VI LA CHIESA ORTODOSSA RUMENA: L IPOTETICA DOPPIA ASSIMILAZIONE DELL INTENTO LATINO E SLAVO
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1 A. JOOS (CC1BCOOR) (edizione 2009) CHIESE CRISTIANE OGGI: UN PANORAMA ECUMENICO. SITUAZIONE E PROSPETTIVE OGGI PARTE I. LE CHIESE D ORIENTE B LE CHIESE E COMUNITÀ DELL ORIENTE CRISTIANO BIZANTINO VI LA CHIESA ORTODOSSA RUMENA: L IPOTETICA DOPPIA ASSIMILAZIONE DELL INTENTO LATINO E SLAVO INTRODUZIONE IL PANORAMA RUMENO ORTODOSSO OGGI In Romania su un totale di oltre 23 milioni di abitanti, il 99% si dichiarano cristiani, mussulmani ebrei e alcune migliaia di atei o senza alcun credo. L ultimo censimento (2002), fornisce il numero di abitanti, di cui l 86,7 % si dichiarano cristiani ortodossi. La Chiesa più consistente della Romania è quella ortodossa rumena, con 19,8 milioni di aderenti, pari all 86,8% della popolazione. La Chiesa cattolica di diritto latino conta membri (5%), mentre la Chiesa greco-cattolica ne conta più di Si menzionano organi di stampa da tempo in attività nella Chiesa ortodossa 2. La rivista del Patriarcato è «Biserica Ortodox Român 1 ROMANIAN ORTHODOX CHURCH, PATRIARHIA ROMANA. Acesta este site-ul oficial al Bisericii Ortodoxe Romane, in «Internet» 2001, «Biserica Ortodoxa Romana este autocefala si unitara in organizarea sa si pastreaza unitatea dogmatica, canonica si de cult cu celelalte Biserici Ortodoxe surori, in cadrul Bisericii Ortodoxe Universale. In Romania, Biserica Ortodoxa Romana este nationala si majoritara si cuprinde pe toti credinciosii de religie crestina ortodoxa din Romania si diaspora ortodoxa romana. In conformitate cu datele ultimului recensamant al populatiei din 1992, din totalul populatiei Romaniei, un numar de locuitori sunt crestini ortodocsi, reprezentand 86,8% din populatia tarii. In prezent, Biserica Ortodoxa Romana are 30 de eparhii in tara si peste hotare (15 in 1989), in eparhiile din tara functionand un numar de unitati bisericesti - parohii, filii, manastiri si schituri (12236 in 1989). Asistenta pastorala si religioasa este asigurata de 42 arhierei (23 in 1989), preoti si diaconi. Viata monahala se desfasoara in cele 531 asezaminte monahale, in care vietuiesc in rugaciune, studiu si munca 7532 monahi si monahii (2511 in 1989). Sub raportul oranduirii canonice si administrative, Biserica Ortodoxa Romana este organizata ca Patriarhie, cu titulatura Patriarhia Romana». ROMANIAN ORTHODOX CHURCH, PATRIARHIA ROMANA. Acesta este site-ul oficial al Bisericii Ortodoxe Romane, IN «Internet» 2001, «The census in January 1992, presents the following confessional configuration of Romania: out of inhabitants, 86,8% are Orthodox, 5% Roman Catholics, 3,9% Reformed, 1% Catholics of Greek Rite ( United ), 1% Penticostals, 0,5% Baptists, the rest of the cults being under 0,5% (the atheists represent only 0,2%)». 2 ROMANIAN ORTHODOX CHURCH, PATRIARHIA ROMANA. Acesta este site-ul oficial al Bisericii Ortodoxe Romane, IN «Internet» 2001, «The Romanian Patriarchate edited a few periodicals: Biserica Ortodoxă Română (Romanian Orthodox Church) (that has been appearing since 1874), the official bulletin of the Romanian Patriarchate, Studii Teologice (Theological Studies), the magazine of the Theological Institutes; Ortodoxia (Orthodoxy) the magazine of the Patriarchate (each of them published in copies, with 4-6 issues a year). All the five Metropolitan Sees used to draft a magazine, with 4-6 appearances a year, too: Glasul Bisericii (Voice of the Church) (Metropolitan See of Oungrowallachia), Metropolitan See of Moldova and Suceava, Metropolitan See of Transylvania, and Metropolitan See of Banat. The religious magazine Telegraful Român (The Romanian Telegraph) appears in Sibiu as the oldest Romanian periodical, with uninterrupted appearance since At the printing house of the Bible Orthodox Mission Institute the following works were printed: Bible (four editions in 1968, 1975, 1982, 1988), religious books, text books for theological seminaries and 1
2 (official review of the Patriarchate), Ortodoxia (theological review), (ambedue quadrimestrali, in rumeno). Con i suoi circa 20 milioni di fedeli la Chiesa Ortodossa rumena 1 è seconda solo a quella russa per numero di fedeli. Per il 2006, il Consiglio mondiale delle Chiese pubblica l entità numerica della Chiesa rumena dando la cifra di battezzati, con 48 vescovi, preti, 27 diocesi, parrocchie, 386 monasteri, 38 seminari 2. Vi sono altre statistiche da parte rumena: l organizzazione del Patriarcato comprende 6 Metropolie, con un totale di parrocchie, preti e diaconi, e luoghi di culto. Inoltre, vi sono 606 monasteri e skiti, con più di monaci e monache. Vi sono 3 Metropolie e 2 diocesi all estero (in Europa), e un Arcidiocesi (per l America). Nel 1993 il Patriarcato rumeno decise il ristabilimento della propria giurisdizione in Bucovina (inclusa nella Metropolia di Moldavia e Bucovina) e in Bessarabia (l'attuale stato indipendente di Moldavia che venne a costituire l'attuale Metropolia di Bessarabia) che precedentemente erano state incluse nel Patriarcato di Mosca. Il Patriarcato di Mosca d'altra parte non riconosce tali giurisdizioni e continua a mantenere le proprie. Dal 1993 sono state stabilite invece normali relazioni con la diocesi rumena in America facente capo alla Chiesa Ortodossa in America. institutes, theological works, books for faithful, prayer books, calendars etc. The same thing was done at the diocesan print ing houses from the Monasteries of Neamţ, Sibiu and Timişoara / After 1989: A series of new periodic publications appeared at almost every diocese: Vestitorul Ortodoxiei (Herald of Orthodoxy) in Bucharest, Candela Moldovei (Votive Light of Moldova) in Iaşi, Învierea (Resurrection) in Timişoara, Renaşterea (Renaissance) la Cluj, Tomisul ortodox (Orthodox Tomis) in Constanţa, Credinţa străbună (Ancient Faith) in Alba Iulia, Credinţa românească (Romanian Faith) in Baia Mare, Legea românească (Romanian Law) in Oradea, Biserica şi Şcoala (Church and School) in Arad, Foaie diocezană (Diocesan Sheet) in Caransebeş, Călăuza ortodoxă (Orthodox Guide) in Galaţi, Lumina lină (Light) in Argeş». 1 Atlante: 2 WORLD COUNCIL OF CHURCHES, Member churches > Regions > Europe > Romania > Romanian Orthodox Church, in «Internet» 2008, 2
3 Il primate della Chiesa Ortodossa rumena è Sua Beatitudine il Patriarca Teoctist Arapaşu (dal 9 nov. 1986): Arcivescovo di Bucarest, Metropolita di Ungro-Valacchia, Locum Tenens di Caesarea in Cappadocia, Metropolita di Montania e Dobrugia, Patriarca della Chiesa Ortodossa Rumena. È nato nel 1915, è stato ordinato sacerdote nel 1945 e consacrato vescovo nel , muore nel Il nuovo patriarca è Sua Beatitudine Daniel I 2. L autorità superiore della Chiesa è il Santo Sinodo. Per le questioni di ordine amministrativo ed economico la Chiesa fa capo all Assemblea Nazionale Ecclesiastica, formata dai membri del Santo Sinodo e da tre rappresentanti di ogni diocesi (un chierico e due laici) scelti dalle assemblee diocesane rispettive per un mandato di quattro anni. L organismo supremo è il Consiglio Nazionale Ecclesiastico, formato da tre chierici e sei laici, eletti dall Assemblea Nazionale Ecclesiastica per quattro anni, e dai consiglieri amministrativi patriarcali quali membri permanenti. I LE SORGENTI DELLA VITA ECCLESIALE RUMENA ORTODOSSA: SITUARE LE ORIGINI L'apostolo Paolo, con alcuni dei suoi discepoli, hanno predicato nella Penisola dei Balcani e anche nei territori adiacenti della Dacia, dove viveva una popolazione romanizzata di Traci e Geti. L apostolo Andrea predicò nelle zone tra il Danubio ed il Mare Nero, più tardi verso Dobrudgea conosciuta dalle fonti antiche come Scythia (cfr le opere Sugli Apostoli d Ippolito Romano, Eusebio ed Origene). Nell'anno 46 dell'era cristiana il territorio fu conquistato dai Romani, e fu annesso a provincia Moesia Inferior. Nel 297, col regno di Diocletiano divenne una provincia separata, chiamata Scythia Minor. Secondo la tradizione Sant Andrea consacrò il suo discepolo Ampilat come vescovo di Odyssos (il Varna di oggi, in Bulgaria), ed alcuni altri vescovi, preti o diaconi per il territorio tra il Danube e il Mare, così che la fede in Romania può essere considerata, con la buona ragione, di origine apostolica. Nel 106, parte del territorio dei Geti-Daci fu convertito in una provincia Romana (Transilvania, Banat, Oltenia e una parte di Muntenia), ove operarono missionari informali fra coloni, soldati, commercianti e schiavi che avevano adottato la fede cristiana prima di venire a Dacia. Il martirio di San Sava presso la città di Buzau, ebbe luogo il 12 Aprile 372, ed anche un Nichita e alcuni altri: Zoticos, Atalos, Kamssis e Filipos a Noviodunum (l'isaccea di oggi) le cui reliquie sono state scoperte in una cripta in Niculitel, contea di Tulcea (oggi posò nella chiesa del Convento di Cocos), Chiril, Chindeas e Tasius a Axiopolis (il Cernavoda di oggi), il prete Epictet e il suo discepolo convertito Astion a Halmyris (il Dunavat di oggi), Macrobiu, Gordian, Heli, Lucian, Zotic e Valeriana, fratelli di Argeu, Narcis e Marcelin tutto di loro a Tomis (il Constanta di oggi), il soldato Pasicrat, Valentin, Marcian e Nicandru e più tardi il soldato Emilian nella città di Durostorum (il Silistra di oggi) al confine tra le province di Scythia Minor e Moesia Inferior, i martiri Quintilian, Massima il lettore e Dadas soffrì nel villaggio di Ozobia, Durostorum vicino. Tra i Padri della Chiesa vi sono Giovanni Casian (circa ), fondatore di due conventi in Marsilia (il Marseille di oggi, Francia), e Dionisius Exiguus (o il l umile circa ). Si contano 35 basiliche dal 4º al 6º secolo, scoperte nei centri urbani principali della provincia, in Tomis Callatis (il Mangalia di oggi), Tropaeum Traiani (Adamclisi), Histria (Istria), 1 Lista dei Patriarchi: Miron ( ) / Nicodim ( ) / Iustinian ( ) / Iustin ( ) / Teoctist (1986-Presente) 2 WIKIPEDIA FREE ENCYCLOPEDIA, Romanian Orthodox Church, in «Internet» 2008, Church. 3
4 Axiopolis (Cernavoda), troesmis (Iglitia), Dinogetica (Garvan) ecc. Il processo del battesimo dei Daciani-romani ha un carattere specifico, risultato del contatto diretto della popolazione nativa coi coloni o i promotori della fede. A differenza del mondo slavo orientale, sembra che la caratteristica popolare della Chiesa rumena non si scosti dalla impostazione strettamente ecclesiastica di vita cristiana. Potrebbe essere, questo, un accenno di genialità piuttosto latino nella configurazione ecclesiale ortodossa della Romania 1. Il 25 aprile 1885, la Chiesa Ortodossa rumena diventa autocefale ed il 25 febbraio 1925 accede al rango di Patriarcato. I rapporti inter-ecclesiali si svilupparono progressivamente in riferimento al Patriarcato di Costantinopoli ( ) 2. II CARATTERISTICHE DELL INTUITO RUMENO ORTODOSSO L intento ortodosso rumeno segue il doppio binario della tradizione bizantina costantinopolitana e russa ortodossa, con specificità proprie dell ingegno rumeno. Un aspetto viene sottolineato dalla stessa Chiesa rumena ortodossa: l impegno della ricerca teologica si è progressivamente sviluppato, nella consapevolezza della teologia rumena ortodossa di essere tuttora in una fase giovanile 3. III I PRESUPPOSTI DELLA RICONCILIAZIONE 1 ROMANIAN ORTHODOX CHURCH, PATRIARHIA ROMANA. Acesta este site-ul oficial al Bisericii Ortodoxe Romane, IN «Internet» 2001, 2 D. Obolenskij, Il commonwealth bizantino, Roma 1974, p. 369: «La creazione di questi due metropolitanati di «Oungrovlachia» e «Moldovlachia», come furono chiamati dalla cancelleria bizantina, fu, si può dire, un trionfo per il patriarcato ecumenico che, in un tempo in cui l'impero andava sprofondando nella sua rovina finale, fu capace di stabilire la sua autorità fra il basso Danubio e i confini meridionali della Polonia. I Rumeni, per parte loro, acquistando due Chiese organizzate sotto la giurisdizione di Costantinopoli, raggiunsero una posizione internazionale paragonabile a quella dei loro vicini esteuropei, e si assicurarono il loro tardivo ingresso nel Commonwealth bizantino. Abbiamo scarse information attendibili sulle connessioni politiche delle corti di Arges e Suceava con Bisanzio; ma, anche se studiosi odierni sono inclini a non attribuire loro più che un'importanza marginale, non crediamo si possa dubitare che almeno Mircea il Vecchio di Valacchia ( ) e Alessandro il Buono di Moldavia ( ), ebbero con Costantinopoli relation non soltanto ecclesiastiche». 3 INSTITUT BIBLIQUE ET DE MISSION ORTHODOXE, Préface, in EGLISE ORTHODOXE ROUMAINE, De la théologie orthodoxe roumaine des origines à nos jours, Bucarest 1974, p. 14: La théologie orthodoxe roumaine malgré le grand âge de ses rudiments se trouve encore dans sa période de jeunesse. Elle n a pas encore offert tous et ses meilleurs fruits. Elle ressent les imperfections de sa jeunesse qu'elle espère pouvoir combler bientôt. Elle souffre parfois de manque d information complète, le contact avec les theologiens orthodoxes et non-orthodoxes n est pas toujours bien suivi, bien que la situation se soit considérablement ameliorée, les thèmes et les problèmes sont analysés quelques fois selon des intuitions peut-être trop spéciales. La présentation qui suit n'est pas identique pour toutes les disciplines. Les critères varient selon les auteurs. II y a des chapitres où les auteurs respectifs étudient un thème spécial. Certains parmi ces auteurs soulignent un peu trop leurs contributions ou sont trop élogiés par d'autres. La théologie roumaine se rend compte de ses imperfections et mettra des efforts continus pour en sortir et pour bâtir son édifice selon le modèle vénérable des Pères. Elle espère pouvoir le faire par l'accumulation et la filtration de connaissances nouvelles, par la pureté du coeur, par l'amour et par la prière. Les théologiens orthodoxes roumains actuels rendent hommage à tous leurs prédécesseurs qui ont peiné de différentes manières dans le champs de leur travail depuis environ 400 ans. Ils rendent hommage surtout a Sa Beatitude le Patriarche Justinian, le stimulateur et le conseiller de la période la plus féconde de notre théologie, théologie de la vie et de l'homme chistophore, théologie du Logos et des oeuvres transformatrices et sanctificatrices du coeur humain. 4
5 L APERTURA ECUMENICA INTERNAZIONALE Il Patriarcato Ortodosso di Bucarest è membro del Consiglio ecumenico delle Chiese dal 1961, come anche del Consiglio delle Chiese europee. IL CONTENZIOSO CON LE TRADIZIONI ORTODOSSE Il Vecchio Calendarismo nasce in Romania nello stesso tempo e nelle stesse circostanze del fenomeno analogo in Grecia, ma nessun rappresentante dell episcopato romeno volle darvi il proprio appoggio (con repressioni da parte delle autorità ecclesiastiche e statali, che durarono diversi decenni). Questi due fattori cementarono il movimento vecchio-calendarista romeno dandogli una vasta base di solidarietà popolare e lo mantennero compatto, evitando quelle scissioni tra diverse obbedienze rivali che screditarono alla base il Vecchio Calendarismo in Grecia. Dopo la Seconda Guerra mondiale l adesione al movimento di un rappresentante dell episcopato romeno, il Metropolita Galaction (Cordun), ha permesso al movimento di stabilire un proprio sinodo episcopale. Dal 1983 questo sinodo si è integrato con quello del Metropolita Cipriano di Oropos e Filì. Solo dopo il 1989 i Vecchi Calendaristi romeni hanno potuto costituirsi legalmente in Chiesa minoritaria. La Chiesa romena di Vecchio Calendario ha la propria sede presso il monastero di Slatioara, nel distretto di Suceava, nel nord della Romania. Conta oltre 130 tra parrocchie e monasteri e il consenso popolare è notevole (si parla di circa mezzo milione di romeni simpatizzanti, inclusi quei fedeli del patriarcato romeno che continuano a mantenere il Vecchio Calendario nella sfera familiare privata). Con la vasta immigrazione romena in Italia, è iniziata la costituzione di parrocchie, prima a Torino e quindi a Roma. La costituzione delle comunità di ortodossi romeni di Vecchio Calendario si è avuta per iniziative spontanee, talora in collaborazione con le comunità del Sinodo della Resistenza. B. IL CONTENZIOSO CON LA GESTIONE ROMANA DELLA CHIESA Le difficoltà tra Roma e il Patriarcato rumeno rinviano a una doppia problematica storica: più remota e più recente 1. Per quella più recente, con l'avvento del comunismo in Romania dopo la seconda guerra mondiale, la Chiesa Romena Unita greco-cattolica fu messa fuori legge con il decreto nr. 358 del 1 dicembre 1948 ed i suoi beni materiali confiscati, e una parte sono stati presi dallo Stato e un'altra data alla Chiesa ortodossa romena. La gerarchia di questa Chiesa insieme al clero e fedeli sono stati costretti ad entrare con la forza nell'unica Chiesa riconosciuta dallo Stato. La resistenza da parte di tutti i membri di questa Chiesa è stata molto forte, non accettando nessun tipo dì compromesso con il regime comunista, preferendo il carcere e la persecuzione al tradimento di quell identità. Nel 1989, l'anno in cui crollano i regimi comunisti europei, in Romania si verifica la rinascita della Chiesa Romena Unita greco-cattolica, ma insieme alla libertà cominciano anche i problemi di vario tipo. Innanzitutto, la mancanza dei luoghi di culto e delle altre strutture. La posizione ufficiale adottata dalla Chiesa greco-cattolica in Romania, è quella di una richiesta di restituzione ad integrum di tutti i beni materiali, posizione non accettata dalla Chiesa ortodossa romena, perché era consapevole che restituendo le chiese ed i beni 1 Paul VI, Allocution durant l audience donnée à la délégation roumaine, in Information service, 1972 n 17, p. 14: Le Seigneur nous donnera la force et la sagesse généreuse de rechercher de bonne foi et de bonne volonté et d'atteindre finalement la solution des difficultés qui existent aujourd'hui entre l'eglise catholique et la vôtre: qu elles remontent aux siècles passés ou à des années plus récentes et queues soient ainsi encore plus ressenties et plus douloureuses. 5
6 materiali avrebbe restituito contemporaneamente anche i fedelì greco-cattolici, che erano costretti ad entrare nella Chiesa ortodossa nel 1948, ricostituendo l'unità religiosa del popolo romeno, rotta nel 1700 quando la Chiesa ortodossa della Transilvania si è unita con la Chiesa di Roma. Con questa posizione della Chiesa greco-cattolica della Romania nei confronti della Chiesa ortodossa romena, inizia un periodo di grandi tensioni tra i fedeli delle due Chiese, che culmina con l'occupazione con la forza di tanti luoghi di culto da parte dei fedeli greco-cattolici ritornati nella loro Chiesa (per esempio, il 19 maggio 1991 l occupazione della chiesa cattedrale metropolitana di Blaj, dedicata alla Santa Trinità, dove è la Sede del Metropolita, dovendo intervenire le forze dell'ordine). In seguito a questo il Patriarca della Chiesa ortodossa romena, Sua Beatitudine Teoctist, ha inviato un messaggio ai primati di tutte le altre Chiese ortodosse autocefali a decidere l'interruzione totale, del dialogo teologico con Roma per tutto il Pontificato di Giovanni Paolo II, finché questi, contro l'ecumenismo favorisce il proselitismo uniate, cioè l'espansione del cattolicesimo a detrimento dell'ortodossia in tutta l'europa orientale. Nel messaggio dei Patriarca Teoctist si può leggere ancora che, non è il solo caso di occupazione abusiva e violenta da parte dei cattolici di rito orientale di chiese di cui fedeli sono in stragrande maggioranza ortodossi 1. La rinascita delle Chiese cattoliche orientali dopo il 1989 mette così in grande difficoltà il cammino ecuinenico e lo svolgersi normalmente gli incontri della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica di comunione romana e la Chiesa ortodossa, che dagli anni '60 iniziava per cercare l'unità della Chiesa di Cristo. La Chiesa greco-cattolica in Romania dall'inizio degli anni '90 ha formulato questa pretesa di riavere subito indietro tutti i suoi beni materiali per svolgere la sua missione, senza tenere conto che la realtà era molto diversa dal 1946; mancanza di fedeli, clero e così via. Vedendo la posizione dura della Chiesa Ortodossa Romena su questo aspetto, si è cominciato a fare una grande polemica con gli ortodossi, affermando che loro hanno tradito per tutto questo tempo il popolo romeno, accettando la collaborazione con il regime ateo comunista, scendendo a vari compromessi con lo stato, innanzitutto collaborando per la distruzione della stessa Chiesa greco-cattolica. La Chiesa ortodossa romena reagisce cercando di difendersi dalle varie accuse che vengono fate, e invita la Chiesa greco-cattolíca al dialogo ed a parlarsi insieme per vedere ciò che si potrebbe fare, per risolvere con la collaborazione la questione dei luoghi di culto, ma per loro restituendo tutte le chiese è una questione che non può essere accettata, giustificandosi che gli edifici appartengono ai fedeli ortodossi e non alla Chiesa ortodossa romena, come istituzione. Una valutazione molto oggettiva delle vicende della Chiesa ortodossa romena durante il regime comunista è stata fatta dal Metropolita del Banato Nicolae Comeanu, che tra l'altro è l'unico che ha il coraggio di riconoscere gli errori compiuti dalla Chiesa ortodossa romena durante il periodo del comunismo, e nella sua Metropolia restituisce quasi tutti gli edifici di culto ai fratelli greco-cattolici 2. La spinta decisiva si è verificata alla vigilia dell'incontro avvenuto a Bucarest, dal 30 agosto al 1 settembre 1998, del XII incontro internazionale Uomini e Religioni. La pace è il nome di Dio, sul tema Dio, l'uomo e i popoli organizzato dalla comunità di Sant'Egidio, dalla Presidenza della Romania e dal Patriarcato della Chiesa Ortodossa Romena 3. Questo incontro fu providenziale anche per il processo della reazione del Documento di Balamand, sulla questione dell'uniatismo. La Chiesa Ortodossa Romena chiedeva di ritirare dai tribunali tutti i processi iniziati contro di loro per ottenere in tante località le chiese richieste dalle comunità greco-cattoliche. In seguito si costituirono due Commissioni, una greco- 1 Cf A. Filippi, Diario ecumenico. Attualità Chiesa ortodossa romena - Chiesa cattolica, in «Il Regno-Attualità», 1991 nº 36, p Cf. F. Strazzari, Mea colpa ortodosso, in «Il Regno-Attualità», 1999 nº 44, pp Cf. A. Calà, Uomini e religioni. Riflessioni a Bucarest sulla pace e sui nazionalismi esasperati, in «L'OsservatoreRomano», 2 settembre 1998, nº 201, p. 2; inoltre, R. Giacomelli, A Bucarest è ripreso il dialogo tra ortodossi e greco-cattolici, in «Jesus», 1998 nº 10, p
7 cattolica e l'altra ortodossa, che nel 28 ottobre 1998 si incontrano per la prima volta presso il palazzo patriarcale di Bucarest, e presentata dalla stampa greco-cattolica con tanta gioia, affermando che "Il motivo di questo primo incontro, conforme al desiderio della gerarchia della Chiesa greco-cattolica e alla decisione del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Romena è quello di discutere su «l'uso alternativo e la restituzione delle chiese»" 1. B. LE PROSPETTIVE APERTE DAI DIALOGHI INTERECCLESIALI La Chiesa Ortodossa rumena partecipò dall inizio agli incontri ecumenici ed inter-ortodossi 2. L affiliazione e la collaborazione in seno al Consiglio ecumenico delle Chiese inizia nel Dal 1964 è membro della Conferenza delle Chiese europee. L Associazione ecumenica delle Chiese (AIDRom), fondata nel 1993 mantiene i contatti con i partners Ecumenici internazionali. L AIDRom, tramite la Settimana di Preghiera per l Unità dei Cristiani, incoraggia ed assiste lo svolgimento di una liturgia ecumenica in tutto il paese. La settimana di preghiera per l unità dei cristiani, è celebrata in alcune località sin dal Nel 1990 è stato nuovamente stato concesso il permesso di costruire associazioni, con la conseguente nascita di molte associazioni Cristiane, sia confessionali che ecumeniche: a Bucarest opera la società biblica interconfessionale della Romania. Nel 1992 è stato costituito il FORUM ECUMENICO delle DONNE CRISTIANE in ROMANIA al quale fanno parte associazioni cristiane di donne e di singoli aderenti. Il Forum organizza incontri ecumenici e di formazione ai quali partecipano le donne provenienti da tutto il paese. Le relazioni ecumeniche tra le varie Chiese sono mantenute a livello di autorità ecclesiali e facoltà teologiche e sottoforma di alleanza tra le chiese locali e quelle esterne. IL DIALOGO BILATERALE CON LA CHIESA CATTOLICA DI COMUNIONE ROMANA Il dialogo si abbozza con la prima visita della delegazione rumena a Roma (14-23 marzo guidata da S. E. Mons. Antonie Plamadelea), con l intento di impostare un primo approccio sulle difficoltà tra Bucarest e Roma. Da parte ortodossa si specifica il tipo di dialogo: di cooperazione e «su piede di uguaglianza» di fronte ai grandi problemi dell umanità 4. 1 Cf. BIROUL DE PRESA AL NUTROPOLIEI, BLAJ, Comunicat, in «Viata Crestina», 1998 nº 20, p ROMANIAN ORTHODOX CHURCH, PATRIARHIA ROMANA. Acesta este site-ul oficial al Bisericii Ortodoxe Romane, IN «Internet» 2001, «Relations both with the other Orthodox Churches and with other Christian Churches were strengthened. So, the Romanian Orthodox Church sent delegates to the pan-orthodox conferences in Constantinople (1923), to the Monastery of Vatoped at Mount Athos (1930), to the first Conference of the theology professors in the Balkans, held in Sinaia, Romania (1924), to the first Congress of the Orthodox professors in Athens (1936). Patriarch Miron paid a few visits to some Orthodox hierarchs abroad and was visited in Bucharest. The Romanian Orthodox Church also participated in a few Congresses of the three branches of the ecumenical movement that activated during the wars: Practical Christianity (Stockholm 1925, Bern 1926), Faith and organisation (Lausanne 1927) and World Alliance for brotherhood of the peoples through the Church (Prague 1928, Faris Bad Larvik in Norway 1938). The last one held several regional conferences, some of them even in Romania (Sinaia 1924, Bucharest 1933, Râmnicu Vâlcea 1936). Close relations with the Anglican Church were established, especially after the admittance of the Anglican ordinations by the Holy Synod in Bucharest, in 1935». 3 ROMANIAN ORTHODOX CHURCH, PATRIARHIA ROMANA. Acesta este site-ul oficial al Bisericii Ortodoxe Romane, IN «Internet» 2001, «The Romanian Orthodox Church has been a member of the World Council of Churches since It sent delegations to the General Assemblies in New Delhi (1961), Uppsala (1968), Nairobi (1975), all of them headed by the then metropolitan of Moldova and Suceava, Iustin Moisescu (former member of the Central Committee until 1977) and to Vancouver (1983), headed by the Metropolitan of Transylvania Antonie Plămădeală. Other Romanian Orthodox theologians have been members of various Commissions of the World Council of Churches. Patriarchs Justinian and Iustin visited the headquarters of the World Council of Churches. In their turn, many leaders of this great inter-christian organisation visited Romania on various occasions and discussed with the Romanian patriarchs and with other leaders of religious cults, hierarchs or theology professors, too. Our Church brought its contribution to the promotion of the inter-christian dialogue within the framework of the Conference of European Churches, seated in Geneva (a few sessions of these two great organisations were held in Romania)». 4 A. Plamadelea, Allocution au cours de l audience de la délégation roumaine, in Information service, 1972 n 17, pp : S. E. Mgr Antonie s'est adressé au Saint Père en ces termes au nom de la délégation patriarcale: Sa Béatitude notre Patriarche Justinien, considère que 7
8 Il primo incontro delle Commissioni, ortodossa e greco-cattolica nel Bucarest, il 28 ottobre Durante questo primo incontro si sottolinea l'importanza della nuova atmosfera di comprensione reciproca che si è creato tra le due parti, e si deve considerare il dialogo come unica via di riconciliazione tra le due Chiese, e inoltre si sono stabilite di comune accordo i principi del dialogo per una continuazione pacifica dei dialogo. I quattro punti stabiliti sono: -1. Il dialogo essendo la via della riconciliazione, esso deve continuare in un'atmosfera di sincerità, rispetto reciproco e fratemità, rinunciandosi all'occupazione dei luoghi di culto con la forza, alle azioni giuridiche o legislative, al linguaggio polemico attraverso i mass media, e ad ogni forma di proselitismo. -2. La soluzione mediante il dialogo della questione relativa all'uso dei luoghi di culto, analizzando a livello eparchiale e parrocchiale i casi dove la minorità non ha un luogo di culto. -3. Fino al prossimo incontro comune dei consigli di dialogo, i responsabili ortodossi e grecocattolici di ogni eparchia si incontreranno e analizzeranno a livello locale ogni caso in parte tenendo presente le possibilità reali di soluzione dei problemi, nel confronto con il clero e con i fedeli; i dati risultanti dai luoghi saranno presentati al futuro incontro comune delle due Commissioni di dialogo, che si terra giovedì 28 gennaio 1999 a Blaj. -4. Si sottolinea il grande bisogno di un'atmosfera di fiducia reciproca, a livello di episcopato, clero e fedeli, così che i vescovi, che portano avanti il dialogo, siano appoggiati dai preti e dai fedeli in questo lavoro di riconciliazione. Le reazioni registrate sia dalla parte ortodossa che greco-cattolíca, sono state tutt'altro che positive anche a livelli più alti delle due Chiese, nonostante un certo scetticismo e dubbio sulla sincerità e la buona fede dalla parte ortodossa in quanto essa "in alcune parti della Chiesa Ortodossa Romena della Transilvania -tanto prima dell'incontro di dialogo di Bucarest, quanto dopo questo- continuano senza fermarsí a portare i più gravi insulti indirizzati alla Chiesa grecocattolica, al suo clero e ai fedeli greco-cattolíci, anche se il primo dei principi stabiliti (per il percorso dei dialogo)... lo impedirebbero 1. La celebrazione, con il patriarca Teoctist, nella Cattedrale dell'incoronazione di Alba lulia, considerata il simbolo di unità della nazione romena e alla quale insieme ai comunisti, dell'anniversario degli eventi del , di cui la stampa laica della Romania, scrisse: "In questo modo la soppressione della Chiesa greco-cattolica del 1948 da parte della securitate comunista, all'ordine di Stalin, l'incarcerazione dei vescovi e dei preti che hanno resistito ai maltrattamenti (torturati) e alla minacce, rifiutando di collaborare con l'occupante sovietico, sono festeggiate oggi da una parte della Chiesa Ortodossa, come una vittoria storica della reintegrazione della Chiesa Ortodossa Romena" 3. les relations d avenir entre les Eglises, devraient prendre, jusqu'à la possibilité d un dialogue théologique, la forme d un dialogue de collaboration, sur pied d'égalité et de respect réciproque et dans un esprit de fraternité et de responsabilité commune, afin de résoudre les grands problèmes actuels de l'humanité présente à laquelle les Eglises tendent avec une égale sollicitude. Ce dialogue pourra rapprocher les Eglises et les aidera à se connaître et se respecter réciproquement, les préparant pour un dialogue théologique. 1 Cfr Comunicat, in «Viata Crestina», 1998 nº 21, p Cfr A. Prundus - C. Ploianu, Este posibil il dialogul de reconciliere cu Biserica Ortodoxa Româna?, in «Viata Crestina», 1998 nº 22, p Cfr I. Zubascu, Dialogul dintre Biserica Ortodoxa sì Biserica Greco-Catolica este pus sub semnul incertitudini, in «Romania Libera», 21 octombrie
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