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1 REGIONE PIEMONTE BU29 23/07/2015 Deliberazione della Giunta Regionale 23 giugno 2015, n Standardizzazione e adeguamento al quadro normativo di riferimento (Direttiva 2000/60/CE - WFD) delle azioni per la tutela delle acque. Approvazione delle "Linee guida in merito alla omogeneizzazione delle modalita' di esecuzione dei controlli sugli scarichi industriali e derivanti dai sistemi di collettamento e depurazione delle acque reflue urbane". A relazione dell'assessore Valmaggia: Premesso che: - la Direttiva 2000/60/CE, definita anche WFD (Water Framework Directive), istituisce a livello europeo un quadro di riferimento normativo per una efficace gestione e tutela delle risorse idriche attraverso i piani di gestione a scala di distretto idrografico, finalizzati alla definizione delle attività di monitoraggio e delle misure necessarie per il raggiungimento dell obiettivo di qualità buono fissato a livello europeo; - il quadro normativo nazionale di riferimento è individuabile nelle seguenti norme: - decreto legislativo 3 aprile 2006 n Norme in materia ambientale; - decreto ministeriale 16 giugno 2008, n Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni) per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante: «Norme in materia ambientale», predisposto ai sensi dell articolo 75, comma 4, dello stesso decreto; - decreto legislativo 16 marzo 2009, n. 30. Attuazione della direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall inquinamento e dal deterioramento; - decreto ministeriale 17 luglio Individuazione delle informazioni territoriali e modalità per la raccolta, lo scambio e l utilizzazione dei dati necessari alla predisposizione dei rapporti conoscitivi sullo stato di attuazione degli obblighi comunitari e nazionali in materia di acque; - decreto ministeriale 8 novembre 2010, n Regolamento recante i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell'articolo 75, comma 3, del medesimo decreto legislativo; - decreto legislativo 10 dicembre 2010, n Attuazione della direttiva 2008/105/CE relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE, 86/280/CEE, nonché modifica della direttiva 2000/60/CE e recepimento della direttiva 2009/90/CE che stabilisce, conformemente alla direttiva 2000/60/CE, specifiche tecniche per l'analisi chimica e il monitoraggio dello stato delle acque; valutato che, in questo contesto gli aspetti legati alla disciplina degli scarichi urbani e industriali prevista dal D.Lgs 152/2006 e dalla normativa regionale e le relative attività di controllo rientrano a pieno titolo nel nuovo impianto normativo europeo;

2 tenuto conto che, il riesame di queste attività è inoltre indispensabile per renderle coerenti e integrate con le quelle che riguardano i monitoraggi dei corpi idrici già adeguate al nuovo quadro normativo ed operative dal 2009: infatti, ai sensi della Direttiva 2000/60/CE il monitoraggio ambientale è finalizzato alla valutazione dello stato in relazione alle pressioni esistenti sui corpi Idrici e a verificare l efficacia delle misure previste dal Piano di Gestione Distrettuale, messe in atto per garantire il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla normativa; rilevato che, in quest ottica risulta del tutto evidente come il Monitoraggio (art. 120) e il Programma di misure, delle quali il controllo degli scarichi (capo III, art. 128 e seguenti) è parte integrante, previsti dal Piano di Gestione Distrettuale rappresentano gli strumenti integrati attraverso i quali perseguire l obiettivo di tutela della risorsa prevista dal D.Lgs. 152/06 e s.m.i.; atteso che, sulla base di quanto prevede la legge regionale 13 aprile 1995, n. 60 Istituzione dell'agenzia regionale per la protezione ambientale, come modificata dalle successive leggi regionali: la Regione, la Città metropolitana di Torino e le Province, nel quadro di una politica di tutela ambientale coordinata fra i due Enti, intendono delineare una linea comune per orientare la programmazione delle attività da far svolgere all ARPA Piemonte, che tenga peraltro conto anche delle esigenze degli altri Enti interessati dall attività di ARPA (in particolare i Comuni) e del Sistema sanitario regionale per quanto riguarda le attività di prevenzione primaria; l attività di indirizzo e coordinamento nei confronti di ARPA implica la determinazione degli obiettivi istituzionali e la verifica dei risultati delle funzioni svolte dall Agenzia, nonché il loro coordinamento con le attività di matrice ambientale e sanitaria svolte dalla Regione e dagli Enti locali al fine di garantire a livello regionale lo svolgimento e lo sviluppo delle azioni di tutela ambientale e di prevenzione; dato atto che, l attività di indirizzo e coordinamento nei confronti di ARPA si attua attraverso: a. il Comitato Regionale di Indirizzo (C.R.I.), organo di natura politica presieduto dal Presidente della Giunta regionale, o suo delegato, e composto dall Assessore regionale all Ambiente, con funzione di Vicepresidente, dagli altri Assessori regionali competenti nelle materie ambientali e sanitarie, dal Sindaco della Città metropolitana, dai Presidenti delle Province e da tre rappresentanti dei Comuni designati dall ANCI o loro delegati; b. il Gruppo tecnico del Comitato regionale, costituito sin dal 2003 per espressa volontà del Comitato che ha demandato al medesimo gli approfondimenti necessari alla definizione unitaria degli obiettivi istituzionali prioritari da attribuire all Agenzia regionale per la protezione ambientale; c. i Comitati provinciali di coordinamento, istituiti, con decreto del Presidente della Giunta provinciale competente, presso ogni Provincia al fine di assicurare, nell'ambito degli obiettivi fissati dal Comitato regionale di indirizzo, l'integrazione ed il coordinamento delle attività dei Dipartimenti dell'arpa con i servizi delle rispettive amministrazioni provinciali e con i Dipartimenti di prevenzione delle ASL; rilevato che, nel corso della seduta del 20 dicembre 2013 del C.R.I., nell ottica di una azione coordinata delle azioni in capo agli Enti che operano in materia di tutela delle acque, è emersa sia la necessità che ARPA Piemonte avvii un riesame delle attività e dei relativi Servizi di categoria A e B previsti dal proprio Catalogo dei Servizi e riguardanti il supporto alle Province nelle

3 autorizzazioni (Servizio B) e nelle attività di controllo agli scarichi (Servizio A), in modo tale da renderli più coerenti alla normativa vigente, sia la necessità di organizzazione e gestione dei dati derivanti dai controlli agli scarichi; considerato, altresì che il C.R.I., nella seduta di cui sopra, ha manifestato i seguenti orientamenti: importante per il sistema istituzionale costituito da Regione/Province/ARPA pervenire a una metodologia, condivisa, che consenta di conseguire una omogeneizzazione sia delle modalità di esecuzione dei controlli sugli scarichi a livello dei singoli Dipartimenti provinciali, sia di rilascio di autorizzazioni da parte delle Province; nel rispetto dell autonomia gestionale e tecnico-professionale di ARPA e della rigorosa osservanza delle norme ambientali in vigore è comunque fondamentale che l attività di controllo non risponda esclusivamente all obbligo di ottemperare alle normative in materia di controllo degli scarichi, ma che produca dati utili anche alla pianificazione regionale e provinciale, quindi dati omogenei sul territorio e fruibili (ossia integrabili nei sistemi informativi provinciali e regionali); tenuto, anche, conto che fra le azioni e attività prioritarie fatte proprie dal C.R.I. nella seduta del 30 maggio 2013 risultano le seguenti: omogeneizzare ed uniformare le attività dell'agenzia sul territorio regionale; privilegiare il ruolo del controllo, ivi compreso il monitoraggio e l attività di laboratorio, quali elementi caratterizzanti della specificità dell Agenzia rispetto agli altri Enti regionali, nazionali e provinciali; ampliare, ai sensi dell'art. 3 comma 2 della l.r. n. 60/1995, il concetto del controllo superandone i meri aspetti sanzionatori e l'attribuzione riduttiva dell'esercizio delle funzioni di controllo al solo Servizio territoriale; promuovere iniziative volte a configurare, chiarire e caratterizzare il contributo degli Enti su temi di competenza anche dell'agenzia al fine di evitare ridondanze e sovrapposizioni; dato atto che, il C.R.I. ha, quindi: I. approvato uno specifico piano operativo, predisposto da ARPA e condiviso sotto il profilo tecnico nell ambito dei lavori del Gruppo tecnico del C.R.I., che, attraverso un riesame delle modalità di erogazione dei servizi di categoria A e B riguardanti il supporto alle Province nelle autorizzazioni e nel controllo agli scarichi, punti all obiettivo di standardizzare le procedure e le modalità operative delle varie strutture coinvolte; II. assegnato il mandato al Coordinatore del Gruppo Tecnico di attuare, nel corso del 2014, il piano operativo in questione, i cui aspetti principali da sviluppare riguardavano: - il contenuto del contributo tecnico redatto da Arpa a supporto delle Province per le autorizzazioni agli scarichi urbani e industriali; - i criteri per la redazione del piano di controllo degli scarichi urbani e industriali; - l organizzazione dei dati e il flusso informativo derivante dalle attività di controllo agli scarichi urbani e industriali, - il riesame di servizi di categoria B attualmente correlabili ad attività di controllo (controllo pressioni su corpi idrici e campagne di indagine su acque superficiali);

4 preso atto che, il Gruppo Tecnico, nel corso del 2014, ha posto in essere, in un tavolo che ha visto la significativa partecipazione delle Province oltre che dell allora Direzione Ambiente della Regione e dell ARPA, le attività finalizzate all attuazione delle previsioni del piano operativo ed è, quindi, pervenuto alla predisposizione di tre documenti distinti, recanti nel loro complesso le Linee guida relative alla omogeneizzazione delle modalità di esecuzione dei controlli sugli scarichi industriali e derivanti dai sistemi di collettamento e depurazione delle acque reflue urbane, come meglio specificato di seguito: I. Contributo tecnico scientifico di ARPA a supporto della procedura dell autorità competente per l autorizzazione degli scarichi urbani ed industriali in acque superficiali (il documento descrive l impostazione, il contenuto e la struttura del contributo tecnico scientifico predisposto dall ARPA a supporto della procedura dell autorità competente per l autorizzazione degli scarichi urbani ed industriali in acque superficiali, siano essi scarichi di acque reflue urbane, scarichi di acque reflue industriali o scarichi di acque reflue industriali da impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale (IPPC); l obiettivo, dello stesso, è quello di garantire omogeneità dell approccio e dei contenuti del contributo tecnico scientifico e renderlo coerente con il quadro normativo di riferimento costituito dalla Direttiva 2000/60/CE (WFD), dalla normativa nazionale conseguente, incluso il Piano di Gestione del Distretto del Po); II Definizione degli standard informativi dei dati ARPA relativi al controllo degli scarichi (lo scopo del lavoro è quello di definire gli standard informativi della Base dati di riferimento per i controlli agli scarichi urbani ed industriali finalizzata alla archiviazione dei dati ARPA inerenti; il sistema costituisce un elemento verticale di settore del Sistema informativo ARPA funzionale alla gestione dei flussi informativi in carico all Agenzia verso il sistema informativo regionale; III Contributo tecnico-scientifico per la redazione del piano di controllo degli scarichi urbani e industriali (il documento descrive il modello concettuale e il processo che porta alla definizione del piano di controllo degli scarichi urbani ed industriali. L obiettivo è quello di garantire per l attività di controllo degli scarichi urbani ed industriali omogeneità a livello regionale e coerenza con il quadro normativo di riferimento costituito dalla Direttiva Acque 2000/60/CE (WFD), dalla normativa nazionale conseguente e dalle misure di tutela del Piano di Gestione del Distretto del Po tra le quali si inseriscono anche le autorizzazioni agli scarichi e le relative prescrizioni); preso atto che, Il Piano di controllo degli scarichi urbani ed industriali definito ai sensi delle Linee guida in argomento è stato già applicato dall ARPA Piemonte, a titolo sperimentale, al fine di ottimizzare la definizione della programmazione dei controlli per l anno in corso; dato atto che le predette Linee Guida sono state sottoposte, a cura del Coordinatore del Gruppo Tecnico, all approvazione del C.R.I. nel corso della seduta del 18 dicembre 2014, e il C.R.I. ha assunto a tale riguardo una specifica determinazione con la quale prendeva atto delle Linee Guida messe a punto all interno del Gruppo Tecnico e demandava alla Regione l adozione di uno specifico atto di indirizzo sull argomento; ritenuto che, in base al principio di economia dell azione amministrativa, sul presente atto possa prescindersi dal parere della Conferenza regionale dell ambiente di cui all articolo 13 della legge regionale 24 maggio 2012, n. 7 (Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani) in considerazione del fatto che le linee guida allegate al medesimo sono state esaminate dal Comitato regionale di indirizzo più volte richiamato, i cui componenti

5 coincidono con i membri della Conferenza, e proprio su richiesta dello stesso Comitato fatte oggetto del presente atto di indirizzo; visto l art. 16 della legge regionale 28 luglio 2008 n. 23; tutto ciò premesso, la Giunta Regionale, con voto unanime espresso nelle forme di legge delibera - di approvare le Linee guida relative alla omogeneizzazione delle modalità di esecuzione dei controlli sugli scarichi industriali e derivanti dai sistemi di collettamento e depurazione, come meglio specificato di seguito: I Contributo tecnico scientifico di ARPA a supporto della procedura dell autorità competente per l autorizzazione degli scarichi urbani ed industriali in acque superficiali ; II Definizione degli standard informativi dei dati ARPA relativi al controllo degli scarichi ; III Contributo tecnico-scientifico per la redazione del piano di controllo degli scarichi urbani e industriali ; allegate alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale della medesima; - di dare atto che le predette Linee Guida costituiscono atto d indirizzo, oltre che nei confronti dell ARPA, anche nei confronti della Città metropolitana di Torino e delle Province e che, quindi, le stesse saranno messe a disposizione delle Province medesime per l approvazione e l impiego nelle istruttorie tecniche finalizzate al rilascio delle autorizzazioni agli scarichi urbani e industriali; - di dare atto che il presente provvedimento non comporta oneri a carico del bilancio regionale. La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell art. 61 dello Statuto e dell art. 5 della L.R. n. 22/2010, nonché ai sensi degli articoli 12 e 40 del D.lgs. n. 33/2013 nel sito istituzionale dell Ente, nella sezione Amministrazione Trasparente. (omissis) Allegato

6 ALLEGATO LINEE GUIDA IN MERITO ALLA OMOGENEIZZAZIONE DELLE MODALITÀ DI ESECUZIONE DEI CONTROLLI SUGLI SCARICHI INDUSTRIALI E DERIVANTI DAI SISTEMI DI COLLETTAMENTO E DEPURAZIONE: I. Contributo tecnico scientifico di ARPA a supporto della procedura dell autorità competente per l autorizzazione degli scarichi urbani ed industriali in acque superficiali II. Definizione degli standard informativi dei dati ARPA relativi al controllo degli scarichi III. Contributo tecnico-scientifico per la redazione del piano di controllo degli scarichi urbani e industriali

7 Contributo tecnico scientifico di Arpa Piemonte a supporto della procedura dell autorità competente per l autorizzazione degli scarichi urbani ed industriali in acque superficiali

8 Arpa Piemonte Dicembre 2014

9 Contributo tecnico scientifico di ARPA a supporto della procedura dell autorità competente per l autorizzazione degli scarichi urbani ed industriali in acque superficiali 1. Scopo ed Obiettivi Il presente documento descrive l impostazione, il contenuto e la struttura del contributo tecnico scientifico predisposto dall ARPA a supporto della procedura dell autorità competente per l autorizzazione degli scarichi urbani ed industriali in acque superficiali. L obiettivo è quello di garantire omogeneità dell approccio e dei contenuti del contributo tecnico scientifico e renderlo coerente con il quadro normativo di riferimento costituito dalla Direttiva 2000/60/CE (WFD), dalla normativa nazionale conseguente, incluso il Piano di Gestione del Distretto del Po. 2. Campo di applicazione Il contributo tecnico-scientifico si applica nella redazione del contributo tecnico scientifico predisposto dall ARPA a supporto della procedura dell autorità competente per l autorizzazione degli scarichi urbani e da insediamenti produttivi in acque superficiali incluse quelle ricomprese nelle AIA. 3. Inquadramento Normativo Il quadro normativo al quale fare riferimento è rappresentato dalla Direttiva 2000/60/CE (WFD) e dalla conseguente normativa nazionale di riferimento quale il D.Lgs. 152/2006 e i relativi decreti attuativi. La WFD introduce elementi tecnici di sostanziale discontinuità rispetto alla normativa precedente di tutela delle acque dei quali è necessario tener conto nell ambito delle procedure autorizzative. Tali elementi sono: l unità gestionale è rappresentata dal Corpo Idrico, tratto fluviale omogeneo individuato sulla base di una serie di fattori, che è identificato attraverso una specifica codifica gli obiettivi di qualità ambientale dei CI sono previsti a livello europeo: BUONO stato ecologico e BUONO stato chimico il Piano di Gestione Distrettuale (PdG) è lo strumento di pianificazione attuativo delle disposizioni comunitarie a livello locale, volte a perseguire il raggiungimento degli obiettivi di qualità attraverso misure di tutela e salvaguardia. Il PdG è redatto e aggiornato ogni 6 anni per ogni CI è previsto l obiettivo ambientale da raggiungere al 2015 o le ragioni per eventuali proroghe al 2021 e le misure adottare per conseguire tali obiettivi tutti i corsi d acqua con bacino >10km 2 sono oggetto di tutela per la WFD e sono sottoposti a tipizzazione e alla definizione dei relativi CI ogni CI è sottoposto all analisi delle pressioni attraverso la quale sono individuate le pressioni significative che possono pregiudicare il raggiungimento/mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale previsti dalla normativa comunitaria il raggiungimento del Buono Stato Chimico è determinato dalla presenza di contaminanti delle tabelle 1/A e 1/B del D.Lgs 152/06 e s.m.i. in concentrazione tali da garantire gli Standard di Qualità Ambientale previsti se un CI ricade in un area protetta (accezione WFD, Allegato IV) o comprende un sito di riferimento, devono essere perseguiti gli obiettivi ambientali che garantiscono la tutela specifica

10 il monitoraggio ambientale è finalizzato a validare l analisi delle pressioni e quindi a misurare lo stato di qualità del CI, l efficacia delle misure adottate, e a verificare il raggiungimento degli obiettivi. Alla base della politica di tutela delle acque introdotta dalla WFD c è quindi l individuazione precisa dell oggetto da tutelare (CI), la sua caratterizzazione attraverso l analisi delle pressioni significative e dei potenziali impatti sull ecosistema fluviale, la misura dello stato di qualità, la verifica dell efficacia delle misure e del raggiungimento degli obiettivi. La disciplina degli scarichi, attraverso il procedimento autorizzativo, si inserisce nel contesto descritto in quanto è una delle misure previste dalla WFD per garantire il raggiungimento degli obiettivi ambientali. 4. Modalità operative Considerando che il contributo tecnico oggetto del presente documento si inquadra in un nuovo contesto normativo, la procedura viene adottata anche per i rinnovi delle autorizzazioni. Il contributo tecnico ARPA prende in considerazione tre aspetti: A. Valutazione della pressione dello scarico, impatto sul Corpo Idrico (CI) recettore in relazione allo stato e agli obiettivi di qualità B. Valutazione dell impianto di trattamento e del ciclo produttivo se pertinente C. Valutazione piani di monitoraggio e controllo (solo per le AIA) Il primo punto costituisce l elemento innovativo e imprescindibile, richiede un approccio strutturato e coerente con il quadro normativo introdotto dalla WFD in particolare con l analisi delle pressioni e degli impatti (art. 5) e per questo motivo, è trattato in modo più approfondito. La valutazione della pressione sul CI dello scarico oggetto dell autorizzazione e del suo contributo rispetto alla pressione complessiva di tutti gli scarichi presenti nel bacino sotteso al CI, viene mutuata dalla metodologia predisposta dall Autorità di Bacino del Po (AdB Po) per l aggiornamento dell analisi delle pressioni per la predisposizione del secondo Piano di Gestione Distrettuale. Dati e origine 4.1 Dati necessari per la valutazione I dati minimi necessari per la valutazione possono essere presenti nella documentazione trasmessa o nella disponibilità di ARPA. È possibile inoltre che alcuni dati siano presenti nella documentazione che nella disponibilità di ARPA; in caso di discordanza dei dati dichiarati con quelli ufficiali a disposizione dell Agenzia, potrà essere effettuata una verifica, anche con una richiesta di chiarimenti al proponente, per verificare se si tratti di informazioni più aggiornate e di dettaglio e quale ne sia la fonte, al fine di rendere più efficace la valutazione. I principali dati di base da considerare per gli scarichi esistenti sono quelli utilizzati nell analisi delle pressioni e riguardano il CI recettore, gli abitanti equivalenti, i volumi scaricati, l origine dello scarico, ecc. Tipo di dato Urbani/Industriali Provincia ARPA /Db ufficiali Regione Codice scarico U/I x (solo per i rinnovi) x (solo per i rinnovi) Coordinate scarico (WGS84) U/I x x

11 Nome del recettore (corso d acqua o lago, naturale o artificiale) U/I x x Corpo Idrico Recettore da PdG U/I x Tipologia di scarico (industriale/urbano; se urbano se sono trattati reflui industriali normali o anche IPPC e/o rifiuti) U/I x x IPPC (sì/no) U/I x x Categoria produttiva e descrizione ciclo produttivo (in presenza di scarico da processo produttivo) Origine dello scarico (processo produttivo, raffreddamento, assimilati ai domestici) Tipo scarico (Continuo/discontinuo/Periodico) Volume totale annuo scaricato (per gli industriali acquisire volumi per origine: processo, raffreddamento, assimilati ai domestici) Potenzialità impianto (n abitanti equivalenti serviti e abitanti trattati) Tipologia e descrizione con schema a blocchi del trattamento I x x I x x I x x U/I x x U/I x x U/I x x Numero e dimensionamento scaricatori di piena U x x Presenza di sostanze pericolose, tab. 1/A e tab 1/B (D.Lgs 152/06 e s.m.i.), nello scarico 1 (carico totale scaricato misurato o stimato) Presenza di sostanze non incluse nelle tab. 1/A e tab 1/B (D.Lgs 152/06 e s.m.i.) nello scarico (carico totale scaricato misurato o stimato) U/I x x U/I x x Planimetria impianto di trattamento con schema di flusso, ubicazione pozzetto prelievo campioni e punto/i di scarico nel corpo idrico recettore U/I x Analisi pressioni Scarichi/CI da PdG U/I x Obiettivi di qualità CI da PdG U/I x Stato CI U/I x Presenza di aree protette (accezione WFD incluse prese idropotabili) e siti di riferimento U/I x 1 La presenza di sostanze pericolose nello scarico si riferisce esclusivamente alla dichiarazione del proponente. In allegato si propone uno dei possibili criteri per la definizione di soglie di concentrazione tipiche nello scarico sulla base della classe di significatività della pressione per gli scarichi.

12 Indicatori di pressione Gli indicatori di pressione da utilizzare nella valutazione sono quelli previsti dalle linee guida europee, dal Reporting WISE e adottati per l analisi delle pressioni a livello distrettuale; nel caso degli scarichi in acque superficiali sono: 1.1 Puntuale Scarichi di acque reflue urbane depurate 1.3 Puntuale Scarichi acque reflue industriali IPPC (inclusi in E-PRTR o altro) 1.4 Puntuale Scarichi acque reflue industriali NON IPPC La valutazione complessiva delle pressioni determinate da tutti gli scarichi presenti sul corpo idrico (urbani e produttivi), per le finalità di cui alla presente linea guida, deve essere effettuata separatamente poiché l analisi delle pressioni prevede soglie di significatività (classi 4 e 5) differenti per ciascuna tipologia di scarico ( per gli scarichi urbani, 5-50 per i produttivi). Questi indicatori possono essere integrati nei casi pertinenti, con l indicatore di sintesi relativo ai prelievi: 3 Tutti i prelievi (raggruppa tutti gli indicatori relativi ai prelievi da 3.1 a 3.6) Nell attuale analisi delle pressioni non è stato valorizzato l indicatore 1.2 Puntuale Sfioratori di piena per carenza dei dati necessari a valutarne la significatività; l utilizzo di tale indicatore nelle valutazioni potrà essere rivalutato quando disponibile. Nell allegato 1, per ogni indicatore è descritta la modalità di calcolo, le soglie di classe e la significatività della pressione. Per gli scarichi autorizzati presenti nel sistema informativo regionale, con il riesame delle pressioni, sono disponibili i dati relativi al valore, alla classe e alla significatività dell indicatore di pressione, per singolo scarico e a livello di CI (per tutti i CI); per gli sfioratori solo a livello di CI. Questi indicatori sono integrati con altri specifici legati alla emissione di sostanze pericolose e necessari per il relativo inventario: Inv.1 Presenza di sostanze pericolose (Tab. 1/A e tab 1/B D.Lgs 152/06 e s.m.i.) nello scarico Inv.2 Carico totale annuo (misurato o stimato) scaricato di sostanze pericolose (Tab. 1/A e Tab. 1/B) Inv.3 Presenza di altre sostanze nello scarico non ricomprese in Tab. 1/A e Tab. 1/B) Inv.4 Carico totale annuo scaricato di altre sostanze (misurato o stimato) Gli indicatori di pressione a livello di CI sono disponibili nel Db_QdA (Sistema informativo Qualità delle Acque ARPA) e sul Geoportale ARPA. Indicatori di Stato CI Gli indicatori sono quelli previsti dalla WFD e dal D.Lgs 152/06 e s.m.i.. Stato Ecologico Stato Chimico Può anche essere utilizzata la conformità agli SQA (che contribuisce allo Stato Ecologico) per le sostanze di Tab. 1/B nel caso di presenza nello scarico, il LIMeco per i nutrienti. Sono anche disponibili, in situazioni nelle quali si ha uno Stato Buono, indicatori di impatto relativi ad esempio al carico organico, ai nutrienti, alla presenza di sostanze Tab. 1/A e 1/B

13 che non superano gli SQA, ecc. I dati delle elaborazioni sono riportati nelle relazioni triennali sul monitoraggio WFD e derivabili dal Db_QdA. Gli indicatori di Stato e i dati necessari al calcolo degli indicatori di impatto sono disponibili nel Db_QdA (Sistema informativo Qualità delle Acque ARPA) e sul Geoportale ARPA. Obiettivi di Qualità PdG Po I dati sono riferiti alla data di raggiungimento dello stato Buono del CI (2015/2017/2021) e sono disponibili in rete sul sito dell Autorità di Bacino del Po ( Valutazione della pressione dello scarico, impatto sul Corpo Idrico (CI) recettore in relazione allo stato e agli obiettivi di qualità (Parte A) Occorre procedere ad una valutazione preliminare relativa all adeguatezza della scelta del recettore, in particolar modo si dovrebbe verificare la portata naturale del corso d acqua: se questa risultasse nulla per più di 120 giorni all anno 3 si configurerebbe uno scarico su suolo per il quale valgono considerazioni diverse da quelle di seguito riportate per gli scarichi in acque superficiali. Allo stato attuale non sono disponibili elementi univoci utilizzabili a scala regionale adeguatamente supportati da elementi tecnico-scientifici adeguati, si valutano come acque superficiali tutti gli oggetti geografici del reticolo idrografico regionale (DbPrior_10K), compreso il reticolo minore non qualificato come CI Valutazione della pressione La valutazione prevede modalità diversificate a seconda che si tratti di primo rilascio di autorizzazione o di rinnovo. In primo luogo, nel caso di uno scarico esistente, è necessario individuare lo Scarico e il relativo CI interessato (Db_QdA e Geoportale) ed acquisire gli indicatori di pressione (singolo scarico e CI), di stato (Ecologico e Chimico), altri dati utili (es. indicatori di impatto) e l obiettivo di qualità assegnato dal PdG. Nel caso di un nuovo scarico è necessario associarlo al CI recettore considerandolo diretto se recapita direttamente nel CI o nel reticolo idrografico minore compreso in un buffer (500 m) associato al CI; lo scarico è da considerare invece indiretto se recapita in acque superficiali non tipizzate appartenenti al reticolo idrografico minore del bacino afferente al CI. Andranno quindi acquisiti per il CI recettore, diretto o indiretto, gli indicatori di pressione, stato, gli obiettivi di qualità del PdG ed altri dati utili per la valutazione della pressione. Questa differenziazione incide sulle modalità di calcolo degli indicatori. Fase 1 Attribuzione classe e significatività agli indicatori Nel caso di nuove autorizzazioni si è in presenza di una pressione aggiuntiva puntuale sul CI che deve essere quantificata e valutata con il calcolo degli indicatori 1.1, 1.3 e 1.4 (sinteticamente 1.X), in base alla tipologia di scarico; il calcolo riguarda sia il singolo scarico (classe e significatività) che la valutazione del contributo a livello di CI (variazione di classe o significatività). 2 Il PdG Po ha durata di sei anni, il primo piano si conclude nel 2014 ( ). Ad ogni piano vengono aggiornati gli obiettivi sulla base dei risultati dei monitoraggi del sessennio precedente. 3 D.Lgs. 152/06 e smi, Parte III, Art 124

14 Devono inoltre essere popolati gli indicatori Inv.1-4 sia per gli scarichi urbani che per quelli industriali. Dai dati della documentazione fornita devono quindi essere calcolati gli indicatori previsti seguendo le modalità indicate nell allegato e attribuita la relativa classe e significatività. Per quanto riguarda i rinnovi, trattandosi di autorizzazioni pregresse, per le quali non è stata seguita la metodologia descritta per la valutazione, occorre ugualmente procedere a questa fase di valutazione. Nel dettaglio, in caso il rinnovo sia senza variazioni sostanziali la valutazione viene effettuata utilizzando i dati disponibili nel Db_QdA - Analisi delle pressioni (sia per il singolo scarico che a livello di CI), verificando che lo scarico sia stato considerato nell analisi perché presente nei DB regionali, mentre nel caso si sia in presenza di variazioni sostanziali, si procede al ricalcolo degli indicatori 1.X come per le nuove autorizzazioni. Gli indicatori Inv.1-4 devono invece essere popolati anche per i rinnovi. Deve poi essere preso in considerazione quale fattore che può aggravare l impatto introdotto dallo scarico, l indicatore puntuale relativo ai prelievi (3), sia che si tratti di prelievi per uso industriale effettuati dallo stesso richiedente l autorizzazione allo scarico, sia che si tratti di consistenti prelievi per altri usi che possono ridurre la disponibilità di acqua ed aumentare quindi l incidenza dello scarico (particolare attenzione deve essere posta nel caso in cui lo scarico si trovi anche all interno del tratto sotteso da una derivazione). Fase 2 Valutazione pressione complessiva in relazione allo Stato e all obiettivo di qualità Nella valutazione complessiva degli indicatori di pressione (1.1, 1.3, 1.4) si possono verificare molte casistiche che evidenziano una modulazione delle pressioni e quindi degli impatti attesi; i punti seguenti sintetizzano 4 situazioni con problematicità crescenti. 1. Indicatori classi Non Significative (scarico e CI); Nessuna sostanza (Inv.1 e inv.3) 2. Indicatori classi Non Significative (scarico e CI); Presenza sostanza/e (Inv.1 e/o inv.3) 3. Indicatori classi Significative (scarico e/o CI); Nessuna sostanza (Inv.1 e inv.3) 4. Indicatori classi Significative (scarico e/o CI); Presenza sostanza/e (Inv.1 e/o inv.3) Nel caso 1 si è nella condizione di uno scarico che non genera impatti significativi sul CI recettore. Nel caso 2 è evidenziata una immissione di sostanze (Inv.1 e/o inv.3) ma in una situazione in cui, sulla base della classe degli indicatori 1.1 o 1.3 o 1.4 in relazione al tipo di scarico, dei valori di Inv.2 e Inv.4 e dello stato del CI (superamento SQA o presenza delle sostanze), si valuta se l impatto atteso risulta significativo. Nei casi 3 e 4 con classi significative degli indicatori relativi al CI ma non allo scarico, l impatto atteso cumulativo a livello di CI è significativo e, nel caso di uno stato (Ecologico e/o Chimico) inferiore al buono, anche conclamato. Nel caso di un nuovo scarico (o un rinnovo con variazioni sostanziali) è necessaria una valutazione dell incidenza del nuovo scarico in esame rispetto alla pressione complessiva a livello di CI e dell eventuale variazione di classe e significatività della pressione a livello di CI. Nel caso di un contributo importante (ad esempio superiore al 30% per gli indicatori 1.X e/o evidenza di immissione di sostanze sulla base di Inv.1 e/o inv.3) o di una variazione di classe e di significatività della pressione a livello di CI, si rendono necessarie misure specifiche. Nei casi 3 e 4 con classi significative degli indicatori relativi allo scarico, l impatto atteso è significativo e, nel caso di uno stato (Ecologico e/o Chimico) inferiore al buono, anche

15 conclamato. In questa situazione si evidenzia la necessità di adozione di misure specifiche. Fase 3 Valutazione di sintesi Dalle attività di fase 1 e 2 (valutazione delle pressioni) si ottiene il quadro complessivo dell impatto potenziale dello scarico oggetto dell autorizzazione sul CI recettore che può essere sintetizzato in tre categorie, alle quali conseguono proposte di azioni o prescrizioni da prevedere nell autorizzazione. A. Scarico con impatto trascurabile B. Scarico con impatto presente ma che non peggiora lo Stato attuale e consente il conseguimento dello Stato Buono nei tempi previsti dal PdG C. Scarico con impatto significativo che può pregiudicare lo Stato Buono del CI, peggiorare lo Stato attuale e non consentire o ritardare il conseguimento dello Stato Buono previsto dal PdG Caso A: non sono necessarie azioni o prescrizioni specifiche. Caso B: è opportuno prevedere azioni o prescrizioni che possano garantire la massima efficienza dell impianto e un piano di controllo che consenta di intercettare eventuali anomalie anche tenendo conto (per gli scarichi in rinnovo) degli esiti dei controlli pregressi. Caso C: sono da prevedere due situazioni in relazione al tipo di autorizzazione. Se si è in presenza di un nuovo scarico (o un rinnovo con variazioni sostanziali) la procedura di autorizzazione deve sottostare a quanto indicato dagli Art. 4.5 e/o 4.7 della WFD (vedere schema allegato); nel caso di un rinnovo normale è necessario garantire coerenza con le misure previste dal PdG per il CI e comunque prevedere tutte le prescrizioni e i controlli finalizzati a limitare il deterioramento dello stato del CI. La valutazione andrà poi completata, eventualmente con proposte di prescrizioni specifiche, se la pressione sul CI recettore determinata dai prelievi (indicatore totale di categoria 3) risulta potenzialmente significativa, in particolare in relazione a quei periodi nei quali i prelievi possono influire in maniera non trascurabile sulla portata del CI, modificando di conseguenza l impatto dello scarico. Occorrerà da ultimo prendere in considerazione la possibile interferenza dello scarico con gli obiettivi ambientali specifici previsti per le aree protette presenti sul corpo idrico e la presenza eventuale di siti di riferimento. Ad esempio nel caso di aree sensibili, aree vulnerabili da nitrati, aree destinate all estrazione di acque per il consumo umano, aree destinate alla balneazione, dovrebbero essere definite prescrizioni specifiche (es. emissione di nutrienti, Sostanze ricomprese nella tabella 2/B del D.Lgs. 152/06, Escherichia coli). 4.3 Analisi impianto di trattamento (Parte B) L impianto di trattamento e il ciclo produttivo vengono sottoposti ad esame con due differenti finalità: -valutazione dell adeguatezza del trattamento proposto; -valutazione dell adeguatezza del trattamento in relazione allo stato di qualità del recettore. In modo particolare l esame è calibrato sulla base dell impatto potenziale dello scarico con maggiore grado di approfondimento quando l impatto è presente (fase 3 - categoria B) e significativo (fase 3 - categoria C) o quando, pur non essendo significativo l impatto, lo

16 stato del CI è non buono e richiede di prevedere azioni o prescrizioni che possano garantire la massima efficienza dell impianto e limitare il deterioramento dello stato del CI. L approccio non presenta diversificazioni significative a seconda che si tratti di un primo rilascio di autorizzazione o di un rinnovo anche se, in questo secondo caso, sarà prevalente la valutazione dell impianto in relazione allo stato di qualità del recettore piuttosto che non l adeguatezza del trattamento. La valutazione sull adeguatezza del trattamento proposto verrà condotta seguendo i criteri specifici previsti dalla normativa vigente per gli impianti di trattamento di reflui urbani (allegato B al Regolamento 17/R 2008) e per le aziende soggette a normativa AIA (applicazione delle migliori tecniche disponibili in relazione a ciascun ciclo produttivo). Analisi di base Su tutti i tipi di impianto, indipendentemente dall impatto dello scarico stesso e dalla classe degli indicatori relativi al CI, verrà valutata: Adeguatezza della tipologia di trattamento in relazione ai diversi tipi di reflui prodotti (industriali, urbani, civili) ed idoneità dell impianto rispetto alla tipologia qualiquantitativa del refluo in ingresso; Presenza e idoneità di pozzetti di campionamento in entrata ed in uscita dell impianto; Dimensionamento dell impianto rispetto al volume di refluo trattato nel ciclo produttivo e/o agli abitanti equivalenti serviti (residenti, fluttuanti); Localizzazione dell impianto di trattamento rispetto alle zone di rispetto delle acque destinate al consumo umano e presenza di eventuali misure di mitigazione come disciplinato dall art. 6 del Regolamento Regionale 11/12/2006, n. 15/R. Per questo tipo di valutazioni sono di supporto gli esiti dei controlli ARPA in caso di rinnovi, la normativa tecnica per le autorizzazioni AIA e gli impianti di trattamento di reflui urbani. Analisi di dettaglio Nel caso in cui lo scarico considerato eserciti sul CI una pressione significativa o una pressione non significativa con evidenza di uno stato inferiore al buono del CI causato da elementi di qualità riconducibili all impatto prodotto dallo scarico, saranno necessari alcuni approfondimenti. In modo particolare è opportuna una valutazione più specifica delle scelte impiantistiche e gestionali per gli aspetti relativi ai nutrienti, al carico organico e all emissione di sostanze pericolose. Le valutazioni impiantistiche devono essere finalizzate a fornire elementi utili per garantire la massima efficienza dell impianto in termini di abbattimento degli inquinanti ed eventualmente proporre accorgimenti che permettano la minimizzazione dell impatto stesso. A fianco degli interventi volti ad assicurare la massima efficienza dell impianto, devono essere valutate le scelte gestionali in modo che, ad esempio, il ricorso a sistemi di by-pass avvenga esclusivamente in fase di emergenza per ridurre il più possibile l apporto di sostanze che potrebbero causare un peggioramento dello stato del CI. 4.4 Piani di monitoraggio e controllo dello scarico (Parte C) Il piano di monitoraggio controllo nell ambito della normativa IPPC e più in generale l attività di controllo dell Autorità competente, ha lo scopo di monitorare le caratteristiche qualitative e quantitative dello scarico, valutare la conformità ai valori limite, definire il

17 flusso informativo della qualità dello scarico, formulare proposte di prescrizioni volte a contenere l impatto dello scarico sul recettore. Queste attività sono particolarmente importanti nei casi in cui la pressione dello scarico o a livello di CI risulta significativa (dall analisi delle pressioni) o, nel caso di nuovi scarichi, dalle attività di valutazione della pressione; si ottiene un così un quadro più completo sul impatto effettivo dello scarico. Nel caso di rinnovo dell autorizzazione il piano di controllo dovrà tenere conto degli esiti dei controlli pregressi. Per gli impianti soggetti alla normativa IPPC il piano, ai sensi dell art. dell art. 29 sexies, comma 6 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., dovrà esplicitare i controlli di parte pubblica a cui sarà soggetto lo scarico durante la vigenza del provvedimento autorizzativo. Contenuti del piano di monitoraggio e controllo dello scarico I punti fondamentali che dovranno essere presi in considerazione per la valutazione/predisposizione del piano di monitoraggio/controllo sono riportati di seguito. La scelta dei parametri da considerare dipende dai processi produttivi, dalle materie prime e dai prodotti chimici usati nell impianto. In particolare, al fine della valutazione della qualità dello scarico, dovranno essere presi in considerazione prioritariamente i parametri specifici dello scarico, le sostanze pericolose e i contaminanti specifici delle tab. 1/A e 1/B D.Lgs. 152/06 e s.m.i. inclusi quelli oggetto di comunicazione per l aggiornamento dell inventario delle emissioni se presenti nello scarico, e i parametri che pregiudicano la qualità del CI recettore. La frequenza di monitoraggio deve essere stabilita in relazione al tipo di processo, alla tipologia di emissioni e allo stato del corpo idrico recettore. Nel piano di monitoraggio dovranno essere ricompresi i seguenti requisiti: Ubicazione dei punti di campionamento e misura Frequenza per campionamenti e misure Modalità di campionamento Metodi di misura utilizzati Valutazione di conformità Modalità di comunicazione Garanzia di qualità Il piano di monitoraggio è a carico del titolare dell autorizzazione allo scarico. La predisposizione del piano dei controlli di parte pubblica è prevista solo per gli impianti soggetti alla normativa IPPC dall art. 29 sexies, comma 6 del D.Lgs. 152/06 s.m.i. Nell ambito della valutazione del piano di monitoraggio e controllo possono essere formulate proposte di prescrizioni volte a contenere l impatto dello scarico sul corpo idrico e possono essere di natura gestionale (es. registro impianto, monitoraggio di parametri operativi, monitoraggi dei periodi di malfunzionamento, ecc.), impiantistica (implementazione sezioni impianto depurazione, ecc.) o relative ai sistemi di monitoraggio (es. presenza di un sistema di monitoraggio in continuo dello scarico). È da prevedere inoltre nelle proposte di prescrizione che i seguenti dati di rilevanza ambientale siano aggiornati almeno annualmente da parte del titolare dello scarico al fine di garantire la trasmissione dai dati necessari ad alimentare l inventario degli scarichi previsto dall art. 78 ter del D.Lgs. 152/06 s.m.i.:

18 Volumi scaricati annui Presenza e quantità delle sostanze incluse in tabella 1/A e 1/B del D.Lgs. 152/06 s.m.i. e di altre sostanze specifiche dello scarico Variazioni dell origine dello scarico 5. Struttura del contributo tecnico Il contributo tecnico ARPA sarà strutturato in capitoli sulla base degli aspetti presi in considerazione nella valutazione: 1. Inquadramento generale Contiene informazioni sintetiche relative allo scarico, al sistema di trattamento, al punto di recapito e l individuazione del CI recettore (diretto/indiretto) 2. Analisi delle pressioni Riporta in maniera schematica gli indicatori di pressione e di stato del CI e gli indicatori di pressione relativi allo scarico in oggetto. Individuazione della significatività della pressione e dell impatto dello scarico. Proposte di prescrizioni in relazione all impatto sul CI e al raggiungimento o mantenimento degli obiettivi di qualità dello stesso, da inserire nell atto autorizzativo. 3. Valutazione dell impianto Riporta eventuali osservazioni sui requisiti di base dell impianto come previsto al paragrafo 4.3 e proposte di prescrizione per l ottimizzazione delle procedure gestionali. 4. Piani di monitoraggio e controllo Riporta eventuali osservazioni/proposte rispetto al piano di monitoraggio e controllo dello scarico come previsto al paragrafo Considerazioni finali Riporta in modo sintetico gli elementi rilevanti individuati nella valutazione.

19 Allegati 1 Schede pressioni (da Report Art.5 WFD) Indicatore 1.1 Puntuale Scarichi acque reflue urbane depurate Indicatore 1.3 Puntuale Scarichi acque reflue industriali IPPC (inclusi in E-PRTR o altro) Indicatore 1.4 Puntuale Scarichi acque reflue industriali NON IPPC Indicatori Prelievi 3.1 Prelievi Agricoltura (uso irriguo) 3.2 Prelievi Civile (uso potabile) 3.3 Prelievi Industria 3.4 Prelievi Acque per raffreddamento (termoelettrico) 3.5 Prelievi Piscicoltura 3.6 Prelievi Idroelettrico 3 Tutti i prelievi 2 Diagramma di flusso applicazione art. 4.7 della WFD 3 Criterio per la definizione di soglie di concentrazione tipiche delle sostanze pericolose nello scarico. 4 Esempi di calcolo degli indicatori per analisi delle pressioni Elementi da considerare nell analisi pressioni per Scarico Urbano e CI Caso studio 1 Caso studio 2 Caso studio 3

20 Allegato 1

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26 Allegato 2 Figura 1: Diagramma di flusso dell'applicazione dell'art. 4.7 della WFD

27 Allegato 3 Criterio per la definizione di soglie di concentrazione tipiche delle sostanze pericolose nello scarico Il D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. alla parte III, articolo 108 definisce scarichi di sostanze pericolose gli scarichi in cui sia accertata la presenza di tali sostanze in quantità o concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità consentiti dalle metodiche di rilevamento in essere alla data di entrata in vigore della parte terza del presente decreto, o, successivamente, superiori ai limiti di rilevabilità consentiti dagli aggiornamenti a tali metodiche messi a punto ai sensi del punto 4 dell'allegato 5 alla parte terza del presente decreto. Il criterio individuato risulta purtroppo quanto mai generico e rende difficoltosa la valutazione della probabile presenza di sostanze pericolose allo scarico, ARPA propone, sulla base dell analisi delle pressioni e quindi degli obiettivi di qualità dei CI, un criterio per definire delle soglie di concentrazioni tipiche delle sostanze pericolose negli scarichi. Un criterio minimo per definire che sono presenti nello scarico una o più di sostanze ricomprese in tab. 1/A e 1/B del D.M. 260/2010 e quindi valorizzare la quantità annua emessa, può essere derivato dagli Standard di Qualità Ambientale 4 (SQA) e dal livello di significatività della pressione puntuale utilizzato nell analisi delle pressioni e definito come rapporto tra portata del CI e portata dello scarico (Q_CI/Q_SC). Soglia Concentrazione Tipica nello scarico = SQA* Q_CI/Q_SC Certamente una concentrazione tipica nello scarico della sostanza superiore alla soglia calcolata, implica che la sostanza venga considerata presente e venga definita la quantità annua emessa. La soglia varia ovviamente in funzione della classe di significatività della pressione, quindi del rapporto Q_CI/Q_SC, in particolare se il rapporto diminuisce ed aumenta la significatività della pressione, parallelamente la soglia da considerare diminuisce. Il caso limite è quello in cui il rapporto Q_CI/Q_SC vale 1 con il valore soglia che coincide con SQA. I rapporti di portata che definiscono le classi di significatività 4 e 5 per gli scarichi urbani e per gli scarichi industriali sono: scarichi urbani Q_CI/Q_SC 100 classe 4 scarichi urbani Q_CI/Q_SC 10 classe 5 scarichi produttivi Q_CI/Q_SC 50 classe 4 scarichi produttivi Q_CI/Q_SC 5 classe 5 Si riportano di seguito alcuni esempi di soglie di concentrazione significative nello scarico per le sostanze di tab. 1/A e 1/B per le classi 4 e 5 degli Scarichi Urbani, confrontate con i limiti delle stesse sostanze previsti dalla tabella 3, Allegato 5 alla Parte III del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii. 4 Il dato considerato è SQA-MA cioè standard di qualità ambientale espresso come valore medio annuo

28 Tabella 1 Soglie di concentrazione significativa sostanze tabella 1/A per le classi 4 e 5 degli scarichi urbani Sostanza SQA-MA Soglia calcolata (µg/l) Limite tab. 3 All 5 (µg/l) (µg/l) Classe 4 - Classe 5 (*) Antracene Non previsto Benzene (come somma organici aromatici) Cadmio ,2 Dicloroetano (come somma clorurati) Diclorometano (come somma clorurati) Nichel Piombo Tetracloroetilene (come somma clorurati) Tricloroetilene (come somma clorurati) Triclorometano (come somma clorurati) Triclorobenzeni Non previsto (*) pressione significativa: limite classe 4 Q_CI/Q_SC = 100 pressione significativa: limite classe 5 Q_CI/Q_SC = 10 Tabella 2 Soglie di concentrazione significativa sostanze tabella 1/B per le classi 4 e 5 degli scarichi urbani Sostanza SQA-MA Soglia calcolata (µg/l) Limite tab. 3 All 5 (µg/l) (µg/l) Classe 4 - Classe 5 (*) Arsenico Cromo totale Clorobenzene Non previsto Toluene (come somma organici aromatici) 1,1,1 Tricloroetano (come somma clorurati) Xileni (come somma organici aromatici) (*) pressione significativa: limite classe 4 Q_CI/Q_SC = 100 pressione significativa: limite classe 5 Q_CI/Q_SC = 10

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