UNA CURIOSA INDAGINE "DI CALENDARIO"

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1 UNA CURIOSA INDAGINE "DI CALENDARIO" di Aldo Bulgheroni Una sera qualunque in compagnia degli amici della Pro Loco Binago ci siamo soffermati su una simpatica questione riguardante una "curiosità" che il sottoscritto aveva notato tempo fa su un calendario. Il calendario in questione è un calendario binaghese del 1993 che ripropone alcune vecchie immagini in bianco e nero di come in passato era il nostro Binago: immagini che è un peccato che finiscano perse per sempre, ed è bello riproporle ai binaghesi, giovani o meno giovani che siano. Dicevamo dell'immagine. L'immagine è questa, si tratta di una vecchia foto del 1948 che mostra il paesaggio circostante Binago come lo si vedeva a quell'epoca. Quando ho visto questa fotografia ho notato alcune cose strane. La prima: alcune didascalie (aggiunte all'epoca) che indicano i nomi delle varie montagne, sono sbagliate. Una tra tutte, l'indicazione del Monte Cervino. E' sufficiente infatti prendere una qualsiasi carta topografica, tracciare con un righello una retta che congiunge Binago col Cervino, e appare subito chiaro il perchè quella didascalia è errata. Detto in parole semplici, da Binago il Cervino cade geograficamente dietro il Monte Rosa, per cui non è assolutamente possibile vederlo. Ma non è questo il punto principale che ha richiamato la mia attenzione. Il punto è un altro: il Monte Rosa. O per essere più precisi, la forma del Monte Rosa. Per decenni (come tutti i binaghesi) ho ammirato da Binago lo splendido Monte Rosa, con il suo profilo inconfondibile, con la sua forma massiccia, ben chiara nel cervello. Ma quando ho visto quella vecchia foto del '48 la prima cosa che ho esclamato è: "quello non è il Monte Rosa così come lo si vede da Binago, ha una forma diversa". Un'affermazione un tantino pesante, tanto quasi da farmi sospettare un presunto "falso fotografico".

2 Da quì sono nate alcune curiose domande. - Quella foto sarà autentica? - Oppure è stata fotoritoccata nel 1948? - Se sì, come avranno fatto con le tecnologie vecchie di cui disponevano? - Hanno forse aggiunto un Monte Rosa ripreso da un punto geografico diverso da Binago? - Se sì, perchè? - E quale sarebbe lo scopo di tutto questo? Eccetera eccetera. Per rispondere a tutte queste simpatiche perplessità (e soprattutto per rispondere ai miei stessi dubbi) ho quindi deciso di condurre una sorta di "indagine di calendario" al fine di capire bene come stanno le cose. Pochi infatti sanno che oltre ad essere musicista di professione il sottoscritto è anche un grande appassionato di aeronautica, computer, fotografia, fotoritocco: ed è usando questi mezzi che ho condotto la mia piccola "indagine" tra virgolette. Partiamo quindi con ordine. Primo passo: stabilire il punto di ripresa della fotografia. Questo è stato facile. La fotografia è stata presa da Binago (presumibilmente da un punto alto, forse dal campanile). I dettagli del territorio confermano senza alcun dubbio che il punto è Binago. Si vede la cappelletta, si vedono le due strade per Concagno e Vedano, si vedono alcune case ben note, alcuni campanili ben noti, eccetera eccetera, per cui non ci sono dubbi. Il punto di ripresa è Binago. Secondo passo: stabilire quanto spostamento angolare servirebbe al Monte Rosa per apparire con una sagoma diversa rispetto a come lo si vede da Binago. Distando da Binago circa 80 km in linea d'aria, il Monte Rosa avrebbe bisogno di un grande spostamento angolare per apparirci diverso. Detto in parole semplici, per vedere il Monte Rosa con una forma realmente diversa bisognerebbe spostarsi di svariate decine di km. Non è che andando chessò a Cagno o a Vedano il Monte Rosa ci apparirebbe diverso come da Binago. Lo si vedrebbe pari pari con la stessa forma. Per vederlo diverso bisognerebbe spostarsi moltissimo, diciamo almeno sino a Novara. Stabiliti questi due punti, e vedendo che non avevano apparentemente niente di strano, ho cominciato ad attuare la tecnica del fotoritocco per cercare di capire visivamente la questione.

3 Per prima cosa ho elaborato la foto originale rendendola più scura e contrastata in modo da osservare meglio i dettagli sulla reale forma del Monte Rosa del '48. Come si può osservare, adesso la forma del massiccio è più visibile rispetto alla foto originale. Ciò mi ha permesso di effettuare una tracciatura a occhio (a occhio perchè la foto purtroppo è estremamente sgranata e di bassa qualità) del contorno al fine di evidenziare la forma più o meno esatta della montagna.

4 A questo punto ho preso una foto attuale del Monte Rosa come lo si vede effettivamente da Binago in una giornata tersa. Ho scelto volutamente una foto al tramonto perchè grazie a questa particolare condizione di luce posso vedere l'esatto profilo della montagna. Seguendo l'esempio del profilo scuro al tramonto ho provveduto ad oscurare anche la parte scontornata della foto del 1948 in modo da avere due copie praticamente esatte della stessa montagna.

5 Fatto questo ho potuto isolare concretamente il Monte Rosa del 1948 per osservarlo meglio. Dopodichè mettere a confronto diretto entrambi i profili, quello del '48, e quello moderno. La cosa lascia un po' sconcertati. Il Monte Rosa del 1948 sembra effettivamente diverso dal Monte Rosa "binaghese"! C'è infatti qualcosa di strano, rappresentato da due grossi picchi che non esistono affatto nel Monte Rosa reale visto da Binago, il che appunto suggerisce l'ipotesi che il Monte Rosa del '48 sia stato fotografato da un punto geograficamente molto distante da Binago (ragion per cui, se così fosse, il profilo della montagna ci apparirebbe logicamente diverso).

6 Ma c'è una sorpresa. Osservate bene le montagne nere in basso di entrambe le foto. Quelle montagne nella realtà si trovano geograficamente davanti al Monte Rosa, e distano dal massiccio circa 40 km. Si tratta di una bella distanza quindi. Eppure tra loro e il Monte Rosa non c'è alcun spostamento angolare significativo. Cosa significa? Significa che se il Monte Rosa del 1948 fosse stato effettivamente fotografato da un punto lontano decine di km da Binago, le montagne in basso sarebbero risultate per forza di cose spostate rispetto al Monte Rosa stesso. Invece nelle due foto coincidono perfettamente con la sagoma del Rosa, sono prospetticamente allineate. Questo porta a una conclusione inaspettata: la foto del 1948 è stata scattata dallo stesso punto geografico della mia foto al tramonto. Ossia da Binago! Ma allora perchè il Monte Rosa del 1948 appare così diverso da quello vero? Lo scopriremo adesso.

7 Cominciamo a riapplicare l'immagine scontornata della foto del 1948 sul suo sfondo reale. Ora applicchiamo anche la mia foto reale al tramonto.

8 E adesso attenzione. Piano... piano... sfumiamo gradatamente il mio Monte Rosa sino ad avere un "mix" tra i due profili.

9 Come potete vedere, le due montagne sono veramente uguali, il loro profilo coincide in toto, tranne che per due "cornetti". Rimane il fatto che entrambe sono state fotografate da Binago, non si scappa, il profilo generale del massiccio è troppo identico.

10 Ma allora cosa sono questi due "cornetti" (ben visibili tra l'altro, non si tratta di una mia fantasia o cosa!) nella foto del 1948? La risposta può essere soltanto una (e chiunque si intende un pochino di montagne e di meteorologia sono sicuro che l'ha già intuita). Quei due cornetti possono essere soltanto delle... nuvole! Ebbene sì. Due piccole nuvolette aggrappate alla montagna. Ecco finalmente svelato il mistero del Monte Rosa del 1948, e perchè ha quella forma strana con due picchi che non esistono. Non esistono perchè, a causa della pessima qualità della fotografia, quelle nuvole non sono affatto distinguibili, si mimetizzano perfettamente col profilo della montagna, e a occhio sembrano effettivamente due picchi di roccia innevati. Ma il raffronto computerizzato con la foto reale dimostra che il Monte Rosa non ha due picchi del genere, e che tutto il suo profilo generico è assolutamente corretto. Per cui non rimane che una logica e matematica conclusione: quei due picchi sono semplicemente finti, non esistono, trattasi solo di due banali nuvolette che nel 1948 hanno creato una perfetta illusione fotografica.

11 Per comprendere al volo com'è tutta la questione basta osservare questo mio fotomontaggio in cui ho applicato due nuvolette sul Monte Rosa. Visto? Semplice e naturale. Questo è ciò che è successo... - Il giorno un signore qualsiasi prende la sua macchina fotografica e decide di scattare da Binago una fotografia delle Alpi. Tuttavia, senza saperlo, quel giorno la meteorologia ha in serbo per lui uno scherzetto: forma casualmente due cumuletti (nuvole) aggrappati a due guglie del Monte Rosa che ne esaltano di molto il suo profilo naturale. Il Monte Rosa così "truccato" viene immortalato su una sgranata fotografia in bianco e nero che, 50 anni dopo, verrà poi stampata su un calendario. Questo calendario arriva occasionalmente nelle mani di un binaghese (il sottoscritto) con la passione per il ritocco fotografico, il quale nota qualcosa di strano nel profilo della montagna, qualcosa di anomalo che non riesce a spiegarsi, tanto che arriva quasi a teorizzare che quella montagna possa essere addirittura un falso fotografico (ossia il Rosa sarebbe stato fotografato da un punto molto distante da Binago, ed in seguito incollato sopra). Ma oggi questa persona (il sottoscritto) applicando il buon senso e la moderna tecnologia ha capito finalmente cosa è successo. Due impreviste nuvolette e una foto di bassa qualità sono stati gli "ingredienti della ricetta" che hanno contribuito a creare quell'illusione: un finto Monte Rosa dal profilo anomalo. - Niente di falso quindi. Tutto coincide. Nessun fotomontaggio. Il Monte Rosa del 1948 è vero. E' sempre stato vero. E naturalmente è sempre rimasto lì, ben composto, al suo posto, come noi binaghesi conosciamo bene da sempre.

12 Conclusione finale. Con grande soddisfazione, sia per me, sia per tutti coloro che magari (chissà) hanno avuto i miei stessi dubbi, annuncio che la foto "Panorama delle Alpi da Binago 1948" è assolutamente autentica al 100%, ed è stata ripresa realmente da Binago. Con questa assoluta certezza, Vi porgo un cordiale saluto, e mi auguro che questo simpatico articolo "Una curiosa indagine di calendario" vi sia piaciuto. Aldo Bulgheroni