IL CANNIBALE GP BRA SILE

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1 n novembre 2013 IL CANNIBALE GP BRA SILE Sebastian Vettel vince anche l ultimo Gp della stagione allungando la sua serie record. Insaziabile nella sua abbuffata, il tedesco si avvicina a grandi passi ai numeri di Schumi, ma ora a Maranello lavoreranno giorno e notte per mettere fine allo strapotere Red Bull

2 Registrazione al tribunale Civile di Bologna con il numero 4/06 del 30/04/2003 L editoriale BRUTTI ESEMPI DAL KARTING Tutti gli articoli e le immagini contenuti nel Magazine Italiaracing sono da intendersi a riproduzione riservata ai sensi dell'art. 7 R.D. 18 maggio 1942 n.1369 Direttore responsabile: Massimo Costa (info@italiaracing.net) Redazione: Stefano Semeraro Marco Minghetti Collaborano: Carlo Baffi Antonio Caruccio Marco Cortesi Alfredo Filippone Dario Lucchese Claudio Pilia Guido Rancati Dario Sala Filippo Zanier Tecnica: Paolo D Alessio Produzione: Marco Marelli Fotografie: Photo4 Actualfoto Photo Pellegrini MorAle Realizzazione: Inpagina srl Via Giambologna, Bologna Tel Fax info@inpagina-bo.it Le notizie pervenute dal Bahrain riguardanti l ultima prova del mondiale KF e KF Junior sembrano descrivere un mondo poco rassicurante. Dove si cerca di vincere con l inganno, buttando fuori un avversario, oppure andando a rovistare immagine per immagine il comportamento di altri piloti per trovare appigli affinché i propri protetti possano essere nominati campioni del mondo. Non siamo nati ieri, ma da un mondo che mette in pista ragazzini, dunque con il compito di educarli, un minimo di responsabilità servirebbe. Invece non è così. Già le gare dell europeo erano state decise da incidenti, con kamikaze ben noti che si aggirano per le piste per favorire questo e quello. Con l evidente sospetto che essi non agiscano perché mossi da improvviso senso del martirio, ma che tutto sia deciso a monte. Vedere un pilota come Verstappen buttare fuori pista senza tanti problemi il suo rivale Nielsen è qualcosa di scandaloso. Ben gli sta, al figlio dell ex pilota F.1, che poi ci ha rimesso pure lui venendo squalificato. Se pensa di arrivare in monoposto e comportarsi come gli pare, beh, si sbaglia proprio. La vita che lo aspetta nelle formule sarà molto dura. Ci chiediamo anche se esista una punizione ben maggiore dalla semplice squalifica: quando Schumacher tentò di far perdere il mondiale a Villeneuve buttandolo fuori pista, la FIA intervenne obbligandolo... a una sorta di servizi sociali a quattro ruote. Sarebbe bene che Verstappen scontasse qualche pena che si riflettesse nel suo passaggio in monoposto. Chissà, magari ci penserebbero due volte prima di comportarsi come pistoleri. Poi, nella KF Junior, c è stata una specie di faida tra italiani innescata dal team Baby Race, che schiera Lorandi, in piena corsa per il titolo. Dopo 2 ore è stato trovato un appiglio per togliere il titolo a Pulcini, del Morsicani Racing, conquistato con intelligenza e capacità sul campo. Pare che Jean Alesi, l ex F.1 che ha il figlio in forza al Baby Race, si sia prodigato non poco presso i commissari di pista per portarli alla decisione finale. Ovvero la penalità al russo Mazepin per presunto taglio di pista e conseguente vantaggio acquisito. Penalità che ha permesso a Lorandi di avanzare in classifica e incassare i punti mondiali. Ma Mazepin non ci sta, non ricorda di avere tagliato alcunché e dunque ha presentato appello. Se lo vincerà, il mondiale tornerà a Pulcini. Poi non si stupiscano nel karting se i genitori portano i figli sulle monoposto a anni... 2

3 Il graffio di Baffi

4 FORMULA 1 GP BRASILE il c 4

5 SEB annibale Anche in Brasile Vettel non ha mollato la presa sul campionato che pure era già suo, completando la scorpacciata di record. Che cedesse a Webber l ultimo urrah era pia illusione, ora si tratta di capire come ripartirà la F.1 nel La Red Bull, di certo, non ha voglia di mollare 5

6 FORMULA 1 GP BRASILE Stefano Semeraro Si è preso tutto lui. Il quarto titolo mondiale consecutivo, il record delle nove vittorie consecutive (battuto Ascari), quello delle tredici stagionali (acchiappato Schumi) e delle 39 in carriera, ad appena due di distanza da Senna. Il mito di Ayrton, che l anno prossimo conoscerà il ventennale di quel terribile primo maggio, è fatto di stoffa diversa, non si taglia e non si cuce con i numeri, non si blandisce con i donuts alla Zanardi sull asfalto. Ma per il resto nulla, oggi, sembra fuori dalla portata del cannibale Vettel. «Fare paragoni con Ascari mi sembra fuori luogo ha detto con apprezzabile umiltà Seb appena sceso dal podio allora le macchine si rompevano più spesso, i team non erano così affidabili. Sono record diversi. E anche il 13 è solo un numero, non mi considero una leggenda. Oggi è stata dura con la pioggia, un grazie a tutti, anche alla Renault. Sono triste che la stagione sia finita, la macchina si guida che è un piacere. E un grazie anche a Mark Webber: forse non abbiamo avuto il miglior rapporto del mondo, ma fra di noi c è sempre stato grande rispetto e credo che insieme abbiamo rappresentato una buona coppia per il team». Qualcuno, Alex Zanardi ad esempio, avrebbe preferito che Vettel rinunciasse ad una statistica e guadagnasse un punto in umanità, concedendo a Webber l onore dell ultima vittoria nel suo ultimo paseo (e con il pasticcio della gomma che non si trovava al pit-stop, qualcosa ci si poteva inventare), ma in fondo è giusto così. L avversario si rispetta battendolo, sempre e comunque, non concedendo favori. E poi lo si era visto anche all inizio, con quel controsorpasso di prepotenza su Rosberg dopo la patinata allo start, che l ex-baby face, con il volto ormai coperto da un barbone da guerriero, non è uno che ama le cortesie superflue. Con la Red Bull ha vinto tutto, e la Red Bull ha vinto tutto con lui, ora si tratterà di capire cosa succederà l anno prossimo, con la rivoluzione dei V6 turbo che manderanno in pensione i gloriosi V8 interpretati così bene dalla Renault. Di smettere di vincere Vettel non ha affatto intenzione, ma il dominio dei bibitari che inquieta chi vorrebbe un campionato più vivace, incerto e competitivo non è la sola questione sul tavolo. Servono regole più certe vedi il caso Massa con il drive-trough dei misteri -, meno pasticci con le gomme, meno politica, una tecnologia meno esasperata che consenta di ridurre i costi, chiarezza sulla struttura del campionato (a cosa serve tenere in vita team materasso come Caterham e Marussia?) e gare più comprensibili per gli appassionati, che di mettersi davanti al video con il pallottoliere per districarsi fra pit-stop e decadenze di mescole forse non ne hanno più tanta voglia. Il quarto sigillo di Vettel, campione moderno e straordinario, ha chiuso un capitolo della storia. Ora tocca riaprirlo, capire cosa ci aspetta dietro la prima curva della nuova stagione. Se sarà ancora Vettel con la sua astronave blu, la colpa di certo non sarà sua. 6

7 Vettel in cifre 39 Vittorie 62 Le volte sul podio 45 Pole positions 64 Le volte in prima fila 22 Giri veloci in gara 120 GP disputati 65 GP disputati in testa I giri al comando I giri percorsi in 120 GP Le vittorie in F.1 Michael Schumacher 91 Alain Prost 51 Aryton Senna 41 Sebastian Vettel 39 Fernando Alonso 32 Nigel Mansell 31 Jackie Stewart 27 Jim Clark 25 Niki Lauda 25 Juan Manuel Fangio 23 Le pole in F.1 Michael Schumacher 68 Ayrton Senna 65 Sebastian Vettel 45 Jim Clark 33 Alain Prost 33 Nigel Mansell 32 Lewis Hamilton 31 Juan Manuel Fangio 29 Mika Hakkinen 26 Niki Lauda 24 Nelson Piquet 24 7

8 FORMULA 1 GP BRASILE GIÙ LA MASCHERA L addio alla F.1 del driver australiano è stato commovente, perché Mark è un uomo vero che ha saputo farsi apprezzare, e che il suo posto nel Circus se l è conquistato senza scorciatoie. Dagli anni con la Minardi all occasione mancata con la McLaren, dal rapporto con Newey e Vettel allla nuova avventura nell Endurance con la Porsche, la storia di un campione che ha sempre corso guardando in faccia la vita 8

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10 FORMULA 1 GP BRASILE Stefano Semeraro Ha finito con il vento in faccia. Senza casco, senza più niente da perdere o da guadagnare. Senza più conti da fare con quel mondo veloce, magico, seducente e ingannatore che si chiama F.1. Il giro finale della sua lunga carriera nel Circus, Mark Webber l ha voluto percorrere la libertà di essere ormai un ex, fregandosene delle multe, guardando un futuro che dal 2014 per lui sarà comunque veloce, ma nascosto dietro il vetro di un prototipo Porsche nel Mondiale Endurance. «Be, togliere l Hans non è facile ha scherzato dopo l arrivo così ci ho messo quasi mezzo giro a liberarmi. Alla fine ce l ho fatta e, ragazzi, che rumore si sente lì fuori senza casco». Ma ne valeva la pena, di togliersi la maschera. Per rendere evidente quello che Webber, driver di classe e uomo sincero, a tratti rude ma mai finto, ha sempre fatto da quando si è affacciato nelle corse: guardare avversari e pericoli negli occhi. «Non è sempre facile, in questo sport, mostrare la persona che sei al di là di quello che combini alla guida», ha spiegato. «Hai sempre un casco in faccia, e per questo almeno una volta è stato bello toglierselo. Anche se nell ultima curva mi sono trovato un po stretto, e ho visto i commissari preoccupati». Australiano e gentiluomo, Webber. Uno dei cinque wallabies approdati in F.1 nella storia. Prima di lui c erano riusciti Jack Brabham, Tim Schenken, Alan Jones; dopo di lui Daniel Ricciardo. Gli rimarrà sempre il rimpianto di non aver vinto l iride come Brabham (addirittura tre volte) e Jones (una), non quello di non averci provato con tutte le sue forze. Non è cresciuto ricco, Webber, il suo biglietto per l Europa delle corse se l è sudato, dopo l inizio da rugbista. La Formula Ford australiana, il sodalizio con Paul Stoddard, poi il salto in F.3000 e nel GT, l esperienza con la Mercedes e il terribile volo a Le Mans. Una lunga gavetta che l ha portato all esordio in F.1 come tester della Arrows nel 2000, poi al passaggio in Minardi, all esperienza alla Jaguar e alla Williams, quindi all approdo alla Red Bull dove avrebbe conosciuto soddisfazioni, ma anche la sua Nemesi. Nove Gran Premi vinti, 13 pole, 19 giri veloci, tre volte terzo nel Mondiale piloti. Una grande carriera, disturbata anche da una frattura ad una gamba in bici che lo costrinse a correre per un anno con le ossa piene di viti d acciaio. Veramente buffo che l unico incidente serio mai avuto sia avvenuto sulle due ruote Ma anche una carriera disturbata dall ombra di Vettel. Dalla fatica di essere all altezza del baby fenomeno, di doversi difendere dalle cure riservate al beniamino del team. Di dover lottare, probabilmente, con una macchina che raramente è sembrata proprio la stessa del suo compagno di squadra. Anche nell ultimo show si è dimostrato uomo vero, Mark, un gentleman da corsa. «Sono contento di dividere il podio con Sebastian e Alonso, i due più grandi piloti di questa generazione», ha detto a San Paolo. «E stata una grande avventura, e mi hanno commosso le manifestazioni d affetto dei fan in questi giorni. Ma se ora tirassi fuori il fazzoletto significherebbe che ho sbagliato ad andarmene, mentre io non vedo l ora di correre con la Porsche». Alla vigilia, l Equipe gli aveva chiesto di ripercorrere la sua carriera, e Mark aveva accettato di buon grado, svariando dal podio rubato in Australia con la Minardi («mi sentivo in colpa, ero arrivato quinto e mi dissero di salirci per salutare il pubblico, ma alla fine è stato meglio così perché dopo in Australia non sono più riuscito a conquistare un podio»), al menage con il team faentino: «era una vita precaria, ma simpatica. Non avevamo soldi, il motore AsiaTech arrivava solo a giri e la vettura era troppo corta per me tanto che finivo le gare con le ginocchia tutte rosse ma è stata una grande scuola». Capitolo rimpianti: quelli di Mark riguardano il mancato passaggio alla McLaren: «Dopo l esordio in Minardi e l esperienza in Jaguar, un anno a Magny-Cours Ron Dennis mi disse che era interessato ad avermi, ma che purtroppo dietro di me c era Briatore. La scelta diventò allora tra Williams e Renault, ma di nuovo Flavio aveva già piazzato Alonso alla Renault. Così andai alla Williams, e fu un errore. Ma non avevo la palla di cristallo». Sul fatto di non aver mai vinto il Mondiale Crocodile Mark ha opinioni da filosofo: «Potrei lamentarmi di non aver mai avuto l occasione giusta, ma che differenza farebbe? In fondo ci sono piloti come Alonso e Raikkonen che lo sono diventati anche senza aver avuto le condizioni più favorevoli. La fortuna ce la costruiamo con le nostre mani, no? Nel 2010 il titolo mi è scappato di un soffio, ma ho sbagliato due gare, a Valencia e in Corea, dove ho fatto l unico testacoda della stagione, test compresi. Se avessi finito tutte le gare avrei vinto, ma sono stato felice di essere comunque a livello dei migliori». Da driver romantico, non addomesticato, avrebbe amato correre negli anni 80, più liberi e insieme più rigorosi, anche perché i nuovi circuiti non gli piacciono tanto. «E vero, puoi permetterti di correre più rischi, ma io non sono di quella scuola. Quando ero giovane non avevamo tanti soldi, prima della gara mio padre mi diceva sempre: mi raccomando, non rovinare la macchina, e io sono fiero di non averlo fatto in circuiti difficili come Bathurst, Adelaide o Surfers Paradise. Oggi uno come Maldonado non ha gli stessi problemi». 10

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12 FORMULA 1 GP BRASILE A spingerlo a correre è stato «il gusto del pericolo, quel retro-pensiero da brivido che ti seduce. Ho sempre amato le curve veloci, è lì che ho dato il mio meglio. Però non mi piace quando correre diventa una lotteria, con le gomme che si disfano o quando c è troppo pioggia. Non dico che non si debba correre se la situazione è difficile, perché lì viene fuori la qualità del pilota; ma se si oltrepassano certe condizioni il talento non conta più, diventa una lotteria, e allora non mi piace». Le occasioni di provare brividi veri non gli sono certe mancate, in tanti anni: «Sia a Valencia sia a Le Mans, durante i miei peggiori incidenti, ho vissuto esperienze strane. Tutto succede al rallentatore, hai il tempo di pensare a tante cose. A mia madre, a mia sorella, alla mia compagna Ann. Non a mio padre, perché sapevo che avrebbe sopportato il colpo. A Le Mans mi dissi: eccomi, è giovedì, è notte, sono ancora giovane ma forse non sopravviverò a questo incidente, forse fra poco non ci sarò più. Avevo voglia che finisse tutto in fretta, non volevo soffrire. Del resto le corse sono fatte così, non si tratta di giocare a pallone. E il coraggio e l incoscienza non c entrano, è solo uno dei parametri del nostro mestiere». Dalla Red Bull si porterà la lezione Adrian Newey, «Un genio vero, che non si affida solo ai calcoli del suo computer, ma che conta molto su quello che dicono i piloti, si fida di noi e ci prepara vetture che sono al massimo in qualsiasi dettaglio». Dal ritorno all endurance si aspetta «di divertirmi con macchine belle, sofisticate, rapide. E di vincere, perché con la Porsche inizieremo un nuovo programma. E poi se smettessi di correre adesso Ann si annoierebbe, e io sicuramente mi ammalerei». 12

13 La carriera di Mark 2013 F.1 3 Red Bull 2012 F.1 6 Red Bull 2011 F.1 3 Red Bull 2010 F.1 3 Red Bull 2009 F.1 4 Red Bull 2008 F.1 11 Red Bull 2007 F.1 12 Red Bull 2006 F.1 14 Williams 2005 F.1 10 Williams 2004 F.1 13 Jaguar 2003 F.1 10 Jaguar 2002 F.1 16 Minardi 2001 F Super Nova 2000 F European Arrows 1999 Endurance - Mercedes 1998 FIA GT12 Mercedes 1997 British F.3 4 Docking 1996 British F.Ford F.Ford AUS 3 - I numeri in F GP disputati 9 Vittorie 42 Le volte sul podio 13 Pole positions 19 Giri veloci in gara 29 GP al comando 611 Giri al comando Giri percorsi in F.1 13

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15 IO CI SONO Alonso lotta come un leone e torna sul podio come non gli accadeva da Singapore. Le Red Bull sono più forti, ma dentro di sé il bi-campeon è convinto di poter abbattere il regno di Vettel: «Prima o poi avrà una macchina normale». E fino a Natale Fernando sarà al lavoro al simulatore di Maranello 15

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17 Stefano Semeraro Un podio che è come dire: io non mi arrendo. Non me ne vado di qui, vi resto attaccato. Vi mordo le caviglie. Rallenterete, prima o poi. Prima o poi toccherà anche a me. Il terzo posto di Fernando Alonso a San Paolo, il primo dopo quello di Singapore, è stato un capolavoro di ferocia e di tigna, di killer istinct e di orgoglio. Due volte secondo, due volte superato, ma stavolta non umiliato dalla Red Bull. Neanche un pitstop da 13 secondi, con le due monoposto che si ingarbugliavano nello stesso box, è riuscito a inceppare la doppietta degli avversari, ma a Nando importava mettere la zampata. Far sentire che lì c è anche lui. «In partenza, se non fossi rimasto bloccato», mimava sul podio a Vettel, facendogli capire che la storia non finisce qui. Che l anno prossimo, Rossa permettendo, si ricomincia dalla stessa battaglia. «Sebastian nella leggenda? Ci entrerà quando riuscirà a vincere anche con una macchina uguale a quella degli altri aveva dichiarato in una intervista alla BBC prima del GP brasilero ma se invece in futuro dovesse finire quarto o magari anche più indietro, a questi quattro Mondiali si guarderà con occhi diversi». Un unghiata, per graffiare quattro anni di sconfitte incassate, subite, mai veramente digerite. In Brasile, fin dalla qualifica, Alonso ha voluto dimostrare che il vecchio smalto da campeon è sempre lì, in gara non poteva fare di più. Sperava nell acqua, non è arrivata. «Pazienza, anche se pareva dovesse cadere da un momento all altro. Fosse arrivata anche in gara, come al sabato, avremmo ridotto il gap con le Red Bull. Alla partenza non mi è andata bene, mi sono ritrovato bloccato sia all esterno sia all interno, però dopo aver passato Hamilton e Rosberg ho potuto fare una gara all attacco. E stato comunque importante finire il Mondiale con un acuto. Ripartiamo da un podio, e l anno prossimo molte cose cambieranno, noi ci siamo avviati in una nuova direzione, speriamo ci attenda un cammino positivo. Io guardo avanti». Avanti lo attende anche la convivenza con Kimi Raikkonen, «quello che non parla con nessuno», come lo definisce Massa. Nel 2014 dovrà lottare con un avversario in più Alonso, o meglio, con un avversario in più al fianco, senza più la certezza di essere il lider maximo del team. Il suo exploit non è bastato a riportare la Ferrari al secondo posto nel Mondiale, e anche se Stefano Domenicali ha avuto comunque parole di elogio per lui («una gara fantastica, su una Ferrari molto aggressiva») è chiaro che l anno prossimo le sconfitte onorevoli, i più di così non potevamo, dovranno uscire dal vocabolario di Maranello. E proprio in vista di questo obiettivo fino a Natale di vacanze se ne parlerà poco. «Sotto Natale ci sono tanti appuntamenti con gli sponsor e tante feste con tutti quelli che lavorano con noi ha spiegato Nano ma noi ne approfitteremo per lavorare al simulatore. Sarò anch io in Italia, almeno fino al 21 di dicembre non ci fermeremo». Tempo di semina, sotto il grande freddo di quest anno disgraziato. 17

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19 ANCHERÒ» L ultima gara in Ferrari di Felipe Massa è stata rovinata dall episodio del discutibile drive-trough, ennesima amarezza di una lunga carriera che l anno prossimo dovrà ricominciare dalla Williams. Il suo cuore rimane a Maranello, ma Felipe spera già di farsi rimpiangere in pista dai suoi ex compagni 19

20 FORMULA 1 GP BRASILE Stefano Semeraro Per l ultimo giretto sul red carpet avrebbe meritato di più, Felipe Massa. Era partito come un puma, slalomando fra le altre monoposto e issandosi fino al quarto posto, con Felipinho che cinguettava felice papà, papà! nel box della Rossa. L ultima gara in Ferrari voleva godersela tutta, bersela tutta, ingoiando anche qualche lacrima occulta, come si è intuito durante il collegamento con Sky nel giro di ricognizione: «Grazie a tutti quelli che hanno lavorato con me borbottava scaldando le gomme, e molti hanno avuto paura che finisse fuori strada per l emozione - sarò ferrarista per sempre». Il drive-through che gli ha scippato la quarta posizione è stato uno smacco, oltre che apparentemente - un pasticcio regolamentare, se è vero che anche Mark Webber e Sebastian Vettel hanno calpestato la zona zebrata che segnala l ingresso nella pit-lane. Ma non andando con tutte le quattro ruote oltre la verniciata. Anche un appiglio per i retroscenisti: con le Red Bull penalizzate la Ferrari avrebbe colmato il gap di 6 punti con la Mercedes nel conto finale del campionato costruttori, arpionando il secondo posto e 10 milioni di dollari in più che invece così finiranno nelle casse di Stoccarda. Mica briciole. «Incredibile, impossibile», ha urlato nella radio Massa quando gli hanno spiegato che doveva pagare pegno, e qualcuno ha sognato che in uno slancio di anarchia il Calimero Massa rifiutasse sdegnato la penalizzazione e restasse fuori a sfidare la grigia burocrazia da corsa di Charlie Whiting. Ma no, non si può cambiare carattere e storia all improvviso, e così Massa, che non è mai stato un Masaniello, ha scontato la sanzione e finito la sua lunga carriera da ferrarista con un ultima amarezza. Come quella del mondiale perso con Lewis Hamilton dopo l arrivo, proprio in Brasile nel 2008, o quella degli ordini di squadra ad Hockenheim nel «Il momento più brutto della mia carriera, anche se il più difficile è stato quello dell incidente a Budapest. Il più bello invece, la vittoria a San Paolo nel Interlagos è un posto fantastico per chiudere la mia avventura con la Ferrari: a tutta la squadra faccio tanti auguri, ma spero che gli mancherò». Dal punto di vista umano sicuramente, anche considerato che a sostituire la simpatia di Felipe arriverà il freezer Raikkonen, «uno che non ha rapporti con nessuno. Con lui ho lavorato bene, per carità, ma se con Alonso e Schumacher c era rapporto umano, con lui è stato impossibile. E se non l ha avuto con me, non può averlo con nessuno. Ma si accorgerà Kimi di cosa significa correre accanto ad Alonso, un pilota fortissimo, spesso perfetto». Massa non è stato un pilota perfetto, anzi, ma con la Ferrari («correre con la Rossa era il mio sogno da bambino, e l ho realizzato») è arrivato a 500 metri dal diventare campione del mondo, e ha corso 139 gare, solo Schumacher lo batte in questa classifica. Per Rob Smedley, il suo ingegnere di macchina che forse lo seguirà alla Williams, «era diventato come un fratello minore, uno a cui vuoi tanto bene, ma che a volte vorresti pigliare a schiaffi». Per dirgli svegliati, Felipe, corri come sai. Dopo l incidente all Hungaroring e soprattutto dopo l affronto di Hockenheim, Massa non è più stato veramente alla sua altezza. Qualche sprazzo in qualifica negli ultimi tempi, ma anche tante gare brutte, sciupate, inutili per la Ferrari che aveva bisogno invece di un pilota più costante per mettere punti in cascina nella classifica costruttori. A ritardare l addio è stato, probabilmente, l affetto, un vago senso di colpa nei suoi confronti, più che la speranza che potesse recuperare del tutto. A San Paolo Alonso, a differenza di Vettel con Webber, da prima guida gli aveva promesso un favore. «Prima della gara mi aveva detto: se sarai dietro di me, in qualsiasi posizione, ti farò passare. Non gliel ho chiesto io, me l aveva detto lui». Ma il drivetrough della discordia ha chiuso il discorso. «Adesso però, mi aspetta la Williams, e sento di avere ancora tanto da dare in F.1 ha spiegato Felipe per la prima volta non guiderò con un motore Ferrari in F.1, dovrò fare l abitudine a nuovi colori, ma non vedo l ora di iniziare. Della Ferrari mi mancheranno le persone, le amicizie. Non solo in pista, ma anche in fabbrica». Buona fortuna allora, Felipe, pilota umano. Forse troppo umano per diventare campione. 20

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22 FORMULA 1 GP BRASILE ALL ULTIMO RE Nella gara finale del campionato è arrivato per la McLaren il miglior risultato: Button quarto, Perez sesto Meglio tardi che mai, ma il 2013 rimane la peggior stagione degli ultimi anni per il team diretto da Whitmarsh anche se ha conquistato un record storico per la F.1: in ogni GP le due MP4/28 hanno sempre visto il traguardo, cosa mai ottenuta prima da altre squadre 22

23 SPIRO 23

24 24 FORMULA 1 GP BRASILE

25 Massimo Costa Button diviene il pilota inglese ad avere disputato il maggior numero di GP F Battuto il record precedente di Coulthard, 246 Da quattordicesimo a quarto. Da diciannovesimo a sesto. Non si può dire che nella corsa che ha chiuso le ostilità del 2013 i piloti McLaren non si siano dati da fare. Il miglior piazzamento stagionale porta la firma di Jenson Button, ottimo quarto, protagonista di una diversa scelta nell impiego delle gomme rispetto alla concorrenza. Partito con le hard, ha poi montato due treni di medie, operazione fatta dal solo Esteban Gutierrez con la Sauber. Avevamo bisogno di un risultato così, ha poi commentato Button che ha firmato un particolare record divenendo il pilota britannico con più GP disputati: 247. Battuto dunque David Coulthard che nella sua carriera in F.1 si è fermato a 246. Una corsa tutta di rimonta quella di Button, ma il podio era impossibile da raggiungere e lo conferma il distacco accumulato da Fernando Alonso, 19. Una gran gara l ha offerta anche Perez, il ché non fa che aumentare i punti interrogativi sul suo licenziamento. Che non può che essere determinato da fattori esterni ai semplici risultati, anche se come già riportato in altro numero del nostro Magazine, il messicano alla fine ha raccolto meno punti di Button. Perez ha pagato cinque posizioni di penalità sulla griglia di partenza, per la sostituzione del cambio: Nei giri finali speravo che iniziasse a piovere, sentivo che avrei potuto guadagnare ulteriori posizioni in quelle condizioni. E invece non è accaduto, anzi, ho dovuto rallentare per salvaguardare la benzina che stava finendo! Perez ha messo in scena diversi duelli, ha fatto arrabbiare Paul Di Resta per una ruotatina, ma alla fine il sesto posto è più che meritato. Button ha chiuso il mon- diale in nona piazza con 73 punti, Perez undicesimo con 49. Se il britannico rimarrà la colonna portante della McLaren, con il compito di far da chioccia al nuovo arrivato Kevin Magnussen, il messicano lascia col broncio, ma con signorilità e senza polemiche, la McLaren. Un solo anno vissuto tra alti e bassi, con comportamenti e uno stile che non sono troppo piaciuti alla dirigenza e, si dice, pagamenti da parte degli sponsor che non sono arrivati puntuali e quando sono arrivati erano meno di quanto concordato. Anche questo avrebbe influito sull anticipato addio a Perez. La prudenza con cui Sergio e Whitmarsh parlano tanto bene l uno dell altro lascerebbe indicare che ci sia qualcosa in ballo da sbrogliare. La McLaren ha promesso a Perez di trovargli una sistemazione. Vedremo se saranno di parola. La McLaren è l unico team ad avere portato al traguardo in tutti i GP 2013 entrambe le monoposto, un risultato che diviene un record per l intera storia della F.1

26 FORMULA 1 GP BRASILE I PRIM 26

27 I DEGLI ALTRI La Mercedes ha ottenuto l obiettivo massimo raggiungibile, il secondo posto nella classifica costruttori, miglior risultato da quando è rientrata in prima persona nel mondiale. Ma a San Paolo sia Rosberg sia Hamilton non sono saliti sul podio Massimo Costa Questa gara mi ha regalato sicuramente qualche capello bianco in più. L imperturbabile Ross Brawn si è fatto prendere dalle emozioni nel GP del Brasile. Il secondo posto nel campionato costruttori era qualcosa di molto importante per la Mercedes e per lui, fallire tale obiettivo sarebbe stato grave e forse un valido motivo per dargli il ben servito. E invece, pur non offrendo una prova brillante, con Nico Rosberg quinto e Lewis Hamilton nono dopo drivethrough, la Mercedes è riuscita a tenere a debita distanza la Ferrari. Dopo la Red Bull, prima degli altri c è la squadra diretta da Brawn che ha totalizzato il più alto numero di punti dal 2010 a oggi: 360. Nell anno dell ingresso della Casa tedesca, che aveva rilevato la Brawn campione del mondo nel 2009, i punti erano stati 214 equivalenti alla quarta posizione, ripetuta nel 2011 con 165 lunghezze. Peggio era andata lo scorso anno, quinti con 142 punti. Poi, il grande balzo in avanti. A San Paolo, Rosberg era stato bravissimo in qualifica, con pista bagnata, a conquistare il secondo tempo e garantirsi la prima fila. Allo start ha bruciato Sebastian Vettel, in pole, e ha condotto il 1 giro al comando, salvo poi essere infilato alla prima curva dal quattro volte iridato: Nel mio primo stint ho perso diverse posizioni perché le gomme posteriori medie non garantivano stabilità. Abbiamo quindi preferito procedere in maniera conservativa, pensando ai punti da prendere in campionato. Rosberg ha effettuato due soste montando due set di pneumatici duri e di fatto rinunciando a provare ad attaccare Jenson Button per il quarto posto. Hamilton invece, in qualifica era risultato piuttosto abulico e lontano da Rosberg. In gara si è rifatto: Ero risalito quarto e potevo attaccare Alonso per il podio quando si è verificato l incidente con Bottas, che proprio non ho visto. Sono stato penalizzato ed è un vero peccato perché si poteva concludere la stagione con un bel risultato. A sua discolpa è intervenuto Brawn: Forse la potevamo gestire meglio noi dai box quella situazione con Bottas. La frustrazione di Hamilton è evidente perché a una parte centrale del campionato assolutamente brillante, ne è seguita una finale fatta di alti e bassi. Basti pensare che l ultimo podio del britannico risale al terzo posto di Spa. Otto gare senza essere protagonista assoluto sono tante per uno come Hamilton, tanto più se si guardano gli ultimi risultati di Rosberg, secondo in India e terzo ad Abu Dhabi. Il trend positivo della Mercedes è ora tutto da rivedere con l arrivo dei nuovi motori turbo V6. Riuscirà a mantenersi sui livelli 2013? E un po la domanda che domenica sera tutti i team principal si saranno fatti. Cosa li aspetterà nel corso dell inverno e la prossima stagione? Ma la prima domanda che regna in Mercedes è per il momento soltanto una: Brawn rimarrà al timone della squadra? 27

28 FORMULA 1 GP BRASILE BLUFF FINALE La corsa che poteva essere decisiva per raggiungere e superare la Ferrari nella classifica costruttori si è rivelata disastrosa per la Lotus, con Grosjean subito KO per rottura del motore e Kovalainen fuori dai punti come ad Austin Massimo Costa Peggio di così non poteva andare. Abbandonati dal loro pilota di punta, Kimi Raikkonen, con relativo sputtanamento mondiale perché si è saputo che la Lotus non ha mai pagato nel corso del 2013 l ex campione del mondo. Travolti dalle polemiche per la scelta di Heikki Kovalainen che, secondo Eric Boullier e compagnia, avrebbe portato la necessaria esperienza per recuperare punti nella classifica costruttori. E invece, per un motivo o per l altro, il finlandese tra i primi dieci non ci è finito né in USA (dove però dopo una buova prova in qualifica ha sofferto problemi tecnici) né in Brasile, questa volta sotto rendimento. Con una sola E21 competitiva in pista dunque, c era Romain Grosjean. Se in USA è arrivato secondo, in Brasile dopo una qualifica senza gloria (solo sesto), è finita malissimo dopo appena 3 giri, in una nuvola di fumo che potrebbe essere la parodia del tanto fumo poco arrosto messo in scena in questo finale di stagione dalla squadra di Enstone. Il tentativo di prendere la Ferrari nel campionato costruttori è così miseramente fallito. Certo non era un obiettivo facile da raggiungere, ma i se e i ma, a conti fatti, abbondano. Se non avessero perso l ingegnere fuggito alla Ferrari, se non avessero messo Raikkonen nella condizione di firmare per la Ferrari e poi di anticipare l operazione alla schiena, se al posto di Kovalainen avessero fatto una scelta diversa (rischiando Davide Valsecchi oppure puntando su qualche altro nome con convinzione strappandolo alla concorrenza), forse la Lotus anche se non avesse conquistato il terzo posto in campionato avrebbe comunque mantenuto una maggiore credibilità. Sfuggita via in pochi mesi. Non ultima, anche la telenovela ormai fantozziana della finanziaria Quantum che doveva rilevare il 35 per cento delle azioni del team, tutti in Lotus erano certi che l operazione si sarebbe fatta, ma Grosjean ora avrà modo di riposarsi e di riflettere su quale futuro lo attende in una Lotus che pare in difficoltà mentre non si sa ancora chi sarà il secondo pilota perché dopo aver congelato le speranze di Nico Hulkenberg, Pastor Maldonado ha tirato il freno a mano temendo una debacle tecnica se non vi saranno garanzie finanziarie (oltre a quelle che porta lui con lo sponsor Pdvsa) che comportino un programma di sviluppo nel corso della stagione E tra coloro che stanno scattando verso Enstone come dei centometristi si è inserito Sergio Perez, in uscita dalla McLaren. 28

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30 FORMULA 1 GP BRASILE PRENDO L ASCE Nella sua ultima gara con la Toro Rosso Daniel Ricciardo ha recuperato un punto grazie al decimo posto finale. E ora guarda al futuro con serenità perché lo aspettano ai piani superiori Massimo Costa Qualche Gran Premio con HRT, due stagioni con Toro Rosso. Partito dal seminterrato, Daniel Ricciardo è ora pronto per prendere l ascensore che lo porta nella suite dell ultimo piano dell hotel cinque stelle chiamato F.1. Lo aspetta la Red Bull, un attesa elettrizzante per il giovane australiano che dovrà confrontarsi con Sebastian Vettel: Spero che per Natale mangi tanto tacchino così da presentarsi al via del mondiale 2014 più appesantito, ha scherzato dopo aver ottenuto il decimo posto a San Paolo. L ultimo punticino per sé e per la Toro Rosso di un annata che non si è rivelata particolarmente entusiasmante. Dopo una gran qualifica, che aveva visto protagonista sia Ricciardo sia il suo compagno Jean-Eric Vergne, entrambi in quarta fila, l esito della corsa lo si può definire sconfortante: Non siamo stati veloci fin dalla partenza ed ho continuamente lottato con le gomme fredde nell anteriore e il graining. Abbiamo cercato di ribilanciare la macchina, ma la velocità ne ha sofferto. Nonostante questi problemi, aver preso un punto è soddisfacente. Dalla mezzanotte di domenica sono pilota Red Bull, ma non dimenticherò i due anni in Toro Rosso e ringrazio tutti coloro che ho conosciuto nel team e nella sede di Faenza. E andato peggio a Vergne, soltanto quindicesimo alla bandiera a scacchi. Sono partito malissimo e la mia macchina è stata fin da subito difficile da guidare, il bilanciamento scelto non mi impediva di spingere a fondo. Era la prima volta nel weekend che ci trovavamo in condizioni di pista asciutta. Certo, anche gli altri, ma a noi non è andata particolarmente bene. Mi sono anche urtato con Maldonado, l avevo affiancato alla curva 1, ma lui non mi ha lasciato spazio e ci siamo toccati con lui che è finito in testacoda. La Toro Rosso chiude il 2013 all ottavo posto tra i costruttori con 33 punti. Su diciannove GP ha conquistato la top ten dieci volte, miglior risultato la sesta posizione di Vergne a Montreal. Dietro al team faentino, Williams, Marussia e Caterham. Già quest anno l obiettivo era quello di contrastare la Force India e la Sauber, ma non ci si è riusciti. Obiettivo rimandato al 2014 con Vergne e il debuttante Daniil Kvyat. 30

31 SORE 31

32 FORMULA 1 GP BRASILE SAUBER HULKENBERG TRA I GRANDI Dopo qualche battaglia iniziale sono rimasto solo per buona parte della corsa. Il problema è stato il sottosterzo e le gomme anteriori finivano in fretta il decimo posto nella classifica piloti è il mio miglior risultato, una bella sensazione NIKO HULKENBERG 32

33 E stata una bella gara e mi sono divertito nelle varie battaglie. Ho avuto solo un po di difficoltà con le hard nel primo stint, poi ho recuperato. Anche in termini di gestione del graining ho fatto tutto quello che potevo ESTEBAN GUTIERREZ 33

34 FORMULA 1 GP BRASILE FORCE INDIA FUORI DAI PUNTI... COL SORRISO Il problema principale è stato il consumo delle gomme e sono stato costretto a tre pit-stop, poi nel finale l acqua sollevata dalle altre auto mi ha impedito di avvicinarmi. Comunque, siamo riusciti a conquistare il sesto posto tra i costruttori che è un gran risultato per tutti ADRIAN SUTIL 34

35 Con la pioggerella che c è stata a tratti la corsa è stata difficile, ma anche divertente. Perdere sei posti al via per il patinamento è stato un problema, ma la performance è stata di buon livello, anche se non sono riuscito a battere Ricciardo per il decimo posto PAUL DI RESTA 35

36 FORMULA 1 GP BRASILE WILLIAMS PUNTI FUORI PORTATA Abbiamo lottato duramente con gli altri rivali, ma in realtà non c era il passo per poter entrare nella top-10. Poi, abbiamo perso tempo nei box e non c è stata la possibilità di recuperare. La Williams rimarrà nel mio cuore per sempre... PASTOR MALDONADO 36

37 All inizio con le gomme medie abbiamo faticato, ma con le hard sembrava potessimo recuperare. Poi c è stato il contatto con Hamilton. Ho provato a tenere la mia linea all esterno e ci siamo toccati. E un finale deludente, ma i punti non erano alla nostra portata VALTTERI BOTTAS 37

38 FORMULA 1 GP BRASILE MARUSSIA FELICITÀ A ZERO PUNTI Dopo una bella partenza, il graining con le medie mi ha costretto ad alzare il piede, ma sapevo che con le hard sarebbe andata meglio. Dopo il pit ho spinto più che potevo e ho chiuso ancora davanti alle Caterham. Il decimo posto tra i costruttori è meritato per tutto il team e non vedo l ora di affrontare la prossima sfida insieme a loro JULES BIANCHI 38

39 L unica possibilità di assettare al meglio la vettura dopo la pioggia delle prove è stata durante i giri di ricognizione ed è stato difficile trovare la scelta giusta. Dovevo solo restare in pista e sperare nella pioggia che non è arrivata e abbiamo dovuto fare un pit-stop in più per una vibrazione. Sono molto orgoglioso delle mie 19 gare completate su 19! MAX CHILTON 39

40 FORMULA 1 GP BRASILE CATERHAM NULLA È PERDUTO, SALVO L ONORE Non ho fatto una gran partenza, ma ho subito passato Bianchi e ridotto il gap dal mio compagno. Col secondo set ho segnato tempi che erano vicini a quelli dei piloti a centro gruppo, ma a quel punto tutto era legato all attesa della pioggia. Poi, al 58 giro, un problema ad una sospensione mi ha messo fuori gioco CHARLES PIC 40

41 Ho fatto un ottima partenza, recuperando subito su Bianchi e avvicinandomi a Kovalainen con la Lotus, ma l obiettivo era di distanziare le Marussia. Abbiamo sofferto con le gomme quando siamo restati fuori per aspettare la pioggia, e poi è arrivato il drive through. Ho fatto tutto quello che potevo GIEDO VAN DER GARDE 41

42 FORMULA 1 GP BRASILE L'ORDINE DI ARRIVO DOMENICA 24 NOVEMBRE Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) - 71 giri 1.32'36" Mark Webber (Red Bull RB9-Renault) - 10" Fernando Alonso (Ferrari F138) - 18" Jenson Button (McLaren MP4/28-Mercedes) - 37" Nico Rosberg (Mercedes W04) - 39" Sergio Perez (McLaren MP4/28-Mercedes) - 44" Felipe Massa (Ferrari F138) - 49" Nico Hulkenberg (Sauber C32-Ferrari) - 1'04" Lewis Hamilton (Mercedes W04) - 1'12" Daniel Ricciardo (Toro Rosso STR8-Ferrari) - 1 giro 11 - Paul Di Resta (Force India VJM06-Mercedes) - 1 giro 12 - Esteban Gutierrez (Sauber C32-Ferrari) - 1 giro 13 - Adrian Sutil (Force India VJM06-Mercedes) - 1 giro 14 - Heikki Kovalainen (Lotus E21-Renault) - 1 giro 15 - Jean-Eric Vergne (Toro Rosso STR8-Ferrari) - 1 giro 16 - Pastor Maldonado (Williams FW35-Renault) - 1 giro 17 - Jules Bianchi (Marussia MR02-Cosworth) - 2 giri 18 - Giedo Van der Garde (Caterham CT03-Renault) - 2 giri 19 - Max Chilton (Marussia MR02-Cosworth) - 2 giri Giro più veloce: Mark Webber 1'15"436 Ritirati 3 giro - Romain Grosjean 46 giro - Valtteri Bottas 59 giro - Charles Pic IL RIEPILOGO DELLA STAGIONE 2013 Australia 17/03/2013 Kimi Raikkonen (Lotus E21-Renault) 58 giri in 1.30'03"225 Malesia 24/03/2013 Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) 56 giri in 1.38'56"681 Cina 14/04/2013 Fernando Alonso (Ferrari F138) 56 giri in 1.36'26"945 Bahrain 21/04/2013 Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) 57 giri in 1.36'00"498 Spagna 12/05/2013 Fernando Alonso (Ferrari F138) 66 giri in 1.39'16"596 Monaco 26/05/2013 Nico Rosberg (Mercedes W04) 78 giri in 2.17'52"056 Canada 9/06/2013 Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) 70 giri in 1.32'09"143 Gran Bretagna 30/06/2013 Nico Rosberg (Mercedes W04) 52 giri in 1.32'59"456 Germania 7/07/2013 Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) 60 giri in 1.41'14"711 Ungheria 28/07/2013 Lewis Hamilton (Mercedes W04) 70 giri in 1.42'29"445 Belgio 25/08/2013 Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) 44 giri in Italia 8/09/2013 Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) 53 giri in Singapore 22/09/2013 Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) 61 giri in 1.59'13"132 Corea 6/10/2013 Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) 55 giri in 1.43'13"701 Giappone 13/10/2013 Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) 53 giri in 1.26'49"301 India 27/10/2013 Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) 60 giri in 1.31'12"187 Abu Dhabi 3/11/2013 Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) 55 giri in 1.38'06"106 USA 17/11/2013 Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) 56 giri in 1.39'17"148 Brasile 24/11/2013 Sebastian Vettel (Red Bull RB9-Renault) 71 giri in 1.32'36"300 42

43 CLASSIFICA PILOTI 1 Sebastian Vettel RBR-Renault Fernando Alonso Ferrari Mark Webber RBR-Renault Lewis Hamilton Mercedes Kimi Raikkonen Lotus-Renault Nico Rosberg Mercedes Romain Grosjean Lotus-Renault Felipe Massa Ferrari Jenson Button McLaren-Mercedes Nico Hulkenberg Sauber-Ferrari Sergio Perez McLaren-Mercedes Paul di Resta Force India-Mercedes Adrian Sutil Force India-Mercedes Daniel Ricciardo Toro Rosso-Ferrari Jean-Eric Vergne Toro Rosso-Ferrari Esteban Gutierrez Sauber-Ferrari 6 17 Valtteri Bottas Williams-Renault 4 18 Pastor Maldonado Williams-Renault 1 19 Jules Bianchi Marussia-Cosworth 0 20 Charles Pic Caterham-Renault 0 21 Heikki Kovalainen Lotus-Renault 0 22 Giedo van der Garde Caterham-Renault 0 23 Max Chilton Marussia-Cosworth 0 CLASSIFICA COSTRUTTORI 1 Red Bull Racing-Renault Mercedes Ferrari Lotus-Renault McLaren-Mercedes Force India-Mercedes 77 7 Sauber-Ferrari 57 8 Toro Rosso-Ferrari 33 9 Williams-Renault 5 10 Marussia-Cosworth 0 11 Caterham-Renault 0 43

44 RENAULT 3.5 TEST AD ALCANIZ MARCIELLO PNEUMATICO Il pilota italiano del Ferrari Driver Academy ha ottenuto il miglior tempo in cinque dei sei turni di prova disputati e con due team differenti, Strakka e Caterham. Suo anche il nuovo record del circuito 44 Filippo Zanier In testa il primo giorno, con sei decimi di vantaggio sul rivale più vicino, Sergey Sirotkin. Davanti a tutti il secondo giorno, questa volta con tanto di record della pista e rifilando oltre quattro decimi a Carlos Sainz. Infine, più rapido di tutti anche nella terza e ultima giornata, anche se questa volta con distacchi più risicati. Un dominio nei test simile a quello messo in scena da Raffaele Marciello la World Series Renault non se lo ricordava dal 2011 quando a stupire, anche allora da rookie, fu Robin Frijns. Guardando, però, le singole sessioni nemmeno l'olandese, che poi sarebbe andato a vincere il campionato, era riuscito a eguagliare l'italiano che è stato primo in ben 5 turni su 6, con l'enplein mancato solo a causa di una bandiera rossa che negli ultimi minuti del venerdì mattina è arrivata proprio quando Raffaele aveva staccato un primo intermedio record. Una prestazione imperiosa, francamente inattesa e che ha lasciato il paddock della World Series in uno stato di shock misto ad ammirazione. Ad impressionare non sono stati solo i tempi staccati da Marciello e i distacchi rifilati, ma anche la relativa facilità con cui li ha ottenuti, installandosi spesso in cima alla lista dei tempi fin dai primissimi "run" con gomme usate per poi non mollarla più, specialmente nei primi due giorni affrontati con il team Strakka Racing: "Quando sono salito sulla loro macchina - ha commentato lo stesso Marciello - ho capito subito che sarebbe andata bene. A me piace una guida molto aggressiva sull'anteriore, e la loro monoposto è davvero ben piantata davanti, permette di entrare in curva fortissimo".

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46 RENAULT 3.5 TEST AD ALCANIZ 46 Le cose non sono state così naturali invece, con la Arden Caterham, la cui vettura si adattava meno allo stile di guida di "Lello". Anche in questo caso, però, il campione della F.3 europea ha dimostrato di saper lavorare con la squadra per modificare il comportamento della monoposto, come a fine prove sottolineava un orgoglioso Francesco Pon, l'ingegnere che lo segue per Ferrari Driver Academy: "Sono davvero contento del lavoro effettuato da Raffaele, specialmente di quanto ha fatto l'ultimo giorno. Con Strakka è andato tutto bene fin dall'inizio, la macchina sembrava fatta per lui, invece con Arden Caterham ha dovuto sudarsela di più. Ha dovuto spiegare agli ingegneri quello che voleva, portarli a fare le modifiche necessarie, e ci è riuscito senza problemi. È stato molto bravo". Tanto bravo che, nonostante un problema all'acceleratore elettronico lo abbia costretto ad accostare a bordo pista e a perdere 40' proprio nel momento più importante dell'ultimo turno, quello in cui tutti scendevano in pista con gomme nuove, Marciello non ha perso la calma. Ha aspettato che i tecnici del team inglese e il personale Zytek risolvessero il problema e quando a poco meno di 20 minuti dalla fine è rientrato in pista ha iniziato a spingere come se niente fosse successo, I best-five dei test martedì 20 novembre - 1 giorno 1 Raffaele Marciello Strakka Sergey Sirotkin Fortec Esteban Ocon Lotus Charouz Oliver Rowland Fortec Matias Laine Strakka mercoledì 20 novembre - 2 giorno 1 Raffaele Marciello Strakka Carlos Sainz Dams Oliver Rowland Fortec Jazeman Jaafar ISR Nikolay Martsenko Zeta infilando giri veloci in sequenza e mettendosi Sainz alle spalle una volta di più. Proprio la costanza delle prestazioni, tra l'altro, è stata un'altra caratteristica che ha visto Marciello spiccare rispetto alla concorrenza. Il pilota FDA ha infatti sempre infilato sequenze di almeno 5-6 giri veloci, a differenza degli avversari che nella maggior parte dei casi mollavano dopo un paio di passaggi tirati: non un dettaglio da poco nel clima "polare" registrato ad Alcaniz, perché ogni giro supplementare portava più in temperatura gli pneumatici di Marciello, permettendogli di spingere ancora di più e di sfruttare la monoposto al limite. Ora, dopo prestazioni più che convincenti sia in GP2 sia in F.Renault 3.5, resta da sciogliere il nodo più difficile. Dove correrà Marciello il prossimo anno? Al momento sembra che chi segue il lato tecnico e sportivo di Ferrari Driver Academy ritenga la World Series un'opzione più valida dal punto di vista propedeutico, ma che la gare che accompagnano il Circus della F.1 facciano più gola al pool di sponsor che è stato messo insieme per portare avanti la carriera di Raffaele. La decisione verrà presa nelle prossime settimane, ma intanto c'è una certezza non da poco: Marciello è pronto, qualunque sia il percorso che verrà scelto per lui. giovedì 20 novembre - 2 giorno 1 Raffaele Marciello Arden Caterham Marlon Stockinger Lotus Charouz Oliver Rowland Fortec Carlos Sainz Dams Will Stevens Strakka

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48 RENAULT 3.5 TEST AD ALCANIZ OMBRE ROSSE Sulle prestazioni di Marciello non sono mancati dubbi che però si sono trovati privi di concreti riscontri. Vi spieghiamo perché 48

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50 RENAULT 3.5 TEST AD ALCANIZ Filippo Zanier Se la maggior parte del paddock della F.Renault 3.5 ha applaudito la prestazione di Raffaele Marciello, riconoscendo che il campione della F.3 europea si trova in questo momento in un vero e proprio stato di grazia, fra i suoi rivali non è mancato chi ha sollevato dubbi e sospetti sui risultati ottenuti dall'italiano ad Alcaniz. I larghi distacchi rifilati da Marciello alla concorrenza nel primo e nel secondo giorno, inusuali per un contesto iper-competitivo come la World Series Renault, sono infatti stati per alcuni l'ispirazione per immaginare scenari da film thriller. Si è andati dall idea che tecnici della Zytek nottetempo intervenissero sulle vetture guidate da Raffaele per regalargli qualche cavallo in più a vietatissime termocoperte nascoste nel camion del fornitore Michelin, utilizzate soltanto per scaldare le gomme dell'italiano. A monte di tutto, ovviamente, le Ombre Rosse, i lunghi tentacoli della Ferrari Driver Academy, talmente potente da poter influenzare i risultati sportivi di un campionato organizzato da un motorista concorrente, la Renault. Le prestazioni di Marciello, in pratica, hanno generato leggende metropolitane degne dei coccodrilli albini nelle fogne di New York, panzane che ci siamo divertiti a smontare intervistando tre personaggi tra i più accreditati del paddock: Bruce Jouanny, uno dei più giovani e stimati manager del motorsport (oltre che essere stato da pilota una vera promessa della Francia nei primi anni 2000), e i team manager delle squadre con cui Marciello ha lavorato nel fine settimana, Strakka Racing e Arden Caterham. 50

51 BRUCE JOUANNY MANAGER "NESSUNO HA GUIDATO COME LUI" Ex pilota con alle spalle arrivi a podio e pole position anche in World Series by Nissan, Bruce Jouanny è oggi uno dei più apprezzati driver coach nel mondo delle formule. Ad Alcaniz per seguire Jazeman Jaafar, suo pupillo da anni, il transalpino ha osservato con attenzione anche Marciello, e ha una spiegazione chiara per le prestazioni del pilota FDA: "È molto semplice, guida meglio di tutti, e di gran lunga. Sono andato a bordo pista in tutte le curve per vederlo guidare, e non una sola volta l'ho visto meno che perfetto. Ha una guida efficientissima, con movimenti ridotti al minimo, è perfetto sia nelle traiettorie che nei cambi di direzione". C'è un punto particolare della pista in cui Jouanny valuta i piloti: "Si tratta della chicane 8-9, perché lì non c'è aerodinamica o bilanciamento che tenga, è il pilota che fa la differenza. Lì Marciello era di un'altra categoria rispetto agli altri: entrava fortissimo, e per far girare la macchina nel cambio di direzione sfruttava il peso della monoposto, il trasferimento di carico, innescando un sovrasterzo che lo aiutava a chiudere la traiettoria. Insomma 'giocava' con la macchina, cosa che in questi tre giorni non ho visto fare a nessun altro". KENNY KIRWAN TEAM MANAGER ARDEN CATERHAM "SCALDA LE GOMME MEGLIO DI DA COSTA" Se nella tre giorni di Alcaniz qualcuno ha sollevato il dubbio che le gomme di Marciello venissero scaldate con le termocoperte, vietate dal regolamento come del resto accade anche in GP2, è perché nel corso dei test il pilota italiano è sempre stato in grado di spingere prima degli altri una volta uscito dalla pit-lane. Ce lo ha confermato anche Kenny Kirwan, team manager del team Arden, spiegando però che si tratta solo di abilità: "Ha stupito anche noi. A parità di condizioni di pista con gli altri, se a loro servivano sei giri per portare in temperatura le gomme, a Raffaele ne bastavano quattro. È sicuramente una capacità che ha sviluppato con una preparazione dedicata, e che va di pari passo con la sua capacità di scaldare i freni, anche quella ha fatto la differenza con le condizioni di freddo di Alcaniz. Sotto questi aspetti si è dimostrato più bravo anche di Antonio Felix Da Costa e in un weekend di gara può fare la differenza. Immaginate cosa può voler dire staccare prima di tutti un giro veloce se, ad esempio, una qualifica viene interrotta in anticipo per una bandiera rossa o per le condizioni meteo". DAN WALMSLEY, TEAM MANAGER STRAKKA "LA PREPARAZIONE FDA FA LA DIFFERENZA" Anche Dan Walmsley, team manager della Strakka Racing, squadra con cui Marciello ha affrontato i primi due giorni di test, è rimasto impressionato dalle prestazioni dell'italiano: "Abbiamo seguito la stagione di 'Lello' da lontano, quindi ci aspettavamo che fosse veloce. Quello che non ci aspettavamo, invece, è la preparazione che c'è dietro a quella velocità, il metodo di lavoro e la competenza tecnica che Raffaele ha sviluppato. Dimostra chiaramente che la FDA ha fatto un ottimo lavoro, e che lui si è fidato di loro e lo ha assimilato alla perfezione". 51

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