Indice. Roma dalla Repubblica alla fine dell Impero SEZIONE I. 1 Roma alla conquista del Mediterraneo 14

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2 Indice BOX APPROFONDIMENTO BOX APPROFONDIMENTO IMMAGINI LETTURA DOCUMENTO SCHEDA GEOSTORIA Laboratorio per cominciare 10 SEZIONE I Roma dalla Repubblica alla fine dell Impero Contenuti Approfondimenti Geostoria 2 1 Roma alla conquista del Mediterraneo Roma contro Cartagine: I corvi, l arma segreta dei Romani 17 L importanza delle risorse 30 la prima guerra punica La seconda guerra punica e la conquista Annibale, ritratto da Tito Livio 19 dell Italia settentrionale e dell Illiria Roma verso l Oriente: Catone il Censore, la terza guerra punica 21 custode della tradizione romana La nuova fisionomia del potere e La schiavitù a Roma 25 le trasformazioni sociali ed economiche La diffusione della cultura greca La villa romana 26 e orientale a Roma 26 Le case romane 27 Le strade consolari 28 SINTESI 29 ATTIVITÀ 32 2 La crisi sociale e la fine della Repubblica Le lotte sociali: i Gracchi I partiti nell antica Roma 36 e la questione agraria Lo scontro tra aristocratici e popolari: Caio Mario 37 Caio Mario, homo novus Un altro militare al potere: Silla Un uomo nuovo: Pompeo 40 L avvocatura a Roma La lotta politica a Roma e il primo triumvirato L ascesa al potere di Cesare La fine della Repubblica 46 Il calendario giuliano 46 Perché Cesare fu ucciso? 47 Cesare e le istituzioni repubblicane Cultura e arte alla fine della Repubblica 49 L accampamento e la città 50 SINTESI 51 ATTIVITÀ 52 3 Augusto e i suoi successori: l affermazione del principato La lotta politica dopo la morte di Cesare Ottaviano Augusto 58 La riforma dell esercito La politica estera di Augusto e la successione 61

3 Indice Contenuti Approfondimenti Geostoria 4. Gli imperatori Giulio-Claudi Gli imperatori Flavi La politica culturale di Augusto e dei suoi successori 66 L Eneide di Virgilio 67 L eruzione del Vesuvio e la morte di Plinio il Vecchio 68 SINTESI 69 ATTIVITÀ 70 4 L apogeo e la crisi dell Impero romano L impero di Traiano 74 Un libro di pietra 74 Gli scambi e i traffici La politica difensiva di Adriano 76 Il limes, linea di confine tra due mondi 76 L esercizio della giustizia Marco Aurelio: l imperatore filosofo La dinastia dei Severi 80 Un luogo di raffinata civiltà: le terme Società e istituzioni tra il II e il III secolo d.c L anarchia militare e gli imperatori illirici 85 SINTESI 87 ATTIVITÀ 90 5 La nascita e la diffusione del Cristianesimo La figura storica di Gesù L Ebraismo e i primi cristiani La diffusione del Cristianesimo Dalle prime chiese alla Chiesa cattolica 96 nel mondo pagano L Impero romano e il Cristianesimo Gli scrittori cristiani 99 La condanna di Giustino 101 Le storie dei martiri 104 SINTESI 105 ATTIVITÀ La crisi e il crollo dell Impero romano d Occidente La nuova figura dell imperatore Le persecuzioni contro i cristiani 111 Risorse e conflitti 128 e la tetrarchia I provvedimenti economico-sociali Il calmiere dei prezzi 113 di Diocleziano L affermazione di Costantino 114 Una scelta: fare il brigante Il problema della religione 117 L Editto di Milano 117 3

4 Indice Contenuti Approfondimenti Geostoria 5. I successori di Costantino 118 Ritratto di Giuliano l Apostata I barbari nell Impero 119 La sconfitta di Adrianopoli Teodosio 120 L Editto di Tessalonica La fine dell Impero d Occidente 122 Attila L eredità di Roma 125 La decadenza di Roma 126 SINTESI 127 ATTIVITÀ 132 CITTADINANZA La scuola 130 Laboratorio per concludere 135 SEZIONE II Le civiltà dell Alto Medioevo 7 Il mondo dei barbari e l Alto Medioevo Due modelli a confronto: Un popolo dagli occhi a mandorla 144 Romani e barbari 144 Il significato del termine barbari La civiltà dei Germani 146 I Germani descritti da Tacito 147 La fine del mondo antico e il passaggio a una nuova civiltà I Regni romano-barbarici 149 I Regni romano-barbarici L Italia di Teodorico, re degli Ostrogoti 152 L editto di Teodorico 153 La lettera di Teodorico al sovrano dei Franchi Clodoveo La fine del mondo antico Le prime interpretazioni del Medioevo 155 e l Alto Medioevo La cultura altomedievale 156 Il Medioevo è stato veramente il periodo dei secoli bui? 160 SINTESI 161 ATTIVITÀ L Impero romano d Oriente e il monachesimo L Impero bizantino tra Oriente L imperatore, incarnazione dell Impero 166 L ONU e la cooperazione internazionale 184 e Occidente 166 Un fruttuoso spionaggio commerciale Una cultura multietnica L imperatore bizantino Giustiniano 172 Il day-after della penisola 174 La Prammatica Sanzione 175 Gli intellettuali pagani e i monaci 176 4

5 Indice Contenuti Approfondimenti Geostoria 4. Bisanzio dopo Giustiniano 177 Il Concilio di Costantinopoli Le origini del monachesimo cristiano L eremita, una scelta alternativa 181 in Oriente 180 La vita penitenziale dello stilita 182 SINTESI 183 ATTIVITÀ Il mondo islamico Il mondo arabo prima di Maometto Maometto 192 La fasi della storia dell Islam Il libro sacro 195 Il ruolo della moglie nel Corano La successione di Maometto Omar e i cristiani 198 e l espansione dell Islam L affermazione della dinastia degli Omayyadi L età degli Abbasidi 201 Lo splendore di Baghdad 202 Il posto degli Arabi nella storia La cultura araba 205 La lingua e la scrittura arabe 205 SINTESI 209 ATTIVITÀ I Longobardi e l economia curtense I Longobardi invadono l Italia 214 L Editto di Rotari 216 Agricoltura e territorio 230 Un esempio di commendatio Il monachesimo occidentale: Le prime comunità monastiche 222 Benedetto da Norcia 220 La Regola di san Benedetto L organizzazione economica e sociale Gli effetti della carestia nell Alto Medioevo 225 in Borgogna nel SINTESI 229 ATTIVITÀ Lo sviluppo dell Impero carolingio Dai Merovingi ai Carolingi 236 Il testo della Donazione di Costantino Carlo Magno e il Sacro Romano Impero 239 La rotta di Roncisvalle 240 La situazione politica in Italia e in Europa 241 L amministrazione delle ville imperiali 245 La grande fiera di Saint-Denis 247 La legislazione monetaria di Carlo Magno 248 SINTESI 249 ATTIVITÀ 250 5

6 Indice Contenuti Approfondimenti Geostoria 12 Il crollo dell Impero carolingio e la società feudale La fine dell Impero carolingio Gli elementi fondamentali La Costituzione dei feudi 257 del feudalesimo 256 L immunità La società feudale 259 La teoria dei tre ordini 259 Gli emarginati nella società feudale 260 La vita in un castello feudale La cavalleria 263 Il cavaliere ribelle 264 Il rituale dell investitura 266 SINTESI 267 ATTIVITÀ La ricostituzione dell Impero e la casa di Sassonia Le grandi invasioni e le imprese I Normanni assediano Parigi 273 Il commercio di prodotti agricoli 288 di Normanni, Ungari e Saraceni 272 Un incursione ungara nel regno italico 275 Il saccheggio dell abbazia di Farfa 276 Gli effetti delle grandi invasioni La ricostituzione dell Impero Il Privilegium Othonis e l elezione del papa 279 con la casa di Sassonia 278 L investitura di un vescovo-conte 281 Gli ideali politici di Ottone III 283 Ottone III contesta la Donazione di Costantino 284 L Europa dell anno Mille 286 SINTESI 287 ATTIVITÀ 294 CITTADINANZA La concezione del lavoro 290 CITTADINANZA L evoluzione dell economia 292 Laboratorio per concludere 296 SEZIONE III Le civiltà lontane dall Europa 14 Le civiltà fluviali di India e Cina La civiltà fluviale dell India 306 L Indo, il Gange e le antiche civiltà indiane 307 Natura e questioni ambientali Società, religione e cultura La dottrina di Buddha 308 nella Valle dell Indo 308 Rama supera la prova dell arco La civiltà fluviale della Cina 311 I fiumi della Cina e la civiltà del miglio e del riso 311 6

7 Indice Contenuti Approfondimenti Geostoria 4. Società, economia e cultura in Cina 312 La dottrina di Confucio 313 SINTESI 315 ATTIVITÀ Le civiltà precolombiane Le prime tre fasi storiche e gli Olmechi 322 La Venta 323 La geografia della povertà La fase classica: i Maya 324 Chichén Itzá La fase post-classica: Toltechi, Il gioco della palla 327 Aztechi e Inca La cultura delle civiltà precolombiane 328 Gli Inca, chi erano? Aspetti delle civiltà precolombiane 331 La società Inca 331 La descrizione dei sacrifici aztechi 333 La civiltà del mais 334 SINTESI 335 ATTIVITÀ 343 CITTADINANZA Pace e organizzazioni internazionali 338 Geografia Laboratorio per cominciare 346 Contenuti Approfondimenti Geostoria 1 Popoli, Stati e organismi sovranazionali Razze, etnie e popoli: qual è la differenza? 352 Popoli, etnie e minoranze 353 Gerusalemme, città sacra a tre religioni Gli Stati nazionali 354 Le forme di Stato e di governo 354 Lo Stato e la cittadinanza in Italia Le lingue 358 Le lingue nascono e muoiono Le religioni più diffuse nel mondo 360 Le religioni e la natura I conflitti e le guerre 362 Che cos è il terrorismo L Organizzazione delle Nazioni Unite 364 L ONU e i diritti umani 364 Forze armate per la pace Altre organizzazioni internazionali 366 Le organizzazioni non governative 367 Profughi e rifugiati: chi se ne occupa? 368 SINTESI 369 ATTIVITÀ 372 7

8 Indice Contenuti Approfondimenti Geostoria 2 Il mondo globale Che cos è la globalizzazione 376 Le imprese multinazionali e la delocalizzazione 375 Le tre rivoluzioni industriali L economia oggi 378 Il debito pubblico americano e il risparmio cinese Gli squilibri: di sviluppo, sociali Le discriminazioni di genere nei Paesi e di genere 380 in via di sviluppo Gli squilibri mondiali 382 Che cos è il microcredito 386 SINTESI 387 ATTIVITÀ Le risorse e l ambiente Il bisogno di energia 394 Il pensiero neomalthusiano e la decrescita 395 Le fonti di energia nel tempo Che cosa sono le risorse naturali 396 La rotazione delle colture 396 La guerra del Coltan L acqua una risorsa sempre più contesa Gli idrocarburi muovono il mondo 400 Le grandi crisi petrolifere 400 Il metano, la Russia, l Ucraina Il nucleare 402 I gradini della scala INES 402 Il nucleare non ha futuro Le altre risorse energetiche L inquinamento La perdita della biodiversità 409 Lo sviluppo sostenibile 409 L impatto dell uomo sull ambiente 410 SINTESI 411 ATTIVITÀ Asia: il territorio e la popolazione Le caratteristiche del territorio 418 L arcipelago delle Filippine 419 Israele e i palestinesi I climi e gli ambienti naturali 420 La distruzione delle foreste Grandi civiltà, importanti religioni L evoluzione della Cina 423 e sanguinosi conflitti Le dinamiche demografiche e i caratteri culturali Lo sviluppo economico e umano 428 L agricoltura e le risorse naturali Le grandi regioni dell Asia 430 La situazione dell Afghanistan 431 La Cina più piccola 433 Le città islamiche 434 SINTESI 435 ATTIVITÀ 438 8

9 Indice Contenuti Approfondimenti Geostoria 5 Africa: il territorio e la popolazione Le caratteristiche del territorio 442 I paesaggi del Sahara 443 Ruanda e Burundi: una storia tragica I climi e gli ambienti naturali 444 L avanzata del deserto Un continente segnato dal colonialismo Le dinamiche demografiche e i caratteri culturali Lo sviluppo economico e umano 452 Le risorse e le attività Le grandi regioni dell Africa 454 SINTESI 457 ATTIVITÀ America: il territorio e la popolazione Le caratteristiche del territorio 464 L isola più grande del mondo 467 Gli americani prima di Colombo I climi e gli ambienti naturali Dalle civiltà precolombiane a oggi 470 I problemi del Sudamerica Le dinamiche demografiche e i caratteri culturali Lo sviluppo economico e umano 476 Le risorse naturali e le attività Le grandi regioni dell America 478 SINTESI 481 ATTIVITÀ Oceania: il territorio e la popolazione Le caratteristiche del territorio 488 Dagli aborigeni a oggi I climi e gli ambienti naturali 489 Una fauna eccezionale Le dinamiche demografiche e i caratteri culturali Lo sviluppo economico e umano Le grandi regioni dell Oceania 493 SINTESI 495 ATTIVITÀ 498 FOCUS Stati e popoli: i casi di Taiwan e dei curdi 356 FOCUS L Indice di Sviluppo Umano 384 FOCUS La raccolta differenziata 406 FOCUS Gli insediamenti in Asia 426 FOCUS Gli insediamenti in Africa 450 FOCUS Gli insediamenti in America 474 Laboratorio per concludere 500 9

10 SEZIONE I Roma dalla Repubblica alla fine dell Impero UNITÀ 1 Roma alla conquista del Mediterraneo p La crisi sociale e la fine della Repubblica p Augusto e i suoi successori: l affermazione del principato p L apogeo e la crisi dell Impero romano p La nascita e la diffusione del Cristianesimo p La crisi e il crollo dell Impero romano d Occidente p. 108

11 Roma alla conquista del Mediterraneo 1OBIETTIVI COGNITIVI I resti del tempio romano di Liber Pater (il dio Libero) a Sabratha, sulle coste della Libia. Studieremo: le guerre tra Roma e Cartagine e la conquista romana della Grecia l organizzazione politica dei territori conquistati le trasformazioni dell economia e della società romana conseguenti all espansione nel Mediterraneo l influenza della cultura greca sulla civiltà romana OBIETTIVI METODOLOGICI Apprenderemo a: consultare e interpretare carte storiche e linee del tempo usare diverse tipologie di fonti ed esaminare criticamente i testi degli storici antichi approfondire le cause che portarono al conflitto tra Roma e Cartagine approfondire il concetto di imperialismo romano OBIETTIVI ESPRESSIVI Impareremo il significato di: imperialismo indennità (di guerra) trionfo provincia distretto romanizzazione equites pubblicano appalto villa manodopera servile I tempi Il tema centrale di questa unità è l espansione di Roma nel Mediterraneo. Lo scontro tra Roma e Cartagine, la potente città fenicia, divenne inevitabile quando Roma, completata la conquista della penisola italica, pretese di dominare tutte le più importanti rotte commerciali mediterranee. Il conflitto, iniziato nel 264 a.c., durò più di cento anni e si concluse con la totale distruzione di Cartagine. Nel frattempo Roma si volse anche alla conquista della Macedonia, della Grecia e del Vicino Oriente, rivelando definitivamente il carattere imperialistico della sua espansione, che la portò, nei secoli successivi, a dominare su gran parte del mondo allora conosciuto. LA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO NEL MONDO 290 a.c. Euclide scrive gli Elementi di geometria 278 a.c. Pirro, re dell Epiro, interviene in Sicilia a fianco delle città greche contro Cartagine 282 a.c. In Asia Minore si forma il regno di Pergamo con la dinastia degli Attalidi a.c. Prima guerra punica. Roma si impossessa di Sicilia, Sardegna e Corsica 260 a.c. ca. Roma allestisce la prima flotta militare 250 a.c. In Medio Oriente nasce il regno dei Parti 241 a.c. Inizia la costruzione della via Aurelia 236 a.c. In India inizia il declino dell impero maurya 14 UNITÀ 1 Roma alla conquista del Mediterraneo

12 I luoghi Conquistata la penisola italica, Roma si affacciò sul Mediterraneo come nuova potenza militare e commerciale, scontrandosi subito con Cartagine (264 a.c.), allora dominatrice delle più importanti rotte commerciali. Al termine delle tre guerre puniche, tutte le popolazioni che abitavano lungo le coste del Mediterraneo occidentale caddero sotto il dominio di Roma. I Romani si impadronirono della Sicilia, della Sardegna, della Spagna e dei possedimenti cartaginesi in Africa, che divenne provincia romana (146 a.c.). Intorno al 200 a.c. Roma si vol se anche verso il Mediterraneo orientale, dove lottavano per il predominio la Macedonia, la Siria e l Egitto. La Siria venne duramente sconfitta, mentre la Macedonia fu addirittura smembrata in quattro parti, tutte sotto il controllo di Roma. La Macedonia divenne provincia romana nel 148 a.c.; due anni più tardi anche la Grecia perse definitivamente l indipendenza, dopo una rivolta stroncata nel sangue. Le fonti a.c. Roma conquista l Italia settentrionale e si espande in Illiria 218 a.c. La Lex Claudia vieta le attività mercantili all aristocrazia senatoria a.c. Seconda guerra punica. Discesa di Annibale in Italia. Vittoria di Scipione l Africano a Zama (Africa) a.c. Guerra contro Filippo V, re di Macedonia Roma inizia lo sfruttamento sistematico dei territori conquistati. In Italia si formano i grandi latifondi a.c. Guerra contro Antioco III, re di Siria 180 a.c. ca. Catone il Censore difende le tradizioni romane contro il filellenismo del circolo degli Scipioni a.c. Guerra contro Perseo, re di Macedonia 167 a.c. I cittadini romani sono esentati dal pagamento delle tasse a.c. Terza guerra punica. Distruzione di Cartagine. Nasce la provincia d Africa 146 a.c. Distruzione di Corinto. La Grecia diventa provincia romana 133 a.c. Distruzione di Numanzia. La Spagna diventa provincia romana 129 a.c. Il regno di Pergamo diventa provincia d Asia 109 a.c. Costruzione del ponte Milvio a Roma 214 a.c. In Cina inizia la costruzione della Grande Muraglia 188 a.c. Viene scolpita la Nike di Samotracia 142 a.c. Mitridate I, re dei Parti, conquista la Mesopotamia Roma alla conquista del Mediterraneo UNITÀ 1 15

13 753 a.c. 509 a.c. 264 a.c. - Inizio della 25 anni Fondazione di Roma Inizio della Repubblica prima guerra punica 1. Roma contro Cartagine: la prima guerra punica Cartagine Antica colonia fenicia, fondata presumibilmente nell 813 a.c. sulle coste settentrionali dell Africa, vicino all odierna Tunisi, Cartagine occupava una posizione chiave nel Mediterraneo. A partire dalla metà del VII secolo a.c. aveva esteso la propria influenza politica e commerciale sull Africa settentrionale, su parte della Spagna, sulle isole Baleari, sulla Sardegna, sulla Corsica e su quasi tutta la Sicilia. Protagonista di un vero e proprio imperialismo marittimo, per secoli Cartagine fu padrona incontrastata delle rotte mercantili e dei traffici per mare nel bacino occidentale del Mediterraneo. Ai suoi due porti giungevano, dal mare o dall entroterra, l oro dal Marocco, l argento dalla Spagna, l avorio e gli schiavi dall Africa centrale; queste merci e i prodotti dell artigianato cartaginese (tessuti di porpora, gioielli, vasellame pregiato e comune, armi), trasportati dalla flotta mercantile in tutto il Mediterraneo, costituivano la base della ricchezza di Cartagine. Il regime politico era oligarchico: la città era governata da due magistrati, i suffeti, eletti annualmente e sottoposti al controllo del Senato. La potenza di Cartagine si reggeva sulla flotta, dove l elemento cittadino era ben rappresentato, a differenza dell esercito, per lo più composto da truppe mercenarie, comandate però da generali cartaginesi. I rapporti con Roma e le altre potenze Fino al IV secolo a.c. Cartagine aveva mantenuto rapporti diversi con le altre potenze dell area mediterranea: per contenere l espansionismo dei Greci si era alleata con gli Etruschi, ai quali però in seguito aveva sottratto la Corsica; era sempre stata fiera avversaria delle città della Magna Grecia; aveva invece intrattenuto relazioni amichevoli e pacifiche con Roma. L espansione romana nella parte meridionale della penisola mutò la situazione: gli interessi di Roma si proiettarono infatti sulla scena politica e commerciale del Mediterraneo e il conflitto con Cartagine divenne inevitabile. Lo scontro tra le due potenze si accese nella prima metà del III secolo a.c. in Sicilia, diventata terra di confine tra le rispettive aree di influenza. n Sopra i resti punici nel quartiere di Byrsa, dove sorgeva l acropoli di Cartagine. Sotto la ricostruzione di J.M. Gassend della collina di Byrsa e del porto circolare di Cartagine al tempo del suo massimo splendore (III-II secolo a.c.). La pressione di Roma Da secoli il possesso della Sicilia era conteso tra Cartagine e le colonie greche. Le città di Siracusa e Messina si erano rese indipendenti, ma in seguito Messina fu occu- 16 UNITÀ 1 Roma alla conquista del Mediterraneo

14 146 a.c. Distruzione di Cartagine 133 a.c. - Conquista della Spagna 30 a.c. Inizio del principato a.c. d.c. pata da una banda di mercenari campani, che si definivano Mamertini (cioè figli di Marte, il dio della guerra). Attaccati da Siracusa, i Mamertini si rivolsero prima ai Cartaginesi e poi ai Romani, offrendo la propria sudditanza in cambio di aiuto. A Roma, nel Senato e nei comizi si discusse molto su questa richiesta, perché l intervento in Sicilia avrebbe comportato inevitabilmente la guerra con Cartagine. Infine, nel 264 a.c. vennero inviate nell isola due legioni e, con una campagna lunga e dispendiosa, furono occupate Messina, Siracusa e Agrigento. I Cartaginesi si asserragliarono nelle loro piazzeforti all estremità nordoccidentale dell isola, inespugnabili perché ben rifornite via mare. L allestimento della flotta Roma si rese ben presto conto che, senza il controllo del mare, la conquista territoriale valeva ben poco. Con una grande mobilitazione di energie, e con i consigli degli alleati italici, esperti di mare, i Romani allestirono in breve la loro prima flotta militare. Non abituati a combattere per mare, dotarono le navi di ponti mobili, i corvi [A], che terminavano con uncini, i rostri: potevano così abbordare e agganciare le navi nemiche e lanciare poi i legionari all assalto, come in un combattimento sulla terraferma. r La prima guerra punica e i domini di Cartagine e di Roma alla metà del III secolo a.c. r Per celebrare la vittoria di Milazzo, i Romani eressero questa colonna oggi conservata al Museo della Civiltà Romana di Roma, decorata con i rostri e le ancore delle navi cartaginesi sconfitte. Prima del conflitto con Cartagine i Romani non avevano mai combattuto sul mare. Quando decisero di allestire una flotta militare per sottrarre ai nemici il dominio marittimo, dovettero rapidamente costruire navi da guerra in grado di contrapporsi a quelle cartaginesi, e addestrare un gran numero di rematori. Occorreva però affrontare due gravi problemi: i Romani non avevano comandanti in grado di ordinare le rapide manovre richieste dalle navi in battaglia; i legionari non potevano essere trasformati da un giorno all altro in marinai-soldati. I Romani adottarono allora un espediente affinché i legionari potessero trovare in una battaglia navale qualche somiglianza con uno scontro sulla terraferma: inventarono degli strumenti che poi furono detti corvi. Così li descrive lo storico Polibio: «La loro struttura era questa: era piantato verticalmente sulla prua un palo rotondo lungo quattro orgie [unità di misura equivalente a sei piedi] e dallo spessore di tre palmi e alla sua sommità era attaccata una carrucola. Una scala fatta di tavole trasversali, inchiodate insieme in modo da formare un tavolato largo quattro piedi e lungo sei orgie, per mezzo di un foro oblungo girava intorno al palo. All estremità era stato adattato una specie di pestello di ferro a punta, fornito al vertice di un anello In questo anello era stata legata una corda con la quale, in caso di abbordaggio, si alzavano i corvi per mezzo della carrucola, e poi si lasciavano cadere sulla tolda delle navi avversarie. Quando i corvi avevano unito insieme le navi, i Romani saltavano sulla nave nemica». I corvi, l arma segreta dei Romani B Roma alla conquista del Mediterraneo UNITÀ 1 17

15 753 a.c. 509 a.c. 264 a.c. - Inizio della 25 anni Fondazione di Roma Inizio della Repubblica prima guerra punica Indennità In generale, il risarcimento in denaro per un danno che si è arrecato a qualcuno. In relazione a una guerra, il pagamento che lo Stato vincitore impone allo sconfitto come rimborso per le spese militari sostenute. f Una nave da guerra romana. I soldati sul ponte, armati di scudi e lance, sono pronti all assalto non appena il corvo verrà agganciato alla nave avversaria. Nel 260 a.c. le due flotte si scontrarono al largo di Milazzo e i Romani ottennero un importante vittoria. Iniziò così la prima guerra punica (da Poeni, nome latino dei Cartaginesi). Le sorti alterne della guerra Per colpire al cuore Cartagine, Roma tornò tuttavia alla strategia della quale si sentiva più sicura: un attacco ter- restre condotto sul territorio nemico. Nel 256 a.c. un corpo di spedizione guidato dal console Attilio Regolo approdò in Africa. I primi scontri furono favorevoli ai Romani, ma nella battaglia decisiva, non distante da Cartagine, l esercito di Attilio Regolo subì una disfatta totale. Teatro del conflitto tornò a essere la Sicilia. Si trattava ormai di un estenuante guerra di logoramento dalle fortune alterne, che consumò ingentissime risorse finanziarie, materiali e umane. Nelle due città si faceva sempre più strada la tendenza a cercare una pace di compromesso. Roma, però, con uno sforzo finanziario estremo costruì una nuova flotta e nel 241 a.c. riportò la vittoria decisiva presso le isole Egadi. Cartagine dovette sottoscrivere condizioni di pace durissime, con le quali rinunciava alla Sicilia, restituiva i prigionieri senza riscatto e pagava una forte indennità di guerra. r Il combattimento tra un guerriero gallo e un cavaliere romano. 2. La seconda guerra punica e la conquista dell Italia settentrionale e dell Illiria Lo scontro con i Galli Il 241 a.c. segnò una svolta profonda nella politica romana: le casse pubbliche tornarono a riempirsi, non solo per l indennità di guerra pagata dai Cartaginesi, ma anche per i tributi riscossi nei territori conquistati e per l apertura di nuovi mercati. Inoltre Roma strappò la Corsica e la Sardegna ai Cartaginesi. Nel 232 a.c. le terre del Piceno, sull Adriatico conquistate al termine della terza guerra sannitica, confinanti con i territori dei Galli, vennero distribuite fra i cittadini poveri di Roma. Forse in conseguenza di questo fatto, i Galli, stanziati nell Italia settentrionale, ripresero le ostilità e un loro esercito marciò verso sud. Roma e i suoi alleati misero rapidamente insieme un esercito di soldati, un numero enorme per quei tempi, che sconfisse gli invasori in Etruria e quindi nella valle del Po, a Casteggio (222 a.c.). Nel giro di tre anni l intera Italia settentrionale cadde sotto il controllo di Roma, che fondò le colonie fortificate di Piacenza, Cremona e Modena. Quasi negli stessi anni Roma si volse contro l Illiria, il regno fondato sulle coste orientali dell Adriatico dal popolo indoeuropeo degli Illiri, che sconfisse in una serie di campagne militari tra il 229 e 219 a.c. L Illiria divenne definitivamente tributaria di Roma nel 167 a.c. La nuova ricchezza di Cartagine I Punici avevano subito un colpo durissimo dalla guerra contro Roma, ma non erano stati annientati. Per ripagarsi della perdita della Sicilia, nel 237 a.c. il condottiero Amilcare Barca venne inviato in Spagna. Empori commerciali cartaginesi esistevano da secoli sulle coste iberiche, ma questa volta Amilcare costituì un vero e proprio Stato territoriale, le cui ricchezze consentirono a Cartagine il pagamento dell indennità di guerra ai Romani, un eccezionale ripresa economica e quindi il riarmo. 18 UNITÀ 1 Roma alla conquista del Mediterraneo

16 146 a.c. Distruzione di Cartagine 133 a.c. - Conquista della Spagna 30 a.c. Inizio del principato a.c. d.c. La prima fase della guerra Il figlio di Amilcare, Annibale, nel 221 a.c. divenne il comandante di un esercito piccolo, ma assai preparato, che credeva ciecamente in lui [ DOC. ]. Il giovane condottiero voleva riscattare la sconfitta cartaginese battendo Roma sul terreno che essa preferiva: la guerra di terra. Per riuscirvi progettò di calare in Italia, valicando i Pirenei e le Alpi, e di fomentare la rivolta dei popoli italici contro Roma, presentandosi come loro liberatore. La pace tra Roma e Cartagine aveva stabilito che il fiume Ebro facesse da confine alle rispettive zone di influenza in Spagna. Nel 219 a.c. Annibale espugnò Sagunto, città che si trovava nell area cartaginese, ma alleata dei Romani, creando così il pretesto per la seconda guerra punica. Dopo alcune indecisioni nella primavera del 218 a.c. Roma inviò un esercito verso la Spagna, ma nel frattempo Annibale si era già messo in marcia verso le Alpi con un esercito di fanti, 9000 cavalieri e 37 elefanti. Annibale agì con grande rapidità: a marce forzate passò l Ebro, i Pirenei, la Gallia, in due settimane valicò le Alpi e nell autunno del 218 a.c., con meno della metà dell esercito con cui era partito, giunse nella Pianura Padana, dove i Galli si unirono a lui. Entro l anno inflisse due gravi sconfitte ai Romani sul Ticino e sulla Trebbia e si impadronì di tutta la zona, tranne Cremona e Piacenza. Nella primavera del 217 a.c. attraversò l Appennino e distrusse un altro esercito romano presso il lago Trasimeno. La disfatta di Canne Il susseguirsi delle vittorie di Annibale suscitò profonda impressione e paura a Roma. Il Senato nominò dittatore Quinto Fabio Massimo, chiamato poi il temporeggiatore per la tattica che scelse: evitò infatti scontri diretti con il nemico e cercò di indebolirlo con una serie di scaramucce. DOCUMENTO Annibale, ritratto da Tito Livio Annibale aveva nove anni quando partì da Cartagine alla volta della Spagna con il padre Amilcare, e ventisei quando, nel 221 a.c., i soldati lo acclamarono comandante. Nei due anni successivi completò la conquista della Spagna A nnibale, mandato in Spagna, al suo primo giungere attrasse le simpatie di tutto l esercito; i veterani credevano che fosse stato a loro restituito Amilcare giovane, scorgendo in lui la stessa energia nel volto e la stessa fierezza negli occhi, nella fisionomia e nei lineamenti del viso. Dopo breve tempo, tuttavia, accadde che l immagine del padre che era in lui divenne la causa meno importante perché gli si conciliasse il favore dei soldati. Una stessa natura non fu mai più adatta a due opposte cose: all obbedire e al comandare. Pertanto non avresti potuto facilmente giudicare se egli fosse più caro al comandante o all esercito Massima era la sua audacia nell affrontare i pericoli, mas sima la sua prudenza negli stessi frangenti, da nessun disagio il suo corpo poteva essere affaticato, né il suo coraggio poteva esa sud dell Ebro. A quel punto decise che era tempo di affrontare e sconfiggere i Romani. Il ritratto che lo storico latino Tito Livio ci presenta di Annibale è ambivalente: da un lato evidenzia con ammirazione le eccezionali doti fisiche e intellettuali del grande condottiero cartaginese, dall altro vuole però sminuirne la figura morale, attribuendogli una serie di requisiti negativi. L arrivo di Annibale in Italia raffigurato in un dipinto del Cinquecento. sere vinto. Sopportava parimenti il caldo e il freddo; la misura dei cibi e delle bevande era determinata dal desiderio naturale, non dal piacere; né di giorno né di notte vi erano per lui ore fisse per il sonno e per la veglia Molti scorsero spesso Annibale che giaceva in terra avvolto nel mantello militare, in mezzo alle sentinelle e ai posti di guardia dei soldati Tuttavia, grandissimi vizi pareggiavano virtù così grandi: una feroce crudeltà, una malafede più che cartaginese, una continua menzogna, nessun rispetto per la religione, nessun timore degli dèi, lo spregio? RISPONDI del giuramento, la mancanza di ogni scrupolo. (Tito Livio, Ab urbe condita libri, libro XXI, 4, Zanichelli, Bologna 1966) Quando Annibale giunge in Spagna nel 221 a.c. quale personaggio rivedono in lui i veterani? Elenca le doti e i difetti che Livio attribuisce ad Annibale. Per quale motivo Livio disse di Annibale: non avresti potuto facilmente giudicare se egli fosse più caro al comandante o all esercito? Quale comandante romano si oppose fieramente ad Annibale e con quale tecnica lo vinse? Roma alla conquista del Mediterraneo UNITÀ 1 19

17 753 a.c. 509 a.c. 264 a.c. - Inizio della 25 anni Fondazione di Roma Inizio della Repubblica prima guerra punica Trionfo Cerimonia solenne tributata dal Senato al comandante che concludeva con pieno successo una guerra (nell età imperiale spetterà solo all imperatore). Il trionfatore, su una quadriga tirata da cavalli bianchi, incoronato di alloro, con le vesti e gli attributi di Giove Capitolino, sfilava con le sue truppe in un tripudio di folla, preceduto dai senatori e dai magistrati, dal bottino di guerra, dai prigionieri in catene. Il corteo terminava al Campidoglio con un solenne sacrificio a Giove. n Sopra statuetta di cavaliere punico. La superiorità tattica di Annibale consisteva nell abilità con cui utilizzava la cavalleria e nella capacità di scegliere e usare il terreno, teatro delle battaglie campali. f La cartina mostra la seconda guerra punica e i domini di Roma e Cartagine alla fine del III secolo a.c. Alla scadenza del suo mandato prevalse però di nuovo la linea di chi voleva affrontare i Cartaginesi in campo aperto. Nella primavera del 216 a.c. i consoli Lucio Emilio Paolo e Marco Terenzio Varrone guidarono i loro soldati in Puglia, dove si trovava Annibale, e a Canne (vicino a Barletta) fu combattuta la più grande e sanguinosa battaglia della Roma repubblicana. Annibale inflisse ai Romani una totale disfatta. La situazione di Roma appariva disperata, ma Annibale esitò a marciare subito contro la città. Gli mancarono inoltre i rinforzi cartaginesi su cui contava: la flotta romana controllava infatti il Tirreno e l Adriatico, impedendo l arrivo di uomini e di mezzi dal mare. La maggior parte dei popoli italici rimase fedele a Roma e rispose all appello del Senato alla resistenza a oltranza. Nel 211 a.c. Siracusa e Capua, che si erano alleate con Annibale, vennero riconquistate dai Romani. Annibale si trovò così in un certo senso intrappolato in Italia, incapace di condurre l azione decisiva che raccogliesse i frutti della sua vittoria a Canne. La controffensiva e la vittoria di Roma Mentre Annibale era bloccato in Italia meridionale, Roma concentrò la controffensiva in Spagna. Il comando delle operazioni venne affidato nel 210 a.c. al giovane Publio Cornelio Scipione, che sconfisse ripetutamente i Cartaginesi, costringendoli a reimbarcarsi per l Africa ( a.c.). Una parte dell esercito nemico guidato da Asdrubale, fratello di Annibale, riuscì a dirigersi verso l Italia, ma venne battuto presso il fiume Metauro (nelle Marche) nel 207 a.c., prima che si congiungesse con Annibale. Tale situazione consentì ai Romani di portare la guerra in Africa, come cinquant anni prima. Anche questa campagna venne affidata a Scipione, che nel 204 a.c. sbarcò in Africa con un esercito fornito in gran parte dagli alleati italici. Scipione si dimostrò abile come politico, oltre che come condottiero, assicurandosi l importante appoggio di Massinissa, re dei Numidi. Le prime vittorie romane costrinsero Cartagine a richiamare in patria Annibale (203 a.c.), che abbandonò l Italia, dove si trovava da più di quindici anni. I due comandanti si affrontarono vicino a Zama nella primavera del 202 a.c. e la vittoria di Scipione fu netta. Gli venne attribuito il soprannome di Africano e, per i suoi meriti, il Senato gli decretò il trionfo. Cartagine dovette accettare durissime condizioni di pace: perse ogni possedimento fuori dall Africa, si vide raddoppiare la precedente indennità di guerra e da quel momento dovette chiedere il consenso di Roma anche per condurre guerre sul suolo africano. Da grande potenza Cartagine fu ridotta a una posizione di subalternità a Roma. 20 UNITÀ 1 Roma alla conquista del Mediterraneo

18 146 a.c. Distruzione di Cartagine 133 a.c. - Conquista della Spagna 30 a.c. Inizio del principato a.c. d.c. Due schiavi con il loro padrone. LETTURA La schiavitù a Roma Lo studioso Ugo Enrico Paoli analizza il fenomeno sociale ed economico della schiavitù a Roma. Senza diritti, gli schiavi L agiatezza, di cui i Romani godevano sin dagli ultimi secoli della Repubblica, e la solidità della loro economia sociale, erano, in massima parte, il risultato di una sapiente organizzazione del lavoro degli schiavi, il cui nume ro andò progressivamente crescendo, mentre se ne perfezionava l ordinamento e l uso. Gli schiavi nel mondo antico non scarseggiavano: oltre agli schiavi per nascita, c erano i liberi che diveni- avevano però condizioni di vita diverse. In campagna lavoravano con orari massacranti, una disciplina molto rigida e rari rapporti con il padrone. Nelle case di città agli schiavi venivano assegnati sia compiti domestici, sia di gestione degli affari del padrone, con il quale avevano vano servi, prigionieri catturati in guerra, bambini rapiti ed allevati da pirati, gente condannata alla perdita della libertà personale per qualche reato. Con la cresciuta potenza di Roma, gli schiavi vi cominciarono ad affluire in numero sempre maggiore, da tutte le parti del mondo e da tutti i mercati; schiavi d ambo i sessi, dalle attitudini più svariate Tutti, sotto la sorveglianza degli Edili, erano messi in vendita nel Foro, o nelle botte- Due servitori in processione, dal rilievo di un altare votivo. rapporti frequenti e spesso instauravano legami affettivi. Lo schiavo poteva affrancarsi, ovvero liberarsi dal padrone, e diventare liberto. Non essendo nato libero, il liberto non poteva accedere alle cariche pubbliche, qualunque fosse il suo patrimonio. ghe, da mercanti scaltri e privi di scrupoli, che li esponevano con tanto di cartello appeso al collo, contenente tutte le indicazioni utili al compratore Tanta gente non era certo tutta impegnata nel servizio personale del padrone; la maggior parte degli schiavi era adibita alla coltivazione dei latifondi e al lavoro nelle miniere e nelle diverse industrie. In campagna dipendevano dal fattore (villicus), assistito da un certo numero di impiegati Un banchetto romano: a sinistra i servitori, a destra tre commensali davanti alla tavola imbandita, particolare di un rilievo del II secolo a.c. (magistri officiorum) e da un contabile (actor); nella casa dipendevano direttamente dal padrone, quando non erano agli ordini di un procurator, schiavo o libero, posto a capo di tutta l amministrazione. Il diritto romano catalogava gli schiavi fra le cose (res); e come cose essi soggiacevano, senza possibilità di controllo o di difesa, allo sconfinato arbitrio dei padroni; questi potevano punirli col metterli in catene, col condannarli a durissimi lavori, con la fustigazione, con la tortura e con la morte, senza doverne ren dere conto ad alcuno. Il padrone inutilmente crudele con gli schiavi, però, oltre a essere segnato a dito come malvagio, poteva con provvedimento di polizia essere mandato al confino. La condizione giuridica dello schiavo portava come conseguenza che egli, oltre ad essere giuridicamente indifeso contro i maltratta- La cerimonia di emancipazione di uno schiavo, che diventava così un liberto. menti del padrone, non poteva possedere beni, né contrarre legittime nozze; ma, con l andare del tempo, gli si permise di metter da parte coi suoi risparmi un peculium che, aumentando, poteva un giorno permettergli di comprarsi la libertà; e gli si consentì di scegliersi fra le schiave una compagna, in una speciale forma di matrimonio servile chiamata contubernium. La servitù era uno stato doloroso, ma non irrimediabile: lo schiavo poteva recuperare la sua libertà con la manumissio. A cominciare dal primo secolo dell Impero si iniziò a porre qualche limite al potere dei padroni sugli schiavi; ma l abolizione generale della servitù si ebbe soltanto in seguito, con la caduta dell Impero d Occidente e fu la più grande conquista del Cristianesimo. (U.E. Paoli, Come vivevano i romani, ERI, Torino, 1966)? RISPONDI Gli schiavi erano o diventavano tali nel mondo romano per quali motivi? Dove erano venduti e chi li sorvegliava? Diverse erano le condizioni di vita degli schiavi a seconda delle loro incombenze. Elencale. Quale era la condizione giuridica dello schiavo? Che cos era la contubernium? E la manumissio? Fai un breve parallelismo tra la condizione degli schiavi a Roma e nel mondo ellenistico. Roma alla conquista del Mediterraneo UNITÀ 1 25

19 146 a.c. Distruzione di Cartagine 133 a.c. - Conquista della Spagna 30 a.c. Inizio del principato a.c. d.c. Sintesi UNITÀ 1 Roma alla conquista del Mediterraneo A IMPERIALISMO, p. 23 PROVINCE ROMANE, pp CAVALIERI E LATIFONDISTI, pp. 24 STRADE, p. 28 Roma contro Cartagine La prima guerra punica La conquista dell Italia mette Roma a confronto con Cartagine, che controlla il Mediterraneo occidentale e parte della Sicilia. Proprio in quest isola Roma interviene nel 264 a.c. in un conflitto tra città greche: ne nasce una guerra lunga e logorante, durante la quale i Romani costruiscono una flotta. Le navi vengono dotate di ponti mobili (corvi), provvisti di uncini (rostri) per agganciare le navi nemiche. I Romani riportano quindi vittorie in mare, come a Milazzo nel 260 a.c., pur subendo gravi sconfitte a terra, come in Africa nel 256 a.c., sotto la guida di Attilio Regolo. Dopo la vittoria alle isole Egadi (241 a.c.) i Romani occupano la Sicilia e si appropriano di Corsica e Sardegna. L espansione in Italia e in Illiria Una nuova minaccia viene da nord a opera dei Galli, che però vengono sconfitti dai Romani a Casteggio (222 a.c.) e lasciano la pianura padana aperta alla colonizzazione romana. Roma si volge contro il regno di Illiria (oggi Dalmazia), che sconfigge tra il 229 e il 219 a.c. La seconda guerra punica Cartagine, ripresasi dalla sconfitta anche grazie all occupazione della ricca Spagna (237 a.c.), si espande nella regione occupando Sagunto (219 a.c.), città alleata di Roma. L intervento romano è reso vano dalla manovra di Annibale, il quale entra in Italia (218 a.c.), suscitando contro Roma la ribellione di alcune popolazioni e sconfigge gli eserciti romani in più occasioni, tra cui la disastrosa battaglia di Canne (216 a.c.). La tenuta delle alleanze e le esitazioni di Annibale favoriscono la resistenza dei Romani, che con la battaglia del Metauro (207 a.c.) bloccano l arrivo di rinforzi cartaginesi guidati da Asdrubale e portano la guerra in Africa, sconfiggendo Annibale a Zama (202 a.c.) sotto la guida di Scipione l Africano. La terza guerra punica Nel 149 a.c. i Romani, guidati da Scipione Emiliano, cingono d assedio Cartagine e la radono al suolo. Tra il 142 e il 133 a.c. Scipione conquista anche la Spagna: Roma assume il pieno controllo del Mediterraneo occidentale. L espansione in Oriente Per Roma è ora possibile l espansione territoriale e commerciale verso i regni ellenistici, ma si oppongono i tradizionalisti come Catone il Censore. La prima campagna in Oriente si presenta quindi come difesa preventiva contro Filippo V di Macedonia. Tra il 200 e il 129 a.c., in diverse guerre contro la Macedonia, le città greche e il regno di Siria, Roma conquista l intera Grecia e parte della Siria ed eredita il regno di Pergamo: i territori, come già Africa e Spagna, diventano province romane. Roma dopo le guerra puniche L imperialismo I costi umani e materiali delle guerre spingono Roma, che ora domina un vasto impero, a organizzarne l amministrazione in funzione delle proprie esigenze economiche, sfruttando le risorse delle province (imperialismo). Le province sono governate da magistrati romani, che concedono una certa autonomia, ma impongono pesanti tributi e spesso approfittano del potere per arricchirsi, diffondendo la corruzione. I cavalieri e i latifondi Il dominio territoriale offre nuove occasioni a commercianti, funzionari e affaristi, aumentando numero e peso sociale del ceto dei cavalieri. Le lunghe guerre e la militanza nell esercito provocano invece la rovina di molti piccoli proprietari terrieri, che vendono la terra ai grandi proprietari e ne diventano salariati: si ampliano così i latifondi coltivati da manodopera servile. Le strade L enorme estensione dei territori conquistati esige la costruzione di una fitta rete di vie di comunicazione. In Italia e nelle province vengono costruite ampie strade lastricate in pietra e gli ostacoli naturali vengono superati con ponti e gallerie. Ancora oggi larga parte del sistema viario europeo si basa sui tracciati stabiliti dai Romani. PER NON DIMENTICARE 1. Quali sono gli elementi di forza e di debolezza di Roma nei confronti di Cartagine? 2. Per quali ragioni alcuni a Roma erano favorevoli all espansione in Oriente e altri erano contrari? 3. Quale politica viene messa in atto da Roma nei confronti delle province conquistate? 4. Quali mutamenti economici e sociali determina a Roma la conquista di vasti domini? Roma alla conquista del Mediterraneo UNITÀ 1 29

20 Geografia UNITÀ 1 Popoli, Stati e organismi sovranazionali, p Il mondo globale, p Le risorse e l ambiente, p Asia: il territorio e la popolazione, p Africa: il territorio e la popolazione, p America: il territorio e la popolazione, p Oceania: il territorio e la popolazione, p. 486

21 1Popoli, Stati e organismi sovranazionali La carta mostra gli Stati che aderiscono alle principali organizzazioni internazionali. 1OBIETTIVI COGNITIVI Studieremo: le differenze tra etnie, razze, popoli e Stati i principali caratteri cuturali dei popoli: le lingue e le religioni i conflitti nel mondo le principali organizzazioni internazionali, in particolare l ONU OBIETTIVI METODOLOGICI Apprenderemo a: consultare e interpretare linee del tempo e carte tematiche per collocare correttamente eventi e fenomeni nel tempo e nello spazio utilizzare diversi tipi di fonti (testi, grafici, illustrazioni) individuare nel passato e nelle caratteristiche culturali dei popoli le ragioni di alcuni fenomeni geopolitici attuali OBIETTIVI ESPRESSIVI Impareremo il significato di: etnia razza Popolo (o nazione) Stato unitario Stato regionale Stato federale Commonwealth I tempi Dall inizio dell epoca moderna a oggi i rapporti fra i popoli, distinti per caratteri culturali e luoghi di insediamento, sono stati determinati dalla formazione degli Stati nazionali e dai loro scontri per il predominio regionale, continentale o mondiale. È solo nel XX secolo che si afferma, con la nascita dell ONU e di altri organismi, un tentativo di dare ai rapporti internazionali regole basate sul diritto e non solo sulla forza militare. 350 UNITÀ 1 Popoli, Stati e organismi sovranazionali

22 I luoghi Diversi organismi internazionali sono stati creati per permettere agli Stati di collaborare tra loro allo scopo di diminuire le occasioni di conflitto o di imporre la pace. La loro opera è tanto positiva quanto difficile, frenata dagli interessi nazionali e delle potentissime im prese multinazionali. Fra tutti, l unico organismo a carattere universale è quello delle Nazioni Unite (ONU), che oggi raggruppa quesi tutti gli Stati del mondo. Non ne fanno parte la Città del Vaticano (che ha lo status di osservatore permanente) e la Repubblica della Cina Nazionale (Taiwan), estromessa per far posto alla Repubblica Popolare Cinese. Tra gli osservatori permanenti vi è anche l Autorità Nazionale Palestinese (ANP). LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI Organizzazioni internazionali Unione Europea UA (Unione Africana) OAS (Organizzazione degli Stati americani) CSI (Comunità di Stati Indipendenti) NATO (Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico) NAFTA (Accordo di Libero Scambio dell America del Nord) MERCOSUR (Mercato comune del Cono Sud) Lega Araba OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) ASEAN (Associazione delle nazioni dell Asia del Sud- est) OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) Popoli, Stati e organismi sovranazionali UNITÀ 1 351

23 1. Razze, etnie e popoli: qual è la differenza? I gruppi sociali Gli esseri umani occupano il territorio dando vita a gruppi sociali: le famiglie, le etnie, i popoli, gli Stati, cioè organizzazioni più o meno complesse i cui componenti si riconoscono in determinati bisogni o valori, sono guidati da regole, tradizioni e usi, si sentono legati fra loro da un sentimento di identità. I criteri attraverso i quali ciascuno sceglie di identificarsi cambiano, almeno in parte, nel tempo e nello spazio: in alcune culture, per esempio, l età o il sesso sono importanti nel definire l identità sociale, mentre in altre lo sono il reddito o la politica. più volte nel passato, è stato usato per giustificare l idea che una persona o un gruppo umano siano per natura superiori o inferiori ad altri. Come ha ben spiegato il genetista Cavalli Sforza: Nella nostra specie non esistono razze, perché siamo troppo giovani come specie, non ne abbiamo avuto il tempo. Le grandi differenze sono tra gli individui, mentre quelle tra popolazioni sono una piccola percentuale, per esattezza circa l 11% delle differenze tra uomini. Cose superficiali come la forma del corpo, il colore della pelle... che rispondono a necessità ambientali. Stereotipi Rappresentazioni semplicistiche di un aspetto della realtà sociale, formulate sulla base di impressioni superficiali generalizzate in modo arbitrario. Le razze non esistono In senso biologico, tutti gli uomini appartengono alla stessa specie. Tuttavia esistono gruppi di uomini che si assomigliano tra loro: le persone che da secoli vivono nello stesso luogo sovente hanno gli stessi caratteri fisici visibili, come il colore della pelle, la forma degli occhi, la consistenza e il colore dei capelli, frutto sia delle caratteristiche biologiche sia dell interazione con l ambiente. A partire dal XIX secolo si è provato a classificare i gruppi umani sulla base di un insieme di caratteristiche fisiche e intellettuali (gli stereotipi razziali). Ma il concetto di razza è stato abbandonato poiché dal punto di vista scientifico non ha fondamento (come dimostrato dall analisi genetica) e inoltre, Le etnie Un altro modo di classificare i gruppi umani è quello che ne considera l etnia. Diversamente dal concetto di razza, quello di etnia si basa su una visione dell uomo come un sistema complesso costituito da elementi genetici, fattori ambientali, scelte individuali e collettive. Un gruppo etnico è quindi un insieme di persone che condividono molti aspetti: le caratteristiche fisiche, il territorio di origine, l insieme di nozioni e di comportamenti che danno vita a una cultura, fra cui la lingua e la religione, oltre alla struttura dei legami familiari e sociali. Le etnie sono numerosissime. In Asia si contano centinaia di gruppi etnici, molto differenti tra loro: in Iran, per esempio, convivono persiani, azeri, arabi, pashtun, curdi e altri, nessuno dei quali ha un aspetto fisico o una religione o una lingua simili a quelli che si trovano in Thailandia o in Corea [A P. 353]. I popoli e le nazioni Un altro concetto usato per identificare i gruppi umani è quello di popolo (o nazione): si tratta di una collettività legata a un dato territorio e composta anche da etnie diverse, che si riconosce in una storia e in una cultura condivise, omogenea dal punto di vista linguistico. I membri di un popolo si sottopongono volontariamente a obblighi reciproci di assistenza e solidarietà; si sentono legati l uno all altro e ritengono giusto collaborare per conseguire fini comuni. j Non sempre le caratteristiche visibili sono indicatori seri della distanza genetica fra due popolazioni: per esempio, gli africani hanno in media più materiale genetico in comune con gli europei di quanto non ne abbiano con gli indigeni dell Oceania, nonostante condividano con questi ultimi il colore della pelle. Questo dipende dall influenza che esercitano i fattori ambientali, come l esposizione più o meno diretta alla luce solare. 352 UNITÀ 1 Popoli, Stati e organismi sovranazionali

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