La grande scuola francese

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1 La grande scuola francese Cercare un identità nazionale tra abiti francesi, italiani, inglesi o americani è un paradosso. Alcune prestigiose sartorie italiane sono esclusivamente destinate a ripetere modelli acquistati ufficialmente a Parigi direttamente dai vari sarti oppure tramite ditte che acquistavano una selezione di modelli che solo in un secondo momento rivendevano alle sartorie che li avrebbero eseguiti. Tra queste ditte la più famosa è la Rina Modelli. Le migliori sartorie come Zecca, Battilocchi, Sorelle Botti, Aiazzi Fantechi, Tizzoni, Bonanno ed altre, acquistavano i modelli originali della stagione e mettevano in saldo in seguito i modelli originali che avevano usato come campioni per le sfilate. Talvolta, la sartoria stessa o le lavoranti rivendevano o comunque riciclavano i cartamodelli a sartorie meno rinomate. Spesso a questo punto venivano fatti interventi che modificavano il modello originale, cambiando il colore, riducendo l ampiezza di una gonna, eliminando le maniche, modificando il ricamo. In breve, si faceva quanto possibile per utilizzare una base che forniva un buon taglio, semplificandola e allontanandosi dal modello originale forse troppo riconducibile ad una precedente collezione. Questa soluzione era anche adottata dall industria americana che riproduceva in serie e da un solo acquisto otteneva tre o più modelli riadattati al loro mercato. Questo sistema garantiva un modello nuovo e non permetteva di associarlo ne ad una stagione ne ad un creatore e tanto meno metteva in discussione il problema delle copie. In questo mercato era chiaro per la sartoria che un modello destinato ad una cliente privata aveva un costo, lo stesso, destinato ad essere riprodotto tramite un altra sartoria, nazionale o straniera, aveva altro valore e quello venduto per essere riprodotto in quantità industriale ne aveva chiaramente un terzo. L idea di una moda Italiana era già nata durante il fascismo e prima ancora Maria Monaci Gallenga aveva contribuito con Mariano Fortuny alla diffusione di uno stile medievale e rinascimentale con un chiaro riferimento all arte italica, ma in fatto di moda, le sfilate a Parigi garantivano il monopolio alla Francia. Una complessa organizzazione già alla fine dell 800, coordinata dalla Chambre Syndicale de la Mode, aveva creato un sistema dove tutto contribuiva alla creazione e al rinnovo delle idee. Il fascino è indiscusso e i modelli troppo seducenti per essere ignorati. Sartorie come Galitzine, Tizzoni o Antonelli ma anche Schuberth o Simonetta e Veneziani sono molto legate a quel gusto. In particolare Irene Galitzine si dedicherà apertamente alla riproduzione dei modelli francesi prima ancora di dare il via alle collezioni con una sua impronta.

2 L alta moda del dopo guerra Il New Look, domina la scena nel corso di tutto il decennio degli anni 50. Esploso nel 1947 a seguito di una collezione di Christian Dior, il New Look definisce le proporzioni della nuova moda. E in contrasto con la moda del periodo della guerra che risparmiava sui tagli di tessuto per ragioni economiche. Le gonne che erano state accorciate al ginocchio ora arrivano al polpaccio, le giacche di taglio maschile perche avvolte rimodellate dagli abiti maschili dismessi, mettono in evidenza il punto vita, arrotondano fianchi e evidenziano il busto. A sinistra modello di Biki. Destra Sorelle Fontana 1950ca

3 Contemporaneamente alla foggia delle gonne svasate sostenute da strati di crinoline, il New Look affina il gusto per le figure allungate. Fianchi e busti sono sempre esaltati sottolineando il corpo femminile ma le gonne sono dritte. Il punto vita è sempre sottolineato. Questo tipo di linea che di fatto esisteva già negli anni trenta, durerà nel corso degli anni 50. Le gonne svasate usciranno di moda solo con l avvento della minigonna, verso il Il problema delle lunghezze della gonna farà la differenza sostanziale tra una collezione e l altra nel corso degli anni 50. A sinistra tailleur di Carosa. A destra Ferdinandi, 1953ca

4 In Italia, le sartorie si distaccano solo progressivamente dai dettami suggeriti dalle sfilate parigine. Se nel settore boutique, le novità sono accattivanti, nell alta moda i modelli francesi sono confrontati dalla stampa americana con quelli italiani in base a piccole differenze come tasche oblique o dritte, qualità del tessuto, lunghezza della gonna e anche essenzialmente in base al prezzo, considerato più economico. Tra i creatori più eccentrici e fantasiosi, troviamo Schuberth. in foto modello di jole Veneziani del 1957 Costantemente alla ricerca di effetti spettacolari, nel modello della pagina seguente, risolveva il problema di gonna svasata/gonna stretta con una sopragonna da aggiungere o ritirare e dava in questo modo la possibilità di quattro varianti con un solo acquisto fatto di tre pezzi.

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6 Per la cliente italiana, il sarto è un fornitore, e non possiede ancora il prestigio personale che acquisterà con gli anni. E lei che comanda le correzioni dei modelli, i colori e i tessuti. Questo concetto cambierà progressivamente e la donna si affiderà al talento del creatore. Fabiani è tra i sarti di maggior successo dell epoca. Le sue creazioni sono meno legate al mondo del cinema ma sono anche tra le più diffuse nel grande mercato nord americano. Questo soprabito rappresenta una piccola rivoluzione all epoca in cui è presentato. Una stagione dopo anche Balenciaga si avvicinerà a volumi a sacco di questo stile. L illustrazione è tratta da Stracci, pubblicazione realizzata con sua moglie Simonetta per celebrare i 10 anni della sartoria.

7 La sala bianca a Palazzo Pitti

8 Debutto ufficiale della moda italiana Nel 1951 Giambattista Giorgini promuove delle sfilate a Palazzo Pitti a Firenze per presentare alla stampa e ai buyers internazionali le creazioni italiane. Giorgini era un imprenditore che aveva iniziato a fare operazioni commerciali con i grandi magazzini americani. Inizialmente i prodotti erano quelli di artigianato locale, come paglie e accessori in pelle, prodotti già apprezzati internazionalmente per la qualità. Giorgini ha l intuizione di poter allargare il mercato a tutto quanto fa moda e per questo invita alcuni creatori ad una sfilata che organizza proprio per i compratori americani. Membro della buona società fiorentina, apre i saloni di casa sua e coinvolge l aristocrazia fiorentina invitandoli a sostenere questa manifestazione. L operazione è un successo e la stampa dichiara che è nata la moda Italiana. L Italia, per la sua origine feudale e aristocratica, è il paese che ha prodotto In assoluto più opere d arte. La cultura del saper vivere ha invogliato le grandi famiglie a costruire Palazzi e Ville, simbolo del loro prestigio e potere Nel dopoguerra, malgrado condizioni economiche ancora disastrose, le residenze Patrizie e le Città d Arte sconvolgono per la loro bellezza i visitatori stranieri. Gli americani in particolare, ricchi in denari ma poveri in quella storia, cominciano a visitare il paese promovendone un immagine superlativa nel mondo. La moda si associa a questo universo raffinato ed aristocratico. Molti dei creatori come Emilio Pucci, Simonetta Colonna, Giovanna Caracciolo, Luciana Reutern ed altri ancora, riscuotono maggior interesse e credito per l origine nobile delle loro famiglie associata a stile e buon gusto. Per creare mito e fascino intorno al prodotto moda, le sfilate sono organizzate nei saloni di Ville e Palazzi. Giambattista Giorgini dal 1951, utilizza la sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze. La prima sfilata nel 1951 vede la presenza dei seguenti creatori: ANTONELLI, CAROSA, FABIANI, FONTANA, SCHUBERTH, SIMONETTA, FAVRO, MARUCELLI, NOBERASKO, VANNA, VENEZIANI.

9 L esperienza delle Sorelle Fontana è unica ed esemplare. La loro Moda comincia a viaggiare nel mondo grazie alla loro abilità manageriale oltre che per la qualità dei loro abiti. Sono difatti note alla stampa prima ancora che il sistema moda italiano prenda forma attraverso gli sforzi di Giorgini. Abilissime nelle relazioni pubbliche, realizzano l abito da sposa di Linda Christian con Tyrone Power, star hollywoodiana, nel E un evento mediatico senza precedenti ed inizia una grande stagione per la moda italiana, per Roma e per il cinema di Cinecittà. In foto un modello del 1948 ed uno simile fotografato da Pasquale de Antonis.

10 L alta moda da sempre deve tradurre un sogno. L immaginario di eleganza alla fine della Guerra e all inizio degli anni 50 è quello suggerito dai film di Hollywood prima ancora che dalle passerelle francesi. Questi tre modelli suggeriscono le linee della moda interpretata dalla femme fatale dei film noir. A destra modello di Veneziani. Pagina seguente Vanna e Ferdinandi. Inizio anni 50

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12 L esperienza di Germana Marucelli è interessante e rappresentativa del clima di competizione e di ammirazione per la Francia che regna nell universo della moda nel Dopoguerra. Inizia giovanissima la professione di sarta e la sua capacità ad eseguire i modelli partendo da uno schizzo o dalla semplice visione di un abito, la proiettano direttamente sulle passerelle parigine. Da lì studia quello che è innovativo, portabile, adatto ad essere acquistato o ad essere copiato. Questa esperienza permette di affinare il suo talento naturale e fidandosi del suo intuito, inizia a produrre abiti con il suo nome. Germana Marucelli è la prima creatrice italiana del Dopoguerra e le sue idee sono state a più riprese interpretate dal sarto più importante dell epoca: Christian Dior. Abituati all idea più o meno giustificata di plagio delle idee dei sarti francesi, sorprendono la coincidenza che legano alcuni elementi delle collezioni di Dior presentate successivamente a quelle della Marucelli. La Marucelli stessa ne fa un elenco nelle sue memorie, ma pur amareggiata per non aver goduto di questo riconoscimento, si compiace per essere stata lei ad intuire il potenziale ed il successo di alcune trovate, come quella degli spicchi di ventagli plissettati nella collezione del 1948.

13 In queste tre foto da sinistra il modello di Dior del 1949 del quale Germana Marucelli si è attribuita il merito della linea. Segue un bozzetto delle Sorelle Fontana ed un modello di Emilio Schuberth indossato da Sophia Loren nel 1954.

14 Vista d insieme di modelli di sartoria italiana con citazioni alle collezioni parigine

15 Da sinistra : Sorelle Fontana, Veneziani, primi anni 50. Marucelli fine anni 40

16 Simonetta Visconti Nella foto, stesso modello in nero.

17 Modello di Jean Desses, Realizzato dalla sartoria Irene Galitzine. 1952

18 Abiti da sera realizzati da sartorie italiane probabilmente su modello francese.a sinistra Ferrario prima metà anni 50. A Destra Irene Galitzine 1953.

19 Il ruolo del Creatore di moda è oggi inteso come quello di direttore artistico. Si tratta di una persona che coordina l insieme di una collezione tenendola sotto controllo con il suo unico punto di vista. Nel corso degli anni 50 questo ruolo era meno rigoroso. In una collezione figuravano modelli di varia ispirazione e malgrado i nomi dati alle varie Linee, spesso la collezione era un insieme di bei vestiti messi insieme ma senza un comune denominatore. Figura chiave dell epoca era il figurinista. La persona che disegnava i modelli e li vendeva poi alle varie sartorie. ll modello fotografato è delle Sorelle Fontana, mentre il bozzetto fa parte dell archivio Emilio Schuberth dello csac di Parma. Le analogie tra i due sono abbastanza evidenti. Prima metà anni 50

20 Modello realizzato da Pierre Balmain per l autunno inverno del Il modello fotografato è una copia della sartoria Sorelle Mascetti, il bozzetto invece, venduto dalle Sorelle Ricci, fa parte dell archivio di Emilio Schuberth allo csac di Parma. L abito è forse una copia non autorizzata ma fatta su croquis captato al momento della sfilata o anche a seguito della pubblicazione fotografica del modello originale. Di fatto questo stile di abito da sera corto era molto diffuso e si è ripetuto in infinite varianti nel corso degli anni 50.

21 Emilio Schuberth e Fabiani. Prima metà anni 50

22 Simonetta, Emilio Schuberth e Luciani

23 Hollywood sul tevere Mentre le sfilate avvengono a Firenze, l attenzione della stampa è rivolta su Roma dove le produzioni di Cinecittà attirano le Stelle internazionali e nostrane. Gattinoni, Le Sorelle Fontana sono tra le sartorie più frequentate ma è Emilio Federico Schuberth che brilla per eccentricità ed affascina ad ogni presentazione. In questi anni la moda impara i meccanismi di promozione utilizzando gli stratagemmi usati dal mondo dello spettacolo. Piccoli o grandi scandali per destare l interesse della stampa e dei paparazzi. Le attrici e le donne più riconoscibili diventano le più ambite modelle per i creatori di moda. La grande produzione cinematografica di Cinecittà che avvicina i romani al firmamento delle star hollywoodiane è fondamentale in questi anni al progressivo dislocamento dell Alta Moda da Firenze a Roma.

24 Emilio Schuberth 1953ca abito appartenuto alla stella del Varietà Lucy d Albert

25 Emilio Schuberth Abito in tulle sfumato. Tessuti sfumati erano una caratteristica nel lavoro di questo creatore. La foto tratta da Bellezza illustra un abito simile sempre di Schuberth

26 Abito di Emilio Schuberth Una nuvola di tulle e di crine sintetico evoca l abito indossato da Lucia Bosé in Cronaca di un amore di Antonioni. Il costumista del film era Enrico Sarmi che lascerà l Italia per una brillante carriera nella moda negli USA.

27 Emilio Schuberth Il bozzetto proviene del Fondo Schuberth presso lo csac di Parma e si riferisce all abito. L abito è fotografato con la collana indossata da Sophia Loren a Cannes nel 1956.

28 Modello attribuito Schuberth. Elsa Martinelli indossa un abito simile delle Sorelle Fontana nel 1954

29 Abito delle Sorelle Fontana del Lo stesso modello con alcune varianti fu indossato da Ava Gardner al ricevimento per il matrimonio di Grace Kelly con Ranieri di Monaco.

30 La rivista Life dedica un servizio a Gina Lollobrigida ed al suo favoloso guardaroba realizzato da Schuberth nel Tra i modelli da pomeriggio elegante figuravano tre tailleur come quello che presentiamo in raso celeste rivestito di pizzo nero. Gli altri due erano in avorio e rosa.

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32 Oltre a prediligere gli effetti di colore sfumato e le invenzioni per trasformare gli abiti e moltiplicarne le funzioni, Emilio Federico Schuberth usa molto il merletto con il quale riveste abiti in lame dorato o raso in colori pastello. I quattro modelli precedenti sono databili tra il 1953 ed il A sinistra un modello simile durante un momento della sfilata nel celebre atelier di Via XX settembre a Roma. I due modelli che seguono forniscono un esempio di merletto applicato su tessuto laminato oro/argento. L ultimo modello non è arricchito da pizzi ma rappresenta anche questo un classico dello stile di Schuberth. L abito di Sophia Loren nella foto è sempre un modello in tessuto laminato di Schuberth

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34 La Sartoria di Maria Antonelli, era una delle grandi sartorie romane, L abito a sinistra, databile intorno al 1957, era stato acquistato dall attrice Elisa Mainardi. Spesso le donne più fortunate potevano acquistare i modelli di sfilata che con pochi rapidi accorgimenti erano adattati al loro corpo. Il limite maggiore dell alta moda è sempre stato il tempo di consegna di un vestito. Paradossalmente i tempi di produzione dell industria americana erano tali che permettevano di indossare il modello più recente, ma in serie, a poche settimane dalla presentazione delle collezioni alla stampa. In Europa la cliente doveva aspettare un mese per la consegna del su misura e fare più prove dell abito.

35 Modello di Antonelli del 1959 realizzato per Sandra Milo. La foto ritrae l attrice con l abito. Il raso avorio, i colori pastello i ricami argentei sono caratteristici di tutta la decade 50.

36 LA MODA DIVENTA DESIGN Nel 1955 Dior introduce il trapezio che rivaleggia con il successo nello stesso anno della linea a sacco di Balenciaga. I Parametri del New Look continuano però ad essere vincenti perche molto femminili e quindi graditi dalle donne e le linee seguono principalmente le forme naturali del corpo. Alla fine degli anni Cinquanta sono proprio gli italiani ad azzardare di più con volumi e proporzioni sorprendenti. Grandi dibattiti saranno provocati dal palloncino di Simonetta e di Fabiani. L idea ha successo e si diffonde nel mondo. Difatti il settore moda in Italia ha avuto modo di raffinarsi nel corso del decennio ed individuare i difetti ed i suoi punti forti. La fantasia creativa e la qualità di esecuzione combaciano. Simonetta e Capucci si sentiranno proprio per questo più forti per tentare all inizio degli anni 60 un esperienza in Francia confrontandosi con i loro beniamini. Una sartoria come Schuberth capisce di doversi riorganizzare con delle collezioni più coordinate. Insieme alla Sorelle Fontana approda alla grande realtà del pret à porter ed inaugura all inizio degli anni 60 una lussuosa boutique a Via Condotti a Roma. Lentamente l alta moda lascerà Firenze per sfilare negli atelier romani ma il successo della moda Boutique, della Maglieria e degli accessori, che continuano ad essere presentati a Pitti ed a riscuotere un grande successo tra i compratori stranieri, sono un avvertimento per la sopravvivenza delle sartorie che iniziano ad allargare le loro produzioni firmando accessori e profumi. Scatole di alcune sartorie e modisterie degli anni Cinquanta

37 Un doppio fiocco sfrangiato spostato dal punto vita all orlo dell abito, caratterizzano i figurini realizzati da Patrick de Barentzen per Emilio Schuberth. La collezione del 1959 segue questo semplice tema e risulta cosi più omogenea.

38 Visione complessiva del Made in Italy per la rivista Holliday. Sulla scalinata di Piazza di Spagna a Roma sono rappresentati i prodotti più caratteristici dell epoca: dalle valigie di Gucci ai vetri di Venini. Dalle calzature di Dal Cò e Barillà alla biancheria di Emilia Bellini, dalla pelletteria di Albanese ai prodotti cosmetici di Eve of Rome. L abito qui a fianco rappresenta l alta moda. Ed è un modello di Simonetta del 1960

39 Abe Lane, prorompente cantante degli anni 50 sceglie alcuni modelli nella collezione di Schuberth. Indossa un modello a palloncino simile a quello che illustriamo qui a fianco databile 1959

40 Da sinistra: Simonetta, 1958, Antonelli 1959, Capucci Fabiani e Simonetta debuttano con il palloncino nell autunno inverno riprendono questo tema esagerandolo ed annullando il punto vita nell autunno inverno (Bellezza Sett 1957 e sett 1958)

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43 nelle precedenti pagine Antonelli 1959, Gattinoni 1957ca, Capucci 1954, Simonetta 1958, Simonetta 1957ca, Capucci 1956, Carosa 1958ca, Carosa 1959ca, Gattinoni 1959ca

44 Roberto Capucci pe 1959 pe 1962

45 In un emblematica foto di gruppo, Dan Wynn rappresenta la nuova moda degli abiti a palloncino scelti da Harpers Bazaar. Si tratta della collezione autunno inverno Questi abiti sono per la maggior parte realizzati su modelli europei da industrie o grandi magazzini americani come Julius Garfinckel, Macy s o I Magnin. Nello stesso numero di Ottobre, segue un articolo con bellissime foto di Avedon dove vengono illustrati due modelli di Simonetta ed uno di Veneziani. L articolo si intitola Italy evening Bravura Riferendosi ai modelli da sera appena presentati a Pitti dice che sono as dramatic and breath-taking as a Callas entrance.