COMUNE DI TRINO PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE VOLUME 5 SISTEMA DI ALLERTAMENTO E PROCEDURE OPERATIVE. Regione Piemonte Provincia di Vercelli

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1 Regione Piemonte Provincia di Vercelli COMUNE DI TRINO PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE VOLUME 5 SISTEMA DI ALLERTAMENTO E PROCEDURE OPERATIVE Trino, lì Il Commissario Straordinario

2 INDICE VOLUME 1. PREMESSA pag SISTEMI DI ALLERTAMENTO RELATIVI AD EVENTI PREVEDIBILI (RISCHIO pag. 4 METEOROLOGICO E IDROGEOLOGICO - IDRAULICO) 2.1 Premessa pag Sistema di Allertamento Regionale pag Documenti informativi del Sistema di Allertamento Regionale pag Modalità di diramazione e ricezione degli avvisi meteo e di criticità pag Fasi di attuazione del Piano pag SISTEMI DI ALLERTAMENTO RELATIVI AD EVENTI NON PREVEDIBILI (RISCHIO pag. 11 SISMICO, TRASPORTO MERCI PERICOLOSE, INDUSTRIALE - TECNOLOGICO E INCENDI BOSCHIVI) 3.1 Premessa pag Modalità di ricezione e verifica di avvisi o segnalazioni di eventi non prevedibili pag PROCEDURE DI ATTIVAZIONE DEL COC pag Premessa pag Evento prevedibile pag Evento non prevedibile pag PROCEDURE PER LA GESTIONE DELL EMERGENZA E MODELLO DI pag. 14 INTERVENTO 2

3 1. PREMESSA Le procedure sono l insieme organizzato delle azioni da condurre in sequenza logica e temporale per affrontare un emergenza con il minor grado di improvvisazione e il maggior automatismo possibile. La realizzazione di tale obiettivo richiede che, al manifestarsi di una situazione di emergenza, i soggetti coinvolti conoscano già attentamente ruoli e compiti. Per i rischi caratterizzati da fenomeni prevedibili, ossia che si manifestino a seguito di situazioni riconoscibili e possono svilupparsi attraverso fasi di intensità crescente (criticità ordinaria, moderata, elevata), deve prevedersi un livello, via via crescente, di attivazione della Struttura Comunale di Protezione Civile (attenzione, preallarme, allarme ed emergenza). Tra i rischi prevedibili il Piano considera nel dettaglio quelli meteorologici e idrogeologico-idraulico. Per i fenomeni non prevedibili, che tendenzialmente si manifestano senza preavviso, è opportuno che le procedure si riferiscano al massimo livello di attivazione (emergenza). In particolare, nel Piano sono state definite delle procedure specifiche per i rischi sismico, trasporto merci pericolose, incendi boschivi, industriale e tecnologico, nucleare; per altri rischi di minore incidenza, le procedure assumono un carattere di genericità che le rende adattabili, e pertanto utili, nell affrontare qualsiasi emergenza. Per l attivazione delle Procedure di Emergenza presuppone l esistenza di un sistema di allertamento per la segnalazione del rischio. per alcune categorie di rischio esiste un sistema codificato trasmesso dai competenti Enti/Organi sovralocali (Regione, Provincia, Prefettura), per altre tipologie le procedure sono attivate in seguito alla segnalazione di evento in atto. 3

4 2. SISTEMI DI ALLERTAMENTO RELATIVI AD EVENTI PREVEDIBILI (RISCHIO METEOROLOGICO E IDROGEOLOGICO - IDRAULICO) 2.1 PREMESSA Il Sistema di allerta nazionale per il rischio meteorologico ed idrogeologico - idraulico è costituito dagli strumenti, dai metodi e dalle modalità stabiliti per sviluppare e acquisire la conoscenza, le informazioni e le valutazioni, in tempo reale, che riguardano il preannuncio, l insorgenza e l evoluzione dei rischi conseguenti agli eventi definiti dall art. 2 della Legge n. 225/1992. Finalità del sistema è allertare e attivare il Servizio Nazionale della Protezione Civile ai diversi livelli territoriali. Il governo e la gestione del Sistema di allerta nazionale sono assicurati da: - Dipartimento della Protezione Civile e Regioni, attraverso la Rete dei Centri funzionali; - Servizio meteorologico nazionale distribuito (Smnd), previsto dalla L. 100/2012 di riordino del sistema di Protezione Civile; - reti strumentali di monitoraggio e di sorveglianza; - presidi territoriali; - centri di competenza, previsti dalla L. 100/2012 di riordino del sistema di Protezione Civile; - ogni altro soggetto chiamato a concorrere funzionalmente e operativamente a queste reti. Sulla base dei livelli di rischio, ogni Regione determina le procedure e le modalità di allertamento del proprio sistema di protezione civile ai diversi livelli di competenza territoriale. 2.2 SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE I sistemi di monitoraggio, ovvero di misura di grandezze fisiche in tempo reale, hanno un significato solo in relazione a fenomeni prevedibili e quantificabili. Appartengono a questa categoria alcuni fenomeni idrogeologici, i cui precursori di evento (quantità di pioggia, misura di portata, ecc.) consentono di prevedere il possibile scenario di rischio e quindi di modulare la risposta di protezione civile. I Comuni non sono tenuti a dotarsi di una rete strumentale di monitoraggio meteoidrologico o geotecnico, ma a leggere le informazioni di previsione e di monitoraggio che li riguardano, rilevate dalla rete regionale e messe a disposizione dal Centro Funzionale (Bollettino di allerta meteoidrologica, Bollettino di aggiornamento idrogeologico ed idraulico, ecc.). Su questa base, note le situazioni di criticità locale, può essere utile che il Comune predisponga presidi e monitoraggi puntuali per seguire l evoluzione dell evento sul territorio e attivare le conseguenti misure di protezione. Il Comune di Trino è interessato, nello specifico, dalle procedure individuate nel Piano speditivo del Nodo Idraulico di Trino dalla Regione Piemonte. La gestione del sistema di allertamento regionale è assicurata dal Centro Funzionale Regionale dell ARPA Piemonte in base a quanto stabilito nel Disciplinare per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile ai sensi della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004 modificata dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2005 (approvato con D.G.R. n del 30 luglio 2007) per quanto riguarda: 1) Rischi meteorologici - Vengono presi in considerazione i seguenti fenomeni: - piogge: eventi di precipitazione intensa, prolungata e diffusa, tali da coinvolgere ambiti territoriali estesi corrispondenti a bacini idrografici principali con estensione superiore ad alcune centinaia di chilometri quadrati. - Nevicate. 4

5 - Anomalie termiche: temperature anomale rispetto alla media stagionale (significative condizioni di freddo nei mesi invernali e di caldo nei mesi estivi). - Temporali: fenomeni di precipitazione molto intensa ai quali si possono associare forti raffiche di vento, grandine e fulminazione. - Venti. 2) Rischio idrogeologico e idraulico: corrispondono agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli pluviometrici critici sui settori montuosi e collinari e dei livelli idrometrici critici lungo i corsi d acqua. 3) Rischio nevicate: corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli nivometrici critici sui settori montuosi, collinari e di pianura interessati da insediamenti e viabilità. 4) Rischio valanghe: corrisponde agli effetti indotti sul territorio da fenomeni di instabilità del manto nevoso che possono giungere a interessare infrastrutture o centri abitati. Il Comune di Trino non rientra all interno delle zone di allerta per questa tipologia di rischio. Il disciplinare (Deliberazione della Giunta Regionale 30 luglio 2007, n ) descrive gli indirizzi e stabilisce le procedure e le modalità di allertamento del sistema ai diversi livelli (regionale, provinciale e comunale). Il sistema di allertamento regionale è definito da una fase previsionale, da una fase di monitoraggio e sorveglianza e dalla gestione delle piene e dei deflussi, attuate dal Centro Funzionale Regionale. Le fasi descritte prevedono l avvio delle attività di prevenzione del rischio e delle attività di gestione delle emergenze, assegnate al Sistema Regionale di Protezione Civile. 2.3 DOCUMENTI INFORMATIVI DEL SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE Documenti previsionali Bollettino di allerta meteoidrologica, contiene una previsione dei fenomeni meteorologici e degli effetti al suolo attesi per il rischio idrogeologico ed idraulico. Le condizioni meteorologiche avverse vengono segnalate tramite un avviso di avverse condizioni meteorologiche (c.d. avviso meteo), mentre le condizioni di criticità idrogeologica ed idraulica e quelle relative alle nevicate sono segnalate all interno del bollettino con due livelli di criticità: moderata ed elevata criticità, corrispondenti rispettivamente al Codice 2 e 3. Codice 2 Codice 3 Criticità moderata Criticità elevata Oltre a questi due livelli, vi è un livello di ordinaria criticità associato all emissione dell avviso meteo del rispettivo fenomeno, a cui si associa il livello di: Codice 1 Criticità ordinaria L effetto dell avviso meteo è quello di estendere le attività di presidio e sorveglianza del Centro Funzionale Regionale alle varie strutture di protezione civile presenti nella Regione, che si attiveranno secondo le modalità previste nelle singole pianificazioni che le stesse amministrazioni devono adottare nel rispetto delle prescrizioni della L.R. 7/2003. Il Bollettino di allerta meteoidrologica contiene la previsione dei fenomeni meteoidrologici e dei relativi effetti al suolo attesi per i fenomeni piogge e nevicate differenziati per zone di allerta. Il Comune di Trino appartiene alla Zona di Allertamento I. EMISSIONE Tutti i giorni - Ore 13 con validità 36 ore 5

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7 2.3.2 Documenti di monitoraggio e sorveglianza Documenti di monitoraggio Bollettino di aggiornamento idrogeologico ed idraulico: viene emesso nel caso di moderata e elevata criticità idrogeologica o idraulica. EMISSIONE Moderata criticità Due volte al giorno (ore 9.00 e 21.00) Elevata criticità Ogni 6 ore (ore 6.00, 13.00, e 24.00) 7

8 Tabella dei dati pluviometrici: contiene i dati pluviometrici delle stazioni della rete di monitoraggio regionale con segnalazione dei casi di superamento delle soglie. Viene emessa nel caso di moderata o elevata criticità con aggiornamento automatico a frequenza oraria. Tabella dei dati idrometrici: contiene i dati idrometrici delle stazioni della rete di monitoraggio regionale con segnalazione dei casi di superamento delle soglie. viene emessa nel caso di moderata o elevata criticità con aggiornamento automatico a frequenza oraria Documenti di sorveglianza Avviso straordinario Documento emesso nel caso di accertamento di situazioni impreviste riguardanti, a seconda dei casi, condizioni meteorologiche avverse (temporali, temperature anomale e venti), criticità idrogeologiche o idrauliche e criticità per nevicate Documenti per la gestione delle piene e dei deflussi Bollettino di previsione delle Piene: Documento emesso dal Centro Funzionale del Piemonte entro le ore 13 nel caso di moderata o elevata criticità idrogeologica ed idraulica; è finalizzato alla gestione delle piene e dei deflussi. Il bollettino contiene una valutazione delle criticità idrauliche associate al verificarsi di una portata di morbida, di piena ordinaria o di piena straordinaria Modalità di diffusione dei Bollettini e degli Avvisi I Bollettini sono sempre pubblicati sulla RUPAR. La Provincia e gli Uffici Territoriali del Governo che ricevono i Bollettini contenenti avvisi meteo e/o livelli di criticità hanno il compito di trasmetterli alle amministrazioni comunali interessate. Nel caso in cui il Bollettino non contenga avvisi meteo e/o livelli di criticità non è prevista la sua trasmissione a Prefetture e Province da parte del Settore Protezione Civile. Le tabelle dei dati delle stazioni della rete di monitoraggio regionale sono pubblicate sulla RUPAR e non sono previste altre forme di trasmissione. Di seguito si riporta una tabella di sintesi con indicazione dei documenti di allertamento emessi dalla Regione Piemonte. 8

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10 2.4 MODALITÀ DI DIRAMAZIONE E RICEZIONE DEGLI AVVISI METEO E DI CRITICITA Gli avvisi meteo e gli avvisi di criticità contenuti nei bollettini predisposti dal Centro Funzionale Regionale sono diramati dal Settore Protezione Civile della Regione agli Uffici Territoriali del Governo e alle Province che, nel rispetto degli accordi reciproci in materia di protezione civile, devono informare, in caso di avviso meteo, e allertare, in caso di avviso di criticità, i Comuni e gli altri soggetti che dipendono dalle stesse amministrazioni. Il Bollettino di allerta meteoidrologica è visionato ogni giorno alle ore 13 dal Responsabile dell Ufficio Tecnico utilizzando i seguenti indirizzi web: oppure, Si accede al documento cliccando il tasto Vai in corrispondenza della sezione Previsione, con le seguenti credenziali di accesso: utente: meteoidro e password: allertamento2000 ll Bollettino di allerta meteoidrologica, in caso di criticità, è inoltrato dalla Provincia di Vercelli - Servizio Protezione Civile al Comune di Trino, nelle sedi e con le modalità descritte nell.allegato 7 - ELENCO CONTATTI PER DIRAMAZIONE BOLLETTINO DI ALLERTA METEO IDROLOGICA. Chi riceve il Bollettino a mezzo fax deve immediatamente: - informare la Provincia di Vercelli dell avvenuto ricevimento; - trasmettere il Bollettino al Comandante della Polizia Municipale, al Sindaco (fax o brevi mano), al Responsabile dell Ufficio Tecnico (fax o brevi mano). Questi ultimi valutano, sulla base dell evento segnalato e sulla sua tendenza, se far inoltrare il Bollettino anche alle associazioni del Volontariato, al fine di poter organizzare il più rapidamente possibile le eventuali attività di presidio territoriale. Un sms di allerta viene in ogni caso inviato ai numeri di cellulare in possesso del Sindaco pro tempore o di un suo delegato, del Comandante di Polizia Municipale e del Responsabile Ufficio Tecnico: questo assume fondamentale importanza nel caso di avviso meteo relativo a Codice 1 trasmesso al di fuori dell orario di ufficio. In tale caso il Comandante della Polizia Municipale dovrà immediatamente: - informare la Provincia di Vercelli dell avvenuto ricevimento; - verificare che il Sindaco ed il Responsabile dell Ufficio Tecnico abbiano ricevuto la segnalazione, attivandosi per la verifica del contenuto del Bollettino, ivi compresi gli eventuali Avvisi straordinari trasmessi. 2.5 FASI DI ATTUAZIONE DEL PIANO Come già anticipato, per i rischi indotti da fenomeni prevedibili il livello di attivazione della Struttura Comunale di Protezione Civile deve essere gradualmente crescente. Per l attuazione del Piano si prevedono quindi le seguenti fasi o livelli di emergenza: ATTENZIONE. È la fase in cui, in presenza di cause potenzialmente scatenanti una situazione di pericolo, dopo aver messo sull avviso tutti i componenti della Struttura Comunale di Protezione Civile, si effettua una verifica della funzionalità dei sistemi di comunicazione e della disponibilità delle risorse, si monitora l evoluzione dell evento e si conducono attività di ricognizione dei punti critici sul territorio. PREALLARME. È la fase in cui il verificarsi di un emergenza è ritenuto molto probabile; infatti sul territorio cominciano a verificarsi le prime situazioni di criticità (ad esempio inondazione lungo i corsi d acqua maggiori) che inducono la conseguente attivazione della Struttura Comunale di Protezione Civile. ALLARME ED EMERGENZA. È la fase in cui si manifesta l emergenza; le priorità assolute sono quelle di proteggere (informazione in emergenza, messa in sicurezza, evacuazione) e soccorrere. 10

11 3. SISTEMI DI ALLERTAMENTO RELATIVI AD EVENTI NON PREVEDIBILI (RISCHIO SISMICO, TRASPORTO MERCI PERICOLOSE, INDUSTRIALE TECNOLOGICO, INCENDI BOSCHIVI E RISCHIO GENERICO) 3.1 PREMESSA Nel caso di evento calamitoso legato ad un evento non prevedibile (improvviso), il livello di criticità a cui fanno riferimento le procedure operative è quello di emergenza. La segnalazione di un evento calamitoso improvviso, a differenza di un evento prevedibile, non avviene tramite uno specifico sistema di allertamento (ad esempio, tramite bollettini o avvisi), ma la notizia perviene all Amministrazione comunale generalmente ad opera di un altro Ente, Organo istituzionale o da parte di un privato cittadino. 3.2 MODALITÀ DI RICEZIONE E VERIFICA DI AVVISI O SEGNALAZIONI DI EVENTI NON PREVEDIBILI Se la notizia perviene da un cittadino, oppure da organismi non istituzionalmente preposti, è sempre necessario verificarne veridicità e completezza. In questo caso, il personale comunale informa immediatamente il Sindaco, o un suo delegato, ed il Comandante della Polizia Municipale, il quale verifica la notizia, anche eventualmente tramite un sopralluogo, di regola in collaborazione con l Ufficio Tecnico. In fase di sopralluogo il personale incaricato deve sempre adottare le precauzioni generali necessarie alla salvaguardia della sua incolumità. Accertata la veridicità della notizia si procederà, valutata la tipologia ed entità dell evento, ad attivare le relative procedure. 11

12 4. PROCEDURE DI ATTIVAZIONE DEL COC 4.1 PREMESSA Le procedure di intervento sono distinte per eventi prevedibili e non prevedibili, secondo la seguente sequenza di livelli di emergenza: attenzione, preallarme, allarme ed emergenza. É importante sottolineare che i rischi prevedibili possono verosimilmente svilupparsi attraverso tutti i livelli di emergenza: dalla situazione di ordinaria criticità, tipicamente l inizio di una possibile fase di vigilanza/attenzione, alla situazione più grave di elevata criticità, propria della fase di allarme. Una situazione intermedia come quella di moderata criticità può, a seconda dei casi, essere considerata di vigilanza/attenzione o di preallarme. Per quanto riguarda i rischi non prevedibili è invece necessario intervenire immediatamente in soccorso alla popolazione, quindi considerare la gestione dell emergenza. Gli obiettivi prioritari del modello d intervento (e, quindi, anche delle procedure che ne sono parte) sono di fronteggiare l emergenza, soccorrere la popolazione e ripristinare le normali condizioni di vita. Pertanto, nel momento in cui si verifica un evento, le attività di protezione civile devono concentrarsi su precise finalità, secondo un ordine di priorità definito, che comprende: - la messa in atto dei servizi tecnici urgenti per fronteggiare l emergenza; - il soccorso alla popolazione per la tutela dell incolumità delle persone; - il primo ricovero, l assistenza e il vettovagliamento della popolazione colpita; - la verifica della funzionalità delle infrastrutture e dei servizi essenziali e gli interventi urgenti di ripristino; - la verifica e messa in sicurezza delle strutture pericolanti; - le realizzazione di insediamenti di emergenza (tende, roulottes, moduli abitativi o altro); - il ripristino delle normali attività. 4.2 EVENTO PREVEDIBILE L attivazione del COC, nel caso di rischio meteorologico e idrogeologico-idraulico, avviene in seguito alla ricezione di bollettini meteorologici e avvisi meteo. a) FASE DI ATTENZIONE (CODICE 1 CRITICITÀ ORDINARIA) Il Sindaco, o un suo delegato, attiva la Struttura Comunale di Protezione Civile facendo monitorare continuativamente l evolversi dell evento sul sito web del Centro Funzionale Regionale e su sito web del RuparPiemonte ( oppure, In funzione delle condizioni meteo-climatiche locali e/o di vasta scala, anche sovraregionale, e/o della tendenza di intensificazione dei fenomeni, valuta la necessita di attivare la Sala Operativa del COC. In ogni caso il Responsabile Ufficio Tecnico ed il Comandante della Polizia Municipale (o i loro delegati), nell esercizio delle loro funzioni di protezione civile, provvedono a svolgere le attività indicate nelle seguenti procedure operative relative alla Fase di Attenzione: - Volume 5A - Procedure operative rischio idrogeologico - idraulico S1 - Volume 5B - Procedure operative rischio eventi meteorologici eccezionali S2 b) FASE DI PREALLARME (CODICE 2 CRITICITÀ MODERATA) Il Sindaco, o un suo delegato, dispone l attivazione della Sala Operativa del COC raccordandosi con i Vigili del Fuoco presso cui il COC ha sede, e richiedendo al Comandante della Polizia Municipale, o ad un suo delegato, di verificare l efficienza della Sala Operativa. 12

13 Contestualmente, il Sindaco (o un suo delegato) convoca i Responsabili delle Funzioni di Supporto di cui ritiene necessaria la presenza. Attiva inoltre le strutture interne del Comune e dispone la turnazione del personale dipendente per assicurare continuità nelle attività di protezione civile. I Responsabili delle Funzioni (membri dell Unità di Crisi) convocati provvedono a svolgere le attività indicate nelle seguenti procedure operative relative alla Fase di Preallarme: - Volume 5A - Procedure operative rischio idrogeologico - idraulico S1 - Volume 5B - Procedure operative rischio eventi meteorologici eccezionali S2 c) FASE DI ALLARME/EMERGENZA (CODICE 3 CRITICITÀ ELEVATA) Il Sindaco convoca il Comitato Comunale di Protezione Civile in forma ristretta o integrale in base all estensione ed alla tipologia dell emergenza sul territorio. Il Sindaco, o un suo delegato, integra l Unità di Crisi convocando, se necessario, i restanti Responsabili delle Funzioni di Supporto. I Responsabili delle Funzioni (membri dell Unità di Crisi) convocati provvedono a svolgere le attività indicate nelle seguenti procedure operative relative alla Fase di Allarme/Emergenza: - Volume 5A - Procedure operative rischio idrogeologico - idraulico S1 - Volume 5B - Procedure operative rischio eventi meteorologici eccezionali S2 4.3 EVENTO NON PREVEDIBILE Nel caso di evento non prevedibile, il livello di criticità a cui fanno riferimento le procedure operative è quello di EMERGENZA. In questo caso il Sindaco, in funzione della tipologia ed entità dell evento, valuta se attivare il COC, convocando, nei casi più gravi, il Comitato Comunale di Protezione Civile in forma ristretta o integrale. In caso di attivazione della Sala Operativa del COC, il Sindaco, o un suo delegato, si raccorda con i Vigili del Fuoco presso cui il COC ha sede, richiedendo al Comandante della Polizia Municipale, o ad un suo delegato, di verificare l efficienza della Sala Operativa. Contestualmente, il Sindaco (o un suo delegato) convoca i Responsabili delle Funzioni di Supporto di cui ritiene necessaria la presenza. Attiva inoltre le strutture interne del Comune e dispone la turnazione del personale dipendente per assicurare continuità nelle attività di protezione civile. I Responsabili delle Funzioni (membri dell Unità di Crisi) convocati provvedono a svolgere le attività indicate nelle procedure operative relative alla Fase di Emergenza: - Volume 5C - Procedure operative rischio sismico S3 - Volume 5D - Procedure operative rischio trasporto merci pericolose S4 - Volume 5E - Procedure operative rischio incendi boschivi S5 - Volume 5F - Procedure operative rischio industriale e tecnologico S6 - Volume 5G - Procedure operative rischio nucleare S7 - Volume 5H - Procedure operative rischio generico non classificato S8 13

14 5. PROCEDURE PER LA GESTIONE DELL EMERGENZA E MODELLO DI INTERVENTO Questa parte del Piano fornisce le linee guida per affrontare un determinato evento calamitoso, delineando le azioni e le procedure da attivare. Si tratta di procedure che devono obbligatoriamente essere testate in tempo di pace attraverso esercitazioni di protezione civile, e successivamente ottimizzate, al fine di gestire l emergenza nel modo più efficiente possibile. Le procedure speditive ed il modello di intervento per la gestione delle emergenze negli scenari di evento individuati, sono riportate, per comodità di utilizzo, nei seguenti fascicoli di riferimento dedicati. Volume Rischio Scenario di evento Scenario Prevedibilità Volume 5A Volume 5B Idrogeologico ed idraulico Eventi Meteorologici Eccezionali - Esondazioni S1 Prevedibile - Temporali - Trombe d aria - Nevicate - Siccità - Ondate di calore - Nebbia e foschia - Gelate S2 Prevedibile (solo in rari casi non prevedibile) Volume 5C Sismico - Crollo e/o inagibilità edifici S3 Non prevedibile Volume 5D Volume 5E Volume 5F Trasporto merci pericolose Incendi boschivi Industriale e tecnologico - Incidenti a vie e sistemi di trasporto con coinvolgimento di merci pericolose - Incendi in aree boschive con presenza di abitazioni ed attività - Incendi - Esplosioni - Fughe di sostanze tossiche o nocive - Black-out reti di distribuzione elettrica S4 S5 S6 Non prevedibile Non prevedibile Non prevedibile Volume 5G Nucleare - Emissioni radioattive S7 Non prevedibile Volume 5H Generico - Evento non previsto S8 Non prevedibile 14

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