Capitolo II. La forma del valore. 7. La duplice forma in cui si presenta la merce: naturale e di valore.

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1 Capitolo II La forma del valore 7. La duplice forma in cui si presenta la merce: naturale e di valore. I beni nascono come valori d uso: nel loro divenire merci acquisiscono anche un valore (di scambio). La merce si presenta tale perché possiede una duplice forma: forma naturale e forma di valore. La forma di valore che la singola merce possiede, comune a tutte le merci, è la forma di denaro. Per comprendere come si giunge a questa forma l indagine deve essere compiuta a partire dalla più semplice formulazione dell espressione di valore. In altri termini, l indagine procede secondo tale gradualità: forma di valore semplice, forma di valore totale, forma di valore generale, forma di denaro. 8. La forma di valore semplice, singola, cioè accidentale. Siano A e B due singole merci; x e y le rispettive quantità. x A = y B La merce A si trova in forma relativa di valore, la merce B in forma di equivalente. Le due grandezze x A e y B diventano commensurabili solo in quanto si riducono ad espressioni della stessa unità. Ad esempio: 1 auto = 11 stampanti laser; il valore (relativo) dell auto è espresso nel valore d uso della stampante laser (equivalente). In quanto valore d uso l auto è oggetto diverso dalla stampante laser. In che modo essi possono commensurarsi? Qual è l unità a cui vanno ricondotti tali valori d uso diversi perché siano commensurabili? La risposta è: il valore, cioè la quantità di lavoro che ciascuno di essi rappresenta. 9

2 I suddetti valori d uso non possono compararsi secondo la loro forma naturale, ma solo rispetto alla loro forma di valore. Vengono così ridotti entrambi a valore e quindi espressi in termini di quantità di lavoro. E possibile equiparare due date quantità di due beni (di due valori d uso) se esse sono ridotte alla stessa unità di misura, individuata nel tempo di lavoro speso per produrle. Stabilito che la merce si confronta nella sua forma di valore, occorre determinare la quantità di esso, cioè la grandezza di valore: 2 automobili, 30 stampanti laser, 1 televisore, 3 tonnellate di ferro, 1 Kg di mele ecc. La equazione: 1 automobile = 11 stampanti laser, indica il riconoscimento che in una automobile (valore relativo) è spesa la medesima quantità di lavoro che in 11 stampanti laser (valore equivalente). 9. Particolarità della forma di equivalente. Prima particolarità: il valore d uso della merce B -forma naturale della merce equivalente- diventa forma fenomenica del suo opposto, cioè del valore. La x quantità di merce deve necessariamente trovare come equivalente la quantità y di un altra merce, non può riferirsi a se stessa per essere valutata come merce. Dal punto di vista della valutazione della grandezza di valore della merce, non ha senso l espressione 11 stampanti laser = 11 stampanti laser. Ha senso invece esprimere la grandezza di valore delle 11 stampanti laser in termini relativi, cioè in un altra quantità di merce (un auto, un arredo, 7 computer ecc.). Di qui la forma naturale: il valore d uso di un auto diviene ad esempio la forma di valore di 11 stampanti laser. Seconda particolarità: il lavoro concreto diventa forma fenomenica del suo contrario, cioè dell astratto lavoro umano. La merce auto e la merce stampante laser hanno proprietà diverse, soddisfano bisogni diversi; entrambi sono il prodotto di concreto lavoro umano. Nella espressione di valore che stiamo esaminando, questo lavoro umano concreto non si distingue per lo specifico prodotto che genera: una data quantità di tempo di lavoro espressa nell auto si confronta con una data quantità di tempo di lavoro espressa nelle 11 stampanti laser. Tali quantità si eguagliano in quanto espressioni di lavoro astrattamente inteso. 10

3 I valori d uso tra loro diversi, in quanto tali, non sono commensurabili. Per potersi confrontare, due valori d uso diversi devono quindi trovare qualcosa che li accomuni; altrimenti non sono né commensurabili, né scambiabili. Questo elemento comune è dunque il tempo di lavoro speso per produrli. Consideriamo ancora le due merci prese in esame: l auto e la stampante laser. Esse rispondono a due tipi di bisogni distinti, hanno distinte qualità e proprietà, sono depositarie di valori d uso diversi. Per stabilire quanto vale 1 auto in termini di stampanti laser, occorre considerare che l unico elemento comune nelle due merci è il lavoro umano in esse contenuto. Per cui, dopo aver operato la riduzione dal lavoro più complesso a quello più semplice, può emergere ad esempio che un automobile contiene tanto lavoro umano quanto 11 stampanti laser (in ore, giornate ecc.); quindi 1 auto = 11 stampanti laser. Il lavoro umano concreto diventa metro di misura e viene considerato in astratto, nel senso che è il tempo di lavoro ad essere inteso astrattamente, senza considerarlo nella sua concretezza in relazione al valore d uso che genera. Nel momento in cui è stabilita l equivalenza, si confrontano solo tempi di lavoro, non lavori concretamente diversi. Se un auto ha come equivalente 11 stampanti laser, dopo aver operato la riduzione sopra detta dal lavoro complesso al lavoro semplice per rendere omogeneo il confronto, ciò significa che si eguagliano ore di lavoro dell una e della altra merce, ore di lavoro che rappresentano l indistinto e comune metro di misura tra le merci che si confrontano. Terza particolarità: da quanto sopra dimostrato deriva anche che il lavoro privato diviene direttamente sociale, in quanto rende una merce nella società direttamente scambiabile con un altra merce. 10. Il complesso della forma di valore semplice. La merce è valore d uso, è valore: nel momento in cui si pone nel rapporto di scambio il suo valore d uso è valore. Tale affermazione non contrasta con l impostazione iniziale in cui si è affermato che la merce è valore d uso e valore di scambio; come ben precisa Marx essa «non arreca danni ma è utile ad abbreviare» 1. 1 Karl Marx, Il capitale, Libro primo, Sez. I, par. 3A. 11

4 La forma semplice di valore pone in rapporto di scambio una merce soltanto con un singolo genere di merci. La data quantità di merce A si esprime quindi solo in termini della data quantità della merce B; ne deriva che possono aversi tante diverse espressioni semplici di valore quanti generi di merce diverse esistono. Quindi il valore della merce A può esprimersi in termini della merce C, o D o F ecc. 11. Forma di valore totale o sviluppata o sviluppata. Il complesso della forma di valore semplice porta così alla forma di valore totale Essa si presenta nel modo che segue: x merce A = y merce B = z merce C = Ω merce D = α merce E, ecc. Quindi la merce A non è più in rapporto sociale con un singolo genere di merci B, ma col mondo delle merci. Il carattere astratto ed indistinto del lavoro umano, come metro per lo scambio, è adesso esplicito. Il rapporto quantitativo che due proprietari determinano nello scambio nella forma relativa può anche essere casuale; se però si pone la merce in rapporto a tutte le altre merci (così è nella nostra realtà) viene meno la casualità dello scambio. E altrettanto evidente che il valore della merce A rimane sempre lo stesso, qualunque sia la diversa merce in cui esso trova espressione (l equivalente B, C, ecc.). Non è quindi lo scambio che determina la grandezza di valore della merce ma è quest ultima che regola i suoi rapporti di scambio. La forma totale ha tuttavia il difetto di presentarsi come una catena infinita, e quindi come un espressione incompiuta. Quando il proprietario scambia la merce A con più merci (B, C ecc.), i proprietari di queste merci diverse dovranno esprimere i valori delle loro merci C, D ecc. nella stessa merce A. Occorre quindi una forma generale di valore. 12

5 12. La forma generale di valore. Nel momento in cui tutte le merci vengono rapportate ad un forma di valore totale: una merce che funge da equivalente generale. unica merce si ha la 1 stereo = 1 stampante laser = 1 computer = 1 televisore 4 ruote per auto = 2 abiti di lusso = 2 orologi = Il televisore, nell esempio, é l equivalente generale: la merce in cui si esprime il valore di tutte le altre, in forma semplice ed unitariamente. La forma generale di valore è definita da Marx come «l espressione sociale delle merci». 2 Tutti i reali e concreti lavori contenuti nello stereo, nelle ruote ecc. non si differenziano, ma sono riconducibili al lavoro umano astrattamente inteso, comune a ciascuno in quanto indifferenziato dispendio di forza lavorativa. Le quantità di dispendio di forza lavorativa umana, contenute nelle merci in modo indifferenziato, ne eguagliano una quantità della unica merce equivalente. 13. La forma di denaro. Nella forma analizzata nel paragrafo precedente tutte le merci, tranne una (nell esempio il televisore), sono escluse dalla forma generale di equivalente, cioè dalla funzione di equivalente generale. La merce indicata come equivalente generale è a sua volta esclusa dalla forma unitaria (cioè relativa e generale del valore) del mondo delle merci. Si determina così il passaggio dalla forma generale di valore alla forma di denaro, che ben si riassume in questa analisi di Marx : «il genere determinato di merci con la cui forma naturale s è identificata man mano socialmente la forma di equivalente, diviene merce denaro, cioè funziona come denaro» 3. 2 Karl Marx, Il capitale, Libro primo, Sez. I, par. 3C. 3 Karl Marx, Il capitale, Libro primo, Sez. I, par. 3C. 13

6 Il denaro è l equivalente generale di ogni altra merce e come tale accettato dalla società. La funzione sociale specifica del denaro è quella di rappresentare la parte dell equivalente generale nel mondo delle merci. Possiamo così rappresentare il valore nella forma del denaro: 1 stereo = 1 stampante laser = 1 computer = 4 once d oro 4 ruote per auto = 2 abiti di lusso = 2 orologi = La storia ha determinato, in date fasi dello sviluppo economico, la merce denaro ad esempio nel bestiame, nell oro, nell argento. Tali merci sono prima apparse come merce rispetto alle altre merci poi hanno man mano conquistato il monopolio della funzione di denaro Forza produttiva e grandezza di valore. La forza produttiva, come abbiamo visto, è in relazione inversa con la grandezza di valore. Rispetto a tale relazione possono formularsi diverse ipotesi, anche sulla base degli esempi precedenti. 4 Alla merce denaro, successivamente, si è dato un nome monetario (lira, dollaro, marco, franco, sterlina, euro ecc.) quale rappresentazione ideale del valore della merce-denaro (oro o argento) o del valore in generale, indipendente dal suo valore intrinseco (carta moneta). Questo concetto si tratterà in seguito, quando sarà sviluppata l analisi sulla funzione autonoma di rappresentazione ideale del valore acquisita dal denaro. Qui interessa solo evidenziare lo svolgimento del percorso che parte della forma semplice e giunge alla forma di denaro. 14

7 I CASO: cambia il valore dell auto (relativo), in costanza del valore della laser (equivalente). Aumenta la forza produttiva del produttore di auto; cala il valore dell auto (meno tempo di lavoro è speso per produrla); quindi il suo valore relativo (espresso in termini di laser) diminuisce: occorreranno meno laser per equiparare un auto. Si verifica il contrario nel caso di diminuzione della forza produttiva e quindi di aumento del valore dell auto. II CASO: in costanza del valore dell auto (relativo), cambia il valore della laser (equivalente). Aumenta il valore della laser (la merce equivalente) a causa della diminuzione della forza produttiva: quindi il valore relativo dell auto diminuisce. Per equiparare l auto occorreranno meno laser. Il contrario si verifica nel caso di diminuzione del valore dell equivalente. III CASO: cambiano simultaneamente i valori relativo ed equivalente, nel medesimo senso e nella medesima proporzione. In questo caso il rapporto di valore tra le due merci non muta. IV CASO: cambiano simultaneamente i valori relativo ed equivalente, in senso inverso e/o in proporzioni diverse: in tal caso vi sono tante ipotesi di combinazioni quante possibili applicando i casi I-II-III. Come abbiamo visto vi sono nella realtà dei mutamenti nella grandezza di valore di una merce, ogni qualvolta varia la forza produttiva; ma questi cambiamenti reali non si riflettono nella forma relativa in cui si esprime il valore della merce. Infatti pur rimanendo costante il suo valore, una merce può mutare il suo valore relativo, cioè il suo valore espresso in termini di un altra merce. Così come, pur mutando il suo valore, può rimanere costante il suo valore relativo. 15

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