Valeria Rossini. Pedagogia generale a.a. 2018/2019. Il bullismo nella scuola secondaria di primo grado.

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI A. MORO Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione Pedagogia generale a.a. 2018/2019 Il bullismo nella scuola secondaria di primo grado Valeria Rossini 1 2 1

2 BULLISMO: ETIMOLOGIA E DEFINIZIONE Il termine bullismo deriva dall inglese bullying. Il precursore di questi studi è stato il norvegese Dan Olweus che ha indagato il fenomeno del mobbing in seguito alla reazione dell opinione pubblica dinanzi al suicidio di due bambini incapaci di sopportare le continue offese da parte dei compagni. Uno studente è prevaricato o vittimizzato, e quindi è oggetto di azioni di bullismo, quando viene, ripetutamente nel corso del tempo, esposto ad azioni offensive messe in atto da uno o più compagni. Ne deriva che il bullismo è un comportamento aggressivo, ripetuto e perpetrato da uno o più ragazzi, che mira in modo deliberato a danneggiare e fare del male. 3 CARATTERISTICHE PRINCIPALI Intenzionalità: Il prevaricatore o bullo, intenzionalmente pone in atto dei comportamenti fisici o verbali finalizzati ad arrecare danno o ad offendere l altro. Persistenza: La prevaricazione è sistematica, ossia viene ripetuta nel corso del tempo, per mesi o addirittura per anni. Asimmetria: C è un disequilibrio di forza tra colui che prevarica e colui che viene prevaricato in quanto quest ultimo non può o non riesce a difendersi. 4 2

3 DUE FORME DI BULLISMO diretta: chiaramente evidente e riconoscibile, si distingue in: fisica: consiste in attacchi rivolti alla vittima che fanno ricorso alla forza (picchiare, spingere, prendere gli oggetti altrui); verbale: si avvale di atti quali la minaccia, l offesa, le smorfie facciali o le idee razziste. indiretta: agisce a livello emotivo e psicologico ed è, pertanto, più difficile da individuare. Le modalità di cui si avvale sono nascoste e subdole e mirano all esclusione intenzionale della vittima dal gruppo dei pari e all isolamento sociale attraverso la diffusione di pettegolezzi e calunnie. 5 LE CAUSE DEL BULLISMO Ostilità nei confronti dell ambiente e errate considerazioni sociali maturate nell ambiente familiare inadeguato; Violenze subite o comportamenti familiari aggressivi; Bisogno di potere e di dominio a cui segue una piacevole sensazione di controllo e di sottomissione degli altri; Stili educativi sia dei genitori che degli insegnanti che determinano confusione e disagio, in particolare quello autoritario e permissivo; Componenti personologiche (impulsività, attitudine alla prepotenza, ansietà, insicurezza); Caratteristiche esteriori che costituiscono delle particolarità diverse da quelle che i media propongono (obesità, colore dei capelli, uso degli occhiali). 6 3

4 IL PALCOSCENICO DEL BULLISMO Il bullismo può essere attuato da un singolo individuo o da un gruppo; così come il bersaglio può essere un singolo individuo o un gruppo, pertanto la prevaricazione può essere di tipo: uno a uno uno a molti molti a uno 7 I PROTAGONISTI DEL BULLISMO bullo: chi prende l iniziativa; aiutante del bullo: chi ha una posizione secondaria nel gruppo cioè di seguace del bullo; sostenitore del bullo: chi agisce in modo da rinforzare il comportamento del bullo attraverso segnali di condivisione ed approvazione, ad esempio ridendo, incitandolo o semplicemente restando a guardare; vittima: chi subisce le prepotenze; difensore della vittima: chi interviene attivamente in difesa della vittima, consolandola o cercando di interrompere la prepotenza; spettatore esterno: chi rimane al di fuori della situazione non prendendo parte né verso il bullo né verso la vittima. 8 4

5 EFFETTI DEL BULLISMO depressione calo dell autostima ansia distress basso rendimento scolastico difficoltà di concentrazione abbandono scolastico suicidio 9 IL CYBERBULLISMO Il termine cyberbullismo è stato coniato dall educatore canadese Bill Belsey e si riferisce ad una serie di comportamenti lesivi della reputazione, della privacy e, in generale, della serenità psico-fisica della persona che ne diviene vittima. Per cyberbullismo si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo. 10 5

6 TIPOLOGIE DI CYBERBULLISMO flaming: diffusione di messaggi violenti volti a fomentare l odio sulle piazze virtuali; harassment: spedizione ripetuta e molesta di messaggi; impersonation: sostituzione furto di identità; exposure: pubblicazione di informazioni private; trickery: diffondere informazioni intime carpite con l inganno; esclusione: isolamento relazionale; cyberstalking: molestie e minacce ripetute. 11 CARATTERISTICHE DEL CYBERBULLISMO Assenza di segnali non verbali Anonimato dell autore Facilità della disinibizione Assenza di limiti spaziotemporali Elevato potenziale aggressivo 12 6

7 Legge 29 maggio 2017 n.72 Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo Tutela della dignità del minore (istanza per l oscuramento); Piano di azione integrato (tavolo tecnico); Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto in ambito scolastico; Informativa alle famiglie, sanzioni in ambito scolastico e progetti di sostegno e di recupero. 13 UNA RICERCA EMPIRICA IN PROVINCIA DI TARANTO AN NO 2017 SCUOLE 2 PARTECIPANTI 127 STRUMENTO QUESTIONARIO 14 7

8 LE PREPOTENZE A SCUOLA maschi femmine 15 In quali momenti hai subito questi comportamenti? 16 8

9 Il bullo ha agito da solo o in gruppo? 17 Come hai reagito a queste prepotenze? 18 9

10 Quando hai subito queste prepotenze, chi è intervenuto ad aiutarti? 19 Quando qualcuno fa il bullo, cosa fanno i tuoi compagni? 20 10

11 LINEE DI INTERVENTO EDUCATIVO Macrosociale (valori e immagini trasmesse dalla società) Individuale sociale (caratteristiche personali dei diversi attori) Microsociale (famiglia, gruppi dei pari, docenti) prospettiva psicosociale LATENZA EDUCATIVA 21 Nel complesso gli esseri umani vogliono essere buoni, ma non troppo buoni e non per tutto il tempo. George Orwell 22 11