FEDERDISTRIBUZIONE PER LA PAR CONDICIO FISCALE NEL MERCATO DELLA DISTRIBUZIONE MODERNA

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1 Nota informativa per la stampa FEDERDISTRIBUZIONE PER LA PAR CONDICIO FISCALE NEL MERCATO DELLA DISTRIBUZIONE MODERNA Il 4 aprile 2006 Federdistribuzione, che rappresenta la maggior parte della distribuzione moderna organizzata in Italia, ha presentato alla Commissione Europea un esposto nei confronti della Repubblica Italiana in relazione ad Aiuti di Stato concessi in violazione alla normativa comunitaria - alle cooperative di consumo aderenti a CoopItalia sotto forma di un trattamento fiscale di favore. Un trattamento che, secondo Federdistribuzione, costituisce un privilegio illegittimo a vantaggio di una realtà leader del mercato nazionale della grande distribuzione - che ha perso la natura mutualistica e la funzione sociale che in passato avevano giustificato il regime fiscale di cui è beneficiaria, per diventare oggi un soggetto economico come gli altri. I contenuti della denuncia Nel suo documento, Federdistribuzione denuncia il trattamento fiscale di favore di cui godono le società cooperative aderenti a CoopItalia, leader nazionale sul mercato italiano della grande distribuzione organizzata, con un fatturato annuo di circa 11 miliardi di euro 1. In particolare: la deducibilità del 70% dell IRES dalla base imponibile, la deducibilità integrale degli utili destinati a riserve obbligatorie (riserva legale e fondi mutualistici) e la deducibilità del 70% degli utili destinati a riserva volontaria (purchè indivisibile). Attraverso queste agevolazioni fiscali, le cooperative aderenti a Coopitalia versano allo Stato un imposta (IRES) notevolmente inferiore (circa la metà) rispetto a quella versata dalle altre società non cooperative. A ciò si aggiunge la possibilità di raccogliere denaro dai propri soci/consumatori, attraverso l istituto del prestito sociale, a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle praticate dal sistema di finanziamento bancario (ritenuta alla fonte sugli interessi maturati pari al 12,5% rispetto al 27% applicato ai conti correnti bancari). La minore pressione fiscale applicata alle cooperative aderenti a CoopItalia, unita alle considerevoli risorse di cui queste possono beneficiare tramite il prestito sociale fa sì che le cooperative aderenti a CoopItalia possano ogni anno disporre, a basso costo, di somme notevolissime da reinvestire sul mercato. 1 CoopItalia è in assoluto il primo gruppo della distribuzione italiana: lo è in termini di quantità, di punti di vendita, di presenza sul territorio e di volume d affari. La sua quota di mercato è superiore al 17% con un fatturato di oltre 11 miliardi di euro. Il 90% di questo fatturato è realizzato da nove grandi cooperative che operano a livello di tre macroregioni (Nord Occidentale NovaCoop, Coop Liguria e Coop Lombardia; Adriatica Coop Adriatica, Coop Estense, Coop Consumatori NordEst; Tirreno UnaCoop Firenze, UniCoop Tirreno, Coop CentroItalia). E presente in 17 regioni italiane su 20, in 86 capoluoghi di provincia su 105, in 690 città. Il gruppo controlla 70 ipermercati, 561 supermercati, 199 discount, 446 altri punti vendita di piccole e medie dimensioni, infine 4 ipermercati in Croazia. Il gruppo è in piena crescita: il piano di sviluppo di Coop Italia prevede l apertura di altri 29 ipermercati e 79 supermercati con investimenti per oltre 2 miliardi di euro. 1

2 Le agevolazioni fiscali sopra illustrate costituiscono un Aiuto di Stato 2 proibito dall Articolo 87 del Trattato CE e non possono essere oggetto di alcuna giustificazione o esenzione. I vantaggi di cui godono le cooperative appartenenti a CoopItalia sono selettivi, e quindi non di carattere generale, e distorcono la concorrenza sul mercato italiano della distribuzione organizzata moderna in quanto riducono artificialmente i costi del leader del mercato, permettendogli di rafforzare la propria posizione competitiva in rapporto agli altri operatori italiani o appartenenti ad altri Stati membri dell UE. Federdistribuzione ha quindi chiesto alla Commissione Europea di aprire un indagine formale sull incompatibilità di dette misure con il Trattato CE. Peraltro, il tema è diventato di forte attualità e con caratteristiche ben più generali. Ci riferiamo alla recente ordinanza della Corte di Cassazione Italiana-Sezione Tributaria, la quale ha richiesto all Unione Europea, tra le altre cose, se le agevolazioni fiscali a favore delle società cooperative possano configurarsi come Aiuti di Stato e, come tali, proibiti ai sensi dell art. 87 del Trattato CE. Il significato dell esposto Per quanto riguarda l esposto presentato da Federdistribuzione, nel documento si riconosce il valore sociale attribuito al movimento cooperativo dall articolo 45 della Costituzione, ma si constata che, diversamente da tante altre cooperative presenti nel contesto economico italiano, quelle aderenti a CoopItalia hanno smarrito nel tempo tale funzione sociale. Finalità di una cooperativa di consumo è quella di permettere ai soci di acquisire beni a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle disponibili sul mercato e, con ciò, venendo incontro ai bisogni degli strati più deboli della popolazione. Con l ingresso sulla scena economica italiana della grande distribuzione organizzata, le cooperative aderenti a CoopItalia hanno perso questo ruolo sociale. Difatti, nel contesto estremamente competitivo che caratterizza la vendita al dettaglio di generi di consumo attraverso strutture commerciali moderne (quali superette, supermercati e ipermercati) è la concorrenza stessa tra gli operatori a far sì che i prodotti siano accessibili a tutti e disponibili sul mercato ai prezzi più competitivi. Nel contesto concorrenziale odierno, le cooperative aderenti a CoopItalia hanno del tutto superato la loro origine cooperativa per diventare un soggetto economico come gli altri. Infatti le cooperative aderenti a CoopItalia: 2 (2) La nozione di Aiuto di Stato comprende anche tutti gli interventi che si concretano in un mancato introito per lo Stato, come ad esempio nel caso di rinuncia al gettito tributario o previdenziale mediante una esenzione fiscale. È evidente che, concedendo (i) la deducibilità dell IRES dal reddito imponibile, (ii) la deducibilità degli utili destinati a riserve indivisibili (legali e volontarie), e (iii) applicando un aliquota minore alla ritenuta fiscale sul prestito sociale rispetto a quella in vigore sui depositi bancari, lo Stato Italiano ha volontariamente rinunciato a una parte significativa delle proprie entrate tributarie. 2

3 non praticano i prezzi più bassi sul mercato, come testimoniano le indagini di mercato per la rilevazione dei prezzi di vendita al pubblico; attuano politiche di fidelizzazione del tutto analoghe a quelle adottate dalle altre catene commerciali; generano ogni anno importanti profitti, che non sono generalmente ridistribuiti ai loro soci sotto forma di ristorni (come fanno le vere cooperative), ma che vengono reinvestiti anche in altre attività (quali agenzie di viaggio, investimenti immobiliari, catene commerciali fuori dall Italia, attività finanziarie/assicurative) del tutto estranee all oggetto e alla funzione sociale tradizionale di una cooperativa di consumo. Nonostante abbiano perso le loro originarie caratteristiche sociali ed operino in un mercato pienamente concorrenziale ed aperto agli operatori comunitari, le cooperative di consumo aderenti a CoopItalia beneficiano tuttora di significativi vantaggi fiscali (IRES) in rapporto alle altre società non-cooperative presenti sul mercato italiano della grande distribuzione organizzata. La legislazione attualmente in vigore definisce il concetto di mutualità come fornitura di beni o servizi o opportunità di lavoro ai soci di una organizzazione a condizioni più vantaggiose di quelle di mercato. Le società cooperative a mutualità prevalente, come recentemente definite, sono quelle che svolgono la loro attività prevalentemente a favore dei soci e godono di particolari agevolazioni. Le cooperative aderenti a CoopItalia rispettano il requisito della mutualità prevalente allorché vendono il 50% + 1 dei loro prodotti ai soci ed in tal caso possono beneficiare di questi privilegi e cioè di: 1. dedurre nella misura del 70% l imposta sui redditi delle società dalla loro base imponibile. Di questo vantaggio fiscale non possono beneficiare tutte le altre società che operano sullo stesso mercato delle cooperative aderenti a CoopItalia; 2. dedurre integralmente dal reddito imponibile le somme destinate a riserve obbligatorie (riserva legale e fondi mutualistici). Anche le altre società devono, per legge, destinare una quota dei loro utili seppure minore di quella delle cooperative a riserva legale. Tuttavia, queste somme sono pienamente soggette a tassazione al pari degli altri utili conseguiti dalle imprese in questione; 3. dedurre dal loro reddito imponibile il 70% degli utili volontariamente accantonati a riserva indivisibile. I concorrenti delle cooperative aderenti a CoopItalia non possono invece beneficiare di alcuna deduzione in relazione agli utili destinati a riserva. I parametri della mutualità prevalente possono essere aggirati trasformando i consumatori in soci, con costi modesti (se non nulli, dati i vari sconti e promozioni specifici concessi ai soci in fase di primo acquisto) per i consumatori stessi. Peraltro la tessera di socio priva di foto di riconoscimento, in mancanza di un controllo di legittimità circa l effettivo soggetto che effettua l acquisto, è elemento non sufficiente al fine di un corretto distinguo tra acquisti effettuati da soci e acquisti effettuati da consumatori non soci. In questo modo le cooperative aderenti a Coop Italia offrono, a prezzi analoghi, gli stessi servizi delle altre aziende presenti sul mercato, ma pagano meno tasse in misura tale da alterare la concorrenza sul mercato della distribuzione moderna e senza che ciò comporti un reale vantaggio per i consumatori. 3

4 Inoltre, i soci/consumatori delle cooperative aderenti a CoopItalia possono depositare i propri risparmi presso la loro cooperativa alla stregua di un qualsiasi conto corrente bancario tramite l istituto del prestito sociale. Le cooperative aderenti a CoopItalia hanno trasformato il prestito sociale in un servizio puramente bancario, e come tale lo pubblicizzano. Sugli interessi corrisposti dalle cooperative aderenti a CoopItalia ai propri soci/consumatori sulle somme depositate presso la cooperativa è dovuta una ritenuta alla fonte a titolo d imposta pari al 12,5%. Tale ritenuta alla fonte rappresenta dunque un trattamento fiscale ben più favorevole di quello previsto per i conti correnti bancari, che scontano un aliquota del 27%. Relativamente a questo punto, la denuncia non avrebbe ragion d essere se gli unici beneficiari di questa misura fossero i soci/consumatori. Tuttavia, sono le cooperative aderenti a CoopItalia che beneficiano principalmente di tale incentivo fiscale: grazie alla ridotta imposizione fiscale, che rende il deposito presso le cooperative più attraente di quello presso una qualsiasi istituzione bancaria, le cooperative aderenti a CoopItalia dispongono di una fonte di finanziamento particolarmente rilevante a costi inferiori rispetto a quelli di mercato e, in particolare, rispetto a quelli delle aziende loro concorrenti, che si devono rivolgere al mercato finanziario. Inoltre questa raccolta di denaro avviene senza essere assoggettata al controllo regolamentare e di vigilanza della Banca d Italia (benché al rispetto di determinate condizioni); Di conseguenza, i vantaggi fiscali originariamente accordati alle cooperative per consentire loro di remunerare meglio il legame associativo tramite la riduzione dell onere fiscale sono a tutt oggi utilizzati dalle cooperative aderenti a Coop Italia per incrementare le proprie quote di mercato e reinvestiti anche in altre operazioni che non sono connesse all attività principale della cooperativa. Questa politica non è certamente in linea con lo scopo mutualistico che le cooperative dovrebbero perseguire e con l attenzione ai soci che dovrebbe caratterizzare la vita della cooperativa. Per concludere La richiesta di una par condicio fiscale con la rete distributiva di CoopItalia, della quale si fa carico Federdistribuzione con l esposto inoltrato a Bruxelles, muove da considerazioni esclusivamente commerciali. Il nostro Paese registra un paradosso: nella grande distribuzione esistono degli attori, le cooperative aderenti a CoopItalia che, contrariamente a ogni regola della concorrenza, godono di una larga serie di misure fiscali asimmetriche a proprio favore, essendo invece i soggetti dominanti del mercato e senza che tali agevolazioni si riflettano minimamente a vantaggio dei consumatori. Dietro la facciata della originaria mutualità dunque, la realtà di CoopItalia è diventata negli anni sempre più quella di una agguerrita e potente holding commerciale ramificata anche all estero, situazione che non giustifica più, in nessun modo, il regime fiscale del quale è beneficiaria. Mentre i concorrenti sono impegnati ad ottimizzare i propri metodi di produzione per abbassare i loro prezzi e guadagnare quote di mercato, le cooperative aderenti a CoopItalia possono conseguire i medesimi obiettivi anche grazie ai benefici fiscali accordati dallo Stato Italiano. 4

5 Attraverso le agevolazioni fiscali concesse, le cooperative aderenti a CoopItalia hanno un imposizione fiscale (IRES) pari a circa la metà di quella delle società non cooperative. Questa situazione nel corso degli anni ha prodotto un progressivo consolidamento della posizione di leadership di CoopItalia nel mercato italiano della GDO. Una leadership artificiale, basata su una capacità di investimento enormemente superiore rispetto a quella dei competitor che si basa su Aiuti di Stato illegittimi, poiché le cooperative aderenti a CoopItalia hanno perso la connotazione sociale originaria per diventare un soggetto economico come gli altri. Per queste ragioni Federdistribuzione si è rivolta alla Commissione Europea, affinché intervenga per ripristinare quella par condicio fiscale che deve essere la premessa per lo sviluppo di una reale concorrenza nel settore della GDO. Milano, 9 maggio 2006 Chi è Federdistribuzione Federdistribuzione è l organismo di coordinamento e di rappresentanza della distribuzione commerciale moderna: riunisce e rappresenta, nelle sedi istituzionali, sindacali e comunitarie la maggioranza delle imprese distributive operanti nei settori alimentare e non alimentare che svolgono la propria attività attraverso le più innovative formule del commercio moderno. Federdistribuzione si compone di nove associazioni nazionali che rappresentano un universo articolato di imprese e di multicanalità che si differenziano per dimensioni, forme distributive e merceologie trattate. Le aziende aderenti alle nove Associazioni di Federdistribuzione hanno realizzato nel 2005 un giro d'affari di 68 miliardi di euro, con una quota pari al 63,7% del totale fatturato della Distribuzione Moderna Organizzata; hanno una rete distributiva di punti vendita e danno occupazione a circa addetti. Rappresentano, infine, il 32% del valore dei consumi commercializzabili. Per ulteriori informazioni Federdistribuzione Stefano Crippa Tel Cell comunicazione@federdistribuzione.it Weber Shandwick Pier Lodigiani Tel Cell plodigiani@webershandwick.com Valeria Montesoro Tel cell vmontesoro@webershanwick.com 5

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