GRANO TENERO. Obiettivo MERCATO ITALIANO ANDAMENTO dei prezzi nazionali ed esteri del grano tenero (2009)

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1 Obiettivo in collaborazione con GRANO TENERO miglioramento ma tendenzialmente stabile; i piccoli aumenti di prezzo sono legati soprattutto alla scarsità del prodotto posto sul mercato e non a un aumento della domanda. Buona parte delle transazioni sono ricoperture da parte di commercianti. Così come in molti Paesi europei, anche il mercato italiano sta attraversando una fase di transizione e di incertezza, non è possibile al momento attuale prevedere quali saranno gli esiti di questa situazione. I sobbalzi di prezzo delle ultime settimane sono stati più che altro un piccolo assestamento di post-campagna, legati più a una resistenza a vendere che a un aumento della domanda; queste sono ovviamente situazioni pericolose per i venditori poiché costringono i consumatori ad approvvigionarsi maggiormente all estero togliendo spazio al prodotto nazionale nel momento in cui questo viene offerto. ANDAMENTO dei prezzi nazionali ed esteri del grano tenero (2009)

2 L Istat indica il raccolto nazionale di grano tenero a 3,27 milioni di tonnellate (2,95 la stima precedente: 13% in meno rispetto al 2008), pari a circa il 38% del fabbisogno nazionale sia per uso panificabile che zootecnico; questo dato è significativo del «peso» che il grano nazionale ha sul mercato nazionale. I prezzi sono in leggero aumento con valori partenza intorno a 145 euro/t per il misto rosso e 160 euro/t per i bianchi; via camion il grano francese vale attorno ai 150 euro/t e il tedesco 145 euro/t. La mancanza di offerte via camion e gli aumenti di prezzo del prodotto dal Mar Nero hanno fatto lievitare i prezzi del grano foraggero che, anche a causa delle scoperture da parte di commercianti, vale oggi attorno a 140/142 euro/t partenza porto. GRANO TENERO GRANO TENERO Anche il mercato comunitario del grano attraversa una fase di sostanziale stabilità e le oscillazioni di prezzo che si verificano sono il più delle volte l effetto di fattori esterni quali l andamento del dollaro, dei mercati finanziari e delle oscillazioni sul Cbot. Delle tonnelate di grano acquistato dall Algeria a 209 dollari/t Cif, una considerevole parte dovrebbe essere di origine francese, mentre le Filippine hanno acquistato t di grano foraggero Ucraino a 210 dollari/t Cif. Il governo marocchino ha autorizzato l importazione di t di grano tenero comunitario a dazio agevolato. I mercati continuano ad avere andamenti che sono il riflesso di fattori esterni: l andamento del dollaro, le difficoltà a ultimare la trebbiatura di mais e soia negli Usa e il sempre più evidente desiderio degli investitori di entrare nel mercato delle commodities. Dopo aver esportato da luglio a settembre della corrente campagna 7,5 milioni di tonnellate di cereali contro i 6,5 della scorsa campagna, in Ucraina i prezzi del grano sono significativamente aumentati considerato che l obiettivo è di esportare nell intera campagna 17 milioni di tonnellate, contro i 25 dello scorso anno. I prezzi Fob sono così arrivati a 155 dollari/t per il grano feed e 170 dollari/t per il panificabile. Sempre in Ucraina le semine del grano sono al 90%, ma si inizia già a parlare di problemi di siccità. Sul Cbot i valori del grano si sono attestati fra 500 e 550 cent/bushel. I prezzi fob in dollari/t sono 192 negli Usa, 190 in Australia e 180 in Russia.

3 GRANO DURO Il prodotto del mercato nazionale è stabile e poco attivo; ai valori correnti la merce posta in vendita è scarsissima e ormai si comincia a parlare di una ripresa delle vendite nell anno nuovo. I prezzi nominali vanno da 175 a 195 euro/t partenza. ANDAMENTO dei prezzi nazionali ed esteri del grano duro (2009) GRANO DURO GRANO DURO In Francia i prezzi sono stabili con valori partenza intorno ai 165 euro/t nel Sud Ovest e 180 Fob Rouen. Il prezzo Fob in dollari/t è 253 negli Usa e 224 dal Canada.

4 MAIS e SOIA MAIS e SOIA MAIS e SOIA La trebbiatura è ormai conclusa e i problemi di stoccaggio sono stati in buona parte risolti. Nelle scorse settimane, da quando i listini hanno cominciato a crescere, la merce posta sul mercato è sempre calata a causa della scarsa disponibilità da parte dei produttori a vendere. A sostegno dei prezzi del prodotto nazionale vi è invece la difficoltà incontrata dai venditori esteri nelle consegne del mais venduto a suo tempo e la totale assenza di offerte di nuovo prodotto. In questo contesto è necessario comprendere che in uno scenario di consumo normale il prezzo di mercato sarebbe letteralmente «esploso» invece di aumentare di qualche euro/t per settimana; questo deve far riflettere sullo scenario nel quale ci troviamo. Il prezzo partenza sul pronto è 130 euro/t in Friuli Venezia Giulia, 133 euro/t in Veneto e 137 euro/t in Emilia-Romagna. Per il primo semestre 2010 si stimano valori partenza di 140 euro/t in Friuli e 148 euro/t in Emilia. Dopo gli aumenti dei giorni scorsi sul Cbot il prezzo del seme di soia nazionale è fra i 310 e 315 euro/t partenza. In Ungheria il dato ufficiale indica un raccolto di mais di 7,6 milioni di tonnellate contro i 9 dello scorso anno. Anche per il mais si segnalano leggeri aumenti sia in Francia, con il Matif a 130 euro/t, sia in Ungheria, ove il prezzo partenza è fra 100 e 104 euro/t. In Argentina l ettarato a mais passa da 2,46 a 1,88 milioni di ettari a causa delle scarse precipitazioni in molte zone di coltivazione. La trebbiatura del mais negli Usa è solo al 20% e i prezzi sono strettamente condizionati dall andamento meteorologico, che nei prossimi giorni si prevede però favorevole. I prezzi Fob in dollari/t sono 184 dagli Usa e 171 dall Argentina.

5 NOTIZIE VARIE NOTIZIE VARIE PREZZI DEI CEREALI: IL CALO È DEL 26% I dati diffusi da Ismea, relativi al mese di settembre, confermano il calo dei prezzi del 12% rispetto allo scorso anno, calcolato su base nazionale per la media dell intero settore agricolo. La diminuzione più consistente, sulla base dell analisi effettuata da Coldiretti, è quella del prezzo dei cereali: -26% nel confronto con il 2008, ma anche il 5% in meno rispetto al mese precedente. Al secondo posto la frutta, con il 22% in meno. Male anche il vino (-18%), il latte (-14%), gli ortaggi (-13%) e la carne suina (-12%). Si tratta di variazioni negative che non trovano riscontro nei prezzi di vendita ai consumatori che continuano a crescere in praticamente tutte le categorie di prodotto. In generale, per ogni euro speso dai consumatori in alimenti, ben 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori, esistono quindi ampi margini da recuperare, con più efficienza, concorrenza e trasparenza per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica. NOTIZIE VARIE IL TAR CONFERMA LA MULTA AL «CARTELLO» DELLA PASTA Il Tar del Lazio conferma le multe inflitte dall Antitrust nel febbraio scorso a 22 società alimentari e due associazioni per aver creato un cartello per i prezzi della pasta. Le multe inflitte dall Antitrust variavano complessivamente a più di 12 milioni di euro. Le aziende, secondo l Antitrust, hanno concertato gli aumenti del prezzo di vendita della pasta secca di semola da praticare al settore distributivo. Obiettivo