 maggio Mercoledì 10 novembre Mercoledì 19 maggio Mercoledì, 17 novembre Mercoledì, 26 maggio Mercoledì, 24 novembre Mercoledì, 2 giugno Mercoledì, 1 dicembre Mercoledì, 23 giugno Mercoledì, 15 dicembre Mercoledì, 30 giugno Mercoledì, 22 dicembre Mercoledì, 21 luglio Mercoledì, 29 dicembre Pag. 1 di 73

2 Mercoledì, 13 gennaio 1999 Il volto di Dio Padre, anelito dell'uomo 1. «Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te» (Conf. 1,1). Questa celebre affermazione, che apre le Confessioni di sant'agostino, esprime efficacemente il bisogno insopprimibile che spinge l'uomo a cercare il volto di Dio. È un'esperienza attestata dalle diverse tradizioni religiose. Dai tempi antichi fino ad oggi - ha detto il Concilio - presso i vari popoli si nota quasi una percezione di quella forza arcana che è presente al corso delle cose e agli avvenimenti della vita umana, e anzi talvolta si avverte un riconoscimento della divinità suprema o anche del Padre (Nostra aetate, 2). In realtà, tante preghiere della letteratura religiosa universale esprimono la convinzione che l'essere supremo possa essere percepito e invocato come un padre, al quale si arriva attraverso l esperienza delle premure affettuose ricevute dal padre terreno. Proprio questa relazione ha suscitato in alcune correnti dell'ateismo contemporaneo il sospetto che l'idea stessa di Dio sia la proiezione dell immagine paterna. Il sospetto, in realtà, è infondato. È vero tuttavia che, partendo dalla sua esperienza, l'uomo è tentato talvolta di immaginare la divinità con tratti antropomorfici che rispecchiano troppo il mondo umano. La ricerca di Dio procede così a tentoni, come Paolo disse nel discorso agli Ateniesi (cfr At 17,27). Occorre dunque tener presente questo chiaroscuro dell'esperienza religiosa, nella consapevolezza che solo la rivelazione piena, in cui Dio stesso si manifesta, può dissipare le ombre e gli equivoci e far risplendere la luce. 2. Sull'esempio di Paolo, che proprio nel discorso agli Ateniesi cita un verso del poeta Arato sull'origine divina dell'uomo (cfr At 17,28), la Chiesa guarda con rispetto ai tentativi che le varie religioni compiono per cogliere il volto di Dio, distinguendo nelle loro credenze ciò che è accettabile da quanto è incompatibile con la rivelazione cristiana. In questa linea si deve considerare un'intuizione religiosa positiva la percezione di Dio come Padre universale del mondo e degli uomini. Non può essere invece accolta l idea di una divinità dominata dall arbitrio e dal capriccio. Presso gli antichi greci, ad esempio, il Bene, quale essere sommo e divino, era chiamato anche padre, ma il dio Zeus manifestava la sua paternità tanto nella benevolenza quanto nell ira e nella malvagità. Nell'Odissea si legge: Padre Zeus, nessuno è più funesto di te tra gli dei: degli uomini non hai pietà, dopo averli generati e affidati alla sventura e a gravosi dolori (XX, ). Tuttavia l esigenza di un Dio superiore all arbitrio capriccioso è presente anche tra i greci antichi, come testimonia, ad esempio, l "Inno a Zeus" del poeta Cleante. L idea di un padre divino, pronto al dono generoso della vita e provvido nel fornire i beni necessari all esistenza, ma anche severo e punitore, e non sempre per una ragione evidente, si collega nelle società antiche all istituzione del patriarcato e ne trasferisce la concezione più abituale sul piano religioso. 3. In Israele il riconoscimento della paternità di Dio è progressivo e continuamente insidiato dalla tentazione idolatrica che i profeti denunciano con forza: Dicono a un pezzo di legno: Tu sei mio padre, e a una pietra: Tu mi hai generato (Ger 2,27). In realtà per l'esperienza religiosa biblica la percezione di Dio come Padre è legata, più che alla sua azione creatrice, al suo intervento storico-salvifico, attraverso il quale stabilisce con I- sraele uno speciale rapporto di alleanza. Spesso Dio lamenta che il suo amore paterno non ha trovato adeguata corrispondenza: Il Signore dice: Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me (Is 1,2). La paternità di Dio appare a Israele più salda di quella umana: Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto (Sal 27,10). Il salmista che ha fatto questa dolorosa esperienza di abbandono, e ha trovato in Dio un padre più sollecito di quello terreno, ci indica la via da lui percorsa per giungere a questa meta: Di te ha detto il mio cuore: Cercate il suo volto; il tuo volto, Signore, io cerco (Sal 27,8). Ricercare il volto di Dio è un cammino necessario, che si deve percorrere con sincerità di cuore e impegno costante. Solo il cuore del giusto può gioire nel cercare il volto del Signore (cfr Sal 105,3s.) e su di lui può quindi risplendere il volto paterno di Dio (cfr Sal 119,135; cfr. anche 31,17; 67,2; 80,4.8.20). Osservando la legge divina si gode anche pienamente della protezione del Dio dell alleanza. La benedizione di cui Dio gratifica il suo popolo, tramite la mediazione sacerdotale di Aronne, insiste proprio su questo svelarsi luminoso del volto di Dio: Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace (Nm 6,25s.). 4. Da quando Gesù è venuto nel mondo, la ricerca del volto di Dio Padre ha assunto una dimensione ancora più significativa. Nel suo insegnamento Gesù, fondandosi sulla propria esperienza di Figlio, ha confermato la concezione di Dio come padre, già delineata nell Antico Testamento; anzi l ha evidenziata costantemente, vissuta in modo intimo e ineffabile, e proposta come programma di vita per chi vuole ottenere la salvezza. Soprattutto Gesù si pone in modo assolutamente unico in relazione con la paternità divina, manifestandosi come figlio e offrendosi come l unica strada per giungere al Padre. A Filippo che gli chiede mostraci il Padre e ci basta (Gv 14,8), egli risponde che conoscere lui significa conoscere il Padre, perché il Padre opera attraverso lui (cfr Gv 14,8-11). Per chi vuole dunque incontrare il Padre è necessario credere nel Figlio: mediante Lui Dio non si limita ad assicurarci una provvida assistenza paterna, ma comunica la sua stessa vita rendendoci figli nel Figlio. È quanto sottolinea con commossa gratitudine l apostolo Giovanni: Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio e lo siamo realmente (1Gv 3,1). Je salue cordialement les pèlerins de langue française venus à cette audience. Je les invite à reconnaître toujours plus la miséricorde du Père, source de tout amour. Pag. 2 di 73

3 À chacun, je donne de grand cœur la Bénédiction apostolique. I warmly welcome to this audience the Englishspeaking pilgrims and visitors, especially those from Great Britain, Denmark, the Philippines, Japan and the United States of America. Upon you and your families, I cordially invoke the blessings of Almighty God. Wir stehen in dem Jahr, das Gott dem Vater gewidmet ist. Mögen immer mehr Menschen entdecken, daß sie Söhne und Töchter des Einen Vaters sind. Mit diesem Wunsch grüße ich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Zunge. Gern erteile ich Euch und Euren Lieben daheim sowie allen, die über Radio Vatikan und das Fernsehen mit uns verbunden sind, den Apostolischen Segen. Saludo con afecto a los visitantes de lengua española, venidos de España y de algunos Países de América Latina. Que el Espíritu Santo nos ayude siempre a llamar a Dios "Abbá", Padre! Saúdo cordialmente aqueles que me escutam, desejando-lhes felicidades, com os favores de Deus, e que o ano que está a começar seja realmente, para todos, um Ano Bom! Com a minha Bênção. Traduzione italiana del saluto in lingua croata Saluto cordialmente tutti i pellegrini croati. Benvenuti! Carissimi, con l auspicio che la fede in Cristo ispiri e permei costantemente l intero vostro vivere ed operare, invoco su di voi la benedizione di Dio. Siano lodati Gesù e Maria! Mi rivolgo ora con affetto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto la Direzione, gli artisti ed il personale del Circo "Darix Togni", che formano una grande famiglia viaggiante, ed auguro che essi continuino a portare ovunque, ai piccoli e ai grandi, il loro tipico messaggio di solidarietà e di bontà. Saluto i membri dell'istituto Secolare delle Apostole del Sacro Cuore, che in questi giorni stanno celebrando il loro Congresso Generale Ordinario, ed auspico che quest'importante incontro sia per tutte occasione di rinnovato slancio missionario. Il mio pensiero va pure al gruppo del Corpo Sanitario Europeo, agli Allievi della Scuola Carabinieri di Roma ed ai Soci dell'associazione degli Industriali di Capitanata. Tutti ringrazio per la gradita visita ed invoco su ciascuno la continua assistenza divina. Con cordialità saluto il folto gruppo di fedeli della Parrocchia San Pio X di Città di Castello, venuti per compiere un devoto pellegrinaggio presso la tomba degli Apostoli, come pure i membri del Movimento Sacerdotale Mariano di Ischia, che mi hanno chiesto di incoronare la Statua pellegrina della Madonna di Fatima, già entrata in tante case e già accolta con abbondanti frutti spirituali da numerose parrocchie e famiglie. Carissimi, possa il fervore apostolico e l'autentica devozione alla Madre di Dio animare ogni vostra attività al servizio della Chiesa. Saluto, inoltre, i numerosi bambini della regione di Chernobyl, ospiti della Caritas diocesana di Capua e di Palestrina, del gruppo famiglie di Vitorchiano, delle Parrocchie di Santa Croce di Macerata e di San Cleto Papa di Roma. Il Signore protegga voi, cari ragazzi, e quanti vi hanno generosamente accolto. Infine, come sempre, mi rivolgo ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli presenti. La Liturgia odierna ricorda Sant'Ilario, Vescovo di Poitiers, in Francia, nel IV secolo, che "fu tenace assertore della divinità di Cristo" (Liturgia), difensore ardente della fede e maestro di verità. Il suo esempio sostenga voi, cari giovani, nella costante e coraggiosa ricerca di Cristo; incoraggi voi, cari malati, ad offrire le vostre sofferenze affinché il Regno di Dio si diffonda in tutto il mondo; ed aiuti voi, cari sposi novelli, ad essere testimoni dell'amore di Cristo nella vita familiare. Volentieri imparto a tutti la mia Benedizione. Mercoledì, 20 gennaio 1999 La paternità di Dio nell'antico Testamento 1. Il popolo di Israele - come abbiamo già accennato nella scorsa catechesi - ha sperimentato Dio come padre. Al pari di tutti gli altri popoli, ha intuito in lui i sentimenti paterni attinti all'esperienza abituale di un padre terreno. Soprattutto ha colto in Dio un atteggiamento particolarmente paterno, partendo dalla conoscenza diretta della sua speciale azione salvifica (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 238). Dal primo punto di vista, quello dell'esperienza umana universale, Israele ha riconosciuto la paternità divina a partire dallo stupore dinanzi alla creazione e al rinnovarsi della vita. Il miracolo di un bimbo che si forma nel grembo materno non è spiegabile senza l'intervento di Dio, come ricorda il salmista: "Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre..." (Sal 139 [138], 13). Israele ha potuto vedere in Dio un padre anche in analogia con alcuni personaggi che detenevano una funzione pubblica, specialmente religiosa, ed erano ritenuti padri: così i sacerdoti (cfr Gdc 17,10; 18,19; Gn 45,8) o i profeti (cfr 2 Re 2,12). Ben si comprende inoltre come il rispetto che la società i- sraelitica richiedeva per il padre e i genitori inducesse a vedere in Dio un padre esigente. In effetti la legislazione mosaica è molto severa nei confronti dei figli che non rispettano i genitori, fino a prevedere la pena di morte per chi percuote o anche solo maledice il padre o la madre (Es 21,15.17). 2. Ma al di là di questa rappresentazione suggerita dall'esperienza umana, in Israele matura un'immagine più specifica della divina paternità a partire dagli interventi salvifici di Dio. Salvandolo dalla schiavitù egiziana, Dio chiama Israele ad entrare in un rapporto di alleanza con lui e perfino a ritenersi il suo primogenito. Dio dimostra così di essergli padre in maniera singolare, come emerge dalle parole che rivolge a Mosè: Allora tu dirai al faraone: dice il Signore: Israele è il mio figlio primogenito (Es 4,22). Nell ora della disperazione, questo popolo-figlio potrà permettersi d invocare con il medesimo titolo di privilegio il Padre celeste, perché rinnovi ancora il prodigio dell esodo: Abbi pietà, Signore, del popolo chiamato con il tuo nome, di Israele che hai trattato come un primogenito (Sir 36,11). In forza di questa situazione, Israele è tenuto ad osservare una legge che lo contraddistingue dagli altri popoli, ai quali deve testimoniare la paternità divina di cui gode in modo speciale. Lo sottolinea il Deuteronomio nel Pag. 3 di 73

4 contesto degli impegni derivanti dall alleanza: Voi siete figli per il Signore Dio vostro... Tu sei infatti un popolo consacrato al Signore tuo Dio e il Signore ti ha scelto, perché tu fossi il suo popolo privilegiato fra tutti i popoli che sono sulla terra (Dt 14,ls.). Non osservando la legge di Dio, Israele opera in contrasto con la sua condizione filiale, procurandosi i rimproveri del Padre celeste: La Roccia, che ti ha generato, tu hai trascurato; hai dimenticato il Dio che ti ha procreato! (Dt 32,18). Questa condizione filiale coinvolge tutti i membri del popolo d Israele, ma viene applicata in modo singolare al discendente e successore di Davide secondo il celebre oracolo di Natan in cui Dio dice: Io gli sarò padre ed egli mi sarà figlio (2 Sam 7,14; 1 Cron 17,13). Appoggiata su questo oracolo, la tradizione messianica afferma una filiazione divina del Messia. Al re messianico Dio dichiara: Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato (Sal 2,7; cfr 110 [109], 3). 3. La paternità divina nei confronti d Israele è caratterizzata da un amore intenso, costante e compassionevole. Nonostante le infedeltà del popolo, e le conseguenti minacce di castigo, Dio si rivela incapace di rinunciare al suo amore. E lo esprime in termini di profonda tenerezza, anche quando è costretto a lamentare l'incorrispondenza dei suoi figli: Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d amore: ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare... Come potrei abbandonarti, Efraim, come consegnarti ad altri, Israele?... Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione (Os 11,3s.8; cfr Ger 31,20). Persino il rimprovero diviene espressione di un amore di predilezione, come spiega il libro dei Proverbi: "Figlio mio, non disprezzare l'istruzione del Signore e non aver a noia la sua esortazione, perché il Signore corregge chi ama, come un padre il figlio prediletto" (Pr 3,11-12). 4. Una paternità così divina e nello stesso tempo così "umana" nei modi con cui si esprime, riassume in sé anche le caratteristiche che solitamente si attribuiscono all amore materno. Anche se rare, le immagini dell Antico Testamento in cui Dio si paragona ad una madre sono estremamente significative. Si legge ad e- sempio nel libro di Isaia: "Sion ha detto: 'Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato'. Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo seno? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai" (Is 49, 14-15). E ancora: "Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò" (Is 66,13). L atteggiamento divino verso Israele si manifesta così anche con tratti materni, che ne esprimono la tenerezza e la condiscendenza (cfr CCC, 239). Questo amore, che Dio effonde con tanta ricchezza sul suo popolo, fa esultare il vecchio Tobi e gli fa proclamare: Lodatelo, figli d Israele, davanti alle genti: Egli vi ha disperso in mezzo ad esse per proclamare la sua grandezza. Esaltatelo davanti ad ogni vivente; è Lui il Signore, il nostro Dio, lui il nostro Padre, il Dio per tutti i secoli (Tb 13,3-4). Je salue les pèlerins francophones présents à cette audience. De grand cœur, je leur accorde à tous la Bénédiction apostolique. I welcome the Viva Vox Cathedral Choir from Helsinki and I encourage you to continue to devote your talents to singing God s praises. I greet the many English-speaking pilgrims and visitors, especially those from Denmark, Finland, Australia, Japan and the United States of America. Upon you and your families, I invoke the abundant blessings of Almighty God. Wir stehen in der Woche des Gebetes für die Einheit der Kirche. Mögen alle Christen sich ernsthaft bemühen, den gemeinsamen Weg zum einen Gott, dem Vater aller, zu suchen und zu gehen. Mit diesem Wunsch grüße ich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache. Gern erteile ich Euch und Euren Lieben daheim sowie allen, die über Radio Vatikan und das Fernsehen mit uns verbunden sind, den Apostolischen Segen. Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, venidos de España, Chile, Argentina y otros países de Latinoamérica. Saludo también a Monseñor Elias Yanes, Presidente de la Conferencia Episcopal Española y Arzobispo de Zaragoza, y a Monseñor Estepa, Arzobispo castrense de España. En vísperas de mi Visita a México, os invito a elevar vuestras plegarias a Nuestra Señora de Guadalupe, para que guíe los pasos de la Nueva Evangelización en los queridos pueblos de lengua y cultura hispana. Que Ella os acompañe y proteja siempre. Amados peregrinos de língua portuguesa, a vossa vista me alegra e disto vos agradeço; mas recorda-me também que muitos outros me esperam. Depois de amanhã, confiado na vossa retaguarda espiritual, espero partir para o Continente Americano, a fim de entregar às suas comunidades cristãs o fruto do caminho e assembleia sinodal já realizados e que há-de servir de guia e inspiração no próximo futuro a construir. Aos presentes e a quantos me esperam, a minha cordial saudação e bênção no Senhor! Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare alle Serve del Cuore Immacolato di Maria e alle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù. Saluto i fedeli del Movimento Madonna dei poveri dell'omonima Parrocchia di Milano, qui convenuti per far benedire la statua della Vergine di Banneux, che "visiterà" le comunità della provincia religiosa degli Oblati di San Giuseppe. Carissimi, vi esprimo il mio compiacimento per questa "peregrinatio" mariana in preparazione al Grande Giubileo dell'anno Duemila, ed auspico che essa costituisca per tutti un'occasione di rinnovato annuncio del Vangelo e di gioiosa testimonianza cristiana. Il mio pensiero va, infine, ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. Ci troviamo nella Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, siamo invitati tutti a contribuire con la preghiera e l'impegno concreto alla causa della piena comunione fra i credenti in Cristo. Pag. 4 di 73

5 Voi, cari giovani, dedicate a questo fine il vostro entusiasmo e le vostre fresche energie; voi, cari malati, offrite per tale intenzione i disagi e le sofferenze, in u- nione al Sacrificio eucaristico; e voi, cari sposi novelli, siate testimoni dell'unità voluta dal Signore a partire dalle vostre famiglie, piccole chiese domestiche. Le sorti della pace vengono ancora minacciate in tante parti del mondo. In questi giorni si succedono manifestazioni di ferocia e spietatezza, in particolare, nel Kosovo ed in Sierra Leone. Chiediamo a Dio con fiducia rinnovata che, là dove abbonda l'odio, faccia sovrabbondare la sua misericordia di Padre, risvegliando le coscienze di coloro che guidano il destino dei popoli e muovendo gli animi di tutti a propositi di pace. Un pensiero di particolare vicinanza e solidarietà va all'arcivescovo di Freetown, alle missionarie ed ai missionari, che sono trattenuti in ostaggio dai combattenti in Sierra Leone, nonostante la loro infaticabile dedizione a servizio delle popolazioni in quel Paese africano. Faccio appello ai responsabili, perché essi siano quanto prima restituiti alla libertà ed al loro ministero di evangelizzazione e di carità. Mercoledì, 3 febbraio 1999 Un male di stagione mi ha obbligato a sospendere le attività di questi giorni. Oggi, però, non posso mancare di rivolgere la mia parola a voi che siete venuti per il consueto appuntamento del mercoledì. Carissimi Fratelli e Sorelle, vi saluto tutti con affetto. Il Signore, che nella festa di ieri abbiamo contemplato come Luce che illumina il cammino di salvezza d'ogni uomo, risplenda nella vita di ciascuno e la ricolmi della sua gioia e della sua pace. Un saluto speciale rivolgo ai Diaconi dell'arcidiocesi di Milano e a tutti i Sacerdoti, Religiosi e Religiose presenti. Vorrei poi inviare un cordiale pensiero a quanti stanno maggiormente soffrendo per il freddo, soprattutto ai senza tetto, ai terremotati, agli ammalati, agli anziani e ai bambini. Possa esservi per ciascuno l'aiuto necessario. Spero che, come dice un noto proverbio, "Quando vien la Candelora, de l'inverno semo fora", e tornino presto belle e calde giornate di sole. A tutti una speciale benedizione. Je salue les pèlerins de langue française, en particulier les élèves du Centre Madeleine Daniélou de Rueil et les autres jeunes. À tous, j accorde la Bénédiction apostolique. I greet the pilgrims from the United States, as well as all the English-speaking pilgrims and visitors from other countries. Upon you and your families I invoke the abundant blessings of Almighty God. Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Os invito a alimentar vuestra fe con la fortaleza de los mártires y la fidelidad de los Apóstoles. A todos os bendigo de corazón. Mercoledì, 10 febbraio Sono ancora vive in me le impressioni suscitate dal recente pellegrinaggio in Messico e negli Stati Uniti, sul quale desidero quest'oggi soffermarmi. Sgorga spontaneo dal mio animo il rendimento di grazie al Signore: nella sua provvidenza, Egli ha voluto che ritornassi in America, a vent'anni esatti dal mio primo viaggio internazionale, per concludere ai piedi della Vergine di Guadalupe l'assemblea Speciale per l'america del Sinodo dei Vescovi, svoltasi in Vaticano alla fine del Da questa Assemblea - come è stato per l'africa e sarà poi anche per l'asia, l'oceania e l'europa - ho raccolto analisi e proposte in un'esortazione apostolica dal titolo Ecclesia in America, che a Città del Messico ho ufficialmente consegnato ai destinatari. Desidero oggi ripetere il mio più vivo ringraziamento a coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo pellegrinaggio. Anzitutto sono grato ai Signori Presidenti del Messico e degli Stati Uniti d'america, che con grande cortesia mi hanno offerto il loro benvenuto; agli Arcivescovi di Città del Messico e di Saint Louis e agli altri venerati Fratelli nell'episcopato, che mi hanno accolto con affetto. Ringrazio, inoltre, i sacerdoti, i religiosi e le religiose e gli innumerevoli fratelli e sorelle, che con tanta fede e calore mi hanno accompagnato durante quei giorni di grazia. Abbiamo vissuto insieme l'esperienza toccante di un "incontro con Gesù Cristo vivo, via per la conversione, la comunione e la solidarietà". 2. Ho deposto i frutti del primo Sinodo panamericano della storia ai piedi di Santa Maria di Guadalupe, sotto la cui materna protezione si è sviluppata l'evangelizzazione del Nuovo Mondo. Giustamente Ella viene oggi invocata come la stella della sua nuova evangelizzazione. Per questo ho stabilito che la ricorrenza liturgica a Lei dedicata, il 12 dicembre, sia estesa come festa a tutto il Continente americano. Sul modello della Vergine Maria, la Chiesa in America ha accolto la Buona Novella del Vangelo e, nell'arco di quasi cinque secoli, ha generato molti popoli alla fede. Ora - come diceva il motto della visita in Messico: "Nasce un Millennio. Riaffermiamo la Fede" - le comunità cristiane del Nord, del Centro, del Sud e dei Caraibi sono chiamate a rinnovarsi nella fede, per sviluppare una solidarietà sempre più forte. Esse sono invitate a collaborare in progetti pastorali coordinati, ognuna apportando le proprie ricchezze spirituali e materiali all'impegno comune. Questo spirito di cooperazione è indispensabile, naturalmente, anche sul piano civile e necessita perciò di basi etiche condivise, come ho avuto modo di sottolineare nell'incontro con il Corpo Diplomatico in Messico. 3. I cristiani sono "anima" e "luce" del mondo: ho ricordato questa verità all'immensa folla convenuta per la celebrazione eucaristica domenicale nell'autodromo della Capitale messicana. A tutti, specialmente ai giovani, ho rivolto l'appello contenuto nel Grande Giubileo: convertirsi e seguire Cristo. I messicani hanno risposto con il loro inconfondibile entusiasmo all'invito del Papa, e sui loro volti, nella loro fede ardente, nella Pag. 5 di 73

6 loro adesione convinta al Vangelo della vita ho riconosciuto ancora una volta segni consolatori di speranza per il grande Continente americano. Ho toccato con mano questi segni anche nell'incontro con il mondo della sofferenza, là dove l'amore e la solidarietà umana sanno rendere presente nella debolezza la forza e la sollecitudine di Cristo risorto. A Città del Messico, lo Stadio Azteca, famoso per memorabili gare sportive, è stato sede di uno straordinario momento di preghiera e di festa con i rappresentanti di tutte le generazioni del secolo ventesimo, dai più anziani ai più giovani: una meravigliosa testimonianza di come la fede riesca ad unire le generazioni e sappia rispondere alle sfide di ogni stagione della vita. In questo passaggio di secolo e di millennio, la Chiesa, in America e nel mondo intero, vede nei giovani cristiani il frutto più bello e promettente del suo lavoro e delle sue sofferenze. Grande è la mia gioia per aver incontrato, sia nel Messico che negli Stati Uniti, un gran numero di giovani. Con la loro partecipazione ricca di entusiasmo ed insieme attenta e trepida, con i loro applausi nei passaggi del discorso in cui presentavo gli aspetti più esigenti della proposta cristiana, essi hanno dimostrato di voler essere i protagonisti di una nuova stagione di coraggiosa testimonianza, di fattiva solidarietà, di generoso impegno a servizio del Vangelo. 4. Mi piace aggiungere che ho trovato i cattolici americani molto attenti ed impegnati nella difesa della vita e della famiglia, valori inseparabili che costituiscono una grande sfida per il presente ed il futuro dell'umanità. Questo mio viaggio ha costituito, in un certo senso, un grande appello all'america, perché accolga il Vangelo della vita e della famiglia; perché ripudi e combatta qualsiasi forma di violenza contro la persona umana, dal suo concepimento fino alla morte naturale, con coerenza intellettuale e morale. No all'aborto ed all'eutanasia; basta con il non necessario ricorso alla pena di morte; no al razzismo come ai soprusi sui bambini, sulle donne e sugli indigeni; si metta fine alle speculazioni sulle armi e sulla droga ed alla distruzione del patrimonio ambientale! Per vincere queste battaglie occorre diffondere la cultura della vita, che tiene unite libertà e verità. La Chiesa opera quotidianamente per questo annunciando Cristo, verità su Dio e verità sull'uomo. Opera anzitutto nelle famiglie, che costituiscono i santuari della vita e le fondamentali scuole della cultura della vita: nella famiglia, infatti, la libertà impara a crescere su solide basi morali e, in fondo, sulla legge di Dio. L'America potrà svolgere il suo importante ruolo nella Chiesa e nel mondo solo se difenderà e promuoverà l'immenso patrimonio spirituale e sociale delle sue famiglie. 5. Messico e Stati Uniti, due grandi Paesi che ben rappresentano la multiforme ricchezza del Continente a- mericano, come pure le sue contraddizioni. Profondamente inserita nel tessuto culturale e sociale, la Chiesa invita tutti ad incontrare Gesù Cristo, che continua ad essere anche oggi "via per la conversione, la comunione e la solidarietà". Questo incontro, col materno intervento di Santa Maria di Guadalupe, ha segnato in maniera indelebile la storia dell'america. Affido all'intercessione della Patrona di quell'amato Continente l'auspicio che l'incontro con Cristo continui ad illuminare i popoli del Nuovo Mondo nel millennio che sta per iniziare. Je salue cordialement les pèlerins francophones, en particulier le groupe du diocèse de Langres ainsi que les jeunes, notamment les filles du Centre Madeleine Daniélou et leurs accompagnatrices. J accorde à tous les fidèles présents la Bénédiction apostolique. I extend a special greeting to the faculty and students of the University of Dallas, Rome Campus. I welcome all the English-speaking pilgrims and visitors and I pray that, as you visit the Christian monuments of this City, your faith will be deepened and enriched. I invoke the blessings of Almighty God upon you and your families. Mit diesen Gedanken grüße ich die Pilger und Besucher, die aus den Ländern deutscher Sprache nach Rom gekommen sind. Euch allen, Euren lieben Angehörigen daheim und allen, die mit uns über Radio Vatikan und das Fernsehen verbunden sind, erteile ich von Herzen den Apostolischen Segen. Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española. En particular a los fieles de las parroquias de Corpus Christi de Alicante y de Santiago Apóstol, del Albatera. Que vuestra presencia en Roma os ayude a fortalecer vuestra fe. Muchas gracias por vuestra atención. Saúdo com particular afecto todos os peregrinos de língua portuguesa que porventura aqui se encontrem, de modo especial os portogueses da Escola Secundária Ferreira Dias de Cacém, com votos de paz e amor em Cristo, que estendo igualmente aos seus dirigentes, a- lunos e familiares, ao dar-lhes a minha Bênção. Traduzione italiana del saluto in lingua slovena Saluto i pellegrini della parrocchia di Šentvid v Podjuni na Koroškem in Austria, venuti con il Parroco per consolidare la loro fede presso le tombe dei santi Apostoli Pietro e Paolo, nonché professare la fedeltà al Successore di san Pietro. Affinché possiate essere perseveranti nella fede e zelanti nella vita, vi imparto la Benedizione Apostolica. Traduzione italiana del saluto in lingua lituana Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini dalla Lituania, in particolare ai componenti del coro Vilnelè e ai loro accompagnatori. Carissimi, vi auguro che questo vostro pellegrinaggio nella città dei santi Pietro e Paolo abbia per ciascuno il significato dell itinerario spirituale, sia l immagine dell ulteriore e costante ricerca di Dio. Mentre vi affido alla materna protezione di Maria Santissima, imparto con affetto a tutti voi, ai vostri familiari e all intero popolo lituano la mia Benedizione Apostolica. Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i partecipanti al Corso per futuri Postulatori e Collaboratori delle Cause dei Santi; come pure i sacerdoti italiani ordinati lo scorso anno, venuti per il convegno della FACI, e quelli impegnati negli Esercizi Spirituali organizzati dai Legionari di Cristo. Sono lieto, poi, di accogliere i soci del Lions Club del Distretto di Lodi e i rappresentanti del Centro Interna- Pag. 6 di 73

7 zionale di Studi e Documentazione Pio XI, che ringrazio per i cortesi omaggi. Volentieri benedico la prima pietra per il nuovo Oratorio della parrocchia di San Mauro in Campofiorenzo di Casatenovo, diocesi di Milano, e incoraggio i volontari della Croce Rossa Italiana della Regione Campania a proseguire con generosità il loro servizio alle persone sofferenti. Mi rivolgo, infine, ai giovani - in particolare ai ragazzi dell'azione Cattolica di Massa Carrara-Pontremoli, accompagnati dal Vescovo, Mons. Eugenio Binini -, ed inoltre ai malati ed agli sposi novelli. Carissimi, domani celebreremo la festa della Beata Vergine di Lourdes, settima Giornata Mondiale del Malato. Maria Immacolata vi aiuti, cari giovani, a conservarvi sempre fedeli nell'impegno di seguire Cristo; rivolga il suo sguardo pieno di amore e di tenerezza su voi, cari malati, e vi sostenga nel portare con serenità la vostra croce, in unione a quella di Cristo; illumini voi, cari sposi novelli, nel cammino familiare che avete da poco iniziato, e lo renda ricco di bene e aperto alla vita, dono del Signore. Mercoledì, 17 febbraio Inizia quest'oggi, con l'austera cerimonia dell'imposizione delle ceneri, l'itinerario penitenziale della Quaresima. Quest'anno esso è particolarmente contrassegnato dal richiamo alla misericordia divina: siamo, infatti, nell'anno del Padre, che immediatamente ci prepara al Grande Giubileo del Duemila. «Padre, ho peccato contro di te...» (Lc 15,18). Queste parole, nel periodo di Quaresima, suscitano singolare emozione, essendo questo un tempo in cui la Comunità ecclesiale è invitata a profonda conversione. Se è vero che il peccato chiude l'uomo a Dio, al contrario, la sincera confessione dei peccati ne riapre la coscienza all'azione rigeneratrice della sua grazia. In effetti, l'uomo non ritrova l'amicizia con Dio fino a quando non sgorgano dalle sue labbra e dal suo cuore le parole: «Padre, ho peccato». Il suo sforzo viene allora reso efficace dall'incontro di salvezza che avviene grazie alla morte ed alla risurrezione di Cristo. E' nel mistero pasquale, cuore della Chiesa, che il penitente riceve in dono il perdono delle colpe e la gioia della rinascita alla vita immortale. 2. Alla luce di questa straordinaria realtà spirituale, acquista un'immediata eloquenza la parabola del figliol prodigo, con la quale Gesù ha voluto parlarci della tenera misericordia del Padre celeste. Sono tre i momenti chiave nella storia di questo giovane, col quale ciascuno di noi, in un certo senso, si identifica quando cede alla tentazione e cade nel peccato. Il primo momento: l'allontanamento. Ci allontaniamo da Dio, come quel figlio da suo padre quando, dimenticando che i beni ed i talenti che possediamo ci sono dati da Dio come un compito, li sperperiamo con grande leggerezza. Il peccato è sempre uno sperpero della nostra umanità, sperpero di valori quanto mai preziosi, quali la dignità della persona e l'eredità della grazia divina. Il secondo momento è il processo di conversione. L'uomo, che con il peccato volontariamente si è allontanato dalla casa paterna, riscontrando quanto ha perso, matura il passo decisivo del ritorno in se stesso: «Mi leverò e andrò da mio padre» (Lc 15,18). La certezza che Dio "è buono e mi ama" è più forte della vergogna e dello scoraggiamento: illumina con una luce nuova il senso della colpa e della propria indegnità. Infine, il terzo momento: il ritorno. Per il padre una cosa è importante: il figlio è stato ritrovato. L'abbraccio tra lui ed il figlio prodigo diviene la festa del perdono e della gioia. Commovente è questa scena evangelica, che manifesta in ogni dettaglio l'attitudine del Padre del Cielo, "ricco di misericordia" (cfr Ef 2,4). 3. Quanti uomini d'ogni tempo hanno riconosciuto in questa parabola i tratti fondamentali della loro storia personale! Il cammino che, dopo l'amara esperienza del peccato, riconduce alla casa del Padre passa attraverso l'esame di coscienza, il pentimento ed il fermo proposito di conversione. E' un processo interiore che cambia il modo di valutare la realtà, fa toccare con mano la propria fragilità e spinge il credente ad abbandonarsi fra le braccia di Dio. Quando l'uomo, sostenuto dalla grazia, percorre all'interno del suo spirito queste tappe, nasce in lui il bisogno vivo di ritrovare se stesso e la propria dignità di figlio nell'abbraccio del Padre. Questa parabola, tanto cara alla tradizione della Chiesa, descrive così, in modo semplice e profondo, la realtà della conversione, offrendo la più concreta espressione dell'opera della misericordia divina nel mondo umano. L'amore misericordioso di Dio "rivaluta, promuove e trae il bene da tutte le forme di male esistenti nel mondo e nell'uomo... costituisce il contenuto fondamentale del messaggio messianico di Cristo e la forza costitutiva della sua missione" (cfr Dives in misericordia, 6). 4. All'inizio della Quaresima è importante preparare il nostro spirito a ricevere in abbondanza il dono della divina misericordia. La parola di Dio ci ammonisce a convertirci ed a credere al Vangelo, e la Chiesa ci indica nella preghiera, nella penitenza e nel digiuno, come nel generoso aiuto ai fratelli i mezzi, attraverso i quali possiamo entrare nel clima dell'autentico rinnovamento interiore e comunitario. Ci è dato, in tal modo, di sperimentare la sovrabbondanza dell'amore del Padre celeste, donato in pienezza all'intera umanità nel mistero pasquale. Potremmo dire che la Quaresima è il tempo di una particolare sollecitudine di Dio nel perdonare e rimettere i nostri peccati: è il tempo della riconciliazione. Per questo essa è periodo quanto mai propizio per accostarci con frutto al sacramento della Penitenza. Fratelli e Sorelle carissimi, consapevoli che la nostra riconciliazione con Dio si attua grazie ad un'autentica conversione, percorriamo il pellegrinaggio quaresimale con lo sguardo fisso su Cristo, nostro unico Redentore. La Quaresima ci aiuterà a rientrare in noi stessi, ad abbandonare con coraggio quanto ci impedisce di seguire fedelmente il Vangelo. Contempliamo, specialmente in questi giorni, l'icona dell'abbraccio fra il Padre ed il figlio tornato alla casa paterna, che ben simboleggia il tema di quest'anno introduttivo al Grande Giubileo dell'anno Duemila. L'abbraccio della riconciliazione fra il Padre e l'intera umanità peccatrice è avvenuto sul Calvario. Il Crocifisso, segno dell'amore di Cristo che si è immolato per la nostra salvezza, susciti nel cuore di Pag. 7 di 73

8 ogni uomo e di ogni donna del nostro tempo quella stessa fiducia che animò il figliol prodigo a dire: «Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato!». Egli ricevette in dono il perdono e la gioia. Je salue les pèlerins francophones présents à cette audience, en particulier des membres de l École de la Foi de Fribourg, un groupe du Séminaire diocésain de Villars-sur- Glâne, des jeunes de Lyon, Montbrison, Arbois et Reims. J accorde à tous de grand cœur la Bénédiction apostolique. I am happy to welcome all the English-speaking visitors and pilgrims, especially those from England, Ireland, Japan and the United States of America. Upon you and your families, I invoke the strength and joy of our Lord Jesus Christ. Mit dieser Einladung zur Bekehrung am Beginn der Fastenzeit, heiße ich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache willkommen. Unter Euch grüße ich insbesondere die Seminaristen der Diözese Fulda in Begleitung ihres Bischofs Johannes Dyba sowie alle Studenten aus Deutschland und Südtirol. Mein herzlicher Gruß gilt den Ministranten von Windischgarsten. Gern erteile ich Euch und Euren Lieben daheim sowie allen, die über Radio Vatikan und das Fernsehen mit uns verbunden sind, den Apostolischen Segen. Saludo con afecto a los peregrinos de España, México, Chile y demás Países de América Latina. Saludo también al numeroso grupo de jóvenes deportistas argentinos aquí presentes. Al animaros a todos a recorrer el camino cuaresmal con la mirada puesta en Cristo, vencedor del pecado y de la muerte, invoco sobre vosotros y vuestras familias la infinita misericordia del Padre celestial y os bendigo de corazón. A minha saudação cordial a todos os peregrinos de língua portuguesa, com a certeza de que Deus é bom e vos ama; nesta certeza, está a chave para superar hesitações, desânimos ou adiamentos no abraço reconciliador com o Pai do Céu. Sobre vós e vossos seres queridos, desça a minha Bênção. Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese Un cordiale saluto a tutti i pellegrini belgi e neerlandesi! Auguro che il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli vi rinnovi interiormente, in particolare durante il periodo di Quaresima, che inizia oggi con il mercoledì delle Ceneri. Di cuore imparto la Benedizione Apostolica. Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca Cordialmente saluto i pellegrini slovacchi da Banovce nad Bebravou e dintorni. Con il Mercoledì delle Ceneri inizia il tempo di Quaresima. Auspico che questi giorni di preparazione alla Pasqua, accrescano il fervore spirituale ed il generoso impegno di testimonianza cristiana nella vostra Patria. Di cuore benedico voi, i vostri cari e tutta la Slovacchia. Traduzione italiana del saluto in lingua romena Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti da Fagaras si Brasov, in Romania. Carissimi, vi ringrazio di cuore per la vostra gradita visita, e mentre auspico che il tempo quaresimale, che stiamo per iniziare, valga a confermare la vostra fede e il vostro generoso impegno di testimonianza evangelica, volentieri benedico voi e le vostre famiglie. Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini italiani presenti, ed a ciascuno assicuro il mio ricordo nella preghiera, all'inizio di questo tempo quaresimale. Abbraccio con affetto, in modo speciale, i giovani, i malati e gli sposi novelli. Cari giovani, vi esorto a vivere la Quaresima con un autentico spirito penitenziale, come un ritorno alla casa del Padre, che tutti attende a braccia aperte. Cari malati, vi incoraggio ad offrire le vostre sofferenze insieme con Cristo per la conversione di quanti ancora si trovano lontano da Dio ed auguro a voi, cari sposi novelli, di costruire con coraggio e generosità la vostra famiglia sulla salda roccia dell'amore divino. Mercoledì, 10 marzo 1999 Il rapporto di Gesù col Padre, rivelazione del mistero trinitario 1. Come abbiamo visto nella precedente catechesi, con le sue parole e le sue opere Gesù intrattiene con suo Padre un rapporto del tutto speciale. Il vangelo di Giovanni sottolinea che quanto egli comunica agli uomini è frutto di questa unione intima e singolare: Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv 10,30). E ancora: Tutto quello che il Padre possiede è mio (Gv 16,15). Esiste una reciprocità tra il Padre e il Figlio, in quello che conoscono di se stessi (cfr Gv 10,15), in quello che sono (cfr Gv 14,10), in quello che fanno (cfr Gv 5,19; 10,38) e in quello che possiedono: Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie (Gv 17,10). È uno scambio reciproco che trova la sua espressione piena nella gloria che Gesù consegue dal Padre nel mistero supremo della morte e della risurrezione, dopo averla egli stesso procurata al Padre durante la vita terrena: Padre, è giunta l ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te... Io ti ho glorificato sopra la terra... E ora, Padre, glorificami davanti a te (Gv 17,1.4s.). Questa unione essenziale con il Padre non solo accompagna l attività di Gesù, ma qualifica tutto il suo essere. L Incarnazione del Figlio di Dio rivela che Dio è il Padre eterno e che il Figlio è consustanziale al Padre, cioè che in lui e con lui è lo stesso unico Dio (CCC, 262). L'evangelista Giovanni mette in evidenza che proprio a questa pretesa divina reagiscono i capi religiosi del popolo, non tollerando che egli chiami Dio suo Padre e si faccia quindi uguale a Dio (Gv 5,18; cfr 10,33; 19,7). 2. In forza di questa consonanza nell essere e nell agire, sia con le parole che con le opere Gesù rivela il Padre: Dio nessuno l ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato (Gv 1,18). La predilezione di cui Cristo gode è proclamata nel suo battesimo secondo la narrazione dei Vangeli sinottici (cfr Mc 1,11; Mt 3,17; Lc 3,22). Essa è ricondotta dall evangelista Giovanni alla sua radice trinitaria, ossia alla misteriosa esistenza del Verbo Pag. 8 di 73

9 presso il Padre (Gv 1,1), che nell eternità lo ha generato. Partendo dal Figlio, la riflessione del Nuovo Testamento, e poi la teologia in essa radicata, hanno approfondito il mistero della paternità di Dio. Il Padre è colui che nella vita trinitaria costituisce il principio assoluto, colui che non ha origine e dal quale scaturisce la vita divina. L unità delle tre persone è condivisione dell unica essenza divina, ma nel dinamismo di reciproche relazioni che hanno nel Padre la sorgente e il fondamento. È il Padre che genera, il Figlio che è generato, lo Spirito Santo che procede (Concilio Lateranense IV: DS, 804). 3. Di questo mistero che sorpassa infinitamente la nostra intelligenza, l apostolo Giovanni ci offre una chiave, quando nella prima lettera proclama: Dio è amore (1 Gv 4,8). Questo vertice della rivelazione indica che Dio è agape, ossia dono gratuito e totale di sé, di cui Cristo ci ha dato testimonianza specialmente con la sua morte in croce. Nel sacrificio di Cristo, si rivela l infinito amore del Padre per il mondo (cfr Gv 3,16; Rm 5,8). La capacità di amare infinitamente, donandosi senza riserve e senza misura, è propria di Dio. In forza di questo suo essere Amore, Egli, prima ancora della libera creazione del mondo, è Padre nella stessa vita divina: Padre amante che genera il Figlio amato e dà origine con lui allo Spirito Santo, la Persona-Amore, reciproco vincolo di comunione. Su questa base la fede cristiana comprende l'uguaglianza delle tre persone divine: il Figlio e lo Spirito sono uguali al Padre non come principi autonomi, quasi fossero tre dèi, ma in quanto ricevono dal Padre tutta la vita divina, distinguendosi da lui e reciprocamente solo nella diversità delle relazioni (cfr CCC, 254). Mistero grande, mistero di amore, mistero ineffabile, di fronte al quale la parola deve lasciare il posto al silenzio dello stupore e dell adorazione. Mistero divino che ci interpella e ci coinvolge, perché la partecipazione alla vita trinitaria ci è stata offerta per grazia, attraverso l incarnazione redentrice del Verbo e il dono dello Spirito Santo: Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui (Gv 14,23). 4. La reciprocità tra il Padre e il Figlio, diventa così per noi credenti principio di vita nuova, che ci consente di partecipare alla stessa pienezza della vita divina: Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio (1 Gv 4,15). Il dinamismo della vita trinitaria viene vissuto dalle creature, in modo tale che tutto converge verso il Padre, mediante Gesù Cristo, nello Spirito Santo. È quanto sottolinea il Catechismo della Chiesa Cattolica: Tutta la vita cristiana è comunione con ognuna delle Persone divine, senza in alcun modo separarle. Chi rende gloria al Padre lo fa per il Figlio nello Spirito Santo (n. 259). Il Figlio è divenuto primogenito tra molti fratelli (Rm 8,29); attraverso la sua morte il Padre ci ha rigenerati (1 Pt 1,3; cfr anche Rm 8,32; Ef 1,3), sicché nello Spirito Santo possiamo invocarlo con lo stesso termine usato da Gesù: Abbà (Rm 8,15; Gal 4,6). San Paolo illustra ulteriormente questo mistero, dicendo che il Padre ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto (Col 1,12-13). E l Apocalisse così descrive la sorte escatologica di colui che lotta e vince con Cristo la potenza del male: Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono (Ap 3,21). Questa promessa di Cristo ci apre una prospettiva meravigliosa di partecipazione alla sua intimità celeste con il Padre. Je salue cordialement les pèlerins francophones, en particulier le groupe de prêtres de Montréal et les jeunes du lycée d Abidjan. J accorde à tous les fidèles présents la Bénédiction apostolique. I extend a special greeting to the Marist Brothers and to the priests taking part in the Institute for Continuing Theological Education at the Pontifical North American College. May you rediscover each day in your lives the loving presence of the Blessed Trinity. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors, especially those from England, Northern Ireland, Denmark, Singapore, Japan and the United States of America, I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. Mit diesen Gedanken grüße ich die Pilger und Besucher, die aus den Ländern deutscher Sprache nach Rom gekommen sind. Euch allen, Euren lieben Angehörigen daheim und allen, die mit uns über Radio Vatikan oder das Fernsehen verbunden sind, erteile ich von Herzen den Apostolischen Segen. Saludo cordialmente a los peregrinos venidos de España y América Latina, de modo particular a los estudiantes de Castellón y a los fieles argentinos de Rosario. A todos os animo en este tiempo de la Cuaresma a convertiros al amor de Cristo para poder participar en su intimidad celeste con el Padre. Con este deseo, invoco sobre vosotros y vuestras familias la abundancia de la gracia divina y os bendigo de corazón. Saúdo com afecto a todos vós, peregrinos de língua portuguesa, desejando que, no vosso itinerário quaresmal, vos deixeis guiar pela voz de Deus que vos chama, através da consciência, a uma vida santa e rica de boas obras. Confiando à Virgem Mãe esta vossa caminhada para a Páscoa, invoco, com a minha Bênção sobre os vossos passos e a vossa família, a abundância das graças da Redenção. Traduzione italiana del saluto in lingua croata Saluto di cuore i vari gruppi di pellegrini croati provenienti da Zagabria e da altre località. Carissimi, il vostro pellegrinaggio a Roma nel contesto di questo tempo di Quaresima vi aiuti a riscoprire quell intimo e vitale legame dell uomo con Dio (Gaudium et spes, 19), che ci ha creati e ci ha redenti in Cristo per amore. Imparto volentieri la Benedizione Apostolica a voi ed ai vostri familiari. Siano lodati Gesù e Maria! Nel rivolgere ora un saluto ai pellegrini di lingua italiana, desidero anzitutto ricordare i bambini rumeni ospiti dell'"associazione con i Fatebenefratelli per i malati lontani" e la delegazione del Comitato promotore della Pag. 9 di 73

10 Seconda Giornata Nazionale della donazione e del trapianto di organi. Saluto anche i pellegrini del Collegio Rotondi di Gorla Minore, venuti per ricordare il loro quarto centenario di fondazione; gli allievi della Scuola delle Trasmissioni e del Quarantaquattresimo Reggimento di Sostegno Telecomunicazioni dell'esercito Italiano, come pure quelli della Scuola di Sanità e Veterinaria Militare di Roma. Saluto, poi, i membri della Società sportiva Pool Industrie di Civita Castellana, quelli del Centro Lombardo per l'incremento della Floro Orto Frutticoltura di Vertemate con Minorpio ed il gruppo del Centro Anziani di Campagnano di Roma, che ricordano il loro ventesimo anniversario di fondazione. Tutti ringrazio per la visita ed invoco volentieri su ciascuno copiosi doni della benevolenza divina. Il mio più cordiale saluto, infine, va ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli. Cari giovani, anche oggi così numerosi, il cammino quaresimale che stiamo percorrendo sia occasione di autentica conversione che vi conduca alla maturità della fede in Cristo. Cari ammalati, partecipando con amore alla stessa sofferenza del Figlio di Dio incarnato, possiate condividere fin d'ora la gloria e la gioia della sua risurrezione. E voi, cari sposi novelli, trovate nell'alleanza che, a prezzo del suo sangue, Cristo ha stretto con la sua Chiesa, il sostegno del vostro patto coniugale e della vostra missione al servizio del Vangelo. A tutti di cuore imparto la Benedizione Apostolica. Mercoledì, 17 marzo 1999 "Conoscere" il Padre 1. Nell ora drammatica in cui si appresta ad affrontare la morte, Gesù conclude il suo grande discorso di addio (cfr Gv 13ss.) rivolgendo una stupenda preghiera al Padre. Essa può considerarsi un testamento spirituale in cui Gesù rimette nelle mani del Padre il mandato ricevuto: far conoscere il suo amore al mondo, attraverso il dono della vita eterna (cfr Gv 17,2). La vita che egli offre è significativamente spiegata come un dono di conoscenza. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l unico vero Dio, e colui che hai mandato (Gv 17,3). La conoscenza, nel linguaggio biblico dell'antico e del Nuovo Testamento, non interessa solo la sfera intellettuale, ma implica normalmente un esperienza vitale che chiama in causa la persona umana nella sua globalità e quindi anche nella sua capacità d amare. È una conoscenza che fa incontrare Dio, ponendosi all interno di quel processo che la tradizione teologica orientale ama chiamare divinizzazione e che si compie per l'azione interiore e trasformante dello Spirito di Dio (cfr san Gregorio di Nissa, Oratio catech., 37: PG 45, 98B). Abbiamo già toccato tali temi nella catechesi per l anno dello Spirito Santo. Tornando ora sulla citata frase di Gesù, vogliamo approfondire che cosa significa conoscere vitalmente Dio Padre. 2. Si può conoscere Dio come padre a diversi livelli, secondo la prospettiva da cui si guarda, e l aspetto del mistero che si considera. C è una conoscenza naturale di Dio a partire dalla creazione: essa conduce a riconoscere in Lui l origine e la causa trascendente del mondo e dell'uomo e in questo senso a intuirne la paternità. Questa conoscenza si approfondisce alla luce progressiva della Rivelazione, cioè sulla base delle parole e degli interventi storico-salvifici di Dio (cfr CCC, 287). Nell Antico Testamento conoscere Dio come padre significa risalire alle origini del popolo dell'alleanza: Non è lui il Padre che ti ha creato, che ti ha fatto e ti ha costituito? (Dt 32,6). Il riferimento a Dio in quanto padre garantisce e conserva l unità dei membri di una stessa famiglia: Non abbiamo forse tutti noi un solo Padre? Forse non ci ha creati un unico Dio? (Ml 2,10). Si riconosce Dio come padre anche nel momento in cui redarguisce il figlio per il suo bene: Il Signore corregge chi ama, come un padre il figlio prediletto (Pr 3,12). E ovviamente un padre può essere sempre invocato nell ora dello sconforto: Esclamai: Signore, mio padre tu sei e campione della mia salvezza, non mi abbandonare nei giorni dell'angoscia, nel tempo dello sconforto e della desolazione (Sir 51,10). In tutte queste forme vengono applicate a Dio per eccellenza quei valori che si sperimentano nella paternità umana. Si intuisce tuttavia che non è possibile conoscere a fondo il contenuto di una tale paternità divina, se non nella misura in cui Dio stesso la manifesta. 3. Negli eventi della storia della salvezza si rivela sempre più l iniziativa del Padre, che con la sua azione interiore apre il cuore dei credenti ad accogliere il Figlio incarnato. Conoscendo Gesù essi potranno conoscere anche Lui, il Padre. È quanto insegna Gesù stesso rispondendo a Tommaso: Se conoscete me, conoscerete anche il Padre (Gv 14,7, cfr. vv. 7-10). Bisogna dunque credere in Gesù e guardare a lui, luce del mondo, per non rimanere nelle tenebre dell ignoranza (cfr Gv 12, 44-46) e per conoscere che la sua dottrina viene da Dio (cfr Gv 7, 17s.). A questa condizione è possibile conoscere il Padre, diventando capaci di adorarlo in spirito e verità (Gv 4, 23). Questa conoscenza viva è inseparabile dall amore. Viene comunicata da Gesù, come egli ha detto nella sua preghiera sacerdotale: Padre giusto, io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l amore con il quale mi hai amato sia in essi (Gv 17, 25-26). Quando preghiamo il Padre, siamo in comunione con lui e con il Figlio suo Gesù Cristo. È allora che lo conosciamo e lo riconosciamo in uno stupore sempre nuovo (CCC, 2781). Conoscere il Padre significa, dunque, trovare in lui la fonte del nostro essere e della nostra unità, in quanto membri di un unica famiglia, ma significa anche essere immersi in una vita, soprannaturale, la vita stessa di Dio. 4. L annuncio del Figlio rimane dunque la via maestra per conoscere e far conoscere il Padre; infatti, come ricorda una suggestiva espressione di sant Ireneo, la conoscenza del Padre è il Figlio (Adv. haer., 4,6,7: PG 7, 990B). È la possibilità offerta a Israele, ma anche alle genti, come Paolo sottolinea nella Lettera ai Romani: Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche dei pagani? Certo, anche dei pagani! Poiché non c è che un solo Dio, il quale giustificherà per la fede i circoncisi, e per mezzo della fede anche i non circonci- Pag. 10 di 73

11 si (Rm 3,29s.). Dio è unico, ed è Padre di tutti, desideroso di offrire a tutti la salvezza operata per mezzo del suo Figlio: è quello che il vangelo di Giovanni chiama il dono della vita eterna. Questo dono ha bisogno di essere accolto e comunicato, sull'onda di quella riconoscenza che faceva dire a Paolo, nella Seconda Lettera ai Tessalonicesi: Noi però dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, attraverso l opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità (2 Ts 2,13). Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier les élèves de l école Saint-Marie de Neuilly et leurs accompagnatrices. J accorde à tous les fidèles présents la Bénédiction apostolique. I extend a particular welcome to the Swedish Women s Educational Association. Upon all the Englishspeaking pilgrims and visitors, especially those from England, Sweden, Denmark, Norway, Korea, Canada and the United States of America, I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. Mit dieser kurzen Betrachtung grüße ich alle Pilger und Besucher aus Deutschland, Österreich und der Schweiz. Insbesondere heiße ich die Seminaristen des Priesterseminars der Diözese Essen willkommen. Außerdem begrüße ich eine Gruppe von Politikern aus Bayern und Baden-Württemberg. Gern erteile ich Euch und Euren Lieben daheim sowie allen, die über Radio Vatikan oder das Fernsehen mit uns verbunden sind, den Apostolischen Segen. Dirijo un cordial saludo a los peregrinos de lengua española que han venido de España y los diversos países latinoamericanos. Os invito a reforzar cada día más el gran don de la fe que habéis recibido desde antiguo, allanando los caminos de la fraternidad y la paz con el sentimiento profundo de ser hijos de un Padre común. Saúdo com especial afecto os peregrinos portugueses, que porventura aqui se encontrem. Que o Deus da paz e fonte de toda misericórdia infunda em vossos corações a alegria em Cristo ressuscitado, causa de esperança nos bens futuros. E que Deus abençoe a vós e vossas famílias. Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese Vorrei porgere il benvenuto a tutti i pellegrini belgi e neerlandesi. Vi auguro che il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli rafforzi la vostra fede in Cristo, unico Salvatore del mondo, e dia un nuovo slancio all evangelizzazione nelle vostre parrocchie. Di cuore imparto la Benedizione Apostolica. Traduzione italiana del saluto in lingua croata Cari universitari di Zagabria, vi saluto cordialmente. Benvenuti! Il dono della fede in Cristo, che avete ricevuto, vi aiuti a scoprire il senso e il fine della vostra vita, ed a rendere testimonianza all amore infinito di Dio. Affido voi e il vostro futuro all intercessione della Santissima Madre di Dio e vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica. Siano lodati Gesù e Maria! Traduzione italiana del saluto in lingua ceca Un cordiale benvenuto agli Amici Salesiani di Don Bosco, di Praga. Carissimi, la Solennità di dopodomani ci presenterà San Giuseppe, quale uomo di Dio che ha vissuto acacnto a Gesù e a Maria con sempre pronta disponibilità e generosa attenzione. Imitiamolo! Vi benedico tutti di cuore! Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese Saluto cordialmente i pellegrini giunti dall Ungheria, da Budapest e da Tiszaújváros. Carissimim auspico di cuore che questo odierno incontro presso la tomba di san Pietro apostolo confermi in ciascuno di voi lo spirito della comunione con la Chiesa Universale. Con tali sentimenti, imparto la mia Benedizione Apostolica a voi e alla vostra Patria. Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini di lingua italiana. In particolare, alla delegazione della Consulta degli studenti della Provincia di Grosseto, preoccupati della formazione corretta e completa di ogni cittadino, ed agli adolescenti del Decanato di Vimercate, dell'arcidiocesi di Milano, venuti per la loro professione di fede. Saluto, poi, Monsignor Riccardo Fontana, Arcivescovo di Norcia-Spoleto e gli Abati Ordinari di Subiaco e Montecassino, e con loro la delegazione nazionale reduce dalla Macedonia ove è stata accesa la "Fiaccola Benedettina" della pace. Possa tale impresa, animata dal motto "pro Europa una", contribuire alla formazione di una coscienza attenta alla solidarietà ed alla cultura della pace, seguendo l'esempio di San Benedetto, apostolo infaticabile tra i popoli dell'europa. Saluto la delegazione dell'associazione "Italia Marathon Club", accompagnata dai Rappresentanti dell'amministrazione comunale di Roma e dai Responsabili della Federazione Italiana di Atletica Leggera, ed auguro che la Maratona di Roma, in programma domenica prossima, contribuisca a promuovere gli autentici valori dello sport. Saluto, ancora, il gruppo delle Edizioni Paoline e della Sony Classical che, in collaborazione con la Radio Vaticana, hanno edito il CD "Abba Pater", ed invoco per ciascuno di loro copiosi doni celesti, perché continuino con generoso slancio nel loro impegno culturale. Ed ora il mio saluto va ai giovani qui presenti. Cari giovani, incontrarvi è sempre per me motivo di consolazione e di speranza, perché la vostra età è la primavera della vita. Siate sempre fedeli all'amore che Dio ha per voi. Rivolgo ora un pensiero affettuoso a voi, cari ammalati. Quando si soffre, tutta la realtà in noi e attorno a noi sembra rabbuiarsi, ma, nell'intimo del nostro cuore, questo non deve spegnere la luce consolante della fede. Cristo con la sua croce ci sostiene nella prova. E voi, cari sposi novelli, che saluto cordialmente, siate grati a Dio per il dono della famiglia. Contando sempre sul suo aiuto, fate della vostra esistenza una missione di amore fedele e generoso. Il Signore vi accompagni e sempre vi protegga. Pag. 11 di 73

12 Mercoledì, 24 marzo Proseguendo nella nostra meditazione su Dio Padre, oggi vogliamo soffermarci sul suo amore generoso e provvidente. La testimonianza della Scrittura è unanime: la sollecitudine della divina Provvidenza è concreta e immediata; essa si prende cura di tutto, dalle più piccole cose fino ai grandi eventi del mondo e della storia (CCC, 303). Possiamo prendere le mosse da un testo del Libro della Sapienza, in cui la Provvidenza divina è contemplata in azione a favore d una barca in mezzo al mare: La tua provvidenza, o Padre, la guida, perché tu hai predisposto una strada anche nel mare, un sentiero sicuro anche fra le onde, mostrando che puoi salvare da tutto, sì che uno possa imbarcarsi anche senza esperienza (Sap 14,3-4). In un salmo si ritrova ancora l'immagine del mare, solcato dalle navi e nel quale guizzano animali piccoli e grandi, per ricordare il nutrimento che Dio fornisce a tutti gli esseri viventi: Tutti da te aspettano che tu dia loro cibo in tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono, tu apri la mano, si saziano di beni (Sal 104,27-28). 2. L immagine della barca in mezzo al mare, raffigura bene la nostra situazione di fronte al Padre provvidente. Egli come dice Gesù fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti (Mt 5,45). Tuttavia, di fronte a questo messaggio dell'amore provvidente del Padre, viene spontaneo chiedersi come si possa spiegare il dolore. E occorre riconoscere che il problema del dolore costituisce un enigma davanti al quale la ragione umana si smarrisce. La divina Rivelazione ci aiuta a comprendere che esso non è voluto da Dio, essendo entrato nel mondo a causa del peccato dell'uomo (cfr Gn 3,16-19). Dio lo permette per la salvezza stessa dell'uomo, traendo il bene dal male. Dio onnipotente, essendo supremamente buono, non permetterebbe mai che un qualsiasi male esistesse nelle sue opere, se non fosse sufficientemente potente e buono, da trarre dal male stesso il bene (sant Agostino, Enchiridion de fide, spe et caritate, 11,3: PL 40, 236). Significative, a tal proposito, le parole rassicuranti, rivolte da Giuseppe ai suoi fratelli, che l'avevano venduto ed ora dipendevano dal suo potere: Non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio... Se voi avete pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi s avvera: far vivere un popolo numeroso (Gn 45,8; 50,20). I progetti di Dio non coincidono con quelli dell uomo; sono infinitamente migliori, ma spesso restano incomprensibili alla mente umana. Dice il Libro dei Proverbi: Dal Signore sono diretti i passi dell uomo e come può l uomo comprendere la propria via? (Pr 20,24). Nel Nuovo Testamento Paolo enuncerà questo consolante principio: Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio (Rm 8,28). 3. Quale deve essere il nostro atteggiamento di fronte a questa provvida e lungimirante azione divina? Non dobbiamo certo attendere passivamente ciò che Egli ci manda, bensì collaborare con Lui, affinché porti a compimento quanto ha iniziato ad operare in noi. Dobbiamo essere solleciti soprattutto nella ricerca dei beni celesti. Questi devono stare al primo posto, come lo richiede Gesù: Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia (Mt 6,33). Gli altri beni non devono essere oggetto di preoccupazioni eccessive, perché il nostro Padre celeste conosce quali sono le nostre necessità; ce l insegna Gesù quando esorta i suoi discepoli ad un abbandono filiale alla Provvidenza del Padre celeste, il quale si prende cura dei più elementari bisogni dei suoi figli (CCC, 305): Non cercate che cosa mangerete e berrete, e non state con l animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno (Lc 12,29s.). Noi siamo dunque chiamati a collaborare con Dio, in atteggiamento di grande fiducia. Gesù ci insegna a chiedere al Padre celeste il pane quotidiano (cfr Mt 6,11; Lc 11,3). Se lo riceviamo con riconoscenza, verrà anche spontaneo ricordare che nulla ci appartiene, e dobbiamo essere pronti a donarlo: Da a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo (Lc 6,30). 4. La certezza dell'amore di Dio ci fa confidare nella sua provvidenza paterna anche nei momenti più difficili dell'esistenza. Questa piena fiducia in Dio Padre provvidente, anche in mezzo alle avversità, è mirabilmente espressa da santa Teresa di Gesù: Niente ti turbi, niente ti spaventi. Tutto passa, Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio non manca di nulla. Dio solo basta (Poesie, 30). La Scrittura ci offre un esempio eloquente di totale affidamento a Dio quando racconta che Abramo aveva maturato la decisione di sacrificare il figlio Isacco. In realtà Dio non voleva la morte del figlio, ma la fede del padre. E Abramo la dimostra pienamente, poiché quando Isacco gli chiede dove sia l agnello dell olocausto, osa rispondergli che Dio provvederà (Gn 22,8). E subito dopo sperimenterà appunto la benevola provvidenza di Dio, che salva il giovanetto e premia la sua fede, colmandolo di benedizione. Occorre dunque interpretare simili testi alla luce dell'intera rivelazione che raggiunge la sua pienezza in Gesù Cristo. Egli ci insegna a riporre in Dio un'immensa fiducia anche nei momenti più difficili: inchiodato sulla Croce, Gesù si abbandona totalmente al Padre: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito (Lc 23,46). Con questo atteggiamento Egli eleva a un livello sublime quanto Giobbe aveva sintetizzato nelle note parole: Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore! (Gb 1,21). Anche ciò che umanamente è una sventura, può rientrare in quel grande progetto di amore infinito col quale il Padre provvede alla nostra salvezza. Je salue les pèlerins francophones présents à cette audience, en particulier des jeunes des collèges Sainte- Marie de Neuilly, Saint- Jean de Passy, de Hazebrouck et de la Guadeloupe. J accorde à tous de grand cœur la Bénédiction apostolique. I warmly welcome the many English-speaking pilgrims and visitors present, especially those from England, Denmark, Tanzania, Japan and the United States of America. Upon you and your families, I invoke the a- bundant blessings of Almighty God. Pag. 12 di 73

13 Mit diesen Gedanken grüße ich die Pilger und Besucher aus dem deutschen Sprachraum. Besonders heiße ich die vielen Schüler und Jugendlichen willkommen. Euch allen, Euren Lieben daheim sowie den über Radio Vatikan oder das Fernsehen mit uns verbundenen Gläubigen erteile ich gern den Apostolischen Segen. Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española. En especial a los seminaristas menores de Granada, a los fieles de Plasencia, Cáceres y Torrent, y a los estudiantes de Madrid y Barcelona, así como al numeroso grupo de Empresarios Latino americanos. Que la certeza del amor de Dios os ayude a confiar en su Providencia paternal incluso en los momentos más difíciles de vuestra vida. A todos os bendigo de corazón. Amados peregrinos de língua portuguesa, esta vinda a Roma, já perto da Semana da Paixão, possa gravar nos vossos corações os sentimentos filiais que animavam Jesus no seu caminho até à cruz, na sua passagem da morte à ressurreição, na sua subida para o Pai. Assim vos desejo uma Páscoa feliz, ao conceder, a vós e aos vossos entes queridos, a Bênção Apostólica. Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese Adesso mi rivolgo a tutti i pellegrini neerlandesi e belgi. Carissimi fratelli e sorelle, auguro che il vostro pellegrinaggio in questo periodo di Quaresima rafforzi il vostro amore ed il vostro impegno per la Chiesa. Siate solidali con tutti coloro che soffrono, e pregate per loro. Di cuore imparto la Benedizione Apostolica. Traduzione italiana del saluto in lingua lituana Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini giunti dalla Lituania. Carissimi, siamo alla fine dell'itinerario penitenziale della Quaresima - il tempo della misericordia divina e dell'autentico rinnovamento interiore e comunitario. Possano questi giorni di grazia confermare ciascuno di voi nell'amore di Cristo che si è immolato per la salvezza del mondo! Con affetto imparto a tutti la mia Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo. Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese Saluto cordialmente i pellegrini dall Ungheria, da Sátoraljaújhely. Nella catechesi odierna abbiamo meditato su Dio Padre provvidente. Carissimi, auspico di cuore che la Provvidenza di Dio vi accompagni sempre. Con tali sentimenti, imparto la mia Benedizione Apostolica a voi e alla vostra Patria. Sia lodato Gesù Cristo. Traduzione italiana del saluto in lingua croata Saluto cordialmente il gruppo dei Professori e degli Studenti del Collegio e del Liceo Classico di Pazin, come pure i gruppi di fedeli di Split e dei dintorni e dei pensionati di Podsused in Zagreb. Carissimi, «la parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente» (Col 3, 16) e vi aiuti a collaborare attivamente con lo Spirito Santo a perfezionare continuamente la vostra fede, per mezzo dei Suoi molteplici doni (cfr Dei verbum, 5). In tal modo, porterete abbondanti frutti di carità e di santità e contribuirete efficacemente alla crescita e allo sviluppo della società umana. Vi accompagni sempre la benedizione di Dio. Siano lodati Gesù e Maria! Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana e, in modo speciale, ai fedeli del Santuario di Nostra Signora della Guardia, dell'arcidiocesi di Genova, accompagnati dall'arcivescovo, il Cardinale Dionigi Tettamanzi. Cari Fratelli e Sorelle, auspico di cuore che questa visita rinsaldi in voi la fedeltà al Vangelo e l'autentica devozione alla Madre di Dio. Saluto, inoltre, i cresimandi della Diocesi di Brescia e quelli della Diocesi di Ascoli Piceno, guidati dal Vescovo Monsignor Silvano Montevecchi, come pure i giovani del movimento "Missionari casertani", presenti con il loro Pastore diocesano, Monsignor Raffaele Nogaro. Carissimi, siete venuti molto numerosi a farmi visita. Vi ringrazio di cuore e, mentre esprimo apprezzamento per tale iniziativa in preparazione al Grande Giubileo dell'anno Duemila, assicuro la mia preghiera, perché quest'incontro contribuisca a rafforzarvi nella generosità per annunciare a tutti Gesù Cristo, Salvatore del mondo. Saluto, poi, il gruppo del Periodico cattolico "Il Movimento", di Forlì, i membri dell'associazione Direttori d'albergo e la delegazione dell'associazione Internazionale "Amici della Terra Santa", particolarmente impegnati nel lavoro preparatorio al Grande Giubileo dell'anno Duemila. Tutti ringrazio per la visita ed invoco su ciascuno copiosi doni della benevolenza divina. Rivolgo ora un caro saluto ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. La Solennità dell'annunciazione, che domani celebreremo, sia per tutti un invito a seguire l'esempio di Maria Santissima: per voi, cari giovani, si traduca in pronta disponibilità alla chiamata del Padre, perché possiate essere fermento evangelico nella società; per voi, fratelli sofferenti, sia sprone a rinnovare l'accettazione serena e confidente della Croce, mezzo di redenzione dell'intera umanità; per voi, cari sposi novelli, il sì di Maria sia di costante incitamento nell'impegno di costruire una famiglia fondata sul reciproco e fedele amore, ispirato ai perenni valori cristiani. Al termine dell Udienza Generale, prima del canto del Pater Noster, il Santo Padre ha invitato i presenti a pregare in particolare per il Kosovo: Vogliamo adesso elevare una speciale preghiera al Padre della Misericordia perché conceda il dono della pace di cui soprattutto il Kosovo e l'europa hanno tanto bisogno oggi. Mercoledì, 31 marzo Con domenica scorsa, Domenica delle Palme, siamo entrati nella settimana detta «santa», perché in essa commemoriamo gli eventi centrali della nostra redenzione. Il cuore di questa settimana è il Triduo della Passione e della Risurrezione del Signore che, come si legge nel Messale Romano, "risplende al vertice dell'anno liturgico, perché l'opera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio è stata compiuta da Cristo specialmente per mezzo del mistero pasquale, col quale, morendo, ha distrutto la nostra morte, e, risorgendo, ci ha ridonato la vita" (Norme Generali, 18). Pag. 13 di 73

14 Nella storia dell'umanità nulla è avvenuto di più significativo e di maggior valore. Al termine della Quaresima, ci apprestiamo così a vivere con fervore i giorni più importanti per la nostra fede, intensifichiamo il nostro impegno a seguire, con sempre più grande fedeltà, Cristo, Redentore dell'uomo. 2. La Settimana Santa ci conduce a meditare sul senso della Croce, in cui "la rivelazione dell'amore misericordioso di Dio raggiunge il suo culmine" (cfr Dives in misericordia, 8). In maniera tutta particolare, ci stimola a tale riflessione il tema di questo terzo anno di immediata preparazione al Grande Giubileo del Duemila, dedicato al Padre. Ci ha salvati la sua infinita misericordia. Egli, per redimere l'umanità, ha liberamente donato il suo Figlio Unigenito. Come non ringraziarlo? La storia è illuminata e guidata dall'evento incomparabile della redenzione: Dio, ricco di misericordia, ha effuso su ogni essere umano la sua infinita bontà, per mezzo del sacrificio di Cristo. Come manifestare in modo adeguato la nostra riconoscenza? La liturgia di questi giorni, se da un lato ci fa elevare al Signore, vincitore della morte, un inno di ringraziamento, ci chiede, al tempo stesso, di eliminare dalla nostra vita tutto ciò che ci impedisce di conformarci a lui. Contempliamo Cristo nella fede e ripercorriamo le tappe decisive della salvezza da lui operata. Ci riconosciamo peccatori e confessiamo la nostra ingratitudine, la nostra infedeltà e la nostra indifferenza di fronte al suo amore. Abbiamo bisogno del suo perdono che ci purifichi e ci sostenga nell'impegno di interiore conversione e di perseverante rinnovamento dello spirito. 3. "Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia: nella tua grande bontà cancella il mio peccato... Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato" (Sal 50,1.4). Queste parole, che abbiamo proclamato il Mercoledì delle Ceneri, ci hanno accompagnato durante tutto l'itinerario quaresimale. Esse risuonano nel nostro spirito con singolare intensità all'approssimarsi dei giorni santi, nei quali ci viene rinnovato il dono straordinario della remissione delle colpe, ottenuto per noi da Gesù sulla Croce. Di fronte al Crocifisso, richiamo e- loquente alla misericordia di Dio, come non pentirsi dei propri peccati e non convertirsi all'amore? Come non riparare concretamente i torti causati agli altri e restituire i beni acquisiti in modo non onesto? Il perdono esige gesti concreti: il pentimento è vero ed efficace solo quando si traduce in atti tangibili di conversione e di giusta riparazione. 4. "Nella tua fedeltà soccorrimi, Signore"! Così ci esorta a pregare l'odierna liturgia del Mercoledì Santo, tutta proiettata verso gli eventi salvifici che commemoreremo nei prossimi giorni. Proclamando quest'oggi il Vangelo di Matteo sulla Pasqua e sul tradimento di Giuda, pensiamo già alla solenne Messa "in Cena Domini" di domani pomeriggio, che ricorderà l'istituzione del Sacerdozio e dell'eucaristia, nonché il comando "nuovo" dell'amore fraterno lasciatoci dal Signore alla vigilia della sua morte. Tale suggestiva celebrazione sarà preceduta, domani mattina, dalla Messa crismale, che in tutte le cattedrali del mondo il Vescovo presiede attorniato dal suo presbiterio. Vengono benedetti gli oli sacri per il Battesimo, per l'unzione degli infermi ed il Crisma. In serata, poi, terminata la Messa "in Cena Domini", vi sarà il tempo dell'adorazione, quasi in risposta all'invito che Gesù rivolse ai suoi discepoli nella drammatica notte della sua agonia: «Restate qui e vegliate con me» (Mt 26,38). Il Venerdì Santo è giorno di grande commozione, nel quale la Chiesa ci farà riascoltare il racconto della Passione di Cristo. L'"adorazione" della Croce sarà al centro dell'azione liturgica che in quel giorno verrà celebrata, mentre la Comunità ecclesiale prega intensamente per le necessità dei credenti e del mondo intero. Subentra, quindi, una fase di profondo silenzio. Tutto tacerà sino alla notte del Sabato Santo. Nel cuore delle tenebre irromperanno la gioia e la luce con i suggestivi riti della Veglia pasquale ed il canto festoso dell'"alleluia". Sarà l'incontro nella fede con Cristo risorto e la gioia pasquale si prolungherà per tutti i cinquanta giorni che seguiranno. 5. Carissimi Fratelli e Sorelle, disponiamoci a rivivere questi eventi con intimo fervore insieme a Maria Santissima, presente nel momento della passione del suo Figlio e testimone della sua risurrezione. Dice un canto polacco: "Madre santissima, eleviamo il nostro grido al tuo Cuore trafitto con la spada del dolore!". Maria accetti le nostre preghiere ed i sacrifici di coloro che soffrono; avvalori i nostri propositi quaresimali e ci accompagni mentre seguiremo Gesù nell'ora della prova estrema. Cristo, martoriato e crocifisso, è sorgente di forza e segno di speranza per tutti i credenti e per l'intera umanità. Je salue cordialement les pèlerins francophones, notamment l'évêque de Tulle, Monseigneur Le Gal, et ses diocésains, ainsi que les jeunes de Marseille, d'armeintières et de Québec. J accorde à tous les fidèles présents la Bénédiction apostolique. I am pleased to offer a special word of greeting to the English-speaking visitors and pilgrims who are with us today, especially those from England, Australia, Japan and the United States: may the grace and peace of this most holy season be with you and your families always! Mit diesen Gedanken grüße ich die Pilger und Besucher, die aus den Ländern deutscher Sprache nach Rom gekommen sind. Euch allen, Euren lieben Angehörigen daheim und allen, die mit uns über Radio Vatikan und das Fernsehen verbunden sind, erteile ich von Herzen den Apostolischen Segen. Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española. En especial a los responsables de la Organización de Cooperación Internacional, así como a los alumnos procedentes de Madrid, Nájera, Bullas, San Cugat y Novelda. También a los demás peregrinos mexicanos y de los otros países latinoamericanos. A todos os bendigo de corazón. Saúdo com afecto os peregrinos de língua portuguesa anunciados nesta Audiência: com uma benevolente palavra de bons votos de esperança pascal e de paz, os portugueses da Paróquia de Torres Vedras; sede bemvindos e que a luz da Páscoa ilumine de esperança a Pag. 14 di 73

15 vossa vida sob a protecção de Santa Maria. E a todos a minha Bênção! Traduzione italiana del saluto in lingua croata Saluto cordialmente gli studenti del II e del III Liceo di Split, come pure i giovani della Parrocchia della Regina della Pace a Makarska, e i gruppi di pellegrini provenienti da altre località croate. Benvenuti! Carissimi, domani sera con la Santa Messa in Cena Domini inizia la celebrazione del Sacro Triduo Pasquale. Esso rappresenta il vertice dell Anno liturgico e, nello stesso tempo, ci ricorda l immensità dell amore di Dio verso l uomo, manifestatosi in modo del tutto particolare nella Passione, nella Morte e nella Risurrezione di Cristo. Sappiate riscoprire in pienezza tale amore, testimoniandolo sempre e ovunque. Su di voi e sulle vostre famiglie invoco la benedizione di Dio. Siano lodati Gesù e Maria! Traduzione italiana del saluto in lingua slovena Saluto gli studenti ed i professori del Ginnasio sloveno a Celovec - Klagenfurt in Austria. Possa la visita dei monumenti romani arricchire la vostra cultura ed approfondire la vostra fede. Con questo desiderio vi impartisco la mia benedizione apostolica. Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese Saluto cordialmente i pellegrini dall Ungheria, da Budapest. Nella catechesi odierna abbiamo meditato sul Sacro Triduo e sul Mistero pasquale. Carissimi, vi auspico di cuore di festeggiare degnamente la passione, morte e risurrezione del Nostro Signore. Con tali sentimenti, imparto la mia Benedizione Apostolica a voi e alla vostra Patria. Traduzione italiana del saluto in lingua lituana Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Lituania. Cari Fratelli e Sorelle, vi ringrazio per la vostra presenza e vi auguro che i momenti della Settimana Santa vissuti a Roma dispongano ogni cuore al dialogo con Dio, attraverso la riflessione, la penitenza e i gesti dell amore verso il prossimo. Con tali auspici, invocando su di voi, sulle vostre famiglie e sull intera popolazione della vostra Patria l abbondanza dei doni celesti, a tutti imparto la propiziatrice Benedizione Apostolica. Buona Santa Pasqua a tutti! Saluto cordialmente tutti i pellegrini di lingua italiana. In particolare, desidero rivolgere il mio pensiero alla squadra di ciclismo professionisti "Amore & Vita Fanini Team" e al gruppo dilettanti "Mamma e Michela Fanini". Tutti ringrazio per la loro gradita visita, augurando a ciascuno che questi giorni della Settimana Santa siano occasione propizia per rafforzare la fede e l'adesione al Vangelo. Rivolgo infine il mio cordiale pensiero ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli. La contemplazione della passione, morte e risurrezione di Gesù, cari giovani, vi renda sempre più saldi nella testimonianza cristiana. E voi, cari ammalati, traete dalla Croce di Cristo, il sostegno quotidiano per superare i momenti di prova e di sconforto. A voi, cari sposi novelli, dal mistero pasquale, che in questi giorni contempliamo, venga un incoraggiamento a fare della vostra famiglia un luogo di amore fedele e fecondo. A tutti la mia benedizione. Mercoledì, 7 aprile 1999 Il Padre: amore esigente 1. L'amore di Dio Padre per noi non ci può lasciare indifferenti, anzi richiede di essere ricambiato con un impegno costante di amore. Questo impegno assume significati sempre più profondi quanto più ci avviciniamo a Gesù, che vive pienamente in comunione con il Padre, facendosi modello per noi. Nel contesto culturale dell Antico Testamento l'autorità del padre è assoluta, e viene assunta come termine di confronto per descrivere l autorità di Dio creatore, a cui non è lecito muovere contestazioni. Si legge in I- saia: Chi oserà dire a un padre: 'Che cosa generi?' o a una donna: 'Che cosa partorisci?'. Dice il Signore, il Santo di Israele, che lo ha plasmato: 'Volete interrogarmi sul futuro dei miei figli e darmi ordini sul lavoro delle mie mani?' (Is 45,10s.). Un padre ha pure il compito di guidare il figlio, ammonendolo con severità, se necessario. Il Libro dei Proverbi ricorda che ciò vale anche per Dio: Il Signore corregge chi ama, come un padre il figlio prediletto (Pr 3,12; cfr Sal 103,13). Il profeta Malachia da parte sua attesta l affetto compassionevole di Dio verso i suoi figli (Ml 3,17), ma si tratta pur sempre d'un amore esigente: Tenete a mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull Oreb statuti e norme per tutto Israele (Ml 3,22). 2. La legge che Dio dà al suo popolo non è un peso imposto da un padrone tirannico, ma l espressione di quell amore paterno che indica il giusto sentiero della condotta umana e la condizione per ereditare le promesse divine. È questo il senso dell ingiunzione del Deuteronomio: Osserva i comandi del Signore tuo Dio, camminando sulle sue vie e temendolo; perché il Signore tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile (Dt 8,5-7). In quanto sancisce l alleanza tra Dio e i figli d Israele la legge è dettata dall amore. Ma il trasgredirla non è senza conseguenze, comportando esiti dolorosi, che sono tuttavia sempre dominati dalla logica dell'amore, perché costringono l uomo a prendere salutare coscienza di una dimensione costitutiva del suo essere. È scoprendo la grandezza dell amore di Dio che il nostro cuore viene scosso dall orrore e dal peso del peccato e comincia a temere di offendere Dio con il peccato e di essere separato da lui (CCC, 1432). Se si stacca dal Creatore, l uomo precipita necessariamente nel male, nella morte, nel nulla. Al contrario, l adesione a Dio è fonte di vita e benedizione. È quanto sottolinea lo stesso Libro del Deuteronomio: Vedi, io oggi pongo davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso (Dt 30,15s.). 3. Gesù non abolisce la Legge nei suoi valori fondamentali, ma la perfeziona, come dice egli stesso nel di- Pag. 15 di 73

16 scorso della montagna: Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per a- bolire, ma per dare compimento (Mt 5,17). Gesù addita il cuore della Legge nel precetto dell amore, e ne sviluppa le esigenze radicali. Ampliando il precetto dell Antico Testamento, egli comanda di amare amici e nemici, e spiega questa estensione del precetto facendo riferimento alla paternità di Dio: Perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti (Mt 5,43-45; cfr CCC, 2784). Con Gesù avviene un salto di qualità: egli sintetizza la Legge e i Profeti in una sola norma, tanto semplice nella sua formulazione quanto difficile nell attuazione: Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro (cfr Mt 7,12). Questa è addirittura presentata come la via da percorrere per essere perfetti come il Padre celeste (cfr Mt 5,48). Chi agisce così, rende testimonianza agli uomini perché sia glorificato il Padre che è nei cieli (cfr Mt 5,16), e si dispone a ricevere il Regno che egli ha preparato per i giusti, secondo le parole di Cristo nel giudizio finale: Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo (Mt 25,34). 4. Mentre annuncia l'amore del Padre, Gesù non manca mai di ricordare che si tratta di un amore impegnativo. Questo tratto del volto di Dio emerge da tutta la vita di Gesù. Il suo cibo è appunto attuare la volontà di colui che lo ha mandato (cfr Gv 4,34). Proprio perché egli cerca non la propria volontà, ma il volere del Padre che lo ha inviato nel mondo, il suo giudizio è giusto (cfr Gv 5,30). Il Padre perciò gli rende testimonianza (cfr Gv 5,37) e così pure le Scritture (cfr Gv 5,39). Soprattutto le opere che compie in nome del Padre garantiscono che egli è inviato da lui (cfr Gv 5,36; 10, ). Tra di esse, la più alta è quella di offrire la propria vita, come il Padre gli ha comandato: questo dono di sé è addirittura la ragione per cui il Padre lo ama (cfr Gv 10,17-18) ed è il segno che egli ama il Padre (cfr Gv 14,31). Se già la legge del Deuteronomio era cammino e garanzia di vita, la legge del Nuovo Testamento lo è in modo inedito e paradossale, esprimendosi nel comandamento di amare i fratelli fino a dare la vita per loro (cfr Gv 15,12-13). Il comandamento nuovo dell amore, come ricorda san Giovanni Crisostomo, ha la sua ragione ultima nell amore divino: Non potete chiamare vostro padre il Dio di ogni bontà, se conservate un cuore crudele e disumano; in tal caso, infatti, non avete più in voi l impronta della bontà del Padre celeste (Hom. in illud Angusta est porta : PG 51, 44B). In questa prospettiva c'è insieme continuità e superamento: la Legge si trasforma e si approfondisce come Legge dell'amore, l'unica che conviene al volto paterno di Dio. J'accueille avec plaisir les francophones. Je salue les pèlerins du diocèse de Tulle, venus avec leur Évêque, Mgr Le Gal, ceux d'alsace et de Bretagne ainsi que les nombreux jeunes, notamment ceux de Molenbeck, venus approfondir le dialogue islamo- chrétien, et ceux du collège Les Maristes de Bourg-de-Péage, dont je me prépare à canoniser le fondateur, Marcellin Champagnat. Que le Seigneur Ressuscité soit pour chacun joie et lumière sur la route! À tous je donne de grand cœur la Bénédiction apostolique. I extend a special greeting to the newly ordained Deacons from the Pontifical Irish College and the Pontifical Scots College: may God strengthen and guide you in your ministry of grace and hope. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors, especially those from England, Ireland, Scotland, Canada and the United States of America, I invoke the joy and peace of the Risen Saviour. Mit dieser Betrachtung grüße ich alle Pilger und Besucher aus Deutschland, Österreich, der Schweiz und dem Fürstentum Liechtenstein. Insbesondere heiße ich die Teilnehmer an der Pilgerfahrt des Bistums Würzburg in Begleitung des Diözesanbischofs Paul- Werner Scheele willkommen. Außerdem begrüße ich die vielen Ministranten- und Jugendgruppen. Allen wünsche ich schöne Ferientage in Rom. Gern erteile ich Euch und Euren Lieben daheim sowie allen, die über Radio Vatikan oder das Fernsehen mit uns verbunden sind, den Apostolischen Segen. Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española. En especial a las participantes en el IV Cursillo de Colaboradoras del Regnum Christi y a la Cofradía de la Virgen de la Soterraña, de Olmedo, que celebra el 75º aniversario de la coronación de la imagen, así como a los seminaristas de Barcelona y Barbastro y a los a- lumnos del Colegio de San Luis de los Franceses, de Madrid. A todos os bendigo de corazón, invitándoos a descubrir las exigencias del amor de Dios Padre. Saúdo e desejo a todos felicidades, paz e graça no Senhor. Saúdo em particular os grupos de portugueses de um agrupamento de escuteiros da Paróquia de S. Mamede, e os paroquianos de Gafanha da Nazaré, ambos de Lisboa: sede bem-vindos e sede felizes. Que a luz de Cristo ressuscitado anime sempre a vossa fé, esperança e caridade, numa vida digna, cristã e repleta de alegrias. E dou-vos de coração, extensiva aos vossos familiares e pessoas amigas, a minha Bênção. Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone (Lc 24,34). Con queste parole dal Vangelo secondo S. Luca saluto tutti i pellegrini belgi e neerlandesi. Vi auguro che il vostro cuore sia ardente mentre ascoltate la Parola del Risorto, e che riconosciate il Signore nella frazione del Pane. Di cuore imparto la Benedizione Apostolica. Traduzione italiana del saluto in lingua croata Saluto cordialmente i pellegrini venuti da varie parti della Croazia, e in particolare dall Arcidiocesi di Split- Makarska. Saluto l Arcivescovo Metropolita di Split- Makarska, il caro Mons. Ante Juric, l Ausiliare, Mons. Marin Barišic, e le Autorità locali. Nel salutare tutti, vorrei menzionare i Seminaristi del Seminario Minore Interdiocesano di Zagabria e quelli del Seminario Maggiore di Split. Pag. 16 di 73

17 Carissimi Fratelli e Sorelle, benvenuti! Vi accolgo molto volentieri. Voi siete venuti per restituirmi la Visita che io recentemente ho avuto modo di compiere nel vostro amato Paese, sostando, tra l altro, a Split e a Solin. Durante questo Viaggio pastorale abbiamo avuto modo di riflettere sulla missione che Gesù affida ai suoi discepoli prima di salire al Padre (cfr At 1, 4-8) e sulla chiamata alla santità che egli rivolge ad ogni cristiano. Questa universale vocazione è stata mirabilmente espressa dall eroico Cardinale Luigi Stepinac, che ho avuto la gioia di elevare agli onori degli altari, a Marija Bistrica. Carissimi, la fede, che ho potuto constatare in quella occasione, come pure nel mio primo viaggio apostolico in Croazia, rimanga viva in tutti, anzi cresca costantemente e dia frutti di autentico rinnovamento spirituale e sociale. Nutrite la vostra fede con l ascolto e la meditazione della Parola di Dio, con la regolare frequenza ai Sacramenti e con la preghiera personale e familiare. La Chiesa che è in Croazia, soltanto se rimane fedele a Cristo e al mandato da Lui ricevuto, potrà rispondere in maniera adeguata alle attese e alle sfide del momento presente. Mantenete fisso lo sguardo su Cristo, conservate intatta la gioia della Pasqua e custodite gelosamente il deposito della fede trasmesso dagli apostoli. A tutti voi presenti, alle vostre famiglie e all intera vostra Patria, imparto di cuore la Benedizione Apostolica. Siano lodati Gesù e Maria! Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca Saluto cordialmente il gruppo di universitari slovacchi, presenti all Udienza. Carissimi studenti, siamo nell Ottava di Pasqua, nella quale ricordiamo con partecipazione più intensa il mistero della risurrezione di Cristo, la sua vittoria sul peccato e sulla morte. Il Cristo risorto è presente tra noi e ci sprona a non vivere più per noi stessi, ma per Lui, che è morto e risorto per noi (cfr. 2 Cor 5,5). Con l augurio di vivere pienamente il Mistero della Pasqua imparto di cuore la mia Benedizione a voi, ai vostri cari e a tutta la Slovacchia. Traduzione italiana del saluto in lingua slovena Benvenuti i seminaristi di Ljubljana e Maribor in Slovenia, che avete voluto arricchire il mistero pasquale con la visita alla tomba di San Pietro e agli altri monumenti cristiani di Roma. Col desiderio che il Risorto Redentore sia la vostra guida sulla via del sacerdozio vi impartisco la mia Benedizione Apostolica. Traduzione italiana del saluto in lingua bielorussa Rivolgo un cordiale benvenuto ai membri della corale di Krinichka di Minsk. Carissimi, vi ringrazio per la vostra visita ed invoco ben volentieri su di voi e sui vostri cari copiose benedizioni dal cielo. Traduzione italiana del salito in lingua lituana Con affetto mi rivolgo ai pellegrini giunti dalla Lituania. Carissimi Fratelli e Sorelle, porgo i miei auguri pasquali a tutti voi e ai vostri cari: Buona Pasqua! Cristo Risorto riempia i vostri cuori del suo amore e della sua gioia! A tutti qui presenti e all intero popolo lituano imparto la mia Benedizione Apsotolica. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai seminaristi dell Arcidiocesi di Catania ed ai diaconi della Compagnia di Gesù accompagnati dai loro Superiori e familiari. Insieme a loro saluto i giovani presenti, specialmente i numerosi gruppi di ragazzi e di ragazze che fanno quest anno la loro Professione di fede. Essi provengono da diversi Decanati, Parrocchie e Oratori della Lombardia. Carissimi siate sempre fedeli al vostro Battesimo: vivete appieno la vostra consacrazione battesimale e siate testimoni di Cristo morto e risorto per noi. Rivolgo un pensiero affettuoso anche a voi, cari ammalati. La luce della Pasqua vi illumini e vi sostenga nella vostra sofferenza. E voi, cari sposi novelli, attingete al mistero pasquale il coraggio per essere protagonisti nella Chiesa e nella società, contribuendo con il vostro amore fedele e fecondo alla costruzione della civiltà dell'amore. Con tali auspici, vi benedico tutti di cuore. Mercoledì, 14 aprile 1999 Testimoniare Dio Padre: la risposta cristiana all ateismo 1. L orientamento religioso dell uomo scaturisce dalla sua stessa creaturalità, che lo spinge ad anelare a Dio da cui è creato a propria immagine e somiglianza (cfr Gn 2,17). Il Vaticano II ha insegnato che la ragione più alta della dignità dell uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da Lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e non si affida al suo Creatore (Gaudium et spes, 19). La via che conduce gli esseri umani alla conoscenza di Dio Padre è Gesù Cristo, il Verbo fatto carne, che viene a noi nella forza dello Spirito Santo. Come ho sottolineato nelle precedenti catechesi, una tale conoscenza è autentica e piena se non si riduce a un acquisizione del solo intelletto, ma coinvolge in modo vitale tutta la persona umana. Questa deve offrire al Padre risposta di fede e di amore, nella consapevolezza che, prima di conoscere, siamo stati già a nostra volta conosciuti ed amati da Lui (cfr Gal 4,9; 1 Cor 13,12; 1 Gv 4,19). Purtroppo questo legame intimo e vitale con Dio, pregiudicato dalla colpa dei progenitori fin dall'inizio della storia, è vissuto dall'uomo in modo fragile e contraddittorio, insidiato dal dubbio e spesso reciso dal peccato. L epoca contemporanea ha poi conosciuto forme particolarmente devastanti di ateismo teorico e pratico (cfr Lettera Enciclica Fides et ratio, nn ). Soprattutto si rivela rovinoso il secolarismo con la sua indifferenza nei confronti delle questioni ultime e della fede: esso di fatto esprime un modello di uomo totalmente sganciato dal riferimento al Trascendente. L ateismo pratico è così un'amara e concreta realtà. Se è vero che esso si manifesta soprattutto nelle civiltà economicamente e tecnicamente più avanzate, i suoi effetti si estendono anche a quelle situazioni e culture che stanno avviando un processo di sviluppo. Pag. 17 di 73

18 2. Occorre lasciarsi guidare dalla Parola di Dio per leggere questa situazione del mondo contemporaneo e rispondere alle gravi questioni che essa pone. Partendo dalla Sacra Scrittura, si noterà subito che essa non fa accenno all ateismo teorico, mentre si preoccupa di respingere l'ateismo pratico. Il Salmista taccia di stoltezza colui che pensa: Non c'è Dio (Sal 14,1), e si comporta di conseguenza: Sono corrotti, fanno cose abominevoli; nessuno più agisce bene (ibid). In un altro Salmo è biasimato l "empio insolente che disprezza il Signore", dicendo: Dio non se ne cura: Dio non esiste (Sal 10,4). Piuttosto che di ateismo, la Bibbia parla di empietà e idolatria. Empio e idolatra è colui che al vero Dio preferisce una serie di prodotti umani, falsamente ritenuti divini, viventi e operanti. All'impotenza degli idoli, e parallelamente di coloro che li fabbricano, vengono dedicate lunghe requisitorie profetiche. Con veemenza dialettica esse contrappongono alla vacuità ed inettitudine degli idoli fabbricati dall'uomo la potenza del Dio creatore e operatore di prodigi (cfr Is 44,9-20; Ger 10,1-16). Questa dottrina raggiunge il suo sviluppo più ampio nel Libro della Sapienza (cfr Sap 13-15), dove si presenta la via, che sarà poi evocata da san Paolo (cfr Rm 1,18-23), della conoscenza di Dio a partire dalle cose create. Essere atei significa allora non conoscere la vera natura della realtà creata, ma assolutizzarla e, per ciò stesso, idolatrarla, invece di considerarla orma del Creatore e via che conduce a lui. 3. L ateismo può perfino diventare una forma di ideologia intollerante, come la storia dimostra. Gli ultimi due secoli hanno conosciuto correnti di ateismo teorico che hanno negato Dio in nome di una pretesa autonomia assoluta o dell uomo o della natura o della scienza. È quanto sottolinea il Catechismo della Chiesa Cattolica: Spesso l ateismo si fonda su una falsa concezione dell autonomia umana, spinta fino al rifiuto di ogni dipendenza nei confronti di Dio (n. 2126). Questo ateismo sistematico si è imposto per decenni offrendo l illusione che, eliminando Dio, l uomo sarebbe stato più libero sia psicologicamente che socialmente. Le principali obiezioni mosse soprattutto nei confronti di Dio Padre, si attestano attorno all idea che la religione costituirebbe per gli uomini un valore di tipo compensativo. Rimossa l immagine del padre terreno, l uomo adulto proietterebbe in Dio l esigenza di un padre amplificato, da cui a sua volta affrancarsi perché impedirebbe il processo di maturazione degli esseri umani. Di fronte a forme di ateismo e alle loro motivazioni i- deologiche, qual è l'atteggiamento della Chiesa? La Chiesa non disprezza lo studio serio delle componenti psicologiche e sociologiche del fenomeno religioso, ma rifiuta con fermezza l'interpretazione della religiosità come proiezione della psiche umana o risultato di condizioni sociologiche. L autentica esperienza religiosa, infatti, non è espressione d infantilismo, ma atteggiamento maturo e nobile di accoglienza di Dio, che risponde all esigenza di significato globale della vita e impegna responsabilmente per una società migliore. 4. Il Concilio ha riconosciuto che, nella genesi dell ateismo, hanno potuto contribuire i credenti per non aver sempre manifestato adeguatamente il volto di Dio (cfr GS, 19; CCC, 2125). In questa prospettiva è proprio nella testimonianza del vero volto di Dio Padre la risposta più convincente all ateismo. Ciò ovviamente non esclude ma esige anche la corretta presentazione dei motivi di ordine razionale che portano al riconoscimento di Dio. Purtroppo tali ragioni sono spesso offuscate dai condizionamenti dovuti al peccato e da molteplici circostanze culturali. È allora l annuncio del Vangelo, avvalorato dalla testimonianza di una carità intelligente (cfr GS, 21), la via più efficace perché gli uomini possano intravedere la bontà di Dio e progressivamente riconoscerne il volto misericordioso. Je salue les pèlerins francophones présents à cette audience, en particulier des représentants de l union internationale des chemins de fer, des séminaristes de Nantes, la délégation des Scouts d Europe du Midi, la mission catholique italienne d Avignon et de Nîmes, le jeune orchestre d Avignon, des jeunes du Collège de Contes et de l aumônerie de Montbrison. J accorde à tous de grand cœur la Bénédiction apostolique. I extend a special welcome to Cardinal William Keeler and to the American Catholic and Jewish leaders involved in the Interreligious Information Center in Baltimore. Upon all the English-speaking visitors and pilgrims, especially those from England, Ireland, Denmark, Sweden, Sri Lanka, India, the Philippines, Japan and the United States of America, I invoke the joy and peace of the Risen Saviour. Mit diesen Gedanken grüße ich die Pilger und Besucher, die aus den Ländern deutscher Sprache nach Rom gekommen sind. Besonders heiße ich die Gruppe der Studentenmusik aus Einsiedeln willkommen. Euch allen, Euren lieben Angehörigen daheim und allen, die mit uns über Radio Vatikan und das Fernsehen verbunden sind, erteile ich von Herzen den Apostolischen Segen. Me es grato saludar a los peregrinos de España y de algunos Países de América Latina. De modo especial saludo a los sacerdotes que realizan un curso de renovación en el Pontificio Colegio Español de Roma. Saludo también a los grupos parroquiales y escolares. Que Dios Padre, al mostrarnos su misericordia, haga sentirnos hermanos unos de otros, buscando siempre la paz y rechazando el odio y las divisiones que pueden llevar a cualquier forma de guerra. Amados peregrinos do Brasil e de Portugal e outros mais que aqui se encontrem de língua portuguesa, sede benvindos! A ressurreição de Cristo abriu a estrada para além da morte; temos a estrada desimpedida até ao Céu. Que nada vos impeça de viver e crescer na amizade do Pai celeste, e testemunhar a todos a sua bondade e misericórdia! Sobre vós e vossas famílias, desça a sua Bênção generosa. Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese Un cordiale saluto a tutti i pellegrini neerlandesi e belgi! Pag. 18 di 73

19 Carissimi fratelli e sorelle, auguro che possiate sperimentare l amore e la grazia del Cristo Risorto in questo tempo pasquale, e riscoprire la vostra vocazione cristiana. Di cuore imparto la Benedizione Apostolica. Traduzione italiana del saluto in lingua croata Cari fratelli e sorelle, la Chiesa, mossa dallo Spirito Santo e fedele al suo Fondatore divino, Gesù Cristo, è in costante cammino verso il Padre che è nei cieli (cfr Mt 5,45). Egli ci ama immensamente e vuole che ci salviamo, raggiungendo la vita eterna preparata per ogni uomo. L attuale, terzo e ultimo, anno preparatorio al Grande Giubileo, vuole essere per ogni cristiano un tempo particolare per conoscere ancor di più tale amore e per rendergli testimonianza davanti al mondo. Saluto cordialmente tutti i pellegrini croati e su ciascuno di essi e sulle loro famiglie invoco la benedizione di Dio. Siano lodati Gesù e Maria! Traduzione italiana del saluto in lingua ceca Un cordiale benvenuto ai pellegrini della parrocchia di Praha-Michle-Krc! Carissimi, prego Dio onnipotente perché infonda in voi la vera gioia della Risurrezione e vi accompagni sempre con i suoi numerosi doni. Con questi voti vi benedico di cuore! Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca Saluto cordialmente il gruppo di pellegrini slovacchi provenienti da Banská Bystrica, Bratislava, Malacky e Nitra. Cari pellegrini, auspico che possiate vivere la gioia della Pasqua nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità, accogliendo lo Spirito che il Cristo risorto dona continuamente per purificarci dal peccato e santificarci con l abbondanza della divina grazia. Con questo augurio, vi imparto la Benedizione Apostolica. Traduzione italiana del saluto in lingua lituana Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Lituania. Carissimi, voglio augurarvi che l odierno incontro sia per tutti un momento particolare di grazia per riscoprire Cristo, luce e speranza del mondo ed annunciarlo con le generose opere della carità fraterna. Con tali auspici, imparto a ciascuno di voi e ai vostri familiari la Benedizione Apostolica. Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana. Rivolgo anzitutto un particolare pensiero ai membri della Consulta Nazionale Fondazioni Antiusura e alle delegazioni delle varie Fondazioni Regionali, venuti per richiamare l'attenzione della pubblica opinione sul preoccupante e, purtroppo, diffuso fenomeno dell'usura, che comporta risvolti sociali talora drammatici. Mi sono ben note, carissimi, le difficoltà che incontrate, ma so che siete determinati e uniti nel combattere questa grave piaga sociale. Continuate a lottare contro l'usura, dando speranza alle persone ed alle famiglie che ne sono vittime. Il Papa vi incoraggia a proseguire la vostra generosa opera per costruire una società più giusta e solidale, più attenta alle esigenze dei bisognosi. Saluto, poi, i pellegrini della Diocesi di Tursi- Lagonegro che, accompagnati dal loro Pastore, il caro Monsignor Rocco Talucci, sono venuti a rinnovare la fede sulle tombe degli Apostoli, nel contesto del loro Sinodo diocesano. Vi esorto, carissimi, a porre ogni impegno nell'attuare le conclusioni dell'assemblea sinodale, che coinvolgono l'intera Diocesi ed assicuro la mia preghiera, perché essa contribuisca a farvi camminare tutti con accresciuta generosità sulle vie del Vangelo. Saluto anche i fedeli delle Parrocchie di Besana Brianza e di Santa Maria Assunta, in Lecce dei Marsi (L'Aquila), il Comitato Provinciale della Croce Rossa Italiana Sezione Femminile di Avellino e i membri del Lions Club di Valenza Po, che ricordano il loro venticinquesimo anniversario di fondazione. Auspico di cuore che la vostra gradita visita valga a rafforzare in ciascuno l'impegno di generosa e fedele adesione al Signore, in preparazione al Grande Giubileo dell'anno Duemila Mercoledì 21 aprile 1999 Testimoniare Dio Padre in dialogo con tutti gli uomini religiosi 1. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti (Ef 4,6). Alla luce di queste parole della Lettera dell Apostolo Paolo ai cristiani di Efeso, vogliamo quest oggi riflettere su come testimoniare Dio Padre in dialogo con tutti gli uomini religiosi. In questa nostra riflessione avremo due punti di riferimento: il Concilio Vaticano II con la Dichiarazione Nostra aetate su Le relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane e la meta ormai vicina del grande Giubileo. La Dichiarazione Nostra aetate ha gettato le basi di un nuovo stile, quello del dialogo, nel rapporto della Chiesa con le varie religioni. Da parte sua, il grande Giubileo del Duemila rappresenta un occasione privilegiata per testimoniare questo stile. Nella Tertio Millennio Adveniente ho invitato ad approfondire, proprio nel presente anno dedicato al Padre, il dialogo con le grandi religioni, anche mediante incontri in luoghi significativi (cfr n ). 2. Nella Sacra Scrittura il tema dell unico Dio rispetto all universalità dei popoli che cercano la salvezza si va progressivamente sviluppando fino al vertice della piena rivelazione in Cristo. Il Dio di Israele, espresso con il Tetragramma sacro, è il Dio dei patriarchi, il Dio apparso a Mosè nel roveto ardente (cfr Es 3) per liberare Israele e renderlo il popolo dell'alleanza. Nel Libro di Giosuè è raccontata l'opzione per il Signore compiuta a Sichem, dove la grande assemblea del popolo sceglie il Dio che si è mostrato benevolo e provvido nei suoi confronti e abbandona tutti gli altri dei (cfr Gs 24). Questa scelta, nella coscienza religiosa dell'antico Testamento, si precisa sempre di più nel senso di un monoteismo rigoroso e universalistico. Se il Signore Dio d Israele non è un Dio tra tanti, ma l'unico vero Dio, ne deriva che da lui devono essere salvati tutte le genti Pag. 19 di 73

20 fino all estremità della terra (Is 49,6). La volontà salvifica universale trasforma la storia umana in un grande pellegrinaggio di popoli verso un solo centro, Gerusalemme, senza tuttavia che le diversità etnicoculturali vengano annullate (cfr Ap 7,9). Il profeta Isaia esprime suggestivamente questa prospettiva attraverso l immagine di una strada che congiunge l Egitto all Assiria, sottolineando che la benedizione divina accomuna Israele, l Egiziano e l Assiro (cfr Is 19, 23-25). Ciascun popolo, conservando pienamente la propria identità, è chiamato a convertirsi sempre di più al Dio unico, rivelatosi a Israele. 3. Questo afflato universalistico, presente nell Antico Testamento, si sviluppa ulteriormente nel Nuovo, il quale ci rivela che Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla piena conoscenza della verità (1 Tm 2,4). La convinzione che Dio stia effettivamente preparando tutti gli uomini alla salvezza fonda il dialogo dei cristiani con gli uomini religiosi di diversa credenza. Il Concilio ha così delineato l'atteggiamento della Chiesa riguardo alle religioni non cristiane: La Chiesa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella Verità che illumina tutti gli uomini. Essa però annuncia, ed è tenuta ad annunziare incessantemente Cristo che è la via, la verità e la vita (cfr Gv 14,6), in cui gli uomini trovano la pienezza della vita religiosa e nel quale Dio ha riconciliato a sé tutte le cose (NAe, 2). Negli anni passati, da parte di qualcuno si è opposto il dialogo con gli uomini religiosi all annuncio, dovere primario della missione salvifica della Chiesa. In realtà il dialogo interreligioso è parte integrante della missione evangelizzatrice della Chiesa (cfr CCC, 856). Come più volte ho ribadito, esso è fondamentale per la Chiesa, esprime la sua missione salvifica, è un dialogo di salvezza (cfr Insegnamenti VII/1 [1984], pp ). Nel dialogo interreligioso non si tratta perciò di abdicare all annuncio, ma di rispondere ad un appello divino perché lo scambio e la condivisione conducano ad una mutua testimonianza della propria visione religiosa, ad una approfondita conoscenza delle rispettive convinzioni e ad un intesa su taluni valori fondamentali. 4. Il richiamo alla comune paternità di Dio non risulterà allora un vago richiamo universalistico, ma sarà vissuto dai cristiani nella piena consapevolezza di quel dialogo salvifico che passa attraverso la mediazione di Gesù e l opera del suo Spirito. Così, ad esempio, raccogliendo da religioni come quella musulmana la potente affermazione dell Assoluto personale e trascendente rispetto al cosmo e all uomo, possiamo, dal nostro canto, offrire la testimonianza di Dio nell'intimo della sua vita trinitaria, chiarendo che la trinità delle Persone non attenua ma qualifica la stessa unità divina. Così pure, dagli itinerari religiosi che portano a concepire la realtà ultima in senso monistico, come un Sé indifferenziato in cui tutto si risolve, il cristianesimo raccoglie l appello a rispettare il senso più profondo del mistero divino, al di là di tutte le parole e i concetti umani. E tuttavia non esita a testimoniare la trascendenza personale di Dio, mentre ne annuncia la paternità universale e amorosa che si manifesta pienamente nel mistero del Figlio crocifisso e risorto. Possa il grande Giubileo costituire un'occasione preziosa perché tutti gli uomini religiosi si conoscano di più per stimarsi ed amarsi in un dialogo che costituisca per tutti un incontro di salvezza! Nei giorni gaudiosi del tempo pasquale, si prolunga, purtroppo, la passione di numerosi popoli del mondo. Oltre al dramma che continua nel Kosovo, desidero oggi ricordare le tante guerre dimenticate che insanguinano l Africa. Dall Angola ai Grandi Laghi, dal Congo-Brazzaville alla Sierra Leone, dalla Guinea Bissau alla Repubblica Democratica del Congo, dal Corno d Africa al Sudan è una lunga e amara sequela di conflitti interni e fra Stati che colpiscono soprattutto le popolazioni innocenti e sconvolgono la vita delle comunità cattoliche. Dolore e rammarico ha suscitato, in particolare, la notizia dell arresto di S.E. Mons. Augustin Misago, Vescovo di Gikongoro, in Rwanda. Cristo Risorto non cessa di ripetere ai nostri fratelli, così duramente provati: Pace a voi (cfr. Gv 20,19). Possa la sua voce divina farsi udire da coloro che tenacemente resistono all accoglienza del suo messaggio di vita! Possa Egli illuminare la cecità di quanti si ostinano a percorrere le vie tortuose dell odio e della violenza, convincendoli ad optare definitivamente per un dialogo, sincero e paziente, che porti a soluzioni benefiche per tutti! Nella certezza che la potenza della Risurrezione è più forte del male, imploriamo il Vincitore del peccato e della morte affinché diventi presto consolante realtà l aspirazione di un Africa pacifica e fraterna. APPELLO PER LA PACE IN COLOMBIA He seguido con interés las noticias acerca de la suerte del grupo de personas secuestradas el pasado doce de abril cuando viajaban en avión desde Bucaramanga a Bogotá, y que permanecen aún retenidas contra su voluntad en el norte de Colombia. Deseo dirigir mi vehemente llamado a los secuestradores para que depongan su actitud injusta hacia estas personas, cuyos derechos violan gravemente, y se les devuelva la libertad. Así se favorecerá el proceso de reconciliación en el que se halla empeñada toda esa amada Nación, por cuyo éxito ruego constantemente al Dios de la paz. Rivolgo un cordiale benvenuto ai numerosi pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i partecipanti al Secondo Incontro Nazionale delle Comunità Educative Antoniane, promosso dall'istituto delle Figlie del Divino Zelo, ed auspico di cuore che, in preparazione al Grande Giubileo del Duemila, aumenti in ciascuno il desiderio di un sempre più generoso apostolato al servizio delle vocazioni. Saluto, inoltre, i tanti studenti di ogni ordine e grado, che ringrazio per la loro così numerosa partecipazione, e li incoraggio a perseverare nel generoso impegno di testimonianza cristiana nel mondo della scuola. Uno speciale pensiero va, infine, ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. Domenica prossima, quarta del tempo di Pasqua, si celebra la Giornata di preghiera per le vocazioni. Pag. 20 di 73

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