Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro

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1 16 maggio Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro Nell ambito dell iniziativa di monitoraggio realizzata dall Istat per analizzare le modalità di conversione in euro dei prezzi in lire durante il periodo finale della fase transitoria e in quello della doppia circolazione, si diffondono i risultati finali relativi al periodo ottobre - febbraio. Lo scopo dell indagine è stato principalmente quello di verificare: tempi e modalità con cui si è realizzato il processo di adozione della doppia esposizione di prezzo (lire ed euro); la coerenza tra le quotazioni espresse nelle due valute, dato il fattore di conversione e le regole di arrotondamento. Ufficio della comunicazione Tel Centro di informazione statistica Tel Informazioni e chiarimenti Servizio delle statistiche sui prezzi Via Torino, Roma Laura Leoni Tel L attività di monitoraggio, pur basandosi sullo stesso impianto organizzativo della rilevazione dei prezzi al consumo, ha interessato un numero più limitato di città e di prodotti. Essa è stata condotta con cadenza mensile su un arco di tempo che va da ottobre fino al termine del periodo della doppia circolazione della valuta. In particolare, l indagine è stata effettuata in trenta comuni (tra cui i venti capoluoghi di regione), distribuiti su tutto il territorio nazionale, che rappresentano il 60 per cento del campione in termini di spesa dei consumatori. Essa è riferita ad un sottoinsieme dei prodotti le cui quotazioni sono già oggetto di rilevazione per il calcolo degli indici dei prezzi al consumo. I beni e servizi soggetti al monitoraggio sono stati selezionati tra quelli maggiormente rappresentativi dei consumi delle famiglie italiane, in modo da includere tutte le tipologie di prodotto e di distribuzione, nonché un ampio spettro dei livelli dei prezzi. La rilevazione ha coinvolto il maggior numero possibile di punti di vendita e ha rappresentato in maniera adeguata le diverse tipologie di esercizi commerciali. In totale, considerata la struttura dell indice nazionale per l intera collettività, il peso dei prodotti sottoposti a monitoraggio è ammontato a circa il 50 per cento dell intero paniere. Questa nota, che fa seguito alle due già diffuse in precedenza, contenenti informazioni relative all ultimo trimestre del, comprende anche i risultati relativi alle quotazioni di beni e servizi rilevate direttamente dall Istat e, in particolare, alla conversione delle tariffe dei servizi di pubblica utilità, stabilite a livello nazionale o locale. Inoltre, l analisi è completata da un paragrafo dedicato all evoluzione complessiva dei prezzi nel periodo considerato.

2 1. Prezzi al consumo rilevati dai Comuni La Tabella 1.1 presenta le incidenze percentuali dei prezzi espressi in euro, distinte per tipologia di prodotto (beni di largo consumo 1, altri beni, servizi). Il processo di introduzione della esposizione di prezzo nella nuova moneta si è sostanzialmente completato fin da gennaio. La quota dei prezzi esposti in euro ha raggiunto nel primo mese del il 99,8 per cento del totale (dal 69,8 per cento di dicembre). In febbraio tale percentuale è stata pari a 100. Tabella 1.1: Incidenza percentuale delle quotazioni espresse in euro per tipologia di prodotto Tipologia di prodotto Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Beni di largo consumo 47,9 56,2 68,8 99,8 100,0 Altri beni 51,8 62,0 72,9 99,9 100,0 Servizi 50,6 61,8 69,9 100,0 100,0 Totale 49,0 58,1 69,8 99,8 100,0 A partire da gennaio una piccola parte dei prodotti monitorati ha presentato quotazioni espresse soltanto in euro: nei primi due mesi del la relativa quota si è mantenuta intorno al 2 per cento sul totale. Per quel che riguarda le tipologie distributive, si è osservato un anticipo della doppia esposizione delle quotazioni nella distribuzione organizzata rispetto a quella tradizionale: in dicembre l incidenza dei prezzi in euro superava l 80 per cento nella prima e non raggiungeva il 65 per cento nella seconda (Tabella 1.2). Il divario si è colmato in gennaio. Tabella 1.2: Incidenza percentuale delle quotazioni espresse in euro per tipologia distributiva Tipologia di distribuzione Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Tradizionale 45,8 54,8 64,1 99,8 100,0 Organizzata 55,4 64,6 81,1 99,9 100,0 Totale 49,0 58,1 69,8 99,8 100,0 Esaminando il tasso di conversione implicito nelle quotazioni espresse in entrambe le valute 2, si riscontra che anche in gennaio e febbraio l operazione è stata effettuata nella grande maggioranza dei casi in maniera esatta. Tuttavia, l'incidenza dei casi per i quali si è osservato uno 1 Sono definiti beni di largo consumo: i generi alimentari, i prodotti per la pulizia della casa ed i beni per l igiene personale. 2 Il tasso di conversione implicito può risultare diverso da quello ufficiale a causa di un errore di calcolo o per l uso deliberato di un prezzo differenziato (ad esempio, in caso di arrotondamento del prezzo in euro a una cifra ritenuta più comoda o più attraente). 2

3 scarto tra prezzi espressi in lire e in euro ha segnato un graduale aumento, salendo al 2,4 per cento in gennaio e al 3,4 per cento in febbraio (Tabella 1.3). Tabella 1.3: Incidenza percentuale delle quotazioni con differenze tra prezzo esposto in euro e prezzo convertito, per tipologia di prodotto Tipologia di prodotto Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Beni di largo consumo 1,0 1,0 1,3 1,7 2,2 Altri beni 4,4 3,0 3,2 2,7 4,5 Servizi 4,2 3,1 3,4 6,1 8,2 Totale 2,2 1,7 2,0 2,4 3,4 La disaggregazione per tipologia di prodotto indica il progressivo aumento delle differenze per ciascun insieme di prodotti. Tuttavia, nel caso dei beni di largo consumo, l incidenza delle quotazioni con un tasso di conversione implicito diverso da quello ufficiale ha registrato un aumento contenuto, portandosi dall 1,3 per cento di dicembre al 2,2 per cento di febbraio. Per quanto riguarda gli altri beni, la quota delle discrepanze tra prezzo esposto in euro e quello in lire, che a gennaio era diminuita rispetto al mese precedente, a febbraio è aumentata in modo sensibile, salendo al 4,5 per cento. L incidenza del fenomeno ha continuato a risultare più elevata nei servizi, toccando in febbraio l 8,2 per cento, il valore più alto dallo scorso ottobre. L analisi per tipologia distributiva mostra che l aumento vi è stato sia per la distribuzione organizzata, sia per quella tradizionale (Tabella 1.4); questo non ha alterato in modo sostanziale il divario esistente tra i due tipi di distribuzione. Tabella 1.4. Incidenza percentuale delle quotazioni con differenze tra prezzo esposto in euro e prezzo convertito, per tipologia distributiva Tipologia distributiva Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Tradizionale 2,5 2,1 2,4 2,7 4,0 Organizzata 1,6 1,1 1,4 1,7 2,2 Totale 2,2 1,7 2,0 2,4 3,4 I casi in cui le due quotazioni sono risultate differenti sono stati analizzati calcolando le frequenze degli scarti tra il prezzo in euro e quello ottenuto dalla conversione esatta del prezzo in lire, ordinati secondo la loro ampiezza (Figura 1.1). Per meglio misurarne l effettiva rilevanza, gli scarti sono rapportati al livello del prezzo in lire e quindi risultano espressi in termini di differenza percentuale rispetto a tale prezzo. La distribuzione degli scarti, pur restando concentrata sui valori più contenuti in gennaio e in febbraio, segnala un aumento dell incidenza di casi caratterizzati da differenze di entità relativamente elevata. 3

4 Gli scarti compresi tra meno 0,5 e più 0,5 per cento hanno rappresentato nell ultimo mese circa il 67 per cento del totale (63 per cento in gennaio), una quota decisamente inferiore a quella registrata nel periodo ottobre-dicembre, che era sempre risultata superiore al 75 per cento. Per quel che riguarda il segno degli scarti, in gennaio e febbraio è emerso un progressivo spostamento da una prevalenza di discrepanze negative (corrispondenti cioè ad arrotondamenti verso il basso) a una situazione di maggiore diffusione di quelle positive (arrotondamenti verso l alto). In particolare, nel mese di febbraio i casi di prezzo in euro inferiore alla corrispondente quotazione in lire hanno inciso nel complesso per circa il 40 per cento, con una riduzione di quasi 30 punti percentuali rispetto a dicembre; simmetricamente, le situazioni di prezzo in euro superiore a quello in lire sono giunte a pesare per quasi il 60 per cento. 60,0% 50,0% 40,0% Figura1.1: distribuzione delle differenze tra prezzi esposti in euro e convertiti in lire per classi percentuali di scarto Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% Fino al - 10,01% Dal -10% al -2,01% Dal -2% al -1,01% Dal -1% al -0,51% Da -0,50% a 0% Da 0% a 0,50% Da 0,51% a 1% Da 1,01% a 2% Da 2,01% a 10% Oltre 10% 2. Tariffe e prezzi regolamentati La transizione all Euro ha coinvolto anche le tariffe ed i prezzi soggetti a regolamentazione a livello centrale o locale; questo insieme rappresenta una quota rilevante, pari a circa il 14 per cento della spesa per il paniere dei prodotti considerati negli indici dei prezzi al consumo. Il monitoraggio delle quotazioni in lire ed in euro ha interessato tutti i beni e i servizi di tale insieme inclusi nel paniere e, laddove il prezzo si differenzia a livello locale, l intera struttura territoriale dell indice. 4

5 Dato il numero relativamente limitato delle quotazioni incluse in questo insieme e le peculiari modalità di evoluzione delle tariffe, per le quali tipicamente si riscontrano modifiche concentrate in gennaio, l analisi è stata condotta in maniera diversa rispetto a quella relativa ai prezzi rilevati presso gli esercizi commerciali. Il prezzo di febbraio è stato confrontato con quello di dicembre, in modo da separare, preliminarmente, le situazioni di invarianza della quotazione in lire da quelle di modifica della stessa. Nel primo caso, avendo osservato la stabilità del prezzo in lire in corrispondenza del passaggio alla nuova valuta, è interessante controllare se la conversione all euro è avvenuta in maniera esatta o con un arrotondamento. Nel secondo caso, invece, ci si trova in presenza di un cambiamento del prezzo in lire che si sovrappone alla conversione: in questa evenienza ciò che rileva è la direzione (in aumento o in diminuzione) della modifica, mentre risulta impossibile distinguere l eventuale effetto di arrotondamento dovuto al passaggio all euro da altre ragioni di cambiamento del prezzo. Il quadro informativo sull evoluzione delle tariffe e dei prezzi regolamentati nel periodo della transizione all euro viene completato da un analisi delle variazioni degli indici di prezzo registrate nel periodo dicembre febbraio. Nella Tavola 2.1 è riportata la distribuzione, espressa in percentuale, delle tariffe e dei prezzi regolamentati inclusi nel paniere degli indici dei prezzi al consumo, classificati sulla base delle tipologie ora definite: da un lato vi sono i casi di modifica dei prezzi (con alternativa tra aumento e diminuzione), dall altro i casi di stabilità della quotazione in lire, suddivisi a seconda del tipo di arrotondamento praticato. Nell ultima colonna viene, invece, presentata la variazione effettiva dei prezzi di tale sottoinsieme di beni e servizi. L analisi è stata differenziata a seconda del tipo di regolamentazione. Tavola 2.1 Numero di variazioni di prezzo e arrotondamenti per le tariffe e i prezzi regolamentati nel periodo di doppia circolazione (distribuzione percentuale), variazione percentuale degli indici di prezzo. Dicembre Febbraio Tariffe e prezzi a regolamentazione centrale Tariffe e prezzi a regolamentazione locale Totale tariffe e prezzi regolamentati Aumento Variazione Diminuzione Favorevole al consumatore Arrotondamento Neutro Sfavorevole al consumatore Indice dei prezzi Variazione percentuale 39,9 2,0 10,5 29,0 18,6 +1,6 28,1 23,0 13,8 28,3 6,8-0,6 35,3 10,2 11,8 28,7 14,0 +0,8 Nel complesso le quotazioni dei beni e servizi presenti nel paniere, per i quali viene corrisposta una tariffa o un prezzo soggetto a regolamentazione, tra dicembre e febbraio hanno 5

6 presentato una variazione nel 45,5 per cento dei casi, con una prevalenza di aumenti (35,3 per cento) rispetto alle diminuzioni (10,2 per cento). Nel rimanente 54,5 per cento non si sono riscontrate variazioni del prezzo in lire. La conversione all euro è avvenuta nella maggioranza dei casi (28,7 per cento del totale complessivo) in maniera esatta, mentre i casi di arrotondamento sfavorevole al consumatore prevalgono leggermente (con un 14 per cento) su quelli favorevoli (11,8 per cento). Le tariffe e i prezzi a regolamentazione centralizzata hanno subito un aumento del prezzo in lire nel 39,9 per cento dei casi ed una diminuzione nel 2,0 per cento. Gli aumenti dei prezzi riguardano i concorsi pronostici, il canone Rai, i fiammiferi, i cerini e risultano prevalenti tra i medicinali e le tratte autostradali considerate ai fini del calcolo degli indici. I beni e servizi il cui prezzo in lire tra dicembre e febbraio è rimasto invariato incidono per il 58,1 per cento. Tale quota si scompone tra un 29 per cento di casi con arrotondamento neutro, un 10,5 per cento con arrotondamento favorevole al consumatore e un 18,6 per cento sfavorevole. Le tariffe e i prezzi regolamentati in sede locale hanno subito una variazione del prezzo in oltre la metà dei casi osservati, con un aumento nel 28,1 per cento ed una diminuzione nel 23 per cento dei casi. Gli aumenti dei prezzi hanno riguardato le tariffe dell energia elettrica, una parte di tariffe locali per trasporti urbani, erogazione dell acqua e trasporti lacuali e lagunari. Diminuzioni si sono verificate principalmente nelle tariffe del gas uso cottura cibi e riscaldamento. Il 48,9 per cento delle tariffe e dei prezzi regolamentati in sede locale sono rimasti invariati in lire; la relativa conversione in euro è risultata neutra nella maggioranza dei casi (28,3 per cento del totale), mentre gli arrotondamenti favorevoli al consumatore (13,8 per cento) hanno inciso più di quelli sfavorevoli (6,8 per cento). Tra dicembre e febbraio l indice dei prezzi dell insieme delle tariffe e dei prezzi regolamentati è aumentato dello 0,8 per cento. La componente a regolamentazione nazionale ha registrato un incremento più elevato (più 1,6 per cento) a cui hanno contribuito soprattutto i rialzi dei prezzi dei concorsi pronostici (più 6,6 per cento) e dei medicinali (più 2,5 per cento). Le tariffe ed i servizi a regolamentazione locale hanno invece segnato una sensibile diminuzione (meno 0,6 per cento) determinata essenzialmente dalla diminuzione delle tariffe del gas da riscaldamento (meno 3,4 per cento), che ha più che compensato gli effetti degli aumenti delle altre voci. 3. Il comportamento dei prezzi durante il periodo di monitoraggio A completamento dei risultati provenienti dalla rilevazione di monitoraggio sembra utile fornire anche un analisi sull andamento dei prezzi nel periodo della transizione dalla lira all euro, facendo quindi riferimento all insieme di tutti i prezzi mensilmente rilevati per il calcolo degli indici. E opportuno ribadire, come sottolineato anche dall ufficio statistico della Comunità europea, l impossibilità di individuare quanta parte degli aumenti verificatisi nel periodo considerato sia attribuibile al cambio di moneta. Per quanto sia probabile che esso abbia influenzato le politiche di fissazione del prezzo, nella maggior parte dei casi non si può distinguere, in termini sia concettuali sia statistici, un aumento reso possibile dal passaggio a quotazioni in euro, da variazioni di prezzo operate contestualmente all adozione della moneta unica ma determinate da spinte e motivazioni da essa indipendenti. 6

7 Come si rileva dalla Figura 3.1, nei primi mesi di circolazione della nuova moneta la dinamica dei prezzi al consumo è stata piuttosto accentuata. Tra dicembre del e marzo del l indice è aumentato dell 1 per cento, segnando quindi una variazione congiunturale analoga a quella del medesimo periodo del (più 0,9 per cento). Il tasso di inflazione tendenziale che nella seconda metà dello scorso anno era progressivamente sceso, si è stabilizzato intorno al 2,5 per cento. Figura 3.1 : Indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (variazioni percentuali ) 0,6 Variazioni congiunturali Variazioni tendenziali (scala dx) 3,2 0,5 3 0,4 2,8 0,3 2,6 0,2 2,4 0,1 2,2 0,0 gen-01 mar-01 mag-01 lug-01 set-01 nov-01 gen-02 mar-02 2 La disaggregazione per tipologia di spesa mostra che tra dicembre e marzo gli aumenti più consistenti hanno interessato (Tavola 3.1) il capitolo dei servizi sanitari e delle spese per la salute (più 2,2 per cento), il capitolo dei servizi offerti dagli alberghi e dai pubblici esercizi (2,1), quello dei prodotti alimentari e bevande analcoliche (1,5) e il capitolo delle spese per la ricreazione, spettacolo e cultura (1,4 per cento). Riduzioni hanno riguardato, invece, il capitolo delle comunicazioni, i cui prezzi sono scesi tra dicembre e marzo dello 0,8 per cento, e quelli relativi a bevande alcoliche e tabacchi e a spese per abitazione, acqua, elettricità e combustibili (meno 0,2 per cento). Rispetto allo stesso periodo del, la crescita dei prezzi è risultata più contenuta sia per il capitolo delle spese per ricreazione, spettacolo e cultura, sia per gli alimentari e le bevande analcoliche. Al contrario, per quanto concerne i servizi sanitari e le spese per la salute e di alberghi e pubblici esercizi, gli aumenti registrati nei primi mesi di circolazione dell euro sono stati sensibilmente più elevati di quelli misurati tra marzo e dicembre

8 Tavola Indici dei prezzi al consumo per l'intera collettività. Anno Base 1995 = Anni - (variazioni percentuali su tre e su sei mesi) Capitoli di spesa mar 01 dic 00 mar 01 set 00 dic 01 set 01 Alimentari e bevande analcoliche 1,6 2,8 1,5 2,5 Bevande alcoliche e tabacchi 0,3 0,2-0,2 0,0 Abbigliamento e calzature 0,5 1,9 0,5 1,8 Abitazione, acqua, elettricità, combustibili 0,5 1,5-0,2 0,5 Mobili, arredamento, servizi per la casa 0,7 1,3 0,6 1,0 Servizi sanitari e spese per la salute 1,2 1,5 2,2 1,8 Trasporti -0,1 0,1 1,1 0,7 Comunicazioni -0,8-0,8-0,8-0,9 Ricreazione, spettacolo e cultura 2,0 2,6 1,4 2,2 Istruzione 0,2 2,5 0,2 1,7 Alberghi e pubblici esercizi 1,8 2,2 2,1 2,5 Beni e servizi vari 1,6 2,1 0,9 1,6 Indice generale 0,9 1,6 1,0 1,5 La Tavola 3.2 riporta le variazioni dell indice dei prezzi al consumo, disaggregato secondo la destinazione d uso in beni di largo consumo ( grocery ), altri beni e servizi, utilizzando la medesima classificazione già adottata nel primo paragrafo per l analisi delle modalità di conversione dei prezzi. Tavola Indici dei prezzi al consumo per l'intera collettività Anno Base 1995 = Anni - (variazioni percentuali su tre e su sei mesi) Destinazione d'uso mar 01 dic 00 mar 01 set 00 dic 01 set 01 Beni di largo consumo (a) 1,5 2,7 1,3 2,3 Altri beni (b) 0,2 0,8 0,6 0,7 Beni (a)+(b) 0,6 1,4 0,8 1,1 Servizi 1,5 2,1 1,3 1,9 Indice Generale 0,9 1,6 1,0 1,5 Nei tre mesi considerati, sia i prezzi dei beni di largo consumo sia quelli dei servizi sono aumentati dell 1,3 per cento. In entrambi i casi, l incremento è risultato leggermente inferiore a quello registrato nello stesso periodo dell anno precedente. Occorre tuttavia osservare che nel caso dell insieme dei beni di largo consumo la dinamica è stata piuttosto marcata anche nei mesi autunnali: nell arco dei sei mesi terminati a marzo i prezzi di tale insieme hanno segnato un incremento del 2,3 per cento, significativamente superiore a quello dell indice generale, sebbene 8

9 inferiore a quello rilevato nel periodo analogo dell anno precedente. L aumento dei prezzi degli altri beni (ovvero l insieme non grocery ) è stato pari allo 0,6 per cento nei primi tre mesi del. Seppur contenuto rispetto a quello delle altre componenti, tale incremento risulta più elevato di quello che aveva caratterizzato il medesimo periodo del. L andamento dei prezzi dei beni di largo consumo nel primo trimestre di circolazione della nuova moneta ha risentito della crescita dei prezzi dei beni alimentari non lavorati e, in particolare, degli ortaggi (cresciuti del 10,4 per cento), la cui produzione è stata negativamente influenzata dagli eventi climatici che hanno caratterizzato l inizio dell inverno. La dinamica dei prezzi degli altri beni è stata, invece, spinta dalle quotazioni dei prodotti energetici, e in special modo del prezzo delle benzine, cresciuto dell 1,9 per cento. Per quanto riguarda i servizi, gli aumenti di maggiore entità hanno interessato i prezzi dei servizi offerti dagli alberghi e dagli altri servizi di alloggio, più 3,6 per cento, e quelli dei servizi ricreativi, più 3,1 per cento (che hanno risentito della crescita del canone televisivo e del prezzo dei concorsi a pronostico). Tuttavia, in entrambi i casi l aumento, che risente di una notevole stagionalità, è stato meno marcato che nei corrispondenti mesi del. Al contrario, i prezzi dei servizi assicurativi, dei servizi medici non ospedalieri e dei pubblici esercizi e mense (ristoranti, pizzerie, caffè, ecc.) hanno segnato all inizio del incrementi superiori a quelli del medesimo periodo del (Tavola 3.3). Tavola Indici dei prezzi al consumo per l'intera collettività di alcune categorie di servizi. Anno Base 1995 = Anni - (variazioni percentuali su tre e su sei mesi) Categorie di servizi mar 01 dic 00 mar 01 set 00 dic 01 set 01 Alberghi ed altri servizi di alloggio 3,9 3,2 3,6 2,6 Servizi ricreativi 4,9 5,6 3,1 3,3 Servizi assicurativi 0,4 1,8 2,7 4,2 Servizi medici non ospedalieri 1,0 1,6 2,1 2,7 Pubblici esercizi e mense 1,1 1,8 1,6 2,6 Nell arco dei primi tre mesi dell anno l 85 per cento dei prodotti contenuti nel paniere dell indice dei prezzi al consumo ha presentato un aumento, mentre meno del 10 per cento ha fatto segnare una diminuzione. Nell analogo periodo dello scorso anno, la quota di prodotti che avevano registrato un calo di prezzo era stata lievemente inferiore. Ordinando in senso decrescente le 209 voci del paniere sulla base del rispettivo contributo alla dinamica dell indice generale (Tavola 3.4) si osserva che circa il 70 per cento dell aumento complessivo registrato tra dicembre e il marzo successivo è spiegata dai primi 12 prodotti; a questo insieme di prodotti corrisponde un peso di circa il 24 per cento. All opposto, il contributo negativo delle voci che hanno subito una riduzione di prezzo è stato pari a circa 0,2 punti percentuali. D altro canto, l apporto alla variazione complessiva dell indice delle voci con contributi positivi e negativi più ampi è risultato assai simile nei primi tre mesi del, pur con tipologie di prodotti presenti nei due gruppi complessivamente mutata. Da questo punto di vista, la distribuzione delle variazioni di prezzo che ha caratterizzato la prima fase della conversione all euro non mostra peculiarità di rilievo. 9

10 La composizione del gruppo di voci con maggiore contributo inflazionistico può fornire alcuni elementi riguardo alla tipologia delle spinte sottostanti e all eventuale presenza di effetti riconducibili alla transizione dalla lira all euro. In primo luogo, vi sono i beni alimentari non trasformati (ortaggi freschi e patate), da un lato, e le benzine, dall altro, che insieme hanno contribuito alla crescita dei prezzi per oltre due decimi di punto: si tratta di incrementi che hanno riflesso tensioni contingenti sui costi. Gli aumenti dei prezzi degli alberghi, dei concorsi pronostici, delle riparazioni di autoveicoli, sono tipici di inizio anno e mostrano una dinamica complessivamente inferiore a quella dell analogo periodo del. Vi sono alcune voci (automobili nazionali ed estere, dentisti) che, invece, sono cresciute in misura superiore a quella degli stessi mesi dell anno precedente; tali prezzi sembrano però difficilmente influenzabili da fenomeni connessi con il cambio della moneta. Resta un ultimo gruppo di prodotti (medicinali, ristoranti e pizzerie, consumazioni al bar) che hanno subito aumenti rilevanti, con un contributo complessivo alla dinamica inflazionistica di quasi due decimi di punto; su di essi potrebbero aver influito, in parte, i comportamenti di fissazione del prezzo adottati nella transizione all euro. Si tratterebbe comunque di un effetto complessivamente assai contenuto e che potrebbe risultare temporaneo, in quanto dettato dalla scelta della fase di conversione quale momento più adatto a modifiche dei listini comunque programmate. Tavola Indici dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale per i gruppi di prodotti a più alta inflazione nel primo trimestre (variazioni percentuali e contributo alla variazione percentuale) Variazioni Contributo Gruppi di Prodotti mar01 dic00 dic01 dic00 mar02 dic01 mar02 dic01 Ortaggi e legumi freschi 0,9 6,7 10,4 0,13 Alberghi 4,2 5,8 3,9 0,10 Medicinali 1,6-0,8 2,9 0,08 Concorsi pronostici 12,3 12,3 6,6 0,07 Ristoranti, pizzerie, fast-food 1,5 3,8 1,4 0,06 Automobili straniere 0,1 1,0 1,9 0,05 Riparazioni di automobili 1,1 3,3 1,3 0,04 Patate 4,0 18,9 13,6 0,04 Benzine -3,0-10,3 1,9 0,04 Consumazioni al bar (caffè, bevande, ecc.) 0,8 3,0 2,5 0,04 Dentisti 1,0 3,5 2,4 0,03 Automobili italiane 0,0 1,6 2,5 0,03 Indice complessivo 0,9 2,4 1,0 10

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