voti e per metter questi voti al cuore, al centro della propria esistenza ogni giorno durante tutto il giorno. Perché così divengano un aspetto più

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1 1 marzo 2013 Dunque stasera volevo parlare dello Shiguseiganmon. Sono i quattro voti del Bodhisattva. I quattro voti sono ricevuti la prima volta durante l ordinazione laico dal bodhisattva poi è ripetuta dopo quando c è ordinazione a monaco e quando c è la trasmissione. Sempre quando c è qualcuno che assiste a una cerimonia di questo tipo sono ripetuti questi quattro voti. Questi voti vengono ripetuti ogni giorno dopo lo zazen. Il risultato è che questi voti vengono al centro della nostra vita. Infatti, almeno per quelli che l hanno ricevuti, questi voti devono essere al cuore stesso della nostra seduta davanti al muro. Ma come dice Dogen, lo zazen non è limitato alla postura seduta. Quindi questi voti lo portiamo fuori in tutte le azioni della vita quotidiana. Allora quali sono questi 4 voti? Prima di tutto c è shujo muhen seigan do: per quanto numerosi siano gli esseri sensibili faccio voto di aiutarli tutti. Bonno mujin seigan dan: Per quanti innumerevoli siano i bonno (le cause della sofferenza) faccio voto di vincerli tutti. Homon muryo seigan gaku: per quanto perfetti e innumerevoli siano gli insegnamenti del Dharma faccio voto di studiarli tutti. Butsu do mujo seigan jo: quanto insuperabile possa essere la via del Buddha faccio voto di raggiungerla. Non parliamo qua delle promesse. Questi 4 voti, il Shiguseiganmon non sono promesse, dobbiamo capire bene le parole, ma sono dei voti. Facciamo un voto di realizzare qualcosa che non possiamo realizzare vediamo dopo perché non possiamo realizzarla però facciamo comunque il voto di fare, questo vuol dire che prendiamo una direzione nella nostra vita, non è una promessa proprio per questo, perchè non puoi promettere qualcosa che tu non puoi fare. Tu puoi fare il voto di fare questo ma non la promessa. Se fai la promessa e poi non la mantieni poi ti senti male ti senti un fallito; i voti non sono così. Dunque non è una promessa statica ma è un voto dinamico. Questo è un aspetto molto molto importante per vivere questi voti e per ricevere questi

2 voti e per metter questi voti al cuore, al centro della propria esistenza ogni giorno durante tutto il giorno. Perché così divengano un aspetto più fondamentale della nostra natura vera. Se capiamo che è un voto dinamico e non una promessa statica possiamo capire anche come deve essere la nostra pratica seduti, come deve essere la notra comunità e come deve essere il nostro modo di vivere, come provvedere nell aspetto finanziario della nostra vita. Come nostra vita deve essere animata, illuminata da questi quattro voti. Per questo è necessario che abbiamo una certa comprensione. Dal più piccolo aspetto di comprensione della vacuità e dal fatto di integrarlo nella nostra vita siamo portati in modo naturale a vivere nella pace, pacifico e sereno. Anche molto più stabile nella nostra società moderna dove tutte le cose vanno sempre più veloci dove gli input esterni sono sempre di più e più numerosi. Per non perdere la stabilità e la serenità e di sapere in modo intimo dove andiamo con la nostra vita abbiamo bisogno di capire un po qual è la natura fondamentale di tutti questi fenomeni. Cioè dunque di vedere un po di più nella vacuità. La vacuità è uno degli aspetti fondamentali dell insegnamento del Buddha. E dunque entrare un po di più in una comprensione pratica di questo è imperativo. Questo vuol dire che non dobbiamo capire la vacuità, l impermanenza, l interdipendenza come dei concetti filosofici astratti. Invece, studiarle sotto l angolo dal che vuol dire questo realmente nella nostra vita qui e ora. Non la vita come lo penso, non come lo voglio. Non la vita come deve essere o come è stato, ma proprio qui e ora (snap delle dita) è già passato, qui e ora è già passato, qui e ora è già passato (snap delle dita). Che abbiamo vissuto subito cosi? Che vuol dire questo realmente: la vacuità, l interdipendenza e l impermanenza, cosa vuol dire adesso realmente per noi? In questo momento la nostra vita qui con le nostre emozioni, i nostri fenomeni, i nostri pensieri, le nostre azioni, come si comportano nel lavoro, nei compagni a casa o l assenza dei compagni, o gli animali intorno, i compagni del Sangha. Come faccio la cucina, il cucito, come pulisco il bagno, tutto questo entra nella comprensione che vi prego di stabilire nella vita. E solo attraverso questo lavoro, passo dopo passo,

3 ogni momento potete capire di più, entrare nella comprensione che vuol dire un voto dinamico che sono lo Shiguseiganmon. Chiaro fino ad adesso? Domanda: io non ho capito la differenza tra il voto e le promesse. Risposta: Non è un sinonimo, guarda nel dizionario, promessa non è un voto. Una promessa la puoi fare se hai qualcosa. Per esempio Shiguseiganmon, tu puoi promettere di aiutare tutti gli esseri e di salvare tutti gli esseri e di superare tutti i bonno, di padroneggiare tutti gli insegnamenti e dunque di realizzare completamente lo stato di Buddha. Se non hai questo non puoi promettere questo perché non puoi promettere di dare qualcosa che non hai, però tu puoi fare il voto di andare in questa direzione di mettere al centro della tua vita, dunque prima di realizzare. Vengo dopo su questo aspetto, quando spiego questo aspetto moderno del Shiguseiganmon e più antico come è stato formulato, però è proprio semantico, una promessa non è un voto. Se tu ti sposi fai una promesssa di essere fedele, non è un voto. Se tradisci hai delle conseguenze molto gravi. Però tu puoi fare il voto di aiutare l altra a fare la sua vita spirituale. La sua vita spirituale non è una cosa che dipende da te però, tu puoi fare il voto di sostenere l altra con tutta la tua realizzazione e dunque questo voto si sviluppa man mano che si sviluppa la tua realizzazione. Dunque la promessa ha qualcosa di statico perché non si muove più, un voto è qualcosa dinamico, è qualcosa che si evolve attraverso il pentimento giornaliero, l esame, il lavoro che facciamo nella nostra vita e dunque la realizzazione si approfondisce. Per questo è un voto e non una promessa. L ampiezza delle cose che tu puoi fare cambia, con una promessa no, perché è completa, non evolve. Chiaro? Ho parlato prima dei Bodhisattva che fanno questi voti Shiguseiganmon e che c è un ordinazione detto da Bodhisattva. Ordinazione laico di qualcuno

4 che fa il voto, la promessa, potete usare entrambi adesso, di continuare a praticare e questa promessa iniziale diviene un voto perché questa pratica si sviluppa, si espande a tutti gli altri aspetti e un B. è un essere di risveglio vuol dire che è un Buddha. Allora adesso utiliziamo il B. per un essere che ha lo spirito del risveglio, che ha questo desiderio molto profondo prede dalla pancia, che hanno questo bodaishin, questo spirito che vuole realizzare la via del Buddha, non solo per il profitto uso per se stesso ma per il bene di tutti gli esseri. Non solo per tutti gli esseri sensibili, non solo tutti gli esseri umani ma tutti gli esseri perché c è almeno un inizio di comprensione dell interdipendenza universale nella quale viviamo, nella quale esistiamo anche con il pavimento, con i fiumi, con gli animali, montagne, le stelle, gli extraterrestri non so se ci sono e come sono loro non lo so, possono essere anche ripugnanti e noi per loro. Però dunque tutti gli esseri vuol dire anche quelli che odiamo, quelli che non posso sentire faccio il voto di aiutare e questo è molto importante. Non scegliere nella vita, nella via, nella pratica, ma abbracciare tutti. Parlare di aiutare tutti, vuol prima di tutto dire questo; aiutare anche tutti loro che non posso sopportare. Faccio il voto di aiutare loro nello stesso modo, con la stessa energia allo stesso modo di quelli che amo con tutto il mio cuore. Che non faccio differenza e aiuto anche se questo mi fa fastidio: questo è aiutare tutti gli esseri prima di tutto. E dunque viene fuori adesso molto chiaro che i Bodhisattva sono persone che sono tirate in avanti in tutta l esistenza da questi voti. I Bodhisattva sono degli essere umani che vivono guidati dai loro voti. E che gli esseri umani ordinari, altri dai Bodhisattva, sono quelli che sono tirati dal naso e allo stesso momento spinto nella schiena del loro karma. Che non vivono guidati da un voto altruistico che hanno fatto. I Bodhisattva sono spinti, guidati da un voto al quale non possiamo dire nient altro che SI, profondamente sì, non con la testa ma con tutto la sua esistenza. E incredibile, non lo capisco però sento che non posso fare nient altro che sì, faccio questo voto! Vivere con questo voto vuol dire che mi faccio guidare da questo voto invece di essere spinto dal karma.

5 Così andiamo da qualche parte nell assoluto, al di là del bene e del male. Quando siamo guidati da questo voto, qualche parte siamo al di là del male e del bene. Al di là dell immagine, l illusione che facciamo dei nostri pensieri, di quello che ci proiettiamo in mente, da queste immagini che abbiamo noi dal mondo. Lo mettiamo da parte perché la nostra coscienza fa solo questo, creare delle immagini e queste immagini non corrispondono mai alla realtà così come è. E duro da accettare ma è così che funziona e se guardiamo bene le nostre azioni e le conseguenze possiamo vedere molto bene che è così. Che la nostra coscienza produce immagini che non corrispondono alla realtà e con questa immagine facciamo il bene ed il male. Con le nostre azioni non possiamo sempre evitare di fare il male anche se vogliamo fare il bene. Per questo abbiamo anche i tre voti puri che sono di praticare il bene, di non praticare il male e di praticare il bene per gli altri e questo è un voto perché non può essere completamente realizzato perché c è sempre un aspetto all opposto nelle nostre azioni. Ma se lasciamo andare questi pensieri, queste nostre azioni, se non aderiamo a questo e le lasciamo andare alla loro origine, alla loro sorgente cioè alla vacuità, allora possiamo andare al di là del bene. Per questo se facciamo zazen non c è karma creato perché fare bene e male è creare karma. Ma durante lo zazen non aderiamo ai nostri pensieri ed illusioni e comunque anche se aderiamo non possiamo intraprendere delle azioni in corrispondenza con questi, non facciamo niente, non diciamo niente e se tutto va bene non pensiamo in modo cosciente perché lasciamo andare subito i pensieri che vengono. La nostra mente non è vuoto di pensieri ma è pieno, come il cuore che continua a battere o lo stomaco che continua a produrre il liquido, il cervello contintua a produrre dei pensieri. Solo; continuare a non aderire, a non identificarsi con questi, in questo momento non c è più karma, siamo al di là del bene e del male. Se portiamo questo fuori in tutte le attività della nostra vita quotidiana, alora questo è già aiutare tutti. Dal momento che non seguiamo, che non aderiamo, che non identifichiamo ad un pensiero, ad un emozione, una percezione sia gradevole che no, in questo momento, in questo non aderire aiutiamo tutti gli esseri in tutto l universo. Perché? Perché in questo momento non è stato creato né il bene né il male, al di là del karma, e così

6 influenziamo e aiutiamo tutti gli esseri. Dunque che dobbiamo fare? Soltanto essere presenti, molto semplice ma così difficile! Essere solamente presente. L insegnamento essenziale del Buddhismo Zen Soto. Al di là che lo spirito stesso sia Buddha è shikantaza cioè solo essere! E tutto. Non è solo essere seduto, non c è più un io, c è solo seduta e solo la preoccupazione di essere seduto, nient altro. Questo modo di funzionare nel quotidiano è realizzare i 4 voti del Bodhisattva. Nello stesso momento è realizzare la via del Buddha. Ha studiato tutti i fenomeni, tutto il dharma, tutti gli insegnamenti, ha superato tutti i bonno, tutte le cose delle sofferenze perché tu non segui niente! E così aiuta, perché tu non tocca a qual sia cosa, perchè tu non esisti come un individuo autonomo e a parte, ma esisti nell unità. Non nell unità con tutti gli altri! Ma, esisti nell unità. Siete tutti, e non, io sono uguale a tutti. Siete tutti, siete tutti, nient altro. E una cosa molto diverso però questo è quello che possiamo chiamare nuotare nella natura del Buddha. In questo modo si pratica i 4 voti del bodhisattva tutti insieme. Se la situazione è questo, allora, anche se sei stanco, c è energia per continuare. C è energia per fare le cose che dobbiamo fare in qualsisia momento. Non mettiamo le cose da fare in un legame la stanchezza, con la nostra pigrizia o con altre cose. Si tratta solo da questo devo fare adesso e non mi faccio delle domande. Questo non vuol dire essere cieco, ma non mi faccio delle domande tipo perché io devo fare questo? Questi sono i 4 voti. Ed in questo momento abbiamo molta energia per alzarsi e venire al dojo la mattina e di esserci la sera dopo il lavoro. Questo non vuol dire che non devi ascoltare il tuo corpo, intanto devi riposarti ma nel riposo hai molta energia. Il punto cruciale è che non ascolto il mio desiderio egoistico per il comfort, ma il desiderio altruistico di aiutare tutti i essere. Allora, per vivere nei 4 voti c è una cosa molto essenziale e questo è il pentimento! Vedo una reazione un po spaventata, ma il pentimento come è inteso nel Buddhismo non è come è inteso in tutta la tradizione Giudeo-Cristiano. Non è come fare il mea culpa ad un essere a cui chiedo

7 perdono e che mi da l assoluzione o la punizione. Il pentimento da quale si tratta in questo caso è una riflessione a se stesso. Una riflessione e realizzare la sua imperfezione, questo è il pentimento. E riflettere e capire e dire, sì questo è sbagliato, questo ha avuto questi effetti sia positivo che negativo, dunque è entrare nella sua esistenza e realizzare completamente la sua imperfezione. Punto alla linea. Non cercare di giustificarsi, non cercare delle spiegazioni ma accettare completamente le sue imperfezioni e vedere attraverso questo che non siamo al di là del bene e del male, che facciamo sempre il bene e il male perchè siamo imperfetti. Realizzare questo è la terra fertile per aiutare tutti, per avere la compassione, non la pietà ma la compassione, con tutti gli esseri. E la terra fertile per poter aiutare i suoi nemici con tutto il suo cuore, senza fare differenza! E un punto molto importante nella vita di un Buddhista. Dobbiamo sempre fare il pentimento per mantenere i voti vivi se no viene qualcosa di astratto che abbiamo messo da parte ben sistemato, in un bel armadietto, che vediamo ogni tanto attraverso il vetro ma che non sta dentro al cuore della nostra esistenza. Il pentimento è dunque essenziale per vivere come un essere vivente, non come un fantasma o come uno zombie, ma vivere realmente guidato dai 4 voti. E questo si fa intimamente durante lo zazen, questo pentimento non è solo un lavoro cosciente, è molto intimo, al di là del mio io, del mio pensiero, della mia analisi, del mio giudice ma intimo, con la pancia, con il intero essere. In modo senza separazione tra me e cosa è osservato. Non c è n è osservatore né qualcosa osservato, questo vuol dire essere intimo. Pentirsi è qualcosa necessario per mantenere i voti vivi ogni tanto anche molto cosciente, che deve vedere che ha fatto, non sto dicendo che si deve vivere con la testa tra le nuvole, sto dicendo che si deve vivere coscientemente qui e ora con i piedi per terra e sapere cosa c è sotto i piedi! E che cosa c è sotto i piedi? La Via, la nostra propria esistenza, uno nell universo! Questo, nient altro. La via del Buddha realizzando, essere presenti, concentrati vuol dire che non abbiamo la testa dispersa con tutti i pensieri che fanno ta-ta-ta. Il pentimento si fa durante lo zazen perché durante lo zazen si vede che ci

8 sono tutti questi pensieri, tantissimi. Egli sono sempre lì, però non ci rendiamo conto che ci sono sempre ed è per questo che fammi sempre degli errori. Quindi, durante zazen quando il corpo e la mente diviene più calma possiamo vedere molto più in fondo, possiamo vedere che ci sono tutti questi pensieri, emozioni ecc. e non solo! Possiamo pure vedere la loro natura profonda, la loro vacuità. E dunque la cerimonia (del pentimento) di omaggio che faremo venerdì è proprio questo, cosa è il pentimento. E molto fisica giustamente per farvi sentire, ci rende conto nel corpo e non ci fa una idea con la mente. Pentimento per tenere i voti vivi, per tenere la pratica viva, per tenere se stessi vivi e non vivere nell illusione di un immagine fatta da se stessa, ma vivere realmente con se, non hai bisogno di andarsene via per cercare se stesso, hai sempre se stesso con te. Sento spesso dire le persone mi sono perso, no, non ti sei perso! O, devo trovare me stesso, non hai bisogno di trovare te stesso! Se tu vuoi cercare te stesso fuori di te se, vai a cercare te stesso fuori del qui e ora, e non puoi mai trovare! E solo un illusione che trovi, un immagine che hai fatto e questo è come mettere la polvere sotto il tappeto e alla fine metti i piedi nella piega del tappeto e poi si cadere molto forte. Fa attenzione, tutte le cose che fai è sempre tu stesso. La direzione che tu scegli quando sei convinto da qualcosa o dalla via o dall insegnamento o che sei portato a fare qualcosa, sei sempre tu, non è qualcun altro che ha fatto, è la tua scelta anche se tu dici non potevo fare altrimenti o non so cosa mi ha preso. Tu sai molto bene cosa ti ha preso, sei tu, sei stato tu. Non hai bisogno di andare a trovare tu stesso altrimenti che qui e ora e per questo veniamo tutti insieme nel dojo, sediamo tutti insieme davanti al muro nel confronto con se stesso, nel confronto con il Sangha, nel confronto con i fastidi di venire ad essere seduto col male di schiena o dovere traversare la città per arrivarsene qui, o altre. Tutto questo fa parte della vita. Non è aggiungere sofferenza alla propria vita. E comunque già così. Ma solo si tu vieni qui, diventa poi possibile rigenerarsi alla sorgente della vita stessa. Sento troppo spesso, e non capisco perché, dire dalle persone vango al dojo quando va meglio nella mia vita o quando lui è partita, o quando i figli sono fuori casa ma non sono mai fuori casa anche se hanno 50 anni, la vita non è mai meglio, la vita non sarà mai meglio, la

9 vita è sempre cosa che tu fai della vita e se vieni al dojo puoi trovare la forza vitale per vivere come un essere umano e non come uno zombie. Se tu aspetti che le cose vanno meglio tu non pratichi mai e meno che tu pratichi e peggio andranno le cose perché meno pratica vuol dire che lo specchio viene sporco e tu non vede più la natura profonda delle cose, che tu non vede più la tua natura profonda, che tu hai perso contatto con i voti, con beneficio di essere guidato dai voti e non spinto dal karma. Avete bisogno di creare gli condizioni per venire praticare. E molto sbagliata di aspettare che le cose andranno meglio. Le cose non succedano solo cosi, non cadano dal cielo. Non posso convincere qualcuno che prende piacere nell identificazione, nell afferrare l attaccamento alle cose, se qualcuno ha piacere a essere nelle catene non posso convincere nella pratica, posso solo convincere guidare qualcuno nella pratica se la persone ha la convinzione intima, non con la sua testa, non con le sue emozioni, ma intima di praticare la via del Buddha, di liberarsi dalle catene, di capire intimamente anche se la testa dice il contrario questo non mi importa, però se sei convinto intimamente che liberarsi dalle catene liberarsi dai bonno sia una buona cosa allora possiamo lavorare insieme, praticare insieme, realizzare la via del Buddha, se hai questa convinzione intima anche se nello stesso momento nella testa dice va comunque bene, la bella ragazza perché andare al dojo anziché andare in discoteca o alla spiaggia, perché andare al dojo tutto il giorno? se non si ha questa convinzione intima da seguire allora ti prende per il naso ti spinge fuori dalla pratica e ti spinge molto di più nella sofferenza anche se non sei cosciente, anche se non vuoi vedere che sei nella sofferenza; se hai il coraggio, la voglia di vedere che siete nella sofferenza che la vita stessa è sofferenza, anche se ha questi pensieri ogni tanto ma ha la convinzione di dire sì alla Via allora sei pronto per ascoltare e realizzare la via del Buddha, altrimenti no, devi aspettare un altra vita e speriamo che venga dopo (scherzo). Se facciamo questi voti, se diciamo sì, se seguo lo Shiguseiganmon faccio il voto di superare i desideri e cause di sofferenza. Il desiderio di seguire la Via non è causa di sofferenza, è causa di liberazione. Dunque non è così che

10 non possiamo avere desideri! Però essere attaccati a i desideri umani è cosa che fa male. Tutti quelli che mi conoscono sanno bene quali sono i miei bonno e se mangio troppi zuccheri mi fanno male anche se prendo piacere poi mi fa male, io non sono al di là di tutto questo. Se facciamo questo voto, questo rifugio in questi voti, abbiamo una direzione nella nostra vita. Non per essere perfetto, ma per andare nella direzione del Buddha, per andare nella direzione della libertà da se stesso. Non nella libertà da qualcun altro, non la libertà dell ego di fare quello che mi pare. Ho la libertà di scegliere tra il bene e il male. Tra seguire la Via del Buddha e non seguire la Via del Buddha. Ho la libertà di scegliere di essere onesto con me stesso o di fare delle immagini, delle illusioni. Questa è la mia scelta, questa è la mia libertà, questa è la libertà di noi tutti. Di quale libertà parlo! Quella libertà che si realizza quando prendiamo rifugio nei 4 Voti. Prendere rifugio nel Buddha è giurare di praticare con tutti gli esseri la sua Via di saggezza e compassione. Nient altro! Praticare le due insieme. Non l una o l altra, ma le due insieme, sono le due insieme che fanno la Via. Prendere rifugio nel Dharma è giurare di condividere tutti gli insegnamenti e la saggezza che è così profonda come l oceano. Questo vuol dire che è inesauribile e di condividere questo. Questo vuol dire che non dobbiamo avere paura che ci manchi qualcosa nella condivisione. Se condividiamo abbiamo sempre abbastanza per noi, non ci manca niente. Se smettiamo di condividere c è sempre qualcosa che manca. Se non condividiamo c è il timore di mancare che crea la mancanza stessa finalmente. Che viviamo nell inferno e non nel paradiso, il paradiso è condividere, è prendere cura dell uno e altro, l inferno è fare soffrire gli altri perché c è l egoismo. Prendere il rifugio nel Sangha è fare il voto per creare un armonia senza ostruzioni, né per qualcosa né per qualcuno. E comunque vedere che viviamo grazie agli altri, che viviamo non da solo che non c è niente in noi che possiamo dire questo è autonomo dunque questo sono io, che non possiamo dire che siamo creati da 5 aggregati che loro stessi non sono autonomi e dunque neanche io sono autonomo. Non c è niente di fisso da

11 che posso dire questo sono io, non è la mia mente, il mio pensiero, non è il mio ego perché se fosse così non esisterebbe la sofferenza. Mai! Perché sarei pazzo a creare la mia propria sofferenza se ho la possibilità di agire a questo che è fisso. Non c è sofferenza perché è impermanente e perchè è prodotto dall interdipendenza di tutto che c è sofferenza. Dunque non posso creare solo il benessere, la felicità è sempre insieme a qualcos altro. Però posso creare una via che mi libera perché la sofferenza viene dall ignoranza della via del Buddha, l ignoranza da che cosa sono, da che cosa siamo; interdipendente e impermanente. Se capiamo questo bene, non come un concetto filosofico, ma nella nostra vita quotidiana, allora in questo momento è creata una libertà e una uscita dalla sofferenza. Perche in questo modo cade in questo stesso momento un attaccamento all illusione e che vediamo che la realtà non corrisponde a questa illusione. Dunque vedere la realtà com è, accettarla e fare questa realtà del qui e ora l ideale per praticare la Via del Buddha. Per esistere in armonia con tutti gli esseri. Se capisco questo prendo cura molto bene degli altri. Perché voler aiutare gli altri, volere bene agli altri è voler bene a se stesso è aiutare se stesso è essere felice perché se l altro è felice anche io sono felice perché non c è differenza, non c è dualità.