Anno III - Numero 7 Settimanale della Scuola Superiore di Giornalismo della Luiss Guido Carli 5 Marzo Reporter. nuovo LA RIVINCITA DEL TEATRO

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1 Anno III - Numero 7 Settimanale della Scuola Superiore di Giornalismo della Luiss Guido Carli 5 Marzo 2010 Regionali In lista sperando nell effetto traino Fisco Serve subito una riforma Ambiente Pericolo rosso per le palme Vaime e la Tv Noi, complici del sistema LA RIVINCITA DEL TEATRO LE SALE SI RIEMPIONO ANCHE DI GIOVANI IN FUGA DALLA TELEVISIONE

2 Vito Miraglia Non solo politici di vecchio corso, membri di partito, premi Nobel o volti noti dello spettacolo. Come in ogni tornata elettorale, anche per queste elezioni regionali le liste dei candidati si riempiono di perfetti sconosciuti. La speranza è portare un po d acqua al mulino del candidato presidente, qualche voto in più che magari potrebbe risultare decisivo. Spesso però, le loro velleità di essere eletti nascono e muoiono come un semplice desiderio. Questa carica dei signor nessuno trova spazio nelle liste dei partiti e dei movimenti che appoggiano i candidati governatori, ma non nel listino personale dei governatori. Essere inclusi nel listino del presidente, in caso di vittoria, equivale a un seggio sicuro in Consiglio regionale. Qui dunque, siedono uomini e donne di fiducia, ex consiglieri o assessori regionali, uomini forti di partito. Qualcuno cerca di far leva sull omonimia per sottrarre qualche voto alle liste concorrenti. La lista Polverini non appoggia, come ci si potrebbe aspettare, Renata Polverini, in lizza per la poltrona di governatore nel Lazio, ma il candidato di Forza Nuova, Roberto Fiore. E un altro omonimo Marco Polverini è stato incluso nella lista Rete dei cittadini a sostegno della candidata presidente Marzia Marzoli. Politica Elezioni regionali. La carica degli sconosciuti. C è anche chi fa leva sull omonimia In lista sperando nell effetto-traino Soprattutto in quelle civiche, numerosi personaggi della società civile Che cosa diranno i libri di storia di Silvio Berlusconi? Ne parliamo con Gianni Bisiach Né Churchill, né Mussolini. Un manager Ma un giudizio sul Cavaliere è legato anche ai suoi processi Alessio Liverziani E meno male che Silvio c è, cantano i suoi sostenitori. Ma che dirà di lui, fra venti anni, la storia, ai loro nipotini? Abbiamo coinvolto in questo balzo nel futuro Gianni Bisiach, apprezzato scrittore di storia e non solo. Bisiach, cosa leggeremo tra venti anni nei libri di storia su Silvio Berlusconi? Io non so cosa ne direi tra venti anni, oggi lo considero un manager e un politico non esperto quanto gli altri, che dice molte cose di cui potrebbe pentirsi. Un manager capace di amministrare. Recentemente lo abbiamo visto a Napoli con il problema dei rifiuti e all Aquila dopo il terremoto, e soprattutto capace di scegliere i propri collaboratori. Di sicuro i suoi avversari sono più abili nel maneggiare la materia politica, ma se è riuscito a rimanere REGIONALI I non professionisti della politica riempiono le liste di ogni schieramento sulla scena da sedici anni a questa parte allora qualche merito dovrà pur averlo. Si potrebbe paragonare a qualche altro personaggio che ha segnato la storia del secolo scorso? È difficile perché lui non parte dalla politica. In America Roosevelt partiva dalla politica, così come Stalin, Hitler e Mussolini avevano una sola linea di carriera. Berlusconi ha cominciato costruendo delle città, poi si è messo a fare televisione diventando grande concorrente della Rai, e soltanto dopo è entrato in politica. È un personaggio che gioca a scacchi su varie scacchiere sollevando l approvazione della metà degli italiani e l odio di una folta minoranza. Berlusconi ha detto: Non È un personaggio che solleva l approvazione della metà degli italiani e l odio di una consistente minoranza ho scelto la politica, mi è stata imposta dalla storia. Quanto crede sia vera questa affermazione? Nel momento in cui con Tangentopoli sono scomparsi i partiti che avevano governato l Italia dal dopoguerra fino agli anni Ottanta, si è liberato uno spazio che Berlusconi è riuscito ad occupare in poco tempo. Se da inesperto ha vinto le elezioni nel 1994 lo deve a quei partiti che sono crollati dopo lo scandalo di mani pulite. È stato senza dubbio aiutato dalla storia, ma non so se chiunque si fosse messo in lizza avrebbe vinto così rapidamente. Di fatto da quando è andato al potere è sempre lì. Ha perso solo contro Prodi ma per pochi voti e bisogna riconoscere che, pur non essendo un politico di carriera, ha sempre dimostrato di avere una forte personalità. Quale sarà dunque, il giudizio della storia su Silvio Berlusconi? Guardando i giornali l u n i c o nome che balza sempre in evidenza è quello di Berlusconi, sia che se ne parli bene sia che se ne parli male. Al tempo di De Gasperi c erano Togliatti, Nenni e altri ancora, oggi si parla solo di Berlusconi. È un personaggio che sicuramente rimarrà nella storia, poi se il giudizio sarà positivo o negativo dipenderà da come si metteranno le cose negli anni Naturalmente sono le liste civiche ad attrarre perfetti sconosciuti che si mettono in gioco per un candidato, magari mossi esclusivamente dalla simpatia. Nella lista Cittadini e cittadine per Bonino sono scesi in campo semplici cittadini che possono fare affidamento alla loro rete di relazioni e contatti per sostenere la senatrice radicale nella corsa alla presiedenza. Se si esclude la capolista Lidia Ravera, gli altri ventinove candidati sono laziali della porta accanto: da Massimiliano Ronco, presidente dell Associazione precari italiani, a Balraj Singh, imprenditore indiano a Roma da vent anni, a Lorena Guidi, responsabile nazionale dei precari della Croce rossa italiana. Anche per la sfidante Polverini, una lista civica piena di rappresentanti della società civile, sconosciuti ai più: medici, rappresentanti di categoria e giornalisti. Sono nella maggior parte dei casi delle candidature di bandiera, come quella di Carlo Troilo, ex direttore delle relazioni esterne in diverse aziende pubbliche e candidato per il Partito socialista a sostegno di Emma Bonino. Alla base di questa migrazione al mondo politico, la voglia di dare una testimonianza democratica di un impegno civile, di partecipazione. Molti si mettono in discussione gettandosi nella mischia pur sapendo che non saranno eletti, e in più non hanno grosse ambizioni per ragioni di età o percorsi professionali. Però la politica è imprevedibile: e allora qualcuno decide di usare in politica la propria esperienza acquisita come tecnico. In più mettendo a disposizione del candidato prescelto un pacchetto di buone amicizie al servizio di una buona causa, conclude Troilo. venturi e soprattutto da come si concluderanno le accuse di collusione con la mafia e corruzione che gli vengono rivolte. Quando la cronaca diventerà storia vedremo se tutto questo avrà un esito positivo o no. Allora quale dovrebbe essere il giudizio degli storici? Oggi è difficile dire se di lui si parlerà come di un personaggio memorabile. Di lui parleremo come hanno parlato negli anni Trenta di Roosevelt, Churchill, Stalin o Mussolini, ognuno con i suoi lati buoni o addirittura criminali. Il giudizio per uno storico dovrebbe a mio avviso essere equilibrato, tenendo conto sia degli aspetti positivi che di quelli negativi del personaggio Berlusconi, e questo si potrà fare solo tra qualche anno quando si tireranno le somme dell epoca che porta di fatto il suo nome. SUCCESSI E FLOP L elettore sceglie il vip Tv C è chi grida allo scandalo e c è chi li vota. La televisione è diventata nel tempo una fucina di candidati. Dal piccolo schermo ai manifesti elettorali il passo è breve. Giornalisti, personaggi dello spettacolo o sportivi fanno affidamento alla loro popolarità per fare incetta di voti. Nel Lazio, dal 1995 ad oggi, sono stati ben due i governatori provenienti dal mondo del giornalismo: Piero Badaloni, dal 95 al 2000 e poi Piero Marrazzo, dal 2005 al 2010, entrambi giornalisti della Rai. Ma non sono i soli; con loro sono passati dalle redazioni alle assemblee personaggi del calibro di Lilli Gruber, Michele Santoro, David Sassoli, Francesco Pionati. La notorietà non sempre premia. Sono stati clamorosi i casi di vip bocciati nel segreto delle urne. Dall attore Bud Spencer, candidato alle scorse regionali per Forza Italia, a Clarissa Burt e Pietro Mennea, eurodeputati mancati nel Anche in queste elezioni, le liste ospitano personaggi illustri. Un nome su tutti, Tinto Brass che corre per i radicali in Lombardia. Tempo di elezioni, tempo di promesse (mancate): il dieci febbraio scorso Silvio Berlusconi assicura: Nelle liste non ci saranno veline. Ma nel listino del candidato Formigoni, è stato riservato un posto per Nicole Minetti, ex ballerina televisiva e igienista dentale del premier. 2 5 Marzo 2010 V. M.

3 Economia Sindacati unanimi: basta con le storture attuali. Sollecitato un tavolo con governo e industriali Fisco, serve una riforma. Subito E la Cisl propone lo spostamento delle tasse dai redditi ai consumi Davide Maggiore Occorre una immediata riforma del sistema fiscale italiano, che è sempre più squilibrato, e continua a pesare soprattutto su lavoratori dipendenti e pensionati, e cioè, paradossalmente, la quasi totalità dei redditi alti. Secondo gli ultimi dati, infatti, ben il 27 per cento degli italiani non paga un euro di tasse, il 50 per cento dichiara meno di 15 mila euro lordi e il 91 per cento meno di 35 mila. Naturale dunque che a perderci siano coloro che si vedono trattenere le tasse direttamente dalla busta paga, mentre i professionisti hanno a disposizione vari sistemi per sfuggire ai controlli. Contro questo stato di cose sono unanimi le organizzazioni dei lavoratori, decise a non lasciare ai soli partiti la discussione sul tema, e ad impedire che i rinnovati annunci del governo si risolvano in nulla. Particolarmente attiva negli ultimi giorni è stata la Cisl: l organizzazione guidata da Raffaele Bonanni ha infatti promosso il 27 febbraio il tax day nelle piazze di tutta Italia, per chiedere lotta all evasione, taglio delle tasse, maggiore attenzione alle famiglie e al sociale. Occorre però, secondo il sindacato bianco uscire dalla logica delle piccole restituzioni seguita finora e aprire un tavolo che comprenda anche Confindustria, artigiani e commercianti. In questo senso IL SINDACALISTA. QUALI EFFETTI DA UN CAMBIO DELLA TASSAZIONE «Vantaggi non solo per i dipendenti» SEGRETARIO Maurizio Petriccioli ha per la Cisl la delega per la fiscalità. A sinistra un ufficio dell Agenzia delle Entrate Con Maurizio Petriccioli, segretario confederale con delega alla fiscalità, Nuovo ha discusso delle ipotesi di riforma fiscale prospettate dalla Cisl. Come funzionerebbe la tassazione sui consumi proposta dal segretario Bonanni? «La proposta si inserisce in un quadro che mira alla riduzione delle imposte sui redditi da lavoro dipendente e da pensione. Gli strumenti dovrebbero essere la lotta all evasione fiscale e la redistribuzione dei pesi del fisco. Una maggiore tassazione sui consumi, oltre che su grandi patrimoni e rendite, corrisponderebbe quindi a una minore pressione sulle persone fisiche. L aumento non riguarderebbe però l Iva sui beni di largo consumo, ma quelli di lusso». Quali sarebbero i benefici per il contribuente medio? «I vantaggi per dipendenti e pensionati, ma anche per artigiani e commercianti, deriverebbero da un omogeneizzazione dell area non tassata e dalla revisione delle aliquote Irpef. In particolare la prima andrebbe ridotta dal 23 al 20 per cento e la terza dal 38 al 36 per cento. Alle famiglie, invece andrebbe garantito un assegno più cospicuo di quello odierno e proporzionato sia al reddito sia al numero dei componenti il nucleo familiare». Quali vantaggi una riforma complessiva porterebbe alle imprese? «Le imprese virtuose, eticamente e socialmente responsabili, che non licenziano, che innovano, che fanno ricerca, che investono, andrebbero premiate, ad esempio intervenendo sull Irap». Ci sono state risposte alla vostra richiesta di un tavolo con Confindustria e governo? «Non c è ancora stata una convocazione, ma il ministro Tremonti ha ribadito più volte la disponibilità del governo ad aprire un confronto subito dopo le Regionali. Questo proposito deve diventare un fatto, in modo da poter progettare una riforma che riguarda tutto il Paese». Come altro intendete muovervi per far tradurre le vostre rivendicazioni in legge? «Se il tavolo non fosse convocato, il sindacato metterebbe in campo tutte le opportune iniziative per sostenere le proprie proposte, e far sì che tutti abbiano consapevolezza della loro fondatezza». Anche Cgil e Uil auspicano una maggiore equità fiscale. Pensate sia possibile uno sforzo comune? «Bisognerà andare anche oltre il coordinamento con Cgil e Uil. È necessario coinvolgere tutti i soggetti sociali interessati per arrivare a delle indicazioni condivise. Poi la politica dovrà ragionare su quella che definiamo la prima riforma istituzionale, poiché il fisco garantisce lo stato sociale e il benessere per milioni di cittadini». D. M. tre sarebbero le priorità: ritorno alla tracciabilità degli acquisti, possibilità di scaricare il costo delle prestazioni dei professionisti dalla dichiarazione dei redditi e soprattutto uno spostamento della tassazione dai redditi ai consumi, per restituire vera progressività all imposizione fiscale. Al centro della battaglia della Cgil, invece, stanno i temi dell evasione e dell elusione fiscale, definite la tassa in più che ogni contribuente è costretto a pagare. Un recupero anche solo parziale delle risorse che restano nascoste al fisco (stimate in circa 100 miliardi) unito a un imposta sulle grandi ricchezze e una diversa tassazione delle rendite finanziarie, permetterebbero, in questa visione, una riforma dell Irpef in senso meno punitivo per i redditi medi e bassi. Anche Angeletti, della Uil, invita il governo a riformare il fisco al più presto, in particolare per quanto riguarda famiglie e lavoratori dipendenti. Sul primo fronte si punta su bonus per ogni figlio a carico. Per quanto riguarda il secondo punto, si auspica una riduzione generalizzata delle tasse sul lavoro, che benefici i veri poveri. Proposte articolate, dunque, ma con un obiettivo condiviso, una riforma profonda e rapida perché, come ha dichiarato il segretario generale della Cisl il sistema attuale non regge più da almeno un ventennio. Alessio Liverziani Riduzione del costo degli sms e delle tariffe telefoniche, agevolazioni per lo sviluppo delle energie rinnovabili, bollette più comprensibili per facilitare il controllo dei consumi di luce e gas. Sono solo alcune delle recenti conquiste delle authority italiane, organi superpartes adibiti al controllo dei vari settori produttivi e di mercato. Moderni Robin Hood che corrono in soccorso del povero cittadini? Non sempre è così. Troppo spesso le prese di posizione dei garanti sono fumo negli occhi per raccogliere il favore dei cittadini e nascondere giochi di potere e Sono dieci i garanti al servizio dei cittadini. Ultimo quello di Brunetta Cara Authority, quanto ci costi Due milioni di euro per i vertici dell Antitrust connivenze con la politica tipiche del sistema Italia. Negli ultimi anni si è assistito al prolificare delle autorità di garanzia. Siamo arrivati a dieci: l Antitrust, garante della concorrenza e del mercato, la Consob per i mercati finanziari, l Agcom per le garanzie nelle comunicazioni, l Autorità per l Energia, quella per i Lavori pubblici, la Covip per le pensioni, il Garante della Privacy, l Isvap nel settore assicurativo e la Commissione di garanzia per gli scioperi, fino alla neonata Commissione per la valutazione, l indipendenza e l integrità delle amministrazioni pubbliche, la famosa authority antifannulioni creata dal ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta. Da paese più deregolato dell Occidente, l Italia ha rapidamente colmato il deficit. Una giungla di controllori con regole interne, parametri retributivi del personale, numero di componenti e criteri di nomina differenti l una dall altra che gettano ombre persino sulla validità del principio cardine che le dovrebbe contraddistinguere: l indipendenza. Tra i componenti degli organi istituzionali ben 17 consiglieri provengono dalla politica e la nomina dei presidenti è nelle mani della maggioranza parlamentare. A suscitare i dubbi sulla correttezza di questi istituti è anche il sistema di finanziamento. Il Garante per la Privacy e la Commissione di garanzia sugli scioperi sono completamente a carico del bilancio dello Stato, il che implica il gioco forza del Governo sui processi decisionali. Le altre amministrazioni beneficiano sì di fondi pubblici, ma anche di tariffe ed eventuali sanzioni a carico dei soggetti regolati, il che aumenta il rischio che l autorità garante sia schiava dello stesso mercato che dovrebbe controllare. Ultimo tasto dolente, i costi. Ad esempio, l ultima Authority istituita da Brunetta ha un costo complessivo di funzionamento stimato intorno a 4,5 milioni di euro. Per non parlare delle spese per il personale: la più remunerativa in termini di busta paga è l Antitrust, dove complessivamente presidente e consiglieri costano oltre due milioni di euro. Volendo considerare gli emolumenti complessivi delle dieci authority si arriva a una cifra da capogiro che sfiora i ventuno milioni di euro. Un prezzo troppo alto che finisce per ripercuotersi sugli stessi cittadini che dovrebbero essere tutelati. 5 Marzo

4 Economia In 268 supermercati di Roma e del Lazio successo per la decima edizione del Banco Alimentare Per gli ultimi gara di solidarietà Raccolte 283 tonnellate di generi alimentari di prima necessità Andrea Pala Sono 3100 i volontari che hanno amichevolmente invaso i 268 supermercati romani e laziali nella giornata di sabato 27 febbraio. Con indosso le pettorine gialle dell organizzazione, i numerosi supporter del Banco Alimentare hanno contribuito a raccogliere olio, tonno, pelati, legumi, omogeneizzati, pasta, latte a lunga conservazione, biscotti, riso. Questi infatti i prodotti richiesti dagli organizzatori dell evento. Tanti i consumatori che hanno deciso di fornire il loro volontario contribuito per la buona riuscita della manifestazione, offrendo quanto era loro possibile. L iniziativa, giunta al decimo anno, è organizzata dall omonima associazione che ha sede nel quartiere Talenti con la collaborazione di Caritas, Comunità di Sant Egidio e Circolo San Pietro, enti benefici che da sempre aiutano e sostengono le persone bisognose. Anche le principali istituzioni del territorio, Provincia, Regione, IV Municipio romano, si sono affiancate al Banco Alimentare per l organizzazione dell evento. Alla conclusione della giornata, nei 25 centri di raccolta sono stati consegnati da tutti i supermercati coinvolti scatole di generi alimentari di prima necessità. I prodotti più donati in assoluto sono stati i pelati, oltre 5800 scatole pari a quasi IL PRESIDENTE MASSIMO PERROTTA L idea è venuta dagli USA In dieci anni siamo cresciuti L associazione Banco Alimentare nasce nel 1990 a Roma. Da vent anni si occupa di raccogliere e distribuire quotidianamente generi alimentari di prima necessità. Ne parliamo con Massimo Perrotta, presidente dell organizzazione. Come è nata l idea di costituire questa organizzazione? «È iniziato tutto quasi per caso. Siamo venuti a sapere che negli Stati Uniti si organizzavano delle raccolte di prodotti alimentari. L idea ci è piaciuta e così l abbiamo realizzata anche in Italia. Dopo i primi anni di rodaggio, a partire dal 1993, abbiamo organizzato la prima raccolta e distribuzione di prodotti alimentari». Come è strutturata oggi la vostra organizzazione? «Attualmente siamo il perno di una rete che arriva a raggruppare circa 450 enti assistenziali distribuiti a Roma e nel Lazio che forniscono assistenza quotidiana circa 150 mila indigenti. Oltre l attività quotidiana di distribuzione, siamo in grado di organizzare anche eventi annuali, come la raccolta che si è svolta il 27 febbraio». L iniziativa è giunta al decimo anno. Può tracciare un bilancio? «In tutti questi anni, le raccolte sono andate sempre in crescendo. Dieci anni fa aderivano infatti all iniziativa circa 50 supermercati, mentre oggi siamo arrivati a 268. La raccolta è così passata da 40 tonnellate di alimenti ai quasi 300 odierni». 78 tonnellate; i legumi, quasi 5100 scatole che hanno pesato oltre 70 tonnellate; le confezioni di pasta, poco più di 5000 scatole pari a oltre 41 tonnellate. Significativa anche la raccolta degli omogeneizzati. Il Banco Alimentare ne ha ricevute quasi 1500, pari a oltre 23 tonnellate. Nell arco della mattinata, sono stati tanti gli esempi di solidarietà da parte dei frequentatori dei tanti supermercati. Fra gli altri significativo il gesto di un acquirente che si è presentato al punto di raccolta con un carrello pieno di generi alimentari. La sua spesa di solidarietà era composta soprattutto da confezioni di omogeneizzati. A dimostrazione di come il suo pensiero fosse andato in modo particolare ai bambini, i più esposti quando le famiglie si trovano a dover fare fronte ai disagi di carattere economico. Nelle precedenti edizioni della raccolta, come racconta don Marco Ridolfo, viceparroco di Santa Gemma Galgani, una delle parrocchie romane coinvolte nella giornata, si sono verificati anche casi di solidarietà da parte di persone non più in difficoltà che in passato hanno beneficiato delle raccolte alimentari. Ma a tanta generosità, in alcuni casi si è contrapposta l indifferenza di altri che procedevano a passo svelto davanti alla postazione, motivando con un non mi interessa o ho già dato, il rifiuto al contributo richiesto. In un supermercato un cliente ha addirittura bofonchiato che ai cattolici lui non avrebbe donato nulla. Da sabato prossimo, il Banco alimentare consegnerà i prodotti alimentari raccolti ai 450 enti e strutture assistenziali che si occupano di assistere i cosiddetti ultimi della società. Resi noti i dati annuali dell Isaaa: più 7 per cento nel mondo ma meno 12 per cento in Europa Ogm: l Unione Europea ci crede poco Marco Maimeri In contrasto con il recente sblocco europeo alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora e di tre nuove varietà di mais destinate all alimentazione degli animali, il rapporto 2009 dell International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (Isaaa) sullo stato globale delle colture biotecnologiche (bt) parla chiaro. Nel mondo è avvenuto, grazie soprattutto ai paesi in via di sviluppo, un incremento del 7 per cento delle coltivazioni di organismi geneticamente modificati (ogm), equivalente a nove milioni di ettari. In Europa, invece, le colture sono arretrate di circa il 12 per cento, passando da a ettari. Un inversione di tendenza dovuta in massima parte alla decisione dei governi nazionali di frenarne lo sviluppo. A seguito dell abbandono di Germania e Lussemburgo, infatti, si sono ridotti a sei su ventisette i paesi europei produttori di mais bt, l unico finora presente sul territorio dell Unione. Fra questi, in Spagna che da sola contribuisce all 80 per cento del totale nel continente il calo è stato del 4 per cento. Flessioni anche in Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia, mentre in Polonia il dato è rimasto pressoché stabile e solo in Portogallo si è verificato un lieve incremento. «Il fatto che gli agricoltori riducano le semine anche dove consentite è la concreta dimostrazione ha sostenuto il presidente della Coldiretti Sergio Marini, appena letto il rapporto che gli ogm attualmente in commercio non hanno quella miracolosa convenienza economica che le multinazionali e i loro tifosi propagandano». E questo, prosegue Marini, perché «non sono riusciti a trovare un mercato, vista la persistente contrarietà dei consumatori ad acquistare prodotti geneticamente modificati». Una contrarietà giustificata, continua il presidente dell associazione degli imprenditori agricoli, «dai crescenti dubbi sul piano sanitario e ambientale che nel 2009 hanno portato il governo tedesco a vietare il mais Mon 810 a causa degli effetti negativi sull apparato intestinale degli animali, sugli organismi del terreno e sulla dispersione del polline tra coltivazioni ogm e non». E la tendenza non sembra cambiata: proprio in seguito agli ultimi sviluppi sulle nuove autorizzazioni europee, il ministro italiano delle politiche agricole Luca Zaia ha infatti ribadito la necessità di proseguire su una politica di difesa e salvaguardia dell agricoltura tradizionale e della salute dei cittadini. NEL MONDO Telethon: 400 milioni di Per aiutare le persone bisognose, non si raccolgono solo generi alimentari di prima necessità. Da vent anni, la Rai trasmette la manifestazione Telethon, organizzata dalla fondazione e dal comitato omonimo. Obiettivo dell evento, che va in onda generalmente nell arco di tre giorni, è quello di raccogliere fondi che poi vengono destinati alle associazioni che si occupano di ricerca scientifica. La cifra raccolta dal 1990 a oggi è di oltre 400 milioni di euro. L anno scorso sono stati raccolti più di 31 milioni di euro. La manifestazione Telethon è nata negli Stati Uniti nel 1966 per raccogliere fondi per la ricerca sulla distrofia muscolare e da lì si è diffusa praticamente in tutto il mondo. Dopo il terremoto che ha sconvolto Haiti, alcune emittenti via cavo americane hanno organizzato un Telethon straordinario per raccogliere fondi da destinare alla popolazione colpita dal sisma. L evento, coprodotto da Mtv, il celebre network musicale americano, ha visto la partecipazione di numerose stelle della musica mondiale. Anche in Italia, dopo il terremoto che ha colpito l Aquila e l Abruzzo, è subito partita la raccolta un aiuto per. Attraverso gli sms e le chiamate ai telefoni fissi, ma anche mediante versamenti su conti correnti aperti per l occasione, gli italiani hanno avuto la possibilità di inviare il loro contributo finanziario per aiutare le popolazioni colpite. Tante le persone che hanno deciso di inviare il loro generoso contributo. A. P. 4 5 Marzo 2010

5 Mondo Critiche al presidente Usa in una tavola rotonda sulla politica economica al Centro studi americani L Usa-centrismo intrappola Obama È ossessionato dalle riforme socialiste e dall egemonia mondiale Federica Ionta Più dialettica interna e dialogo multilaterale. Dopo lo stop alle sigarette, prescritto in occasione del periodico check-up medico, per Barack Obama arrivano altri due imperativi: ripristinare il colloquio bipartisan all interno del Congresso e avviare una politica di coordinamento con l Europa e i Paesi emergenti. La prescrizione, stavolta, arriva da economisti ed esperti di finanza internazionale riuniti a Roma presso il Centro studi americani. Oggetto della tavola rotonda: le scelte di politica economica portate avanti dall amministrazione Obama a un anno dall insediamento alla Casa Bianca e in concomitanza con il discorso sullo Stato dell Unione. L incontro, moderato da La dialettica con il Congresso ha compromesso l approccio bipartisan Boris Biancheri, presidente dell Istituto per gli studi di politica internazionale, affronta il delicato dibattito su riforma sanitaria e crisi finanziaria. Come ricorda lo stesso Biancheri Nel corso di più di un secolo nessun presidente americano è stato atteso con tanta speranza e in un momento di simile crisi, soprattutto sul piano economico. Ma DIFFICOLTÀ Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama quando tante attese si accumulano, il giudizio si fa inevitabilmente più severo. Se sul piano delle riforme Obama prometteva di muoversi bene, in dialettica aspra e fruttuosa con il Congresso, oggi sono indubbiamente svanite le speranze di un approccio bipartisan, spiega Franco Bruni, vicepresidente dell Ispi. Dello stesso parere Stefano Micossi, direttore generale dell Associazione italiana delle società per azioni, che citando il Financial Times dice: Obama è più a sinistra del centro e, non trovando più consensi tra i centristi, ammicca e qui il paradosso all opposizione, nel tentativo di ottenere l appoggio anche delle forze conservatrici. La riforma sanitaria, croce e delizia del primo anno di mandato, è forse l elemento che meglio descrive questo atteggiamento ambiguo o, per stare alle parole di Micossi, oscillante tra ideali progressisti e la ricerca di consenso nelle file dell opposizione repubblicana. La portata della proposta iniziale, che costò a Obama accuse di socialismo, si è andata via via riducendo e le posizioni contrapposte hanno finito con il radicalizzarsi. La dialettica con il Congresso è venuta meno, a danno dell approccio bipartisan generalmente più costruttivo e tipico del sistema politico americano. Come risultato di questo processo, il dibattito politico ha raggiunto un livello patetico, - spiega Andrew Davis di Bloomeberg - Obama è stato addirittura criticato per essere andato al cinema con le figlie di otto e 11 anni a vedere Avatar, solo perché il film è consigliato a un pubblico oltre i 13 anni. Non va meglio sul fronte internazionale. Sempre secondo Bruni, Obama non ha saputo coordinare con l Europa e i Paesi emergenti l uscita dalla crisi economica, e infatti la riforma del sistema finanziario non è arrivata. Gli Stati Uniti sono ossessionati dal concetto di egemonia mondiale mentre la ripresa deve essere condivisa e concertata a livello internazionale. Un complesso di superiorità radicato anche tra i luminari della geopolitica, come Fareed Zakaria direttore dell edizione internazionale di Newsweek citato dallo stesso Bruni, che in un intervista ha dichiarato: Se non riuscissimo a ridurre il deficit pubblico nei prossimi dieci anni, allora la nostra egemonia globale sarebbe veramente a rischio. Parla di Usa-centrismo politico Riccardo Perissich, vicepresidente del Consiglio per le relazioni tra l Italia e gli Stati Uniti, quando cita l assenza di Obama nei giorni cruciali del negoziato sul clima di Copenhagen e il più recente rifiuto di partecipare al vertice Usa-Ue di Madrid. Ma l unilateralismo emerge anche in campo economico e finanziario, come dimostrato dalla scelta della Federal Reserve, la banca centrale americana, di abbassare i tassi di interesse e immettere moneta nel sistema bancario senza un coordinamento con l Unione Europea. In un quadro in cui il settore privato era molto indebitato, gli Stati Uniti si sono messi a stampare moneta e il dollaro è andato giù, - spiega Micossi, - con attaccata tutta l economia dei Paesi emergenti. Il deprezzamento del dollaro ha rafforzato l euro, bloccando i Paesi europei su un sentiero di crescita molto più basso. Una congiuntura già vista negli anni settanta quando, in risposta alla svalutazione del dollaro I Paesi europei che non volevano inflazione subirono un apprezzamento della moneta e si ritrovarono con un economia stagnante. Sono due le proposte condivise sul tavolo di lavoro. Da un lato la riforma dell architettura delle autorità di vigilanza finanziaria e in particolare della Federal Reserve, dall altro la necessità di adottare, e qui l importanza della concertazione internazionale, regole chiare nel settore. Partendo dalla definizione che Ron Paul, repubblicano e membro del Congresso, dà della Federal Reserve (bollata come inutile ed inefficiente ), Bruni aggiunge: Il ruolo della banca centrale è fondamentale, la Fed dovrebbe diventare il regista della vigilanza macro e microfinanziaria nel Paese e aumentare l accentramento verso di sé di informazioni sui rischi delle banche. Per uscire dalla crisi economica bisogna spiegare agli americani che il Paese ha di fronte un periodo di crescita rallentata, anche sotto l un per cento annuo, aggiunge Ma l unilateralismo emerge anche in campo economico e finanaziario Bruni, e allo stesso tempo superare l Usa-centrismo che, nonostante l apparenza, è tipico anche di un presidente come Obama. Ma il primo a credere nel multilateralismo dovrebbe essere proprio lui, Barack Obama. E, come il vizio delle sigarette, l ossessione dell egemonia mondiale è un abitudine dura a morire. Eloisa Moretti Clementi Il segretario di Stato americano Hillary Clinton è intervenuto per calmare gli animi nella ciclica querelle tra Regno Unito e Argentina sulla sovranità delle isole Faulkland-Malvinas. Durante il suo viaggio in un America Latina colpita dal terremoto cileno, la Clinton ha incontrato il presidente dell Argentina, Cristina Kirchner, che appena pochi giorni fa è tornata a sollevare apertamente la questione dell arcipelago conteso. Come già nell 82, lo slogan Las Malvinas son argentinas è tornato a circolare con forza ma stavolta la comunità internazionale sembra decisa a Si riaccende la polemica con l Inghilterra per le isole Faulkland. La Clinton media Malvinas (e petrolio) sono argentine evitare che si arrivi a uno scontro bellico. Nonostante la dovuta prudenza, resa necessaria dall esigenza di neutralità rispetto alle due potenze in campo, Hillary Clinton si è detta disposta a favorire il dialogo tra Londra e Buenos Aires e tra i forti interessi economici in ballo. Ma la Gran Bretagna di Gordon Brown frena sull eventualità di una mediazione, che eleverebbe al rango di questione internazionale quello che per Londra è un capitolo chiuso definitivamente dalla guerra dell 82. Il ricordo della pesante sconfitta militare subita dall Argentina brucia ancora ma, più che l orgoglio, dietro al rinnovato interesse per le isole Malvinas c è piuttosto la recente scoperta di ingenti quantità di petrolio off-shore. L avanzamento delle tecniche di prospezione sottomarina e l aumento dei prezzi hanno reso gli idrocarburi di queste acque territoriali molto più interessanti. All origine delle nuove tensioni ci sono, infatti, le esplorazioni della compagnia britannica Desire Petroleum al largo delle isole, il cui nome ufficiale è Faulkland Island, ma che gli argentini continuano a chiamare Island Malvinas. Secondo l Argentina, che a sorpresa ha emesso un decreto che obbliga tutte le navi dirette nella zona a richiedere un autorizzazione, questa esplorazione violerebbe gli accordi impliciti sul mantenimento dello status quo. Il premier britannico Gordon Brown ha ribadito il pieno diritto a estrarre petrolio dalla zona, mentre i responsabili della società petrolifera britannica, le cui azioni sono cadute del 4,68 per cento in due giorni, hanno assicurato: Andremo avanti con il programma di perforazioni. Nel marzo 1982, quando l Argentina del generale Galtieri invase l arcipelago e vi piantò la sua bandiera, il petrolio non era ancora entrato in gioco e si diede inizio a quella che fu una guerra patriottica. Il governo riteneva che lo scontro con il Regno Unito sarebbe stato rapido e indolore e che un atto di forza gli avrebbe permesso di acquisire facilmente un territorio simbolicamente importante. Fra pochi giorni cadrà il 28 anniversario della guerra delle Faulkland, che durò tre mesi e non fu affatto indolore. Tra le vittime, oltre ai quasi mille morti, ci fu anche il regime militare di Galtieri, che decadde, mentre un ondata di patriottismo diede nuova linfa al governo britannico di Margareth Thatcher. Molte cose sono cambiate nel quadro geopolitico dell Argentina e del Regno Unito dal 1982, ma la debolezza dei governi, guidati oggi rispettivamente da Cristina Kirchner e da Gordon Brown, è un elemento che accomuna il mese di marzo del 1982 e quello del Marzo

6 Il punteruolo venuto dall Asia attacca le piante esotiche dei parchi cittadini e non solo. Difficile un azione preventiva, se ne scopre la presenza quando è troppo tardi Ilaria Del Prete Con i suoi cinque centimetri di lunghezza, il punteruolo rosso è decisamente un insetto gigante. Dalla corazza striata di nero su base ferruginosa nella parte posteriore e lucida con puntini neri in quella anteriore, il parassita super (sei zampe) si arrampica sul tronco e fino alla base delle foglie degli alberi di palma. Qui il maschio adulto rilascia un feromone che richiama le femmine e da inizio all accoppiamento. Dall incontro tra punteruoli rossi, nascono larve chiare, che deposte nelle cavità dei tronchi in pochi giorni cominciano a nutrirsi dei tessuti teneri della pianta, arrivando a scavare profonde gallerie che possono provocarne la morte. È lui il responsabile della deturpazione di numerose specie di palme, soprattutto della famiglia delle Phoenix, quelle alte e molto scenografiche presenti non solo nei giardini privati, ma anche, e in gran numero, in parchi e vil- Cronaca Pericolo rosso per le palme Le attacca e distrugge. Ma Villa Torlonia l abbiamo salvata Il calo della divisa inglese potrebbe determinare un aumento dei viaggiatori diretti a Londra La Sterlina debole fa bene ai turisti Si ripete un fenomeno già accaduto con gli Stati Uniti d America Federica Ionta LA DIRETTRICE DEL SERVIZIO FITOSANITARIO Prevenzione con gli abbattimenti Dottoressa Sinatra, c è una nuova invasione del punteruolo rosso. Non c è una nuova invasione, l infestazione sta progredendo a causa della diffusione del parassita che passa da pianta a pianta. I parchi di Roma come Villa Torlonia, Villa Ada e Villa Pamphili, sono a rischio? È tutto a rischio, ma si sta facendo opera di prevenzione, compatibilmente con la natura stessa del parassita. È come la reazione a un vaccino, la palma può reagire a seconda della localizzazione dell attacco. A dieci mesi dalla determinazione del 13 maggio 2009 che delimita le aree infestate, quali sono i risultati? Attraverso abbattimenti e corretto smaltimento delle parti infestate dal punteruolo Sembrano finiti i tempi in cui un viaggio a Londra o una vacanza negli Stati Uniti erano quasi un lusso. Dopo esserci abituati alla progressiva svalutazione del dollaro sull euro, ora tocca alla sterlina inglese. Che sia colpa del deficit di bilancio, del calo del Pil, o dei sondaggi di opinione che disegnano uno scenario di incerta maggioranza parlamentare, nell ultima settimana la valuta inglese ha perso punti sul dollaro e sull euro. E il viaggio a Londra sembrerebbe costare un po meno. Il cambio fra euro e sterlina ha storicamente avuto alti e bassi, con la moneta britannica sempre più forte. Ma sono finiti i tempi in cui la divisa inglese costava un euro e mezzo: oggi vale poco più di un euro: 1,1 per la precisione. Qualcosa di simile era già accaduto nel 2008, quando il cambio a 1,13 sull euro veniva registrato dagli inglesi come il peggiore dall introduzione della moneta unica europea e il Times raccontava le disavventure di un giornalista che si era visto cambiare rosso cerchiamo di abbassare il livello di presenza del parassita. Da quanto prescritto, le piante infette devono essere, appunto, abbattute e i costi dell operazione sono a carico dei proprietari. Come riuscite a controllare la situazione? Il servizio fitosanitario effettua monitoraggi e controlli. Quando si individua una pianta infestata è nostra cura procurarci l indirizzo del proprietario e fare la prescrizione. Nel 2009 più di 700 esemplari sono stati eliminati. È possibile arginare il parassita? Non è possibile arginare il fenomeno, nel senso che i trattamenti che si mettono in atto non danno la certezza del risultato, ma stiamo cercando di limitare i danni. 60 sterline con 60 euro, a un botteghino dell aeroporto. Oggi, per quel giornalista, andrebbe ancora peggio e le previsioni confermano questa tendenza: «Noi pensiamo a una svalutazione della sterlina fino a 0,92 contro l euro, in un periodo di tre mesi», spiega Luca Mezzomo, capo dell ufficio studi di Intesa Sanpaolo. A guadagnarne, sicuramente, i turisti stranieri e italiani, per i quali il crollo della valuta d oltremanica rappresenta una buona occasione per un viaggio a Londra, tra arte, cultura e shopping. È già accaduto con gli INARRESTABILE Il gigantesco punteruolo rosso è capace di trasformare in breve tempo delle palme vigorose in tronchi secchi. A sinistra: l ingresso di Villa Torlonia folto di palme pregiate le pubbliche o a ridosso dei lungomare. In Italia questa caratteristica esotica dei paesaggi urbani è minacciata dal 2006 dalla diffusione del punteruolo rosso, introdotto nel nostro paese dall Asia con l importazione di piante ornamentali. La situazione è aggravata dalla difficoltà di eseguire una diagnosi precoce della sua presenza, poiché agisce all interno di tronchi e peduncoli fogliari e lo si può riconoscere solo in uno stadio di infezione avanzata. Chioma asimmetrica, perdita dell apice vegetativo, disseccamento fino al collasso: questi i sintomi caratterizzanti una palma malata. E il punteruolo non risparmia nessuno. Anche le famose rive del lago di Fogliano, vicino Latina, che furono sfondo delle gesta di Ben Hur, sono ormai circondate da alti tronchi privi delle chiome. Come spiega Giovanna Sinatra, direttrice regionale del servizio fitosanitario (intervista a lato), per fare fronte alla minaccia rossa, la Regione Lazio, colpita dal fenomeno che interessa sia la città di Roma sia la provincia di Latina, ha applicato misure fitosanitarie mirate sin dai primi ritrovamenti del parassita, nel Le palme infestate sono un pericoloso veicolo di diffusione, che va abbattuto e distrutto tramite una specifica procedura con costi a carico del proprietario della pianta. Restrizioni sono applicate anche a vivaisti e commercianti, che non possono immettere sul mercato esemplari privi del passaporto delle piante, e che comunque non superino i cinque centimetri di diametro. Debellare il punteruolo rosso sembra impossibile, ma molta speranza si ripone nella prevenzione che ha permesso, ad esempio, alle palme di Villa Torlonia di scampare all infestazione. Stati Uniti: l aumento del potere d acquisto dell euro sul dollaro ha aumentato i flussi turistici e oggi gli Usa sono il paese extra-europeo più visitato dagli italiani: oltre il 4 per cento dei viaggiatori del Bel Paese infatti ha come destinazione una città americana (dati Istat). Più turisti a Buckingham Palace in vista delle prossime festività pasquali? Forse. Per ora il Regno Unito è in testa alle classifiche per i viaggi di lavoro. Tra le mete europee di vacanza, invece, gli italiani preferiscono la Tour Eiffel. ALTRI KILLER Processionaria fa strage di pini e cedri È uno degli insetti più distruttivi per le foreste, capace di privare di ogni foglia vasti tratti di pinete durante il proprio ciclo vitale. La vittima prediletta della farfalla parassita è il pino, ma è facile trovarne anche presso larici e cedri. Per i platani rischio di cancro Il cancro colorato è un fungo che attacca la pianta fino a ucciderla, colpendo sia il tronco che le foglie. Una seria minaccia incombe sui platani nei parchi, nei giardini, nei viali e nelle alberate del territorio nazionale. Ad oggi, nessuna cura è stata trovata. Arancio amaro muore con tristezza Dietro il nome malinconico di tristezza degli agrumi si nasconde un virus letale, originario delle zone tropicali e subtropicali dell Asia, che costituisce una seria minaccia per le coltivazioni presenti sul territorio. Molto contagioso, colpisce l arancio amaro. La cocciniglia corazzata non ha antidoti Ritenuta la specie più pericolosa al mondo, la cocciniglia di san Josè è difficile da combattere a causa di una spessa corazza impermeabile ai trattamenti fitosanitari. Colonizza tronco, rami, e frutti di alberi da coltura, e le piante fortemente infestate vanno distrutte. 6 5 Marzo 2010

7 Costume & Società La rivincita del teatro, boom di spettatori. Con Rita Sala del Messaggero ne esaminiamo i motivi Vince l abbraccio tra palco e platea Ma se lo spettacolo va, bisognerebbe tenerlo per mesi. Cartelloni rigidi Enrico Messina Rita Sala, i dati della Siae indicano un andamento positivo della spesa del pubblico per gli spettacoli teatrali e una corposa crescita del volume d affari. Il teatro non soffre crisi? «Il teatro ha risentito molto della crisi, ma ha fatto di necessità virtù. Da una parte le compagnie di giro e quelle che hanno un impianto solido quanto a produzione e distribuzione si sono buttate sui titoli più popolari: musical, testi di autore noto, spettacoli comici e di intrattenimento brillante. Così si sono conquistate spesso e volentieri il tutto esaurito e aggiudicate molte settimane di repliche. Dall altra parte, le compagnie di ricerca e di sperimentazione hanno affilato le unghie e non si sono disperse in spettacoli e spettacolini più o meno utili alla formazione di un singolo attore, ma si sono concentrate in cose che avessero un reale interesse come progetto, trovando così un loro spazio. Inoltre, sono aumentati gli one man show, che catturano molto il pubblico. Gli artisti del teatro si sono rimboccati le maniche e hanno compreso che in clima di vacche magre bisogna produrre di più, meglio e, al limite, strizzare l occhio al gusto meno affilato del pubblico. La crisi ha spinto il teatro a fare affari migliori, più oculati, e a puntare più sulle proprie forze e meno sulla mano dello stato». Quindi è condivisibile la posizione di Alessandro Baricco che, qualche tempo fa, polemicamente, aveva affermato l esigenza di aprire l attività teatrale totalmente al mercato? «Baricco ha lanciato una provocazione che in pochi hanno capito. Poteva immaginare, da uomo colto e di spettacolo qual è, che quella provocazione non sarebbe stata accolta in modo corretto. Mi piacerebbe che gli uomini del teatro si guardassero addosso e imparassero a conoscersi. Ci sono alcune compagnie che sono votate al mercato e, altre, di grande popolarità e di grande valore, che possono provare qualcosa di più e qualcosa di meglio. Esistono gli spazi per il mercato, gli spazi per i grandi spettacoli di valore e gli spazi per la ricerca». A fronte della crescita del volume d affari per il teatro, si è registrata la crisi della tv, ed in particolare di quella generalista. Pensa che le due cose siano collegate? In altre parole: la gente va al teatro perché ha spento la tv? «Non c è alcun dubbio che sia In questo momento, Roma capitale europea del teatro così. Il pubblico è un animale non prevedibile, fortunatamente. Ritengo che, saturo di comunicazione per immagini, vada cercando, quasi a un livello inconscio, non riferibile, lo spettacolo dal vivo, in primis, e più in generale qualcosa che non sia il becero, ripetitivo, sterile bombardamento per immagini che gli viene dalla tv e da internet. Gradatamente, la gente si sta indirizzando verso eventi che può vivere in esclusiva e in compresenza, carne con carne, corpo con corpo. Esce da casa e s indirizza verso un luogo deputato, e quindi rituale, cercando uno scambio fisico, oltre che psichico, con chi offre il proprio lavoro su un palco. Quando trova qualcosa di originale, fa una pubblicità diretta formidabile: il passaparola, che è la forma più forte di pubblicità. Il pubblico si lascia contagiare, quasi a livello biologico, e a sua volta contagia». Quali sono i principali problemi del teatro in Italia? «Il primo dei problemi è l incapacità di puntare su una stagione che non sia preordinata, con un numero di recite fissato e un cachet garantito. Da noi manca il coraggio, tipico del sistema americano, di puntare su uno spettacolo e tenerlo in scena fino a che non abbia esaurito il bacino di pubblico. Con le stagioni preordinate, fatte a tavolino sui titoli e sugli interpreti, abbiamo spettacoli vuoti che restano comunque in scena tre settimane, agonizzando, e spettacoli che farebbero il tutto esaurito per mesi e che potrebbero rimanere in scena per tanto tempo e che, invece, sono costretti a sbaraccare. Questo schema non regge più, infatti alcuni importanti teatri nazionali lo hanno abbandonato e tengono grossi spettacoli che hanno la capacità di attirare tanto pubblico anche per diversi mesi». Ma il nostro è un paese da tournée perché le nostre sono compagnie di giro, abituate a toccare anche la provincia «Questo è vero. Ma si potrebbe distinguere, creare delle tournée in provincia e tenere nelle grandi città per molti mesi certi spettacoli di punta da mandare in giro l anno successivo e così a rotazione». Certo, servono teatri attrezzati... «Da questo punto di vista la rete italiana è formidabile. Nei più sperduti punti del paese ci sono teatri bellissimi. Nessun paese come l Italia ha questa rete così ben strutturata di edifici teatrali». Questo, naturalmente, riguarda anche Roma. La capitale si è conferma un importante realtà nazionale per l attività teatrale con un volume d affari che è aumentato considerevolmente, più del 34 per Sono sorprendenti i dati Siae (Società italiana degli autori e degli editori) sull andamento stagionale degli spettacoli teatrali: il volume d affari è aumentato di circa il dieci per cento e i biglietti venduti quasi del cinque. Aumenti che arrivano a toccare addirittura quota 23 e 14 per cento, se considerati relativamente al primo semestre 2009 e limitatamente al teatro di prosa. Lo spettacolo teatrale, insomma, sembra non soffrire la crisi, la stessa che ha colpito televisioni e giornali. A prima vista, sembrerebbe proprio che la gente abbia spento la tv per dirigersi in platea. Roma, in particolare, si conferma un importantissima realtà nazionale. Nella capitale il volume d affari di questo comparto è aumentato più del 34 per cento, con un aumento di biglietti venduti parallelo a quello nazionale. La scena capitolina pulsa di diverse realtà teatrali: dagli stabili ai nuovi teatri, da quelli di cintura a quelli sperimentali. C è spazio, addirittura, anche per i teatri tematici, come quello del Teatro stabile del giallo, sulla Cassia. Abbiamo chiesto le ragioni di tanto successo a Rita Sala, critico teatrale del Messaggero. PIENONI Al teatro Valle tutte le repliche delle opere in cartellone hanno registrato un boom di presenze cento. Questo il dato quantitativo. Potrebbe, invece, dirci qual è lo stato di salute del teatro capitolino sotto un profilo qualitativo? «Roma ha saputo creare tre fasce di teatro La prima è quella tradizionale, istituzionale, come quella dello stabile, che è arrivato a sette sale. Poi c è quella dei teatri alternativi, anche al livello locale, che radunano principalmente il pubblico giovanile. Infine c è il giro dei teatri nuovi. Anche i teatri di cintura funzionano bene: la periferia tutte le sere riempie le platee. Sono stati riaperti, inoltre, teatri che erano diventati cinema, come il Teatro in Trastevere. Roma è davvero la capitale d Europa del teatro in questo momento. Fra l altro, siamo riusciti a mantenere una fattura artigiana. Non abbiamo la grande industria del teatro, come quella newyorkese o londinese. Abbiamo un paio di teatri che un po seguono questo modello, ma gli altri sono teatri di stampo artigianale. Abbiamo mantenuto questa capacità di creare un teatro dal nulla. E non è sempre detto che l offerta sia artigianale, anzi». Si diceva dei teatri alternativi, che attraggono soprattutto i giovani. Non è vero, allora, che al teatro vanno solo gli anziani. Al teatro vanno tutti, giovani e meno giovani, per fortuna «Al teatro vanno tutti, giovani e meno giovani, per fortuna. Non risponde al vero questa immagine del teatro come luogo ripiegato sul passato. È proprio il contrario: anziani e non anziani riempiono platee e tribune per condividere e costruire una speranza, perché avvertono l esigenza di dialogare con il futuro attraverso il passato, per superare un presente veramente becero. Il teatro viene fuori nel momento di grande crisi: culturale, politica e sociale. Attraverso i tempi, nel momento in cui c è stata più crisi il teatro ha tenuto botta ed è vento fuori alla grande, perché è un luogo che raccoglie lo scontento, lo analizza e lo sublima. Raccoglie la speranza e la ingigantisce. Raccoglie la frustrazione e la esaspera fino a esorcizzarla. Perché è un luogo psico-fisico, rituale, catartico, appunto». Ci sono testi moderni che sono in grado di reggere il confronto con i grandi classici? Che consenso sta ricevendo il repertorio moderno? «Probabilmente la solita storia del non è nato un Pirandello, un Goldoni, uno Shakespeare non può essere data per forza come vera. Probabilmente Shakespeare, aristocratico gay e con vocazione teatrale, nell Inghilterra del suo tempo era considerato un mentecatto. Chissà che faccia hanno oggi i grandi di domani, sono fantasmi reali. Vi sono nazioni che hanno una chiara drammaturgia contemporanea di valore: Irlanda, America Latina, Spagna, Francia». E in Italia? Anche in questo ambito non riusciamo a valorizzare i giovani? «Secondo me, non appena ci sarà un po di più di sensibilità per accogliere scrittura teatrale contemporanea qualcosa verrà fuori. Di più: non appena chi può e sa scrivere per il teatro si accorgerà che occorre scrivere maggiormente per gli attori. Tutti gli italiani sono grafomani, sono tutti poeti. Ma la gente che specificatamente vuole e prova a scrivere per un attore è poca. Negli altri paesi è più frequente questa pratica che è squisitamente teatrale: Shakespeare, Moliére, Goldoni, Pirandello la utilizzavano. In ogni caso c è ampio margine per poter ben sperare. L unico mondo propositivo, nelle sue molte bruttezze, nelle sue frequenti bellezze, è nel mare di speranza che accompagna il teatro. Questa è la grande differenza con gli altri settori. Ad esempio la televisione, secondo me, è un mezzo senza speranza. Possiamo contare più sul futuro che sul presente». 5 Marzo

8 Costume & Società Ecco chi decide vita e morte dei programmi. L ultmo caso a La7, il precedente di Mentana Le invisibili mani di forbice della tv Non solo in Rai oscuri dirigenti con super stipendi e poteri illimitati Jacopo Matano Chi muove i fili dietro lo schermo delle nostre televisioni? Nella fabbrica dell informazione italiana c è sempre un invisibile mano di forbice, un incorporeo controllore che guadagna stipendi a cinque zeri e decide dietro le quinte vita, morte e miracoli dei palinsesti e delle trasmissioni più seguite dal pubblico. Che si tratti di un giovane manager o di un anziano ingegnere, di un giornalista di lunga data o di un potente ragioniere, è il dirigente televisivo il vero patron della tv, colui che ha l ultima parola sulla sorte di presentatori, conduttori e programmi. Pezzi grossi: in Mediaset coincidono in buona parte con i consiglieri di amministrazione, in Rai si arriva a contarne un centinaio. Ma è a La7 che hanno creato l ultimo caso di frizione con i giornalisti, bloccando la programmazione di una puntata de L Infedele di Gad Lerner sul caso del presunto riciclaggio di denaro di Telecom-Sparkle. Caro Gad è il contenuto della lettera che Giovanni Stella, amministratore delegato di Telecom Italia Media ha inviato al conduttore - ti rappresento che ragioni di opportunità [ ] mi consigliano di soprassedere, per ora, alla decisione [ ] di dedicare la puntata de L Infedele del 1 marzo al tema del riciclaggio per il tramite di società telefoniche. Motivo? Non turbare l attività giudiziaria. Nulla può opporsi a una decisione presa all ultimo piano dell azienda, specialmente se questa decisione è condivisa da un importante direttore di rete - Lillo Tombolini ai vertici della tv da oltre trent anni: esordì nel 1977 con i palinsesti di Antenna Nord. Se le redazioni di La7 risentono di scelte imperative, Mediaset non se la passa meglio. L ultimo a farne le spese - poi rimborsate grazie a un accordo extragiudiziale con l azienda è stato Enrico Mentana, che l anno scorso ha lasciato la conduzione di Matrix in seguito alla decisione dei suoi superiori di non modificare la messa in onda del Grande Fratello la sera della morte di Eluana Englaro. Anche in quel caso, galeotti furono i contenuti e le intenzioni del giornalista. Nelle concitate telefonate in cui si decidevano le sorti della programmazione di Canale Cinque dopo il decesso della donna che aveva scatenato un enorme caso politico-mediatico, ruolo fondamentale ebbero il direttore generale dell informazione di Rti Mauro Crippa - consigliere d amministrazione, carriera d oro tutta nelle aziende del Biscione- e il responsabile della rete Massimo Donelli - ex direttore di Epoca, tessera P2 numero 921. Dopo un po Crippa mi richiamò sinceramente costernato: la programmazione doveva proseguire come se nulla fosse successo, racconterà Mentana alla stampa. Mani invisibili e voci non udibili avevano deciso che la puntata non s aveva da fare. E in Rai? Nella carica dei 102 consiglieri, presidenti e direttori di nomina politica, ingerenze e sforbiciate sono all ordine del giorno. Ma a stupire, a volte, è la capacità di persuasione esercitata da parte di insospettabili e apparentemente innocui funzionari. Come nel caso dei fischi rivolti al ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola da parte del pubblico dell Ariston. Fischi placati quasi miracolosamente in diretta nazionale dal gesto di un grigio direttore Comunicazione e Relazioni esterne della Rai, Guido Paglia. Occhio a quel manager: ex militante di Avanguardia Nazionale, immortalato in prima fila negli scontri del marzo 68 a Valle Giulia, Paglia fu indicato da una relazione della Commissione Stragi del Senato come informatore dei servizi segreti all epoca del tentato golpe Borghese. Un colletto bianco che sa come incutere timore a una platea. Parla lo storico autore Rai, che torna con Memorie dal bianco e nero Vaime: Noi, complici del sistema La tv mira a distrarre puntando al mercato Se I dirigenti accendono e spengono i programmi, a determinare le nuove tendenze culturali trasmesse dal piccolo schermo sono gli autori. Reality o varietà, competizioni all ultimo sangue o vetrine di bellezza: chi scrive e dirige le trasmissioni più seguite costruisce nuovi paradigmi culturali. Ne abbiamo parlato con Enrico Vaime, autore televisivo di lungo corso, che torna in Rai con un approfondimento sulla tv d epoca, Memorie dal bianco e nero. Vaime, ripercorrendo i primi passi della tv italiana le è venuta un po di nostalgia? «La nostalgia la lascio volentieri a quelli che hanno rinunciato a fare questo mestiere e pensano com era bella la televisione di una volta. Io sono un autore vivente e voglio guardare avanti. La tv di un tempo non era più bella, era solo in bianco e nero. C era più professionalità, un mercato più diretto, ma il prodotto è lo stesso: l intrattenimento televisivo. Non possiamo stravolgerlo nei suoi significati, noi siamo i complici, i collaboratori e i collaborazionisti di un sistema che mira a rassicurare, a costruire una digressione ironica su fatti reali, a distrarre senza rimbambire. Questa era ed è la televisione». E proprio sicuro che non miri a rimbambire? La tv di oggi sembra incentrata soltanto su bellezza e competizione, penso a Uomini e Donne, Amici... «Sull estetica calo un velo - anzi un plaid, una coperta, un materasso - di pietoso silenzio. La competizione, invece, è sempre e comunque commerciale: mira a vendere dischi se si tratta di musica, prodotti se si trattadialtro.ilcontornoèariafritta, tale e quale ai vecchi tempi. Ci sono delle gare di canzonette come all epoca di Nilla Pizzi e Carla Boni con poveracci e illusi che a differenza deglianni 50e 60- puntanoaun obiettivo molto più basso. Ricordo bene quando gli intellettuali si sentivano offesi dai risultati dei festival di San Remo in cui vincevano Vola Colomba vola o Vecchio Scarpone. Eppure anche quest anno è arrivato secondo un Vecchio Scarpone, e mi sto riferendo a Italia mia... Italia addio...» Italia amore mio. Tornando Ma è sbagliato pensare che prima eravamo dei missionari : si è sempre cercato di turlupinare le giovani generazioni ai reality, c è chi pensa che questi format di grande successo stiano lentamente formattando anche la mente di chi li guarda, imponendo un paradigma culturale. «C è un tentativo in questo senso. Ma è stato fatto anche in passato. Intendiamoci, è sbagliato pensare che prima eravamo dei missionari e ora invece siamo delinquenti: si è sempre cercato di turlupinare le generazioni più fresche, specialmente se si tratta di generazioni di consumatori. Non bisogna dimenticare che lo scopo finale è il consumo. I falsi inviti al gentile pubblico a partecipare - via al televoto, stop alle telefonate - sono puttanate. E un metodo semplice e funzionale per coinvolgere un mercato. In questo intravedo un pericolo, ma non di una rivoluzione culturale». Memorie dal bianco e nero è ideata da Maurizio Costanzo, protagonista di un grande ritorno in Rai come autore e conduttore. Non crede che questa tv-spazzatura nasca da una certa linea autoriale inventata dalla coppia Costanzo-De Filippi. «Dare a Costanzo la responsabilità di certe scelte televisive è abusivo. E facile pensare De Filippi e Costanzo sono moglie e marito, magari qualche parola la scambiano. Ma le loro sono due concezioni differenti di televisione, tutte e due vincenti al momento, ma molto diverse tra loro. Per quello che mi risulta non esiste alcun programma di Costanzo apparentabile a Uomini e Donne. Non dimentichiamo, dopo tutto che lui ha portato in Italia il talk-show». J. M. TAGLIENTE Enrico Vaime non risparmia severe critiche alla Tv Settimanale della Scuola Superiore di giornalismo Massimo Baldini della LUISS Guido Carli Direttore responsabile Comitato di direzione Direzione e redazione Stampa Amministrazione Roberto Cotroneo Sandro Acciari, Alberto Giuliani, Sandro Marucci Viale Pola, Roma tel fax Centro riproduzione dell Università Università LUISS Guido Carli viale Pola, Roma Reg. Tribunale di Roma n. 15/08 del 21 gennaio 2008 giornalismo@luiss.it Marzo 2010

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