IL CICLO IDRICO NELLA NOSTRA CITTÀ

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1 IL CICLO IDRICO NELLA NOSTRA CITTÀ L acqua non ha odore, né sapore o colore. È fatta di idrogeno e ossigeno. Semplice, no? Eppure è il principale elemento della vita: non c è vita senza acqua. Un bene prezioso, indispensabile a tutte le attività umane Il sistema di approvvigionamento d'acqua La presenza d acqua è una caratteristica unica sulla Terra, della quale ricopre i due terzi della superficie; anche il corpo umano è composto per l 80% di acqua. Il ciclo idrogeologico comincia con il vapore prodotto dai mari e dai corsi d acqua; il vapore, a sua volta, si condensa e forma le nuvole. Dalle nuvole, sotto forma di pioggia, grandine o neve, l acqua ricade sulla Terra. Qui resta in superficie, dove alimenta torrenti e fiumi che la riconducono al mare, oppure si in filtra nel sottosuolo e scorre nelle falde acquifere. Le risorse idriche della Terra rappresentano un sistema chiuso, nel senso che sul nostro pianeta la quantità di acqua è più o meno sempre la stessa da millenni. Per questo si può dire che noi, oggi, beviamo e ci laviamo con la stessa acqua che usavano i nostri antenati. Il sistema di approvvigionamento consente il rifornimento dell acqua, che, dopo essere stata trasportata attraverso le tubature, esce dai nostri rubinetti. Per creare questo sistema occorre: 1) trovare in natura una o più fonti d acqua; 2) costruire una rete di tubi per il trasporto del liquido dalla fonte naturale alla zona di distribuzione; 3) creare, se non esistono in natura, riserve d acqua che potranno essere utilizzate in caso di necessità (ad esempio in periodi di siccità prolungata); 4) effettuare eventualmente i trattamenti necessari a rendere potabile l acqua che arriva nei rubinetti; 5) prevenire ogni possibilità di inquinamento dell acqua in natura o lungo la rete di distribuzione. Le principali fonti di approvvigionamento sono: L'acqua dei corsi d'acqua naturali (fiumi, torrenti) Laghi naturali o bacini di raccolta artificiali Le sorgenti L acqua piovana Le acque sotterranee intercettate tramite pozzi o gallerie Il mare

2 L'acqua di Trieste > Le falde dell Isonzo L acqua che esce dai rubinetti di Trieste proviene dalla zona di San Pier d Isonzo. In quest area del Basso Isontino sono presenti nel sottosuolo una serie di falde in pressione. Qui, l acqua proveniente dal corso del Fiume Isonzo si raccoglie dopo aver attraversato i diversi strati del terreno, dove sono stati rinvenuti anche sedimenti marini (alghe, conchiglie, ecc.) che testimoniano la presenza del Mar Adriatico in epoche remote. Il procedimento di filtrazione naturale dell acqua può durare, a seconda della profondità che questa raggiunge, dai 12 mesi ai 6/7 anni. Alla fine di questo processo l acqua si presenta con un elevata purezza, tanto da essere considerata già potabile, e con un arricchimento di sali minerali disciolti in essa. Per questa ragione è definita come oligominerale. L acquedotto dell Isonzo attinge l acqua da queste falde sotterranee attraverso 12 pozzi; si tratta di trivellazioni fatte a una profondità variabile fra i 150 e i 180 metri, da dove il sistema di pompaggio preleva all incirca dai ai metri cubi d acqua all ora. Vista la quantità e la qualità dell acqua, il bacino idrico sotterraneo della zona del Basso Isontino può essere considerato come uno dei più importanti in Europa. > Il Timavo Il vecchio acquedotto Randaccio forniva l acqua alla città di Trieste prelevandola dalle risorgive del Timavo e dal Sardos. Oggi, questa fonte di approvvigionamento non viene praticamente più utilizzata se non in rarissimi casi di emergenza idrica, come ad esempio per l eventuale scarsità o indisponibilità delle altre fonti. Il Fiume Timavo, oltre ad essere stato per molti anni un importante risorsa idrica per Trieste, presenta delle caratteristiche uniche nel suo genere, che meritano di essere conosciute. Il Timavo nasce in Slovenia sul Monte Nevoso e percorre, col nome di Recca (in sloveno Reka), un tratto iniziale di 47 chilometri su terreni impermeabili, che non lasciano filtrare l acqua nel sottosuolo. Quando le sue acque giungono a 15 chilometri da Trieste, il corso del fiume incontra il terreno calcareo, caratteristico del Carso. Questo tipo di suolo è permeabile all acqua, che quindi precipita nelle profondità delle grotte di San Canziano, formatesi nel corso dei millenni proprio per l azione escavatrice delle acque del fiume. Il percorso sotterraneo del Timavo, che scorre nelle cavità del terreno carsico, è lungo circa 40 chilometri e si conosce solo a grandi linee. I tratti più noti sono quelli che gli speleologi sono riusciti a esplorare, come nel caso dell Abisso dei Serpenti o della Grotta di Trebiciano. Il fiume riaffiora in superficie presso San Giovanni al Timavo sotto forma di numerose sorgenti che sgorgano dal terreno, in una zona che è facilmente visitabile da tutti coloro che lo desiderino. In fine, dopo un tragitto all aria aperta lungo appena 2 chilometri, il Timavo termina il suo percorso immettendosi nel Golfo di Trieste vicino a Monfalcone.

3 L'acqua di Padova Il bacino idrico sotterraneo L acqua, che arriva ai rubinetti dei padovani proviene dal vicentino, e precisamente da dei pozzi artesiani (l acqua esce spontaneamente) ubicati tra i comuni di Dueville, Monticello Conte Otto, Caldogno, Vicenza e da 180 pozzi situati all interno dell area di attingimento di Villaverla. Il bacino idrico sotterraneo della zona di Dueville si estende ai piedi dei massicci montani fra Schio e Malo ad Ovest, fra Bassano e Carmignano a Est. Si tratta di un grande serbatoio che ha cominciato a formarsi oltre di anni fa, quando ancora l Italia non esisteva, perché sommersa dal grande mare della Tetide che si estendeva dall Atlantico al Pacifico. Per milioni di anni i sedimenti portati da questo mare si sono accumulati formando progressive sedimentazioni di rocce, in questo modo sono venute alla luce le grandi montagne delle Dolomiti, delle Prealpi e delle Alpi venete. La lenta sedimentazione ha originato anche gli strati porosi permeabili all acqua (ghiaie, sabbie) che ospitano le falde acquifere. Il bacino acquifero di Villaverla si è formato durante l ultimo milione di anni, raccogliendo l acqua proveniente da fiumi, torrenti e ghiacciai. Le risorgive Dal bacino di Villaverla, l acqua scende lentamente, in filtrandosi nella Pianura Padana attraverso il terreno. Lungo il suo cammino attraversa strati di ghiaia che, filtrandola naturalmente, la depurano e la arricchiscono di sali minerali. Una parte di quest acqua va molto in profondità e forma le falde artesiane, mentre un altra parte viene incanalata a un livello più vicino alla superficie e forma le falde freatiche. Le sorgenti d acqua dunque non sono solo sotterranee,come nel caso del bacino di Dueville. Esistono anche delle sorgenti di pianura, chiamate risorgive. Nelle risorgive la falda freatica si avvicina alla superficie del suolo e l acqua affiora spontaneamente. È questo il caso della zona di Villaverla, il più importante centro di approvvigionamento d acqua per Padova. Qui l acqua affiora dopo un percorso che, dal momento in cui cade come pioggia o neve sugli altipiani, dura circa dieci anni. L oasi di Villaverla L Oasi di Villaverla rappresenta un elemento peculiare dell ambiente della Pianura Padana, non solo da un punto di vista idrogeologico, ma anche naturalistico e paesaggistico. L oasi è oggi uno straordinario laboratorio verde, il cui aspetto è molto simile a quello che un tempo dovevano avere le zone umide della Pianura Padana. Nel parco si possono vedere uccelli ormai rari, come averle, pigliamosche, verdoni, frosoni, fringuelli, torcicolli, nonché specie arboree arbustive antiche di secoli. Le risorgive somigliano a grandi prati cosparsi di laghetti. L acqua che vi sgorga proviene dalla Val d Astico e dall alto Brenta, dopo un cammino di dieci-quindici metri al giorno. La purezza di quest acqua è testimoniata dalla presenza del marsone, un piccolo pesce che vive solo nei corsi d acqua incontaminati e non a caso è il simbolo dell oasi.

4 Il primo acquedotto di Padova Gli antichi attingevano l acqua direttamente dai fiumi e dai pozzi. A parte la scomodità, se l acqua era infetta, diventava fonte di malattie come la febbre tifoide e il colera. Per comprendere quale grande progresso sia l aver realizzato un acquedotto per tutta la città, è sufficiente immaginare la nostra vita senza poter aprire un rubinetto e vederne uscire dell acqua. Correva l anno 1878 quando gli esperti, incaricati di individuare la migliore fonte dell acqua destinata ad alimentare un acquedotto per la città di Padova, si indirizzarono verso la zona di Villaverla proprio per la qualità e l abbondanza delle sue acque. Il progetto prescelto fu quello di Vincenzo Stefano Breda, senatore e grande industriale. Nel 1886 la Società Veneta infisse i primi 131 pozzi, profondi da 8 a 25 metri. Questi pozzi sono tutt ora utilizzati e fanno confluire l acqua nelle due vasche sotterranee che alimentano la Canaletta che, come un tempo, continua a convogliare il prezioso liquido da Villaverla a Padova alla velocità di un metro al secondo e con un ritmo di 40 milioni di litri al giorno, pari a 15 miliardi di litri all anno. Il secondo e il terzo acquedotto di Padova Il primo acquedotto di Padova fu completato in tre anni e inaugurato nel giugno del Negli anni Sessanta del secolo scorso, alla Canaletta fu affiancata una seconda linea di tubatura che, grazie ad un diametro di 90 cm, è in grado di trasportare verso Padova fino a 75 milioni di acqua al giorno (27 miliardi l anno) Ma Padova, città dinamica e in continua espansione, aveva ancora sete. Perciò, nell ultimo decennio del Novecento, è stato realizzato un terzo acquedotto: un grande tubo in acciaio del diametro di 130 cm, in grado di convogliare, da solo, 150 milioni di litri d acqua al giorno. Diversamente dalle prime due linee l acqua non scende verso Padova per forza di gravità, ma viene spinta in pressione, accorciando così notevolmente i tempi di percorrenza del tragitto. Oggi la rete si sviluppa per chilometri e trasporta oltre 45 milioni di metri cubi d acqua La qualità dell acqua distribuita a Padova è soggetta ad analisi specifiche di laboratorio su campioni prelevati da punti diversi della rete in un numero di misure/anno. E classificata come Acqua Oligominerale e in base alle sue caratteristiche batteriologiche è da considerarsi microbiologicamente pura.

5 Tanti controlli per garantire la purezza dell'acqua Sia a Padova sia a Trieste, l acqua distribuita da AcegasAps è da considerarsi microbiologicamente pura, cioè priva di batteri. L acqua, già al momento del prelievo in natura, possiede un elevata purezza. AcegasAps, prima di immetterla nella rete di distribuzione, la filtra da eventuali piccole impurità e vi aggiunge una minima quantità di cloro stabilita dalla legge. Gli impianti utilizzati in questo procedimento sono: a Trieste, l acquedotto G.Randaccio (situato a San Giovanni di Duino nel comune di Duino Aurisina) in cui l acqua viene soltanto clorata, visto che si presenta già potabile al momento del prelievo in natura (in caso di utilizzo d acqua di superficie, essa viene anche filtrata). a Padova, gli impianti di Saviabona, Brentelle Nord e Potabilizzazione Brentelle. La migliore garanzia sulla qualità dell acqua che arriva nei nostri rubinetti è rappresentata dai circa controlli effettuati in un anno da AcegasAps presso il Laboratorio aziendale a Trieste e il Centro Idrico di Novoledo (Vi). Sotto il profilo chimico, l acqua distribuita da AcegasAps è da classificarsi come oligominerale, trattandosi di un acqua leggera con pochi sali disciolti. Occhio agli sprechi Come sai, l acqua è un bene prezioso, del quale non si può fare a meno. Per attingerla e farla arrivare nelle case sono necessarie opere costose e delicate: prima di uscire dal rubinetto, deve essere pompata, controllata e canalizzata. Le riserve d acqua non sono infinite e vanno tutelate anche per le generazioni future, come ci insegnano le regole dello sviluppo sostenibile. Perciò nessuno deve sprecarla o inquinarla.

6 È stato calcolato che chi abita in città, in media, consuma all incirca 350 litri d acqua al giorno per bere, lavarsi, cucinare, tenere puliti i vestiti e la casa, ecc. La parte più consistente viene impiegata per gli sciacquoni del bagno, le macchine pulitrici, il giardinaggio o persa per scarsa attenzione. Di questa grande quantità d acqua, quanta viene realmente utilizzata e quanta, invece, viene persa per incuria? I 350 litri al giorno di cui stiamo parlando sono tanti, forse troppi. Sicuramente ci sono degli sprechi che ciascuno di noi, nella vita quotidiana, può evitare, mettendo in pratica qualche minimo accorgimento, utile a garantire anche la sicurezza della propria casa. Vediamo cosa si può fare per risolvere questo problema: 1)Accertare sempre di aver chiuso bene i rubinetti. Un rubinetto che gocciola può perdere fino a 10 litri d acqua al giorno. Se a perdere è lo sciacquone del water si può arrivare addirittura a 100 litri sprecati! Per questo motivo, è bene sempre controllare l efficienza di scarichi e guarnizioni e sostituire queste ultime periodicamente. Solo così eviteremo perdite e dispersioni, che non possiamo controllare quando non ci siamo. 2) Quando si va in vacanza o si sta fuori per qualche giorno, è buona norma chiudere il rubinetto principale dell acqua. 3) Accertare di non avere perdite invisibili: basta chiudere tutti i rubinetti e controllare che il contatore non giri a vuoto. 4) Durante l inverno controllare i contatori esterni: il freddo li può danneggiare. 5) Lavando l automobile si consumano fino a 200 litri d acqua se si usa la pompa. Al suo posto, usiamo un secchio! Risparmieremo fino a 130 litri a ogni lavaggio. 6) Far funzionare la lavatrice e la lavapiatti a pieno carico significa effettuare meno lavaggi e risparmiare, in un anno, fino a litri d acqua. 7) Frutta e verdura si possono lavare anche tenendole a mollo, anziché sotto l acqua corrente. Inoltre, l acqua del recipiente possiamo usarla per bagnare le piante del terrazzo o del giardino. 8) Evitiamo di lasciar scorrere l acqua del rubinetto quando ci laviamo i denti e diciamo a papà di fare lo stesso quando si rade la barba! Per un risciacquo della bocca bastano pochi sorsi. Eviteremo di sprecare inutilmente fino a litri all anno. 9) L applicazione ai rubinetti del frangigetto (che miscela l aria con l acqua che esce dal rubinetto) può far risparmiare fino a litri all anno. 10) Quando bagniamo il giardino con la pompa, facciamolo nelle ore serali: ne beneficeranno le piante e i consumi. Infatti, quando tramonta il sole, l acqua evapora più lentamente e non viene sprecata. 11) Utilizziamo sempre detersivi biodegradabili.

7 Fognatura e depurazione riparo da gravi malattie infettive e cattivi odori. Per rete fognaria si intende il complesso di canalizzazioni, generalmente sotterranee, che raccolgono e allontanano dai luoghi abitati le acque superficiali (meteoriche, di lavaggio, ecc.) e quelle provenienti dalle attività umane in genere. La presenza di una rete fognaria è un requisito molto importante per la qualità della vita in grandi città come Trieste e Padova. Un impianto di fognature efficiente garantisce una vita più sana e più piacevole, al La rete fognaria gestita da AcegasAps a Trieste e Padova si sviluppa complessivamente per oltre chilometri. Il totale dei clienti serviti nelle due città ammonta all incirca a A Trieste sono in funzione quattro depuratori (Servola, Zaule, Barcola e Basovizza) che, in tutto, trattano ogni anno quasi di metri cubi di acque reflue provenienti dalle case o dalle industrie. Nell area di Padova la rete fognaria raggiunge i chilometri e sono, inoltre, operativi tre impianti di depurazione: Ca Nordio, Guizza e Abano Terme. Grazie a questi impianti vengono trattati annualmente più di di metri cubi di acque reflue. Le acque reflue, che sono chiamate anche acque di scarico, in base alla loro origine sono contaminate da diverse tipologie di sostanze organiche ed inorganiche che possono diventare pericolose per la nostra salute e per l'ambiente. Le possiamo suddividere in 4 tipi: Acque nere: contengono anche elementi solidi organici Acque grigie: acque saponate provenienti da docce, vasche e scarichi di lavatrici Acque industriali: inquinate da numerosissimi prodotti tossici da raccogliere e smaltire attraverso condotte particolari e sistemi di depurazione specifici. Alcuni consigli utili per la salute della rete fognaria Anche nell uso quotidiano degli scarichi dobbiamo osservare alcuni comportamenti virtuosi. Vediamo di che cosa si tratta. Non gettare assolutamente nel water pannolini, buste di plastica e qualsiasi altro materiale diverso dalla carta igienica. Non versare nel water liquidi pericolosi o tossici, vanno smaltiti nei Centri di Controllare periodicamente l efficienza di fosse biologiche e pozzi neri. Esistono in commercio sciacquoni a quantità differenziata a seconda del... bisogno. A volte non serve un grande utilizzo di acqua!