IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE E SUOLO. VISTO il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 recante Norme in materia ambientale ;

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1 Provincia di Ravenna settore ambiente e suolo Piazza dei Caduti per la Libertà, 2/4 Provvedimento Provvedimento n. 691 del 24/10/2007 Oggetto: D.LGS 59/05 - L.R. 21/04 DITTA HERA S.P.A. AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE PER L IMPIANTO IPPC DISCARICA DI RIFIUTI NON PERICOLOSI DI RAVENNA 1, 2, 3 E 4 SETTORE 1 STRALCIO E PER L AMPLIAMENTO AL 4 SETTORE 2 STRALCIO, (PUNTO 5.4 ALL. I D.LGS 59/05) SITO IN COMUNE DI RAVENNA, S.S. 309 ROMEA KM 2,6. IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE E SUOLO VISTO il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 recante Norme in materia ambientale ; VISTO il Decreto Ministeriale 3 agosto 2005 relativo ai criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica; VISTO il Decreto Legislativo 13 gennaio 2003 n. 36 Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti; CONSIDERATO che, ai sensi dell art. 208, comma 2) del D.Lgs. n. 152/06, ai fini dell autorizzazione alla gestione di nuovi impianti di smaltimento ovvero recupero rifiuti resta ferma l applicazione della normativa nazionale di attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento per gli impianti rientranti nel campo di applicazione della medesima, con particolare riferimento al D.Lgs. n. 59/05; VISTO il decreto legislativo 18 Febbraio 2005, n. 59 Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento ; RICHIAMATI in particolare gli articoli: art. 3 Principi generali dell autorizzazione integrata ambientale, art. 4 Individuazione e utilizzo delle migliori tecniche disponibili, art. 5 Procedure ai fini del rilascio dell Autorizzazione integrata ambientale, art. 7 Condizioni dell autorizzazione integrata ambientale, che disciplinano le condizioni per il rilascio dell Autorizzazione Integrata Ambientale (successivamente indicata con AIA); VISTA la Legge Regionale n. 21 del 11 ottobre 2004 che attribuisce alle Province le funzioni amministrative relative al rilascio di AIA; RICHIAMATA altresì la deliberazione di Giunta regionale n. 375 del 20/03/2006 di approvazione della settima modifica al calendario delle scadenze per la presentazione delle domande di autorizzazione integrata ambientale; VISTA la Legge Regionale n. 3 del 21 aprile 1999 Riforma del sistema regionale e locale, così come modificata con la Legge Regionale n. 22 del 24 marzo 2000, recante disposizioni in materia di riparto delle funzioni e disciplina di settore, con particolare riguardo alla gestione di rifiuti (sezione V); VISTA la Legge Regionale n. 5 del 1 giugno 2006, così come modificata con la Legge Regionale n. 13 del 28 luglio 2006, recante disposizioni in materia ambientale, per cui le funzioni in materia ambientale conferite alle Province e ai Comuni dalla legislazione regionale vigente alla data di entrata in vigore del D.Lgs. n. 152/06 sono confermate in capo ai medesimi Enti e con effetti dalla data di entrata in vigore dello stesso decreto legislativo; VISTA la deliberazione della Giunta Regionale del 29 dicembre 2006, n. 1996, Regolamentazione dell utilizzo del biostabilizzato ottenuto dalla stabilizzazione aerobica delle matrici organiche dei rifiuti ; DATO ATTO che ai sensi del D.Lgs. n. 59/05 e della L.R. n. 21/04 è previsto che nell ambito della procedura per il rilascio dell AIA sia garantita, ove ne ricorrono le fattispecie, l applicazione dell art. 27 comma 5 e 6 del D.Lgs. n. 22/97, in caso di modifiche sostanziali e/o ampliamenti di impianti esistenti; CONSIDERATO che, ai sensi dell art. 5, comma 14) del D.Lgs. n. 59/05 e dell art. 5, comma 3) della L.R. n. 21/04, l autorizzazione all esercizio delle operazioni di smaltimento o recupero rifiuti ai sensi dell ex art. 28 del D.Lgs. n. 22/97 e degli artt. 131, 132 della L.R. n. 3/99 e s.m.i. viene compresa e sostituita dalla presente AIA; 1

2 Provvedimento PRESO ATTO che per la discarica esistente per rifiuti non pericolosi 1, 2, 3 settore e 4 settore 1 stralcio sono stati valutati positivamente e approvati dalla Provincia di Ravenna i Piani di Adeguamento, ai sensi dell art. 17 comma 3 del D.Lgs 36/03, con provvedimenti del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 835 del 31/12/2003 e n. 645 del 06/12/2005; per tale discarica sono altresì già adottati, dal 01/07/2006 i criteri previsti dal DM 03/08/2005 per l ammissibilità dei rifiuti; VISTA la domanda presentata allo Sportello Unico del Comune di Ravenna in data 01/12/2005 e pervenuta a questa Provincia in data 09/12/2005 PG n /2005, dalla società HERA s.p.a. avente sede legale in Comune di Bologna, viale Berti Pichat n. 2/4 e impianto discarica per rifiuti non pericolosi (1, 2, 3 e 4 settore, 1 stralcio), ubicato in S.S. 309 Romea km 2,6 in Comune di Ravenna, ai sensi dell'art. 7, della Legge Regionale n. 21/2004 intesa ad ottenere il rilascio dell AIA per l impianto discarica per rifiuti non pericolosi (punto 5.4- All. I D.Lgs. 59/05) nel rispetto del calendario sopra citato; CONSIDERATO che nell ambito della domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale presentata per la discarica di rifiuti non pericolosi è stato presentato da Hera s.p.a. per l approvazione, il progetto definitivo relativo all ampliamento (2 stralcio) del 4 settore della discarica stessa; RITENUTO che, l ampliamento del 4 settore con la realizzazione del 2 stralcio si configura come modifica sostanziale all impianto esistente, ai sensi di quanto previsto all art. 2, comma 1, lettera n) del D.Lgs. n. 59/05 e nella Circolare Regionale del 6 marzo 2006 e che tale intervento costituisce motivo di applicazione della disciplina autorizzativa di modifica sostanziale e nuovo impianto, ai sensi dell art. 1, comma 4) del D.Lgs. n. 59/05; PRESO ATTO che il progetto di ampliamento è stato approvato, ai sensi dell art. 208 del D.Lgs 152/2006, con Deliberazione di Giunta Provinciale n. 50 del 21/02/2007; VISTA la nuova domanda, conseguente alla suddetta considerazione, presentata allo Sportello Unico del Comune di Ravenna in data 08/11/2006 e pervenuta a questa Provincia in data 09/11/2006 PG n /2006, dalla società HERA s.p.a. avente sede legale in Comune di Bologna, viale Berti Pichat n. 2/4 per l impianto di discarica per rifiuti non pericolosi (1, 2, 3 e 4 settore 1 stralcio e realizzazione 4 settore 2 stralcio), ubicato in S.S: 309 Romea km 2,6 in Comune di Ravenna, ai sensi dell'art. 7 della Legge Regionale n. 21/2004, intesa ad ottenere il rilascio dell AIA per l impianto discarica per rifiuti non pericolosi (punto 5.4- All. I D.Lgs. 59/05) nel rispetto del calendario sopraccitato; VISTA l avvenuta pubblicazione della nuova documentazione presentata a seguito della modifica sostanziale, ai sensi dell art. 8 della L.R. n. 21/04 e le osservazioni pervenute (PG /2006), trasmesse alla ditta con nota protocollo del 16/02/2007; VISTE le controdeduzioni del gestore, ai sensi dell art. 9 della L.R. 21/04, trasmesse alla Provincia di Ravenna il 09/03/2007 (PG /07) e di cui si prende atto integralmente; PRESO ATTO delle integrazioni presentate dal gestore in data 06/04/2007 (PG del 10/04/2007) a seguito della richiesta inoltrata dalla Provincia in data 12/02/2007 (PG del 09/02/2007); PRESO ATTO della comunicazione di Hera spa (PG del 23/04/2007) sui criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica; VISTA la documentazione integrativa presentata volontariamente dal gestore in data 01/06/07 (PG 46720/2007) inerente il progetto definitivo per la realizzazione di opere di regimazione idraulica e di gestione delle acque meteoriche e di processo interessante l intero comparto HERA-SOTRIS ed in data 27/06/2007 (PG del 28/06/2007) inerente il profilo analitico relativo al controllo delle acque meteoriche; VISTA altresì la documentazione, presentata volontariamente dal gestore in data 13/09/2007 (PG del 14/09/2007), di perizia tecnica asseverata Adeguamento del progetto di coltivazione della discarica per rifiuti non pericolosi di Ravenna SS 309 Romea km 2,6 ; VISTA la nota (PG del 24/11/06) inoltrata da Hera spa nell ambito della procedura in corso ai sensi del D.Lgs n. 152/99 per l autorizzazione settoriale allo scarico di acque meteoriche e di dilavamento del comparto, in cui vengono indicate le modalità di gestione degli scarichi nel periodo transitorio fino al completamento del progetto definitivo sopra citato; VISTO il parere favorevole con prescrizioni, formulato dal Servizio Territoriale ARPA, in ordine al progetto definitivo di regimazione idraulica e gestione acque meteoriche per l intero comparto, oltre al parere favorevole per il regime transitorio; 2

3 Provvedimento VISTA altresì la comunicazione effettuata da HERA s.p.a. in data 13/06/2006 per la chiusura ex art. 12 D.Lgs n. 36/03 del 1, 2 e 3 settore della discarica e il successivo provvedimento n. 496 del 17/08/2006 relativo a tale chiusura ed agli interventi di copertura finale (1 stralcio); PRESO atto del documento con le conclusioni di istruttoria per l AIA, predisposto dal Servizio Ambiente della Provincia di Ravenna con il supporto della Sezione Provinciale di ARPA, in esecuzione della convenzione di cui al provvedimento n. 265 del 16/05/2005; VISTO il parere inoltrato dal Comune di Ravenna ai sensi dell art. 10, comma 3) della L.R. n. 21/04; PRESO altresì atto del parere espresso dalla Sezione Provinciale ARPA relativamente al Piano di Monitoraggio ai sensi dell art. 10, comma 4) della L.R. n. 21/2004; CONSIDERATO che la bozza del documento di AIA è stata trasmessa il 11/10/2007, ai sensi dell art. 10 della L.R. 21/04, alla Ditta interessata con nota PG del 05/10/2007. RICHIAMATA altresì la Deliberazione di Giunta Regionale n del 13/10/2003 in materia di Direttive per la determinazione e la prestazione delle garanzie finanziarie per il rilascio delle autorizzazioni all esercizio di operazioni smaltimento e recupero rifiuti; DATO ATTO che, ai sensi dell art. 208 del D.Lgs. n. 152/06, tutte le attività di smaltimento e recupero rifiuti, al momento dell avvio effettivo dell esercizio dell impianto, devono prestare garanzie finanziarie secondo le modalità indicate nella sopra citata DGR n. 1991/03, che, in particolare per le discariche in esercizio, prevede rispettivamente una garanzia finanziaria per la gestione operativa e una garanzia finanziaria per la gestione post-operativa commisurate al volume complessivo del lotto autorizzato; RICHIAMATI i provvedimenti del Dirigente Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna n. 835 del 31/12/2003 e n. 645 del 06/12/2005 con cui si fornivano i dati necessari per la determinazione delle polizze fidejussorie necessarie, rispettivamente, per la gestione operativa e post operativa della discarica in oggetto per i settori 1, 2 e 3 e per la gestione operativa e post operativa della discarica in oggetto per il 4 settore 1 stralcio; RICHIAMATE le polizze fidejussorie n. 96/ del 23/03/2004 e n del 24/11/2006 per la gestione operativa e post operativa dei settori 1, 2 e 3 e le polizze fidejussorie n del 13/01/2006 e n del 24/11/2006 per la gestione operativa e post operativa del 4 settore 1 stralcio; DATO ATTO altresì che i dati per la determinazione delle garanzie finanziarie, per l ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi, risultano i seguenti: Discarica per rifiuti non pericolosi 4 settore 2 stralcio Capacità complessiva del lotto costituito dal 4 settore 2 stralcio = m 3 (compreso il collegamento con 1 settore e con 1 stralcio 4 settore ); Area di sedime = m 2 ; Calcolo importo garanzia finanziaria per l attivazione e la gestione operativa, comprese le procedure di chiusura = m 3 x 30,00 /m m 2 x 2,50 /m 2 = Calcolo importo garanzia finanziaria per la gestione successiva alla chiusura (gestione post-operativa) = ,00 + ( m ) x 9,00 /m 3 = Nella considerazione che la Ditta HERA s.p.a. risulta certificata secondo la norma UNI EN ISO 14001, ai sensi dell art. 210, comma 3, lettera h, del D.Lgs n. 152/06, potrà essere ridotto del 40% l ammontare sopra riportato della garanzia finanziaria da prestare per l attivazione e la gestione operativa, comprese le procedure di chiusura, dell ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi 4 settore, 2 stralcio; DISPONE di rilasciare l'autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi dell art 10 della LR 21/04 alla società HERA s.p.a. nella persona del Sig. Claudio Dradi gestore dell impianto discarica per rifiuti non pericolosi: 1, 2, 3 settore in fase di gestione post operativa; 4 settore 1 stralcio in fase di gestione operativa; 4 settore 2 stralcio nuova attività di gestione in ampliamento ai settori esistenti (gestione operativa); (attività di cui al punto 5.4 dell All. I D.Lgs. 59/05 discariche che ricevono più di 10 tonnellate al giorno o con una capacità totale di oltre tonnellate, ad esclusione delle discariche per rifiuti inerti ), della società HERA s.p.a. avente sede legale in Comune di Bologna, via Berti Pichat n. 2/4), per l impianto sito in Comune di Ravenna, SS 309 Romea km 2,6. 3

4 4 Provvedimento La validità della presente autorizzazione è subordinata al rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni: 1. il piano di adeguamento dell impianto alla normativa IPPC contenuto nell allegato D al presente provvedimento dovrà essere realizzato entro le date ivi indicate; 2. il gestore dovrà comunicare a questa Provincia la data di inizio e di fine dei lavori di adeguamento previsti al precedente punto e la data di messa in esercizio della nuova parte di discarica; 3. Il presente provvedimento comprende e sostituisce i seguenti provvedimenti già di titolarità della Ditta: - autorizzazione alle Emissioni in atmosfera DPR 203/88 Provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 106/2000, volturata con n. 15/2003; - chiusura della discarica per rifiuti non pericolosi ( settore) ed autorizzazione agli interventi di copertura finale (1 stralcio) e al recupero (R5) di copertura finale (D.Lgs 152/06 e D.Lgs 36/03) Provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 496 del 17/08/2006; - autorizzazione alla gestione della discarica per rifiuti non pericolosi, con estensione al IV settore primo stralcio (D.Lgs 22/97 e D.Lgs 36/03) Provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 645 del 06/12/2005; la presente AIA, ai sensi del D.Lgs. n. 152/06 e D.Lgs. n. 36/03, costituisce, inoltre, autorizzazione alla gestione della nuova parte della discarica (D1/D5) per rifiuti non pericolosi, 4 settore 2 stralcio, il cui progetto è stato approvato con delibera di Giunta Provinciale n. 50 del 21/02/2007 e che costituisce ampliamento della discarica esistente (1, 2, 3 e 4 settore 1 stralcio) per rifiuti non pericolosi, i cui settori 1, 2 e 3 risultano esauriti, il tutto gestito da HERA s.p.a. nel comparto sito in al km 2,6 della SS 309 Romea. La presente AIA costituisce altresì autorizzazione allo scarico di acque meteoriche e di dilavamento in corpo idrico superficiale (scolo Tomba) tramite lo scarico denominato SA. 4. il presente provvedimento è comunque soggetto a riesame qualora si verifichi una delle condizioni previste dall articolo 11, comma 2, della L.R. n. 21/04; 5. nel caso in cui intervengano variazioni nella titolarità della gestione dell impianto, il vecchio gestore e il nuovo gestore ne danno comunicazione entro 30 giorni alla Provincia di Ravenna anche nelle forme dell autocertificazione; 6. fatto salvo quanto specificato al punto D2, allegato D, del presente provvedimento, in caso di modifica degli impianti il gestore comunica alla Provincia di Ravenna, all ARPA ed al Comune di Ravenna le modifiche progettate dell'impianto. Tali modifiche saranno valutate ai sensi dell art. 11, comma 3) della L.R. n. 21/04; 7. il gestore è tenuto a presentare eventuale CONGUAGLIO alle spese istruttorie come previsto dalla Delibera GR 11 Aprile 2005 n. 667 Modalità per la determinazione da parte delle Province degli anticipi delle spese istruttorie per il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ; 8. la presente Autorizzazione Integrata Ambientale, con le relative condizioni e prescrizioni di cui agli allegati parte integrante, ha validità di anni 6 (sei) a partire dalla data di rilascio della stessa; 9. avverso il presente atto è possibile proporre ricorso giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale, entro sessanta giorni dall avvenuta pubblicazione sul BUR; 10. per il rinnovo della presente autorizzazione almeno sei mesi prima della scadenza il gestore deve inviare a questa Provincia una domanda, corredata da una relazione contenente un aggiornamento delle informazioni di cui all'articolo 9, comma 1) del Decreto Legislativo n. 59/05. Fino alla pronuncia in merito al rinnovo dell'autorità competente, il gestore continua l'attività sulla base della precedente autorizzazione integrata ambientale; 11. copia della presente autorizzazione viene trasmessa al SUAP del Comune di Ravenna per la trasmissione alla Ditta e contestualmente si provvederà alla pubblicazione di un estratto sul BUR; 12. il monitoraggio e il controllo delle condizioni dell AIA sono esercitate dalla Provincia di Ravenna ai sensi dell art. 12 della L.R. n. 21/04, avvalendosi del supporto tecnico, scientifico e analitico di ARPA, al fine di verificare la conformità dell impianto alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione; 13. la Provincia, ove rilevi situazioni di non conformità alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione, procederà secondo quanto stabilito nell atto stesso o nelle disposizioni previste dalla vigente normativa nazionale e regionale.

5 Provvedimento IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE E SUOLO (Dott. Stenio Naldi) 5

6 Sezione informativa Allegato A ALLEGATO A Sezione informativa A1) Informazioni sull impianto L attività in oggetto della società HERA s.p.a., rientra nell Allegato I del Decreto Legislativo n. 59/2005 al punto 5.4 discarica di rifiuti non pericolosi di Ravenna destinato a ricevere più di 10 tonnellate al giorno o con una capacità totale di oltre tonnellate, ad esclusione delle discariche per rifiuti inerti. Localizzazione del sito: Comune di Ravenna, S.S. 309 Romea, km 2,6 Impianto: discarica per rifiuti non pericolosi 1 settore, coltivazione ultimata a quota 18,60 m sul l.m.m., in attesa della realizzazione della copertura finale ad eccezione della zona interessata dal collegamento tra 1 e 4 settore; discarica per rifiuti non pericolosi 2 settore, coltivazione ultimata a quota 18,60 m sul l.m.m. in attesa della realizzazione della copertura finale; discarica per rifiuti non pericolosi 3 settore, coltivazione ultimata a quota 18,60 m sul l.m.m. in attesa della realizzazione della copertura finale; discarica per rifiuti non pericolosi 4 settore 1 stralcio in fase di coltivazione dalla fine del 2005, su una superficie di m 2 per un volume utile di m 3 compreso il collegamento con il 1 settore; discarica per rifiuti non pericolosi 4 settore 2 stralcio di nuova realizzazione in ampliamento al 1 stralcio; l ampliamento si presenterà come un settore centrale al comparto Hera Sotris con unico lato esterno verso Ovest, avrà una superficie di m 2 per una capacità totale, compreso il collegamento con il 1 settore e il 1 stralcio del 4 settore, di m 3. La discarica oggetto della presente Domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale era classificata ai sensi della Delibera del Comitato Interministeriale del 27/07/1984 come discarica di 1 categoria ed ora ai sensi del D.Lgs. n 36 del 13/01/2003 come discarica per rifiuti non pericolosi e ai sensi del DM 03/08/05 come discarica per rifiuti misti non pericolosi con elevato contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che rifiuti inorganici con recupero di biogas. A2) Iter istruttorio 08/11/2006 presentazione domanda al SUAP del Comune di Ravenna da parte del gestore; 09/11/2006 inoltro domanda al Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna; 22/11/2006 pubblicazione al BUR e contestuale inizio deposito della documentazione presentata presso la Provincia e il Comune di Ravenna; 20/11/2006 comunicazione avvio procedura di cui alla LR 21/04 al Comune di Ravenna e all ARPA distretto di Ravenna e Faenza; 20/11/2006 Attivazione della Convenzione con ARPA per il supporto nell attività di istruttoria tecnica; 21/11/2006 pervenute osservazioni ai sensi dell art. 9 della LR 21/04; 14/12/2006 trasmissione del parere del Comune di Ravenna alla Provincia di Ravenna; 22/12/2006 scadenza deposito; 12/02/2007 richiesta di integrazioni ai sensi dell art. 10, comma 2) della LR 21/04; 09/03/2007 presentazione delle controdeduzioni da parte del gestore; 06/04/2007 presentazione da parte del gestore della documentazione integrativa; 01/06/2007 presentazioni da parte del gestore di integrazioni volontarie (volume modalità di gestione delle acque meteoriche e di processo; 27/06/2007 presentazione da parte del gestore di integrazioni volontarie (profilo analitico controllo ordinario acque meteoriche); 13/09/2007 presentazione da parte del gestore di integrazioni volontarie (perizia tecnica asseverata) 11/10/2007 trasmissione alla ditta della bozza di AIA 18/10/2007 consegna del rapporto finale di ARPA; 18/10/2007 consegna del parere ARPA sul piano di monitoraggio; 24/10/2007 comunicazione della ditta di condivisione della bozza di AIA. A3) Autorizzazioni comprese e sostituite - autorizzazione alle Emissioni in atmosfera DPR 203/88 Provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 106/2000, volturata con n. 15/2003; - chiusura della discarica per rifiuti non pericolosi ( settore) ed autorizzazione agli interventi di copertura finale (1 stralcio) e al recupero (R5) di copertura finale (D.Lgs 152/06 1

7 Sezione informativa Allegato A e D.Lgs 36/03) Provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 496 del 17/08/2006; - autorizzazione alla gestione della discarica per rifiuti non pericolosi, con estensione al IV settore primo stralcio (D.Lgs 22/97 e D.Lgs 36/03) Provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 645 del 06/12/2005. La presente AIA, ai sensi del D.Lgs. n. 152/06 e D.Lgs. n. 36/03, costituisce, inoltre, autorizzazione alla gestione della nuova parte della discarica (D1/D5) per rifiuti non pericolosi, 4 settore 2 stralcio, il cui progetto è stato approvato con delibera di Giunta Provinciale n. 50 del 21/02/2007 e che costituisce ampliamento della discarica esistente (1, 2, 3 e 4 settore 1 stralcio) per rifiuti non pericolosi, i cui settori 1, 2 e 3 risultano esauriti, il tutto gestito da HERA s.p.a. nel comparto di Via Romea Nord, SS 309 km 2,6. La presente AIA costituisce altresì autorizzazione allo scarico di acque meteoriche e di dilavamento in corpo idrico superficiale (scolo Tomba) tramite lo scarico denominato SA. Le modalità di gestione e la regolamentazione dello scarico con le relative prescrizioni sono relative sia al periodo transitorio fino alla realizzazione delle vasche di prima pioggia, sia successivamente al completamento degli interventi di regimazione idraulica per l intero comparto come indicato al successivo punto E3. 2

8 Sezione finanziaria Allegato B Sezione finanziaria ALLEGATO B B1) Calcolo tariffa istruttoria CALCOLO DELL INDICE DI COMPLESSITÀ Emissioni Convogliate Indicatore Contributi corrispondenti ad un livello dell indicatore (espresso in numero di ore) A (alta) M (media) B (bassa) Contributo all indice di complessità (espresso in numero di ore) N sorgenti: 3 1,5 1,5 N inquinanti: 1 1,5 1,5 Quantità: m 3 /h 1,5 1,5 Emissioni diffuse Si 4,5 4,5 Emissioni fuggitive No 0 0 Bilancio Idrico Rifiuti Quantità prelevata: 0 - m 3 /g N inquinanti: 5-7 3,5 3,5 Quantità scaricata: 1-1,5 1, m 3 /g N CER rifiuti non 1,5 1,5 pericolosi: 1 N CER rifiuti pericolosi: 0 - Quantità rifiuti prodotta: > t/a N inquinanti: ,5 3,5 5 Contaminazione N sorgenti: 1 1,5 1,5 suolo Area occupata: > m 2 Rumore n sorgenti: ,5 4,5 Somma contributi indicatori. 37 Impianto dotato di registrazione EMAS: no x 0,6 Impianto dotato di certificazione ISO 14000: si x 0,8 Indice di complessità delle attività istruttorie IC (espresso in numero di ore) 29,6 GRADO COMPLESSITÀ DELL IMPIANTO INDICE DI COMPLESSITÀ DELLE ATTIVITÀ ISTRUTTORIE IC (ESPRESSO IN NUMERO DI ORE) GRADO DI COMPLESSITA' IMPIANTO > di 80 da 40 a 80 < di 40 A (3600,00 euro) M (2400,00 euro) B (1200,00 euro) CALCOLO DELL ANTICIPO DELLE SPESE ISTRUTTORIE TARIFFA = 250, ,00 = 1450,00 La ditta ha già provveduto al versamento delle spese istruttorie per 2420 ( 1210 il 26/10/2006 e 1210 il 24/11/2005). Eventuale conguaglio sarà versato ai sensi della Delibera di Giunta Regionale n. 667 del 11 aprile

9 4 Sezione finanziaria Allegato B

10 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C ALLEGATO C C - Valutazione integrata ambientale C1) INQUADRAMENTO AMBIENTALE E TERRITORIALE E DESCRIZIONE DELL ASSETTO IMPIANTISTICO La discarica di rifiuti non pericolosi di Ravenna, proprietà di Hera S.p.A., si inserisce all interno del comparto polifunzionale di trattamento/smaltimento rifiuti (denominato comparto Ovest), che insiste su un area pressoché rettangolare avente un estensione di circa 110 ha, confinante ad Est con la SS 309 Romea, a Sud con via Guiccioli, a Nord con lo scolo Cerba e ad Ovest con lo scolo Tomba. All interno del comparto sono attualmente presenti i seguenti impianti: impianti HERA s.p.a. - discarica per rifiuti non pericolosi (1, 2, 3, 4 settore primo stralcio); - discarica per rifiuti pericolosi (ex II categoria tipo c); - Impianti di stoccaggio rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata e pulizia arenili. - impianto di trattamento chimico-fisico-biologico di reflui liquidi; - impianto di trattamento fanghi; - linea di trattamento rifiuti solidi comprendente: a) impianto di produzione CDR b) impianto di recupero energetico IRE; impianti SOTRIS s.p.a. - centro di stoccaggio e pretrattamento rifiuti speciali anche pericolosi (compresa miscelazione ed inertizzazione); - discarica per rifiuti pericolosi (ex II categoria tipo B super); - discarica per rifiuti pericolosi (ex II categoria tipo B super, con ammessi anche i rifiuti ex tossici nocivi). La discarica di rifiuti non pericolosi di Ravenna, proprietà di Hera s.p.a., è stata suddivisa in settori: - 1 settore: coltivazione ultimata a quota 18,60 m sul l.m.m., in attesa della realizzazione della copertura definitiva, ad eccezione della zona interessata dal collegamento tra 1 e 4 settore; - 2 settore: coltivazione ultimata a quota 18,60 m sul l.m.m. in attesa della realizzazione della copertura definitiva; - 3 settore: coltivazione ultimata a quota 18,60 m sul l.m.m. in attesa della realizzazione della copertura definitiva; - 4 settore 1 stralcio: in fase di coltivazione dalla fine del 2005; - 4 settore 2 stralcio: in fase di realizzazione. Il progetto di realizzazione del 4 settore 1 stralcio è stato sottoposto a procedura di screening conclusasi positivamente (senza assoggettamento a VIA) con provvedimento della Provincia di Ravenna, Settore Ambiente e Suolo, n. 418 del 02/08/2000; successivamente la Provincia di Ravenna ha approvato il progetto definitivo con DGP n. 425 del 06/06/2001 e autorizzato alla gestione integrata con la verifica di ottemperanza ai requisiti del D.Lgs 36/03 ed all integrazione dei volumi di rifiuto, con provvedimento del Settore Ambiente e Suolo n. 645 del 06/12/2005. Con DGP n. 50 del 21/02/2007 è stato approvato il progetto per il 4 settore 2 stralcio, la cui autorizzazione alla gestione è ricompresa nel presente provvedimento. Gli impianti sopra elencati sono fortemente integrati fra loro e presentano rilevanti elementi di connessione non solo tecnica (sia al livello strutturale, sia gestionale), ma anche funzionale. A tal proposito si osserva che le due Società che li gestiscono sono a loro volta connesse, in quanto HERA s.p.a. detiene la maggioranza di SOTRIS s.p.a. Inoltre il Comparto HERA-SOTRIS (comparto Ovest) è connesso con un altro sito di trattamento/smaltimento rifiuti della società HERA s.p.a. distante circa 1 km (denominato comparto Est S.S. 309 Romea km 3,8), tramite un collegamento via tubo, che permette l invio di percolati e acque reflue che vengono trattati nel sito principale; il comparto Est S.S. 309 Romea km 3,8 allo stato attuale comprende le seguenti attività gestite da HERA s.p.a.: impianto di trattamento fanghi; impianto di pretrattamento chimico-fisico di reflui liquidi (CTIDA); discarica esaurita per rifiuti non pericolosi (in gestione post-operativa); attività di trattamento ramaglie e sfalci di potatura. Impianto di selezione rifiuti Attualmente lo scarico del comparto principale Ovest S.S. 309 Romea km 2,6 è, a sua volta, inviato tramite condotta al Depuratore Ravenna Città, distante circa 5000 m, che oltre alle acque reflue urbane tratta anche rifiuti speciali liquidi non pericolosi. 5

11 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Di seguito si riporta uno schema a blocchi che evidenzia le connessioni esistenti tra i diversi impianti dei due Comparti, comprendendo anche tutte le correnti da e verso l esterno. Gli impianti HERA risultano inoltre funzionali al Centro Ecologico della Società Ecologia Ambiente (anch essa una società del Gruppo HERA controllata da HERA S.p.A) sito in via Baiona n. 182, all interno del Sito Multisocietario presente nell area chimica e industriale di Ravenna, che risulta costituito dai seguenti impianti: termovalorizzatore (F3) per rifiuti urbani e speciali, anche pericolosi; impianto di Trattamento Acque di Scarico (TAS) per il trattamento chimico-fisico-biologico (chi-fi-bi) di acque reflue industriali; forni di incenerimento sfiati clorurati (Forno F2) e non (Forno FIS) provenienti dall adiacente insediamento petrolchimico. Si rileva che, conformemente a quanto indicato al punto 16 dall art. 27 del Piano Territoriale del Parco Regionale del Delta del Po (LR n 27 del 02/07/1988) Stazione: Pineta di San Vitale e Pialasse di Ravenna, il comparto Est S.S. 309 Romea km 3,8 (denominato sottozona PP Discarica vecchia ) sarà sottoposto ad una graduale dismissione degli impianti e del deposito di rifiuti, da attuarsi secondo i tempi e le modalità previste dalla normativa di settore e dalle specifiche necessità di tipo tecnico-operativo; presso tale Comparto saranno altresì realizzate opere di regimazione delle acque meteoriche. Contestualmente alle suddette attività, il comparto Ovest SS 309 Romea km 2,6 sarà altresì sottoposto agli interventi oggetto dei seguenti progetti: a) realizzazione delle opere di regimazione e trattamento acque meteoriche; b) delocalizzazione impianto trattamento fanghi dal comparto km 3,8; c) delocalizzazione impianto di pretrattamento chimico-fisico (CTIDA) dal comparto km 3,8; d) attivazione condotte di collegamento fra il Comparto Ovest S.S. 309 Romea km 2,6 e l Impianto TAS di Ecologia Ambiente ( tale opera risulta realizzata ) (le attività di cui alle lettere b), c) e d) sono state oggetto di una procedura di screening conclusasi positivamente con alcune prescrizioni, con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna n. 101 del 22/02/2007). La realizzazione delle opere sopra sommariamente elencate è prevista nell arco del triennio 2007/2009. Inquadramento territoriale e programmatico Il comparto in esame si colloca al margine fra una matrice agricola ed una naturale; nella zona posta a Nord ed ad Est del comparto la connotazione agricola tende a sfumare presentando gli elementi della bonifica 6

12 7 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C recente (colmata del Lamone, zone umide), mentre ad Ovest ed a Sud viene esaltata la matrice agricola con la presenza di colture specializzate (terreni agricoli risultanti dalle bonifiche). Rispetto al PTCP della Provincia di Ravenna approvato il 28/02/2006, il comparto in oggetto si inserisce in un contesto di Sistema Costiero (art del PTCP), Paleodossi Fluviali (art a del PTCP) e Zone di interesse storico testimoniale, terreni interessati da bonifiche storiche di pianura (art del PTCP). Il Comune di Ravenna con Delibera di Consiglio Comunale PV 25/2007 del 27/02/2007 ha approvato il Piano Strutturale Comunale (PSC) e dovranno essere predisposti POC e RUE; in mancanza di questi due strumenti di attuazione del PSC, l inquadramento è stato trattato rispetto al PRG 93. Il comparto oggetto di studio rientra parte in zona F6 (zone pubbliche e di uso pubblico per servizi ed attrezzature, art. IX.7), in corrispondenza delle discariche, e parte in zona L1 (zone di tutela e vincolo pinetate, boschive e/o destinate al rimboschimento, art. XI), in corrispondenza della fascia filtro perimetrale. Per le zone L1 valgono le prescrizioni del Piano Territoriale Paesistico Regionale relative alle zone di tutela ricadenti nel sistema costiero, mentre le zone F6 comprendono le aree pubbliche destinate alla localizzazione di impianti per il trattamento, il recupero e lo stoccaggio temporaneo e definitivo di rifiuti urbani e speciali pericolosi e non, in cui tramite Progetto Unitario di iniziativa comunale, da sottoporre a valutazione di impatto ambientale, si può procedere e si è proceduto (in seguito all approvazione del Progetto Unitario da parte del Comune di Ravenna nel 2001) ad edificazione di impianti di trattamento rifiuti o di strutture dedicate in prevalenza al trattamento rifiuti, previa autorizzazione della Provincia di Ravenna ai sensi del D.Lgs 22/97. Il territorio circostante il comparto è inserito in zona E2, rientra fra le zone agricole di salvaguardia della fascia litoranea e delle zone di tutela e fra le aree agricole di salvaguardia dei paesaggi di recente bonifica. Il comparto polifunzionale è collocato in prossimità di aree protette e aree di pregio naturalistico di importanza comunitaria: il lato Nord dello scolo Cerba confina infatti con il Parco del Delta del Po e quello Est con il piano territoriale di Stazione (Parco del Delta); non rientra tra le aree elencate come SIC, ZPS e zone Ramsar, pur trovandosi nelle vicinanze di alcune di esse, in particolare: - Zone SIC e ZPS: Pineta di San Vitale, Bassa del Pirottolo, Punte Alberete e Valle Mandriole, Pialassa Baiona; - Zone Ramsar: Pialassa Baiona e Punte Alberete. Tenuto conto della prossimità e dell elevata valenza di tali siti il progetto di ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi 4 settore, 2 stralcio, è stato sottoposto a Valutazione di Incidenza ai sensi della direttiva 92/43/CE, la quale ha definito non significativa l influenza dell esercizio delle attività del comparto sulle aree psic e ZPS presenti nell area limitrofa. Rispetto alla pianificazione settoriale in materia di qualità dell aria, la discarica per rifiuti non pericolosi HERA risulta conforme ai contenuti del PRQA della Provincia di Ravenna. Le emissioni in atmosfera diffuse di pertinenza di un impianto di discarica possono essere rappresentate da eventuali emissioni di biogas, e quindi NMCOV, dal corpo di discarica e dall emissione di Polveri connessa all attività di scarico e abbancamento rifiuti; i NMCOV vengono ritenuti dal PRQA l unico parametro significativo associato alle emissioni in atmosfera imputabili all esercizio delle discariche. Relativamente agli inquinanti (NO x e Polveri) individuati dal PRQA come maggiormente critici per la qualità dell aria nella Provincia di Ravenna ed anche, più nello specifico, all interno del Comune di Ravenna, il contributo delle emissioni in atmosfera ascrivibile all attività delle discariche in esame risulta pertanto non significativo nel quadro emissivo del territorio comunale. Il Piano di Tutela delle Acque costituisce lo strumento di pianificazione regionale e provinciale in materia di acque, considerando aspetti quantitativi e qualitativi legati alla risorsa idrica, definendone obiettivi di qualità e quantità. Proprio in rapporto a questi obiettivi di qualità ambientale, si precisa che le emissioni idriche (non dei percolati che vengono inviati direttamente all impianto di trattamento Chimico-Fisico-Biologico, all interno del comparto stesso) in corpo superficiale del comparto confluiscono nello scolo Tomba, al quale giungono anche le acque meteoriche di dilavamento della discarica, per poi finire nello scolo Cerba ed infine nella Pialassa Baiona. Considerando l obiettivo del PTA su questo Canale (raggiungimento entro il 2016 dello stato di qualità Buono ) e la caratterizzazione delle acque meteoriche provenienti dal Comparto, si può ritenere che lo scarico in esame non costituisca ostacolo al raggiungimento di tale obiettivo. Per quel che riguarda il Piano Regionale Integrato dei Trasporti PRIT , si ricorda che è stato adottato, in variante del Piano Territoriale Regionale approvato nel 1990, con delibera del Consiglio regionale n del 27/07/1999 con la denominazione PRIT98; relativamente all ambito di indagine il Piano prevede in sintesi due interventi che interesseranno la rete viaria di riferimento: - realizzazione del sistema costituito da E55 (Cesena - raccordo Ferrara-mare), Ferrara-mare e Cispadana Ferrara - Castelvetro/Caorso; - interventi sulla S.S. 309 Romea. Questi interventi potranno migliorare le condizioni di traffico della rete viaria di riferimento per l impianto in esame, al cui esercizio sono associati flussi di traffico che risultano comunque sostenibili dalla rete stradale anche nelle condizioni attuali. L esercizio della discarica per rifiuti non pericolosi in oggetto è pienamente coerente con le previsioni del Piano Provinciale di dei Rifiuti Urbani e Speciali della Provincia di Ravenna, approvato con DGR n. 208 del 16/02/2000, elaborato tenendo conto dell attività di smaltimento svolta; inoltre non vi sono vincoli all espansione delle discariche già operanti nel comparto, all interno del comparto stesso.

13 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Inquadramento ambientale STATO DEL CLIMA, DELL ATMOSFERA E DELLA QUALITA DELL ARIA La Provincia di Ravenna, compresa fra la costa adriatica ad Est e i rilievi appenninici a Sud-Ovest, è costituita in gran parte da territorio omogeneo, distinguibile in pianura costiera, pianura interna, pianura pedecollinare e zona collinare e valliva. Da un punto di vista meteo-climatico, l area di interesse può essere inquadrata nella pianura costiera che si spinge fino alla zona valliva. Durante l inverno è frequente l afflusso di aria fredda continentale per l azione esercitata dall anticiclone Esteuropeo che favorisce condizioni di tempo stabile con cielo in prevalenza sereno, frequenti gelate notturne particolarmente intense nelle ampie valli prossime alla pianura, dove con una notevole frequenza si manifestano formazioni nebbiose. In autunno e in primavera, si assiste alla presenza di masse d aria di origine mediterranea provenienti originariamente da Est che, dopo essersi incanalate nel bacino del Mediterraneo, fluiscono sui rilievi appenninici; in tali condizioni si verificano condizioni di tempo perturbato con precipitazioni irregolari che assumono maggiore intensità in coincidenza con l instaurarsi di una zona ciclonica sul Golfo di Genova. Durante l estate il territorio provinciale è interessato da flussi occidentali di provenienza atlantica associati all anticiclone delle Azzorre che estende la sua azione su tutto il bacino del Mediterraneo; in questo periodo, in coincidenza con tempo stabile, scarsa ventilazione, intenso riscaldamento pomeridiano, si producono formazioni nuvolose che spesso danno luogo ad intensi e locali fenomeni temporaleschi. Nella provincia di Ravenna la condizione più frequente, in tutte le stagioni, è quella di stabilità, associata ad assenza di turbolenza termodinamica e debole variazione del vento con la quota. Ciò comporta che anche in primavera ed estate, nonostante in questi periodi dell anno si verifichino il maggior numero di condizioni di instabilità, vi siano spesso condizioni poco favorevoli alla dispersione degli inquinanti immessi vicino alla superficie. Secondo la DGR n. 804 del 15/05/2001, l impianto oggetto di studio rientra nella zona A, territorio in cui c è il rischio di superamento del valore limite e/o delle soglie di allarme di inquinanti presenti in atmosfera, in particolare nell agglomerato R9 Ravenna, in cui il suddetto rischio di superamento è particolarmente elevato. Questa zonizzazione è stata adottata anche dal Piano di Risanamento di Qualità dell Aria, approvato dalla Provincia di Ravenna con DCP n. 78 del 27/07/2006. In particolare, il Quadro Conoscitivo del Piano provinciale di tutela e Risanamento della Qualità dell Aria (PRQA) della Provincia di Ravenna ha evidenziato, a valle dell elaborazione dei dati delle postazioni fisse della rete di monitoraggio aventi serie storiche nel periodo e di quelli ricavati dalle campagne con il laboratorio mobile in tutti i comuni della provincia, che gli inquinanti più critici per il territorio provinciale ed anche, più nello specifico, all interno del Comune di Ravenna risultano essere il biossido di azoto e il particolato PM 10. Nel PRQA è presente inoltre una stima del contributo alle emissioni in atmosfera suddiviso per macro-settori e per Comune. Gli inquinanti considerati sono SO x, NO x, MNCOV e PM 10 ; non si è trattato il parametro CO in quanto questo inquinante deriva per più del 90% dal traffico veicolare e solo per quote minime da altri settori: la distribuzione percentuale di questo inquinante nei diversi settori sarebbe quindi risultata poco significativa. Considerato che i NMCOV vengono ritenuti dal PRQA l unico parametro significativo associato alle emissioni in atmosfera riconducibili agli impianti di discarica (per emissione di biogas, che in questo impianto di discarica viene captato per la produzione di energia elettrica), l attività delle discariche in esame non incide in maniera significativa sullo stato di qualità dell aria, con particolare riguardo agli inquinanti (NO x e Polveri) individuati dal PRQA come maggiormente critici per la qualità dell aria nella Provincia di Ravenna ed anche, più nello specifico, all interno del Comune di Ravenna. STATO DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE L area di interesse rientra nel Bacino del Canale Candiano, che rappresenta uno dei sette bacini principali appartenenti all Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli. Il Bacino del Canale Candiano ha caratteristiche fortemente anomale rispetto ai bacini confinanti: esso ha un corpo imbrifero di 385 km 2 formato da canali di bonifica. Il corpo idrico che riceve le acque di dreno, prima di scaricarle a mare, è costituito da alvei di acqua salata o salmastra strettamente interagenti con il mare e con i suoi movimenti di marea (Pialassa Baiona). Il sistema idraulico quindi risulta essere assai diverso da un normale corso d acqua e molto più assimilabile ad una zona di estuario o di piana di marea. L area si trova in prossimità della Pialassa Baiona, zona tutelata per i suoi valori ambientali dai vari strumenti di pianificazione territoriale e classificata come zona di preparco dal Piano di Stazione del Parco del Delta del Po; la contiguità con l area industriale-portuale, unitamente al fatto di essere bacino recettore dell effluente del depuratore di Ravenna città e di un vasto comparto agricolo, fa si che la Pialassa Baiona sia potenzialmente soggetta ad episodi di inquinamento, non collegabili all attività della discarica Lo stato delle acque di falda attorno al comparto viene monitorato attraverso i prelievi da una rete di piezometri, utilizzata per il monitoraggio di tutto il comparto (come indicato nel Piano di Sorveglianza e Controllo allegato alla documentazione presentata con la domanda di AIA); l acquifero freatico è 8

14 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C chiaramente interessato dall intrusione del cuneo salino marino, a cui sono associati valori rilevanti per i parametri cloruri, solfati e conducibilità, con concentrazioni non trascurabili di azoto ammoniacale e alcuni metalli pesanti (ferro, manganese e mercurio). In conclusione i pozzi maggiormente interessati da possibili contaminazioni, sono adibiti ad uso agricolo e zootecnico; i pozzi ad uso civile si trovano a distanze di oltre 5 km dal comparto Hera-Sotris e anche le zone di ricarica della falda risultano non in prossimità dello stesso (assenza di fonti e/o sorgenti per un raggio di oltre 2 3 km). 9

15 10 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C STATO DEL SUOLO E SOTTOSUOLO L area in esame è rappresentata nel Foglio 223 Ravenna della Carta Geologica d'italia in scala 1: e nella carta geolitologica redatta dal Comune di Ravenna per il "Piano di coordinamento delle attività estrattive". Da un punto di vista generale, ricade nella parte orientale di una vasta unità geomorfologica denominata Pianura Padana. Localmente l'area di intervento è costituita prevalentemente da sabbie e argille di origine fluviale o lagunare variamente distribuite sia arealmente che nei rapporti reciproci. Sabbie di elaborazione litorale si estendono dalla adiacente Pineta di S. Vitale posta a Est del sito e si estendono sino al limite della zona interessata dagli impianti. Al di sotto dello strato superficiale alluvionale, fino alla profondità di circa 10 m si rinviene una sequenza continua di sabbie medio-fini di colore grigiastro contenenti resti di conchiglie e di sostanza organica. Segue in profondità una serie ritmica costituita da orizzonti limo argillosi di colore grigio scuro ricchi di conchiglie, talvolta bituminosi, e livelli di sabbie fini limose di colore grigio più chiaro. Gli orizzonti si alternano con una certa regolarità nella porzione più superficiale dove sono riconoscibili strati di potenza fino a 5-7 m. e discreta continuità spaziale. Per profondità superiori a 24 m dal p.c. si registra invece una fitta alternanza fra i livelli fini limosi e gli strati di sabbie che impedisce di correlare nelle diverse verticali di sondaggio i singoli intervalli litologici. Al fine di raccogliere informazioni per la caratterizzazione geotecnica dei terreni presenti nel sottosuolo sono state effettuate prove geognostiche; in particolare la caratterizzazione del sito è stata eseguita tramite la seguente campagna di indagini: esecuzione di prove penetrometriche statiche con penetrometro a punta elettrica spinte fino alle massime profondità raggiungibili dall'attrezzatura risultante pari a circa 55 m; esecuzione di prove dilatometriche D.M.T. in aderenza alle verticali di prova penetrometrica statica; anche le prove dilatometriche sono state spinte fino alla massima profondità raggiungibile che è risultata leggermente inferiore alla precedente; esecuzione di varie prove di dissipazione a varie profondità nel corso della prova dilatometrica. I risultati ottenuti, associati alle conoscenze generali ed ai dati disponibili hanno suggerito l opportunità di distinguere i terreni di sottosuolo in sei distinte unità geotecniche: Unità A: limi argillosi e limi sabbiosi consistenti Unità B: sabbie medio fini debolmente limose addensate Unità C: limi con argilla e limi sabbioso-argillosi molli Unità D: sabbie fini con limo mediamente addensate Unità E: limi con argilla e limi sabbioso-argillosi poco consistenti Unità F: alternanza fra orizzonti limo argillosi-sabbiosi e sabbie fini limose Nella unità geotecnica B risiede un acquifero costituito principalmente da sabbie medio fini poco limose, addensate. Per lo studio della falda freatica e delle sue interazioni con i corpi idrici superficiali sono state effettuate le seguenti operazioni: individuazione dei pozzi e i piezometri esistenti che intercettano la falda in esame; individuazione di punti di misura dei livelli idrici; realizzazione di 3 nuovi piezometri, al fine di rendere più omogenea e raffittire la distribuzione dei punti di misura nelle aree prive di pozzi; rilievo plano-altimetrico di tutti i punti di misura. In corrispondenza del comparto HERA-SOTRIS esiste una rete di monitoraggio della falda costituita da 11 piezometri profondi 10 m dal p.c., 1 profondo 3,5 m dal p.c. e due punti di misura idrometrica delle acque superficiali. Per quanto riguarda la caratterizzazione idrodinamica dell acquifero, si osserva che l andamento e l oscillazione della superficie piezometrica sono influenzati dal regime imposto dai canali di scolo. In particolare, si osserva che durante il periodo estivo e nei primi mesi autunnali, quando il livello all interno dello Scolo Cerba e dello Scolo Tomba è mantenuto relativamente alto, questi tendono ad alimentare la falda ovvero ad essere disperdenti; ciò si verifica lungo tutto il tratto dello Scolo Cerba ed è visibile per il tratto dello scolo Tomba al confine con il Comparto HERA-SOTRIS. Nel restante periodo dell anno, i predetti scoli sono drenanti nei confronti della falda. Lo Scolo Canala è mantenuto sempre ad una quota maggiore dello Scolo Cerba e praticamente durante tutto l anno, in particolare a valle dell idrovora Ponticelle, risulta alimentare la falda. In corrispondenza della pineta S. Vitale le oscillazioni dei livelli dell acqua nella Pialassa si correlano abbastanza bene con le oscillazioni della falda. Per quanto concerne lo stato del suolo e del sottosuolo, si evidenzia che la zona risulta interessata dai fenomeni di subsidenza tipici dell intero territorio della Provincia di Ravenna. In accordo con le caratteristiche litologiche presenti nell area di interesse sopra evidenziate, il sito in esame è localizzato nella zona del Comune di Ravenna in cui si registrano i maggiori valori subsidenza; tuttavia si rileva che il Comune di Ravenna mostra in generale però valori di subsidenza più contenuti rispetto al restante territorio provinciale: risulta quindi non più attuale la situazione che si presentava alcuni anni fa, in cui vaste aree centrate sulla città di Ravenna risultavano affette da abbassamenti molto elevati. Descrizione dell assetto impiantistico

16 11 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Attualmente i settori 1, 2 e 3 della discarica risultano chiusi avendo esaurito il volume utile autorizzato; i conferimenti di rifiuti non pericolosi sono cessati il 10/12/2005 e la coltivazione prosegue, attualmente, nel 4 settore 1 stralcio, realizzato in adiacenza al 1 settore senza scarpate divisorie, ma fisicamente separato mediante interposizione di un diaframma impermeabile per la separazione idraulica e la raccolta dei percolati dei due settori. Nella tabella seguente si riportano le capacità totali e residue dei settori della discarica: Discarica Capacità totale Rifiuti smaltiti al Capacità residua al 30/06/2007 (m 3 ) 30/06/2007 (t) m 3 t 1, 2, 3 settore settore 1 stralcio + intersezione 4 settore 1 stralcio con 1 settore e qui di seguito l andamento stagionale dei conferimenti negli anni 2001, 2002, 2003, 2004 e 2005, fino alla chiusura dei settori 1, 2 e 3 e all attivazione del 4 settore 1 stralcio fino a tutto il 2006 : Rifiuti conferiti (t) Mese settore settore settore 1 stralcio settore 1 stralcio Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totali I criteri di ammissibilità dei rifiuti conferibili in discarica, classificata come sottocategoria di discarica per rifiuti non pericolosi dedicata a rifiuti misti non pericolosi con elevato contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti organici con recupero di biogas (art. 7, comma c, D.M. 03/08/2005), sono a partire dal 01/07/2006, quelli individuati dal Decreto Ministeriale 03/08/2005 recante "Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica" fatto salvo le prescrizioni contenute negli atti autorizzativi. Il progetto della discarica per rifiuti non pericolosi 4 settore 2 stralcio consiste nell ampliamento degli impianti di discarica per rifiuti non pericolosi gestiti da HERA nel Comparto polifunzionale di trattamento/smaltimento rifiuti HERA-SOTRIS di Ravenna, mediante realizzazione, appunto, di un 2 stralcio di discarica, internamente al medesimo Comparto e degli impianti tecnologici accessori necessari alla gestione della stessa. In particolare, il nuovo impianto di discarica risulta confinante: a Nord con il 1 stralcio del 4 settore della discarica HERA per rifiuti non pericolosi; è previsto il raccordo tra i due settori per formare un unico bacino di smaltimento rifiuti senza l utilizzo di diaframma di separazione ad Ovest con la fascia di terreno prospiciente lo scolo Tomba (in cui verrà realizzata la viabilità perimetrale di servizio alla discarica); a Sud con la discarica SOTRIS per rifiuti pericolosi (4 stralcio), attualmente in fase di realizzazione; a Est con il 1 settore della discarica HERA per rifiuti non pericolosi; è previsto il raccordo tra i due settori per formare un unico bacino di smaltimento rifiuti con l utilizzo di diaframma di separazione. La realizzazione interessa un area pianeggiante, dotata di fondo discarica costituito da argilla compattata (2 m) combinata con due geomembrane in HDPE. Le opere previste sono le seguenti: - corpo di ampliamento della discarica; - opere di copertura definitiva del corpo discarica;

17 12 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C - sistema di raccolta e allontanamento del percolato realizzato secondo i principi e le metodologie dei settori già realizzati; - sistema di raccolta e convogliamento del biogas, realizzato secondo i principi e le metodologie dei settori già realizzati e con l installazione di un terzo e di un quarto motore per la combustione del biogas prodotto dal 1 e 4 settore; - sistema di raccolta ed allontanamento delle acque meteoriche, realizzato secondo i principi e le metodologie dei settori già realizzati e modificato dal nuovo assetto della rete di raccolta delle acque meteoriche di tutto il comparto HERA/SOTRIS; - impianti elettrici e di illuminazione; - ampliamento impianto antincendio esistente; - viabilità di accesso al cantiere. Si riporta di seguito la capacità totale dell ampliamento della discarica, compresa l intersezione con il 1 settore: Capacità totale Rifiuti smaltiti al Capacità residua al 30/06/2007 Discarica (m 3 ) 30/06/2007 (t) m 3 t 4 settore stralcio in progetto Intersezione settore 2 stralcio con 1 settore, in progetto La sistemazione dei rifiuti verrà effettuata per strati sovrapposti con compattazione della superficie orizzontale in modo da evitare fenomeni di instabilità. Operativamente le fasi di coltivazione sono composte a loro volta da diverse celle di smaltimento, che vengono colmate a tutta altezza e i rifiuti vengono utilizzati come piano di transito per i mezzi che successivamente si approcciano al fronte di scarico. È previsto che l altezza di ogni strato di rifiuto a cedimenti ed assestamenti avvenuti sia mediamente pari a circa 3,50 m. La coltivazione e la sistemazione finale comporteranno: - altezza scarpate 3,58 m; - larghezza banche 3,50 m; - pendenza massima delle scarpate 30. Al fine di garantire l isolamento del corpo dei rifiuti dalle matrici ambientali, tutti i settori della discarica per rifiuti non pericolosi HERA S.p.A. di Ravenna sono provvisti di: 1. sistema di regimazione e convogliamento delle acque superficiali; 2. impermeabilizzazione del fondo e delle sponde della discarica; 3. impianto di raccolta e gestione del percolato; 4. impianto di captazione e gestione del biogas. Per quanto riguarda l impermeabilizzazione del fondo discarica, i controlli programmati permettono di validare le ipotesi fatte in sede di progetto relativamente alla valutazione degli assestamenti e dei cedimenti (cfr. Progetto di Sopraelevazione della quota di coltivazione per Discariche HERA/SOTRIS a firma dell Ing. Monti Oscar e Progetto esecutivo del 4 settore 1 stralcio della discarica per rifiuti non pericolosi HERA S.p.A.). È garantito il mantenimento di opportune pendenze per assicurare il ruscellamento delle acque superficiali, così come il controllo dell efficienza e dell integrità dei presidi ambientali (sistemi di impermeabilizzazione, di raccolta del percolato, di captazione del biogas, ecc.). Il corretto funzionamento delle reti di drenaggio delle acque e del percolato è assicurato da periodiche operazioni di lavaggio delle tubazioni. Il campionamento e l analisi, con frequenza periodica, delle acque superficiali e di sottosuolo, del percolato e del biogas permette di rilevare e prevenire tempestivamente l insorgere di eventuali anomalie funzionali e strutturali che possono pregiudicare la sicurezza ambientale della discarica. Sistema di allontanamento acque meteoriche Allontanamento delle acque meteoriche 1, 2 e 3 settore Essendo esaurite le volumetrie relativamente al 1, 2 e 3 settore, le acque meteoriche non vengono a contatto con i rifiuti, provvisoriamente ricoperti e messi in sicurezza, ed entrano nel circuito delle acque bianche. Le acque meteoriche sono raccolte da una canalina in calcestruzzo posizionata in testa d argine su tutti i lati a circa 60 cm dal ciglio interno. Sono presenti cinque punti di scarico sull'argine Est e un punto di scarico sull argine Nord che recapitano le acque raccolte in un fossato in terra che corre parallelamente alla strada interna. Il fossato in terra corre parallelo all'argine principale a Est delle vasche settori 1, 2, 3 dapprima in direzione Sud-Nord, affiancando la strada interna principale, quindi svolta verso Ovest (in corrispondenza dello spigolo Nord-Est della vasca 1 settore) sino all'immissione nello Scolo Tomba.

18 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Per cautela, è stato realizzato, a monte della immissione delle acque nel corpo idrico recettore (scolo Tomba), un pozzetto in calcestruzzo con possibilità di controllo ed eventuale intercettazione. Il punto di scarico SA (vedi Allegato E punto E3 e planimetria allegata al presente provvedimento), dove sono convogliate le acque meteo della discarica, è attualmente provvisto di paratoia chiusa che trattiene le acque meteoriche per un quantitativo superiore ai 5 mm in rapporto all'area di incidenza. Successivamente al controllo chimico, le acque se conformi saranno scaricate in corpo idrico superficiale ovvero inviate a trattamento se non conformi. Allontanamento delle acque meteoriche 4 settore 1 stralcio Il sistema di allontanamento delle acque meteoriche comprende una canaletta in sommità argine, la fognatura bianca e i fossi per l'allontanamento delle acque meteoriche. La canaletta in sommità argine della discarica è divisa in quattro tratti indipendenti, ognuno dei quali scarica mediante un tubo provvisto di valvola di intercettazione, nella fognatura bianca. La funzione di scolo della canaletta sarà completa quando la discarica sarà coltivata e coperta provvisoriamente o in via definitiva, ovvero, quando raccoglierà le acque delle scarpate del settore che saranno acque bianche e quindi potranno essere convogliate nella fognatura bianca. La fognatura bianca, adiacente alla viabilità di servizio non asfaltata raccoglie le acque provenienti dai sottosettori non coltivati, dall'area esterna al settore e dalla discarica a coltivazione completata coperta provvisoriamente e definitivamente. Allontanamento delle acque meteoriche 4 settore 2 stralcio Il sistema di allontanamento delle acque meteoriche è simile a quello descritto relativamente al 4 settore, 1 stralcio. La canaletta sarà divisa in due tratti indipendenti, ognuno dei quali scarica mediante un tubo provvisto di valvola di intercettazione, nella fognatura acque meteoriche. Rete di raccolta del percolato Sistema di raccolta del percolato settori 1, 2 e 3 La rete di estrazione è costituita, per ogni sottosettore (dimensioni medie pari a 130x70 m, superficie media pari a m 2 ), da un collettore primario centrale disposto parallelamente al lato di dimensione maggiore, più una serie di collettori secondari, disposti perpendicolarmente al collettore principale; ogni sottosettore convoglia quindi il percolato raccolto alla rete di allontanamento attualmente esistente sul lato Est della discarica. L allontanamento delle acque di percolazione nei settori è affidato ad un collettore, con funzionamento idraulico a gravità, che corre parallelo all'argine principale lato Est delle vasche di discarica, in direzione Nord-Sud, affiancato alla strada interna principale, sino all'immissione nella vasca di sollevamento, sita presso l impianto CHIFIBI, di accumulo percolato. I drenaggi delle vasche di discarica settori 1 e 2 scaricano per gravità in tale condotta mentre il 3 scarica il percolato prodotto tramite l'ausilio di 5 pompe di estrazione. Al suddetto collettore confluiscono anche le acque dei servizi del ricovero automezzi (magazzino), della palazzina uffici e del lavaggio cassoni. Dalla vasca di sollevamento sopra citata il percolato può essere pompato o direttamente all'impianto di trattamento o alla vasca di stoccaggio in cemento armato avente la capacità di circa m 3. Sistema di raccolta del percolato 4 settore, 1 stralcio Il sistema di captazione e raccolta del percolato risulta per ogni sottosettore realizzato tramite sagomatura del piano di posa del sistema drenante per realizzare le migliori pendenze, formazione di uno strato di drenaggio in ghiaia che garantisce una conducibilità idraulica maggiore di 10-2 cm/sec e rete di drenaggio costituita da collettori principali e secondari ad essi collegati. Complessivamente la rete di captazione del percolato ha una densità pari a circa 740 m/ha. Il percolato captato dalla rete sopra descritta, viene convogliato in un collettore che scarica il percolato all'interno di un pozzetto di raccolta. Dal pozzo di raccolta all'interno della discarica, il percolato, tramite una pompa sommergibile in versione antideflagrante viene rilanciato mediante tubazione in una linea a gravità. Lungo la tubazione, al piede esterno dell'argine perimetrale, viene realizzato un by-pass che consente, mediante l'apertura o la chiusura di apposite valvole, di indirizzare nella fogna bianca, nel periodo in cui il settore non è coltivato, le acque bianche raccolte nel sottosettore. Quando il sottosettore verrà coltivato, il by-pass verrà eliminato inserendo un flangia cieca nella tubazione e il percolato raccolto sarà recapitato nella linea di fogna nera. La fognatura nera o linea di allontanamento del percolato, è stata realizzata con funzionamento per gravità e raccoglie il percolato dei tre sottosettori. Essa è stata progettata e dimensionata considerando la possibilità di espanderne l'utilizzo anche ai futuri ampliamenti previsti nel lato Sud (2 stralcio del 4 settore). La vasca di rilancio realizzata in cemento armato, ha una capacità utile pari a circa 100 m 3. Attualmente, dalla vasca di rilancio il percolato, mediante la realizzazione di una linea in pressione, viene convogliato nella linea esistente di raccolta, realizzata a gravità, adiacente al lato Est dei settori 1, 2 e 3 della discarica che a sua volta recapita il percolato nella vasca di accumulo esistente in prossimità dell impianto di trattamento chi-fi-bi. Sistema di raccolta del percolato 4 settore, 2 stralcio 13

19 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Il sistema di raccolta del percolato previsto per il 4 settore, 2 stralcio sarà analogo a quello sopra descritto e relativo al 1 stralcio, mentre l attuale sistema di allontanamento del percolato verrà dotato di un sistema di stoccaggio intermedio. In particolare dalla vasca di rilancio, mediante una linea interrata in pressione, il percolato verrà convogliato al sistema di stoccaggio intermedio e da quest ultimo nella linea esistente di raccolta, realizzata a gravità, adiacente al lato Est dei settori 1, 2 e 3 della discarica che a sua volta recapita il percolato nella vasca di accumulo esistente in prossimità dell impianto CHI FI BI di trattamento. A valle del sistema di stoccaggio intermedio, sul lato Est della discarica (1 settore), il trasporto via tubo torna ad essere per gravità fino alla vasca esistente di sollevamento sita presso l impianto CHIFIBI. Dalla vasca di sollevamento sopra citata il percolato può essere pompato o direttamente all'impianto di trattamento o alla vasca di stoccaggio in cemento armato avente la capacità di circa m 3. Impianto di captazione dei gas di discarica Il sistema di captazione del biogas ha lo scopo di captare e convogliare ad un apposita stazione di aspirazione, il biogas formatosi a seguito dei processi di fermentazione anaerobica delle sostanze organiche contenute nei rifiuti sepolti in discarica, in modo tale da evitare la diffusione di odori sgradevoli, la possibile migrazione laterale del gas con rischi di esplosioni ed incendi anche a considerevoli distanze dallo scarico stesso e la moria della vegetazione nei pressi della discarica. Al fine di garantire la sicurezza sia all'interno della discarica sia nelle immediate vicinanze e per ridurre al minimo le emissioni odorose moleste è stato installato un impianto di convogliamento, aspirazione e combustione con recupero energetico del biogas captato dai pozzi realizzati in fase di messa in sicurezza. La gestione di tale impianto e tutte le opere inerenti la sua realizzazione sono state affidate ad una ditta esterna. HERA S.p.A. mette a disposizione il giacimento di produzione del biogas e come tale detiene la Autorizzazione alla gestione e allo sfruttamento dello stesso. Sistema captazione biogas 1, 2 e 3 settore Il biogas prodotto dal corpo discarica viene captato per mezzo di 58 pozzi, 21 sul primo settore, 24 sul secondo settore, 22 sul terzo settore, ai quali corrispondono altrettante linee di tubazioni indipendenti, che trasportano il biogas a tre stazioni intermedie di regolazione, in cui si separano le condense trascinate in depressione e da cui si controlla il rapporto CH 4 /O 2 e la depressione, assicurata da una centrale di aspirazione. La necessaria depressione sul corpo discarica è assicurata dalla centrale di aspirazione che è costituita da due motori turbosoffianti con potenzialità tale da garantire sia l'aspirazione dai pozzi sia la mandata del biogas all'impianto di recupero energetico oppure alla torcia di combustione. Attualmente sono installati due motori di potenza complessiva lorda installata pari a kwe. Tutto l'impianto di aspirazione e combustione è controllato da un sistema di analisi e controllo che, in automatico, a seconda delle percentuali di metano ed ossigeno è in grado di effettuare un blocco generale in caso di pericolo. Normalmente il biogas viene inviato al recupero energetico mentre in caso di esubero o di varie necessità operative si attiva il sistema di combustione in torcia. La combustione in torcia viene effettuata in massima sicurezza poiché raggiungendo temperature di oltre C e con un tempo di permanenza delle molecole di gas nella zona di combustione maggiore di 0,3 secondi è garantita la distruzione dei composti aromatici compresi gli aromatici policiclici ed altri composti pericolosi. Poiché il naturale assestamento della massa dei rifiuti depositati può danneggiare il sistema di estrazione del biogas, sono stati definiti controlli e manutenzioni periodici per il mantenimento dello stesso. Sono inoltre verificati i livelli del percolato nei pozzi di captazione del biogas. Sistema captazione biogas 4 settore 1 e 2 stralcio Per quanto concerne il 4 settore (1 e 2 stralcio), anche il sistema di gestione del biogas sarà realizzato conformemente a quanto attualmente in esercizio per i settori 1, 2 e 3 della discarica e a quanto previsto nel progetto del 4 settore. È prevista l installazione di un terzo motore (emissione E3) per la combustione del biogas aspirato dal 4 settore, mentre i motori attualmente installati (emissioni E1 e E2) serviranno il 1, 2, 3 settore. In futuro, al fine di sfruttare al massimo la produzione di biogas e contestualmente ridurre le emissioni diffuse, verrà installato un ulteriore motore (emissione E4) a servizio del 4 settore. 14

20 15 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C C2) VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI E CONDIZIONI GENERALI PER L ESERCIZIO DELL IMPIANTO Gli impatti ambientali generati dall attività sopra descritta sono riassumibili come di seguito indicato. 1. Scarichi idrici. I potenziali impatti dovuti agli scarichi idrici possono essere correlati allo scarico delle acque meteoriche di dilavamento delle aree di pertinenza dell impianto, nel corpo idrico recettore (scolo Tomba). A questo proposito il Piano di Monitoraggio (allegato F) prevede il controllo analitico delle acque meteoriche scaricate nel Tomba, in occasione di ogni evento meteorico rilevante (che consenta comunque l effettuazione del campionamento); inoltre annualmente viene effettuato un campionamento secondo un profilo analitico maggiormente approfondito (vedi Allegato F Piano di Monitoraggio). Nel comparto polifunzionale sono presenti 4 punti terminali di scarico, 3 di competenza HERA ed 1 di competenza SOTRIS. I punti di scarico di competenza HERA sono denominati SA, SD, SG. Le acque meteoriche della discarica vengono scaricate al punto SA (vedi planimetria allegata e Allegato E punto E3). 1, 2 e 3 settore Le acque meteoriche sono raccolte da una canalina in calcestruzzo posizionata in testa d argine su tutti i lati a circa 60 cm dal ciglio interno. Sono presenti cinque punti di scarico sull'argine Est e un punto di scarico sull argine Nord che recapitano le acque raccolte in un fossato in terra che corre parallelamente alla strada interna sino all'immissione nello Scolo Tomba. A monte della immissione delle acque nel corpo idrico superficiale, è posizionato un pozzetto in cls con possibilità di controllo ed eventuale intercettazione. Il punto di scarico SA, è attualmente provvisto di paratoia chiusa che trattiene le acque meteoriche per un quantitativo superiore ai 5 mm in rapporto all'area di incidenza. Successivamente al controllo chimico, le acque se conformi vengono scaricate in corpo idrico superficiale ovvero inviate a trattamento se non conformi. Annesso al sistema di intercettazione è presente uno sfioro per evitare allagamenti ed un pozzetto spia per verificare l avvenuto sfioro. 4 settore 1 stralcio Il sistema di allontanamento delle acque meteoriche comprende una canaletta in sommità argine, la fognatura bianca e i fossi per l'allontanamento delle acque meteoriche raccolte. La funzione di scolo della canaletta sarà completa quando la discarica sarà coltivata e coperta provvisoriamente o in via definitiva, ovvero, quando raccoglierà le acque delle scarpate del settore che saranno acque bianche e quindi potranno essere convogliate nella fognatura bianca. La fognatura bianca, adiacente alla viabilità di servizio non asfaltata raccoglie attualmente le acque provenienti dai sottosettori non coltivati, dall'area esterna al settore e dalla discarica a coltivazione completata coperta provvisoriamente, e definitivamente recapitate nel punto di scarico SA accessoriato con paratoia.. 4 settore 2 stralcio Il sistema di allontanamento delle acque meteoriche è simile a quello descritto relativamente al 4 settore, 1 stralcio. Sarà realizzata una canaletta in sommità argine della discarica, sarà divisa in due tratti indipendenti, ognuno dei quali scaricherà nella fognatura acque meteoriche. La funzione di scolo della canaletta sarà completa quando la discarica sarà coltivata e coperta provvisoriamente o in via definitiva, ovvero, quando raccoglierà le acque delle scarpate del settore che saranno acque meteoriche e quindi potranno essere convogliate nella fognatura stessa. 2. Approvvigionamento idrico. Per il tipo di attività svolta in questo impianto non si verificano approvvigionamenti idrici ad uso produttivo. Gli unici prelievi di acque derivano dall alimentazione dei servizi, dall acquedotto civile: il consumo idrico assimilabile ad utilizzi industriali è dovuto all innaffiamento delle strade di servizio e piazzali di manovra sulla discarica per circa m 3 all anno e per lavaggio rete drenante e trasporto percolato circa m 3 all anno. 3. Emissioni in atmosfera ed odorigene. Il contributo emissivo derivante dall attività di discarica è riassumibile in emissioni convogliate ed emissioni diffuse, che comprendono anche quelle odorigene. Le emissioni convogliate (riportate e regolamentate nell allegato E) derivano dall impianto di recupero biogas, brevemente descritto nel paragrafo C1. L impatto delle emissioni odorigene della discarica, valutato tramite l applicazione di un modello per la simulazione della loro diffusione, risulta rispettare, nel raggio di qualche centinaia di metri, i limiti normativi internazionali (visto che la normativa nazionale italiana non prevede norme specifiche). In conclusione, vista anche la mancanza di recettori sensibili, non si segnala l impatto odorigeno come significativo, anche considerando la coltivazione del 4 settore 1 e 2 stralcio. 4. Emissioni diffuse. Queste tipologie di emissioni possono essere rappresentate da eventuali emissioni di biogas dal corpo discarica e da polveri connesse all attività di scarico ed abbancamento dei rifiuti, quest ultima considerata non critica per la non significatività dell entità delle polveri sollevate: le periodiche analisi del particolato atmosferico, svolte da HERA, mediante campionatore ad alto volume, collocato nel piazzale adiacente all ingresso della discarica per rifiuti pericolosi di

21 16 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C HERA s.p.a., non evidenziano particolari anomalie e risultano in linea con valori di riferimento diffusamente utilizzati. 5. Emissioni eccezionali. Nel caso in cui il biogas prodotto dalla discarica sia in eccesso rispetto al fabbisogno dei motori installati e funzionanti, si attivano le torce di sicurezza (due esistenti e una in progetto ), in dotazione all impianto, per la combustione del biogas in eccesso. 6. Consumo e produzione di energia. L esercizio della discarica non comporta il consumo di significativi quantitativi di energia, se non quelli associati al combustibile utilizzato per il funzionamento dei mezzi operativi di discarica. L esercizio della discarica in esame non comporta il consumo di significativi quantitativi di energia, se non quelli associati al combustibile utilizzato per il funzionamento dei mezzi operativi di discarica e gli autoconsumi dell impianto di produzione di energia Elettrica da biogas stimabili attorno al 3% della produzione totale.in termini reali e relativi alla discarica per rifiuti non pericolosi di Ravenna va considerato un consumo di 30 kw/h per ogni gruppo motore installato. Annualmente ogni motore può consumare circa kw/h. Nello scenario attuale con due motori funzionanti il consumo di Energia Elettrica è pari a circa kw all anno mentre per gli scenari futuri si passerà al consumo di circa kw all anno nel 2008 con 3 motori funzionanti e circa kw all anno nel 2009 con 4 motori funzionanti. Invece per quanto riguarda l energia prodotta, la discarica è dotata di impianto per la combustione del biogas e la produzione di energia elettrica, ceduta interamente al gestore della rete di distribuzione ad esclusione delle quantità sopra riportate destinate all autoconsumo. Con l entrata in esercizio del 4 settore 2 stralcio si può ipotizzare il non incremento del consumo di energia, visto che i mezzi operanti in discarica non aumenteranno, mentre si ipotizza un incremento dell energia prodotta conseguentemente all aumento del biogas estratto dal corpo discarica. Infatti, come già riportato, si prevede l installazione di due motori (E3 ed E4) endotermici in affiancamento ai due già esistenti. Attualmente l impianto di recupero energetico alimentato a biogas, a servizio del 1, 2 e 3 settore della discarica, è costituito da: - due motori endotermici da 625 kwe (1 e 2 motore); - cabina di trasformazione; - sistema di abbattimento fumi di tipo catalitico (marmitta catalitica); - impianto di aspirazione; - n. 2 torce per bruciare il biogas in eccesso; - impianto di eliminazione composti facilmente condensabili. In futuro sarà realizzato un impianto di recupero energetico alimentato a biogas, a servizio del 4 settore (1 e 2 stralcio) e dell area di intersezione tra 1 e 4 settore, costituito da: - un motore endotermico da 511 kwe (3 motore); - un motore endotermico da 625 kwe (4 motore); - cabina di trasformazione; - sistema di abbattimento fumi costituito da post combustore rigenerativo (sistema CL.AIR); - impianto di aspirazione; - n. 1 torcia per bruciare il biogas in eccesso; - impianto eliminazioni composti facilmente condensabili. Entro la fine dell anno 2008 è prevista l installazione del 3 motore della potenza di 511 kwe e del relativo termodistruttore, la realizzazione di una seconda centrale di aspirazione della portata di circa 600 Nm 3 /h comprensiva di torcia, la realizzazione del sistema di captazione del 4 settore e l installazione della cabina di trasformazione. L installazione del 4 motore, da 625 kwe e del relativo termodistruttore avverrà in una seconda fase e comunque non prima del Inoltre, allo scopo di realizzare una soluzione più efficiente per l abbattimento delle sostanze inquinanti presenti nei gas di scarico, anche sugli attuali motori (1 e 2 motore) saranno installati sistemi di abbattimento CL.AIR (post combustore rigenerativo). Tali sistemi sostituiranno l attuale sistema di abbattimento degli inquinanti costituito da un postcombustore catalitico. Quest ultima attività sarà effettuata entro il mese di dicembre Produzione rifiuti. Data la tipologia di impianto in esame, dedicato allo smaltimento di rifiuti non pericolosi, non si ipotizzano impatti significativi in termini di produzione di rifiuti legata all attività di esercizio della discarica anche nella configurazione con l entrata in esercizio del 4 settore 2 stralcio. Il principale rifiuto prodotto dall attività di discarica è il percolato, che, caratterizzato da rilevanti concentrazioni di sostanze inquinanti, viene raccolto e trattato nell impianto chimico-fisicobiologico del comparto stesso e dalle rilevazioni degli anni 2003, 2004 e 2005, la quantità trattata risulta sostanzialmente proporzionale alla piovosità. Inoltre, si ricorda che il biogas inviato a recupero energetico è considerato rifiuto, per cui la ditta Hera s.pa. è iscritta nel registro delle imprese che effettuano attività di recupero rifiuti non pericolosi sottoposti a procedura semplificata (provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna n. 147 del ). 8. Inquinamento acustico. L area oggetto di studio viene ad interessare il Comune di Ravenna, il quale nel settembre 1992 ha predisposto la classificazione in zone, del proprio territorio, ai sensi del

22 17 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C DPCM 01/03/1991; tale zonizzazione è valida in regime transitorio. In previsione di una futura adozione da parte del Comune di Ravenna della zonizzazione acustica definitiva, ed ai fini di una più corretta valutazione, seguendo i criteri dettati dalla DGR n. 2053/01 Criteri e condizioni per la classificazione acustica del territorio si è valutato lo scenario più verosimile di classificazione del territorio prendendo come riferimento il PRG vigente. L area di pertinenza della discarica non pericolosi di Hera, in quanto area pubblica per servizi ed attrezzature, si colloca in Classe acustica V (aree prevalentemente industriali); i valori limiti di immissione sonora previsti per tale area, come indicato dal DPCM 14/11/1997, risultano pertanto fissati in 70 dba nel periodo diurno e 60 dba nel periodo notturno. Come desumibile dal PRG del Comune di Ravenna, la discarica Hera confina con aree aventi classificazioni diverse a cui sono riconducibili classi acustiche differenti che vanno dalla Classe I (aree particolarmente protette) per le zone adibite a parco ed archeologiche, alla Classe III (aree di tipo misto) per le zone agricole e rurali. Dai criteri per la classificazione del territorio comunale del Comune di Ravenna si evince che nel passare da una Classe V ad una Classe III ovvero Classe I devono essere introdotte delle fasce di rispetto di 50 m con limiti di immissione sonora di Classe IV e, nel caso di confine con Classe I, di ulteriore fascia di rispetto di altri 50 m con limiti di immissione sonora di Classe II. Nel caso in esame pertanto tutta l area fino ai limiti di rispetto della discarica è da intendersi in Classe acustica V. Lungo tutto il confine dell area di rispetto della discarica si estende una fascia di rispetto di 50 m in Classe IV; con limiti di immissione sonora, ai sensi del DPCM 14/11/1997, di 65 dba nel periodo diurno e 55 dba nel periodo notturno. Lungo tutto il confine Est, oltre la S.S. 309 Romea, e oltre la fascia di rispetto in Classe IV, si estende un altra fascia di rispetto di ulteriori 50 m in Classe III; tale fascia è presente anche al confine Nord della discarica in quanto è ivi presente una zona archeologica. i valori limite di immissione sonora previsti per tali aree in Classe III, come indicato dal DPCM 14/11/1997, risultano pertanto fissati in 60 dba nel periodo diurno e 50 dba nel periodo notturno. Tra le sorgenti sonore individuate quali più significative in termini di impatto acustico per la discarica non pericolosi di Hera sono ascrivibili le seguenti: - motori per la produzione di energia elettrica, impianto biogas con funzionamento periodo diurno e notturno; - pala gommata e ruspa cingolata a servizio discariche con funzionamento solo nel periodo diurno; - pompe aspirazione impianto biogas con funzionamento periodo diurno e notturno; - compattatori rifiuti con funzionamento solo nel periodo diurno; - traffico veicolare mezzi di scarico funzionamento solo nel periodo diurno. L area della discarica è interessata infatti dal transito dei mezzi di conferimento e prelievo rifiuti per circa 50 carichi/scarichi giornalieri; altri mezzi all interno dell area sono la pala gommata sempre in area discarica e un camion per il trasporto del materiale dagli impianti in discarica e viceversa. Dal punto di vista acustico, il recettore esterno più vicino all area di interesse è collocato sul Lato Sud/Est alla distanza di 300 m dal confine degli impianti, in area classificata come Classe IV. I rilievi effettuati evidenziano che presso il ricettore posto ad una distanza di 300 metri non subisce un livello sonoro che permetta l applicazione del limite differenziale, come previsto del D.P.C.M. 14/11/97 art. 4. Sulla base dei risultati dei rilievi e dei risultati dal modello adottato per la stima del livello di pressione sonora di immissione al confine della discarica Hera risulta che in tutti i punti di confine non si ha superamento dei livelli di immissione sonora, come da DPCM 14/11/1997, sia nel periodo diurno che in quello notturno. L indotto del traffico all interno degli impianti Hera è costituito da circa 5 mezzi pesanti/ora durante il periodo diurno per il conferimento rifiuti; tali mezzi svolgono la loro funzione di fonte di rumore per la maggiore nell area discarica in cui i livelli di pressione sonora sono più bassi e perciò non provocano un innalzamento del livello di pressione sonora tale da comportare un superamento dei limiti di legge. 9. Suolo e sottosuolo. La realizzazione dell ampliamento in progetto all interno del Comparto HERA- SOTRIS aumenterà la capacità di smaltimento dei rifiuti senza occupare nuovo spazio o distruggere habitat utili alla fauna; in questo modo viene meno quello che, spesso, è uno degli impatti diretti che più pesantemente ricadono sul suolo e sulla fauna negli interventi sul territorio e cioè la trasformazione diretta dell ambiente e la perdita di habitat e di spazio disponibile. Per quanto concerne le interazioni e gli impatti di tipo indiretto su suolo e sottosuolo, si evidenzia quanto segue: 1. è ragionevole attendersi impatti non significativi sul suolo e sottosuolo, in quanto si presume che i dispositivi previsti di impermeabilizzazione del fondo della discarica e delle sponde siano sufficienti a garantire la tenuta del percolato e ad evitare che esso possa contaminare strati di terreno sottostanti; 2. inoltre non è previsto l utilizzo di acque superficiali e/o di falda in nessuna delle fasi del processo industriale, mentre il percolato raccolto attraverso i sistemi di captazione sarà convogliato

23 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C all impianto di trattamento chimico-fisico-biologico di HERA presente nel Comparto stesso per l idoneo trattamento di depurazione; pertanto la matrice acqua, che caratterizza in molti casi gli ecosistemi naturali dei SIC e ZPS limitrofi all area di interesse, non sarà oggetto di alterazioni e modifiche né qualitative né quantitative imputabili al progetto. 10. Impatto su flora, fauna ed ecosistemi. Gli impatti sulla vegetazione in fase di esercizio potrebbero essere legati alla dispersione in atmosfera del biogas emesso dal corpo discarica e delle polveri originate dall attività di abbancamento rifiuti; dai risultati di analisi modellistiche si ritiene che gli effetti sulla vegetazione legati all attività della discarica in esame siano ragionevolmente trascurabili e non alterino lo stato vegetazionale nelle aree limitrofe al comparto HERA. Anche per quanto riguarda potenziali impatti sulla fauna, l esercizio dell impianto di discarica in esame non ha evidenziato nel corso degli anni impatti significativi sullo stato della fauna, Per quanto riguarda il grado di interazione dell impianto con le diverse unità ecosistemiche presenti in area vasta, le tipologie maggiormente interessate dall impatto saranno gli agroecosistemi e le zone umide d acqua dolce. Gli impatti sugli agroecosistemi sono possibili data la loro vicinanza all impianto; per quanto riguarda invece le Aree SIC e ZPS, dato il loro notevole pregio ecologico e di conservazione, i potenziali impatti sono stati approfonditi nell ambito della valutazione di incidenza già precedentemente citata (Inquadramento territoriale e programmatico). In sintesi l impatto globale dei diversi fattori di pressione considerati si colloca comunque su un livello basso. C3) VALUTAZIONE INTEGRATA DELL INQUINAMENTO E POSIZIONAMENTO DELL IMPIANTO RISPETTO ALLE MTD Secondo quanto previsto dall art. 4, comma 4, del D.Lgs 59/05 per le discariche di rifiuti da autorizzare ai sensi del presente decreto, si considerano soddisfatti i requisiti tecnici di cui al presente decreto se sono soddisfatti i requisiti tecnici di cui al decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36. Anche la normativa regionale attraverso la DGR dell Emilia Romagna n del 29/11/2004, all allegato 3), all allegato IV Criteri suppletivi per la stesura della relazione tecnica degli impianti di discarica, riporta al punto 1.1, risulta necessario che i gestori di discariche esistenti valutino la situazione in essere verificando la conformità ovvero la difformità ai requisiti indicati nel D.Lgs 36/03 (quale BAT di settore) [ omissis ] Per la valutazione integrata delle prestazioni ambientali della discarica per rifiuti non pericolosi HERA e per l analisi del suo posizionamento rispetto all applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili (MTD), si è preso a riferimento il predetto decreto, con particolare riguardo ai criteri costruttivi e gestionali degli impianti di discarica per rifiuti non pericolosi di cui all Allegato 1 del D.Lgs. 36/03. A tale riguardo si ricorda che i Piani di Adeguamento di cui all art. 17, comma 3, D.Lgs 36/03 presentati da HERA s.p.a. per la discarica esistente 1, 2, 3 settore e 4 settore 1 stralcio, sono stati valutati positivamente e approvati dalla Provincia di Ravenna, ai sensi dell art. 17 comma 3 del D.Lgs 36/03, con provvedimenti del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 835 del 31/12/2003 e n. 645 del 06/12/2005. Di seguito si evidenzia il posizionamento delle discariche per rifiuti non pericolosi HERA s.p.a. rispetto all applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili (MTD), individuate prendendo a riferimento i requisiti stabiliti dal D.Lgs 36/03 e che costituiscono MTD per il comparto discariche. 1) UBICAZIONE È da tenere presente che il comparto in cui si inserisce la discarica in oggetto, ricade in area tutelata paesaggisticamente ai sensi della parte III Beni Paesaggistici, del D.Lgs n. 42/2004 e sue modifiche ed integrazioni; la realizzazione del 4 settore - 2 stralcio della discarica HERA è stata approvata dalla Conferenza Provinciale per l approvazione di progetti di impianti di smaltimento e recupero rifiuti ai sensi dell art. 208 del D.Lgs n. 152/2006, chiusasi con DGP n. 50 del 21/02/2007, durante la quale è stato acquisito il parere favorevole della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Ravenna. Per i settori 1, 2, 3 e 4-1 stralcio, l esistenza del predetto vincolo (zona ricompressa in area tutelata ai sensi della parte III Beni Paesaggistici, dl D.Lgs n. 42/2004) è tenuta in conto dal parere paesaggistico/ambientale favorevole a suo tempo espresso ai sensi del D.Lgs. n. 490/99 (poi modificato dal D.Lgs n. 42/2004). Inoltre in tale contesto si inseriscono alcune aree di importanza naturalistica assoluta che trovano un importante riscontro nella definizione, secondo quanto previsto dalle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE, rispettivamente di ZPS (Zone a Protezione Speciale) e psic (proposti Siti di Importanza Comunitaria), inseriti nell elenco Rete Natura Nello specifico si tratta dei siti: - Complesso di Punte Alberete e Valle Mandriole, SIC, ZPS e zona Ramsar. - Piallassa Baiona, SIC che contiene per intero una ZPS e una zona Ramsar. - Pineta di San Vitale e Bassa del Pirottolo, SIC e ZPS. - Prato umido del Bardello, SIC e ZPS. - Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini, SIC. 18

24 19 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C - Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina, SIC. A causa di questo contesto è stata effettuata una valutazione di incidenza (inserita come allegato alla documentazione presentata con la domanda di AIA) che non ha rilevato nessuna incidenza dell esercizio della discarica in esame sulle aree psic e ZPS presenti nell area limitrofa al comparto HERA-SOTRIS. 2) PROTEZIONE DELLE MATRICI AMBIENTALI Al fine di garantire l isolamento del corpo dei rifiuti dalle matrici ambientali, la discarica esistente per rifiuti non pericolosi 1, 2, 3 settore e 4 settore 1 stralcio, così come il progetto di realizzazione del 4 settore 2 stralcio, prevede, come descritto precedentemente al paragrafo C1 descrizione dell assetto impiantistico: - sistema di regimazione e convogliamento delle acque meteoriche; - impermeabilizzazione del fondo e delle sponde della discarica; - impianto di raccolta e gestione del percolato; - impianto di captazione e gestione del gas di discarica. I settori 1, 2 e 3 sono in fase di gestione post operativa, (chiusura della discarica ed autorizzazione agli interventi di copertura finale (1 stralcio) e al recupero (R5) di copertura finale Provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 496 del 17/08/2006). Il 4 settore 1 stralcio è in fase di gestione operativa e per il 4 settore 2 stralcio è stato approvato il progetto con delibera di Giunta Provinciale n. 50 del 21/02/2007 e con il presente provvedimento si autorizza alla gestione. 3) CONTROLLO DELLE ACQUE E GESTIONE DEL PERCOLATO 3.1) Sistema attuale di allontanamento delle acque meteoriche Il sistema di allontanamento delle acque meteoriche relativamente a: - 1, 2, 3 settore attualmente in fase di post gestione; - 4 settore 1 stralcio attualmente in fase di coltivazione, gestione operativa; - 4 settore 2 stralcio in progetto; è stato precedentemente descritto al paragrafo C1 Descrizione dell assetto impiantistico. Da tale descrizione si evince la conformità delle caratteristiche costruttive della discarica alle prescrizioni del D.Lgs n. 36/ ) Modifica al sistema di allontanamento delle acque meteoriche Nel triennio è prevista, con cadenze temporali definite, la realizzazione delle nuove opere per la gestione delle acque meteoriche e di processo originate dalle attività svolte nel comparto Ovest polifunzionale di trattamento/smaltimento rifiuti di Ravenna, sito sulla S.S. n. 309 Romea al km 2,6. Contestualmente, vista la graduale dismissione degli impianti e del deposito di rifiuti, attualmente presenti nel comparto Hera situato sulla S.S. n. 309 Romea al km 3,8, il comparto km 2,6 sarà sottoposto ai seguenti interventi: - Delocalizzazione impianto di trattamento fanghi (dal km 3,8); - Delocalizzazione impianto di pretrattamento chimico-fisico CTIDA (dal km 3,8); - Attivazione delle condotte di collegamento comparto km 2,6 e impianto Trattamento Acque di Scarico (TAS), gestito da Ecologia Ambiente s.r.l. 3.3) Rete di raccolta del percolato Il sistema di raccolta del percolato relativamente a: - 1, 2, 3 settore attualmente in fase di post gestione; - 4 settore 1 stralcio attualmente in fase di coltivazione, gestione operativa; - 4 settore 2 stralcio in progetto e attualmente in fase di realizzazione; è stato precedentemente descritto al paragrafo C1 Descrizione dell assetto impiantistico. Da tale descrizione si evince la conformità delle caratteristiche costruttive della discarica alle prescrizioni del D.Lgs n. 36/ ) PROTEZIONE DEL TERRENO E DELLE ACQUE 4.1) Barriera geologica L area in esame non è caratterizzata da una barriera geologica naturale che possa soddisfare allo stato naturale le prescrizioni contenute in Allegato 1 al D.Lgs. 36/2003 in merito ai criteri per la protezione del terreno e delle acque. Sono state quindi adottate scelte costruttive per i diversi settori al fine di garantire l impermeabilizzazione delle vasche di discarica e quindi la protezione delle acque e del terreno. Se ne riportano di seguito le descrizioni distinguendo tra: - 1 e 2 settore; - 3 settore; - 4 settore 1 stralcio;

25 20 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C - 4 settore 2 stralcio. Tale distinzione è necessaria in quanto il 3 settore si distingue nettamente dal 1 e dal 2, sia per la realizzazione temporalmente diversa, che per la diversa responsabilità progettuale. La sua realizzazione è stata infatti seguita interamente dall'ufficio tecnico interno di HERA S.p.A. (allora AREA S.p.A.), mentre i primi due settori, pur rispondendo in pieno alla legislazione vigente al momento della loro costruzione, sono stati progettati e realizzati dall'ufficio Strade del Comune di Ravenna che poi ha consegnato l'opera per la gestione ad HERA S.p.A. Infine, si valutano distintamente le caratteristiche del 4 settore (1 stralcio esistente e 2 stralcio in progetto) ) Vasche di discarica 1 e 2 settore La vasca denominata 1 settore è di forma rettangolare con lati medi di 210 m per 320 m, quella denominata 2 settore, anch essa di forma rettangolare, con lati medi di 190 m per 330 m, è ubicata in aderenza, sul lato Sud alla vasca 1 settore. Per entrambe gli argini perimetrali hanno altezza variabile sul piano campagna compresa tra 3.40 e 4.30 m. Il fondo e gli argini di contenimento sono rivestiti da un tampone di argilla impermeabilizzante dello spessore di 1 m. Sull'argilla è posato un geotessile e sopra di esso è posata una membrana impermeabilizzante dello spessore di 2,5 mm saldata con sistema a doppia pista a caldo. Infine sulla membrana è posato uno strato di sabbia di 20 cm di spessore. La membrana è agganciata sulla sommità degli argini con un cordolo di calcestruzzo e la raccolta del percolato è garantita da una rete di tubazioni fessurate ) Vasca di discarica 3 settore Le dimensioni esterne del 3 settore sono 375 m in direzione Nord-Sud e 152 m in direzione Est-Ovest. La vasca costituente il 3 settore è realizzata in terreno rilevato e il sistema impermeabilizzante è costituito da un sistema composito doppio, formato da strato di argilla compattata e da due manti artificiali. Per quanto riguarda l'argilla, è stata raggiunta una conducibilità idraulica massima in situ non superiore a 10-7 cm/s. Per quanto riguarda le geomembrane impermeabilizzanti, il materiale scelto (polietilene ad alta densità) risponde alle norme UNI 8898/6, alle specifiche Assogomma 1994 e le saldature sono state effettuate nel rispetto della norma UNI e secondo le specifiche dettate dall'istituto Italiano della Saldatura. Per evitare che eventuali perdite dovute a lacerazioni della geomembrana superiore filtrino e si espandano in un'area non limitata, non è stato frapposto materiale drenante fra la geomembrana e lo strato di argilla ma i due elementi sono a diretto contatto. Al fine di proteggere la geomembrana superiore da possibili fonti di rottura è stata prevista sopra di essa la posa di uno strato di materiale inerte (sabbia) di spessore pari a 25 cm. Il sistema barriera previsto risulta dunque, descrivendolo a partire dagli strati più profondi, così costituito: - strato minerale impermeabile primario di spessore 100 cm (argilla classe A7); - geomembrana inferiore impermeabile in HDPE di spessore 2 mm; - strato naturale impermeabile secondario di spessore 30 cm (argilla classe A6); - geomembrana superiore impermeabile in HDPE di spessore 2 mm; - strato protettivo di materiale inerte di spessore 25 cm (sabbia classe A2-4). Sulle scarpate interne degli argini la posa del terreno a bassa conducibilità idraulica fra le due geomembrane non è possibile, di conseguenza, al fine di proteggere comunque le geomembrane in HDPE e di mantenerle separate, è stato interposto, sull'intera lunghezza delle scarpate, un geotessile in polietilene autoestinguente, resistente dal punto di vista biochimico e al punzonamento (CBR) fino a 5000 N. Il lato Nord del settore (3 ), che accoglie rifiuti solidi urbani ed assimilabili, è confinante con il lato Sud del 2 settore, con il quale è raccordato per formare un unico bacino di smaltimento ) Vasca di discarica 4 settore 1 stralcio La vasca del 4 settore 1 stralcio ha interessato una superficie pari a ca m 2 con una quota media di +1,00 m slmm. In fase di progettazione non è stata considerata l azione di inibizione alla diffusione di percolato della barriera geologica naturale, pertanto è stato innanzitutto innalzato il piano di campagna aggiungendo mediamente 0.70 m di terreno e successivamente è stata realizzata una barriera geologica artificiale tramite un materasso di argilla di cava avente spessore totale di 1,40 m. Di seguito si descrivono in sintesi le modalità costruttive della barriera geologica: previa compattazione del piano di campagna esistente è stato formato un strato di terreno di riporto con spessore medio di 0,70 m. Tale strato è stato poi compattato impostando le pendenze necessarie per il drenaggio del percolato; al di sopra del piano così formato è stato posato uno strato di argilla minerale di spessore pari a 1,00 m. La posa di tale strato è stata realizzata mediante la stesura successiva di 5 strati di spessore pari a 0,20 m. Durante la messa in opera dell argilla sono stati definiti i tre sottosettori tramite la realizzazione di arginelli di altezza pari a ca. 1,00 m, mentre il perimetro dell intero settore è stato delimitato da un

26 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C argine di dimensioni e altezza maggiori (ca. 2,00 m in media). Le prove di permeabilità in situ hanno evidenziato permeabilità medie che si attestano intorno a 5*10-10 m/s per tutti i sottosettori realizzati; sopra il materasso argilloso è stato posato, sia sul fondo discarica che sugli argini, un telo in PEAD dello spessore di 2,0 mm avente permeabilità stimabile 1*10-13 m/s. Il telo è stato ancorato in una trincea scavata al di sopra delle arginature perimetrali con un getto di cls magro; al di sopra della membrana è stato formato un altro materasso argilloso con spessore pari a 0,40 m. Sugli argini lo strato di argilla è stato sostituto da un geocomposito bentonitico con permeabilità media pari a 5*10-13 m/s. La permeabilità media misurata in situ per lo strato appena descritto è risultata nei diversi sottosettori di ca. 5*10-10 m/s; al di sopra del secondo strato in argilla è stato posato un altro telo in PEAD avente le stesse caratteristiche di quello precedentemente descritto; infine sopra l ultima geomembrana in PEAD è stato posato un tessuto non tessuto avente funzione di protezione del telo in PEAD da eventuali punzonamenti degli elementi litoidi costituenti il soprastante strato drenante e di miglioramento del deflusso del percolato verso il sistema di raccolta ) Vasca di discarica 4 settore 2 stralcio La scelte progettuali assunte ricalcano le prescrizioni di cui al D.Lgs. n. 36/2003. Di seguito si riportano sinteticamente le caratteristiche del sistema di impermeabilizzazione del fondo e delle scarpate perimetrali. Per il fondo: strato drenante in ghiaia lavata dello spessore minimo di 50 cm; strato protettivo costituito da geotessile, CBR 9000 N; geomembrana superiore impermeabile in HDPE liscio di spessore 2,5 mm; barriera minerale impermeabile primaria di spessore 100 cm costituita da argilla classificata A7 (posata a strati distinti di 20 cm di spessore compattati singolarmente), con conducibilità idraulica inferiore o uguale a 10-7 cm/sec; geomembrana inferiore impermeabile in HDPE di spessore 2,5 mm; barriera minerale impermeabile secondaria di spessore 100 cm costituita da argilla classificata A7 (posata a strati di spessore 20 cm per volta), con conducibilità idraulica inferiore a 1x10-7 cm/sec. Per la superficie interna delle scarpate perimetrali: strato drenante in ghiaia lavata dello spessore minimo di 50 cm; strato protettivo costituito da geotessile, CBR 9000 N; geomembrana superiore impermeabile in HDPE di spessore 2,5 mm; geocomposito bentonitico di tipo rinforzato (spessore minimo 6 mm, permeabilità secondo ASTM D 5084 < 1 x m/sec, contenuto minimo 5 kg/m 2 di bentonite sodica); geomembrana inferiore impermeabile in HDPE di spessore 2,5 mm; barriera minerale impermeabile secondaria di spessore 100 cm costituita da argilla classificata A7 (posata a strati di 20 cm per volta), con conducibilità idraulica minore di 1x10-7 cm/sec ) Coltivazione dei volumi interposti tra il 1 e il 2 settore e fra il 2 e il 3 settore Al fine di ottimizzare la coltivazione di tutti i volumi disponibili, sono stati eseguiti i necessari lavori per unificare i tre settori al fine di ottenere una unica colmata. La colmatura del volume di discarica derivante dal ripristino della continuità della impermeabilizzazione della rampa di accesso fra il 1 ed il 2 settore è stata autorizzata dalla Provincia di Ravenna con provvedimento n 367 del 21/08/1996 (Approvazione progetto di unificazione dei settori 1 e 2 Provincia di Ravenna delibera n 535 del 28/08/1988 e successiva presa d'atto della perizia di variante e suppletiva prot. n del 27/07/1993). Il 3 settore era dotato di una rampa di accesso con piazzale di manovra sul lato Est in adiacenza al 2 settore. Anche questa zona è stata impermeabilizzata con argilla e doppio telo in HDPE, consentendo di coltivare in continuità tutti i volumi disponibili fra il 2 e 3 settore. Pertanto la colmatura del volume di discarica derivante dal ripristino della continuità della impermeabilizzazione della rampa di accesso fra il 2 ed il 3 settore è stata autorizzata dalla Provincia di Ravenna con provvedimento n 425 del 06/06/2001 (Autorizzazione Ambientale di cui all' art. 151 D.Lgs. n. 490/99 T.U. Beni Ambientali e Culturali (già art. 1 Legge n. 431/85), del 12/06/2001 P.G /01 Comune di Ravenna) ) Impermeabilizzazione tra 1 e 4 settore Si è resa necessaria l esecuzione di un impermeabilizzazione tra 1 e 4 settore finalizzata alla separazione idraulica completa dei percolati prodotti all interno della colmata rifiuti del 4 settore. In tal modo, il percolato prodotto nel 4 settore e nel corpo rifiuti nella porzione di collegamento tra 1 e 4 settore, non potrà in alcun modo interessare la rete di drenaggio del 1 settore rimanendo totalmente a carico della rete di drenaggio del 4 settore. Il sistema di impermeabilizzazione si proponeva in particolare il raggiungimento dei seguenti obiettivi: un totale isolamento tra rifiuti del 1 e 4 settore ottenuto con la messa in opera di una copertura definitiva costituita da un sistema di barriera multistrato; estrazione del bio-gas che eventualmente venisse a formarsi in prossimità del paramento esterno del corpo discarica (sia 1 che 4 settore); 21

27 22 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C riduzione significativa del battente idraulico di percolato sospeso che si forma nel corpo del 4 settore, con drenaggio verso il basso garantito da uno strato drenante (ad alta permeabilità) e tubi di captazione microfessurati. Risulta costituito dai seguenti elementi e dalle seguenti fasi: a) regolarizzazione del profilo (preliminarmente alla messa in opera della copertura si rende necessario eseguire la regolarizzazione del profilo del paramento esterno del 1 settore della discarica); b) strato drenante al tetto dei rifiuti (il posizionamento di uno strato drenante del biogas lungo il paramento esterno delle scarpate del 1 settore permette la raccolta dei flussi di biogas emergenti dalle scarpate che vengono pertanto indirizzati verso i pozzi sistemati in sommità); c) barriera a bassa conducibilità idraulica; d) geotessile di protezione (il posizionamento di un geotessile di protezione (TNT) con resistenza a punzonamento (CBR > 9000 N) garantisce la salvaguardia della geomembrana HDPE rispetto allo strato soprastante); e) strato drenante (per favorire il deflusso del percolato prodotto, sia per permeazione dalla colmata del 4 settore, sia per effetto delle acque meteoriche che insistono sul corpo discarica in coltivazione); f) tubazioni di convogliamento percolato (in riferimento alla presumibile abbondante formazione di percolato in prossimità del baule di ghiaia in corrispondenza del gradone collocato a quota 11,50 mt., al fine di favorire il rapido deflusso del percolato verso il fondo della vasca del 4 settore della discarica, è previsto un tubo drenante per tutta la lunghezza della sezione di collegamento tra 1 e 4 settore (200 m circa in direzione Nord-Sud). In derivazione dagli stessi, verso il basso, appoggiati alle scarpate e ricoperti dallo strato di ghiaia di cui al precedente punto e), verranno installati tre tratti di tubo con la funzione di collettare il percolato raccolto verso il gradone sottostante e così via verso il fondo della discarica). Al fine di monitorare nel tempo la funzionalità del sistema di drenaggio descritto, in corrispondenza delle tubazioni di cui sopra, alla quota di circa 11,5 m sul l.m.m verranno installate (anche in questo caso seguendo le fasi di coltivazione degli strati successivi), tre tubazioni verticali in PEAD che consentiranno la verifica costante della sussistenza di eventuali formazioni di battenti idraulici di percolato in prossimità della superficie di separazione tra i settori della discarica. Pertanto i lavori di Impermeabilizzazione tra 1 e 4 settore verranno eseguiti secondo le seguenti modalità: regolarizzazione del profilo della discarica nella porzione inclinata e sulla porzione sommitale delle banchine con definizione delle pendenze di progetto; stabilizzazione dei settori dissestati e drenaggio delle zone umide; realizzazione di fossi provvisionali per limitare danni durante l esecuzione dei lavori; posa in opera del geocomposito drenante inferiore; posa in opera della geomembrana in HDPE con sormonti nel senso di deflusso del percolato (almeno 500 mm) e termosaldatura per i sormonti in direzione verticale; riempimento delle trincee di ancoraggio sommitale e basale; posa in opera geotessile di protezione; posa in opera dello strato di ghiaia drenante superiore sp. 0,5 m; esecuzione lavori di regimazione acque mediante posa di tubazioni in HDPE fessurate PN 12,5 - Ø 250 mm.; posa delle tubazioni HDPE per il drenaggio verticale e il monitoraggio. Le fasi di cui sopra verranno realizzate e ripetute su ogni singolo gradone durante l avanzamento della coltivazione dei rifiuti del 4 settore. Ciò consentirà da un lato di evitare problemi di stabilità al pacchetto di copertura sopra descritto, dall altro consentirà la verifica costante e continua della capacità di drenaggiosmaltimento del pacchetto drenante. Quanto detto sopra in merito ai lavori di impermeabilizzazione tra 1 e 4 settore 1 stralcio sarà applicabile anche nell ambito dei lavori da svolgersi tra 1 e 4 settore 2 stralcio. 4.2) Copertura superficiale finale Relativamente al 1, 2 e 3 settore, si distinguono la copertura definitiva delle sponde e la copertura provvisoria sommitale. Il progetto definitivo, viene sviluppato applicando per la sommità un pacchetto di copertura realizzata con il reimpiego di rifiuti opportunamente trattati, mentre per le scarpate e in generale le superfici inclinate verrà adottata una copertura realizzata con l impiego geosintetici. La copertura della porzione sommitale infatti verrà realizzata in due distinti momenti : - copertura provvisoria (durata stimata dieci anni) - copertura definitiva La copertura definitiva delle scarpate verrà invece affrontata in un unica soluzione. Per quanto riguarda lo spessore del pacchetto di copertura indicato nel D.L. 36/2003 (spessore > 1m.) atto a favorire lo sviluppo delle specie vegetali di copertura ai fini del ripristino ambientale e idoneo per fornire adeguata protezione alle barriere sottostanti dalle escursioni termiche, si può affermare che la scelta di adottare uno spessore di 30 cm sulle scarpate sia sostanzialmente equivalente per i seguenti motivi:

28 23 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C si può considerare uno spessore di 30 cm adeguato per il totale inerbimento delle superfici inclinate in considerazione della bassa penetrazione degli apparati radicali delle specie erbacee. la funzione di protezione dalla erosione da acqua viene garantita dalla presenza dell inerbimento; in particolare si ipotizza di procedere all inerbimento stesso secondo fasi e modalità di posa che tengano doverosamente in conto della stagionalità; la funzione di protezione delle barriere sottostanti dalle escursioni termiche è rivolto principalmente a strati minerali soggetti a ritiro e quindi a fessurazioni nel periodo estivo; in questo caso lo strato minerale è sostituito da geocomposito bentonitico che per caratteristiche proprie mantiene la propria funzionalità anche in presenza di variazioni di temperatura. 5) CONTROLLO DEI GAS (IMPIANTI DI CAPTAZIONE) Il sistema di captazione del biogas ha lo scopo di captare e convogliare ad un apposita stazione di aspirazione, il biogas formatosi a seguito dei processi di fermentazione anaerobica delle sostanze organiche contenute nei rifiuti sepolti in discarica, in modo tale da evitare la diffusione di odori sgradevoli, la possibile migrazione laterale del gas con rischi di esplosioni ed incendi anche a considerevoli distanze dallo scarico stesso e la moria della vegetazione nei pressi della discarica. Al fine di garantire la sicurezza sia all'interno della discarica sia nelle immediate vicinanze e per ridurre al minimo le emissioni odorose moleste è stato installato un impianto di convogliamento, aspirazione e combustione (descritto al paragrafo C1, Impianto di captazione dei gas) con recupero energetico del biogas captato dai pozzi realizzati in fase di messa in sicurezza. Precedentemente è stato descritto il sistema di captazione del biogas relativamente a: - 1, 2, 3 settore attualmente in fase di post gestione; - 4 settore 1 stralcio attualmente in fase di coltivazione, gestione operativa; - 4 settore 2 stralcio in fase di realizzazione. 6) DISTURBI E RISCHI Nell impianto di discarica in oggetto risultano adottate misure gestionali e di sicurezza per ridurre al minimo i disturbi e i rischi provenienti dall impianto stesso e che possono essere causati da: dispersione accidentale di rifiuti nell ambiente sversamento accidentale di sostanze pericolose liquide o fangose: le cause di uno sversamento di materiali pericolosi possono essere individuate nell errato conferimento di rifiuti destinati ad altro impianto, nel conferimento di rifiuti non conformi non ravvisato in tempo, nello sversamento di combustibile dai mezzi che riforniscono il gasolio per le macchine operatrici. Le cause vanno ricercate nell errore umano, quale può essere l utilizzo di contenitori difettosi, lo stoccaggio precario su un mezzo di trasporto o alcune errate manovre nelle operazioni di scarico. Le conseguenze di questi errori possono essere la presenza di inquinanti sul suolo e, a seconda dei casi, nelle acque di scolo; perdite nei sistemi di movimentazione in tubazioni aeree o interrate: si tratta di fuoriuscite di percolato durante il trasporto al sistema di trattamento ed anche in questo caso le cause vanno ricercate nell errore umano, ad esempio errata chiusura di valvole, ma soprattutto nei guasti alle strutture, ad esempio cedimenti di valvole interrate, perdite da collettori e pompe, soffiature nelle saldature, o addirittura fessurazione o rottura della vasca del percolato. I segnali che informano sul nascere e sull evolversi dell evento sono ad esempio improvvise cadute di pressione sulle linee, anomalie nelle portate oppure segnali riscontrabili direttamente e visivamente; perdite del sistema di impermeabilizzazione della vasca: il rischio di fuoriuscita di percolato dal fondo della vasca di coltivazione dei rifiuti è legato al danneggiamento localizzato e contemporaneo del telo a contatto con i rifiuti e del secondo telo a contatto con il suolo, presumibilmente ad opera della presenza, nei rifiuti, di elementi laceranti direttamente a contatto con il sistema impermeabilizzante; altre cause possono essere assestamenti del suolo, sollecitazioni meccaniche da escursioni termiche e giunzioni difettose; allagamenti: lo studio della falda dell area della discarica, eseguita mediante rilevazioni piezometriche, rileva che il livello piezometrico è regolato dal Consorzio di Bonifica mediante la presenza delle idrovore: impianto di Ponticelle e impianto di via Cerba. Come risultato di questa regimentazione si ha che il livello piezometrico nell area circostante la discarica è di norma inferiore al livello piezometrico riscontrabile nell area della discarica stessa permettendo il rapido deflusso delle acque eventualmente accumulate verso lo scolo Cerba a Nord e verso lo scolo Fagiolo a Sud. Si sottolinea inoltre che le discariche sono impermeabilizzate sino ad una quota degli argini pari a circa 3 metri, garantendo un certo margine di sicurezza anche in caso di eventi meteorologici assolutamente eccezionali; raggiungimento dei livelli di guardia di indicatori di contaminazione: i principali indicatori di contaminazione sono dati da valori anomali rilevati nelle analisi delle acque sotterranee e dalla presenza di biogas al di fuori del corpo della discarica. Il controllo di tali parametri è effettuato con le modalità e frequenze descritte nel Piano di Monitoraggio riportato in Allegato F. Il raggiungimento di livelli di guardia relativamente a tali aspetti attiva una procedura che consiste, in primo luogo, in

29 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C approfondimenti atti a confermare l esistenza di una emergenza vera e propria. Potranno quindi essere previste ripetizioni dei prelievi e delle analisi, confronti con le caratteristiche delle matrici che possono aver dato luogo a contaminazione (percolato, biogas), confronti con situazioni verificatesi in passato o in impianti simili. Avuta conferma della situazione di emergenza, l azienda provvederà ad informarne le autorità competenti (Provincia di Ravenna ed ARPA) e a concordare con tali enti un piano di interventi di breve e medio termine; incendi: nelle normali fasi di gestione della discarica sussiste il rischio che nel cumulo di rifiuti possano verificarsi condizioni di autocombustione; il biogas prodotto durante la fermentazione anaerobica contiene infatti un alto tenore di metano che, a contatto con l'aria, si può infiammare o formare una miscela esplosiva. Le cause di innesco di incendi possono essere le ceneri incandescenti e le scintille dei tubi di scappamento degli automezzi, come anche i pezzi di vetro in mezzo ai rifiuti, che provocano un effetto "lente". La discarica in oggetto è dotata, per i settori esistenti e per l ampliamento in progettazione, di sistema di captazione e trattamento biogas, con pozzi interni al corpo della discarica, opportunamente tenuti in depressione, fondamentale misura di prevenzione degli incendi. esplosioni: seppure altamente improbabili, esplosioni in discarica possono verificarsi in ambienti confinati quali sono i container e i fusti per formazione di gas e vapori esplosivi in presenza di un idoneo innesco, per miscelazione di sostanze incompatibili, per presenza di polveri combustibili metalliche, di carbone o di materiale organico mantenute disperse in un comburente gassoso, per lenta ma progressiva formazione di sostanze termodinamicamente instabili (vedi formazioni di perossidi per azione dell ossigeno atmosferico su diverse sostanze organiche, quali ad esempio acetali, eteri, derivati allilici, aloalcheni, derivati vinilici, vinilacetileni, aldeidi, urea ecc.), accensione di sacche di biogas. Esplosioni non confinate possono verificarsi nel caso di rilascio nell ambiente di una certa entità di miscele di gas e vapori combustibili (ad esempio metano del biogas, anche nella vasca del percolato) ed in presenza di un idoneo innesco, nel caso di contatto accidentale tra sostanze incompatibili a seguito per esempio della rottura di contenitori o ad un errato mescolamento nel corso dello stoccaggio. L entità delle esplosioni dipende ovviamente in primo luogo dalla quantità e dalle caratteristiche delle sostanze esplodenti. Le conseguenze potranno dipendere oltre che dalla magnitudo della esplosione anche dal tipo di contenitore in cui essa avviene e dal raggio interessato all evento. Chiaramente le esplosioni possono essere accompagnate anche da incendio. Si evidenzia che alla luce delle connessioni fisiche e funzionali presenti tra l impianto di trattamento chimicofisico-biologico, al quale giungono, tra gli altri reflui da trattare, i percolati della discarica, e nella considerazione che lo stesso impianto di trattamento risulta soggetto agli adempimenti di cui al D.Lgs 334/99 e sue modifiche ed integrazioni, l azienda Hera s.p.a ha scelto di considerare quale stabilimento su cui applicare le disposizioni in materia di controllo dei pericoli di incidenti rilevanti (D.Lgs 334/99 e s.m.i.) l intero comparto km 2,6 di trattamento/smaltimento rifiuti di Ravenna. Nel sito in esame risulta quindi implementato un Piano di Emergenza Interno che considera le prevedibili condizioni di pericolo e gli eventi incidentali strettamente connessi alla particolare tipologia degli impianti, al comportamento chimico e fisico delle sostanze e dei rifiuti pericolosi presenti ed indica le misure da prendersi per evitare danni alle persone, agli impianti, all ambiente, conseguenti ad una situazione avente caratteristiche di incontrollabilità; vengono inoltre previste le modalità di intervento atte al contenimento degli effetti ed al ripristino di condizioni normali di esercizio, mediante l isolamento e la bonifica dell area interessata da un eventuale emergenza. Il Piano di Emergenza Interno, comprendente la discarica, redatto ai sensi del D.Lgs. n. 334/99 e s.m.i. e in accordo con il Sistema di QAS adottato, che descrive i compiti, le responsabilità e le modalità operative da attuarsi in relazione alle emergenze di seguito indicate: incidenti, infortuni, incendi, esplosioni, fughe di gas, emergenze indotte da insediamenti esterni, allagamenti, terremoti. Le schede comportamentali riportate nel Piano di Emergenza Interno sono applicabili anche alle emergenze individuate per le discariche ai sensi del D.Lgs n. 36/03 per incendio, esplosioni, allagamenti, dispersione di rifiuti. Per quest ultimo specifico aspetto si fa riferimento anche all istruzione operativa Emergenze ambientali discariche inserita a sistema SGS (Icw07.35). 7)STABILITA In fase di progettazione della discarica, si deve prevedere una fase di caratterizzazione del sito a mezzo di specifiche indagini e prove geotecniche, sul substrato geologico, considerando la morfologia della discarica, i carichi previsti e le condizioni operative. La discarica in oggetto è stata sottoposta a verifiche di stabilità dell insieme terreno di fondazione-discarica, in riferimento anche alla stabilità dei pendii, ottenendo valori di stabilità generale e sulle scarpate, conformi ai limiti fissati dalla normativa di settore vigente e quindi la stabilità della discarica risulta assicurata anche in caso di evento sismico. 8) PROTEZIONE FISICA DEGLI IMPIANTI 24

30 25 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C La discarica è segnalata con adeguate indicazioni stradali, è dotata di ingresso cancellato e tutto il sito è recintato per impedire il libero accesso al sito di persone ed animali. È presente un sistema di controllo delle vie di accesso con telecamere a circuito chiuso. 9) DOTAZIONE DI ATTREZZATURA E PERSONALE La gestione della discarica è affidata a persona competente a gestire il sito ai sensi dell'articolo 9, comma 1, lettera b) del D.Lgs 36/03 ed è assicurata la formazione professionale e tecnica del personale addetto all'impianto anche in relazione ai rischi da esposizione agli agenti specifici in funzione del tipo di rifiuti smaltiti. Il sistema di gestione qualità ambiente adottato dall azienda descrive l organizzazione, le mansioni e le responsabilità affidate al personale. Le attività sono pianificate ed eseguite come descritto in apposita procedura. Il sistema di gestione della sicurezza, conforme alle prescrizione del D.Lgs 626/94 ha individuato i rischi per i lavoratori e le conseguenti misure di protezione individuale necessarie quali i dispositivi di protezione individuale (DPI). La squadra di emergenza aziendale è sottoposta a specifico programma di formazione relativo alle modalità e tecniche di intervento ed all uso dei DPI. La gestione dell impianto si avvale del supporto del laboratorio HERA di Ravenna per le determinazioni analitiche sui rifiuti conferiti. Le determinazioni analitiche sulle matrici ambientali interessate sono svolte in parte dallo stesso laboratorio HERA ed in parte dai laboratori ARPA di Ravenna, sulla base di specifica convenzione stipulata in base ad un protocollo analitico concordato tra le parti. Per alcune attività operative previste per la gestione della discarica, HERA si avvale di risorse esterne, individuate tramite apposita convenzione. Tali ditte esterne sono sottoposte ad apposita procedura di qualificazione e si impegnano, con modalità previste contrattualmente, ad operare nel rispetto dei requisiti espressi da HERA anche tramite trasmissione di idonea documentazione la quale riporta, in particolare, criteri e modalità di controllo delle attività, informazioni relative ai rischi individuati, norme di comportamento interne, ecc. Le attività affidate a ditte esterne sono: movimentazione materie (rifiuti e materiali di ricopertura) per la gestione operativa della discarica; manutenzioni elettriche, idrauliche e meccaniche, ordinarie e straordinarie; manutenzione e pulizia reti fognarie; sorveglianza notturna; gestione della rete di captazione e dell impianto di combustione biogas. Per l espletamento delle attività di movimentazione materie per la gestione operativa della discarica sono costantemente tenuti a disposizione ed in efficienza, almeno i seguenti mezzi ed attrezzature: un compattatore a trasmissione idrostatica da 32 t; una ruspa cingolata; un escavatore cingolato; escavatore cingolato e/o gommato; un autopompa lavastrade da l; un generatore con torre faro; un compattatore a trasmissione idrostatica da 32 t di scorta. È inoltre prevista la presenza costante presso la zona di scarico, durante l'intero turno lavorativo giornaliero, di almeno n. 2 operatori, uno dei quali risulterà sempre impegnato nella conduzione del compattatore dei rifiuti, mentre l'altro operatore dovrà svolgere le funzioni di capo piazzale utilizzando, secondo le necessità, i mezzi a disposizione. Altre unità operative e mezzi, in numero variabile a seconda delle necessità determinate della stagionalità, dalla situazione meteorologica e da esigenze di cantiere, verranno attivati per assicurare tutte le lavorazioni previste. Oltre ai mezzi operativi fanno parte della dotazione i teli recuperabili necessari per la copertura giornaliera del fronte scarico per una superficie minima coperta di 500 m 2. Per quanto riguarda infine le operazioni di manutenzione che è necessario condurre per assicurare il corretto funzionamento dell impianto in esame, la gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria si occupa essenzialmente dei seguenti aspetti: - reti di drenaggio del percolato; - rete di raccolta e allontanamento del percolato; - stazione di sollevamento; - vasca di stoccaggio; - sistema di monitoraggio acque di falda; - rete di regimazione acque superficiali; - sistema di captazione e trasporto biogas; - attrezzature d impianto relative alla gestione del percolato; - attrezzature relative alle attività di impermeabilizzazione; - attrezzature relative alla captazione e gestione del biogas; - manutenzione delle macchina operatrici.

31 26 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C 10) MODALITA E CRITERI DI COLTIVAZIONE Le attività di deposito devono garantire il contenimento e la minimizzazione delle emissioni originate dalla dispersione eolica, delle perdite di percolato, dell'emissione di odori, essenzialmente dovuti al gas di discarica, della produzione di polvere, del rumore e del traffico, del disturbo apportato da uccelli, parassiti ed insetti, della formazione di aerosol e degli incendi. In aggiunta alle modalità gestionali adottate, atte a prevenire il richiamo di animali e parassiti, sono svolte periodiche campagne di derattizzazione e di lotta alle zanzare. Il materiale trasportato dal vento è raccolto manualmente all interno del comparto ed eventualmente anche all'esterno. Il sistema di abbancamento dei rifiuti solidi urbani e speciali assimilabili adottato si sviluppa all'interno della zona della discarica in fase di coltivazione occupando un'area avente larghezza massima pari a 25 m e prevede le fasi operative descritte successivamente. La definizione della zona di volta in volta deputata all abbancamento viene svolta dal responsabile tecnico della discarica, in accordo con quanto previsto dal Programma di coltivazione. Scarico dei rifiuti direttamente dai mezzi di trasporto esterni Una volta superata la prassi di accettazione, i rifiuti vengono scaricati direttamente dal mezzo di trasporto, nel punto della discarica in quel momento in fase di coltivazione. Il rifiuto viene scaricato sfuso, direttamente nella zona di accumulo indicata dal responsabile tecnico. Fisicamente tutti i rifiuti devono essere allo stato solido; nel caso in cui il rifiuto si presenti in forma solida ma polverulenta è obbligatorio il suo confezionamento all'interno di appositi contenitori (bigbags, fusti, contenitori vari di materiale resistente, ecc.) e l utilizzo di modalità di scarico che evitino la rottura dei contenitori, come l utilizzo di gru con braccio idraulico per scaricare i rifiuti dal mezzo e collocarli in un punto del fronte in coltivazione che renda minimo il rischio di rotture durante le successive fasi di compattazione. L omologa di tali tipologie di rifiuti è subordinata alla verifica della compatibilità del conferimento con i criteri e le modalità di compattazione. Una volta concluse le operazioni di scarico, prima di ripartire dal punto di abbancamento dei rifiuti, il trasportatore deve assicurarsi che nessun residuo di rifiuto sia rimasto all'interno del cassone oppure appeso a qualche parte del mezzo. L idonea viabilità di accesso all'area in qualsiasi condizione meteorologica viene garantita sia in caso di pioggia posando sul piano viabile idonei materiali inerti in giusta quantità e qualità (sabbia, ghiaia, pietrisco, macerie frantumate e non) sia in caso di siccità procedendo con l'innaffiamento sia delle strade di servizio che del piazzale di manovra. Al fine di evitare eccessivi trascinamenti di terra, sabbia ed altri materiali, nelle giornate di pioggia è costituito un sistema di viabilità forzata che obbliga tutti i mezzi a passare sull'impianto automatico di lavaggio delle ruote e della scocca. Prima sistemazione del rifiuto con mezzi cingolati Il rifiuto, scaricato in cumulo direttamente dai mezzi di trasporto esterni, viene spinto verso la zona di compattazione da una ruspa cingolata o mezzo similare dotato di lama anteriore con griglia protettrice. Tale operazione deve consentire al mezzo preposto alla compressione dei rifiuti di lavorare esclusivamente nelle zone non ancora ricoperte con sabbia. L'operatore alla guida del mezzo cingolato preposto per la prima sistemazione del rifiuto deve rispettare i limiti della zona di abbancamento che non devono superare i 25 m di larghezza. L area di abbancamento si divide in due parti: - la prima, dove la sistemazione e la compressione dei rifiuti hanno consentito di raggiungere la quota massima impostata in fase di progettazione, per lo strato di coltivazione, ha un profilo orizzontale; - la seconda, dove avvengono le operazioni di compattazione e in cui non è stata ancora raggiunta la quota prevista, ha un profilo in scarpata con pendenze inferiori al 30% lungo il fronte di avanzamento. Compattazione dei rifiuti L'attività di compattazione ha lo scopo di massimizzare la densità dei rifiuti collocati a dimora, al fine di assicurare una elevata stabilità al deposito e minimizzare, mediante limitazione della superficie in coltivazione, i volumi delle acque di infiltrazione da precipitazione meteorica e quindi di percolato e la penetrazione di insetti e roditori nel corpo d accumulo. Questa attività viene svolta con idoneo mezzo meccanico di peso di circa 30 tonnellate a ruote dentate. La zona dove il rifiuto è stato precedentemente sistemato dal mezzo cigolato viene percorsa dal compressore (mezzo a ruote dentate del peso di circa 30 tonnellate) in modo da ridurre il volume occupato dai rifiuti scaricati. Il livello di compattazione raggiunto è oggetto di verifica mediante rilevazione topografica dei volumi occupati, come specificato nel Piano di monitoraggio (allegato 5). La compattazione dei rifiuti viene svolta inoltre con lo scopo di migliorare e garantire la stabilità del corpo della discarica.

32 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Ricopertura giornaliera dei rifiuti Per limitare la superficie dei rifiuti esposta all'azione degli agenti atmosferici e garantire la copertura giornaliera oltre ai materiali inerti provenienti da cave di prestito o da impianti di recupero autorizzati possono essere utilizzati i seguenti rifiuti recuperabili (allegato E, paragrafo E1, punto 6): a) rifiuti inerti provenienti da lavori edili (demolizioni/costruzioni) e/o stradali con eluato del test di cessione conforme alla tabella 3 dell allegato 5 della parte III del DLgs n. 152/06 (scarico in acque superficiali) per i metalli e le altre sostanze tossiche e persistenti; b) fanghi stabilizzati e disidratati prodotti dall impianto gestito dalla stessa Azienda con eluato del test di cessione conforme alla Tabella 3 dell Allegato 5 della parte III del DLgs n. 152/06 (scarico in acque superficiali) per i metalli e le altre sostanze tossiche e persistenti; c) sabbie provenienti dalla pulizia degli arenili di Ravenna e Cervia e da impianti di vagliatura delle stesse; tali rifiuti sono ammessi senza necessità di caratterizzazione analitica; d) calci di defecazione (carbonato di calcio fuori specifica); e) terre da coltivo provenienti da operazioni di pulizia e lavaggio barbabietole; f) terre e sabbie di dragaggio di fondali e canali. g) altri rifiuti recuperabili individuati nel DM 05/02/98 di cui è previsto il riutilizzo per la copertura di discariche; h) frazione organica stabilizzata cosiddetta (FOS o compost fuori specifica) con le caratteristiche e modalità indicate nell allegato A punto 2 Utilizzazioni ammesse per il biostabilizzato, alla Delibera della Giunta Regionale n. 1996/2006 per la copertura giornaliera dei rifiuti in discarica. L'abbancamento dei rifiuti avviene su un fronte di avanzamento di circa 25 m di larghezza dove possono essere individuate quattro diverse modalità di copertura giornaliera dei rifiuti. Nella prima parte dell'area di abbancamento, con assetto orizzontale, viene adottato un sistema di ricopertura dei rifiuti atto a garantire il successivo transito dei mezzi di trasporto. In questa zona viene quindi steso in prevalenza materiale inerte di tipo sabbioso o di altro tipo (ghiaia, pietrisco, macerie) oppure rifiuti riutilizzabili autorizzati che surrogano perfettamente i materiali approvvigionati all esterno. In ogni caso i materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tali da garantire sempre e comunque la viabilità dei mezzi sullo strato dei rifiuti e di isolare i rifiuti dall'ambiente esterno e dall azione degli eventi meteorologici (vento, pioggia, sole). Nella seconda parte dell'area di abbancamento, con profilo in scarpata, dove si svolge l azione del compressore meccanico, la segregazione dei rifiuti al termine di ogni giornata lavorativa viene garantita con l'utilizzo di un telo in polietilene autoestinguente e riutilizzabile. Le dimensioni del telo permettono la ricopertura dell'intera zona che come è stato precedentemente indicato, ha una larghezza di circa 25 m e uno sviluppo in scarpata che non supera i 20 m. La terza parte è costituita dalle scarpate laterali del fronte di avanzamento; la copertura, anche in questo caso, ha carattere provvisorio in quanto la stessa zona verrà di nuovo interessata dallo scarico dei rifiuti nel giro di pochi giorni. Queste superfici vengono ricoperte con materiali inerti di recupero quali ad esempio i fanghi disidratati ed inertizzati provenienti dall impianto di trattamento di HERA. Lo strato di inerti è sufficiente ad evitare la dispersione eolica dei rifiuti e la diffusione di cattivi odori. La quarta parte è costituita dalle scarpate esterne, dalle gradonature e dalla sommità della discarica alla quota finale di progetto. Tali superfici vengono coperte provvisoriamente come descritto per il fronte laterale (terza parte) ma saranno poi interessate da un primo intervento di sistemazione svolto nei tempi e modalità descritte nel successivo paragrafo Messa in Sicurezza. La copertura nel settore della discarica in fase di coltivazione permette comunque di isolare i rifiuti dall'ambiente esterno al fine di minimizzare la diffusione di odori, di materiali volatili, la proliferazione di animali parassiti ed insetti e dall azione degli eventi meteorologici (vento, pioggia, sole). Messa in sicurezza (strato di regolarizzazione) La messa in sicurezza della discarica avviene immediatamente dopo la conclusione delle fasi di coltivazione della discarica relative ad ogni singolo sottosettore e viene considerata un attività facente parte della gestione operativa. La messa in sicurezza è propedeutica ad un ottimale sistema di chiusura della discarica, intendendo coincidente lo strato per la messa in sicurezza con lo strato di regolarizzazione facente parte del pacchetto di chiusura. Una volta completato lo strato terminale dei rifiuti fino al raggiungimento della quota prestabilita in progetto, nell'ambito di ogni singolo sottosettore, vengono effettuate le operazioni ritenute indispensabili ai fini della stabilità del cumulo dei rifiuti e dell'isolamento dall'ambiente esterno. Sulla sommità della discarica verrà posato uno strato di rifiuti recuperabili tale da formare le pendenze previste dal progetto per la corretta raccolta e allontanamento delle acque meteoriche. Man mano che viene completato lo strato di regolarizzazione si provvede alla ricopertura con uno strato di almeno 20 cm. di terreno argilloso. 27

33 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C Entro i successivi 3 mesi (compatibilmente con le condizioni meteorologiche della stagione in corso) si procede con un ulteriore perfezionamento della copertura consistente nella posa di circa 20 cm di terreno sullo strato di regolarizzazione. Su tale strato verranno realizzate le opere provvisorie per la raccolta e l'allontanamento delle acque meteoriche, costituite da fossi, calate con tubazioni e/o embrici. Al termine delle varie fasi di lavoro la messa in sicurezza di ogni sottosettore della discarica, come sopra esposto, costituita da strato di regolarizzazione, sigillatura con circa 40 cm di terreno e opere provvisorie di raccolta e allontanamento acque meteoriche, permette di mantenere la discarica in condizioni di sicurezza fino alla costruzione della copertura finale che verrà effettuata a chiusura avvenuta secondo il programma specificato al paragrafo successivo. Copertura superficiale finale Come accennato in precedenza, al termine della gestione operativa della discarica si procede con i lavori di copertura che avviene in due distinte fasi successive: la copertura provvisoria e la copertura finale. Questa scelta tecnica è determinata principalmente dal fatto che, trattandosi di una discarica per rifiuti solidi urbani e assimilabili, si ritiene rischioso e non conveniente la realizzazione di una copertura finale a distanza di poco tempo dal termine delle fasi operative della discarica. Intervenendo con una copertura provvisoria, in attesa che abbiano luogo la maggior parte degli assestamenti e cedimenti, si garantisce un più efficace isolamento del corpo discarica dall ambiente esterno in quanto gli interventi di ripristino e manutenzione sono più agevoli rispetto a quelli prevedibili in una copertura finale. I lavori per la copertura provvisoria vengono avviati una volta esauriti completamente i volumi a disposizione e dichiarato chiuso il lotto di discarica in oggetto. Dal punto di vista costruttivo la copertura provvisoria consiste nella realizzazione parziale della copertura finale. Completano la sistemazione provvisoria le opere edili consistenti nella realizzazione di pozzetti di intercettazione, nella posa di embrici in cemento armato prefabbricato e nella realizzazione di cunette poste longitudinalmente al piede delle scarpate di ogni strato di rifiuto. Sono comprese la realizzazione di rampe di accesso e strade di servizio con utilizzo di idonei materiali inerti e la formazione sul colmo della discarica di scoline per l'allontanamento delle acque meteoriche. Ad avvenuto assestamento del corpo discariche, indicativamente dopo circa 10 anni dal momento dalla fine della coltivazione, si può procedere con le opere di sistemazione finale per realizzare la copertura finale. Le specifiche costruttive della copertura (provvisoria e definitiva) sono identificate nelle opzioni tecnico-costruttive illustrate nel progetto presentato dal gestore e descritte al precedente punto 4.2. PIANI DI GESTIONE OPERATIVA, DI RIPRISTINO AMBIENTALE, DI GESTIONE POST-OPERATIVA, DI SORVEGLIANZA E CONTROLLO, FINANZIARIO In termini di aspetti gestionali, il D.Lgs n. 36/03 prevede la redazione di 5 specifici Piani in cui sono stabilite le modalità di gestione e le procedure comuni di sorveglianza e controllo durante la fase operativa e postoperativa di una discarica, al fine di prevenire qualsiasi effetto negativo sull ambiente ed individuare le adeguate azioni correttive; tali Piani definiscono altresì gli adempimenti a carico del gestore relativi alle procedure di chiusura di una discarica, gli adempimenti durante la fase post-operativa e per il ripristino ambientale del sito medesimo, nonché le modalità per individuare il prezzo corrispettivo minimo per lo smaltimento in discarica. In particolare: Piano di Operativa nel quale vengono individuati i criteri e le misure tecniche adottate per la gestione della discarica e le modalità di chiusura della stessa; Piano di Post-Operativa nel quale vengono definiti i programmi di sorveglianza e controllo successivi alla chiusura della discarica; Piano di Sorveglianza e Controllo nel quale vengono indicate tutte le misure necessarie per prevenire rischi di incidenti causati dal funzionamento della discarica e per limitarne le conseguenze, sia in fase operativa che post-operativa, con particolare riferimento alle precauzioni adottate a tutela delle acque dall inquinamento provocato da infiltrazioni di percolato nel terreno e alle misure di prevenzione e protezione contro qualsiasi danno all ambiente; Piano di Ripristino Ambientale del sito a chiusura della discarica nel quale vengono previste le modalità e gli obiettivi di recupero e sistemazione della discarica in relazione alla destinazione d uso prevista dell area stessa; Piano Finanziario prevede che tutti i costi derivanti dalla realizzazione dell impianto e dall esercizio della discarica, i costi connessi alla costituzione della garanzia finanziaria da prestare per l attivazione e la gestione operativa della discarica, comprese le procedure di chiusura, ovvero per la gestione successiva alla chiusura della discarica, i costi stimati di chiusura, nonché quelli di gestione postoperativa per un periodo di almeno 30 anni, siano coperti dal prezzo applicato dal gestore per lo 28

34 Sezione valutazione integrata ambientale Allegato C smaltimento, tenuto conto dalla riduzione del rischio ambientale e dei costi di post-chiusura derivanti dall adozione di procedure di registrazione ai sensi del Regolamento EMAS. Per quanto riguarda la discarica esistente 1, 2, 3 settore e 4 settore 1 stralcio gestite da HERA, i relativi Piani previsti dal D.Lgs. n. 36/03 sono stati valutati e approvati, ai sensi dell art. 17 dello stesso Decreto. La competente Provincia di Ravenna con Provvedimenti del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 835 del 31/12/2003 e n. 645 del 06/12/2005, ha approvato i predetti Piani di Adeguamento e rinnovato le autorizzazioni alla gestione delle discariche in oggetto, indicando alcune prescrizioni relative ai Piani di Adeguamento stessi e più in generale alla gestione delle discariche. I Piani di Adeguamento trasmessi contenevano le conclusioni delle valutazioni di conformità complessiva rispetto a quanto stabilito all Allegato 2 del D.Lgs. n. 36/03 in termini di e Risorse e un piano degli interventi di adeguamento individuati. In particolare gli elementi gestionali necessari per la piena conformità alle indicazioni del decreto erano stati individuati attraverso specifici audit con i responsabili dell impianto a seguito dei quali era stata elaborata una check-list contenente le indicazioni del decreto, le modalità operative allora seguite dal gestore e gli interventi di adeguamento necessari. Le verifiche effettuate hanno permesso di rendicontare in maniera esaustiva lo stato di attuazione delle misure di adeguamento previste e l attuazione complessiva degli adeguamenti è apparsa conforme alle tempistiche fissate nel rispetto delle prescrizioni autorizzative. È opportuno precisare che HERA adotta un Sistema di integrato Qualità Ambiente e Sicurezza (QAS) conforme alle norme UNI EN ISO 9001:2000, UNI EN ISO 14001:2004. In questo modo i Piani previsti dal D.Lgs. n. 36/03, sono stati implementati all interno del Sistema di adottato e per tale motivo le versioni attualmente in essere dei Piani, in particolare del Piano di Operativa e del Piano di Sorveglianza e Controllo, fanno riferimento a diverse procedure e istruzioni operative del Sistema di QAS. La piena adozione di un Sistema di QAS, e in particolare della norma ISO 14001, ribadisce la volontà del gestore di operare nel pieno rispetto dell ambiente, monitorando costantemente ed efficacemente tutti i potenziali impatti sulle matrici ambientali correlati all attività di smaltimento svolta presso gli impianti di discarica in esame. Ad ulteriore valutazione della conformità degli impianti in oggetto alle disposizioni del D.Lgs. n. 36/03, si precisa che l attuazione dei Piani di Sorveglianza e Controllo redatti per la discarica per rifiuti non pericolosi 1, 2, 3 settore e 4 settore 1 stralcio è oggetto di specifica attività di verifica da parte di soggetto esterno incaricato, che periodicamente redige una relazione di resoconto delle verifiche svolte. Inoltre nell ambito delle attività di controllo previste ai sensi del D.Lgs. n. 36/03 la Provincia di Ravenna ha attuato, avvalendosi di ARPA, un programma di visite ispettive periodiche per la valutazione di conformità e attuazione del sistema di gestione. Gli audit finora effettuati hanno evidenziato che l organizzazione nel suo complesso risulta efficiente, aderente al sistema di gestione ambientale; si è dimostrata aperta al confronto e pronta a cogliere gli spunti di miglioramento che si sono presentati durante gli audit. Quale ulteriore elemento di valutazione della conformità normativa della gestione degli impianti in esame, si rileva che, a seguito dell entrata in vigore del DM 03/08/2005 che ha abrogato il previgente DM 13/03/2005, dal giugno 2006 risultano adottati i nuovi criteri di ammissibilità previsti dal DM 03/08/2005, nonostante la proroga di 12 mesi concessa con D.L. 203 del 03/09/2005 convertito in Legge n. 248 del 02/12/2005, successivamente reiterata al 31/12/2007 con Legge n. 296 del 27/12/2006 (Legge Finanziaria 2007 ). Alla luce delle considerazioni sopra riportate si valutano pertanto come conformi ai criteri riportati nell Allegato 2 del D.Lgs. 36/03 (MTD di settore) le modalità gestionali adottate negli impianti esistenti di discarica per rifiuti non pericolosi 1, 2, 3 settore e 4 settore 1 stralcio, già realizzato, e 2 stralcio in fase di realizzazione, gestiti da HERA. Per quanto riguarda il nuovo ampliamento della discarica (4 settore 2 stralcio), si evidenzia che il progetto è stato sottoposto, ai sensi del D.Lgs 152/06 ad approvazione di cui alla Delibera di Giunta Provinciale n. 50 del 21/02/2007. Tenuto conto che le modalità gestionali che HERA adotterà per l ampliamento della discarica 4 settore 2 stralcio in progetto sono sostanzialmente le stesse già adottate per la gestione della discarica esistente e conformi alle indicazioni previste dal D.Lgs. n. 36/03, nonché delle considerazioni sopra evidenziate, si rileva la piena conformità ai criteri gestionali fissati dall Allegato 2 del D.Lgs. 36/03 (MTD di settore). 29

35 Sezione adeguamento dell impianto e condizioni di esercizio Allegato D Sezione di adeguamento dell impianto e condizioni di esercizio D1) VALUTAZIONE DEL PIANO D ADEGUAMENTO ALLEGATO D Dalla valutazione delle prestazioni ambientali dell impianto riportata nell Allegato C Sezione Valutazione Integrata Ambientale, paragrafo C3, risulta che la discarica in oggetto, è stata realizzata e viene gestita in conformità ai requisiti indicati nel D.Lgs 36/03, come lo sarà il suo ampliamento (4 settore 2 stralcio). Come riportato all art. 4 comma 4 del D.Lgs 59/2005, i requisiti tecnici di cui al D.Lgs 36/2003 (in particolare Allegati 1 e2) sono considerati come BAT di settore per le discariche di rifiuti. Sono inoltre previsti, nell ambito di un progetto che interessa l intero comparto HERA-SOTRIS, degli interventi sui sistemi di captazione, accumulo e gestione delle acque meteoriche. Questi interventi vengono realizzati attraverso fasi temporali distribuite nel quadriennio , riportate nel progetto di gestione delle acque meteoriche e di processo di tutto il comparto. In particolare per la discarica HERA di rifiuti non pericolosi: Scenario Le acque meteoriche di prima pioggia derivanti dai lotti già coperti ed in sicurezza e dai sottosettori non ancora interessati dalla coltivazione, sono avviate allo scarico esistente denominato A recapitante nello scolo Tomba, una volta effettuati i campionamenti e le analisi per assicurare la conformità ai limiti del D.Lgs 152/2006, parte III, allegato 5, tabella 3, ad esclusione dei solidi sospesi, in caso contrario vengono inviate al trattamento chi-fi-bi. Scenario Per la regimazione delle acque meteoriche verranno realizzate le vasche di prima pioggia G1, G2, C e D, ognuna a servizio di particolari zone/impianti del comparto. Verranno inoltre adottate da HERA rigorose procedure di campionamento ed analisi delle acque di dilavamento raccolte, come indicato nell Allegato F Piano di Monitoraggio. In seguito all attivazione delle condotte che collegano il comparto km 2,6 all impianto TAS di Ecologia Ambiente, le acque meteoriche di dilavamento discarica HERA per rifiuti non pericolosi non conformi ai requisiti di scarico in acque superficiali nel punto A, saranno avviate alla linea TAPI (S4 e/o S2/B) o TAPO (S2/B). Scenario Le acque meteoriche di dilavamento della discarica HERA per rifiuti non pericolosi, non conformi ai requisiti di scarico in acque superficiali, vengono avviati alla linea TAPI (S4 e/o S2B) o TAPO (S2/B) dell impianto di trattamento di Ecologia Ambiente. Scenario Viene realizzata una vasca di accumulo VA ( m 3 ) delle acque meteoriche di dilavamento della discarica per rifiuti non pericolosi (1, 2, 3 e 4 settore) per i lotti coperti e/o messi in sicurezza. Le acque potranno essere avviate a trattamento all impianto TAS di Ecologia Ambiente ovvero a scarico nello scolo Cerba attraverso lo scarico S6 solo dopo le verifiche analitiche e le procedure indicate nel successivo allegato E. Nella considerazione che l ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi 4 settore 2 stralcio trattasi di nuovo impianto, tutti gli interventi tecnologici e gestionali individuati nelle MTD dovranno essere applicati sin dalla prima attivazione; tuttavia vi sono alcuni aspetti per i quali si ritiene opportuno fornire le seguenti prescrizioni e considerazioni: per le opere da realizzare per l ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi dovrà essere previsto il collaudo in corso d opera e il collaudo finale (sia funzionale, sia tecnico-costruttivo) da parte di un tecnico competente che non abbia partecipato alla progettazione e/o direzione lavori; dovranno essere intraprese tutte le azioni necessarie per l aggiornamento del Sistema di QAS conforme alle norme UNI EN ISO 9001:2000, UNI EN ISO 14001:2004 di cui la Ditta è gia in possesso, con particolare riguardo all implementazione, all interno del Sistema di, dei Piani previsti dal D.Lgs. n. 36/03 relativi alla discarica per rifiuti e non pericolosi 4 settore 2 stralcio. A tal proposito dovrà essere data evidenza dello stato di avanzamento del Sistema di QAS che dovrà comunque essere aggiornato prima della messa in esercizio dell impianto. 30

36 Sezione adeguamento dell impianto e condizioni di esercizio Allegato D D2 -CONDIZIONI GENERALI PER L ESERCIZIO DELL IMPIANTO D2.1) Condizioni relative alla gestione dell impianto Gli impianti dovranno essere gestiti secondo tutte le procedure di carattere gestionale previste dal Sistema di integrato Qualità Ambiente e Sicurezza (QSA) conforme alle norme UNI EN ISO 9001:2000, UNI EN ISO 14001:2004 che la Ditta già adotta, con particolare riguardo all attuazione dei rispettivi Piani di Operativa (PGO), Piani di Post-Operativa (PGPO) e Piani di Sorveglianza e Controllo (PSC), redatti ai sensi del D.Lgs 36/03 e implementati all interno del Sistema di adottato. Nella gestione degli impianti di discarica dovranno pertanto essere rispettati i tempi, le modalità, i criteri e le prescrizioni stabiliti nell Allegato E della presente AIA e dai sopra citati PGO e PGPO, nonché le norme in materia di gestione dei rifiuti, di scarichi idrici e tutela delle acque, di emissioni in atmosfera, di rumore, di igiene e salubrità degli ambienti di lavoro, di sicurezza e prevenzione incendi. Dovrà altresì essere assicurata la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutte le opere funzionali e impiantistiche della discarica in oggetto. La manutenzione, la sorveglianza e i controlli della discarica dovranno essere assicurati anche nella fase di gestione post-operativa, al fine di garantire che anche nella fase successiva alla chiusura la discarica mantenga i requisiti di sicurezza ambientale richiesti. In merito agli opportuni requisiti di sorveglianza e controllo, secondo quanto riportato nel PSC della discarica in oggetto, redatti ai sensi del D.Lgs 36/03 e ricompresi nel Piano di Monitoraggio di cui all Allegato F parte integrante della presente AIA, si dovrà provvedere a verifiche periodiche come ivi indicato. Ai sensi del combinato disposto dell art. 10, comma 2, lettera l) del D.Lgs 36/03 e dell art. 7, comma 6) del D.Lgs 59/05, dovrà essere redatta annualmente una relazione descrittiva del monitoraggio effettuato ai sensi di quanto riportato nel Piano di Monitoraggio, contenente la verifica di conformità rispetto ai limiti puntuali ovvero alle prescrizioni contenute nel presente atto autorizzatorio; tale relazione, che dovrà essere inviata entro il 31 marzo dell anno successivo alla Provincia di Ravenna, all ARPA territorialmente competente e al Comune di Ravenna, dovrà altresì risultare completa di tutte le informazioni sui risultati della gestione delle discariche e dei programmi di sorveglianza e controllo, oltre ai dati di cui all Allegato 2, punto 1, ultimo comma del D.Lgs. n. 36/03. D2.2) Comunicazioni e requisiti di notifica generali Nel caso in cui si verifichino delle particolari circostanze quali il superamento dei valori limite delle emissioni (VLE), emissioni incontrollate da punti non regolati dall AIA, malfunzionamenti e fuori uso dei sistemi di controllo e monitoraggio ed incidenti, oltre a mettere in atto le procedure di controllo previste nel Piano di Emergenza Interno,occorrerà avvertire la Provincia di Ravenna, l AUSL, l ARPA territorialmente competente ed il Comune di riferimento nel più breve tempo possibile. 31

37 Sezione emissioni Allegato E ALLEGATO E Analisi emissioni (rifiuti, aria, acqua, suolo, rumore) E1) rifiuti La discarica in oggetto si compone di quattro settori, di cui il 1, il 2 ed il 3 già giunti ad esaurimento della volumetria disponibile per la messa a dimora dei rifiuti e per i quali sono stati autorizzati (provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna n. 496 del 17/08/2006) ed avviati gli interventi di copertura finale (1 stralcio: copertura definitiva delle sponde e copertura provvisoria sommatale come da progetto da ultimare entro il 31/12/2009) oltre alla gestione post operativa. Il settore attualmente in coltivazione è il 4, nel suo 1 stralcio già autorizzato con provvedimento n. 645 del 06/12/2005, ricompreso e sostituito dal presente provvedimento di AIA, al quale verrà aggiunto il 2 stralcio (il cui progetto è stato approvato con DGP n. 50 del 21/02/2007), la cui gestione è autorizzata con il presente provvedimento. La gestione dei rifiuti nelle vasche autorizzate (4 settore) dovrà avvenire nel rispetto dei contenuti e delle prescrizioni sotto indicate. Inoltre in ALLEGATO E1 ed E2 sono riportati gli elenchi dei rifiuti non pericolosi ammessi nella discarica di HERA s.p.a. per rifiuti non pericolosi, situata al km 2,6 S.S. 309 Romea, in Comune Ravenna. Prescrizioni per la gestione della discarica 1. La discarica, ubicata nel comparto di Via Romea Nord km 2,6 Ravenna, viene classificata, ai sensi dell art.4 del D.Lgs n. 36/03, come discarica per rifiuti non pericolosi. È autorizzata, ai sensi dell art. 7, comma 1, lettera c) del DM come discarica per rifiuti misti non pericolosi con elevato contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti inorganici, con recupero di biogas con le deroghe indicate ai successivi punti 7) e 8); 2. La coltivazione riguarda il 4 settore (1 stralcio con successiva estensione al 2 ) collocato in adiacenza ai settori già esistenti d esauriti ( ) e i rifiuti vengono depositati senza soluzione di continuità con il 1 settore che viene separato dal 4 mediante la interposizione di un diaframma impermeabile per la separazione idraulica dei percolati. I lavori di posa in opera del diaframma di separazione fra il 1 e il 4 settore vengono realizzati per fasi successive con il procedere della coltivazione. In corso d opera, per ognuna delle fasi di realizzazione di tali interventi, si deve procedere alla acquisizione di certificati di regolare esecuzione da parte di un tecnico qualificato esterno alla organizzazione dell Azienda. I certificati devono essere tenuti a disposizione degli organi di controllo. 3. Per il 4 settore 1 stralcio, unico settore attualmente in coltivazione, il volume utile di abbancamento rifiuti è calcolato in m 3 a volume assestato fino alla quota di 18,60 m slmm a cui corrisponde un volume disponibile non assestato pari a circa m 3 fino alla quota di 27,20 m slmm. Il progetto di coltivazione passa così da 4 (come inizialmente previsto) a 5 gradoni di varia altezza fino al raggiungimento della quota massima ammissibile, consentendo di stoccare un maggior volume della miscela rifiuti/inerti di recupero, a parità di peso complessivo, fissato come da progetto iniziale in t. (Perizia Tecnica Adeguamento del Progetto di Coltivazione della discarica 4 settore 1 stralcio, PG del 14/09/2007). Il gestore provvede, in ogni caso, a rilevazioni, almeno semestrali, dei volumi occupati e, conseguentemente, calcola i volumi residui disponibili ai fini anche di aggiornare e/o modificare i valori calcolati in fase preliminare. Tali dati devono essere validati tramite perizia tecnica redatta da terzi e asseverata da effettuare annualmente. Contestualmente deve essere eventualmente aggiornato il Piano Finanziario presentato. 4. Per il 4 settore 2 stralcio, ampliamento per cui la presente AIA costituisce autorizzazione alla gestione, il volume utile di abbancamento rifiuti è calcolato in m 3, comprensivo del volume di collegamento tra 4 settore 2 stralcio e 1 settore, a volume assestato fino a 18,60 m slmm a cui corrisponde un volume disponibile non assestato di circa m 3 fino alla quota di 27,20 m slmm. A tale capacità corrisponde una quantità complessiva della miscela rifiuti-inerti di recupero conferibile, pari a tonnellate, di cui di rifiuti a smaltimento e circa di inerti (rifiuti a recupero). Ai rifiuti di recupero per la copertura giornaliera e la sistemazione durante la gestione operativa sono da aggiungere ulteriori t circa per lo strato di regolarizzazione e messa in sicurezza prima della chiusura. Il gestore provvede, in ogni caso, a rilevazioni, almeno semestrali, dei volumi residui disponibili ai fini anche di aggiornare e/o modificare i valori calcolati in fase preliminare. Tali dati devono essere validati 32

38 Sezione emissioni Allegato E tramite perizia tecnica redatta da terzi e asseverata da effettuare annualmente. Contestualmente deve essere eventualmente aggiornato il Piano Finanziario presentato. 5. I rifiuti solidi ammessi in discarica sono quelli appartenenti alle tipologie elencate di seguito e la cui classificazione secondo il Codice Europeo dei Rifiuti (CER) ricade, comunque, negli elenchi degli allegati E1 ed E2: a) sovvalli provenienti da impianti di selezione, separazione e/o trattamento di rifiuti urbani e speciali non pericolosi e da impianti di trattamento acque reflue urbane gestiti da Hera Spa ovvero Società del gruppo; b) fanghi biologici stabilizzati con un contenuto di sostanza secca non inferiore al 25% e provenienti da impianti di depurazione acque reflue urbane del gruppo Hera; c) rifiuti solidi urbani, anche non pretrattati, costituiti da rifiuti provenienti dall attività di pulizia per spazzamento stradale e da una quota di RSU indifferenziati raccolti nell ambito territoriale di competenza (comuni serviti dalla SOT Hera Ravenna) e non conferibili all impianto di selezione per produzione CDR a causa delle fermate programmate per manutenzione o per la saturazione della capacità di trattamento. Dei conferimenti in discarica di tali RSU indifferenziati deve essere tenuta idonea registrazione da riportare nella relazione annuale di cui al successivo punto 13). Eventuali conferimenti di rifiuti solidi urbani indifferenziati provenienti da altre province, comunque nell ambito del mutuo soccorso all interno del territorio regionale, possono avvenire solo a seguito degli accordi fra le province ai sensi dell art. 125 della L.R. n. 3/99; d) rifiuti speciali assimilati agli urbani ai sensi della normativa vigente e dei criteri di assimilazione fissati nei regolamenti vigenti all interno dell ATO; e) rifiuti speciali non pericolosi provenienti da produttori primari ovvero da impianti di stoccaggio e/o trattamento. Nel caso in cui tali rifiuti provengano da produttori primari e/o da centri di stoccaggio senza operazioni di pretrattamento, in sede di omologa occorre acquisire idonea certificazione che il pretrattamento non risulta indispensabile ai fini del rispetto dei limiti e prescrizioni previsti per la discarica; f) rifiuti inerti ; I rifiuti di cui ai punti e) ed f) provengono dal bacino provinciale e regionale con una deroga per conferimenti di provenienza extraregionale fino a t/a. 6. Per la copertura giornaliera dei rifiuti abbancati e per la gestione/sistemazione ordinaria della discarica oltre ai materiali inerti provenienti da cave di prestito e ai rifiuti e/o materiali di recupero provenienti da impianti appositamente autorizzati sono altresì ammessi i rifiuti di seguito indicati destinati a recupero (R5) ed esclusi dal versamento del tributo di cui alla Legge n. 549/95 e L.R. n. 31/96. Di tali materiali viene tenuta una registrazione distinta: a) rifiuti inerti provenienti da lavori edili (demolizioni/costruzioni) e/o stradali con eluato del test di cessione conforme alla tabella 3 dell allegato 5 della parte III del DLgs n. 152/06 (scarico in acque superficiali) per i metalli e le altre sostanze tossiche e persistenti; b) fanghi stabilizzati e disidratati prodotti dall impianto gestito dalla stessa Azienda con eluato del test di cessione conforme alla Tabella 3 dell Allegato 5 della parte III del DLgs n. 152/06 (scarico in acque superficiali) per i metalli e le altre sostanze tossiche e persistenti; c) sabbie provenienti dalla pulizia degli arenili di Ravenna e Cervia e da impianti di vagliatura delle stesse; tali rifiuti sono ammessi senza necessità di caratterizzazione analitica; d) calci di defecazione (carbonato di calcio fuori specifica); e) terre da coltivo provenienti da operazioni di pulizia e lavaggio barbabietole; f) terre e sabbie di dragaggio di fondali e canali. g) altri rifiuti recuperabili individuati nel DM 05/02/98 di cui è previsto il riutilizzo per la copertura di discariche; h) frazione organica stabilizzata cosiddetta (FOS o compost fuori specifica) con le caratteristiche e modalità indicate nell allegato A punto 2 Utilizzazioni ammesse per il biostabilizzato, alla Delibera della Giunta Regionale n. 1996/2006 per la copertura giornaliera dei rifiuti in discarica. Al fine della esclusione dal versamento del tributo di cui alla Legge n. 549/95 e L.R. n. 31/96, per l attività di copertura giornaliera e gestione ordinaria della discarica con i rifiuti destinati a recupero di cui sopra, viene autorizzata una quota pari al 20% (in peso) dei rifiuti complessivamente destinati allo smaltimento in discarica. Viene inoltre autorizzato l utilizzo di ulteriori t di rifiuti destinati al recupero per realizzare la messa in sicurezza e lo strato di regolarizzazione al raggiungimento della quota finale di abbancamento. Per le stesse attività di regolarizzazione e messa in sicurezza può essere previsto l utilizzo di materiali inerti provenienti da cave di prestito ovvero l utilizzo di rifiuti destinati al recupero provenienti da impianti appositamente autorizzati Tale quantitativo di materiali inerti non rientra nell aliquota del 20% sopraccitata in relazione ai rifiuti smaltiti. 33

39 34 Sezione emissioni Allegato E I materiali di cui ai punti a) e b) sono sottoposti a verifiche analitiche almeno trimestrali per lotti omogenei e qualora non risultino conformi ai limiti indicati possono essere smaltiti in discarica se rispettano i limiti e criteri di ammissibilità di cui al successivo punto 7). I materiali di cui ai punti d), e), f), devono presentare caratteristiche conformi ai corrispondenti rifiuti individuati nel DM 05/02/98 e devono rispettare i limiti del test di cessione previsto dal DM stesso ad eccezione di cloruri, solfati e COD. Per i rifiuti indicati ai punti d), e), f) e g) il gestore della discarica acquisisce la documentazione relativa alla caratterizzazione di base e non effettua verifiche analitiche solo nel caso di conferimenti da impianti autorizzati ai sensi dell art. 33 del D.Lgs n. 22/97, ovvero art. 216 D.Lgs 152/06. Oltre alla caratterizzazione di base provvede ad effettuare verifiche analitiche per lotti omogenei in caso di conferimenti da produttori primari. 7. Criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica. Oltre a quanto già indicato al precedente punto 5) per i materiali di copertura e sistemazione per i rifiuti indicati al punto 4) è prevista l adozione dei criteri di cui al DM 03/08/05 con le precisazioni e specificazioni di seguito indicate: a) i rifiuti di cui ai punti 5.a) e 5.b) possono essere ammessi in discarica senza determinazione analitica ai sensi del DM 03/08/05 allegato 1 punto 4; al fine del monitoraggio costante delle caratteristiche tipiche, detti rifiuti sono comunque sottoposti alla caratterizzazione di base rispetto a parametri merceologici ed ai parametri chimico fisici di seguito indicati: BTX, IPA, solventi clorurati, Cadmio, Mercurio, Cromo VI. Tali analisi verranno eseguite con le seguenti frequenze: trimestrale per il sovvallo dell impianto CDR; semestrale per i fanghi e vaglio dei depuratori ; annuali per gli altri sovvalli. Ai fini di quanto previsto all art. 6 comma 1, lettera p) il sovvallo secco dell impianto di produzione CDR e quello dell impianto di selezione/recupero del comparto CIR di Lugo eventualmente conferito a discarica sono sottoposti a verifiche del p.c.i. con cadenza trimestrale (4 volte/anno) a partire dal b) i rifiuti di cui ai punti 5.c) e 5.d) sono ammessi in discarica senza caratterizzazione analitica ai sensi di quanto previsto all art. 6, comma 1, del DM 03/08/05; c) ai sensi del comma 4 dell Allegato 1 del DM 03/08/05 i rifiuti di cui ai punti 5.e) e 5.f) sono ammessi in discarica a seguito di caratterizzazione di base per cui viene prevista di volta in volta una caratterizzazione analitica sul test di cessione sulla base dei criteri definiti nella procedura Modulo Mcw compresa nel PGO e che considera la provenienza, la tipologia, le attività di pretrattamento, la tendenza a produrre percolato, la quantità. Per i rifiuti di cui al punto 5.e) deve essere acquisita la certificazione indicata relativa al pretrattamento. I rifiuti di cui al punto 5.f) indicati nella Tabella 1 del DM 03/08/05 sono ammessi a discarica senza necessità di caratterizzazione analitica. 8. Ai fini di quanto previsto all art. 7 comma 2 del DM 03/08/05 per i rifiuti soggetti a caratterizzazione analitica sui parametri DOC, Cloruri e solfati sono autorizzate deroghe fino a valori massimi pari a 3 volte i valori indicati nella Tabella 5 del DM 03/08/ Salvo quanto disposto ai punti 6) e 7), ai fini dell ammissibilità dei rifiuti in discarica sono in ogni caso fatte salve le previsioni dell art. 6 del DLgs n. 36/03, dell art. 6, comma 2 e 5, del DM 03/08/05 e dell art. 7 del DLgs n. 36/ Per la gestione dei settori 1, 2 e 3 della discarica devono essere seguite le procedure e le modalità indicate nel Piano di Post Operativa, mentre per la gestione e l ammissione di rifiuti nel 4 settore 1 e 2 stralcio devono essere seguite le procedure e le modalità indicate nei Piani di Operativa presentati. Ai fini dell ammissione dei rifiuti il gestore deve procedere alle verifiche di conformità (cosiddette omologhe) secondo i criteri indicati al precedente punto 7) oltre a specifiche verifiche in loco al momento del conferimento dei rifiuti anche mediante periodici prelievi di campioni e verifiche analitiche sui parametri più significativi con cadenza almeno annuale per i rifiuti generati regolarmente nel corso dello stesso processo e per lotti omogenei nel caso di rifiuti non generati regolarmente. La documentazione relativa alla caratterizzazione di base acquisita dai produttori e/o detentori dei rifiuti, quella relativa alle verifiche di conformità e alle verifiche in loco tramite caratterizzazioni analitiche e/o merceologiche deve essere raccolta e catalogata a disposizione degli organi di controllo. Per i rifiuti di cui ai punti 5.e) e 5.f) per cui viene prevista di volta in volta una caratterizzazione analitica in fase di omologa è prevista la verifica di conformità analitica almeno una volta all anno. I carichi dei rifiuti sottoposti al campionamento per la successiva analisi di verifica vengono accettati con riserva e stoccati provvisoriamente in una zona della discarica all interno di idonee aree opportunamente attrezzate per evitare la dispersione dei rifiuti nell ambiente circostante la discarica. La presa in carico

40 35 Sezione emissioni Allegato E dei rifiuti, sottoposti a verifica di conformità analitica, avviene con riserva in attesa della valutazione del risultato delle analisi e tale procedura viene annotata sul registro di carico/scarico. La presa in carico definitiva del rifiuto avviene con lo smaltimento in discarica del rifiuto conforme, ovvero la restituzione del rifiuto stesso al produttore/detentore. In quest ultimo caso verrà prodotto, dal gestore della discarica, un formulario di identificazione del rifiuto atto alla riconsegna del rifiuto al produttore/detentore. Nel PGO devono essere previste specifiche procedure per i casi in cui i rifiuti di cui ai punti 5.a) e 5.b) sono conferiti in situazioni di anomalia e/o emergenza dei rispettivi impianti di produzione. 11. La gestione della discarica deve essere affidata a personale qualificato responsabile della conduzione e della ammissione dei rifiuti in discarica. In particolare deve essere individuato un tecnico responsabile della discarica da comunicare a Provincia ed ARPA insieme con il soggetto indipendente incaricato di cui al successivo punto 12). 12. Deve essere previsto un idoneo sistema di captazione e raccolta del biogas da avviare a recupero energetico nell impianto esistente e ampliato con l inserimento di due nuovi motori (vedi descrizione assetto impiantistico, allegato C) nel comparto e asserito agli altri settori di discarica. In generale per tutti i settori della discarica, il percolato deve essere estratto con continuità e avviato a trattamento ed il sistema di captazione e raccolta deve essere periodicamente verificato e sottoposto a manutenzione per evitare intasamenti. 13. Deve essere attuato il Piano di Sorveglianza e controllo (PSC) presentato con la documentazione di domanda di AIA, per il 4 settore 2 stralcio, in sede di rinnovo dell autorizzazione alla gestione della discarica con estensione al 4 settore 1 stralcio ed in sede di approvazione del piano di adeguamento per i settori già esauriti 1, 2 e 3 (provvedimento 835 del 31/12/2003). L esecuzione del PSC deve essere garantita tramite strutture e dotazioni qualificate e competenti e utilizzando le metodiche ufficiali di prelievo e analisi. Il programma operativo di dettaglio del PSC deve essere messo a disposizione dell ARPA all inizio di ogni anno. Sulle attività del PSC svolte direttamente o indirettamente dal gestore deve essere garantita una periodica verifica e sorveglianza tramite soggetti qualificati e indipendenti appositamente incaricati dall Azienda. L azienda è tenuta a formalizzare a Provincia ed ARPA gli estremi e i riferimenti di tali soggetti incaricati. Tali soggetti, oltre a garantire periodiche verifiche sulle attività previste dal PSC, comprese eventuali prove e/o analisi chimiche da eseguire avvalendosi di laboratori qualificati, dispongono e sottoscrivono una relazione specifica di resoconto con cadenza semestrale in continuità con quelle già previste per i settori di discarica esistenti. Tale relazione viene tenuta a disposizione degli organi di controllo e viene allegata alla relazione da presentare annualmente ai sensi del successivo punto 13). 14. L Azienda deve predisporre e presentare alla Provincia e all ARPA, entro il 31 marzo di ogni anno, la relazione di cui all art. 10 comma 2 lettera l) del D.Lgs n. 36/03, completa di tutte le informazioni sui risultati della gestione della discarica e dei programmi di sorveglianza e controllo oltre ai dati di cui all Allegato 2 punto 1 ultimo comma del D.Lgs n. 36/ Con l esaurimento del 1 stralcio del 4 settore e del 2 stralcio del 4 settore devono essere realizzati gli interventi di copertura con strato di regolarizzazione e messa in sicurezza per la chiusura provvisoria prima di procedere alla copertura definitiva per cui dovrà essere predisposto il progetto definitivo da presentare 6 mesi prima della chiusura ai sensi dell art. 12 del D.Lgs n. 36/03. Contestualmente alla comunicazione art. 12 del D.Lgs 36/03 deve essere altresì presentato il Piano di gestione postoperativa (PGPO) aggiornato nei dettagli esecutivi ed operativi. 16. AI fini dell avvio della coltivazione del 4 settore 2 stralcio, deve essere inviata, almeno 15 giorni prima, una relazione di fine lavori in cui sono indicate le caratteristiche principali, deve essere allegata la relazione di collaudo effettuata da tecnico esterno qualificato come indicato nel provvedimento di approvazione del progetto. 17. E fatto salvo il rispetto delle norme in materia di igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro e antincendio per cui l azienda è tenuta ad acquisire le autorizzazioni eventualmente necessarie. Per quanto non specificatamente indicato nel presente provvedimento si applicano le previsioni del D.Lgs n. 36/03 e del DM 03/08/ I Piani di gestione presentati sono acquisiti come parte integrante del presente provvedimento e devono essere aggiornati in occasione di modifiche e/o integrazioni significative presentando la relativa documentazione a Provincia ed ARPA. 19. Per tale attività di gestione rifiuti pericolosi la Ditta è tenuta entro 90 giorni dalla data del presente provvedimento, pena la revoca dell autorizzazione in caso di mancato adempimento, ad adeguare,

41 36 Sezione emissioni Allegato E tramite appendice, le garanzie finanziarie relative alla fase di gestione operativa comprese le procedure di chiusura e quella per la gestione successiva alla chiusura (gestione post-operativa) attualmente in essere facendo riferimento alla presente AIA. La durata della garanzia finanziaria per la gestione operativa, comprese le procedure di chiusura, deve essere pari a quella dell autorizzazione maggiorata di 2 anni. La garanzia finanziaria per la gestione post-operativa calcolata con riferimento ad un periodo di 30 anni può essere articolata su piani quinquennali rinnovabili ad ogni scadenza. Fino alla scadenza del termine sopraindicato di 90 giorni, l attività può essere proseguita alle condizioni indicate nella presente AIA. 20. Per l attività di gestione del 4 settore 2 stralcio la Ditta è tenuta a presentare garanzie finanziarie, ovvero integrare quelle attualmente prestate, per le cifre di ,00 euro per l attivazione e la gestione operativa e di ,00 euro per la gestione post-operativa. La durata della garanzia finanziaria per la gestione operativa, comprese le procedure di chiusura, deve essere pari a quella dell autorizzazione maggiorata di 2 anni. La garanzia finanziaria per la gestione post-operativa calcolata con riferimento ad un periodo di 30 anni può essere articolata su piani quinquennali rinnovabili ad ogni scadenza. Fino alla scadenza del termine sopraindicato di 90 giorni, l attività può essere proseguita alle condizioni indicate nella presente AIA. Nella considerazione che la Ditta HERA s.p.a. risulta certificata secondo la norma UNI EN ISO 14001, ai sensi dell art. 210, comma 3, lettera h, del D.Lgs n. 152/06, è ridotto del 40% l ammontare della garanzia finanziaria da prestare per l attivazione e la gestione operativa, comprese le procedure di chiusura, dell ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi 4 settore, 2 stralcio. E2) EMISSIONI IN ATMOSFERA I valori limite di emissione e le prescrizioni che la Ditta è tenuta a rispettare, per i motori che utilizzano biogas come combustibile, sono individuati sulla base di: criteri per l autorizzazione e il controllo delle emissioni inquinanti in atmosfera approvati dal CRIAER; migliori Tecniche Disponibili individuate sulla base dei criteri citati al precedente punto C3 della presente AIA; limiti fissati dal DM 5 Febbraio 1998, n. 72, come modificato dal DM 5 Aprile 2006, n. 186; specifiche tecniche indicate dalla Ditta in merito ai processi e all efficienza dei sistemi di abbattimento. E2.1) Limiti emissioni I limiti, in condizioni di normale funzionamento, così come definito nel D.Lgs. n. 152/06 (art. 268 definizioni bb) cc) dd) ee)), risultano i seguenti: Stato Attuale Impianto Ravenna 1 Punti di emissione E1 ed E2 scarico motori alimentati a Biogas Portata massima 2660 Nm 3 /h Altezza 5 m Temperatura 610 C Sezione 0,054 m 2 Durata 24 h/g Concentrazione massima ammessa di inquinanti: Polveri 10 mg/nm 3 CO 500 mg/nm 3 NO x 450 mg/nm 3 HCl 10 mg/nm 3 HF 2 mg/nm 3 COT 150 mg/nm 3 Stato Futuro Impianto Ravenna 1 Punti di emissione E1 ed E2 scarico motori alimentati a Biogas Portata massima 2660 Nm 3 /h ognuno Altezza 6 m

42 Sezione emissioni Allegato E Temperatura 610 C Sezione 0,054 m 2 Durata 24 h/g Concentrazione massima ammessa di inquinanti: Polveri 10 mg/nm 3 CO 500 mg/nm 3 NO x 450 mg/nm 3 HCl 10 mg/nm 3 HF 2 mg/nm 3 COT 150 mg/nm 3 Impianto Ravenna 2 Nuovo dal 2008 Punto di emissione E3 scarico motore alimentato a Biogas Portata massima 2300 Nm 3 /h Altezza 6 m Temperatura 610 C Sezione 0,054 m 2 Durata 24 h/g Concentrazione massima ammessa di inquinanti: Polveri 10 mg/nm 3 CO 500 mg/nm 3 NO x 450 mg/nm 3 HCl 10 mg/nm 3 HF 2 mg/nm 3 COT 150 mg/nm 3 Impianto Ravenna 2 Nuovo dal 2009 Punto di emissione E4 scarico motore alimentato a Biogas Portata massima 2660 Nm 3 /h Altezza 6 m Temperatura 610 C Sezione 0,054 m 2 Durata 24 h/g Concentrazione massima ammessa di inquinanti: Polveri 10 mg/nm 3 CO 500 mg/nm 3 NO x 450 mg/nm 3 HCl 10 mg/nm 3 HF 2 mg/nm 3 COT 150 mg/nm 3 I valori delle concentrazioni si riferiscono ad un contenuto di ossigeno libero del 5% nei fumi. Gli impianti sono alimentati a biogas che prevede le seguenti caratteristiche: Metano minimo 30% H 2 S massimo 1,5% Potere calorifero inferiore minimo kj/nm 3 Si prende atto che sono installate n. 2 torce per l Impianto Ravenna 1 e che verrà realizzata 1 (una) nuova torcia per l Impianto Ravenna 2, aventi ciascuna la potenzialità di 600 Nm 3 /h, per le quali non si indicano limiti specifici, in quanto funzionanti solo in condizioni di emergenza. PRESCRIZIONI: 37

43 Sezione emissioni Allegato E 1. Per i nuovi punti di emissione E3 ed E4 e per i punti di emissioni modificati E1 ed E2 (Stato Futuro), devono essere espletate le procedure di messa a regime previste dall art. 269, comma 5, parte quinta del D.Lgs 152/06. In tal senso la Ditta deve provvedere ad effettuare almeno tre autocontrolli alle emissioni a partire dalla data fissata per la messa a regime per un periodo di 10 giorni. 2. Si indica quale termine ultimo per la messa a regime per i punti di emissione modificati E1 ed E2, il 31/12/2007; per il nuovo punto di emissione E3 il 31/12/2008 e per il punto di emissione E4 il 31/12/ Entro quindici giorni dalla data di messa a regime dei nuovi impianti la ditta è tenuta a trasmettere, tramite raccomandata, indirizzata alla Provincia di Ravenna, al Comune di Ravenna e all ARPA, i dati rilevati. 4. Nel caso in cui la data ultima fissata per la messa a regime non sia rispettata, la ditta deve darne comunicazione preventiva, a mezzo lettera raccomandata, alla Provincia di Ravenna, al Comune di Ravenna e all ARPA, indicando le motivazioni e le data stimata. 5. Le emissioni dovranno essere dotate di punti di prelievo posizionati secondo le norme tecniche UNI e comunque da concordare nei dettagli realizzativi, con ARPA. 6. Ogni emissione deve essere dotata di una presa campione che deve avere un diametro interno pari a 5 pollici. 7. I motori a combustione interna devono essere fermati quando il tenore di metano, nella miscela combustibile, scende al di sotto del 30%. 8. Per le torce destinate a termodistruggere gli esuberi del biogas captato, durante il normale funzionamento dei motori, si prescrive che siano rispettate le seguenti condizioni: - qualora il tenore di metano all interno della miscela combustibile diminuisca e scenda al di sotto del 30% l impianto si deve fermare automaticamente; - irraggiamento a terra: protezione del personale < 4000 kcal/m 2 h (brevi esposizioni), < 1200 kcal/ m 2 h (esposizioni continue); - protezione degli apparati: < 8000 kcal/m 2 h; - valore massimo di rumore, misurato in prossimità della torcia: 69 db(a); questo valore dovrà essere rispettato fino alla determinazione, da parte dello stato, dei valori di emissione ai sensi della Legge 26 ottobre 1995, n. 447; - la ditta è altresì tenuta ad effettuare il controllo analitico sulla composizione del gas. 9. Deve essere rispettato quanto previsto in Allegato F Piano di Monitoraggio che costituisce parte integrante del seguente documento. 10. La data, l orario, il risultato delle misure, le caratteristiche di funzionamento dell impianto nel corso dei prelievi, dovranno essere annotati su un apposito registro con pagine numerate, bollate dal Servizio Territoriale di Arpa Distretto Ravenna e firmato dal responsabile dell impianto, a disposizione degli organi di controllo competenti. Sullo stesso registro la Ditta è tenuta altresì ad annotare le manutenzioni almeno con frequenza semestrale e il consumo di gas metano utilizzato annualmente. Comunicazioni In caso di superamento di un limite stabilito dall autorizzazione deve essere data comunicazione entro e non oltre 7 giorni dalla notifica del laboratorio, alla Provincia e all ARPA. A seguire nel minimo tempo tecnico devono essere documentate con breve relazione scritta da inviare alla Provincia e all ARPA le cause di tale superamento e le azioni poste in essere per rientrare nei limiti previsti dall autorizzazione. In caso di emissioni accidentali in aria, non prevedibili deve essere data comunicazione a mezzo fax nel più breve tempo possibile alla Provincia e all ARPA. E2.2) Emissioni diffuse/fuggitive Per quanto riguarda le emissioni diffuse si possono avere le seguenti sorgenti: Emissione diffuse dovute al traffico veicolare indotto: la maggiore fonte è generata da mezzi pesanti a servizio delle discarica, per i quali sono stati stimati viaggi all anno per il conferimento dei rifiuti e materie nel sito delle discarica, con un tragitto medio di circa 20 km. Con l entrata in funzione del 4 settore, 2 stralcio, non si avranno sostanziali modifiche relativamente ai mezzi in ingresso all impianto. Emissioni diffuse generate dalle aree di discarica dalle quali si possono innalzare polveri: le emissioni diffuse di polveri sono connesse all attività di movimentazione, scarico e abbancamento rifiuti. I dati riscontrati dalle indagini mensili effettuate durante il 2004 presso la discarica, non hanno evidenziato particolari anomalie. 38

44 Sezione emissioni Allegato E Emissioni diffuse di biogas generate dal corpo di discarica: l impianto di generazione di Energia Elettrica alimentato con il biogas estratto dal corpo di discarica soddisfa la necessità di smaltimento del biogas e può essere considerato un sistema di minimizzazione di tale emissione diffusa. Emissioni odorigene: le possibili sorgenti di emissione di composti odorigeni sono identificabili in cumuli di rifiuti, rifiuti urbani freschi, rifiuti urbani parzialmente e totalmente ricoperti, fanghi, lotto stabilizzato e il percolato di discarica. Le aree interessate alla diffusione di composti odorigeni sono il 1 e 2 settore rifiuti completamente ricoperti, 3 settore rifiuti parzialmente ricoperti ed il 4 settore all atto delle sua coltivazione. Dalle simulazioni si riscontra che il limite conservativo di 1,5 OU/m 3 si raggiunge in un raggio di circa 1500 metri dall impianto. La coltivazione del 4 settore della discarica (1 e 2 stralcio) non andrà a modificare in maniera sostanziale l impatto odorigeno della discarica per rifiuti pericolosi. E2.3) Emissioni eccezionali in condizioni prevedibili Le uniche condizioni considerate prevedibili che possano dar luogo ad emissioni eccezionali in atmosfera sono le messe in esercizio degli impianti che, proprio per la loro natura, vengono monitorate e garantite dai controlli relativi alle messe a regime. Inoltre nel caso in cui il biogas prodotto dalla discarica sia in eccesso rispetto al fabbisogno dei motori installati e funzionanti, si attivano le tre torce di sicurezza, in dotazione all impianto, per la combustione del biogas in eccesso. E3) EMISSIONI IN ACQUA (scarichi) Per il tipo di funzione e di attività svolta dalla discarica, non vi sono scarichi di acque di processo; per come è stata progettata la discarica e nel rispetto del D.Lgs 36/03, tutto il percolato prodotto viene raccolto ed inviato al vicino impianto di trattamento chimico-fisico-biologico di proprietà e gestito dalla stessa HERA s.p.a. Quindi le acque che necessitano di un opportuno sistema di captazione, di eventuale trattamento e gestione, che vanno a scaricarsi in corso d acqua superficiale, sono le acque meteoriche di dilavamento del corpo discarica e delle aree di pertinenza. Le acque meteoriche e di dilavamento devono essere raccolte e scaricate in conformità alla normativa vigente e secondo le modalità di seguito riportate. Le acque meteoriche e di dilavamento che derivano dai lotti già coperti delle discariche e in sicurezza, oltre a quelle raccolte nei lotti delle discariche non ancora interessati alla coltivazione, devono essere raccolte e gestite in modo separato ed eventualmente trattate prima dello scarico. A tal fine devono essere convogliate a un idoneo sistema di accumulo da cui destinarle ai trattamenti eventualmente necessari prima dello scarico. Il punto di prelievo sullo scarico deve essere reso accessibile dall esterno del Comparto, segnalato e attrezzato per effettuare l accesso in sicurezza. Scolo Tomba G D A 39

45 40 Sezione emissioni Allegato E Si descrivono nel seguito le modalità di gestione delle acque meteoriche e di processo originate dalle attività svolte nel comparto Ovest polifunzionale di trattamento e smaltimento rifiuti di Ravenna, sito sulla S.S. 309 Romea al km 2,6, in particolare dall attività della discarica per rifiuti non pericolosi di Hera s.p.a. La realizzazione delle opere necessarie per garantire l adeguamento dei sistemi di captazione ed accumulo delle acque meteoriche di dilavamento della discarica Hera per rifiuti non pericolosi, porterà ad una loro ristrutturazione, nell ambito del progetto di adeguamento delle modalità di gestione delle acque meteoriche di dilavamento dell intero comparto polifunzionale Hera-Sotris sopra citato. Il tutto avverrà nell arco del triennio , per giungere alla configurazione finale nel Obiettivo finale è la captazione e l accumulo delle acque meteoriche ruscellanti e più in generale provenienti dal corpo discariche (ruscellamento e rilascio ritardato da infiltrazione), al fine di caratterizzarle e successivamente avviare le stesse allo scarico in acque superficiali o a trattamento anche in relazione alle direttive regionali in materia di acque di prima pioggia. Durante la fase di caratterizzazione le acque meteoriche saranno sempre inviate a trattamento presso l impianto TAS. Il complesso degli interventi programmati riguarda la realizzazione di opere di intercettazione e stoccaggio di acque meteoriche, di prima pioggia e dilavamento da avviare a trattamento nell impianto chi-fi-bi che poi destina parte dei propri reflui all impianto TAS di Ecologia Ambiente ovvero direttamente allo stesso impianto TAS. Insieme con il progetto ed i relativi scenari che scandiscono le fasi temporali di realizzazione degli interventi programmati è stato presentato anche un apposito Regolamento di gestione sottoscritto da Hera, Sotris ed Ecologia Ambiente che viene assunto come parte integrante della presente AIA. Scenario 0 stato di fatto Nel comparto sono presenti 4 punti terminali di scarico, 3 di competenza HERA ed 1 di competenza SOTRIS. I punti di scarico di competenza HERA sono denominati SA, SD, SG (localizzati nella planimetria sopra riportata). Le acque raccolte dal settore Nord del comparto km 2,6, in particolare quelle dalla discarica per rifiuti non pericolosi 1, 2 e 3 settore in fase di chiusura e 4 settore 1 e 2 stralcio in fase di coltivazione e di realizzazione rispettivamente, provenienti dai lotti già coperti ed in sicurezza e dai sottosettori non ancora interessati dalla coltivazione, sono convogliate verso lo scarico SA. L attuale gestione delle acque meteoriche di dilavamento convogliate verso lo scarico SA viene effettuata in modo separato distinguendo l area di competenza della discarica per rifiuti non pericolosi rispetto alle aree interessate dalla viabilità e dai piazzali della zona Nord. Questo è possibile per la presenza di una vasca di intercettazione (punto H vedi planimetria) nella quale transitano le acque provenienti dalla viabilità e dai piazzali prima di immettersi nel fossato di collegamento allo scarico SA. La vasca H di intercettazione (capacità circa 75 m 3 ) funge anche da accumulo e sedimentazione; le acque dai piazzali della zona Nord che vi transitano, vengono campionate (punto di campionamento interno non di controllo ufficiale) per garantire il rispetto del piano di monitoraggio e distinguere le acque provenienti dalla viabilità, da quelle provenienti dalla discarica. In questo scenario la precedente funzione di monitoraggio della vasca H in relazione allo scarico del piazzale di stoccaggio sabbia proveniente dalla pulizia degli arenili viene a cessare. L azienda, pertanto, dovrà provvedere alla richiesta di adeguamento del provvedimento n. 78 del 27/01/2006 (con particolare riferimento al punto j) per la gestione delle aree adibite allo stoccaggio provvisorio di rifiuti urbani e speciali non pericolosi provenienti dalla pulizia degli arenili. I piazzali adibiti allo stoccaggio dei materiali raccolti in maniera differenziata e adibiti allo stoccaggio della sabbia proveniente dalla pulizia degli arenili sono dotati di apposita rete fognaria e vengono gestiti come di seguito descritto: nel caso i piazzali siano completamente vuoti le acque vengono convogliate verso la fogna bianca e successivamente allo scarico SA, mentre nel caso ci sia un deposito di rifiuto esse vengono inviate in ogni modo verso la fognatura acque nere linea percolato. Prima dello scarico denominato SA è collocato un pozzetto, con paratoia a compasso normalmente chiusa, dotato di uno sfioratore, munito di valvola normalmente aperta, per impedire che le grandi precipitazioni non trattenute all interno del bacino costituito da fossi e fognatura, vadano ad allagare le aree interessate dagli impianti. Il sistema consente di trattenere complessivamente 1100 m 3 di acque (corrispondenti ai primi 10 mm di pioggia per l area asservita). Eventi meteorici che producono quantità di acque di dilavamento superiori alla attuale capacità di invaso sopra citata, determinano lo sfioro e lo scarico nello scolo Tomba attraverso il punto denominato SA. In uscita dallo sfioro è posizionato un pozzetto di accumulo e campionamento. Ogni volta che viene attivato lo sfioro sul punto di scarico denominato SA, la ditta è tenuta a dare comunicazione (per vie brevi, tramite fax) ad ARPA. Sul pozzetto di accumulo e campionamento a monte dello scarico denominato SA, Hera deve provvedere al campionamento, in occasione di almeno 5 eventi meteorici in cui viene attivato lo sfioro e lo scarico nello scolo Tomba, determinando i seguenti parametri: ph, COD, SST, Idrocarburi Totali, P totale, N nitroso, N nitrico, N ammoniacale, N totale, grassi e oli animali e vegetali, Cd, Cr totale, Fe, Ni, Pb, Cu, Zn, di cui alla Tabella riportata in allegato F2. Sul volume di acque di dilavamento trattenuto, la ditta deve provvedere al campionamento ed analisi per verificare la conformità ai limiti stabiliti per lo scarico in acque superficiali nella Tabella 3 Allegato 5 alla Parte

46 Sezione emissioni Allegato E III del D.Lgs n. 152/06, con esclusione dei Solidi Sospesi per cui è concessa una deroga temporanea fino al valore di 1500, fino al completamento degli interventi di adeguamento dei sistemi di captazione, accumulo e gestione delle acque meteoriche di dilavamento del comparto Hera-Sotris descritti negli scenari successivi. Nel caso di valori non conformi ai limiti sopra citati, il volume di acque trattenute viene destinato a trattamento all impianto chi-fi-bi. In caso di conformità viene attivato lo scarico tramite l apertura dell apposita paratoia. Lo scarico deve in ogni caso essere preventivamente comunicato ad ARPA (per vie brevi, tramite fax) trasmettendo i dati analitici rilevati almeno per i parametri: metalli, COD, Idrocarburi, Cloruri, SST, Solfati. Scenario Il sistema fognario relativo a questo scenario entra in funzione in seguito all attivazione delle condotte che collegano il comparto km 2,6 all impianto TAS di Ecologia Ambiente, al quale verranno inviati parte dei reflui derivanti dall attività del chi-fi-bi di Hera. Gli scarichi idrici in acque superficiali, scarico SA per la discarica di rifiuti non pericolosi, non subiscono variazioni rispetto a quanto previsto allo scenario 0. Scenario Tra le opere che verranno realizzate risulta di interesse per la gestione delle acque meteoriche di dilavamento della discarica di rifiuti non pericolosi, la realizzazione di un pozzetto (pozzetto E, capacità 100 m 3 ) che, in questo scenario, verrà utilizzato per l invio dei reflui all impianto TAS di Ecologia Ambiente (linea TAPO S2/B o linea TAPI S4 e/o S2/B), bypassando l impianto di trattamento chimico-fisico-biologico. In particolare in questo pozzetto verranno recapitate le acque meteoriche di dilavamento del corpo discarica esaurita km 3,8 (sempre durante la fase di caratterizzazione e successivamente solo se non conformi ai requisiti di scarico in acque superficiali) e le acque trattenute dal sistema che intercetta il dilavamento dalla discarica di rifiuti non pericolosi km 2,6 descritto nello scenario 0 nel caso non siano conformi per lo scarico nel punto SA. Lo scarico delle acque di dilavamento ad Ecologia Ambiente, all uscita del pozzetto E, dovrà rispettare quanto previsto dal Regolamento Fognario (HERA SOTRIS - Ecologia Ambiente) e dalla relativa omologa Acque di processo inorganiche (Linea S4 e S2/B) o Acque di processo organiche (Linea S2/B). Rimanendo sostanzialmente inalterato lo schema indicato allo scenario 0 per le acque in arrivo allo scarico SA, restano altrettanto inalterate le condizioni indicate nello scenario 0 per lo scarico SA nello scolo Tomba. Se il risultato analitico è conforme ai limiti indicati nella tabella dell allegato F2, con esclusione dei Solidi Sospesi per cui è concessa la deroga già citata, si procederà all apertura della paratoia a compasso per lo svuotamento del sistema, mentre in caso di anomalia, le acque trattenute verranno inviate al pozzetto E e da qui rilanciate direttamente all impianto TAS di Ecologia Ambiente alla linea TAPI (S4 e/o S2/B) o TAPO (S2/B). Per quel che riguarda le acque meteoriche provenienti dal piazzali raccolta differenziata, aree verdi, viabilità dell ingresso al comparto km 2,6, attualmente afferenti allo scarico SA, per effetto della realizzazione di due vasche di prima pioggia (C 140 m 3 e D 150 m 3 ) verranno separate in acque di prima pioggia avviate all impianto chi-fi-bi attraverso la rete di trasporto percolato a servizio della discarica, e di seconda pioggia convogliate allo scarico S5 nello scolo Cerba. Quando il piazzale raccolta differenziata risulta oggetto di stoccaggio o lavorazioni non viene gestito in regime di prima pioggia e tutte le acque meteoriche di dilavamento vengono inviate all impianto chi-fi-bi. Scenario Non sono previste modifiche riguardanti gli impianti di discarica oggetto della presente AIA rispetto agli scenari precedenti. Scenario 4 configurazione finale (entro 2010) Lo scenario 4 rappresenta la configurazione finale del sistema fognario che entrerà in esercizio a seguito della realizzazione di tutte le opere di adeguamento del comparto alle direttive regionali in materia di acque di prima pioggia, in parte descritte in precedenza. Verrà realizzata una vasca di accumulo VA ( m 3 ) acque meteoriche di dilavamento della discarica per rifiuti non pericolosi (1, 2, 3, 4 settore lotti di discarica coperti o messi in sicurezza) e aree destinate ai futuri 5 e 6 settore. Le suddette acque di dilavamento potranno essere inviate a trattamento presso l impianto TAS Ecologia Ambiente, linea TAPI attraverso la linea S4 e nei casi in cui si renda necessario lo smaltimento di una portata superiore, anche attraverso la linea S2/B mentre, le acque provenienti dai fossi che corrono lungo la discarica recapiteranno nella vasca di accumulo previo passaggio nel pozzetto E. Lo scarico delle acque di dilavamento della vasca VA ad Ecologia Ambiente, dovrà rispettare quanto previsto dal Regolamento Fognario (HERA-SOTRIS-Ecologia Ambiente) e dalla relativa omologa Acque di processo inorganiche - Linea S4 S2/B nei punti di prelievo denominati HE02 (sulla linea S4) e HE02/A (sulla linea S2/B). 41

47 42 Sezione emissioni Allegato E Dalla stessa vasca VA è poi possibile attivare lo scarico delle acque invasate verso lo scolo Cerba nel punto denominato S6. La condotta di scarico verso lo scolo Cerba, fino alla caratterizzazione delle acque reflue accumulate, dovrà essere idoneamente segregata e le acque reflue, così come dichiarato dalla ditta, saranno sempre inviate a trattamento. La ditta dovrà comunicare la realizzazione della vasca VA e delle relative opere al fine di verificare l effettiva segregazione dello scarico verso lo scolo Cerba, per l eventuale posizionamento dei sigilli ARPA. Relativamente alla possibile attivazione dello scarico in acque superficiali (scolo Cerba) delle acque reflue di dilavamento provenienti dalla vasca VA, la ditta dovrà presentare lo studio relativo alla caratterizzazione della qualità delle acque stesse da eseguirsi su almeno 10 eventi meteorici, il più rappresentativi possibile delle condizioni di un futuro scarico. Lo studio dovrà essere presentato alla Provincia di Ravenna ed all ARPA ed in base all esito positivo di tale valutazione (scarico entro i limiti di emissione del D.Lgs n. 152/06) si provvederà a formalizzare questo nuovo punto di scarico. Lo scarico delle acque reflue di dilavamento in corso d acqua superficiale, nel Punto di scarico S6 sullo scolo Cerba, dovrà comunque essere conforme ai valori limite di emissione previsti dal D.Lgs n. 152/06, parte III, allegato 5, tabella 3. Lo scarico in corso d acqua superficiale dovrà essere eseguito solo ed esclusivamente dopo aver trasmesso via fax all ARPA la comunicazione con allegato il risultato delle analisi indicate nell allegato F2 del Piano di monitoraggio. PRESCRIZIONI: Le planimetrie della rete fognaria, stato attuale e stato di progetto, ove sono indicati i punti ufficiali di prelevamento per le acque reflue di dilavamento, costituisce parte integrante della presente autorizzazione AIA. I punti ufficiali di prelevamento dovranno essere sempre resi accessibili agli organi di vigilanza. Su di essi va garantita una periodica attività di manutenzione e sorveglianza per mantenere l efficienza del sistema. E4) RUMORE La caratterizzazione acustica del sito, è stata realizzata mediante misure dirette del Leq delle sorgenti ante operam delle emissioni sonore prodotte dai vari impianti presenti nel comparto di Ravenna via Romea al km 2,6 gestito da Hera spa. La caratterizzazione acustica delle 68 sorgenti identificate è indicativa per valutare che le emissioni presso il ricettore interessato possono essere considerate poco significative, considerando il contesto ambientale in cui è inserito. In seguito all entrata in esercizio del 4 settore, 2 stralcio della discarica per rifiuti non pericolosi, è prevista l entrata in marcia di un nuovo motore endotermico nel breve periodo ed un ulteriore motore entro il 2009 per la produzione di energia elettrica da biogas, a supporto dei due motori esistenti attualmente a servizio del 1, 2 e 3 settore della discarica; tali nuovi motori vengono considerati per la valutazione dello scenario post operam. L attività delle restati sorgenti sonore riconducibili alla discarica in oggetto non subiranno variazioni significative. Dalla valutazione delle sorgenti considerate del comparto di trattamento rifiuti nello scenario ante operam (prima dell entrata in esercizio del 4 settore, 2 stralcio) si ritiene che le attività considerate come post operam non comportino particolari problematiche sotto l aspetto dell inquinamento acustico, per cui il clima acustico dell area non subirà sostanziali variazioni rispetto l assetto attuale. E5) ENERGIA L esercizio della discarica in esame non comporta il consumo di significativi quantitativi di energia, se non quelli associati al combustibile utilizzato per il funzionamento dei mezzi operativi di discarica e gli autoconsumi dell impianto di produzione di energia Elettrica da biogas stimabili attorno al 3% della produzione totale. In termini reali e relativi alla discarica per rifiuti non pericolosi di Ravenna vanno considerati 30 kw/h per ogni gruppo motore installato. Annualmente ogni motore può consumare circa kw/h. Nello scenario attuale con due motori funzionanti il consumo di Energia Elettrica è pari a circa kw all anno mentre per gli scenari futuri si passerà al consumo di circa kw nel 2008 con 3 motori funzionanati e circa kw nel 2009 con 4 motori funzionanti. Per quanto riguarda invece l energia prodotta, come già precisato, l impianto in oggetto è dotato di impianto di combustione del biogas e produzione di energia, che viene ceduta interamente ad ENEL-GRTN ai sensi del provvedimento CIP n. 6/92, del DM 25 settembre 1992 e del DM 4 agosto Con l entrata in esercizio del 4 settore, 2 stralcio si può ragionevolmente ipotizzare che i consumi di energia rimarranno pressoché invariati rispetto alla situazione attuale, in quanto i mezzi operativi in discarica non aumenteranno. Per quanto riguarda l energia prodotta, invece si ipotizza un aumento conseguente alla crescita del biogas prodotto dal corpo discarica ed alla conseguente installazione di due nuovi motori per la combustione del biogas, come descritto al punto 6 del paragrafo C2 Valutazione degli impatti e condizioni generali per l esercizio dell impianto Allegato C.

48 Sezione emissioni Allegato E PRESCRIZIONI Nel caso, in cui in seguito all entrata in esercizio del 2 stralcio del 4 settore, venga modificata la titolarità della gestione dell impianto di recupero e combustione del biogas e del relativo contratto con ENEL-GRTN per la sua immissione nella rete nazionale (attualmente in capo ad Hera spa), dovrà essere inviata preventiva comunicazione alla Provincia di Ravenna e ad ARPA. Il gestore dell impianto in oggetto è tenuto ad effettuare gli autocontrolli relativi all energia secondo quanto previsto nel piano di monitoraggio: questo tipo di dati relativi ai consumi energetici saranno inseriti nel rapporto annuale come indicato nell allegato F Piano di Monitoraggio paragrafo F4), punto 5) Relazione Annuale. E6) PREPARAZIONE ALL EMERGENZA L impianto oggetto della presente domanda di autorizzazione integrata ambientale fa parte della Divisione Ambiente del Gruppo Hera. La Divisione Ambiente organizza e gestisce, per conto del Gruppo HERA, tutte le attività operative gestionali e commerciali degli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti e di produzione di energia elettrica, attraverso il sistema di gestione QSA (qualità, sicurezza, ambiente). Tutte le emergenze dovranno essere gestite secondo le procedure individuate nel suddetto sistema, compresa la formazione del personale. In caso di emergenza ambientale, il gestore deve immediatamente provvedere agli interventi di primo contenimento del danno informando dell accaduto la Provincia di Ravenna e l ARPA, telefonicamente e via fax. Successivamente il gestore deve effettuare gli opportuni interventi di bonifica. 43

49 44 Sezione rifiuti in ingresso Allegato E1 HERA s.p.a. discarica per rifiuti non pericolosi 1, 2, 3 settore, 4 settore 1 e 2 stralcio Elenco dei rifiuti non pericolosi ammessi (Codice CER e descrizione) CER Descrizione rifiuti da estrazione di minerali metalliferi rifiuti da estrazione di minerali non metalliferi sterili diversi da quelli di cui alle voci e polveri e residui affini diversi da quelli di cui alla voce fanghi rossi derivanti dalla produzione di allumina, diversi da quelli di cui alla voce scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli di cui alla voce scarti di sabbia e argilla polveri e residui affini, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti della lavorazione di potassa e salgemma, diversi da quelli di cui alla voce ALLEGATO E sterili ed altri residui del lavaggio e della pulitura di minerali, diversi da quelli di cui alle voci e rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce fanghi e rifiuti di perforazione di pozzi per acque dolci fanghi e rifiuti di perforazione contenenti barite, diversi da quelli delle voci e fanghi e rifiuti di perforazione contenenti cloruri, diversi da quelli delle voci e fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia scarti di tessuti animali scarti di tessuti vegetali rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi) feci animali, urine e letame (comprese le lettiere usate), effluenti, raccolti separatamente e trattati fuori sito rifiuti della silvicoltura rifiuti agrochimici diversi da quelli della voce rifiuti metallici fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia scarti di tessuti animali scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti fanghi prodotti da operazioni di lavaggio, pulizia, sbucciatura, centrifugazione e separazione di componenti rifiuti prodotti dall'estrazione tramite solvente scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti terriccio residuo delle operazioni di pulizia e lavaggio delle barbabietole carbonato di calcio fuori specifica fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione rifiuti legati all'impiego di conservanti fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti rifiuti prodotti dalle operazioni di lavaggio, pulizia e macinazione della materia prima rifiuti prodotti dalla distillazione di bevande alcoliche rifiuti prodotti dai trattamenti chimici scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti scarti di corteccia e sughero segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce scarti di corteccia e legno fanghi di recupero dei bagni di macerazione (green liquor)

50 Sezione rifiuti in ingresso Allegato E fanghi prodotti dai processi di disinchiostrazione nel riciclaggio della carta scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio scarti di fibre e fanghi contenenti fibre, riempitivi e prodotti di rivestimento generati dai processi di separazione meccanica fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce carniccio e frammenti di calce rifiuti di calcinazione fanghi, prodotti in particolare dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti cromo fanghi, prodotti in particolare dal trattamento in loco degli effluenti, non contenenti cromo cuoio conciato (scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura) contenenti cromo rifiuti delle operazioni di confezionamento e finitura rifiuti da materiali compositi (fibre impregnate, elastomeri, plastomeri) materiale organico proveniente da prodotti naturali (ad es. grasso, cera) rifiuti da operazioni di finitura, diversi da quelli di cui alla voce tinture e pigmenti, diversi da quelli di cui alla voce fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti da fibre tessili grezze rifiuti da fibre tessili lavorate fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce fanghi residui dell'acqua di alimentazione delle caldaie rifiuti prodotti dalle torri di raffreddamento sali e loro soluzioni, diversi da quelli di cui alle voci e ossidi metallici, diversi da quelli di cui alla voce fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti contenenti solfuri, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti prodotti da reazioni a base di calcio, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti prodotti da reazioni a base di calcio nella produzione di diossido di titanio fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti plastici rifiuti prodotti da additivi, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti contenenti silicone diversi da quelli menzionati alla voce fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti solidi, diversi da quelli di cui alla voce fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce pitture e vernici di scarto, diverse da quelle di cui alla voce fanghi prodotti da pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce polveri di scarto di rivestimenti scarti di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce fanghi di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce adesivi e sigillanti di scarto, diversi da quelli di cui alla voce fanghi di adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce carta e pellicole per fotografia, contenenti argento o composti dell'argento carta e pellicole per fotografia, non contenenti argento o composti dell'argento macchine fotografiche monouso senza batterie macchine fotografiche monouso diverse da quelle di cui alla voce ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia (tranne le polveri di caldaia di cui alla voce ) ceneri leggere di carbone ceneri leggere di torba e di legno non trattato rifiuti solidi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei fumi rifiuti fangosi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei fumi ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia prodotte dal coincenerimento, diverse da quelli di cui alla voce ceneri leggere prodotte dal coincenerimento, diverse da quelle di cui alla voce rifiuti prodotti dalla depurazione dei fumi, diversi da quelli di cui alle voci , e fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce fanghi acquosi da operazioni di pulizia caldaie, diversi da quelli di cui alla voce

51 46 Sezione rifiuti in ingresso Allegato E sabbie dei reattori a letto fluidizzato rifiuti dell'immagazzinamento e della preparazione del combustibile delle centrali termoelettriche a carbone rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento rifiuti del trattamento delle scorie scorie non trattate rifiuti prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce scaglie di laminazione rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce altri fanghi e residui di filtrazione frammenti di anodi rifiuti di allumina schiumature diverse da quelle di cui alla voce rifiuti contenenti carbone della produzione degli anodi, diversi da quelli di cui alla voce polveri dei gas di combustione, diverse da quelle di cui alla voce altre polveri e particolati (comprese quelle prodotte da mulini a palle), diverse da quelle di cui alla voce rifiuti prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti prodotti dal trattamento di scorie saline e scorie nere, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce scorie della produzione primaria e secondaria altre polveri e particolato rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce scorie e schiumature diverse da quelle di cui alla voce scorie della produzione primaria e secondaria impurità e schiumature della produzione primaria e secondaria altre polveri e particolato rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce scorie della produzione primaria e secondaria impurità e schiumature della produzione primaria e secondaria rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi altre polveri e particolato fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce polveri e particolato altre scorie rifiuti contenenti carbone della produzione degli anodi, diversi da quelli di cui alla voce frammenti di anodi polveri dei gas di combustione, diverse da quelle di cui alla voce fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce scorie di fusione forme e anime da fonderia non utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce forme e anime da fonderia utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce polveri dei gas di combustione diverse da quelle di cui alla voce altri particolati diversi da quelli di cui alla voce leganti per rifiuti diversi da quelli di cui alla voce scarti di prodotti rilevatori di crepe, diversi da quelli di cui alla voce scorie di fusione forme e anime da fonderia non utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce forme e anime da fonderia utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce polveri dei gas di combustione, diverse da quelle di cui alla voce altri particolati diversi da quelli di cui alla voce leganti per rifiuti diversi da quelli di cui alla voce scarti di prodotti rilevatori di crepe, diversi da quelli di cui alla voce polveri e particolato scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico, diverse da quelle di cui alla voce rifiuti di vetro diversi da quelli di cui alla voce lucidature di vetro e fanghi di macinazione, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce

52 Sezione rifiuti in ingresso Allegato E rifiuti solidi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico polveri e particolato fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi stampi di scarto scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione (sottoposti a trattamento termico) rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti delle operazioni di smaltatura diversi da quelli di cui alla voce fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico rifiuti di calcinazione e di idratazione della calce polveri e particolato (eccetto quelli delle voci e ) fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci e rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti e fanghi di cemento fanghi e residui di filtrazione, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti della lavorazione idrometallurgica del rame, diversi da quelli della voce limatura e trucioli di materiali ferrosi polveri e particolato di materiali ferrosi limatura e trucioli di materiali non ferrosi polveri e particolato di materiali non ferrosi limatura e trucioli di materiali plastici rifiuti di saldatura fanghi di lavorazione, diversi da quelli di cui alla voce materiale abrasivo di scarto, diverso da quello di cui alla voce corpi d'utensile e materiali di rettifica esauriti, diversi da quelli di cui alla voce imballaggi in carta e cartone imballaggi in plastica imballaggi in legno imballaggi metallici imballaggi in materiali compositi imballaggi in materiali misti imballaggi in vetro imballaggi in materia tessile assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce metalli ferrosi metalli non ferrosi plastica vetro apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da a componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce rivestimenti e materiali refrattari a base di carbone provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce rivestimenti e materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce cemento mattoni mattonelle e ceramiche miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce legno vetro plastica miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce

53 rame, bronzo, ottone alluminio piombo zinco ferro e acciaio stagno metalli misti cavi, diversi da quelli di cui alla voce terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello di cui alla voce materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci e materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce Sezione rifiuti in ingresso Allegato E rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci , e rifiuti che non devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni (es. bende, ingessature, lenzuola, indumenti monouso, assorbenti igienici) rifiuti che non devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni materiali ferrosi estratti da ceneri pesanti ceneri pesanti e scorie, diverse da quelle di cui alla voce ceneri leggere, diverse da quelle di cui alla voce polveri di caldaia, diverse da quelle di cui alla voce rifiuti della pirolisi, diversi da quelli di cui alla voce sabbie dei reattori a letto fluidizzato miscugli di rifiuti composti esclusivamente da rifiuti non pericolosi fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce rifiuti solidificati diversi da quelli di cui alla voce rifiuti vetrificati parte di rifiuti urbani e simili non compostata parte di rifiuti animali e vegetali non compostata compost fuori specifica digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti di origine animale o vegetale vaglio rifiuti dell'eliminazione della sabbia fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti solidi prodotti dai processi di filtrazione e vaglio primari fanghi prodotti dai processi di chiarificazione dell'acqua fanghi prodotti dai processi di decarbonatazione carbone attivo esaurito resine a scambio ionico saturate o esaurite soluzioni e fanghi di rigenerazione delle resine a scambio ionico rifiuti di ferro e acciaio rifiuti di metalli non ferrosi fluff - frazione leggera e polveri, diversi da quelli di cui alla voce altre frazioni, diverse da quelle di cui alla voce fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce carta e cartone metalli ferrosi metalli non ferrosi plastica e gomma 48

54 Sezione rifiuti in ingresso Allegato E vetro legno diverso da quello di cui alla voce prodotti tessili minerali (ad esempio sabbia, rocce) rifiuti combustibili (CDR: combustibile derivato da rifiuti) altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce fanghi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce fanghi prodotti dalle operaz. di risanam. delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce carta e cartone vetro rifiuti biodegradabili di cucine e mense abbigliamento prodotti tessili oli e grassi commestibili detergenti diversi da quelli di cui alla voce legno, diverso da quello di cui alla voce plastica metallo rifiuti prodotti dalla pulizia di camini e ciminiere rifiuti biodegradabili terra e roccia altri rifiuti non biodegradabili rifiuti urbani non differenziati rifiuti dei mercati residui della pulizia stradale rifiuti della pulizia delle fognature rifiuti ingombranti 49

55 Sezione rifiuti in ingresso Allegato E2 ALLEGATO E2 HERA s.p.a. discarica per rifiuti non pericolosi 1, 2, 3 settore, 4 settore 1 e 2 stralcio Elenco CER dei rifiuti da riutilizzare (R5) in discarica per rifiuti non pericolosi di Ravenna, esclusi dal versamento del tributo di cui alla Legge n. 549/95 e LR n. 31/96 CER Descrizione terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci , e miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello di cui alla voce Fanghi disidratati e inertizzati provenienti dall'impianto di trattamento gestito da Hera Spa ubicato nel comparto impianti di Ravenna Km e di SS. 309 Romea altri rifiuti non biodegradabili (sabbia, tal quale o vagliata, proveniente dalla pulizia degli arenili della Provincia di Ravenna) Carbonato di calcio fuori specifica Terriccio residuo dalle operazioni di pulizia e lavaggio delle barbabietole fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce Compost fuori specifica 50

56 Sezione piano di monitoraggio Allegato F Piano di Monitoraggio degli impianti di discarica della Ditta HERA S.p.A. e sua valutazione ALLEGATO F F1) FINALITA DEL MONITORAGGIO Il monitoraggio è mirato principalmente a: verifica del rispetto dei valori di emissione previsti dalla normativa ambientale vigente; raccolta dati per la conoscenza del consumo di risorse e degli impatti ambientali della Ditta inserita nel contesto territoriale in cui opera; valutazione della corretta applicazione delle procedure di carattere gestionale. F2) TIPOLOGIA DEL MONITORAGGIO Ai sensi del D.Lgs. n. 36/03, per gli impianti di discarica è previsto che il gestore predisponga il Piano di Sorveglianza e Controllo (PSC) nel quale vengono illustrate le misure precauzionali e di controllo adottate per prevenire i rischi ambientali causati dall esercizio della discarica e per limitarne le conseguenze, sia in fase operativa che post-operativa, con particolare riferimento alle precauzioni adottate a tutela delle acque dall inquinamento provocato da infiltrazioni di percolato nel terreno e alle altre misure di prevenzione contro qualsiasi danno all ambiente. Sulla base del PSC già predisposta dal gestore per la discarica per rifiuti non pericolosi in oggetto, si è definito il Piano di Monitoraggio aziendale che individua: le procedure gestionali da attuare in conformità alle MTD; le azioni, quali controlli operativi o manutenzioni, pianificate e da mettere in atto per l esercizio della discarica in condizioni operative tali da garantire la sorveglianza e il controllo complessivi dell intero processo di smaltimento in discarica dei rifiuti ammessi, nel pieno rispetto degli adempimenti previsti dal D.Lgs. n. 36/03 e in particolare di quanto indicato in Allegato 2, punto 5 del predetto decreto; le azioni da mettere in atto secondo le elaborazioni scaturite dall applicazione del Bref Comunitario Reference Document on the General Principles of Monitoring July 2003 e delle Linee guida recanti criteri per l individuazione e l utilizzazione delle Migliori Tecniche Disponibili LINEE GUIDA IN MATERIA DI SISTEMI DI MONITORAGGIO, contenute nell Allegato II del Decreto 31 Gennaio 2005 del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio; i parametri significativi oggetto di monitoraggio e sorveglianza ambientale dell attività dell azienda; le frequenze dei monitoraggi; i metodi di campionamento e analisi, nonché i riferimenti per la stima dell incertezza del dato; le comunicazioni degli esiti dei controlli e dei monitoraggi all Autorità competente. La documentazione presentata costituente il Piano di Monitoraggio viene assunta al fine della presentazione dei dati relativi alle attività, di seguito indicate, monitorate. Tutte le variazioni in relazione alle metodiche analitiche, strumentazione, modalità di rilevazione, ecc. dovranno essere comunicate all Autorità competente e ad ARPA: tale comunicazione costituisce modifica del Piano di Monitoraggio. Tutte le verifiche analitiche e gestionali svolte in difformità a quanto previsto dalla presente AIA verranno considerate non accettabili e dovranno essere ripresentate nel rispetto di quanto sopra indicato. F3) PRESCRIZIONI GENERALI Il gestore deve attuare il presente Piano di Monitoraggio rispettando frequenza, tipologia e modalità dei diversi parametri da controllare. Il gestore è tenuto a mantenere in efficienza i sistemi di misura relativi al presente Piano di Monitoraggio, provvedendo periodicamente alla loro manutenzione e alla loro riparazione nel più breve tempo possibile. ARPA effettuerà i controlli programmati degli impianti rispettando quanto previsto in Allegato G - Piano di Controllo, parte integrante della presente autorizzazione. F4) PRESCRIZIONI 1) IDENTIFICAZIONE DEL PERSONALE Relativamente all attività di supervisione dei Piani di Sorveglianza e Controllo, è stato integrato con le specifiche attività di verifica, richieste dal D.Lgs. n. 36/03, il servizio di audit sulle discariche già previsto ed effettuato da Hera spa. Tale attività di audit, regolamentata tramite contratto, è svolta da personale tecnico specializzato ed indipendente e prevede l esecuzione di visite periodiche e la stesura di relazioni di riscontro semestrali che la Ditta dovrà tenere a disposizione degli organi di controllo. L incarico viene comunicato ufficialmente alla Provincia di Ravenna e ad ARPA. 51

57 Sezione piano di monitoraggio Allegato F I laboratori incaricati di effettuare i prelievi e le analisi sui rifiuti e sulle matrici ambientali sono qualificati con i criteri espressi in apposita procedura ovvero secondo una griglia di requisiti preferenziali che sono, nell ordine: accreditamento SINAL delle analisi richieste; accreditamento SINAL di analisi similari a quelle richieste; certificazione del Sistema di della Qualità; Ai laboratori incaricati è richiesto l impiego di metodiche analitiche ufficiali o validate mediante specifico accreditamento SINAL. 2) MONITORAGGIO E SORVEGLIANZA AMBIENTALE Le attività di monitoraggio e sorveglianza ambientale previste per gli impianti di discarica HERA, che dovranno essere svolte nelle modalità stabilite dall apposita procedura di riferimento, sono di seguito riportate. 2.1) ACQUE SUPERFICIALI Oggetto del controllo Analisi acque superficiali corpi recettori (Scolo Tomba e Scolo Cerba) Analisi acque superficiali di drenaggio (Punto di scarico SA) Analisi acque superficiali di drenaggio (Punto di scarico SA) Parametri/metodi Vedi Allegato F1 Vedi Allegato F2 Tab.3 all.5 D.Lgs 152/06 (limiti di scarico in acque superficiali) Frequenza Operativa trimestrale Ad ogni pioggia significativa annuale Frequenza Post-Operativa semestrale semestrale annuale Responsabile esecuzione Laboratorio HERA Laboratorio HERA Laboratorio HERA Registrazione Rapporto di prova/report tabella Rapporto di prova / banca dati INES Rapporto di prova Metodiche analisi acque superficiali Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata alle emissioni in acqua sia in maniera continua che periodica deve essere reso noto dal laboratorio/sistema di misura, l incertezza estesa del metodo utilizzato per la misura, con un coefficiente di copertura pari a P95%. Per la verifica delle caratteristiche delle acque superficiali possono essere utilizzati: a) metodi normati quali: - Metodiche previste nel Decreto 31 gennaio 2005 Emanazione di linee Guida per l individuazione e l utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, per le attività elencate nell Allegato I del D.Lgs n. 372/99, pagina 67; - Manuale n. 29/2003 APAT/IRSA-CNR b) Metodi normati emessi da Enti di normazione - UNI/Unichim/UNI EN - ISO - ISS (Istituto Superiore Sanità) - Standard Methods for the examination of water and wastewater (APHA-AWWA-WPCF). In relazione a quanto sopra indicato, è fatto salvo che indipendentemente dalla fonte o dal contesto in cui il metodo viene citato o indicato, deve essere sempre presa a riferimento la versione più aggiornata. Parimenti, la stessa valutazione deve essere fatta in ordine all emissione di un nuovo metodo emesso dall Ente di normazione e che non viene sempre recepito in tempo reale dai riferimenti normativi. I metodi utilizzati alternativi e/o complementari ai metodi ufficiali devono avere un limite di rilevabilità complessivo che non ecceda il 10% del valore limite stabilito. In casi particolari l utilizzo di metodi con prestazioni superiori al 10% del limite devono essere preventivamente concordati con l Autorità competente e ARPA. I rapporti di prova relativi agli autocontrolli devono riportare, insieme al valore del parametro analitico, il metodo utilizzato e la relativa incertezza estesa (P95%), l esito analitico e le condizioni di assetto dell impianto, se pertinenti, durante l esecuzione del prelievo. Per quanto concerne i metodi presentati dal laboratorio di riferimento nel Piano di Monitoraggio, si ribadisce che al momento della presentazione dei rapporti di prova relativi a quanto previsto nel Piano stesso, dovrà essere data evidenza dell incertezza estesa associata al dato analitico. Si rammenta altresì che l incertezza estesa deve essere compatibile con i coefficienti di variazione (Cv) di ripetibilità indicati nei Metodi ufficiali. 52

58 Sezione piano di monitoraggio Allegato F 2.2) ACQUE SOTTERRANEE Lo stato delle acque di falda (superficiali) attorno al Comparto viene monitorato tramite il controllo delle acque prelevate dai pozzi piezometrici della rete di monitoraggio di Comparto; l ubicazione di tali pozzi è evidenziata nella planimetria riportata in Allegato F3. Relativamente al monitoraggio della acque sotterranee, HERA svolge le attività di campionamento e analisi per l intero Comparto, in tal modo risulta essere il gestore unitario dei dati relativi all acquifero freatico per l intero Comparto; in particolare, il Piano di Monitoraggio prevede i seguenti controlli periodici: Oggetto del controllo Parametri/metodi Frequenza Operativa Frequenza Post-Operativa Livello falda Piezometria mensile semestrale Composizione acque sotterranee Vedi Allegato F5 trimestrale semestrale Responsabile esecuzione Discarica Laboratorio HERA Registrazione Report tabella Rapporto di prova Nella considerazione che obiettivo del monitoraggio è quello di rilevare tempestivamente eventuali situazioni di inquinamento delle acque sotterranee sicuramente riconducibili agli impianti di discarica, al fine di adottare le necessarie misure correttive, risultano fissati per l intero Comparto i livelli di guardia degli indicatori di contaminazione; detti limiti sono indicati nel documento Limiti di Guardia degli inquinanti nell acquifero freatico del comparto HERA S.p.A. S.S. 309 Romea km 2,6 Ravenna che viene acquisito come parte integrante della presente AIA. Tale documento, redatto di concerto con i Servizi ARPA, ha lo scopo di stabilire le modalità, i criteri, i limiti e le procedure da adottarsi relativamente alla definizione dei limiti di guardia degli inquinanti presenti nell acquifero freatico sottostante il Comparto HERA-SOTRIS sito a Ravenna S.S. 309 Romea km 2,6. In particolare, i livelli di guardia sono stati determinati tenendo conto degli studi e approfondimenti prodotti da HERA S.p.A. e SOTRIS S.p.A. nel corso del triennio che hanno visto la piena applicazione oltre che di tutte le prescrizioni di controllo dettate dal D.Lgs. n. 36/03, delle prescrizioni contenute nei singoli provvedimenti autorizzativi, anche di una serie di indagini suppletive multidisciplinari tese a verificare sotto diversi aspetti la tenuta idraulica delle vasche delle discariche presenti nel Comparto. Ai fini del predetto documento viene definito un solo valore di riferimento denominato soglia critica. Tale valore è stato definito considerando in genere l andamento delle concentrazioni dei microinquinanti rilevati nelle acque di falda nei pozzi di controllo posti sicuramente a monte, dal punto di vista idrogeologico, del comparto impianti. Laddove non vi erano evidenze analitiche (concentrazioni al di sotto dei limiti di sensibilità analitica) sono stati assunti i limiti propri del D.Lgs. n. 152/06. I limiti di guardia degli inquinanti nell acquifero freatico del Comparto così individuati sono riassunti nella tabella riportata in Allegato F4 Al superamento della soglia critica dovranno essere poste in essere le azioni immediate individuate dal gestore di seguito riportate: 1. Comunicazione alle Autorità competenti dei superamenti registrati. 2. Immediata analisi urgente del campione di riserva, già prelevato contestualmente a quello che ha manifestato l anomalia, per la verifica del parametro anomalo e di eventuali altri parametri opportuni. 3. Immediata ricampionatura ed analisi urgente dell acqua di falda solo sul punto di controllo che ha evidenziato l anomalia, qualora esso appartenga al gruppo dei 13 piezometri di controllo diretto interni al Comparto o immediatamente adiacenti (da P1 a P10, N1, N2, N9). Per gli altri punti (da N3 a N8) l opportunità di ricampionare o meno sarà valutata d intesa con le Autorità di Controllo. Successivamente si dovranno mettere in esecuzione gli eventuali provvedimenti comunicati dalle Autorità di Controllo a seguito della prima segnalazione di dato anomalo e delle successive segnalazioni dell esito delle ripetizioni. Metodiche analisi acque sotterranee In merito alle metodiche analitiche delle acque prelevate dai pozzi piezometrici si utilizza come riferimento quanto indicato per le acque superficiali. 2.3) PERCOLATO Oggetto del controllo Quantitativo estratto di percolato Composizione del percolato prodotto Parametri/metodi Frequenza Operativa Frequenza Post-Operativa Volume mensile semestrale Vedi Allegato F6 trimestrale semestrale Responsabile esecuzione Responsabile Operativo Discariche Laboratorio HERA Registrazione Report tabella Rapporto di prova 53

59 Oggetto del controllo Bilancio idrologico (comparazione della quantità di percolato estratta dalla discarica con i valori di precipitazione meteorica) Parametri/metodi Frequenza Operativa Frequenza Post-Operativa - Annuale - Sezione piano di monitoraggio Allegato F Responsabile esecuzione Discariche Registrazione Report tabella Metodiche analisi percolato Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata al percolato prodotto deve essere reso noto dal laboratorio/sistema di misura, l incertezza estesa del metodo utilizzato per la misura, con un coefficiente di copertura pari a P95%. Per la verifica delle caratteristiche qualitative del percolato prodotto possono essere utilizzati: metodi normati quali: - Metodiche previste nel Decreto 31 gennaio 2005 Emanazione di linee Guida per l individuazione e l utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, per le attività elencate nell Allegato I del D.Lgs n. 372/99, pagina 67 - Manuale n. 29/2003 APAT/IRSA-CNR metodi normati emessi da Enti di normazione - UNI/Unichim/UNI EN - ISO - ISS (Istituto Superiore Sanità) - Standard Methods for the examination of water and wastewater (APHA-AWWA-WPCF). In relazione a quanto sopra indicato, è fatto salvo che indipendentemente dalla fonte o dal contesto in cui il metodo viene citato o indicato, deve essere sempre presa a riferimento la versione più aggiornata. Parimenti, la stessa valutazione deve essere fatta in ordine all emissione di un nuovo metodo emesso dall Ente di normazione e che non viene sempre recepito in tempo reale dai riferimenti normativi. I metodi utilizzati alternativi e/o complementari ai metodi ufficiali devono avere un limite di rilevabilità complessivo che non ecceda il 10% del valore limite stabilito. In casi particolari l utilizzo di metodi con prestazioni superiori al 10% del limite devono essere preventivamente concordati con l Autorità competente e ARPA. Qualora non fosse indicata l incertezza della misura eseguita si prenderà in considerazione il valore assoluto della misura per il confronto con il limite stabilito. I rapporti di prova relativi agli autocontrolli devono riportare, insieme al valore del parametro analitico, il metodo utilizzato e la relativa incertezza estesa (P95%), l esito analitico e le condizioni di assetto dell impianto, se pertinenti, durante l esecuzione del prelievo. Per quanto concerne i metodi presentati dal laboratorio di riferimento nel Piano di Monitoraggio, si ribadisce che al momento della presentazione dei rapporti di prova relativi a quanto previsto nel Piano stesso, dovrà essere data evidenza dell incertezza estesa associata al dato analitico. Si rammenta altresì che l incertezza estesa deve essere compatibile con i coefficienti di variazione (Cv) di ripetibilità indicati nei Metodi ufficiali. 2.4) EMISSIONI IN ATMOSFERA E QUALITÁ DELL ARIA Oggetto del controllo Analisi Soil-Gas Qualità dell aria: polverosità atmosferica Analisi qualità aria interna ed esterna al Comparto Esplosività su linee e pozzi percolato Analisi fumi di combustione motori biogas Analisi estesa biogas Analisi biogas diffuso dal corpo discarica Parametri/metodi Rilevazione soilgas in aree esterne vedi piano analitico PM 10, Cd, Pb, Cr e Ni Vedi Allegati F7 e F9 Vedi Allegato F7 Vedi Allegato E punto E.1 Vedi Allegato F8 Vedi Allegato F8 Frequenza Operativa Frequenza Post-Operativa Responsabile esecuzione annuale annuale Tecnici Esterni mensile Da definire Laboratorio HERA annuale annuale Tecnici esterni quadrimestrale annuale Laboratorio HERA Annuale Annuale Tecnici Esterni Annuale Annuale Tecnici Esterni Semestrale Da definire Tecnici Esterni Registrazione Rapporto di prova Rapporto di prova Rapporto di prova Rapporto di prova Rapporto di prova Rapporto di prova Rapporto di prova 54

60 Sezione piano di monitoraggio Allegato F Presenza di sostanze odorigene Vedi Allegato F9 mensile Da definire Discariche Report tabella PRESCRIZIONI Per la verifica del rispetto dei limiti dovranno essere utilizzati i metodi di prelievo ed analisi e le strategie di campionamento dell U.N.I.CHIM. così come modificati dal Decreto 25/08/2000. Per l effettuazione delle verifiche è necessario che i condotti di adduzione e scarico degli impianti di abbattimento siano dotati di prese di misura, posizionate e dimensionate in accordo con quanto specificato dal manuale U.N.I.CHIM. M.U Verifica di conformità e rispetto dei limiti Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata alle emissioni in atmosfera, deve essere reso noto dal laboratorio/sistema di misura l incertezza della misura con un coefficiente di copertura almeno pari a 2 volte la deviazione standard (P95%) del metodo utilizzato. Per la verifica delle caratteristiche delle emissioni autorizzate possono essere utilizzati: a. metodi UNI/Unichim/UNI EN. b. metodi normati ed aggiornati. c. metodi ufficiali (nazionali o internazionali) o pubblicati su autorevoli riviste scientifiche. I metodi utilizzati alternativi e/o complementari ai metodi ufficiali devono avere un limite di rilevabilità complessivo che non ecceda il 10% del valore limite stabilito. In casi particolari l utilizzo di metodi con prestazioni superiori al 10% del limite deve essere preventivamente concordato con la Provincia ed ARPA. Qualora non fosse indicata l incertezza della misura eseguita si prenderà in considerazione il valore assoluto della misura per il confronto con il limite stabilito. Quando viene utilizzato un metodo interno deve essere specificato il metodo ufficiale di riferimento e la modifica apportata a tale metodo. I rapporti di prova relativi agli autocontrolli devono riportare, insieme al valore del parametro analitico, il metodo utilizzato e la relativa incertezza estesa (P95%) conformi, devono riportare oltre all esito analitico, anche le condizioni di assetto dell impianto durante l esecuzione del rilievo, se pertinenti. Per quanto concerne i metodi presentati dal laboratorio di riferimento nel Piano di Monitoraggio, si ribadisce che al momento della presentazione dei rapporti di prova, relativi a quanto previsto nel Piano stesso, dovrà essere data evidenza dell incertezza estesa associata al dato analitico. Si rammenta altresì che l incertezza estesa deve essere compatibile con i coefficienti di variazione (Cv) di ripetibilità indicati nei Metodi ufficiali. Accessibilità dei punti di prelievo I sistemi di accesso degli operatori ai punti di prelievo e misura devono garantire il rispetto delle norme previste in materia di sicurezza ed igiene del lavoro (DPR 547/55, DPR 303/56, DPR 164/56, D.Lgs 626/94 e successive modifiche). L azienda dovrà fornire tutte le informazioni sui pericoli e rischi specifici esistenti nell ambiente in cui opererà il personale incaricato di eseguire prelievi e misure alle emissioni. L azienda deve garantire l adeguatezza di coperture, postazioni e piattaforme di lavoro e altri piani di transito sopraelevati, in relazione al carico massimo sopportabile. Le scale di accesso e la relativa postazione di lavoro devono consentire il trasporto e la manovra della strumentazione di prelievo e misura. Il percorso di accesso alle postazioni di lavoro deve essere ben definito ed identificato nonché privo di buche, sporgenze pericolose o di materiali che ostacolino la circolazione. I lati aperti di piani di transito sopraelevati (tetti, terrazzi, passerelle, ecc.) devono essere dotati di parapetti normali secondo definizioni di legge. Le zone non calpestabili devono essere interdette al transito o rese sicure mediante coperture o passerelle adeguate. I punti di prelievo collocati in quota devono essere accessibili mediante scale fisse a gradini oppure scale fisse a pioli: non sono considerate idonee scale portatili. Le scale fisse verticali a pioli devono essere dotate di gabbia di protezione con maglie di dimensioni adeguate ad impedire la caduta verso l esterno. Nel caso di scale molto alte, il percorso deve essere suddiviso, mediante ripiani intermedi, in varie tratte di altezza non superiore a 8-9 metri. Qualora si renda necessario il sollevamento di attrezzature al punto di prelievo, per i punti collocati in quota e raggiungibili mediante scale fisse verticali a pioli, la ditta deve mettere a disposizione degli operatori le seguenti strutture: Quota superiore a 5m Quota superiore a 15m sistema manuale di sollevamento delle apparecchiature utilizzate per i controlli (es: carrucola con fune idonea) provvista di idoneo sistema di blocco sistema di sollevamento elettrico (argano o verricello) provvisto di sistema frenante La postazione di lavoro deve avere dimensioni, caratteristiche di resistenza e protezione verso il vuoto tali da garantire il normale movimento delle persone in condizioni di sicurezza. In particolare le piattaforme di lavoro devono essere dotate di: parapetto normale su tutti i lati, piano di calpestio orizzontale ed 55

61 Sezione piano di monitoraggio Allegato F antisdrucciolo nonché di botola incernierata non asportabile (in caso di accesso dal basso) o cancelletto con sistema di chiusura (in caso di accesso laterale) per evitare cadute e possibilmente dotate di protezione contro gli agenti atmosferici. Per altezze non superiori a 5m possono essere utilizzati ponti a torre su ruote costruiti secondo i requisiti previsti dalle normative vigenti e dotati di parapetto normale su tutti i lati. Punto di prelievo: attrezzatura e collocazione (riferimento metodi UNICHIM 422 UNI UNI EN ) Ogni emissione deve essere numerata ed identificata univocamente con scritta indelebile in prossimità del punto di prelievo. I punti di prelievo devono essere collocati in tratti rettilinei di condotto a sezione regolare (circolare o rettangolare), preferibilmente verticali, lontano da ostacoli, curve o qualsiasi discontinuità che possa influenzare il moto dell effluente. Per garantire la condizione di stazionarietà necessaria alla esecuzione delle misure e campionamenti, la collocazione del punto di prelievo deve rispettare le condizioni imposte dalle norme tecniche di riferimento (UNI e UNI EN ) ovvero almeno 5 diametri idraulici a valle ed almeno 2 diametri idraulici a monte di qualsiasi discontinuità. E facoltà dell Autorità Competente richiedere eventuali modifiche del punto di prelievo scelto qualora in fase di misura se ne riscontri la inadeguatezza. In funzione delle dimensioni del condotto devono essere previsti uno o più punti di prelievo. Il numero di punti di prelievo è stabilito sulla base della tabella seguente: Condotti circolari Condotti rettangolari Diametro (metri) N punti prelievo Lato minore (metri) N punti prelievo fino a 1m 1 fino a 0,5m 1 al centro del lato da 1m a 2m 2 (posizionati a 90 ) da 0,5m a 1m 2 superiore a 2m 3 (posizionati a 60 ) superiore a 1m 3 al centro dei segmenti uguali in cui è suddiviso il lato Ogni punto di prelievo deve essere attrezzato con bocchettone di diametro interno da 3 pollici filettato internamente e deve sporgere per circa 50mm dalla parete. I punti di prelievo devono essere collocati ad almeno 1 metro di altezza rispetto al piano di calpestio della postazione di lavoro. Le prescrizioni tecniche in oggetto possono essere verificate da ARPA che ne può fissare i termini temporali per la loro realizzazione. I camini devono essere comunque attrezzati per i prelievi anche nel caso di attività a ridotto inquinamento atmosferico che si avvalgono di autorizzazione generale. 2.5) RUMORE Oggetto del controllo Monitoraggio rumore in ambiente esterno Valutazione di impatto acustico Parametri/metodi Valore assoluto di immissione del rumore in ambiente esterno individuazione delle principali sorgenti di rumore Frequenza Operativa Frequenza Post-Operativa triennale - Responsabile esecuzione Tecnico abilitato in acustica Registrazione Relazione tecnico abilitato 2.6) PARAMETRI METEOCLIMATICI Frequenza Parametri Operativa Precipitazioni giornaliera Frequenza Post-Operativa giornaliera sommata ai valori mensili Temperatura min giornaliera media mensile Temperatura max giornaliera media mensile Temperatura 14 h CET giornaliera media mensile Direzione vento giornaliera - Velocità vento giornaliera - Evaporazione giornaliera giornaliera sommata ai valori mensili Umidità atmosferica 14 h CET giornaliera media mensile Responsabile esecuzione Discariche Registrazione Report tabella 2.7) MORFOLOGIA DELLA DISCARICA Oggetto Frequenza Frequenza Responsabile Parametri/metodi del controllo Operativa Post-Operativa esecuzione Registrazione Struttura e Rilievi topografici trimestrale semestrale Tecnici esterni Planimetria 56

62 Sezione piano di monitoraggio Allegato F composizione della discarica (primi 3 anni) poi annuale Comportamento dell assestamento del corpo della discarica Valutazione integrità dell impermeabilizzazio ne di fondo mediante rilievo dei cedimenti Rilievi topografici Assestimetri e capisaldi trimestrale trimestrale semestrale (primi 3 anni) poi annuale semestrale (primi 3 anni) poi annuale Tecnici esterni Discariche Rapporto + Planimetria Rapporto + Planimetria L esecuzione del PSC deve essere garantita tramite strutture e dotazioni qualificate e competenti e utilizzando le metodiche ufficiali di prelievo e analisi. Il programma operativo di dettaglio del PSC deve essere messo a disposizione dell ARPA all inizio di ogni anno. Sulle attività del PSC svolte direttamente o indirettamente dal gestore deve essere garantita la periodica verifica e sorveglianza tramite soggetti qualificati e indipendenti, appositamente incaricati dall azienda. L azienda è tenuta a formalizzare a Provincia ed ARPA gli estremi e i riferimenti di tali soggetti incaricati. Tali soggetti, oltre a garantire periodiche verifiche sulle attività previste dal PSC, comprese eventuali prove e/o analisi chimiche da eseguire avvalendosi di laboratori qualificati, dispongono e sottoscrivono una relazione specifica di resoconto con cadenza semestrale in continuità con quelle già previste per i settori di discarica esistenti. Tale relazione viene tenuta a disposizione degli organi di controllo e viene allegata alla relazione da presentare, con cadenza annuale, ai sensi dell art. 10 comma2 lettera l) del D.Lgs 36/ ) PRODUZIONE DI BIOGAS E DI ENERGIA Oggetto del controllo Funzionamento delle torce Parametri/metodi Tempo di funzionamento Frequenza Operativa Settimanale Frequenza Post-Operativa mensile Responsabile esecuzione Servizio gestione discarica Registrazione Tabella di registrazione 3) CONTROLLI OPERATIVI Quale verifica sistematica della corretta gestione degli impianti sono tenuti sotto controllo dispositivi, sistemi e procedure che possono avere un influenza sulle prestazioni ambientali della Ditta. I controlli operativi previsti di seguito riportati, che dovranno essere svolti nelle modalità stabilite dalle apposite procedure, sono diretti al controllo di tutte le sezioni impiantistiche degli impianti di discarica Hera, al fine di verificare che queste ultime assolvano alle funzioni per le quali sono state progettate in tutte le condizioni operative. 3.1) SISTEMA DI CONTROLLO COLTIVAZIONE Oggetto del controllo Stabilità del cumulo e delle scarpate (presenza frane, ecc.) Esecuzione e stato della messe in sicurezza Stato della copertura finale Presenza del personale e dei mezzi per il servizio movimentazione materie per la gestione operativa della discarica Esecuzione copertura giornaliera Rispetto del programma di abbancamento Tracciamento e verifica delle quote e pendenza di progetto Presenza materiale inerte per la copertura rifiuti e la manutenzione viabilità Presenza di rifiuti dispersi, fango, terra nella viabilità esterna Parametri/metodi Frequenza Operativa 57 Frequenza Post- Operativa Controllo visivo settimanale trimestrale Controllo visivo settimanale - Controllo visivo Mensile (lotti esauriti) trimestrale Controllo visivo giornaliero - Controllo visivo giornaliera - Controllo visivo giornaliero - Controllo visivo settimanale - Controllo visivo settimanale - Controllo visivo giornaliero - Responsabile esecuzione Discariche Discariche Discariche Discariche Discariche Discariche Discariche Discariche Discariche Registrazione Scheda Settimanale Scheda Settimanale Scheda annuale Scheda Settimanale Scheda Settimanale Scheda Settimanale Scheda Settimanale Scheda Settimanale Scheda Settimanale

63 Sezione piano di monitoraggio Allegato F Oggetto del controllo Integrità di viabilità e segnaletica in discarica Integrità di viabilità, recinzioni e segnaletica del Comparto Esecuzione del servizio di vigilanza notturna Esecuzione del servizio di spazzamento stradale e raccolta carta (intero Comparto) Condizioni igienicosanitarie: realizzazione di campagne di disinfestazione Chiusura cancelli a fine giornata Presenza di percolato nei pozzi biogas Linee percolato: controllo a vista delle tubazioni interrate del percolato. Controllo del terreno lungo il tracciato delle tubazioni interrate Presenza liquido di drenaggio sottotelo Analisi di caratterizazione eventuali liquidi sottotelo Analisi dei dati di flusso relativi ai quantitativi di rifiuti in ingresso Analisi dei dati di flusso relativi ai materiali utilizzati per la copertura Analisi dei dati di flusso relativi ai quantitativi di percolato prodotto Valutazione della densità della miscela rifiuti-inerti mediante rilievo dei volumi abbancati e quantità conferite Parametri/metodi Frequenza Operativa Frequenza Post- Operativa Controllo visivo giornaliero trimestrale Controllo visivo mensile trimestrale Controllo visivo giornaliero settimanale Controllo visivo settimanale + secondo necessità semestre estivo + secondo necessità - Da definire Controllo visivo giornaliero - Controllo visivo Trimestrale Da definire Controllo visivo mensile Da definire Controllo visivo Mensile Da definire Vedi allegato F6 Registro di carico/scarico Registro di carico/scarico Secondo necessità Da definire mensile - mensile - - Mensile mensile Indicatore trimestrale - Responsabile esecuzione Discariche Discariche Discariche Discariche HERA Servizio disinfestazione Discariche Discariche Discariche Discariche Laboratorio HERA Discariche Discariche Discariche discariche + topografo esterno Registrazione Scheda Settimanale addetti Scheda Settimanale addetti Scheda Settimanale addetti - Report intervento Scheda settimanale Scheda settimanale Scheda settimanale Scheda settimanale Scheda settimanale Report tabella Report tabella Report tabella Rilievo topografico + tabella 3.2) SISTEMA DI REGIMAZIONE ACQUE DI PIOGGIA Oggetto del controllo Ispezione sistema regimazione acque meteoriche Parametri/metodi Frequenza Operativa Frequenza Post-Operativa Controllo visivo settimanale - Responsabile esecuzione Responsabile Operativo Discariche Registrazione Apposito modulo 3.3) SISTEMA DI CONTROLLO IMPIANTO DI ESTRAZIONE E RACCOLTA PERCOLATO Oggetto del controllo Controllo di tenuta delle linee di trasporto del percolato Verifica dello stato di riempimento dei pozzi di percolato e funzionamento pompe Parametri/metodi Messa in pressione E ISPEZIONE VISIVA Frequenza Operativa Annuale Frequenza Post- Operativa Da definire Controllo visivo settimanale Da definire Responsabile esecuzione Manutentori esterni Responsabile Operativo Discariche Registrazione Registrazione strumentale automatica Apposito modulo 58

64 Sezione piano di monitoraggio Allegato F Oggetto del controllo Verifica dello stato di riempimento delle vasche di stoccaggio del percolato Parametri/metodi Frequenza Operativa Frequenza Post- Operativa Controllo visivo giornaliero Da definire Responsabile esecuzione Responsabile Operativo Discariche Registrazione Apposito modulo 3.4) RIFIUTI IN INGRESSO Tenendo in considerazione quanto indicato nell Allegato E al punto E1) rifiuti, il Piano di Monitoraggio prevede: Aspetto ambientale Omologa rifiuti Accettazione rifiuti Controlli in fase di conferimento rifiuti Oggetto del controllo Esame della scheda descrittiva e della caratterizzazione analitica: valutazione ammissibilità, compatibilità e trattabilità Verifica del rifiuto presso il produttore prima dell inizio dei conferimenti Esistenza della convenzione tra produttore del rifiuto e HERA Esistenza delle autorizzazioni necessarie alle attività di trasporto rifiuti Conformità dell automezzo conferente al regolamento della discarica Controllo del formulario di identificazione dei rifiuti Pesatura del rifiuto Controllo visivo su tutti i mezzi con cassoni aperti e rifiuti in vista con telecamera Controllo visivo standard Controllo visivo supplementare Controllo analitico del rifiuto Frequenza Operativa Frequenza Post- Operativa Ogni omologa - Quando ritenuto necessario Per ogni conferimento Per ogni conferimento Per ogni conferimento Per ogni conferimento Per ogni conferimento Per ogni conferimento Per ogni conferimento Annuale per conf.>500 ton Ulteriore ogni 2000 ton o sulla base delle informazioni dichiarate dal produttore in fase di omologa sulla base delle informazioni dichiarate dal produttore in fase di omologa in caso di dubbi e nei casi di cui al punto11 allegato E Metodiche, verifica di conformità e rispetto dei limiti - Responsabile esecuzione amministrativa rifiuti amministrativa rifiuti discariche - Servizio Pesa - Servizio Pesa - Servizio Pesa - Servizio Pesa - Servizio Pesa - Servizio Pesa - Capo piazzale - - Servizio gestione discariche discariche Registrazione Scheda descrittiva del rifiuto Scheda descrittiva del rifiuto Modulo di Conferimento Modulo di Conferimento Modulo di Conferimento Modulo di Conferimento Modulo di Conferimento Modulo di Conferimento Modulo di Conferimento Scheda di controllo Scheda di controllo 59

65 Sezione piano di monitoraggio Allegato F Le metodiche di campionamento analitiche utilizzate per la caratterizzazione dei rifiuti sono quelle introdotte con il DM 03/08/2005 ossia le metodiche elencate nell Allegato 3 del predetto decreto che fanno riferimento alla norma UNI Al riguardo per la caratterizzazione dei rifiuti è da escludere il ricorso alla determinazione del valore di TDS in alternativa alle determinazioni per solfati e cloruri. Le prove di eluizione e l analisi degli eluati per i parametri previsti devono essere effettuate mediante i metodi analitici ENV 12457/1-4, ENV e ENV Per le determinazioni analitiche devono essere adottati metodi ufficiali riconosciuti a livello nazionale e/o internazionale. Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata sui rifiuti ovvero sugli eluati, sia in maniera continua che periodica, sarà definita l incertezza della misura con un coefficiente di copertura almeno pari a 2 volte la deviazione standard (P95%) del metodo utilizzato. 4) MANUTENZIONI Le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria previste per tutte le opere funzionali e impiantistiche della discarica HERA non pericolosi, che dovranno essere svolte nelle modalità stabilite dall apposita procedura, sono di seguito riportate; al fine di garantire che anche nella fase successiva alla chiusura le discariche mantengano i requisiti di sicurezza ambientale richiesti, le opportune attività di manutenzione sono previste anche in fase di gestione post-operativa. Oggetto del controllo Efficienza delle condotte del sistema di drenaggio del percolato Tenuta ed efficienza della condotta di trasporto del percolato mediante ispezione visiva con telecamera Funzionamento del dispositivo automatico di blocco pompe pieno delle vasche d accumulo Verifica dello stato della impermeabilizzazione interna della vasche di stoccaggio del percolato Pulizia reti drenaggio del percolato con idrojet Pulizia linee di trasporto del percolato con idrojet Pulizia vasca di stoccaggio e pozzetto di sollevamento del percolato Manutenzione pompe di sollevamento e di estrazione del percolato Ispezione della rete di captazione e allontanamento acque meteoriche: fossi, embrici, pozzetti, canalette, fogna stradale, vasche Pulizia della rete di captazione e allontanamento acque meteoriche: fossi, embrici, pozzetti, canalette, fogna stradale, vasche Manutenzione opere meccaniche di intercettazione acque meteoriche: paratoie, valvole a calpet, elettrovalvole Controllo e manutenzione dell efficienza dei pozzi piezometrici Spurgo dei pozzi 10 giorni prima del campionamento Manutenzione copertura finale e/o provvisoria: chiusura crepe e fessurazioni causate da essiccamento, cedimenti, vulnerabilità al gelo, assestamenti differenziali Parametri metodi Frequenza Operativa Frequenza Post- Operativa Controllo visivo Mensile Trimestrale Responsabile esecuzione discariche Video ispezione Ogni 3 anni - Specialisti Mensile Trimestrale - Controllo visivo annuale annuale idrojet mensile trimestrale idrojet Semestrale Annuale - semestrale annuale - Controllo visivo trimestrale / semestrale Mensile semestrale annuale Trimestrale semestrale - semestrale annuale - semestrale semestrale - trimestrale semestrale - trimestrale semestrale - annuale + secondo necessità Annuale Da definire discariche discariche discariche discariche discariche discariche discariche discariche discariche discariche discariche discariche ditte appaltanti Registrazione Scheda annuale Scheda annuale Scheda annuale Scheda annuale Scheda annuale Scheda annuale Scheda annuale Scheda annuale Scheda annuale Scheda annuale Scheda annuale Scheda annuale Scheda annuale Scheda annuale 60

66 Oggetto del controllo Parametri metodi Sfalcio erba - Manutenzione delle macchine operatrici Frequenza Operativa trimestrale + secondo necessità Frequenza Post- Operativa trimestrale Sezione piano di monitoraggio Allegato F Responsabile esecuzione discariche Registrazione Rapporti di intervento - varia - Ditte appaltanti - Controlli presidi antincendio - Varia Varia Ditta esterne Tenuta di linee ed impianti trasporto biogas Aspirazione del percolato dai pozzi del biogas Spurgo delle condotte di captazione del biogas (eliminazione condense) Controllo dei presidi del sito: gruppo elettrogeno, gruppi antincendio, lavaggio ruote, elettrovalvola vasche di 1 pioggia Rilevazione della concentrazione di ossigeno Lavaggio sotto le pese con idrojet - In continuo In continuo Ditte appaltanti Scendo necessità In continuo Secondo necessità In continuo - Mensile Da definire Annuale + secondo necessità - discariche discariche discariche di scariche Registro antincendio Scheda settimanale Scheda mensile Scheda mensile Scheda annuale 5) RELAZIONE ANNUALE Ai sensi del combinato disposto dell art. 10, comma 2, lettera l) del D.Lgs. n. 36/03 e dell art. 7, comma 6) del D.Lgs. n. 59/05, dovrà essere redatta annualmente una relazione descrittiva del monitoraggio effettuato ai sensi di quanto riportato nel Piano di Monitoraggio, contenente la verifica di conformità rispetto ai limiti puntuali ovvero alle prescrizioni contenute nel presente atto autorizzatorio; tale relazione, che dovrà essere inviata entro il 31 marzo dell anno successivo alla Provincia di Ravenna, all ARPA territorialmente competente e al Comune di Ravenna, dovrà altresì risultare completa di tutte le informazioni sui risultati della gestione delle discariche e dei programmi di sorveglianza e controllo, oltre ai dati di cui all Allegato 2, punto 1, ultimo comma del D.Lgs. n. 36/03. In particolare, la relazione dovrà contenere almeno i seguenti elementi: quantità, tipologia e caratteristiche (codice di identificazione) dei rifiuti smaltiti e loro andamento stagionale; volumi dei materiali eventualmente utilizzati per la copertura giornaliera e finale delle celle; prezzi di conferimento; andamento dei flussi e del volume di percolato [m 3 /anno] e le relative procedure di trattamento e smaltimento; andamento dei flussi e del volume di biogas prodotto [m 3 /anno] dalla discarica e captato, utilizzato per produrre energia elettrica; volume occupato e capacità residua nominale della discarica; risultati dei controlli effettuati sui rifiuti conferiti ai fini della loro ammissibilità in discarica, nonché sulle matrici ambientali e sulle emissioni. Alla relazione annuale saranno inoltre allegate le sopra citate relazioni semestrali di riscontro redatte dal personale tecnico specializzato e indipendente. 6) NOTIFICA DI EFFETTI AMBIENTALI NEGATIVI Le modalità adottate per notificare all Autorità Competente eventuali significativi effetti negativi sull ambiente sono definite unitariamente da SOTRIS e HERA, in relazione agli esiti dei controlli, in conformità con quanto fissato dal documento Limiti di Guardia degli inquinanti nell acquifero freatico del comparto HERA S.p.A. S.S. 309 Romea km 2,6 Ravenna che viene acquisito come parte integrante della presente AIA. 61

67 Allegati al piano di monitoraggio Allegato F1 Profilo analitico ACQUE SUPERFICIALI (Scolo Cerba e Scolo Tomba) Frequenza trimestrale (Gennaio, aprile, luglio, ottobre) Parametro U.d.M. ph COD BOD5 Fluoruri As Cu Cd Cr tot Cr VI Hg Ni Pb Zn Fosforo totale Cloruri Solfati Ferro totale Manganese Azoto ammoniacale Azoto nitroso Azoto nitrico Ossidabilità Kubel Parametri aggiuntivi a quelli indicati nella tabella precedente da determinarsi annualmente. Parametro U.d.M. Screening tossicità Composti organo alogenati Fenoli Pesticidi fosforati Pesticidi totali Solventi organici aromatici Solventi organici azotati Solventi clorurati TOC Na Mg K IPA Cianuri Calcio 62

68 Allegati al piano di monitoraggio Allegato F1 Controllo acque meteoriche (ad ogni evento meteorico significativo e campionabile) Acque meteoriche punto di scarico G in corpo idrico superficiale (Scolo Tomba) Acque meteoriche punto di scarico D in corpo idrico superficiale (Scolo Tomba Acque meteoriche punto di scarico A in corpo idrico superficiale (Scolo Tomba ph Conducibilità COD (come O2) Cloruri Fosforo totale Azoto totale Cd Pb Cu Cr totale CrVI Ni As Hg Se Zn Idrocarburi totali Solfati Solidi speciali totali ph Conducibilità COD (come O2) Cromo VI Cloruri Fosforo totale Azoto totale Cd Pb Cu Cr totale CrVI Ni As Hg Se Zn Idrocarburi totali Solfati Solidi speciali totali ph Conducibilità COD (come O2) Cloruri Fosforo totale Azoto totale Cd Pb Cu Cr totale CrVI Ni As 63 Parametro U.d.M.

69 Allegati al piano di monitoraggio Allegato F1 Controllo acque meteoriche (ad ogni evento meteorico significativo e campionabile) Acque meteoriche rete interna Hg Se Zn Idrocarburi totali Solfati Solidi speciali totali PH Conducibilità COD (come O2) Cloruri Fosforo totale Azoto totale Parametro U.d.M. Parametri aggiuntivi a quelli indicati nella tabella precedente da determinarsi annualmente sul punto di scarico SA. Parametro U.d.M. Cianuri totali (come CN) Fluoruri Azoto Ammoniacale (NH4) Pentaclorobenzene Composti organici alogenati ΣIPA (soli 6 IPA di Bornheff) Nonilfenolo Carbonio organico totale Conducibilità elettrica Ossidabilità di Kubel 64

70 Limiti di emissione ACQUE REFLUE DI DILAVAMENTO Punto di scarico SA Allegati al piano di monitoraggio Allegato F2 Parametro U.d.M. Limite di Emissione (tab.3 all.5 D.Lgs 152/06) Frequenza ph 5,5 9,5 Conducibilità COD (come O2) 160 Cloruri 1200 Fosforo totale 1* Azoto Ammoniacale 10 Azoto Nitroso 0,6 Azoto Nitrico 20 Azoto Totale <10* Ad ogni evento Cd 0,02 meteorico Pb 0,2 significativo Cu 0,1 Cr totale 2 Cr IV 0,2 Ni 2 As 0,5 Hg 0,005 Se 0,03 Sn 10 Fe 2 Al 1 Zn 0,5 Idrocarburi totali 5 Solfati 1000 SST 80 derogati fino alla conclusione delle opere da scenario 4 (al 2010), Grassi e oli animali e vegetali a * Limiti relativi ad area sensibile 65

71 Allegati al piano di monitoraggio Allegato F3 Planimetria pozzi piezometrici Comparto HERA-SOTRIS S.S. 309 Romea km 2,6 Ravenna 66

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