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1 LA CASA DI CIVILE ABITAZIONE DEFINIZIONE 1. Casa che sorge nell ambito degli agglomerati urbani 2. Casa che sorge in aperta campagna ma che non ha le caratteristiche della casa rurale

2 LA CASA DI CIVILE ABITAZIONE Tipologia Entità e uso Tenore della costruzione 1. Case unifamiliari 2. Case plurifamiliari 1. Case di lusso 2. Case signorili 3. Case popolari

3 L IGIENE E LE ABITAZIONI OBIETTIVO Prevenzione di tutti i danni che possono derivare da una vita condotta in ambienti malsani MEZZI Adozione nella tecnica costruttiva di norme dettate dall esperienza e giustificate da rigorose ricerche scientifiche che tendono ad imprimere agli ambienti confinati caratteristiche funzionali non lesive della salute

4 Disposizioni tecnico-legislative Professionisti- progettisti Conoscenze sulle tecnologie Scienza dei materiali Criteri progettuali M 5 luglio 1975 PR 380/2001 (TU sull edilizia) egolamenti edilizi comunali orme:. in difesa del suolo e dell ambiente. centrali sulle acque. in materia urbanistica. sull emissioni in atmosfera. per il contenimento del consumo di energia. sull inquinamento elettromagnetico. sul rumore. sulla sicurezza degli impianti. per la costruzione in zone sismiche 0. tecniche per le costruzioni Contesto economico, sociale e politico SOLUZIONE MIGLIORE

5 cittadino Professionisti- progettisti D.P.R. 380/ un'autocertificazione circa la conformita' del progetto alle norme igienico-sanitariei i it i nel caso in cui il progetto riguardi interventi di edilizia residenziale ovvero la verifica in ordine a tale conformita' non comporti valutazioni tecnico-discrezionali. 1) Permesso di costruire 2. dettagliata relazione a firma di un progettista abilitato e dagli 2) D.I.A. opportuni elaborati progettuali, che asseveri la conformita' delle opere da realizzare agli strumenti urbanistici adottati o approvati ed ai regolamenti edilizi vigenti, nonche' il rispetto delle norme di sicurezza e di quelle igienico-sanitarie Certificato di Sindaco/dirigente

6 Requisiti generali di interesse igienico sanitario delle case di civile abitazione 1. Materiali impiegati 2. Orientamento dei fabbricati 3. Protezione dall umidità 4. Contenimento e allontanamento degli inquinanti interni 5. Adeguata illuminazione naturale e artificiale 6. Dotazioni minime di superfici, altezze, volumi 7. Idonei sistemi di aerazione, ventilazione e condizionamento (se necessari) 8. Risparmio energetico e controllo e riduzione delle emissioni 9. Dotazione di servizi igienici 10.Sicurezza impiantistica 11.Sicurezza antincendio e protezione da scariche atmosferiche (se prevista) 12.Protezione dall inquinamento da rumore 13.Fruibilità delle persone fisicamente impedite 14.Approvvigionamento idrico 15.Scarichi di acque meteoriche, nere e di processo 16.Smaltimento rifiuti 17.Facilità di evacuazione delle persone

7 DECRETO MINISTERIALE SANITA' 5 luglio 1975 Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20 giugno g 1896, relativamente all'altezza minima ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione. Art. 1 L'altezza minima interna utile dei locali adibiti ad abitazione è fissata in m 2,70 riducibili a m 2,40 per i corridoi, i disimpegni in genere, i bagni, i gabinetti ed i ripostigli. Nei comuni montani al di sopra dei m 1000 sul livello del mare può essere consentita, tenuto conto delle condizioni climatiche locali e della locale tipologia edilizia, una riduzione dell'altezza minima dei locali abitabili a m 2,55. Art. 2 Per ogni abitante deve essere assicurata una superficie abitabile non inferiore a mq 14, per i primi 4 abitanti, ed a mq 10, per ciascuno dei successivi. Le stanze da letto debbono avere una superficie minima di mq 9, se per una persona, e di mq 14, se per due persone. Ogni alloggio deve essere dotato di una stanza di soggiorno di almeno mq 14. Le stanze da letto, il soggiorno e la cucina debbono essere provvisti di finestra apribile.

8 DECRETO MINISTERIALE SANITA' 5 luglio 1975 Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20 giugno g 1896, relativamente all'altezza minima ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione. Art. 3 Ferma restando l'altezza minima interna di m 2,70, salvo che per i comuni situati al di sopra dei m sul livello del mare per i quali valgono le misure ridotte già indicate all'art. 1, l'alloggio monostanza, per una persona, deve avere una superficie minima, comprensiva dei servizi, non inferiore a mq 28, e non inferiore amq38 38, seperduepersone persone Art. 4 Gli alloggi debbono essere dotati di impianti di riscaldamento ove le condizioni climatiche lo richiedano. La temperatura di progetto dell'aria interna deve essere compresa tra i 18 C ed i 20 C; deve essere, in effetti, rispondente a tali valori e deve essere uguale in tutti gli ambienti abitati e nei servizi, esclusi i ripostigli. Nelle condizioni di occupazione e di uso degli alloggi, le superfici interne delle parti opache delle pareti non debbono presentare tracce di condensazione permanente.

9 DECRETO MINISTERIALE SANITA' 5 luglio 1975 Modificazioni i i alle istruzioni i i ministeriali i i 20 giugno 1896, relativamente t all'altezza minima ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione. Art. 5 Tutti i locali li degli alloggi, eccettuati ti quelli destinati a servizi i igienici, i i i disimpegni, i i corridoi, vani-scala e ripostigli debbono fruire di illuminazione naturale diretta, adeguata alla destinazione d'uso. Per ciascun locale d'abitazione, l'ampiezza della finestra deve essere proporzionata in modo da assicurare un valore di fattore luce diurna medio non inferiore al 2%, e comunque la superficie finestrata apribile non dovrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento. Per gli edifici compresi nell'ediliziaedilizia pubblica residenziale occorre assicurare, sulla base di quanto sopra disposto e dei risultati e sperimentazioni razionali, l'adozione di dimensioni unificate di finestre e, quindi, dei relativi infissi.

10 DECRETO MINISTERIALE SANITA' 5 luglio 1975 Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20 giugno 1896, relativamente all'altezza minima ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione. Art. 6 Quando le caratteristiche tipologiche degli alloggi diano luogo a condizioni che non consentano di fruire di ventilazione naturale, si dovrà ricorrere alla ventilazione meccanica centralizzata immettendo aria opportunamente captata e con requisiti igienici confacenti. E' comunque da assicurare, in ogni caso, l'aspirazione di fumi, vapori ed esalazioni i nei punti di produzione (cucine, gabinetti, ecc.) prima che si diffondano. Il "posto di cottura", eventualmente annesso al locale di soggiorno, deve comunicare ampiamente con quest'ultimo e deve essere adeguatamente munito di impianto di aspirazione forzata sui fornelli.

11 DECRETO MINISTERIALE SANITA' 5 luglio 1975 Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20 giugno 1896, relativamente all'altezza minima ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione. Art. 7 La stanza da bagno deve essere fornita di apertura all'esterno per il ricambio dell'aria o dotata di impianto di aspirazione meccanica. Nelle stanze da bagno sprovviste di apertura all'esterno è proibita l'installazione di apparecchi a fiamma libera. Per ciascun alloggio, almeno una stanza da bagno deve essere dotata dei seguenti impianti igienici: vaso, bidet, vasca da bagno o doccia, lavabo.

12 DECRETO MINISTERIALE SANITA' 5 luglio 1975 Modificazioni i i alle istruzioni i i ministeriali i i 20 giugno 1896, relativamente t all'altezza minima ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione. Art. 8 I materiali utilizzati per le costruzioni di alloggi e la loro messa in opera debbono garantire un'adeguata protezione acustica agli ambienti per quanto concerne i rumori da calpestio, rumori da traffico, rumori da impianti o apparecchi comunque installati nel fabbricato, rumori o suoni aerei provenienti da alloggi contigui e da locali o spazi destinati a servizi comuni. All'uopo uopo, per una completa osservanza di quanto sopra disposto occorre far riferimento ai lavori ed agli standards consigliati dal Ministero dei lavori pubblici o da altri qualificati organi pubblici. Art. 9 Tutta la parte delle istruzioni ministeriali 20 giugno 1896 incompatibile o, comunque, in contrasto t con le presenti disposizioni i i i deve ritenersi i abrogata.

13 BENESSERE MICROCLIMATICO Per il raggiungimento g del confort microclimatico è necessario in primo luogo mettere in atto tutte quelle misure utili a raggiungere lo stato di benessere in modo naturale contribuendo così anche ad un apprezzabile risparmio energetico ed in particolare: 1. Collocazione dell edificio nel territorio rispetto al soleggiamento e alla ventosità 2. Buon isolamento, in opera, delle pareti e delle superfici che si affacciano all esterno 3. Possibilità di schermare l irraggiamento medianti dispositivi 4. Presenza di buoni rapporti aeranti e di una loro corretta distribuzione sulle diverse pareti per favorire una buona ventilazione naturale

14 UBICAZIONE- SCELTA DELL AREA Si devono scegliere terreni edificabili in base: 1. alle caratteristiche, fisiche, chimiche, meccaniche 2. ai rapporti con le falde idriche o corsi dacqua d acqua superficiali 3. vincoli particolari (ex discariche, siti inquinati, cimiteri, aree di rispetto a tutela della risorsa idrica)

15 Ubicazione- scelta dell area Nelle zone montagnose o collinari : 1. rispettare laddove possibile, il distacco di almeno tre metri tra costruzione e terrapieno 2. prevedere opportune intercapedini e canaletti per l allontanamento delle acque meteoriche Se si è costretti ad edificare su un terreno che non dia buone garanzie di immunità da cause di umidità si deve 1. Usare per le fondamenta materiali idrofughi 2. Applicare tutte quelle tecniche atte a difendere gli ambienti, soprattutto interrati e seminterrati dall umidità proveniente dal suolo

16 L umidità nelle abitazioni Nelle murature l umidità può trovarsi sotto tre forme: 1. Acqua di imbibizione che può avere origine da: Assorbimento attraverso le fondamenta permeabili (umidità ascendente o di risalita capillare) Infiltrazione dall esterno di acqua piovana Infiltrazione da rottura di tubazioni Dal materiale di costruzione e dalle malte non sufficientemente prosciugate 2. Acqua igroscopica : dovuta all igroscopicità dei materiali usati nella costruzione 3. Acqua di combinazione chimica: legata alla calce nella forma di calce idrata e che si libera con la trasformazione di quest ultima ultima in carbonato di calcio

17 Casa umida Danni

18 UMIDITÀ ASCENDENTE O DI RISALITA CAPILLARE Macchie e muffe sui muri perimetrali a contatto con il terreno, con intensità decrescente dal basso verso l'alto. Effluorescenze saline. Distacco dell'intonaco.

19 SOLUZIONI PER COMBATTERE L UMIDITÀ umidità ascendente o di risalita capillare COSA VERFICARE COME INTEVENIRE La presenza del vespaio aerato Realizzare il vespaio aerato o verificarne la corretta aerazione. L'impermeabilizzazione contro terra Isolare le pareti contro terra con guaine impermeabilizzanti. L'isolamento delle pareti Usare malte macroporose e prodotti isolanti. In casi gravi: procedere al taglio termico intervenire con la barriera chimica usare il sistema di elettrosmosi

20 VESPAIO AERATO Il vespaio aerato è un'intercapedine vuota tra il terreno e la soletta del piano terra stesso. Questo spazio deve essere ventilato con griglie o bocchette che permettono la circolazione e lo scambio dell'aria al suo interno. Spesso, per quanto ben aerato, il vespaio non basta però a impedire all'umidità di risalire lungo le pareti. In questo caso, il muro perimetrale esterno dovrà essere impermeabilizzato nelle zone a contatto con il terreno. Ci sono due possibilità per realizzare il vespaio: o scavare al di sotto del pavimento o realizzarlo sopraelevando il pavimento stesso. Questa soluzione o può essere e realizzata a a sia in abitazioni a di nuova costruzione o sia in quelle già esistenti.

21 Altri vantaggi della tecnica del solaio su vespaio aerato 1. smaltimento del Gas Radon attraverso la ventilazione naturale 2. riduzione considerevole della quantità di cemento utilizzata per la realizzazione del solaio 3. drastica riduzione dei costi relativi alla manodopera 4. possibilità di agevole alloggiamento nel vespaio di condotti tecnici

22 ORIENTAMENTO L orientamento influisce in modo sostanziale sull illuminazione e sul regime termico naturale degli ambienti Il posizionamento- orientamento degli edifici deve garantire il massimo sfruttamento delle condizioni igienico ambientali presenti in natura L orientamento eliotermico tiene conto sia delle radiazioni luminose che di quelle termiche

23 ORIENTAMENTO Le esposizioni raccomandabili differiscono a seconda delle latitudini e di eventuali fattori locali Il progettista nella scelta dell orientamento ottimale deve tenere conto anche della temperatura media, della presenza di montagne, valli e del tipo di utilizzo del fabbricato L'orientamento verso sud è il migliore per due motivi: 1. il lato sud riceve il massimo della radiazione in inverno, quando è più richiesta, 2. in estate, quando il sole è alto, e i suoi raggi incidono id ad angolo acuto sulla superficie terrestre, l'edificio riceve meno radiazione. È compito del progettista studiare per ogni edificio la migliore soluzione distributiva al fine di esporre le camere di soggiorno a sud

24 UBICAZIONE RISPETTO ALLA DIREZIONE VENTI Riveste un indubbia importanza per la difesa termica naturale dell abitazione, soprattutto laddove l entità media della ventosità è di una certa rilevanza. L esposizione nei riguardi dei venti dominanti permette una maggiore possibilità di ricambio daria d aria e una maggiore dispersione di calore

25 VENTILAZIONE NATURALE Con il termine di ventilazione o aerazione naturale sono indicati gli scambi d aria che avvengono tra un locale e l ambiente sterno È influenzata da parecchi fattori: 1. Differenza di temperatura e pressione tra interno ed esterno 2. Porosità delle pareti 3. Esposizione i ai venti 4. Caratteristiche delle rifiniture degli infissi

26 È importante per: VENTILAZIONE NATURALE 1. Il mantenimento della buona qualità dell ambiente indoor 2. Controllare il valore dell umidità relativa per evitare la formazione di condensa 3. Favorire gli scambi convettivi ed evaporativi e quindi permettere una buona termoregolazione Le grandezze correntemente usate per descrivere l aerazione naturale sono: RA = rapporto aerante, cioè il rapporto tra la superficie apribile delle finestre di un locale e la sua area in pianta n. = numero di ricambi orari, cioè la portata specifica per m 3 d aria ambiente. Tale quantità moltiplicata per il volume dell ambiente stesso, determina la quantità di aria che attraversa il locale l in un ora

27 VENTILAZIONE NATURALE La ventilazione naturale di un ambiente può avvenire: 1. Spontaneamente einmaniera continua attraverso le pareti, gli infissi delle porte e finestre, le fessure dei pavimenti, ecc. 2. In maniera volontaria e discontinua attraverso l apertura di serramenti o porte L aerazione continua è generalmente posta pari a 0,5 1 1 ricambi ora L aerazione discontinua è funzione: 1. Del numero, dimensione, geometria, dimensioni delle aperture 2. Della pressione che viene esercitata sulla superficie delle aperture che dipende dalle condizioni meteo esterne e dalla distribuzione spaziale delle aperture stesse

28 VENTILAZIONE NATURALE L efficacia i della aerazione discontinua i è massima quando le aperture sono collocate in pareti parallele ed opposte e ad altezze diverse dal suolo e dal piano di calpestio Qualora le finestre siano poste sulla stessa parete l efficacia dell aerazione diminuisce rapidamente con l allontanarsi dell apertura. Si può valutare che l efficacia dovuta ad una finestra è pressochè nulla per distanze superiori due volte l altezza del locale. Si ha un lieve aumento se le aperture sono multiple o quando la differenza tra il locale e l esterno supera i 5 C

29 PROBLEMATICA Aseguitodella crisi delle risorse energetiche mondiali,,si sono imposti nuovi criteri tecnico-progettuali per gli edifici ad uso civile. La necessità di contenere i consumi per il riscaldamento e per la ventilazione ha imposto un migliore isolamento degli edifici, con conseguente spinta a sigillare gli ambienti interni ed a sostituire le modalità naturali di aerazione ed illuminazione i i con mezzi artificiali i Ciò ha determinato l aumento dell'inquinamento dell'aria negli edifici

30 INOLTRE L edilizia moderna ha uno stile troppo uniforme indipendente dalle diverse regioni climatiche e la progettazione avviene a compartimenti stagni Stile uniforme indipendente d dalle regioni climatiche Raffrescamento totalmente demandato a macchine

31 PROBLEMA BUONA VENTILAZIONE CONFLITTO RISPARMIO ENERGETICO SOLUZIONE SISTEMA DI VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA

32 SISTEMA DI VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA L apparato di ventilazione è costituito da un doppio sistema di canalizzazioni: 1. Uno in entrata, che prende l aria dall esterno, la filtra per togliere eventuali impurità e la convoglia in apposite apparecchiature che provvedono al suo trattamento alla temperatura voluta e infine la immettono nell ambiente interno 2. Un secondo sistema prende l aria viziata interna e la espelle dall edificio Prima di essere espulsa, l aria viziata, ancora calda, passa attraverso uno scambiatore ad elevato rendimento, ne recupera gran parte del calore e lo cede all aria in entrata

33 ILLUMINAZIONE L illuminazione in un abitazione deve essere tale da soddisfare esigenze umane fondamentali quali: 1. - buona visibilità: per svolgere correttamente una determinata attività, l oggetto della visione deve essere percepito ed inequivocabilmente riconosciuto con facilità, velocità ed accuratezza; 2. - confort visivo: l insieme dell ambiente visivo deve e soddisfare necessità di carattere fisiologico e psicologico; i 3. - sicurezza: le condizioni di illuminazione devono sempre consentire sicurezza e facilità di movimento

34 ILLUMINAZIONE L illuminazione naturale è l illuminazione che si ottiene utilizzando la luce diurna. Essa corrisponde alla parte di energia che il sole fornisce alla terra e che può essere diretta o riflessa dalla volta celeste e dalle varie superfici dell ambiente esterno e interno. Nell'illuminazione degli ambienti limpiego l'impiego della luce diurna è importante sia per la qualità della visione e le caratteristiche di gradevolezza ed accettazione da parte degli occupanti, che per ragioni connesse al risparmio energetico.

35 ILLUMINAZIONE La luce diurna è caratterizzata da variazioni nel tempo di quantità, composizione spettrale e direzione ed il suo ingresso negli ambienti confinati dipende : - dalla località - dall orientamento dell edificio - dell orientamento e dalle caratteristiche delle chiusure trasparenti - dalla presenza nell intorno di edifici od altri elementi del paesaggio

36 ILLUMINAZIONE Questi elementi devono essere tenuti presenti nella progettazione delle abitazioni: 1. per utilizzare efficacemente i vantaggi dati dalla luce diurna 2. minimizzare gli effetti negativi che possono derivarne (eccessivo riscaldamento estivo e una elevata dispersione termica nel periodo invernale), attraverso scelte architettoniche e di materiali compatibili con un buon comportamento termico dell edificio edificio

37 ILLUMINAZIONE Per una soddisfacente illuminazione di un abitazione bisogna considerare: 1. Dimensione delle finestre: Sf/Sp da 1/8 a 1/10 2. Altezza dell architrave: tale da permettere alla luce diretta di coprire metà della superficie interna del locale o almeno 1/3 di essa (volta celeste visibile) 3. Presenza di elementi aggettanti 4. Larghezza della strada 5. Altezza dei fabbricati antistanti

38 Misure di valutazione della quota di illuminazione naturale Illuminazione diretta 1. Angolo di apertura di Forster 2. Angolo di inclinazione 3. Angolo di massima elevazione o di incidenza 4. Angolo spaziale di Weber Queste misure risultano poco pratiche e incomplete in quanto viene trascurata la quota di luce naturale riflessa

39 MISURE DI VALUTAZIONE DELLA QUOTA DI ILLUMINAZIONE NATURALE I livelli di prestazione che un edificio deve garantire in termini di illuminazione naturale nei diversi ambienti vengono o principalmente pa descritti col fattore medio di luce diurna (FLDm) Rappresenta il rapporto in percentuale tra l illuminamento medio dell ambiente e lilluminamento l illuminamento che si ha nelle stesse condizioni di tempo e spazio, su una superficie orizzontale esterna che riceve luce dall intera volta celeste, senza irraggiamento solare diretto. Il FLD (m) è misurato con il luxometro Valori ottimali sono compresi tra 0,4 e 6%

40 MISURE DI VALUTAZIONE DELLA QUOTA DI ILLUMINAZIONE NATURALE Molti regolamenti edilizi e d igiene comunali esprimono i livelli lli di prestazione che un edificio deve garantire in termini di illuminazione naturale con il rapporto illuminante (RI) Rapporto tra la superficie finestrata prospiciente spazi liberi esterni e la superficie i pavimentata t dell ambiente.

41 MISURE DI VALUTAZIONE DELLA QUOTA DI ILLUMINAZIONE NATURALE Il metodo di valutazione della prestazione di un edificio in termini i di illuminazione i i naturale basato sul RI è molto diffuso per la sua facile applicazione ma: 1. presenta dei limiti sulla quantità effettiva di luce naturale che riesce a garantire in molti ambienti 2. solo in pochi casi particolari è coerente con il calcolo del FLDm.

42 MISURE DI VALUTAZIONE DELLA QUOTA DI ILLUMINAZIONE NATURALE Per ridurre tali limiti, diversi regolamenti locali, hanno introdotto elementi correttivi al calcolo del RI minimo. Da una disamina dei regolamenti di più recente approvazione, i principali fattori correttivi da considerare nella valutazione del RI sono: - per superfici vetrate con ridotto fattore di trasmissione luminosa va previsto un aumento proporzionale dell ampiezza delle finestrature;

43 MISURE DI VALUTAZIONE DELLA QUOTA DI ILLUMINAZIONE NATURALE - dal computo della superficie illuminante vanno escluse quelle parti trasparenti poste ad una altezza dal pavimento inferiore a 0,60 m; -la profondità del locale, misurata perpendicolarmente al piano della parete finestrata, non deve superare 2,5 volte l altezza dal pavimento al punto più alto della superficie trasparente; -in presenza di ostacoli superiori, quali tettoie, balconi o altri aggetti, la superficie vetrata deve essere aumentata di 0,05 m2 ogni 5 cm di ostruzione oltre ad 1 m di profondità.

44 Valori di RI per diverse tipologie di locali Tipologia del locale Dimensione RI minimo Uffici, ambulatori, mense, locali di riposo, aule, locali di degenza - 1/8 < m 2 1/10 Locali adibiti ad attività lavorative diverse dalle precedenti, compresi i magazzini e gli archivi, occupati durevolmente da lavoratori m 2 1/12 > m 2 1/15 Locali occupati temporaneamente da lavoratori* - 1/20 *in questi locali può anche essere ammessa una illuminazione naturale ridotta rispetto al RI indicato nei qu oa può a a a u a u a o aua do a p o a d a o casi in cui vi siano impedimenti tecnici (strutturali e/o vincoli urbanistici) od altri ostacoli che rendono particolarmente complessa la realizzazione di superfici trasparenti.

45 ACUSTICA IN EDILIZIA

46 ACUSTICA IN EDILIZIA Lo studio della trasmissione del rumore negli edifici e la caratterizzazione dei materiali con cui vengono realizzati ha assunto una notevole importanza negli ultimi tempi per: 1. l emanazione di una nuova legislazione cogente 2. per la cresciuta sensibilità al problema dell inquinamento acustico.

47 ACUSTICA IN EDILIZIA Un ambiente acustico sfavorevole costituisce una condizione di pregiudizio per una buona qualità della vita, condizione che può dar luogo ad una serie di effetti, alcuni dei quali immediatamente manifesti a livello psicologico. L esposizione al rumore, in base alle sue caratteristiche fisiche (intensità, composizione in frequenza, ecc.) e temporali, oltre agli effetti diretti sull apparato uditivo, può dar luogo a tutta una serie di effetti cosiddetti i extrauditivi i i fra i quali: 1. il disturbo del sonno e del riposo, 2. l interferenza sulla comunicazione verbale e sull apprendimento, effetti psicofisiologici, 3. effetti sulla salute mentale e sulle prestazioni, 4. disturbo o fastidio genericamente inteso (annoyance).

48 Alcuni effetti extrauditivi del rumore, associati all esposizione quotidiana prolungata, con livelli sonori espressi in db(a). LIVELLO dba Fino a 55 db Fino a 65 db Oltre 65 db EFFETTI 1) Turbe del sonno (alterazioni del ritmo, risveglio precoce, sonnolenza) 2) Diminuzione delle capacità intellettuali (studio, concentrazione, operatività, memorizzazione) 3) Sensazione di affaticamento 4) Modificazioni del comportamento (necessità di chiudere le finestre che si aprono sulla strada, trasferimento verso i locali più interni della casa) 1) Disagi sulla normale vita di relazione dell individuo (effetti antisociali, irritabilità, aumento dell aggressività) 2) Turbe dell umore (ansia, insoddisfazione, senso di impotenza, delusione, scontentezza = annoyance) 3)Disturbi psichiatrici (aumento dell ansia, attacchi di panico, aggravamento stati depressivi) 1) Disturbi Psicosomatici a) Sistema cardiovascolare (modifiche dell ECG, ipertensione, aumento del rischio d infarto) b) Apparato digerente (aumento della motilità, fenomeni spastici, ecc.) c) Apparato respiratorio (dispnea, iperventilazione) 2) Aumento del consumo di farmaci

49 ACUSTICA IN EDILIZIA Trattare di acustica in edilizia significa prendere in considerazione tutti quegli aspetti che influenzano la qualità acustica all interno degli ambienti abitativi. Si devono considerare: 1. le sorgenti di rumore che possono essere percepite all interno degli edifici; 2. il tipo di rumore prodotto dalle sorgenti 3. le modalità con cui si propaga il rumore all interno dell edificio 4. le modalità di attenuazione del rumore Tutto questo processo va seguito partendo dalla fase di progettazione fino alla fase di realizzazione e di gestione.

50 Tipologie di rumore nel contesto edilizio Le sorgenti di rumore, come detto, possono essere esterne o interne all edificio stesso. Le principali fonti di rumore nell ambiente esterno sono costituite da 1. traffico, 2. attività produttive, 3. centrali termiche ed elettriche, 4. attività commerciali e ricreative di ogni genere. All interno delle unità abitative il rumore può essere generato 1. dagli impianti 2. dalle attività delle persone.

51 Comportamento dei materiali nei confronti dell assorbimento acustico I materiali fonoassorbenti sono impiegati nei trattamenti acustici degli ambienti per controllare le riflessioni indesiderate, la riverberazione e il rumore. Vengono inoltre utilizzati all interno delle strutture divisorie per fornire smorzamento ed evitare risonanze, negative per l isolamento acustico. A seconda del loro principio di funzionamento si possono suddividere in tre categorie: a) materiali porosi (sfruttano la dissipazione viscosa) b) risuonatori acustici o di Helmholtz (sfruttano la risonanza delle cavità) c) pannelli o membrane vibranti (sfruttano la risonanza del pannello).

52 NORMATIVA Il D. M. 5 luglio 1975 stabiliva all art. 8 che : I materiali utilizzati per le costruzioni di alloggi e la loro messa in opera debbono garantire un adeguata protezione acustica agli ambienti per quanto concerne i rumori da calpestio, rumori da traffico, rumori da impianti o apparecchi comunque installati nel fabbricato, rumori o suoni aerei provenienti da alloggi contigui e da locali o spazi destinati a servizi comuni. la Legge 26 ottobre 1995 n. 447 Legge quadro sull inquinamento acustico stabilisce, fra l altro, l la necessità di determinare in maniera generale i requisiti i i acustici passivi degli edifici e dei loro componenti. Il successivo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 05/12/1997 Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici ha portato delle novità rilevanti per quanto attiene al comfort acustico degli ambienti abitativi costruiti dopo il 5 febbraio 1998 e di tutte le abitazioni che da quella data in poi fossero oggetto di interventi di ristrutturazione. Il Decreto introduce infatti valori limite ai quali il progettista ed il costruttore devono attenersi.

53 NORMATIVA Questo genere di disposizioni trova normalmente la sua collocazione nei regolamenti che disciplinano le attività di autorizzazione e controllo. Nello specifico dei requisiti acustici degli edifici si tratta di adeguare la disciplina comunale che regola la realizzazione degli immobili perché vi trovino concreta definizione anche le attività relative al controllo dell'inquinamento acustico. Tale adeguamento dei regolamenti comunali è peraltro prescritto dalla legge quadro sull'inquinamento acustico 447/95 e doveva essere realizzato entro la fine del 1996 tuttavia poche amministrazioni comunali hanno effettuato questa organica revisione delle loro norme

54 Gli ambienti abitativi sono classificati nel DPCM 5 dicembre 1997 allegato A tabella A Categoria A B C D E F Descrizione Edifici adibiti a residenza o assimilabili Edifici adibiti ad uffici e assimilabili Edifici i adibiti ad alberghi, pensioni i ed attività ità assimilabili Edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili Edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili Edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili G Edifici i adibiti ad attività ità commerciali o assimilabili il

55 DPCM 5 dicembre 1997 Nella progettazione e realizzazione di ambienti abitativi con interventi di: 1. nuova costruzione compresi gli ampliamenti; 2. ristrutturazione edilizia limitatamente ai casi di demolizione e ricostruzione, e ai casi di ristrutturazione globale; 3. risanamento conservativo con contestuale cambio di destinazione duso; d uso; devono essere preventivamente valutate le caratteristiche dei materiali utilizzati in modo da avere una adeguata protezione acustica degli ambienti dal rumore di calpestio, dal rumore prodotto da impianti o apparecchi installati nell immobile, dai rumori provenienti da sorgenti esterne al fabbricato, dai rumori o dai suoni aerei provenienti da alloggi o unità immobiliari contigui e da locali o spazi destinati a servizi comuni.

56 RIFERIMENTI TECNICI In pratica, nell'applicazione della normativa di riferimento sull'acustica edilizia, una concreta difficoltà deriva dalla non trascurabile complessità tecnica della tematica. Non è eludibile, in questa materia, il ricorso a tecnici i con una specifica qualificazione sia per coloro che hanno la responsabilità della progettazione e/o della realizzazione degli edifici, sia per la pubblica amministrazione che voglia effettuare verifiche e controlli sui progetti o sulle opere realizzate.

57 RIFERIMENTI TECNICI Questi compiti sono stati recentemente semplificati dall'emissione di alcuni documenti tecnici che hanno sancito dei riferimenti di buona tecnica univoci a cui riferirsi. In particolare: 1. le norme tecniche della serie UNI EN 12354, pubblicate in italiano nel 2002, che trattano in maniera dettagliata i complessi passaggi per valutare le prestazioni di isolamento di un edificio una volta note le caratteristiche dei suoi componenti 2. la recentissima pubblicazione di un rapporto tecnico UNI destinato alla loro applicazione in ambito italiano. si tratta della norma: UNI/TR 11175:2005 Acustica in edilizia -Guida alle norme serie UNI EN per la previsione delle prestazioni acustiche degli edifici - Applicazione alla tipologia costruttiva nazionale

58 RIFERIMENTI TECNICI Tale rapporto tecnico fornisce modelli semplificati di calcolo e soluzioni i tecniche costruttive per una corretta qualificazione i acustica di un edificio nel suo complesso. Le prestazioni acustiche di un edificio sono espresse in termini di isolamento, trasmissione e assorbimento dei rumori nonchè di livelli e potenze sonore. Il rapporto tecnico si applica ad abitazioni costituite da appartamenti in edifici multipiano e ad ogni altra situazione ad essi facilmente riconducibile. Tale documento costituisce a livello nazionale il più aggiornato supporto normativo per la valutazione e la progettazione dei requisiti acustici degli edifici.

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