ATTI GIORNATE INTERNAZIONALI DI STUDI SULL'AREA ELIMA. (Gibellina, Settembre 1991) Pisa - Gibellina Comune di Gibellina

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1 Scuola Normale Superiore di Pisa Comune di Gibellina CESDAE Centro Studi e Documentazione sull 'Area Elima - Gibellina - GIORNATE INTERNAZIONALI DI STUDI SULL'AREA ELIMA (Gibellina, Settembre 1991) ATTI I Pisa - Gibellina 1992

2 Questo volume è stato curato da Laura Biondi, Alessandro Corretti, Stefania De Vido, Michela Gargini, Maria Adelaide Vaggioli. La parte grafica è stata curata da Cesare Cassane l/i.

3 PRIMI RISULTATI DELLO STUDIO DELLA CERAMICA MEDIEVALE DI ENTELLA PAOLA GHIZOLFJ Lo studio del materiale ceramico medievale proveniente dal sito di EnteJla, seppur ad uno stadio parziale 1, ci permette di delineare un quadro tipologico abbastanza vasto che trova confronti ben precisi con altri si ti medievali della Sicilia e che copre un arco cronologico che va dall'xl alla prima metà del XIII secolo. La maggior parte dei reperti per ora studiati, rinvenuti durante le prime campagne di scavo nei SAS l, 2, 3, 9 2 proviene da strati superficiali in cui si trova mescolato materiale di tutte le epoche o si tratta di rinvenimenti sporadici. Alcuni frammenti rinvenuti nella Necropoli A provengono sicuramente dal pendio soprastante. Abbiamo però un esiguo numero di reperti che proviene da strati di crollo e d'abbandono del SAS l e 2 3 e da strati di riempimento del SAS 9 4 che sembrano documentare l' ultima fase di vita del sito che ha verosimilmente termine con la distruzione del 1246 ad opera di Federico IL Tra i reperti degli strati superficiali, i più antichi sembrano essere alcuni frammenti di bacini a bordo verticale ed orlo bifido con decorazione a fasce in ramina e manganese o con motivi delineati in bruno e tracce di campitura sotto vetrina (tav. XXXIX, l, 2). Tale produzione che sembra documentare la fase musulmana del sito oltre ad essere presente in diversi siti della Sicilia trova un confronto ben preciso con alcuni bacini

4 364 P. GHIZOLFI architettonici delle chiese pisane della prima metà dell'xi sec. (San Zeno e San Piero a Grado ) 5. Sempre collocabili nell'xl secolo sono alcuni frammenti di un bacino caratterizzato da una decorazione in verde e manganese con ' boli gialli' 6 (tav. XXXIX, 3). Tutti questi pezzi sono caratterizzati da un rivestimento vetroso anche sulla superficie esterna dove alcuni dei frammenti presentano dei semplici motivi decorativi in ramina o in manganese. Tra l'xi e il XII secolo si possono collocare un frammento di bacino che presenta uno spesso rivestimento di vetrina verde e una decorazione in manganese a reticolo (tav. XXXIX, 6) e al quale potrebbe forse appartenere un frammento di orlo piuttosto ingrossato e sporgente (tav. XXXIX, 4); un frammento di recipiente con il famoso motivo a 'mandorla' delineato in manganese e campito in verde e giallo di produzione sia locale che nordafricana 7 (tav. XXXIX, 5). In un arco cronologico più ampio che copre almeno tutto il XII secolo si colloca invece il materiale acromo a impasto fine 8 caratterizzato nella quasi totalità da un impasto molto ben depurato e di colore bianco-rosato. A questo gruppo appartengono numerosi frammenti di vasi a filtro 9 che presentano un corpo talvolta ovoidale con beccuccio, talvolta tronco conico che si restringe in prossimità del filtro e da cui ha inizio un collo alto e svasato con due o più anse; altri contenitori per liquidil 0 di cui si ha una ampia campionatura di orli e tra cui sono da segnalare una anforetta proveniente dal SAS 9 11 e una anfora a 'scanalature' trovata sotto un crollo in uno degli ambienti del SAS 1 12 che trova un preciso confronto con materiale proveniente dallo scavo del casale di Piazza Armerina 13 ; tazze monoansate e scodelle (tav. XL, 1-3). Abbiamo inoltre una vasta tipologia di anse in alcune delle quali l'apice è ben pronunciato, in altre è ridotto a un semplice bottone decorativo. La presenza tra il materiale acromo di alcuni frammenti che presentano sia semplici solcature orizzontali sulla parete interna e/o su quella esterna (tav. XL, 3) sia una decorazione solcata molto complessa sull'orlo o sul corpo e che acquisterebbero il

5 PRIMI RISULTATI DELLO STUDIO DELLA CERAMICA MED. DI ENTELLA 365 giusto valore ornamentale solo eon un rivestimento vetroso fanno pensare a pezzi non finiti e quindi all'esistenza di fornaci sul posto. Tra l'invetriata monocroma troviamo scodelle, bacini (tav. XL, 4-6) e tazze che presentano talvolta una decorazione solcata più o meno eomplessa 14 I frammenti di invetriata monocroma analizzati sino ad ora, presentano lo stesso tipo di rivestimento su entrambe le superfici (tecnica che sembra caratterizzare la produzione tunisina e siciliana del periodo islamico e che sembra perdurare poi anche nel periodo normanno) 15 Importante è sottolineare che lo schiarimento superficiale dell'impasto, visibile molto bene in frattura, non è assolutamente un'ingabbiatura ma è dovuto ad un fenomeno di cottura 16 Come la acroma, l'invetriata monocroma, in base a confronti con materiale analogo proveniente da altri siti, sembra collocabile in un areo cronologico abbastanza ampio che copre tutto il XII secolo 17 Abbiamo poi alcuni recipienti da cucina caratterizzati da un impasto grezzo foggiato a mano, con vacui e inclusi di grosse dimensioni, di colore non uniforme che varia dal grigio ali' arancio e che presenta aneora le tracce di una lunga esposizione al fuoco. La forma più comune è quella della pentola con orlo sia sporgente che verticale con prese di vario genere. Alcuni pezzi presentano delle decorazioni applicate eonsistenti in una serie di piccole bugne disposte in orizzontale ricavate per semplice pressione delle dita, oppure da listelli verticali. Abbiamo poi recipienti caratterizzati da un fondo pari e parete leggermente inclinata verso l'esterno. La maggior parte di questo materiale proviene da riempimenti degli ambienti scavati nella roccia del SAS 9 che, come bo già detto, sembrano documentare la fase finale del sito. Questo dato sembra avvalorato dal confronto con materiale molto simile di Monte lato proveniente da un cortile con cucina di età sveva e sicuramente datato al XIII sec. 18 E' comunque importante precisare che in alcuni contesti tale materiale sembra essere presente già nel XII secolo 19

6 366 P. GHIZOLFI Abbiamo poi tutta una serie di lucerne sia acrome sia invetriate del tipo più comune della produzione medievale siciliana; ci sono quelle a corpo cilindrico e sezione emisferica con foro centrale superiore, beccuccio allungato e canale aperto collocabili tra l 'XI e il XII secolo 20 ; quelle a corpo circolare aperto con beccuccio ricavato nel! ' orlo per le quali è più difficile una precisa collocazione cronologica 2 1 Una sola lucerna su alto stelo in blu cobalto proviene dall'edificio del SAS 2. Dal SAS 2 provengono inoltre pezzi 22 di un certo prestigio e che conferiscono all'edificio una connotazione di lusso. Abbiamo frammenti di Gela W are, databili alla prima metà del XIII secolo, che sembrano quindi comprovare il1246 come data della distruzione del sito di Entella. Una ciotola a cobalto e manganese databile tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo e un piatto dello stesso tipo che presenta tracce di riparazione in antico. Frammenti di Spirai W are e frammenti di lustro con decorazione in verde e in blu cobalto. Sedici campioni ceramici provenienti da Entella, scelti in base a diverse caratteristiche dell'impasto sono stati sottoposti ad analisi mineralogico-petrografiche 2 3 al fine di individuare le aree di provenienza delle argille. Le indagini effettuate sono state le seguenti: -osservazione al microscopio stereoscopico in luce riflessa; - analisi dal microscopio polarizzatore sui campioni preparati in sezione sottile. I risultati ottenuti hanno permesso di distinguere cinque raggruppamenti principali suddivisi ulteriormente in sotto gruppi in base a lievi differenze riscontrate nella massa di fondo. I) I m pasto fine caratterizzato da abbondanti c ristalli di quarzo arrotondati e lamine fini di muscovite e biotite. Massa di fondo marnosa. CI) Impasto di dimensioni medie caratterizzato da abbondanti calcari, cristallo di quarzo, talora microfauna. III) Impasto depuratissimo, con piccoli cristalli di quarzo e

7 PRIMI RISULTATI DELLO STUDIO DELLA CERAMICA MED. DI ENTELLA 367 granuli di calcare, calcite e microfauna. La massa di fondo è carbonati co-ferrica. IV) Impasto con abbondante microfauna, calcite, piccoli cristalli di quarzo. La massa di fondo è carbonatico-ferrica. V) Impasto fine caratterizzato da gusci di forami niferi. Il confronto con la cartografia geologica e con campioni ceramici sicuramente prodotti nella Sicilia occidentale ba permesso di riscontrare nei campioni esaminati caratteristiche morfologicbe simili che inducono a ritenere le argille qui analizzate di provenienza locale. NoTE 1 Parte del materiale ceramico medievale proveniente da Rocca d'entella è stato oggetto di una mia relazione avente per titolo Ceramica medù.'vale di Ente/la al Convegno Nazionale di Montevago (AG), «Dagli scavi di Montevago e di Roccad'Entella un contributo di conoscenze per la storia dei Musulmani della Valle del Belice dal X al Xlll secolo, Montevago 1990>>, i cui atti sono attualmente in corso di stampa. 2 Notizie preliminari su questi saggi sonoinaa. VV.,Entella. Ricognizioni topograficheescavi ,ASNP,S. III, XVI, 1986, ; AA.W., Ente/la. Ricognizioni topografiche e scavi 1987, ASNP, S. Ill, XVUI, 1988, ; AA.W., Entella. Relazione preliminare della campagna di scavo 1988, ASNP, S.!Il, XX, 1990, In particolare l'edificio del SAS 2 è stato oggetto di relazione in questo convegno da parte del dott. A. Corretti che dirige lo scavo di entrambi i settori per i quali si veda: AA.VV., Entella. Ricognizioni topografiche e scavi ci t., , ; AA.VV., Emella. Ricognizioni topografiche e scavi 1987 ci t., ; AA. W., Ente/la. Rel.azione preliminare della campagna di scavo 1988 cit., n SAS 9 indagato dal prof. G. Bejor durante la campagna di scavo 198, (AA.W., Ente/la. Ricognizioni ropograficlze e scavi 1987 cil., ) si trova a N del SAS 1-2 su una sella che separa i due grandi pianori che caratterizzano Rocca d'entella, in una zona che sin da una prima fase ricognitiva effettuata nel1985 aveva restituito una grande quantità di materiale medievale c che sembra caratterizzata da un quartiere insediativo della stessa epoca. Sia nel settore A che nei settori NO e NE, caratterizzati da tagli nella roccia, il materiale proviene da strati di humus alcuni dei quali non hanno subito sconvolgimenti

8 368 P. GHLZOLFI dall'aratura meccanica. 5 Per quanto riguarda i confronti in Sicilia cf. C. AMPOLO, Lo scarico di fornace arabo-normanna rinvenuto nel peristi/io della villa, in AA VV.,La villa del Casale a Piazza Armerina. Problemi, saggi stratigraftcì ed altre ricerche, MEFR(A),LXXXITI, 1971, , , figg ; F. D'ANGELO, La ceramica decorata della Sicilia Araba, in «Atti del XII Conv. lnternaz. della Ceramica», Albisola 1979, 83-88; F. D'ANGELO, Aspetti della vita materiale in epoca normanna in Sicilia, Palermo 1984, 19; S. F!ORJ!LA- S. SclfTO, Fornaci, castelli e pozzi dell'età di mezzo, Agrigento 1990, 141, nr Per quanto riguardai confronti coni bacini pisani vedi G. BERTI-L. ToNGJORGI,/ bacini ceramici medievali delle chiese di Pisa, Roma 1981, BERTI- TONGIORGI, I bacini cit., BERTI- ToNGIORGI, I bacini cit., , fig. 70, nr. 240, tav. LXXVTI; A. RAGONA, La maio/ica siciliana, Palermo 1975, tav. 3; J. FERRON- M. P!NARO, Céram.ique musulmane a Carthage, Cahiers de Byrsa, IV, 1954, 41-65, tav. XXVI; Iro.,LesFouillesde Byrsa , Cahiers de Byrsa, V, 1955,31-81, tav. X, fig. 16, tav. Xl, fig. 17, tav. XII, fig. 19; G. VASSALLO VENTRONE, La problematico della ceramica islamica de/nord Africa, in «Atti del VII Convegno lnternaz. della Ceramica», Albisola 1974, , fig RAGONA, o. c., 17-38; AMroLO, art. c., 265; H.P. ISLER, La ceramica proveniente dall'insediamento medievale: cenni e osservazioni preliminari, Studia Ietina, 11, 1984, , , con vasta bibliografia; D' A NGELO,Aspetti della vita materiale cit., AMPOLO, art. c., fig ; lsler,la ceramica ci t., 130, tav.41, fig. 21, nr. 60; 133, tav. 43, fig. 23, nr. 79; 146, tav. 47, nr. 145; F. D' ANGELO, Le ceramiche normanne di Castellana (Palermo), SicA, VI, 1973, 41-47, 42-44; D'ANGELO,Aspellidella vitamaterialecit., 32-34; FlORILLA-Scuro,o. c., 28, 161, AMPOLO, art. c., , figg ; FroRILLA- Sc l!l'o,o. c., 28, 159, 212, AA. W., Ente/la. Ricognizioni topo grafiche e scavi 1987 cit., tav. CCLXXXIX,nr.l. 12 Per il materiale proveniente dai SAS l e 2 cf. A. CoRRETn, Resti medievali di Ente/la, in «Dagli scavi di Montevago e di Rocca d'entella...» cit., in corso di stampa; AA. VV., Ente/la. Relazione preliminare ci t., G. V. GENTIU, Piazza Armerina: grandiosa villa romana in Contrada Casale, NSA, 1950, , 332, fig. 32; AMI'OLO, art. c., 269, fig Per il materiale con invetriatura monocroma ampi confronti si trovano in ISLER, La ceramica cit., 123, fig. 18, nr. 14; 126, fig. 19, nr. 31; 128, fig. 20 tav. 41, nr G. BERTI- T. MANNONI, Rivestimenti vetrosi e argillosi su ceramiche medievali dei secolixi-xv. Problematiclle relative alla identificazione e risultati

9 PRIMJ RISULTATI DELLO STUDIO DELLA CERAMJCA MED. DI ENTELLA 369 emersi da ricerche archeologiche e analisi chimiche e mineralogiche, in AA. VV., Scienze in A rcheologia. Il ciclo di Lezioni sulla Ricerca applicata in Archeologia, Firenze 1990, B ERTI- MANNONJ, art. c.; C. AruAs- G. B erti- L. ToNGIORGI, Caratteristiche tecniche di alcuni tipi di ceramica (Xl-XVI secolo). lngobbiatura e fenomeni di schiarimento negli impasti, in «Atti dell'viii Convegno Intemaz. della Ceramica», Albisola 1975, RAGONA, o. c., 23-28; IsuR, La ceramica cit., E. A R.Im- H.P. lsler, Monte Iato: un cortiletto con cucina di età sveva, SicA, XXI, , 1988, lsler,la ceramica ci t., 131, tav. 42, fig. 22; 137, tav. 44, nr. 94; 143, tav. 46, nr S. FìORILLA, Appunti su. alcune lucerne medievali del Museo della Ceramica di Caltagirone, SicA, XVIII, 57-58, 1985,57-50,41, 44-45; FlORILlA - SCUTO, o. c., 31, 34, 37, FloRtUA,art. c.,41,44-45; FIORIUA-SCUTo,o. c., 105,139, 162.;AAVV., Brucato. Histoire et archéologie d'un habitat médiéval en Sicile, Rome 1984, I, , tav Cf., supra, n Le analisi sono state effettuate dal dott. S. Sfrecola della società L.A.R.A. (Laboratorio Analisi Ricerche Archeologiche), Via Vesuvio 2/27 Genova.

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11 T AV. XXXIX t ,ji O -= - =- 5 crn 6 ~ Vetri na verde ~Bruno C:=J Giallo Entclla. Ceramica medievale policroma databile nella pri ma metà dell'xi secolo ( 1-3) e tra l'xi e il Xli secolo ( 4-6).

12 TAV. XL Entella. Ceramica medievale acroma a impasto fine {1-3) e invetriata verde (4-6).

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