Registro protocollo Regione Abruzzo

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1 Registro protocollo Regione Abruzzo Archivio Codice Registro Tipo Documento Progressivo Annuo Data Protocollo Trasmissione Mittente/Destinatari Annullato PROTOCOLLO UNICO RA RP001 Posta in arrivo /18 15/10/2018 Mittente: SCHEDA ANNULLATA PARZIALMENTE Oggetto: Impronta: RIPRISTINO AMBIENTALE CAVA COLLE DEI GRILLI -COPPITO AQ-&LTBR&GT COD.PRATICA 18/ INTEGRAZIONI A SEGUITO DI COMITATO VIA 7E9C184FFFFE50E63554F12BDF7A8A418EAAE9F A66BD353FCC80F9F71 Pagina 1 di 1

2 REGIONE ABRUZZO Dipartimento Opere Pubbliche, Governo del Territorio e Politiche Ambientali Servizio Valutazioni Ambientali Dpc002@pec.regione.abruzzo.it CODICE PRATICA 18/ OGGETTO: Rimodulazione del progetto in conseguenza al Giudizio del CCR-VIA n 2959 del 21/09/2018, Prot.n del 15/05/18 RIFERIMENTO PRATICA: Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale. Codice pratica n. 18/ Variante al progetto di ripristino ambientale mediante restauro morfologico con insediamento di impianto messa in riserva (R13) e recupero (R5) di rifiuti non pericolosi. COMMITTENTE: LOCALIZZAZIONE PROGETTO: STUDIO DI PROGETTAZIONE: GAIA 2006 S.R.L. Via Mattè Trucco ROMA P.IVA: Cava Colle Dei Grilli, via delle Fiamme Gialle snc, Coppito frazione di L Aquila N.C.T. Foglio 60 part Società di Ingegneria ArtiProiecta STP s.r.l. dell Ing. Gino PROSPERINI, Strada Statale SS17, Loc. Boschetto di Pile, snc L Aquila Con riferimento al Giudizio n 2959 del Comitato V.I.A. (CCR-VIA) riunitosi in data 21/09/2018, s intende illustrare la rimodulazione del progetto conseguente all analisi condotta dai membri del Comitato, nonché argomentare su alcuni aspetti emersi nella stessa sede, la cui trattazione è stata rinviata dal Comitato stesso in sede di Conferenza dei Servizi. Nella fattispecie il Comitato CCR-VIA di cui sopra, non essendoci state osservazioni nel periodo di pubblicazione di 60 giorni, sentita la relazione istruttoria, le dichiarazioni in audizione e il preliminare parere del Servizio Gestione Rifiuti emerso nel confronto tra i rappresentanti della ditta Gaia 2006 S.R.L. e i funzionari del S.G.R. avvenuto in data 19/09/2018 presso gli uffici siti in Pescara, via Catullo N.2, ha espresso il parere favorevole al Ripristino Ambientale Cava Colle dei Grilli Coppito (AQ), facendo salvo i passaggi di verifica relativi ad eventuali presenze di limitazione di diritto di proprietà ex L.n.898/76 e s.m.i. rinviati in sede di Conferenza dei Servizi; nella stessa occasione si è convenuto che il progetto, relativamente alle operazioni di gestione dei rifiuti R5 di cui al D. Lgs. N. 152/2006, prevede lo svolgimento delle stesse a distanza massima possibile, rispetto a quella prevista dalla tabella distanza da funzioni sensibili e da centri/nuclei abitati. Inoltre la predetta fase R5 è considerata provvisoria per il tempo strettamente connesso all esecuzione del ripristino ambientale. 1

3 Inoltre, il parere del comitato CCR-VIA ha rinviato alla Conferenza dei Servizi delle valutazioni in merito a delle integrazioni che il proponente deve fornire relativamente a: 1. Valutazione sulle emissioni diffuse di polveri secondo i riferimenti tecnici delle Linee Guida Provincia di Firenze ARPAT e US-EPA AP42; 2. Ricostruzione della superficie piezometrica dell intera area dell intervento includendo anche la zona in cui verrà realizzato l impianto di trattamento, anche ricorrendo a installazione di nuovi piezometri qualora necessario, e con verifica del rispetto del franco sull area considerando la massima oscillazione della falda; 3. Descrizione della gestione delle acque di prima e seconda pioggia. E necessario inoltre che in sede di autorizzazione sia prescritta l effettuazione del collaudo acustico (campagna di monitoraggio post-operam) previsto dalla L.R. 23/

4 Verifica relativa ad eventuali presenze di limitazione di diritto di proprietà ex L.n.898/76 e s.m.i. Con riferimento alla ex Legge 24 Dicembre 1976, n.898 Nuova regolamentazione delle servitù militari, si riportano di seguito ulteriori chiarimenti sul progetto in merito agli aspetti richiamati agli artt. 1 e 2 dalla legge n.898/76: In relazione a tali funzioni esercitate negli edifici individuati nella sottostante figura e in base a ciò che prevede l articolo 2 della legge n. 898/76, si precisa che il progetto prevede di mitigare il rumore posizionando la piazzola operativa ai fini dello stoccaggio in una depressione della cava che pertanto presenta una sorta di argine perimetrale (acustico) di circa 8,00m di altezza, mentre la piazzola prevista per le operazioni di recupero/riciclo R5 è ubicata in un punto che non solo risulta il più lontano dal confine della GDF, e risulta anche posizionata ad una quota maggiormente depressa rispetto alla sua prima collocazione. È prevista inoltre la realizzazione di canali di scolo superficiali per la regimentazione delle acque meteoriche provenienti dall intero bacino idrografico che interessa l area di cava, ma tali canali in ogni caso non presenteranno una profondità superiore a 50cm, poiché rappresentano un reticolo di fossati volti a deviare le acque bianche di percolazione superficiale provenienti dalla parte sommitale del colle dei grilli, 3

5 dalla piazzola operativa ove sono stoccati i materiali (messa in riserva) al fine di scongiurarne l invasione per ruscellamento. Oltre a ciò, sempre per questioni di mitigazione ambientale, il progetto prevede la piantumazione di una doppia fila di cipressi, disposti sempre lungo il confine con la GDF, ma non si prevede l apertura di nuove strade, poiché è previsto l esclusivo utilizzo dei percorsi interni alla cava per gli spostamenti degli automezzi. Si può concludere affermando che salvo diverse disposizioni che potranno emergere in sede di Conferenza dei Servizi, il progetto in questione osserva i contenuti della ex legge n.898 del 24/12/1976. Il data venerdì 5 ottobre 2018 si è tenuto un colloquio presso la Scuola Sottoufficiali delle Guardia di Finanza di Coppito con il Maggiore Giuseppe PORCACCHIA che ha richiesto e convocato l incontro. In particolare, in detta occasione si è stabilito che la ditta GAIA 2006 srl non effettuerà nell ambito della futura attività alcuna commercializzazione di aggregati di tipologia C1, C2 e C3, nemmeno per sporadiche richieste da parte di clienti come richiesto nel contesto dell autorizzazione. Circa l attività R5 (riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche in cui è compresa la pulizia risultante in un recupero del suolo e il riciclaggio dei materiali da costruzione inorganici), a seguito di un secondo e successivo incontro tenutosi in data 10 ottobre 2018 con il Maggiore G. PORCACCHIA, confermato il posizionamento della piazzola ove ipotizzato, si è stabilito che dovrà avvenire tramite accessori propri delle macchine operatrici che saranno utilizzate al ripristino ambientale, al restauro morfologico e al ritombamento della cava stessa. 4

6 INTEGRAZIONI RICHIESTE DAL CCR-VIA circa: 1. Valutazione sulle emissioni diffuse di polveri secondo i riferimenti tecnici delle Linee Guida Provincia di Firenze ARPAT e US-EPA AP42; 2. Ricostruzione della superficie piezometrica dell intera area dell intervento includendo anche la zona in cui verrà realizzato l impianto di trattamento, anche ricorrendo a installazione di nuovi piezometri qualora necessario, e con verifica del rispetto del franco sull area considerando la massima oscillazione della falda; 3. Descrizione della gestione delle acque di prima e seconda pioggia. Allo scopo di chiarire gli aspetti sopraelencati richiamati nel giudizio VIA n del 21/09/2018, il giorno martedì 9 ottobre 2018 ore 10.30, presso la sede dell Arta Area Tecnica di Pescara in via G. Marconi, si è tenuto un incontro con gli istruttori dell Arta Ing. Armando LOMBARDI e Geol. Dario DI MUZIO con i progettisti ed i rappresentanti della Ditta GAIA 2006 SRL. -In particolare, con riferimento al punto 1 del giudizio del CCR-VIA, è stato precisato e concordato in detto incontro di predisporre una revisione della documentazione necessaria alla valutazione delle emissioni da polveri secondo le Linee Guida Provincia di Firenze ARPAT e US-EPA AP42, che si trasmette nuovamente in questa sede. -Con riferimento al punto 2 del giudizio del CCR-VIA, si è proposta nell ambito dell incontro la realizzazione di tre nuovi piezometri, da predisporre due a valle idrogeologico in corrispondenza delle piazzole attività R5 e messa in riserva e uno a monte idrogeologico da considerare come bianco. In questa sede si indica anche l esatta ubicazione dei piezometri richiesta dall Arta, per consentire all ente la verifica del posizionamento. Nell ambito della riunione l Arta ha inoltre sottolineato la necessità di portare i piezometri ad una profondità di almeno 5m rispetto al livello minimo di falda, mentre le modalità di monitoraggio, saranno concordate con il distretto dell Aquila. -Con riferimento al punto 3 del giudizio del CCR-VIA, invece, è stato richiamato ed illustrato sinteticamente nell incontro, quanto già esposto il 18/09/2018 al Servizio regionale competente e al Gestore Gran Sasso Acqua S.P.A., che sarà esplicitato con maggiore dettaglio nel seguito del presente documento. Oltre alle suddette integrazioni elencate in maniera esplicita nel Giudizio del CCR-VIA n 2959 del 21/09/2018 sono stati richiesti, dal Dott. Sandro GIZZI in qualità di membro del Comitato e in rappresentanza dell ente ASL chiarimenti sui seguenti aspetti: a).valutazione del rischio biologico di cui al titolo X del D.Lgs 81/2008 al fine di scongiurare la possibilità di contrazione della legionella nell utilizzo del sistema previsto di abbattimento delle polveri mediante il recupero dell acqua di seconda pioggia; b).valutazione del rischio elettromagnetico generato dalla presenza in sito di antenne per la telefonia mobile; 5

7 c).valutazione dell impatto acustico mediante campagna di rilevamento post impianto in accordo con la DGR 770 P/2011; Si riportano di seguito i dovuti approfondimenti: Punto 1 del giudizio del CCR-VIA VALUTAZIONE SULLE EMISSIONI DIFFUSE DI POLVERI SECONDO I RIFERIMENTI TECNICI DELLE LINEE GUIDA PROVINCIA DI FIRENZE ARPAT e US-EPA AP42: come concordato con l istruttore dell Arta Ing. Armando LOMBARDI, si è proceduto alla redazione di una nuova valutazione delle emissioni diffuse secondo le Linee Guida Provincia di Firenze ARPAT e US-EPA AP42. Premessa La presente relazione tratta la valutazione delle emissioni di polveri provenienti dall'attività di manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti ai sensi del D. Lgs 152/2006 parte V titolo I, ed e finalizzata all'ottenimento dell'autorizzazione alle emissioni diffuse qui rappresentate dalla polverulenza delle materie trattate previste nel progetto di ripristino ambientale mediante restauro morfologico con insediamento di messa in riserva (R13) e recupero (R5). A tal fine è stato redatto un progetto specifico che rimodula le superfici e il loro utilizzo. All'attualità si svolge l'attività di ritombamento autorizzata dalla det.236/18 del Comune di L'Aquila tramite MPS proveniente da impianti terzi e rocce e terre da scavo (non rifiuto). Si e fatto qui riferimento alle: LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DELLE EMISSIONI DI POLVERI PROVENIENTI DA ATTIVITA' DI MANIPOLAZIONE, TRASPORTO, CARICO O STOCCAGGIO DI MATERIALI POLVERULENTI All. 1 parte integrante e sostanziale della DGP 213/2009 ARPA Toscana (A. Barbaro, F. Giovannini, S. Maltagliati) Le linee guida specificano che: I metodi di valutazione proposti nel lavoro provengono principalmente da dati e modelli dell US-EPA (AP-42 Compilation of Air Pollutant Emission Factors1) ai quali si rimanda per la consultazione della trattazione originaria, in particolare degli algoritmi di calcolo, e qualora sorgessero dubbi interpretativi.. I modelli e le tecniche di stima delle emissioni si riferiscono oltre che al PM10 anche a PTS (polveri totali sospese) e PM2.5. Descrizione dell'impianto e individuazione delle sorgenti L'impianto impegna complessivamente una superficie di 1500 mq costituita da due piazzali in c.a. per operazioni (R13) ed (R5), rispettivamente di 1230mq e 270mq, più la viabilità di raccordo interna alla cava. L'impianto prevede: piattaforma in cls di circa 1500 mq per operazioni (R13) così suddivisa: area conferimento rifiuti in ingresso: 50mq; area per messa in riserva (R13): 302 mq; area deposito temporaneo rifiuti in cassoni: 25 mq; area stoccaggio MPS: 70 mq; area di transito e movimentazione: 910 mq. 6

8 piattaforma in cls di circa 270 mq per operazioni (R5) così suddivisa: area per recupero (R5): 270 mq; Ciclo lavorativo MESSA IN RISERVA E RECUPERO RIFIUTI INERTI NON PERICOLOSI I rifiuti arrivano in impianto a mezzo autocarro autorizzato ed espletate le procedure descritte in relazione tecnica sono scaricati nello spazio dedicato nella piazzola e ripuliti da eventuali inclusioni non recuperabili e poi sistemati nei settori dedicati alla loro messa in riserva (R13). Quando se ne sarà accumulata una quantità sufficiente e coerente con la massima capacita istantanea di stoccaggio, tramite accessori propri delle macchine operatrici atte al ritombamento della cava stessa saranno effettuate le operazioni R5 (riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche in cui è compresa la pulizia risultante in un recupero del suolo e il riciclaggio dei materiali da costruzione inorganici). I materiali così ottenuti secondo le pezzature desiderate e prescritte, sono quindi accumulate nella parte loro adibita nella piattaforma e quando si sarà raggiunto il limite massimo del cumulo se ne comincerà un secondo in attesa del test di cessione sul primo per poter utilizzare i materiali così ottenuti per la riqualificazione ambientale della cava. Lo stoccaggio temporaneo e di circa 981 t equivalenti a circa 981/1,4 t/mc 701 mc include la successiva movimentazione, selezione, separazione degli eventuali rifiuti non trattabili (carte, vetri, ferro, ecc.) e deposito nei settori di messa in riserva di competenza tutte le operazioni impegnano sostanzialmente una settimana lavorativa. Il volume del materiale da trattare che può essere cumulato in detti stalli, considerando una superficie totale di stoccaggio pari a 302mq e un altezza che garantisce la stabilità del cumulo di 3m con disposizione di naturale declivio, risulta pari a 701mc corrispondente a circa 981 tonnellate di materiale avente peso specifico medio di 1,4t/mc. Il trattamento di detto materiale tramite accessori propri delle macchine operatrici atte al ritombamento della cava viene stimato in 400mc/g. Considerando una media di circa 200 giorni lavorabili annui (ipotizzando di trattare l intera giornata lavorativa) avremo una produzione media annua di circa 400mc/g x 200gg = 80'000mc/anno (pari a circa t/a < di t/a di cui al D.M. 5/2/98). Emissioni diffuse I modelli e le tecniche di stima delle emissione così come da linee guida APAT si riferiscono sia al PM10 che alle PTS (polveri totali sospese) e al PM2,5. Per queste ultime però non sono state sviluppate valutazioni e non esistono soglie emissive (linee guida APAT). Con questo criterio ogni fase di attività capace di emettere polveri viene classificata tramite il codice Source Classification Code (SCC). Le emissioni sono espresse in termini di rateo emissivo orario (Kg/h). Per ogni lavorazione individuata come potenzialmente emissiva il flusso totale dell'emissione Ej(t) e dato dalla somma delle emissioni stimate per ciascuna delle singole attività in cui la lavorazione e stata schematizzata: 7

9 E inevitabile che si alternino periodi di stasi, nei quali si avrà solo la presenza dei cumuli nei diversi settori senza nuovi afflussi e senza attività della macchina trituratrice, e periodi in cui viceversa potremo avere attività in contemporanea di tutte le diverse lavorazioni. La produzione di polveri e correlata con le fasi lavorative che sostanzialmente per entrambe le attività sono: carico/scarico autocarri; formazione dei cumuli di rifiuto; erosione del vento dai cumuli di rifiuti. Cui si aggiunge per il trattamento dei rifiuti: trattamento del materiale con accessori propri delle macchine operatrici formazione dei cumuli erosione del vento dai cumuli MPS movimentazione MPS e loro messa in opera. Per la valutazione della polverulenza è cautelativo non riferirsi ai valori medi annuali da distribuire omogeneamente sui circa 200 gg lavorativi previsti bensì riferirsi alla massima concentrazione teorica di lavorazioni compatibili con la struttura. Lavorazioni previste a) Lavorazioni della cava Le fasi connesse con questo esercizio sono tecnicamente associabili a produzione di polveri sono: scolpitura delle superfici secondo le nuove geometrie formazione dei cumuli / caricamento dai cumuli; erosione del vento dai cumuli 8

10 Per ognuna di queste fasi, le materie trattate, particolarmente se costituite da inerti di varia pezzatura sono soggette a produrre polverulenza. b) Impianto di messa in riserva e recupero rifiuti inerti non pericolosi Le fasi lavorative connesse a questo associabili a produzione di polveri sono: scarico dei rifiuti da autocarro formazione dei cumuli in messa in riserva (R13) caricamento della macchina trituratrice; macinazione dei rifiuti con accessori propri delle macchine operatrici formazione dei cumuli di R5 MPS erosione del vento dai cumuli movimentazione MPS Riferimenti per i calcoli Per ciascun processo si fa riferimento alla denominazione originale col codice SCC adottato dalla nomenclatura AP-42 (Air Pollution Emissions Factor) e viene riportata l'efficienza di rimozione riferita ai sistemi di abbattimento o mitigazioni applicabili: bagnatura o umidificazione del materiale con il codice identificativo delle attività considerate denominato SCC (Source Classification Codes) Si segnala inoltre che: Le attività di scarico camion sono state associate al SCC Truck unloading relativo al Stone Quarrying Processing ; Le operazioni relative al carico camion... sono state associate al SCC Truck Loading Conveyor,...tale operazione avvenga mediante un convogliatore o nastro trasportatore. Anche in questo caso sono presenti differenti fattori di emissione per lo stesso tipo di attività, effettuato con materiali e metodiche o macchinari differenti; ad esempio relativamente al settore Construction Sand and Gravel è presente Bulk loading SCC , per il settore Coal Mining, Cleaning, and Material Handling è presente Truck Loading: Overburden SCC , corrispondente alla fase di carico del materiale superficiale rimosso dallo scotico. Per le operazioni relative al carico camion del materiale estratto cui corrisponde SCC , non è disponibile un fattore di emissione. Può essere eventualmente utilizzato quello del SCC Truck Loading: Overburden presente per il settore Coal Mining, Cleaning, and Material Handling, corrispondente alla fase di carico del materiale superficiale rimosso dallo scotico. (Linee guida ARPAT) Carico camion: SCC

11 Scarico camion: SCC Frantumazione/Scolpitura fronti SCC Vagliatura SCC ,03,04,15 Formazione e stoccaggio di cumuli (AP ,4) Erosione del vento dai cumuli (AP 42 13,2,5) (Linee guida ARPAT) Emissioni La verifica delle emissioni non può prescindere dalla considerazione che tutte le lavorazioni avverranno sempre in condizioni di materiale umido. Il valore medio che si può assegnare all'umidita superficiale e compreso tra 0,2 e 4,8 %. Il funzionamento regolato o manuale manterrà sempre l'umidita superficiale in zona impianto attorno al valore di 3,5 % che e comunque un valore sufficiente a conservare la lavorabilità dei materiali. CARICO e SCARICO Queste lavorazioni hanno forti similitudini con dinamiche comparabili: quando un autocarro scarica dal ribaltabile si forma naturalmente un cumulo sul piazzale che poi viene successivamente rimobilizzato dopo il controllo per essere messo in riserva nell'apposito settore o, se si tratta di inerti semilavorati granulari disposti nel settore di competenza. Per eseguire questa operazione l'escavatore o la pala prende un quantitativo nella benna e lo sposta. Per mobilizzare MPS, analogamente, l'escavatore a benna rovescia o la pala preleva con la benna dal cumulo e lo trasporta a destinazione per la sua posa in opera. I materiali granulari che vengono scaricati/caricati e impalati producono polverulenza che rimane in sospensione e trasportata più o meno lontano in funzione della sua granulometria e della velocità del vento. Il calcolo del rateo emissivo, in relazione a quanto espresso dalla formula (1) del paragrafo 1.1 delle citate Linee Guida, e il risultato del prodotto tra il fattore di emissione del singolo processo e la quantità di materiale movimentato. Per la determinazione del fattore di emissione relativo allo scarico del rifiuto in ingresso o dei materiali granulari per l'edilizia su apposita area dedicata, in mancanza di un fattore maggiormente attinente, si sceglie di utilizzare quello relativo al SCC pari a 8*10-6 Kg/Mg in assenza di fattore di mitigazione. 10

12 Sulla base della relazione tecnica dell'impianto possiamo considerare un quantitativo massimo teorico concentrato in un giorno di 400 mc. Considerando la capacita massima di lavorazione giornaliera pari a circa 560 t, si ha: 560/8 70Mg/h Ej(t) = Σ ADl(t) x EFi, l, m = 8E-6 kg/mg* 70 Mg/h 0,56 g/h (1 Mg = 1 t = kg) EROSIONE DEL VENTO DAI CUMULI Per il valore del rateo si ricorre alla formula (5) del paragrafo 1.4 delle Linee Guida: Ei (Kg/h) = EFi a movh, a) i: particolato (PTS, PM10, PM2,5); b) Efi(kg/m3): fattore di emissione aerale dell i-esimo articolato; c) a: superficie dell area movimentata in m2 d) movh: numero di movimentazioni/ora. L emissione dovuta all erosione del vento viene calcolata sui cumuli relativi alle aree predisposte per lo stoccaggio dei rifiuti in ingresso, sulle aree di messa in riserva, sulle aree di accumulo delle MPS e sulle aree di stoccaggio dei materiali granulari della cava. Ogni cumulo avrà indicativamente dimensioni di circa 3 m di altezza e diametro di base di 5 m con un rapporto H/D= 0,6 > 0,2 (H: altezza, D: diametro) tale per cui sono da considerarsi sempre come cumuli alti. Ogni cumulo sviluppa una superficie laterale pari a: 11

13 Al = π*d/2*a = π*d/2*(h^2+d/2^2)^0,5 31 mq. Stimiamo complessivamente circa N=15 cumuli contemporaneamente presenti in caso di massima occupazione, e l'area totale diviene, adottando 15: Al*N =31mq*15 = 465 m2. Il fattore di emissione per le PM10, in relazione alla tabella 7 delle Linee Guida, e pari a 7,9*10-6 Kg/m2. Con 5 movimentazioni orarie, l emissione risulta: Ei [Kg/h] = 7, [Kg/m2] * 465 [m2] * 5 [1/h] 18,0 g/h [(1 kg = g))] PRELIEVO E MOVIMENTAZIONE DEL MATERIALE DAI CUMULI Come da linee guida si utilizza la distribuzione di frequenze della velocita del vento della stazione di Empoli- Riottoli in diurno, come descritto nel paragrafo 1.3 delle Linee Guida e per la determinazione del fattore di emissione si ricorre alla formula: Ei,diurno = ki (0,0058) 1/M^1,4 a) Ki coefficiente che dipende dal particolato; b) Ei,diurno fattore di emissione; c) M contenuto in percentuale di umidita. Il fattore di emissione, con ki pari a 0,35 (PM10) come da tabella 5 e considerando un umidità media del materiale i a 3 %, risulta pari a: Ei,diurno = 0,35 * 0,0058 * 1/3^1,4 = 4, Kg/Mg. Sulla base delle lavorazioni totali di cava e impianto, riferendosi all intera capacità di lavorazione come imposto dalle LG Arpat, si assume 70 Mg/h. L emissione stimata risulta dunque: 4, [Kg/Mg] * 70 [Mg/h] 30g/h OPERAZIONE DI RICICLO E la fase che riguarda la fase di riciclo dei rifiuti R13 mediante gli accessori delle macchine operatrici. 12

14 In assenza di codice SCC, si e deciso di utilizzare il valore riportato nelle linee guida relativo allo scarico camion alla tramoggia e nello specifico SCC pari a Kg/Mg (in assenza di mitigazione) in quanto, la fase di operazione di riciclo può essere assimilata a quella dello scarico nei cumuli di stoccaggio. Con una potenzialità operativa di 70 Mg/ora, l emissione stimata risulta dunque: [Kg/Mg] * 70 [Mg/h] = 0,56g/h RICICLO SECONDARIO Si utilizza il fattore 3, Kg/Mg associato al SCC L emissione stimata risulta dunque: 3,7*10-4 [Kg/Mg] * 70 [Mg/h] = 26 g/h VAGLIATURA Si utilizza il fattore 3, Kg/Mg associato al SCC L emissione stimata risulta dunque: 3, [Kg/Mg] * 70 [Mg/h] = 26 g/h SPOSTAMENTO DEL CUMULO Si utilizza il fattore 2, Kg/Mg associato al SCC L emissione stimata risulta dunque: 2, [Kg/Mg] * 70 [Mg/h] = 1.6 g/h Emissione stimata Nell'ipotesi di contestuale azione di tutte le attività e senza tener conto della mitigazione prevista l'emissione media oraria come sommatoria di tutte le azioni precedentemente calcolate é: Carico/scarico rifiuti e materiali di cava: 0,56 g/h Erosione del vento dai cumuli: 18,0 g/h Prelievo e movimentazione del materiale dai cumuli: 30 g/h Operazione di riciclo: 0,56g/h 13

15 Valori di soglia Sempre riferendosi alle linee guida APAT: Riciclo secondario: 26 g/h Vagliatura: 26 g/h Spostamento del cumulo: 1,6 g/h Sommatoria: 102,72 g/h Nell ipotesi di terreno piano...considerando concentrazioni di fondo dell ordine dei 20μg/m³ ed un emissione di durata di pari a 10 ore/giorno, per il rispetto dei limiti di concentrazione per il PM10 sono stati individuati alcuni valori di soglia delle emissioni al variare della distanza tra recettore e sorgente ed al variare della durata annua (in giorni/anno) delle attività che producono tale emissione. Queste soglie E (ng,d) T (in cui d rappresenta la distanza dalla sorgente e ng il numero di giorni di attività nell anno) sono riportate nella successiva tabella. 14

16 Coerenza emissioni con valori di soglia La stima delle emissioni e di 102,72 g/h. In base alla tabella della Regione Toscana, riferendosi al caso più critico (95m) con soglia di emissione < 174 g/h non è richiesta alcuna azione Sistemi di mitigazione Il progetto prevede comunque la presenza di sistemi fissi per la mitigazione della diffusione delle polveri: A) quinta arbustiva a rapido accrescimento che cingerà per intero l'area costituita da essenze tipo cipressi o simili. B) impianto di nebulizzazione attivato con le acque di recupero di seconda pioggia Per quanto al punto A possiamo considerarlo efficace essenzialmente come ostacolo alla diffusione per le parti più grossolane, difficilmente trasportabili e per le parti fini che vengono intercettate nella diffusione in funzione della loro vicinanza. Per esempio tutti i cumuli in stoccaggio nei settori per i quali oltre a rappresentare una schermatura in uscita e anche un'ombra geometrica nelle condizioni sottovento. Posto che i venti dominanti sono quelli da ENE in relazione alla distribuzione all'interno dell'impianto avremo: I venti interessanti per la cava sono quelli provenienti da ENE direzione rispetto alla quale l'area e aperta, le altre direzioni sono sostanzialmente inibite dalla conformazione morfologica ad anfiteatro. Questi venti 15

17 investono quindi maggiormente il lato occidentale dove troviamo, eventualmente, i cumuli dei rifiuti nell'area di conferimento, i settori di messa in riserva e poi quelli stoccaggio delle MPS. I settori sull'area orientale sono invece sufficientemente schermati dalla quinta di verde. Per quanto al punto B, l'impianto di nebulizzazione copre sistematicamente tutta l'area dell'impianto, senza distinzione di destinazione, compreso il piazzale centrale sul quale si svolge solo la movimentazione dei mezzi in entrata e in uscita. Esso è in funzione sistematicamente ed indipendentemente dalla presenza di operatori in cantiere e garantisce un tenore di umidità costante delle superfici esposte. Come visto l'area, anche grazie alla relativa vicinanza con fiume, gode di un microclima caratterizzato da una buona umidità media soprattutto nelle ore notturne e mattutine. L'umidità naturale dei materiali disposti in cumuli e del piazzale e quindi sempre piuttosto elevata. Alcune di queste voci sono interessate sistematicamente dall'irrorazione con l'impianto di nebulizzazione per l'abbattimento delle polveri. Come esplicitato in relazione tecnica l'impianto di nebulizzazione funziona in regime semiautomatico per cui oltre a irrorare i cumuli sistematicamente viene anche azionato manualmente al bisogno. Gestione delle emissioni diffuse Poiché non e possibile assicurare il convogliamento delle emissioni di polveri nelle diverse fasi (ingresso dell'autocarro, scarico, movimentazione, riciclo, ricollocamento nei diversi settori, stoccaggio iniziale e finale) tutte queste operazioni avverranno limitando al massimo l'altezza di caduta, la velocità di movimentazione. Inoltre è previsto e progettato un sistema di abbattimento delle polveri mediante l'irrorazione con ugelli nebulizzatori disposti come da tavola grafica di progetto che mantenendo una umidità costante ne inibisce il trasporto aereo. A questo si aggiunge la realizzazione di una quinta di verde che perimetra integralmente l'impianto. Si fa affidamento anche sulle discrete caratteristiche meteo del luogo che gode di una sua umidità naturale abbastanza omogenea e costante vista la relativa vicinanza con il fiume Aterno, una buona e distribuita piovosità nell arco dell anno. 16

18 Punto 2 del giudizio del CCR-VIA RICOSTRUZIONE DELLA SUPERFICIE PIEZOMETRICA DELL INTERA AREA DELL INTERVENTO INCLUDENDO ANCHE LA ZONA IN CUI VERRÀ REALIZZATO L IMPIANTO DI TRATTAMENTO, ANCHE RICORRENDO A INSTALLAZIONE DI NUOVI PIEZOMETRI QUALORA NECESSARIO, E CON VERIFICA DEL RISPETTO DEL FRANCO SULL AREA CONSIDERANDO LA MASSIMA OSCILLAZIONE DELLA FALDA: Con riferimento alla ricostruzione della superficie piezometrica della falda, al fine di estendere il rilevamento della stessa all intera area di intervento, verranno installati ulteriori piezometri, nella fattispecie 3, il cui posizionamento è stato concordato con il Distretto ARTA nell incontro tenutosi a Pescara con il Dott. Geol. Dario DI MUZIO il giorno 09/10/2018. Detto posizionamento concordato, farà sì che i nuovi 3 piezometri da installare, denominati in planimetria P4, P5 e P6 si venissero a trovare il più possibile in prossimità delle N.2 piazzole operative, rispettivamente quella prevista per lo stoccaggio dei rifiuti (R13) e quella prevista per le operazioni di riciclo/recupero (R5). In particolare si è stabilito di predisporre due piezometri a valle idrogeologico in corrispondenza delle piazzole attività R5 e messa in riserva R13 e uno a molte idrogeologico da considerare come piezometro bianco al fine di monitorare la falda in una zona in cui con molta probabilità non si risente di eventuali ripercussioni dovute alle attività svolte sulle piazzole. Grazie all installazione dei nuovi piezometri sarà possibile quindi rilevare nuovamente e in maniera più completa il profilo della falda con ulteriori misurazioni da effettuare nelle diverse stagioni, in modo da monitorare le possibili oscillazioni. Intanto le misurazioni precedenti effettuate sui piezometri P1, P2 e P3 hanno consentito di accertare come appunto riportato nelle varie sezioni grafiche allegate, sia stato sempre possibile garantire un franco di sicurezza minimo di 5,00m rispetto ai vari livelli del piano campagna in corrispondenza dei luoghi in cui sono state ubicate le piazzole e almeno 3,00m tra il fondo della cava da ritombare e il livello di massima escursione della falda, anche se non trattasi in questo caso di discarica di rifiuti non pericolosi o pericolosi. Punto 3 del giudizio del CCR-VIA DESCRIZIONE DELLA GESTIONE DELLE ACQUE DI PRIMA E SECONDA PIOGGIA: Il giorno 18/09/2018 è stato possibile effettuare un confronto tecnico con il Servizio Gestione e Qualità delle Acque in presenza del Dirigente Dott.ssa Sabrina DI GIUSEPPE e della Dott.ssa Sandrina MASCIOLA, con l obiettivo di esplicitare con maggiore chiarezza le soluzioni tecniche previste in fase progettuale sulla tematica concernente la gestione delle acque. Nella fattispecie si è convenuto che le acque di prima pioggia (pretrattate mediante apposito impianto brevettato), saranno recapitate verso la rete fognaria pubblica delle acque bianche. A seguito di sopralluogo con il Geom. Ermando SALLUSTI della GSA e come discusso e ragionato negli incontri del 17/09/2018 e del 11/10/2018 presso la GSA con il Geom. Paola D ALFONSO la rete fognaria in questione è gestita dal Comune dell Aquila. Le acque verranno più precisamente convogliate in un pozzetto preesistente, ubicato sul confine della cava (vedi elaborato grafico allegato), in cui già confluiscono le acque bianche provenienti da alloggi costruiti per assistenza alla popolazione post-terremoto. Le acque di seconda pioggia, invece, saranno accumulate in appositi serbatoi al fine di riutilizzo della risorsa per il funzionamento dell impianto di abbattimento delle polveri. E stato concordato inoltre che l eventuale esubero delle seconde piogge, e/o acqua generata da eventi meteorici eccezionali o scioglimento rapido di manti di neve potranno essere recapitate comunque in fogna e nel contempo verranno realizzati canali di scolo a pelo libero ai fini della regimentazione delle acque provenienti dal bacino idrografico che interessa l estensione della cava. 17

19 Lo scopo della predisposizione di detto reticolo di fossati e volto a deviare dalla piazzola operativa ove sono accantonati i cumuli di aggregati le acque bianche di percolazione superficiale provenienti dalla parte sommitale del colle dei grilli al fine di scongiurarne l invasione per ruscellamento. Lungo i tratti di percorrenza degli automezzi saranno installati sistemi di nebulizzazione al fine dell abbattimento delle polveri, e sarà predisposto sulle piazzole operative idoneo sistema di lavaggio dei pneumatici al fine di garantire la decontaminazione da eventuali sedimenti presenti sulle ruote degli automezzi. Per quanto concerne lo scarico dei servizi igienici previsti per gli operai, saranno predisposte delle vasche settiche che saranno svuotate periodicamente da ditte specializzate. PUNTO a) VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO DI CUI AL TITOLO X DEL D.LGS 81/2008 AL FINE DI SCONGIURARE LA POSSIBILITÀ DI CONTRAZIONE DELLA LEGIONELLA NELL UTILIZZO DEL SISTEMA PREVISTO DI ABBATTIMENTO DELLE POLVERI MEDIANTE IL RECUPERO DELL ACQUA DI SECONDA PIOGGIA: Viene affrontato di seguito un argomento che ha per oggetto la valutazione del livello di esposizione a Rischio Biologico al quale possono essere soggetti i lavoratori della GAIA 2006 SRL nell ambito della cava Colle dei Grilli. Come previsto dall art.271 del D.Lgs. 81/08, nella valutazione del rischio sono state considerate tutte le informazioni disponibili relative alle caratteristiche degli agenti biologici e delle modalità lavorative, ed in particolare: della classificazione degli agenti biologici che presentano o possono presentare un pericolo per la salute umana quale risultante dall allegato XVLIV del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. o, in assenza, sulla base delle conoscenze disponibili e seguendo i criteri di classificazione citati all art. 268 del D.Lgs. 81/08; dell informazione sulle malattie che possono essere contratte; dei potenziali effetti allergici e tossici; della conoscenza di una patologia della quale è affetto un lavoratore, che è da porre in correlazione diretta all attività lavorativa svolta; delle eventuali ulteriori situazioni rese note dall autorità sanitaria competente che possono influire sul rischio; del sinergismo dei diversi gruppi di agenti biologici utilizzati. Sono stati considerati all uopo i seguenti riferimenti normativi: D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81; Linee guida per la prevenzione ed il controllo della Legionellosi Documento 79/CSR/2015; Legge 5 marzo 1963, n. 292 Vaccinazione antitetanica obbligatoria; Buona prassi validata dalla Commissione Consultiva Permanente Enel Nella presente trattazione si fa uso dei seguenti termini e definizioni: Prevenzione: il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell integrità dell ambiente esterno; 18

20 Salute: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un assenza di malattia o d infermità; Sistemi di promozione della salute e sicurezza: complesso dei soggetti istituzionali che concorrono, con la partecipazione delle parti sociali, alla realizzazione dei programmi di intervento finalizzati a migliorare le condizioni di salute dei lavoratori; Valutazione dei Rischi: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori presenti nell ambito dell organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza; Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni; Rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione; Buone prassi: soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e con le norme di buona tecnica, adottate volontariamente e finalizzate a promuovere la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso la riduzione del rischi e il miglioramento delle condizioni di lavoro, elaborate e eraccolte dalle regioni, dall istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL), dall istituto nazionale per l assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) e dagli organismi paritetici di cui all articolo 51 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i., validate dalla Commissione consultiva permanente di cui all articolo 6 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i., previa istruttoria tecnica dell ISPESL, che provvede a assicurarne la più ampia diffusione; emergenza: situazione straordinaria derivante dal verificarsi di uno o più eventi pericolosi per la salute dei lavoratori; aerosol: sospensione di goccioline di liquido o particelle solide nell aria; biaerosol: particelle aerodisperse composte da organismi viventi o loro derivati, quindi microrganismi e loro frammenti, tossine e prodotti di rifiuto in forma particellare di qualsiasi specie vivente; agente biologica: qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni; batteri patogeni: possono provocare malattie nell uomo. La capacità di produrre una malattia e la sua gravità dipendono dalla virulenza della specie batterica e dalle condizioni di salute generale dell organismo infettato; funghi: quelli che interessano l uomo dal punto di vista infettivo allergico o tossico negli ambienti di lavoro, si suddividono in lieviti (unicellulari) e muffe (pluricellulari); virus: organismo privo di struttura cellulare, a forma di icosaedro, contenente acido nucleico (DNA o RNA) racchiuso da un involucro proteico, capace di moltiplicarsi solo mediante infezione di un organismo ospite, in base all organismo infettato. Si distinguono virus veri e propri, che parassitano animali e piante (cellule eucariote), e batteriofagi o fagi che parassitano invece i batteri (cellule procariote); spora: cellula in grado di disperdersi nell ambiente o in grado di resistere a condizioni avverse e generare successivamente o rigenerare un individuo vitale; tossina: denominazione generica di sostanze tossiche di origine animale, vegetale e batterica che hanno potere antigene. Molto importanti, per le infezioni cui danno origine, le tossine batteriche (es. tossina botulinica, difterica, tetanica..); allergeni: sostanze che causano una reazione allergica oppure ipersensibilità in persone predisposte. Tra gli allergeni più frequenti vi sono: pollini, acari della polvere, sostanze o prodotti chimici, vegetali o animali, veleno di alcuni insetti; 19

21 allergia: reazione esagerata del sistema immunitario di individui predisposti nei confronti di sostanze innocue per la maggioranza della popolazione, anche se a dosi estremamente basse. Le manifestazioni allergiche più frequenti sono: asma bronchiale, raffreddore allergico, orticaria, eczema; infettività: capacità dell agente biologico di penetrare e moltiplicarsi nell organismo; patogenicità: potenzialità dell agente biologico di provocare danni alla salute; virulenza: insieme della patogenicità e dell infettività; stima della gravità del danno indotto dall agente biologico; trasmissibilità: possibilità che l agente biologico venga trasmesso dal soggetto infetto al soggetto sano; neutralizzabilità: disponibilità, maggiore o minore, di misure preventive e terapeutiche verso un particolare agente biologico; intossicazione: stato patologico dell organismo dovuto all azione di una sostanza tossica per natura o dosaggio; infezione: ogni processo caratterizzato dalla penetrazione e moltiplicazione di agenti biologici nei tessuti di un organismo; veicolo: (di infezione) tutti gli oggetti che possono trasmettere il contagio; vettore: essere vivente che permette la trasmissione di un agente patogeno; contatto diretto: trasmissione dell agente microbico da un soggetto infetto o portatore a un soggetto suscettibile tramite contatto ad esempio con le mani, la cute ecc..; contatto indiretto: trasmissione dell agente microbico ad un soggetto suscettibile attraverso il contatto con oggetti, superfici, effetti personali infetti (veicoli); indicatore di contaminazione microbica: esprime il livello di contaminazione microbica sotto forma di Unità formanti colonie per metro cubo di aria. Sono indicatori: carica batterica totale, carica fungina totale (lieviti e muffe), concentrazione di stafilococchi, coliformi; indice di contaminazione microbica: valore che indica la misura dell inquinamento microbico ambientale; DPI (dispositivo di protezione individuale): attrezzatura che ha il compito di salvaguardare la salute e/o la sicurezza della persona che li indossa o li utilizza (es: guanti, scarpe, maschera facciale ecc..); disinfezione: attività che riguarda il complesso dei procedimenti e delle operazioni atti a rendere sani determinati ambienti confinati mediante la distruzione o inattivazione dei microrganismi patogeni; sterilizzazione: il risultato finale di procedimenti fisici e/o chimici che hanno come obiettivo la distruzione di ogni microrganismo vivente sia esso patogeno o non, in forma vegetativa o di spora. Per un esauriente descrizione degli ambienti di lavoro e del ciclo produttivo si rimanda al Documento di Valutazione dei Rischi ex art. 28 del D.Lgs. 81/2008 s.m.i. che sarà redatto appositamente. Sulla base delle informazioni fornite dal Datore di Lavoro, le attività che possono comportare rischio di esposizione ad agenti biologici sono le seguenti: 20

22 La valutazione dei rischi è stata effettuata in funzione del duplice obiettivo di mantenere il livello di sicurezza raggiunto e di individuare le azioni migliorative tese ad innalzare tale livello. Per la stesura del presente documento sono stati adottati i criteri di seguito descritti previsti dalle Disposizioni normative nazionali, dalle Norme tecniche approvate e pubblicate da organismi internazionali o europei o nazionali di normalizzazione, dalle Buone prassi e linee guida elaborate e raccolte dalle Regioni, dall ISPESL, dall INAIL o da organismi paritetici. Nella valutazione degli specifici rischi effettuata si prescinde dalla conformità tecnica, cioè si assume che l impianto/attività da valutare è conforme alla norma. Nel caso sia accertata la mancanza di conformità alla norma (leggi e norme tecniche da esse richiamate) la valutazione del rischio da luogo: ad un valore di rischio inaccettabile, pari a 16, e l impossibilità di abbattere il rischio attraverso l applicazione di coefficienti k di riduzione; alla programmazione di interventi immediati e prioritari per la risoluzione della non conformità grave riscontrata. La conformità deve essere verificata a priori per i luoghi di lavoro e le Macchine ed attrezzature in accordo ai Titoli: II LUOGHI DI LAVORO Capo I Disposizioni generali; III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Capo I Uso delle attrezzature di lavoro Oltre a quanto sopra esposto come ulteriore elemento nella valutazione dei rischi viene inserito l indicatore infortunistico per valutare la corretta gestione del rischio delle propria Unità Produttiva attraverso il confronto degli indici con quelli di tutta GEM e della propria Area. Si precisa che allorquando nella valutazione di un pericolo si assume rischio pari a zero (R=PxM=0) ovvero P=0 è necessario dichiarare tale assunzione senza procedere alla valutazione di dettaglio. La valutazione del rischio [R], necessaria per definire la priorità degli interventi di miglioramento della sicurezza aziendale, è stata effettuata tenendo conto della magnitudo [M] (funzione del numero di persone coinvolte e delle conseguenze sulle persone in base ad eventuali conoscenze statistiche o in base al registro degli infortuni o a previsioni ipotizzabili) e della probabilità di accadimento dello stesso [P] (funzione di valutazioni di carattere tecnico e organizzativo, quali le misure di prevenzione e protezione adottate 21

23 collettive e individuali e funzione dell esperienza lavorativa degli addetti e del grado di formazione, informazione e addestramento ricevuto). La Magnitudo [M] è la quantificazione (stima) del potenziale danno derivante da un fattore di rischio dato. Essa può assumere un valore sintetico tra 1 e 4, secondo la seguente gamma di soglie di danno: [M4] = 4 [M3] = 3 [M2] = 2 [M1] = 1 Entità del danno: gravissimo Entità del danno: grave Entità del danno: serio Entità del danno: lieve La Probabilità di accadimento [P] è la quantificazione (stima) della probabilità che il danno, derivante da un fattore di rischio dato, effettivamente si verifichi. Essa può assumere un valore sintetico tra 1 e 4, secondo la seguente gamma di soglie di probabilità si accadimento: [P4] = 4 [P3] = 3 [P2] = 2 [P1] = 1 Probabilità di accadimento: alta Probabilità di accadimento: media Probabilità di accadimento: bassa Probabilità di accadimento: bassissima Individuato uno specifico pericolo o fattore di rischio, il valore numerico del rischio [R] è stimato procedendo al prodotto della Magnitudo [M] per la Probabilità di accadimento [P] dello stesso. [R] = [P] x [M] Il valore della valutazione del Rischio [R], che rappresenta la quantificazione (stima) dello stesso, avviene mediante il prodotto della Magnitudo [M] per la Probabilità di accadimento [P], e può assumere valori compresi da 1 a 16 (1=rischio basso; 16=rischio alto), come si può evincere dalla matrice del rischio di seguito riportata. 22

24 La terminologia utilizzata nel paragrafo è quella definita all art. 2, comma 1, lettere q), r) e s) del D.Lgs. 81/2008, e in particolare: Valutazione dei rischi: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell ambito dell organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza; Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni; Rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione Per quanto riguarda i criteri specifici, i criteri di valutazione del rischio biologico considerano il grado di pericolosità degli agenti patogeni e la loro classificazione in base al gruppo di appartenenza. Per la magnitudo è stata assunta l ipotesi più cautelativa nei confronti degli operatori. Probabilità: in considerazione degli effetti indotti dagli agenti Biologici e dei criteri generali, il valore della probabilità può assumere valori da 1 a 4 in relazione alla presenza di tutti o parte dei presidi in funzione dei presidi adottati 23

25 Magnitudo: in considerazione degli effetti indotti dagli agenti Biologici e dei criteri generali, il valore della magnitudo è stabilito in funzione della classificazione dell agente. Per quanto concerne la classificazione degli agenti biologici, si specifica che la gravità potenziale di un agente biologico è definita principalmente dalle caratteristiche intrinseche del microrganismo (infettività, patogenicità, trasmissibilità, neutralizzabilità), da cui consegue il rischio di malattia. Sulla base di tali caratteristiche i microrganismi sono stati suddivisi in 4 classi di pericolosità che rappresentano un diverso rischio per l uomo, con valori crescenti da 1 a 4; di seguito si riportano le definizioni tratte dall art. 268 del D.Lgs. 81/2008 s.m.i. Classificazione degli agenti biologici (per una trattazione più completa si rimanda all Allegato XLVI del D.Lgs. 81/2008 s.m.i.): agente biologico del Gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani; agente biologico del Gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche; agente biologico del Gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche; 24

26 agente biologico del Gruppo 4: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità, non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche. La necessità di aggiornamento della valutazione, del presente documento, vengono esaminate: in occasione di modifiche del processo produttivo o dell organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e della sicurezza dei lavoratori; in occasione di modifiche alla legislazione vigente ed alle norme tecniche in tema di sicurezza e salute applicabili alle attività aziendali; in occasione di istanze provenienti da Organi di Controllo; in occasione di istanze provenienti dalle Rappresentanze di Lavoratori; in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione; quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità; al conseguimento delle azioni correttive riportate nei programmi di miglioramento per la sicurezza e la salute; in quest ultimo caso verranno prodotti degli addendum che saranno allegati ai documenti di valutazione del rischio che riporteranno: - le criticità riscontrate ed analizzate; - le azioni di miglioramento apportate; - i risultati ottenuti. In questo modo si avrà uno storico delle valutazioni e delle migliorie ottenute. Quando poi si procederà alla revisione completa di un documento di valutazione del rischio gli addendum sopra riportati saranno eventualmente inseriti organicamente nel documento stesso. L archiviazione delle valutazioni dei rischi viene effettuata, a cura dello Staff Sicurezza, e sono a disposizione per consultazione delle funzioni aziendali interessate e delle rappresentanze dei lavoratori. 25

27 Valutazione del Rischio 26

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40 Misure di prevenzione e protezione previste: - Formazione/Informazione (K1) - Sorveglianza sanitaria (K6) - Dispositivi di protezione individuale: indumento da lavoro, guanti e maschere (K8) - Manutenzione preventiva (K11) Detti coefficienti di riduzione i-esimi sono stati desunti dal documento Buona prassi validata dalla Commissione Consultiva Permanente Enel. Al fine di perseguire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza aziendali, l azienda applicherà i piani di manutenzione degli impianti previsti; tali misure saranno sufficienti per ottenere un rischio residuo accettabile. 39

41 PUNTO b) VALUTAZIONE DEL RISCHIO ELETTROMAGNETICO GENERATO DALLA PRESENZA IN SITO DI ANTENNE PER LA TELEFONIA MOBILE: Per quanto concerne il rischio elettromagnetico è stata consultata la cartografia del settore attività produttive del Comune dell Aquila: individuazione cartografica su base ortofoto delle installazione radio base sul territorio comunale: impianti definitivi e provvisori (catasto). Si riporta di seguito lo stralcio del suddetto piano, dal quale si evincono le antenne che interessano la zona in questione: Come si può desumere dal suddetto stralcio, tutte le antenne riscontrate in sito, trattasi di impianti definitivi e riguardano tutte stazioni radio base, ma di diversa gestione poiché la N.4 è gestita dall H3G, la N.5 dalla TELECOM, la N.22 gestita dalla VODAFONE e la N.23 dalla WIND. 40

42 In data 26/09/2018, presso gli uffici del Distretto ARTA Abruzzo di L Aquila, sono stati richiesti ed ottenuti i rapporti di prova delle misurazioni dei campi elettromagnetici effettuati dai tecnici dell ARTA per le antenne di cui sopra. Nella fattispecie sono stati consultati i rapporti di prova riferiti ai seguenti numeri di pratica: N.1945 prot.n.5209 del 28/lug/14 indirizzo: via colle dei Grilli Richiedente: SUAP AQ; N.2589 prot.n del 28/dic/16 indirizzo: colle dei Grilli, frazione Coppito Richiedente: H3G S.P.A.; N.2650 prot.n.3756 del 23/mag/17 indirizzo: frazione Coppito, colle dei Grilli, Richiedente: SUAP Camera di Commercio; N.2745 prot.n del 6/nov/17 indirizzo: Coppito loc colle dei Grilli Richiedente: ARTA; Si è fatto riferimento ai limiti di legge di cui alla Legge quadro n.36/2001 DPCM 8 Luglio 2003, per campi elettromagnetici con frequenze da 100 KHz a 300 GHz; Si è impiegato come strumentazione il misuratore di campo in banda larga Wandel Goltermann EMR 300 sensibile a frequenze comprese tra 100 KHz e 8 GHz (numero di serie AI-0029) e sonda MPB EWB (numero di serie P8-003), certificato di calibrazione del 31/07/2018. La metodica di prova impiegata trattasi delle procedure previste nei riferimenti normativi Norme CEI del Gennaio 2001 Linee guida applicative del D.M. 381/98 Guida tecnica RTI CTN_AGF 1/

43 42

44 Come si evince dalle misurazioni estrapolate dai rapporti di prova di cui sopra, tutti i valori di campo elettromagnetico espressi in V/m sono molto inferiori al valore limite della Legge quadro n.36/2001 DPCM 8 Luglio 2003, per campi elettromagnetici con frequenze da 100 KHz a 300 GHz, pertanto gli operatori che lavoreranno nell ambito della cava, non saranno esposti al rischio elettromagnetico. L Aquila, lì Lo studio tecnico estensore Artiproiecta STP SRL Ing.Gino Prosperini 43

45 RAPPRESENTAZIONE GRAFICA GESTIONE DELLE ACQUE DI PRIMA E SECONDA PIOGGIA scala 1: p p.661 p.658 p R5

46 IMPIANTO ABBATTIMENTO POLVERI DIFFUSE - NEBULIZZATORI Rappresentazione Grafica FUORI SCALA BOCCAGLIO Ømm PRESSIONE bar GITTATA max. mt PORTATA EROGATA l/s. 5 1, ,5 14,0 15,0 16,0 20,0 0,30 0,36 0,44 0,50 0,56 Al fine di consentire la rilevazione dei consumi di acqua impiegata per il contenimento delle Emissioni Diffuse, che verranno effettuate con cadenza settimanale nel periodo estivo e quindicinale nel periodo invernale, sarà installato un contatore volumetrico dedicato. Tali rilevazioni saranno riportate su apposito registro in carta semplice e disponibili alla verifica dell'organo di controllo 649 R5

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