IL BULLISMO A SCUOLA. Casamassima Vito Domenico PSICOLOGO. Natura e caratteristiche del fenomeno

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1 IL BULLISMO A SCUOLA Casamassima Vito Domenico Natura e caratteristiche del fenomeno 1

2 Che cos è il bullismo? Con il termine bullismo si definiscono le azioni aggressive o di manipolazione sociale tipici dei gruppi dei pari (a scuola e in ambienti di lavoro) perpetrati in modo sistematico e intenzionale da una o più persone ai danni di altre. 2

3 CARATTERISTICHE DEFINIZIONE 1. Intenzionalità: il bullo mette in atto INTENZIONALMENTE dei comportamenti fisici, verbali o psicologici con lo scopo di offendere l altro e di arrecargli danno o disagio; 2. Persistenza: sebbene anche un singolo episodio possa essere considerato una forma di bullismo, l interazione bullo-vittima è caratterizzata dalla ripetitività di comportamenti di prepotenza protratti nel tempo; 3. Interazione asimmetrica: fondata sul disequilibrio e sulla disuguaglianza di forza tra il bullo e la vittima che spesso non è in grado di difendersi; 4. Modalità: il comportamento di attacco può essere perpetrato con modalità fisiche o verbali di tipo DIRETTO (botte, pugni, calci, offese e minacce) o con modalità di tipo psicologico o INDIRETTO, quali la diffamazione o l esclusione. In genere, nei maschi prevalgono forme di prepotenze dirette e nelle femmine quelle di tipo indiretto. 3

4 In definitiva Diciamo che un ragazzo subisce delle prepotenze quando un altro ragazzo, o un gruppo di ragazzi gli dicono cose cattive e spiacevoli. È sempre prepotenza quando un ragazzo riceve colpi, pugni, calci e minacce, quando viene rinchiuso in una stanza, riceve bigliettini con offese e parolacce, quando nessuno gli rivolge mai la parola ecc si tratta sempre di prepotenze anche quando un ragazzo viene preso ripetutamente in giro. Non si tratta invece di prepotenze, quando due ragazzi, all incirca della stessa forza, litigano tra loro o fanno la lotta. 4

5 Che cosa non può essere definito bullismo REATI: attacchi gravi con armi, coltelli o altri oggetti pericolosi, furti di materiale costoso, minacce di gravi aggressioni alla persona, forme di molestia severa o di abuso sessuale e necessitano di denuncia e collaborazione tra scuola e autorità giudiziaria. LITIGI: particolarmente frequenti tra maschi di età compresa tra i 10 e i 13 anni, fra persone con la stessa forza. 5

6 forme di comportamento NON AGGRESSIVE BULLISMO REATI Presa in giro per gioco Finta zuffa Lotta per gioco Comportamenti quasi aggressivi (litigio) Questi comportamenti possono essere affrontati dalla scuola quando necessario. FISICO: punzecchiare, tirare i capelli,, picchiare, dare calci, pugni, rinchiudere in una stanza, dare pizzicotti, spingere, graffiare, danneggiare le proprietà dell altro e altre forme fisiche di attacco. VERBALE: linguaggio offensivo, telefonate offensive, estorsione di denaro o beni materiali, intimidazioni e minacce, prese in giro e offese per la razza, linguaggio molesto e allusivo, dicerie e bugie sul conto di qualcuno. NON VERBALE: fare brutte facce o gesti rudi, manipolare o danneggiare i rapporti di amicizia, escludere sistematicamente e isolare socialmente, inviare lettere scritte o frasi offensive. Questi comportamenti devono essere affrontati dalla scuola. Attacchi con armi Ferite fisiche gravi Minacce gravi con armi Furti seri Abusi sessuali Questi comportamenti devono essere affrontati dalla polizia giudiziaria o dall autorità giudiziaria. 6

7 Alcuni luoghi comuni su cui riflettere Nella nostra scuola il fenomeno non esiste! (le prepotenze avvengono in tutte le scuole e le scuole che se ne occupano sono quelle che offrono maggiori garanzie di sicurezza e convivenza) La vittima deve imparare a difendersi. Un po di difficoltà aiuta a crescere! (suggerisce che le vittime sono colpevoli di non riuscire a difendersi!) Non era una prepotenza è stata solo una ragazzata! (il bullismo non è un gioco ma è capace di lasciare profonde ferite in chi lo subisce) A volte le vittime se lo meritano! (il bullismo non è una forma di giustizia nei confronti di chi ci da noia!) Gli insegnanti sanno come affrontare il problema! È il loro lavoro! (non è proprio così ) 7

8 Quanto è diffuso il bullismo nelle scuole? Primarie Secondarie di primo grado Secondarie di secondo grado VITTIME VITTIME VITTIME 40% 26% 13% BULLI BULLI BULLI 27% 20% 17% 8

9 Quanto è diffuso il bullismo nelle scuole? La forma di bullismo più diffusa a tutte le età è risultata quella diretta, verbale (offese e minacce); secondo per incidenza il bullismo fisico (botte e furti) che cala all aumentare dell età ed è tipicamente maschile. Le prepotenze indirette (dicerie, calunnie o venire isolati) sono i tipi di bullismo più subiti dalle femmine insieme a quello verbale. Nella scuola superiore prevale il bullismo perpetuato dai più grandi verso i più piccoli (forme di nonnismo) che ha luogo non solo all interno del plesso scolastico. 9

10 Il bullismo diminuisce con l età? Si, in genere diminuisce nel passaggio dalla scuola primaria alla scuola media, ma i bulli e le vittime faticano a uscire dal loro ruolo. Ciò comporterà difficoltà future, nell adolescenza e nella vita adulta! 10

11 Ci sono differenze tra maschi e femmine? Oltre alla differenza tra la modalità diretta (tipicamente maschile) e indiretta (tipicamente femminile) di bullismo, si nota come le prepotenze dei maschi siano indirizzate per entrambi i sessi, mentre le femmine indirizzano per lo più prevaricazioni verso altre compagne. 11

12 I ragazzi parlano del problema con insegnanti e genitori? Le vittime di prepotenze hanno difficoltà a parlare delle loro esperienze con gli insegnanti. Solo il 50% ne parla e questa percentuale diminuisce con l età. La comunicazione in famiglia risulta lievemente più probabile: Il 65% nelle elementari, il 50% nelle medie e l 11% nelle superiori. Un altro studio evidenzia che gli insegnanti raramente intervengono per fermare le prepotenze, nonostante le vittime giudichino la loro azione potenzialmente molto efficace! 12

13 Quali sono le caratteristiche psicologiche dei bulli? 1. IL BULLO DOMINANTE. È un ragazzo per lo più maschio, più forte fisicamente o psicologicamente rispetto ai compagni. Presenta un elevata autostima ed ama la violenza. Ritiene che l aggressività sia positiva in quanto aiuta ad ottenere ciò che si vuole ed è sempre pronto a giustificare il proprio comportamento assumendo atteggiamenti di indifferenza e scarsa empatia verso la vittima. Si caratterizza per comportamenti aggressivi sia verso i compagni che verso gli adulti. Oltre a prendere l iniziativa di aggredire è capace ad istigare altri a farlo. 2. IL BULLO GREGARIO. È più ansioso del precedente, spesso con difficoltà nel rendimento scolastico, poco popolare nel gruppo classe e insicuro. In genere si fa trascinare nel ruolo di aiutante o sostenitore del bullo per avere un identità e un opportunità di affermazione nel gruppo. 3. IL BULLO-VITTIMA. È la vittima aggressiva e provocatrice. Spesso è un bambino emotivo, irritabile e con difficoltà di controllo delle emozioni; ha atteggiamenti provocatori e iperattivi di fronte agli attacchi dei compagni. Il suo comportamento agitato innesca elevata conflittualità. È molto impopolare tra i compagni e proviene da contesti familiari altamente conflittuali e coercitivi. 13

14 Come sono le famiglie dei bulli? Sul versante familiare si nota un clima di ostilità, di scarsa accettazione del figlio da parte dei genitori e il ruolo di modelli educativi autoritari e violento nel controllo del comportamento dei figli. Un altra dimensione importante è lo stile parentale di segno opposto. Spesso i genitori sono troppo permissivi, tendono a trascurare i bisogni educativi dei figli e le esigenze di delimitazione del comportamento in contesti interpersonali. Ciò può portare alcuni di loro ad assumere atteggiamenti e comportamenti di soverchieria senza una chiara consapevolezza degli effetti che possono avere sugli altri. Un altra caratteristica dello stile parentale è quella dell incoerenza tra azioni e comportamenti educativi. Quando vi è incoerenza il bambino è incapace di prevedere le reazioni dei genitori per cui vede le azioni degli altri con gli occhi del paranoide : atteggiamenti o parole innocenti vengono scambiate per offese rivolte alla propria persona e, quindi, meritevoli di una punizione. Ciò spiega i numerosi attacchi dei bulli contro i coetanei e il loro senso di ostilità verso l esterno. È il modello coercitivo e incoerente quello che è stato rilevato come tipico di bulli-vittime. 14

15 Quali sono le conseguenze delle prepotenze a lungo e breve termine? Le ricerche longitudinali collegano in modo significativo il comportamento aggressivo in età precoce con l assunzione di comportamenti devianti in età adolescenziale. Circa il 60% degli studenti classificati come bulli fra la 4 elementare e la 3 media era già stato in prigione almeno una volta a 24 anni. Esiste quindi una probabilità elevata che i ragazzi aggressivi in età scolare diventino devianti in età adulta. 15

16 Quali sono le caratteristiche psicologiche delle vittime? 1.LA VITTIMA PASSIVA. È un ragazzo tendenzialmente passivo che non sembra provocare le prepotenze subite: è calmo, sensibile e contro la violenza, se maschio, più debole fisicamente rispetto ai compagni. È caratterizzato da un modello reattivo ansioso o sottomesso che segnala ai bulli la sua insicurezza, passività e difficoltà a reagire. Se attaccati reagiscono piangendo e chiudendosi in se stessi. Soffrono di scarsa autostima, sono fragili e spesso vivono una condizione di isolamento nella classe che li rende ancora più vulnerabili. Molte vittime tendono ad accettare la propria sorte negando il problema, annullando la propria sofferenza interiore e autocolpevolizzandosi. 2.LA VITTIMA PROVOCATRICE. È un ragazzo che con il suo comportamento irrequieto, iperattivo e irritante, provoca gli attacchi subiti e spesso contrattacca le azioni dell altro. Questi sono sovrapponibili ai bulli-vittima 16

17 Come sono le famiglie delle vittime passive? Sono molto coese, tanto da coinvolgere i figli nella loro vita interna. Vi è, quindi, stretta dipendenza dalla famiglia, con conseguente difficoltà nel rapporto con i pari. In questo contesto risulta rilevante il ruolo iperprotettivo della madre, mentre è assente o poco coinvolta la figura del padre. Il risultato è la difficoltà nel gestire le relazioni sociali. 17

18 Quali sono le conseguenze dell essere vittima a lungo e breve termine? La vittimizzazione costituisce un ostacolo significativo al benessere sociale, emozionale e all adattamento scolastico del bambino. Studi caratterizzano le vittime come soggetti affetti da diversi disagi, la solitudine, la depressione, l ansietà, l insicurezza, la bassa autostima è eccessiva passività nelle relazioni sociali. I bambini che subiscono prepotenze spesso sviluppano un atteggiamento generale di rifiuto vs l attività scolastica e mostrano segni di ansia e angoscia in momenti significatividella loro vita scolastica. In alcune forme di vittimizzazione estrema possono condurre in comportamenti autodistruttivi come la depressione e il suicidio. Gli studi longitudinali dimostrano una capacità di recupero in età adulta, ma anche comportamenti ansiogeni e insicuri e rischio di tendenze depressive. 18

19 La dinamica del bullismo nel gruppo Il ruolo del gruppo nel fenomeno del bullismo è rilevante nel rinforzo reciproco tra i partecipanti (bullo bullo passivo vittima). Nell 85% dei casi il bullismo avviene in presenza di coetanei che possono assumere ruoli diversi. La dominanza del bullo sembra rafforzata dall attenzione dei sostenitori e dalla deferenza di coloro che hanno paura (la maggioranza silenziosa). Uno studio finlandese ha individuato 6 ruoli dei partecipanti: bullo, aiutante, sostenitore, difensore, esterno, vittima. Gli stessi hanno trovato differenze significative nella distribuzione dei ruoli in base al sesso: bulli, aiutanti e sostenitori sono soprattutto maschi, mentre alle femmine si attribuiscono soprattutto ruoli di difensore ed esterno. Solo per il ruolo di vittima non ci sono differenze tra i due gruppi. Inoltre, dati empirici sottolineano differenze in base al contesto istituzionale (quartiere e scuola). 19

20 Ruoli del bullismo nel gruppo 1. BULLO: chi prende attivamente l iniziativa nel fare prepotenze ai compagni. 2.AIUTANTE: chi agisce in modo prepotente ma con una posizione, secondaria nel gruppo, di seguace del bullo. 3.SOSTENITORE: chi agisce in modo da rinforzare il comportamento del bullo, ad es. ridendo, incitandolo o semplicemente stando a guardare. 4.DIFENSORE: chi prende le difese della vittima consolandola o cercando di far cessare le prepotenze. 5.ESTERNO: chi non fa niente, cercando di rimanere fuori dalle situazioni di prepotenza. 6.VITTIMA: chi subisce più spesso le prepotenze. 20

21 Perché è importante intervenire sul bullismo a scuola? I due ruoli di bullo e vittima sono risultati stabili anche a distanza di due o tre anni, e oltrettutto risultano indipendenti da eventuali cambiamenti di scuola, insegnanti o compagni. Ciò dimostra che il comportarsi di bullo e vittima è una tendenza determinata da condizioni ambientali sfavorevoli. Risulta quindi fondamentale cercare di intervenire per arginare questi problemi e creare un clima positivo di convivenza nella scuola. 21

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