ESTRATTO DAL VERBALE DELLA SEDUTA DEL (punto N. 9 ) Delibera N.840 del

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1 REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE ESTRATTO DAL VERBALE DELLA SEDUTA DEL (punto N. 9 ) Delibera N.840 del Proponente TITO BARBINI DIPARTIMENTO DELLO SVILUPPO ECONOMICO Pubblicita /Pubblicazione: Atto soggetto a pubblicazione integrale Dirigente Responsabile:Stefano Barzagli Estensore: Angela Crescenzi Oggetto: PSR Misura 9.3 i. Modifica del massimale di contribuzione e dei criteri di priorità. Presidente della seduta: Segretario della seduta: CLAUDIO MARTINI CARLA GUIDI Presenti: TITO BARBINI PAOLO BENESPERI AMBROGIO BRENNA SUSANNA CENNI RICCARDO CONTI TOMMASO FRANCI MARCO MONTEMAGNI ANGELO PASSALEVA ENRICO ROSSI MARIA CONCETTA ZOPPI Assenti: CHIARA BONI ALLEGATI N : 1 ALLEGATI: Denominazione Pubblicazione Tipo di trasmissione Riferimento A Si Cartaceo+Digitale PSR Toscana Note:

2 LA GIUNTA REGIONALE Visto: - il regolamento (CE) 1257/1999 del Consiglio del 17 maggio 1999 sul sostegno allo sviluppo rurale; - il regolamento (CE) 1750/1999 della Commissione del 23 luglio 1999 e successive modificazioni recante disposizioni di applicazione del regolamento (CE) 1257/ 1999; - la decisione della Commissione europea n. C(2000) 2510 del 7/9/00 con la quale si approva il Piano di sviluppo rurale della Regione Toscana; - la propria deliberazione n del 3/10/2000 nella quale si prende atto del Piano di sviluppo rurale della Regione Toscana così come approvato dalla Decisione della Commissione europea n. C(2000) 2510 del 7/9/00; - la propria deliberazione n del 6 novembre 2000 recante Reg. CE 1257/99 - "Piano di sviluppo rurale della Regione Toscana Procedure generali di attuazione e priorità per la selezione delle domande. - il piano di Sviluppo Rurale 2000/2006 prevede interventi a favore di associazioni o consorzi che operano nell'ambito della tutela e valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità, all'interno della Misura 9.3 azione "i" "Favorire la costituzione e l'avviamento di associazioni e consorzi che operano nell'ambito di produzioni di qualità riconosciute ai sensi della normativa comunitaria, nazionale e regionale"; - dal 2000, anno di inizio del Piano di Sviluppo Rurale ad oggi, i produttori toscani hanno espresso un interesse crescente per la valorizzazione di produzioni la cui fama ed il nome sono storicamente legati al territorio d'origine, presentando istanze ai sensi del Reg. CEE 2081/92, delle quali 5 già riconosciute come Denominazioni di Origine dalla Unione Europea, e 12 in fase di istruttoria per il riconoscimento; - la procedura di riconoscimento di una denominazione di origine nel momento in cui riceve il parere favorevole dal Ministero competente, si avvia alla conclusione in tempi certi, successivamente ai quali è richiesto un impegno notevole da parte del soggetto proponente che si deve strutturare e far fronte ad azioni sia sul piano della tutela presentando il Piano di Controllo, sia sul piano della valorizzazione; - è interesse della Regione Toscana supportare i produttori con strumenti adeguati e favorire un ampliamento della gamma dei prodotti a certificazione DOP e IGP, che comunque sono ancora un numero esiguo rispetto alla numerosità dei prodotti tipici e tradizionali che si presentano ai consumatori; - la politica agricola regionale di valorizzazione delle produzioni agricole a basso consumo di input ha finalmente dato avvio all'utilizzo del marchio regionale agriqualità disciplinato dal Regolamento

3 Regionale n. 6 del 3 agosto del 2000 L.R. 25/99 (approvato dalla Commissione Europea adottando la decisione trasmessa con nota SG 2000 D/ del 26/7/2000); - dagli inizi del 2003, sono state immesse sul mercato le prime produzioni agroalimentari toscane (pasta e pane), coltivate con il metodo dell'agricoltura integrata, che si avvalgono per la loro valorizzazione del marchio agriqualità "farfallina bianca" rilasciato ai sensi della L.R. 25/99 e che per altri prodotti si avvia una fase di valorizzazione tramite il marchio agriqualità; - le priorità individuate per la Misura 9.3 azione "i" nell'allegato alla Deliberazione della Giunta Regionale n del 6 novembre 2000 ponevano in secondo piano le produzioni valorizzate tramite il marchio agriqualità di cui alla L.R. 25/99. Tenuto conto che la verifica delle condizioni di effettiva permanenza di un marchio a denominazione di origine sul mercato, non sempre sono immediatamente rilevabili e che i costi di predisposizione di studi preliminari in tal senso presentano a volte costi difficilmente sostenibili da parte dei pochi produttori che inizialmente si fanno carico di costituirsi in comitato promotore per la proposizione di una denominazione di origine; - il riparto delle risorse finanziarie assegnate alla Misura 9.3 "i" con Del. G.R. n del risultano esigue rispetto al numero dei potenziali beneficiari anche in considerazione dell'alto massimale previsto per ogni progetto approvato (fino a Euro /anno); Preso atto del documento presentato dall'uncem durante i lavori della Conferenza della Montagna (giugno 2002) nella quale è stata richiesta una fattiva attenzione alle esigenze degli attori operanti nel contesto montano; Tenuto conto che le produzioni della montagna hanno rese inferiori rispetto agli ambienti di pianura e che, al contempo, rappresentato in molti casi le uniche fonti di reddito agricolo per le popolazioni locali, pur non assicurando grandi margini di guadagno; - numerosi prodotti per i quali sono state avviate le procedure di riconoscimento ai sensi del Reg. CEE 2081/92 sono produzioni della montagna; - il meccanismo applicativo delle priorità di cui sopra, tende a selezionare strutture associative di grandi dimensioni che pertanto mal si adeguano alle strutture nate per la valorizzazione e la tutela di prodotti caratteristici della montagna o delle zone svantaggiate; Preso atto della Decisione della GR n. 18 del 3/6/2003 che approva le Linee del Piano d azione per le montagne toscane ai sensi della L.R. 49/99;

4 Preso atto che i criteri di priorità, per la stesura delle graduatorie, approvati con Del. G.R. n del 6/11/2000 risultano superati rispetto alle nuove esigenze sopra richiamate; Ritenuto necessario: - apportare le modifiche all'allegato A della Del. G.R. n del 3/10/ Piano di Sviluppo Rurale della Toscana come specificato: L'importo massimo dell'investimento ammissibile è di Euro /anno. - apportare le modifiche all'allegato 2 della Del. G.R. n del 6/11/2000 "Condizioni di priorità per la selezione delle domande relative alle misure attivate con il PSR ", assicurando condizioni di priorità per le associazioni o consorzi nati a tutela delle produzioni di montagna o delle zone svantaggiate e dando priorità a coloro che operano per un primo riconoscimento ed affermazione del prodotto toscano; considerando medesime condizioni per i prodotti tutelati dal Reg. CEE 2092/1991 e L.R. 25/99. A voti unanimi DELIBERA 1. di apportare le modifiche all'allegato A alla Del. G.R. n del 3/10/ Piano di Sviluppo Rurale della Toscana Misura 9.3 "Commercializzazione di prodotti di qualità" let. c) Forma di aiuto, modulazione ed importo massimo azione "i") rimodulando l'importo massimo in: L'importo massimo dell'investimento ammissibile è di Euro /anno. 2. di porre come obbiettivo strategico la valorizzazione delle produzioni toscane che sono in fase di ottenimento del riconoscimento a D.O.P. o I.G.P. ai sensi del Reg. CE 2081/92 dando priorità alle associazioni o consorzi che sostengono l istanza di riconoscimento; 3.di approvare le nuove condizioni di priorità per la Misura 9.3 azione "i" "Avviamento di associazioni o consorzi per prodotti agroalimentari di qualità" come riportate nell'allegato A, parte integrante della presente deliberazione, in sostituzione di quanto previsto nell'allegato 2, parte integrante della Del. G.R. n del 6/11/2000. Il presente provvedimento, soggetto a pubblicità ai sensi dell`art. 41, comma 1, lettera b della legge regionale 9/95, è pubblicato per intero comprensivo degli allegati sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana ai sensi dell`art. 3, comma 1, della L.R. 18/96. Il Dirigente Responsabile STEFANO BARZAGLI SEGRETERIA DELLA GIUNTA IL COORDINATORE VALERIO PELINI Il Coordinatore MARCO GIANLUCA ROMAGNOLI

5 Allegato A Delibera Giunta Regionale n. 840 del 01/09/2003 Per la definizione della graduatoria unica regionale, predisposta a cura del competente ufficio della Giunta Regionale, sono applicati i seguenti criteri di priorità: 1) beneficiari che operano ai sensi del Reg. CEE 2081/92 sulle produzioni a DOP e IGP, all interno dello scaglione hanno priorità coloro che operano per il prodotto il cui areale sia per oltre il 75% ricadente in territorio definito montano ai sensi della L. 97/94; nei due scaglioni così formati sono applicate seguenti priorità: 1.1) il dossier relativo al riconoscimento di denominazione di origine sia stato oggetto di parere favorevole da parte del Ministero delle Politiche Agricole, prima dell invio all esame degli uffici comunitari; la graduatoria viene redatta seguendo l ordinamento decrescente della data del parere; 1.2) la richiesta di denominazione sia in pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Unione Europea: la graduatoria viene redatta seguendo l ordinamento decrescente della data di pubblicazione; 1.3) la denominazione di origine sia iscritta al registro comunitario: la graduatoria viene redatta seguendo l ordinamento decrescente della data di pubblicazione. In caso di parità la priorità è data alla denominazione con areale di dimensioni minori. 2) beneficiari che operano ai sensi del Reg. CEE 2092/91 sulle produzioni biologiche o ai concessionari del marchio agri qualità ai sensi della L.R. 25/99. La graduatoria viene redatta in base al maggior quantitativo di materia prima certificata ai sensi del Reg. CE 2092/91 o della L.R. 25/99 nell anno solare precedente alla scadenza del bando. In caso di parità la priorità è data al beneficiario che abbia il maggior numero di associati. 3) beneficiari che operano ai sensi della L. 164/92 sulle denominazione di origine dei vini, all interno dello scaglione è riconosciuta la priorità a coloro che abbiano: 3.1) l atto di incarico, ai sensi dell art. 19 della l /02/92, al Consorzio di tutela da parte del Ministero delle politiche agricole e forestali con data più recente; 3.2) l atto di riconoscimento di un vino a denominazione di origine (DOC, DOCG) da parte del Ministero delle politiche agricole e forestali, in data più recente. In caso di parità la priorità è data alla denominazione con areale di dimensioni minori.