Un Europa al femminile
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- Guido Pandolfi
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1 Un Europa al femminile di ENRICA RAPOLLA Centro Europe Direct LUPT - Responsabile per le relazioni interne e le partnership istituzionali, per le reti e la cooperazione internazionale, funzioni di progettazione, di monitoraggio, ottimizzazione e programmazione eventi, direzione di produzione editoriale, Linea Amica
2 55 SOCIETÀ Abstract Equality between women and men is one of the fundamental principles of Community law. The objectives of the European Union (EU) in the field of equality between women and men are meant to ensure equal opportunities and equal treatment of women and men, and to combat discrimination based on sex. In this area, the EU has followed a two-pronged approach, combining specific actions and gender mainstreaming. This theme also has a strong international dimension in the fight against poverty, access to education and health services, to participation in the economy and in decision-making, as well as women s rights as human rights. EC Audiovisual Service Introduzione La crisi ha colpito duramente le economie e le società europee. Dopo un periodo di austerità, è arrivato il momento di rilanciare la crescita affinché l Europa diventi, come previsto dalla strategia Europa 2020, un economia intelligente, sostenibile e inclusiva. Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi delineati dalla strategia Europa 2020, bisogna occuparsi con urgenza di una serie di questioni fondamentali e in primo luogo è indispensabile considerare la prospettiva di genere e del diritto delle donne soprattutto nel mercato del lavoro, aumentando il tasso di occupazione e migliorandone la qualità. Lavoro e occupazione Nonostante l impegno profuso da parte della Commissione e degli Stati membri, il tasso di occupazione delle donne continua a crescere piuttosto lentamente. Dal 58,1% del 2002 ha infatti raggiunto il 62,8% nel 2010 ed è stato messo a dura prova dalla crisi. Se la tendenza attuale continua, l obiettivo di Europa 2020 sarà raggiunto soltanto nel 2038.
3 56 SOCIETÀ Pertanto, bisogna promuovere con urgenza la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Il Parlamento europeo, inoltre, ha favorito in maniera significativa l adozione della legislazione sulla parità tra uomo e donna in materia di occupazione ed impiego e, in particolare, la direttiva 2002/73. Tra i tanti aspetti della parità di genere su cui si concentra l attività del Parlamento, si segnala in particolare quello inerente l impatto che la crisi economica ha avuto sulle condizioni lavorative delle donne e sulla loro valorizzazione come fattore di ripresa per l economia. In una risoluzione del 12 marzo 2013, il Parlamento europeo invita gli Stati membri a riformulare le loro attuali risposte alla crisi, che non hanno tenuto in debito conto l importanza della pari integrazione lavorativa di donne e uomini, in modo tale da garantire che le misure adottate abbiano un raggio d azione a lungo termine e non compromettano le politiche sociali, riuscendo a stimolare anche una maggiore inclusione delle donne, in particolare delle madri, nel mondo del lavoro. La crisi ha infatti avuto conseguenze disastrose sulla qualità dell impiego delle donne: aumento del lavoro a tempo parziale al quale le donne trovano difficilmente un alternativa, crescita della precarietà dovuta alla generalizzazione dei contratti a tempo determinato, sovra rappresentazione delle donne nei servizi pubblici, il che le penalizza doppiamente, senza contare il malessere sul posto di lavoro e le conseguenze sugli altri componenti della famiglia, in particolare i bambini. A tali elementi congiunturali si aggiunge il persistere di fenomeni strutturali, in particolare il costante divario retributivo di genere (gender pay gap) e se la tendenza attuale continua, soltanto nel 2084 il salario di donne e uomini sarà equivalente. L assemblea di Bruxelles auspica, inoltre, che la Commissione elabori di concerto con gli Stati, un apposita strategia per riequilibrare la presenza femminile anche all interno delle piccole e medie imprese, chiedendo ai Paesi dell UE di creare dei registri completi delle carenze di manodopera, suddivise per settore, che consentano alle donne di cercare lavoro in maniera più mirata. Nel frattempo, la Commissione, sempre sostenuta dal Parlamento europeo, ha già compiuto alcuni passi importanti per tutelare le posizioni professionali delle donne. Il 14 Novembre 2012 i Commissari hanno, infatti, adottato collegialmente una direttiva che introduce una quota legale vincolante del 40% per assicurare la presenza femminile all interno degli organi non esecutivi delle società per azioni quotate. Come sostenuto nella risoluzione del Parlamento europeo dell 11 settembre 2012, la valorizzazione delle donne nel mondo del lavoro passa, inoltre, attraverso l abbattimento degli stereotipi femminili, soprattutto nel settore dei servizi, contraddistinto dalla presenza di una forte segregazione orizzontale e ripartizione sulla base del sesso. La violenza di genere Anche la dignità, l integrità e l eliminazione delle forme di violenza contro la donna costituiscono una delle priorità dell azione del Parlamento europeo. La Commissione, inoltre, si è fatta portavoce di un nuovo approccio politico globale contro la violenza di genere che comprende l adozione da parte del Parlamento e Consiglio di una nuova direttiva in materia di violenza di genere, l instaurazione di forme di partenariato e collaborazione con gli Stati membri per attuare misure di prevenzione e corsi di formazione sulla violenza di genere, soprattutto rivolti agli operatori impegnati nel mantenimento dell ordine pubblico e della giustizia. Il Parlamento europeo, in particolare, è stato recentemente impegnato nell elaborazione di una proposta di regolamento, approvata il 22 maggio 2013, che permetta alle vittime di violenza basate sul genere di ottenere tutela in qualsiasi luogo si trovino all interno dell Unione. Le persone soggette a stalking, violenze domestiche o molestie di vario tipo che abbiano ottenuto protezione in uno degli Stati membri possono usufruire
4 57 SOCIETÀ di una protezione equivalente qualora si trasferiscano o viaggino in un altro Stato dell Unione europea. La domanda di protezione, infatti, consisterà nella compilazione di un certificato standard multilingue, che la vittima può ottenere anche se non si trova nello Stato di origine, attraverso una richiesta online o via fax. Inoltre, la persona che lo richiede non dovrà sostenere i costi relativi all attuazione della procedura negli altri Stati membri e non avrà bisogno di essere assistita da un rappresentante legale. Il regolamento coprirà anche le minacce all integrità fisica, psichica delle persone, quelle alla libertà personale, alla sicurezza e all integrità sessuale e aggiungerà una protezione in materia civile alla direttiva che già garantisce il riconoscimento reciproco delle misure di protezione in materia penale, la cd. Direttiva sull ordine di protezione europeo (OPE). Agli Stati membri è stato richiesto di avviare campagne di sensibilizzazione per diffondere una maggiore informazione su questa iniziativa e raccogliere dati che permettano di migliorare le potenzialità di questo strumento. Se il Consiglio approverà la risoluzione del Parlamento, la protezione europea contro la violenza di genere entrerà in vigore già dal Trattati, atti e direttive Tra i valori su cui si fonda l Unione europea infatti, una speciale attenzione è stata riservata ai Trattati sull uguaglianza e in particolare alla parità tra uomini e donne. In particolare anche alcune disposizioni del Trattato sul Funzionamento dell UE fanno riferimento all obiettivo della parità tra i sessi in materia di occupazione e di impiego, la cosiddetta integrazione di genere e EC Audiovisual Service - Margrethe Vestager, a sinistra, e Vera Jourova, Commissioner for Justice, Consumers and Gender Equality
5 58 SOCIETÀ prevedono la promulgazione di leggi per combattere tutte le forme di discriminazione basate sul genere sessuale e qualsiasi forma di violenza nei confronti delle categorie deboli, in particolare delle donne e dei minori. Alla previsione dei Trattati è seguita tutta una serie di atti legislativi, in gran parte direttive, la cui adozione è ulteriormente incrementata a partire dai primi anni del 2000, soprattutto riferiti all uguaglianza tra uomo e donna in materia di sicurezza sociale, accesso al lavoro e formazione professionale, accesso ai beni e ai servizi. Alla fine del 2006, la promozione delle pari opportunità ha trovato ulteriore sostegno nella creazione da parte del Consiglio e del Parlamento europeo dell Istituto europeo per l uguaglianza di genere (IEUG). Questo organismo si occupa della lotta contro le discriminazione e prepara campagne volte a sensibilizzare la società civile sul tema dell integrazione di genere, svolgendo al tempo stesso anche attività di assistenza tecnica e di monitoraggio dei dati per le istituzioni dell Unione. E, inoltre, doveroso ricordare che il 13 giugno 2013 l Istituto ha presentato a Bruxelles un proprio strumento per calcolare il livello effettivo di uguaglianza tra uomini e donne all interno dell UE e dei suoi Stati membri, il Gender Equality Index (GEI). Programmi e strategie La parità tra i generi sessuali figura anche come una delle finalità di azione interessate da diversi Programmi e Strategie adottati dall UE. Innanzitutto, è presente all interno del Programma PROGRESS ( ) per promuovere l occupazione e la solidarietà sociale. Per tale obiettivo è destinato il 12% dei fondi stanziati, pari a circa 658 milioni di euro. Inoltre, la Commissione ha presentato nell ottobre del 2010 una Carta sui Diritti per le Donne, nel cui ambito si colloca una strategia per la parità tra donne e uomini , che fa seguito ad una tabella di marcia per la parità tra uomini e donne , apprezzata per la chiarezza dei suoi obiettivi. La nuova strategia prevede che l azione dell UE promuova la parità sul mercato del lavoro, nel quadro degli obiettivi dell Europa 2020, in linea anche con quando stabilito dall analogo patto europeo sulla parità di genere del Consiglio, riducendo il divario retributivo tra uomini e donne nel prossimo quinquennio, attraverso la collaborazione degli Stati membri. Un ulteriore obiettivo consiste nel migliorare l equilibrio tra i due generi all interno dei processi decisionali, coerentemente con il progetto già intrapreso dalla Commissione nel giugno del 2008, attraverso la creazione della Rete europea delle donne. Quest ultima rappresenta una piattaforma per scambiare all interno dell Unione le buone prassi e per incrementare la presenza femminile nelle posizioni di vertice e di responsabilità a livello politico ed economico. Il Parlamento europeo svolge un ruolo significativo nel sostenere le politiche attive di promozione dell uguaglianza tra uomo e donna nel mondo del lavoro, soprattutto a seguito dell estensione della procedura di codecisione e in particolare attraverso una Commissione apposita, quella per i diritti della donna l uguaglianza di genere (FEMM). Attraverso tale organismo e il relativo gruppo ad alto livello che si occupa del medesimo ambito, il Parlamento ha dato nuovo impulso al confronto e alla reciproca collaborazione con i Parlamenti nazionali. Le iniziative di questi ultimi in materia di pari opportunità sono state, infatti, oggetto di discussione nell ottobre 2013 in occasione di una conferenza interparlamentare. La nuova strategia sulla parità di genere La strategia sulla parità di genere adottata oggi dalla Commissione europea prevede una serie di azioni basate su cinque priorità: l economia e il mercato del lavoro, la parità salariale, la parità nei posti di responsabilità, la lotta contro la violenza di genere e la promozione della parità all esterno dell UE. Queste misure consistono, tra l altro: nell attirare più donne nel mercato del lavoro e nel contribuire a realizzare l obiettivo di un tasso di occupazione complessivo del 75% per uomini e donne fissato nella strategia Europa 2020; nel proporre iniziative mirate affinché più donne occupino posti di responsabilità nel
6 59 SOCIETÀ settore economico; nel promuovere l imprenditorialità femminile e il lavoro autonomo; nell istituire una Giornata europea per la parità salariale per sensibilizzare l opinione pubblica sul fatto che in Europa le donne continuano a guadagnare in media circa il 18% in meno degli uomini; nel collaborare con tutti gli Stati membri per combattere la violenza contro le donne, e specialmente per eradicare le pratiche di mutilazione genitale femminile in Europa e nel mondo. Le iniziative dell UE a favore della parità tra uomini e donne hanno contribuito a migliorare la vita di molti cittadini europei. Alcune tendenze recenti si rivelano incoraggianti: aumenta la presenza delle donne sul mercato del lavoro (quasi il 60% in media nell UE nel 2010, rispetto al 52% del 1998) e sono migliorate la formazione e l istruzione. Le disparità di genere sussistono, però, in molti settori. Nel mercato del lavoro le donne sono ancora presenti soprattutto nei settori meno remunerati mentre sono sotto rappresentate nei posti di responsabilità. La maternità fa abbassare i tassi di occupazione femminile: le donne imprenditrici rappresentano soltanto il 33,2% dei lavoratori autonomi. Inoltre, anche a casa le donne continuano a lavorare, senza essere remunerate, più degli uomini. La violenza di genere rimane comunque un grande problema non risolto. Sitografia Sito web ufficiale dell Unione europea Progetto Youth for Europe youthforeurope.it Un mondo delle donne per le donne, Rivista al femminile
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