Il fenomeno del bullismo: parte I Elisa Tempesta

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1 Il bullismo a scuola Il fenomeno del bullismo: parte I Elisa Tempesta Roma 5 Aprile 2017

2 Introduzione Il bullismo è un fenomeno diffuso, complesso e che necessita di particolare attenzione da parte dei genitori, docenti e delle istituzioni scolastiche. È importante definire il bullismo in modo chiaro e preciso, al fine di una corretta identificazione. Storia del termine È un italianizzazione del termine inglese bullying che viene usato per indicare il mobbing nel contesto scolastico (to mob= aggredire, assalire impetuosamente in massa). Termine usato spesso dagli etologi come K. Lorenz per identificare il comportamento di aggressione del branco verso un animale isolato, quindi animali della stessa specie che attaccano ed escludono un membro dello stesso gruppo, portandolo spesso alla morte. 2

3 Introduzione Cosa è il bullismo Bullismo: è una problematica di prepotenza tra pari ripetuta nel tempo, caratterizzata dall intenzionalità dell attacco dal/i prevaricatore/i e dalla presenza di uno squilibrio di potere tra il bullo e la vittima. Prepotenza e scherzo: il limite tra prepotenza e scherzo non è ben definito. L elemento di discriminazione è il disagio della vittima. Ricordiamo che spesso i ragazzi percepiscono come offensive ed umilianti atti che non sempre gli adulti considerano tali. Quindi i singoli vissuti dei ragazzi devono essere considerati degli importanti indicatori per il riconoscimento di forme di prepotenza e bullismo. Cosa non è bullismo Prepotenza e reato: atti che, pur avendo in comune le motivazioni iniziali, i destinatari e le condizioni in cui si manifestano, sono particolarmente gravi e si configurano come veri e propri reati. In casi di condotte antisociali e devianti la scuola non può intervenire da sola ma deve appoggiarsi alle istituzioni territoriali. 3

4 Introduzione Elementi tipici che caratterizzano gli atti di bullismo Intenzionalità Il comportamento aggressivo viene messo in atto volontariamente e consapevolmente Metodicità Il comportamento aggressivo viene messo in atto più volte, ripetendosi nel tempo Asimmetria di potere Tra le parti coinvolte (bullo e vittima) c è una differenza di potere, dovuta alla forza fisica, all età o alla numerosità quando le aggressioni sono di gruppo. La vittima tende a sperimentare un forte senso di impotenza 6

5 Introduzione COMPORTAMENTI NON AGGRESSIVI COMPORTAMENTI DI BULLISMO (generalmente ripetuti nel tempo) ATTIVITÀ CRIMINALE ED ANTISOCIALE Presa in giro per gioco Finta zuffa Lotta per gioco Giochi quasi aggressivi, ritualizzati e con reciprocità dei ruoli FISICO: punzecchiare, tirare i capelli, dare calci o pugni, rinchiudere in una stanza, danneggiare le proprietà altrui e altre forme fisiche di attacco VERBALE: usare linguaggio o telefonate offensive, intimidire, minacciare, prendere in giro, razzismo, divulgare dicerie e bugie contro qualcuno NON VERBALE: fare smorfie o gesti rudi, manipolare o danneggiare rapporti di amicizia, escludere ed isolare socialmente, scrivere lettere o frasi offensive Attacco con armi Ferite fisiche gravi Minacce gravi con armi Furti seri Abusi sessuali QUESTI COMPORTAMENTI POSSONO ESSERE AFFRONTATI A SCUOLA QUANDO SI RITIENE NECESSARIO QUESTI COMPORTAMENTI DEVONO ESSERE AFFRONTATI A SCUOLA QUESTI COMPORTAMENTI DEVONO ESSERE AFFRONTATI DALLA POLIZIA O DALL AUTORITÀ GIUDIZIARIA 5

6 Introduzione Chi è il BULLO Le sue azioni sono caratterizzate da una forte componente di aggressività Ha l obiettivo di dimostrare la propria superiorità, non solo a livello fisico, ma anche come capacità di dominare gli altri e gli eventi attraverso la propria furbizia La maggior parte delle volte, il bullo non è un soggetto ansioso o insicuro e non presenta problemi di autostima Ha un temperamento impulsivo, caratterizzato spesso da aspetti educativi nel contesto familiare contraddistinti dall anaffettività, dal permissivismo o dalle punizioni fisiche Non eccelle nello studio (il suo rendimento scolastico tende ad abbassarsi con l aumentare dell età) Chi è la VITTIMA Ha un carattere insicuro ed ansioso È incapace di reagire Ha una bassa autostima e un senso di inferiorità (spesso non giustificata da effettive condizioni fisiche o presenza di handicap) VITTIMA PASSIVA Subisce passivamente i soprusi Spesso è sola e/o con poche amicizie Ha difficoltà nelle attività sportive Non parla con nessuno delle prepotenze subite per paura che diventino più gravi VITTIMA PROVOCATRICE Ha un atteggiamento provocatorio Stuzzica il bullo fino a quando non lo fa reagire Manifesta quasi una volontà al fallimento Nei casi più gravi può arrivare al suicidio 7

7 Introduzione Bullo dominante Bullo gregario Bullo «vittima» Solitamente maschio; Più forte fisicamente o psicologicamente rispetto ai compagni; Elevata autostima; Atteggiamento favorevole verso la violenza; Crede che l aggressività consenta di raggiungere i propri scopi; Giustifica il proprio comportamento attraverso l indifferenza o scarsa empatia per la vittima; Sviluppano comportamenti aggressivi verso i pari ma anche verso gli adulti; Prende l iniziativa in prima persona di aggredire la vittima ma tende ad istigare anche gli altri; Sono manipolatori della situazione. è più ansioso del bullo dominante; Basso rendimento scolastico; Scarsa popolarità nel gruppo; Tende a farsi trascinare nel ruolo di sostenitore o o di aiutante del bullo perché QUESTO COMPORTAMENTO TENDE A DARGLI UN IDENTITÀ O UN OPPORTUNITÀ DI AFFERMAZIONE ALL INTERNO DEL GRUPPO. È definito «vittima aggressiva o provocatrice» Pur subendo le prepotenze dei compagni, mostra uno stile interattivo reattivo e aggressivo; Spesso è un bambino emotivo, irritabile con difficoltà nel controllo delle emozioni; Ha atteggiamenti provocatori e iperattivi di fronte agli attacchi dei compagni; Il comportamento agitato è associato anche a difficoltà sul piano cognitivo e attentivo. La sue modalità provocatorie verso gli altri creano un circolo vizioso; Non è popolare nel gruppo dei pari. 8

8 Introduzione Bullismo e Cyberbullying Ossia VIOLENZE ATTUATE MEDIANTE STRUMENTI TECNOLOGICI 1. Invio di SMS, MMS e mail a contenuto offensivo e/o di minaccia. 2. Diffusione di messaggi offensivi ai danni della vittima, attraverso la divulgazione di SMS o mail nelle mailing-list o nelle chat line. 3. Pubblicazione nel cyberspazio di foto o filmati che ritraggono prepotenze in cui la vittima viene denigrata. 8

9 Introduzione AIUTANTE AGISCE IN MODO PREPOTENTE MA COME SEGUACE DEL BULLO IL BULLO PRENDE ATTIVAMENTE INIZIATIVA NELLE PREPOTENZE VERSO GLI ALTRI SOSTENITORE FOMENTA IL BULLO RIDENDO, INCITANDO O SEMPLICEMENTE STANDO A GUARDARE DIFENSORE PRENDE LE DIFESE DELLA VITTIMA, CONSOLANDOLA O CERCANDO DI FAR RIDURRE/TERMINARE LE PREPOTENZE I RUOLI ALL INTERNO DEL GRUPPO VITTIMA SUBISCE IL BULLISMO E LE PREPOTENZE IN MODO REITERATO ESTERNO NON FA NIENTE ED EVITA IL COINVOLGIMENTO DIRETTO E INDIRETTO IN SITUAZIONI DI PREPOTENZA 9

10 Introduzione Dove avvengono le prepotenze? Gli episodi di bullismo avvengono principalmente nelle aule Possono avvenire anche in cortile, corridoi e bagni della scuola, quindi in tutti gli ambienti scolastici,. Questa situazione è presente in tutti i gradi di istruzione scolastica 10

11 Introduzione Il bullismo diminuisce con l età? - Fin dalle prime ricerche si è riscontrato che la percentuale di bambini che subisce le prepotenze DIMINUISCE CON L AUMENTARE DELL ETÀ. - In particolare nel passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado e successivamente dalla scuola secondaria di secondo grado. - Nella scuola primaria il fenomeno è fortemente diffuso e pervasivo. La percentuale dei bambini vittima o bulli è molto alta! - Nella scuola secondaria di primo grado il fenomeno del bullismo COINVOLGE UN MINOR NUMERO DI RAGAZZI, spesso sempre gli stessi, che più degli altri fanno fatica ad uscire dal loro ruolo di bullo o di vittima. 11

12 Introduzione Da un punto di vista evolutivo La frequenza dei comportamenti aggressivi risulta più elevata nella prima e nella seconda infanzia. Mentre il periodo in cui si configura come più pericoloso è l adolescenza e l età adulta (Coie, Dodge, 2010) 12

13 Introduzione Conseguenze a breve e lungo termine Nel bullo - Nel bullo di tipo aggressivo, studi longitudinali hanno messo in evidenza un elevata probabilità di presentare comportamenti antisociali e devianti in età adulta (in entrambi i sessi). Nella vittima - La vittimizzazione rappresenta un ostacolo significativo al benessere sociale, emozionale e all adattamento scolastico dei bambini. - I disagi più frequentemente riscontrati sono: DIFFICOLTÀ LEGATE ALLA GESTINE DELL ANSIA, INSICUREZZA, DEPRESSIONE, SOLITUDINE, BASSA AUTOSTIMA ED ECCESSIVA PASSIVITÀ NELLE RELAZIONI SOCIALI. - Rifiuto dell attività scolastica; - Suicidio in casi estremi. 13

14 Prevenzione e Mediazione Prevenzione primaria a scuola: una strategia vincente per tutti e a tutti i livelli scolastici All interno del contesto scolastico si sviluppano relazioni sociali, si consolidano i valori, si impara a dialogare con gli altri. La prevenzione diventa strumento nel momento in cui l insegnante è promotore insieme ai suoi allievi di un CLIMA caratterizzato da: Conoscenza e accettazione reciproche tra membri dello stesso gruppo Rispetto verso le altre realtà e diversità (sociali, culturali, religiose) Potenziamento costante dell autostima dei ragazzi Identificazione e condivisione delle REGOLE di convivenza È opportuno volgerle sempre al positivo, evitando il "NON" 14

15 Prevenzione e Mediazione La creazione di un clima solidale e una rete di valori condivisi sono uno strumento in termini preventivi di scoraggiamento di possibili comportamenti di bullismo. Il potenziale bullo è scoraggiato se è consapevole che il suo comportamento non avrà seguaci né l approvazione da parte di spettatori; al contrario i pari assumeranno le difese della vittima senza cadere a loro volta vittime di un clima di omertà diffusa Il ricorso a punizioni non sortisce l effetto desiderato; in alcuni casi, al contrario, alimenta i modelli alla base del comportamento del bullo (violenza, aggressività). 15

16 Prevenzione e Mediazione La SCUOLA è l ambiente educativo per eccellenza in cui apprendere ed esercitare la cultura della Mediazione che, a sua volta, è alla base della cultura del Dialogo Il fenomeno del bullismo può nascere anche dal perdurare di conflitti scolastici mal gestiti o non riconosciuti. Per tale ragione, i conflitti devono essere correttamente identificati, espressi (da parte degli studenti) e gestiti (da parte di tutti i soggetti coinvolti). 16

17 Prevenzione e Mediazione Individuazione del conflitto Il bullismo può nascere dall esasperazione dei conflitti presenti all interno del contesto scolastico. Il conflitto fa parte dell interazione umana, in quanto è inevitabile trovarsi di fronte ad opinioni ed interessi differenti. La conseguenza naturale del conflitto è identificabile nell aumento di dinamiche aggressive e inasprimento delle relazioni. Osserviamo il conflitto in maniera diversa Può essere interpretato anche come manifestazione di differenti punti di vista legati a processi di pensiero personali che individuano differenti percorsi evolutivi. Quindi rappresenta un opportunità per conoscere meglio se stessi e gli altri. 17

18 Prevenzione e Mediazione La Ristrutturazione positiva della visione del conflitto permette l evoluzione e la trasformazione delle relazioni tra le parti, consentendo un maggiore avvicinamento e rispetto reciproco. Lo strumento per ottenere tale risultato è la MEDIAZIONE 18

19 Prevenzione e Mediazione La Mediazione si basa sulla motivazione e cooperazione tra le parti OBIETTIVI GENERALI DEL PROCESSO DI MEDIAZIONE 1. Prevenzione della violenza scolastica tramite il potenziamento di strumenti orientati alla risoluzione positiva del conflitto 2. Apprendimento di strategie ed abilità necessarie a svolgere la funzione di mediazione nei conflitti 3. Promozione di un clima socio-affettivo e di una convivenza scolastica in cui l incontro con l altro sia vissuto come una possibilità di arricchimento personale 19

20 Attività di gestione della classe L aula diventa laboratorio quotidiano per pervenire e gestire il fenomeno del bullismo. 20

21 Organizzazione e responsabilità Dirigente scolastico Docenti Genitori SCUOLA Consiglio di classe Collegio Docenti Collaboratori 21

22 Organizzazione e responsabilità Il Dirigente scolastico Definisce e promuove una politica contro il bullismo definita in un apposito documento elaborato da tutte le componenti della scuola. Tale documento è incluso nel piano dell offerta formativa Diffonde e condivide attivamente la politica contro il bullismo insieme al regolamento d Istituto e alle altre norme interne Collabora con i soggetti esterni alla scuola per la prevenzione del fenomeno 22

23 Organizzazione e responsabilità I Docenti Arricchiscono l attività didattica inserendo momenti di riflessione Definiscono con la classe regole certe (nel caso della scuola primaria, può essere utile appendere le regole in aula) Monitorano regolarmente i soggetti a rischio e l evoluzione comportamentale della classe, intervenendo per arginare situazioni di potenziale Tengono informati i genitori Dialogano e fanno da intermediari con tutti gli altri soggetti della scuola (dirigente, altri insegnanti, collegio dei docenti ) 23

24 Organizzazione e responsabilità Il Consiglio di classe Definisce le strategie di intervento per prevenire atti di bullismo Promuove strategie per favorire un rapporto sereno e di collaborazione tra docenti, studenti e famiglie Favorisce e incoraggia una riflessione sulle norme comportamentali e sulle regole di una sana convivenza, eventualmente tramite attività didattiche integrative extracurricolari 24

25 Organizzazione e responsabilità Il Collegio Docenti Collabora attivamente nella redazione del documento di prevenzione del bullismo Promuove una politica unitaria per la prevenzione e la gestione degli atti di bullismo all interno dell istituto scolastico Collabora con altre scuole del territorio per la realizzazione di una rete condivisa 25

26 Organizzazione e responsabilità I Collaboratori scolastici Sono parte integrante delle iniziative per la promozione del benessere comune Nell attività di vigilanza, collaborano attivamente nella rilevazione di comportamenti sospetti, riportando ai Docenti o al Dirigente scolastico 26

27 Organizzazione e responsabilità I Genitori Sono chiamati ad acquisire consapevolezza del fenomeno del bullismo e conoscenza delle strategie definite dall istituto scolastico Stabiliscono un dialogo con i figli in modo coerente con l età di questi ultimi Vigilano sul tempo libero dei figli, segnalando eventuali problematiche connesse con il fenomeno del bullismo Identificano nei docenti e nella scuola un alleato nel processo educativo e costruiscono un rapporto costruttivo In caso di coinvolgimento del proprio figlio in atti di bullismo, non manifestano ostruzionismo verso i docenti o protezione ad oltranza verso il figlio, ma collaborano con la scuola, accettando eventuali interventi come momenti di crescita e sviluppo 27

28 Organizzazione e responsabilità Gli studenti Sono sempre coinvolti nelle attività di definizione e prevenzione del bullismo all interno di una logica di responsabilizzazione Sono coinvolti e sono promotori (eventualmente verso omologhi più piccoli) delle attività volte a prevenire atti violenti e prevaricazioni che possono dar luogo ad atti di bullismo Nella scuola secondaria, prendono parte negli Organi di classe e di istituto e collaborano attivamente con i Docenti e il Dirigente scolastico 28

29 Se saprai riconoscere i tuoi punti di debolezza e di forza vivrai meglio il rapporto con gli altri, Sarai infatti in grado di rafforzare le caratteristiche necessarie per non trovarti ad essere né vittima né prepotente e soprattutto per non restare a guardare J. Valsecchi 29

30 Bibliografia essenziale Bibliografia Bullismo: le azioni efficaci della scuola, Percorsi italiani alla prevenzione e all'intervento, E. Menesini, 2003, Edizioni Erickson Bullismo e cyberbullying, M. Bartolucci, 2015, Maggioli editore Bullismo e altre sfide, G. Colla e M.C. Iovinella, 2009, Mursia editore Né vittime, né prepotenti, N. Iannaccone, 2007, Edizioni La Meridiana Bullismo a scuola. Ragazzi oppressi, ragazzi che opprimono, D. Olweus, 2007, Giunti Editore A scuola contro il bullismo, E. Rivolta et al., 2014, La scuola Editore 30

31 Bibliografia essenziale Sitografia

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