Numero IX Primavera osceno,animale

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1 Numero IX Primavera 2015 osceno,animale

2 Sommario L'Editorial L Editorial 3 InSistenze 4 Il diritto del più forte di Laisve 5 Api secche su una torta di Simone Scaloni 9 Giugno n.9- anno 3 La débacle della morale nella foresta glitter di Raqib Shaw di Helmut Schilling 15 Morgane la fée di Simone Scaloni 18 Corpo di donna di Giuseppe Bonaccorso 22 Direttore Editoriale Maria Carla Trapani InVerso 25 Direttore Responsabile Letizia Leone 26 Flavio Scaloni Davide Cortese 28 Redazione Dona Amati, Pietro Bomba, Alessandra Carnovale, Laura Di Marco, Mario Lucio Falcone, Giulio Gonella, Letizia Leone, Michela Pistidda, Simone Scaloni Ufficio Stampa Les Mots Contaminés Diego Maht 29 Simone Ramello 30 Roberto Marzano 31 Andrea Borrelli 32 Iunio Marcello Clementi 33 Solo a noi, esseri umani, può manifestarsi l osceno. Che non è solo corpo nudo e aperto, che non è solo animale, è qualcosa che attiene allo sguardo dell uomo, alla sua apertura, alla sua ferita, alla sua scissione. Al nostro sguardo colpevole, finanche i vegetali possono trasformarsi in strumenti di piacere. «Gli alberi coprono il suolo terrestre di una quantità innumerevole di verghe fiorite drizzate verso mare l abisso. L erotismo sfida l osceno per rivalorizzarlo, investendo il nudo di un senso animale: richiamando alla copula come speranza di fusione amorosa, l erotismo promette una momentanea riconciliazione con l animale che pure ci appartiene. L erotismo nega il corpo nudo come osceno, rivalorizzandolo come oggetto di desiderio, quindi promessa di godimento e, infine, appagamento. Ma, si sa, Technical Consulting Arianna Degni, Pierluigi Stifanelli InStante 34 il sole», scriveva Bataille in Anus solaris. Lo sguardo umano può infatti non solo spogliare, ma soprattutto rendere il tempo segna il limite di ogni esperienza umana. L angoscia che talvolta attanaglia l uomo dopo il coito, non è altro Michael Shaheen 35 osceno, ogni oggetto, di ogni regno. Il nudo, minerale- che il simbolo della consapevolezza ritrovata di una impos- Diwali - Rivista Contaminata Trimestrale di Arte & Letteratura Patrick Bouquet 38 Ajari 41 vegetale-animale, agli occhi dell uomo repelle e attrae allo stesso tempo, perché richiama qualcosa che oltrepassa la semplice visione immediata. Un sesso femminile spa- sibilità essenziale: è il nostro sguardo ad essere scisso, è il nostro sguardo a dover essere reciso, come nella Storia dell occhio, o nella scena che apre a Un cane andaluso. lancato, un sesso maschile eretto, sono molto di più che Diwali - Rivista Contaminata Contatti facebook.it/diwalirivistacontaminata diwalirivistacontaminata@gmail.com InMobile 44 Bestialità dell uomo - Umanità dell animale di Sara Lombardo un richiamo sessuale, com è per gli animali. L esposizione genitale non si limita a eccitare, ma testimonia la frattura che tragicamente o parodicamente esperiamo, tra il biologico manifestarsi e l osceno insinuarsi appunto. Che sia Edizioni Les Mots Contaminés Associazione culturale no-profit 20, Rue Condorcet, 38000, Grenoble - Francia InContro 50 Cena a Tokyo di Bernard Journo diretta come nella pornografia o metaforizzata come negli alberi batailliani, l esposizione del corpo solo per l uomo significa, rimanda ad altro. E per questo altro cui rimanda, attrae ma anche repelle. Solo ciò che al contempo repelle e ISSN InChina 53 Mario Lucio Falcone attrae, è in questo senso osceno. L intimo-pubblico, il risolutivo-problematico, la ferita-ricomposta, il vuoto-riempito. L erotismo tenta di rigiocare questa oscena crepa dell es- Copertina: Fotografia di Michael Shaheen sere a vantaggio della vita. L aperto che si chiude, spinta Quarta di Copertina: Claire Morgan, The Blues I che tenta di ricomporre la frattura, disperatamente di col- 2 3

3 Insistenze>>> il diritto del più forte Molte potenze sono tremende ma nessuna lo è più dell uomo. (...) È lui che anche la dea suprema tra tutti gli dei, Gaia, inconsumabile, instancabile, rivoltando violenta anno per anno con gli aratri tirati dalla stirpe equina. (...) È lui, laisve l uomo, capace di pensiero, che ha il potere sulle bestie dei campi e su quelle che vagano sui monti; è lui che aggioga il cavallo crinito e l infaticabile toro. È lui che la parola e il pensiero simile al vento ha imparato e l impulso che porta alla legge e a fuggire gli strali tremendi dell inabitabile gelo sotto l etere aperto. Ovunque s apre la strada, in nulla s arresta. Così affronta il futuro. Da Ade solo non ha escogitato scampo, per quanti rimedi abbia inventato a inguaribili mali. (Antigone, Sofocle) Strana creatura, l uomo, il cui adattamento all ambiente è affidato più alla trasformazione dello stesso attraverso la tecnica che tramite pressione evolutiva, ma allo stesso tempo soggetto alle stesse leggi chimico-biologiche che governano la vita degli altri esseri viventi. Ed è su questa somiglianza tra uomo e animale, in quanto tutti soggetto di vita ed entità senzienti che si fonda la critica allo specismo proposta da Laisve, che sottolinea come alla base della dicotomia essere umano-bestia ci sia la medesima valutazione gerarchica che caratterizza il razzismo e la violenza. Simone Scaloni ci accompagna, invece, nell universo magico-totemico dello scultore performer tedesco Joseph Beuys, artista fortemente legato al regno naturale e alla rivisitazione, tramite le sue performance, di riti ancestrali di scambio di identità/identificazione con soggetti animali. Alla celebrazione di un mistero, esperienza mistica e ultraterrena, assistiamo, attraverso le istallazioni non prive di aspetti macabri e spettrali di Claire Morgan (sempre per la firma di Simone Scaloni), moderna Persefone; istallazioni fatte di materiali semplici, tratti dalla natura e dalla quotidianità, e di lavoro certosino. Nuovamente una lavorazione meticolosa, questa volta di ori e pietre preziose, troviamo per la foresta incantata, piena di animali simbolici e grotteschi di Raqib Shaw, artista a cavallo tra Oriente (New India) e Occidente (Londra, New York), in cui ci porta a perderci Helmut Schilling, realtà da cui emana un intensa forza sessuale primordiale, in una mescolanza di opposti che vuole essere critica feroce di una società alla deriva. Una donna alla sbando, uno stupro, rapporti umani malati e degradati, scissione di personalità sono infine elementi del racconto di Giuseppe Bonaccorso, tasselli di un mosaico che ci raccontano un ulteriore aspetto dell oscenità di questo animale chiamato uomo. Per concludere con le parole di Sofocle: Oltre ogni speranza e ogni attesa, [l uomo] conosce, fabbrica, inventa, a volte volgendosi al male, altre al bene. Allorché s accorda alle leggi della sua terra e alla giustizia giurata degli dei siede in alto nella città; ma se si macchia di azioni malvagie e sfrontata audacia, della città neppure fa parte. Mai gli sarò commensale, mai avrò animo uguale con chi così agisce. Alessandra Carnovale Lo specismo è un pensiero fondato sull idea che sia legittimo favorire gli interessi dei membri della propria specie rispetto a quelli dei membri di altre specie: lo specismo sta alla specie come il razzismo e il sessismo stanno rispettivamente alla razza e al sesso. Di contro, l antispecismo si fonda sull idea che così come la razza e il sesso non sono criteri eticamente rilevanti per determinare il tipo di trattamento che dobbiamo riservare agli individui, allo stesso modo, la specie di appartenenza non dovrebbe essere considerata una caratteristica eticamente rilevante in relazione alla quale giustificare lo sfruttamento e la prevaricazione nei confronti degli animali. Nel suo libro Liberazione animale il filosofo australiano Peter Singer scrive: «Il razzista viola il principio di uguaglianza attribuendo maggior peso agli interessi dei membri della sua razza rispetto a quelli dei membri di un altra razza. Analogamente, lo specista permette che gli interessi della sua specie prevalgano su interessi dei membri di altre specie. Lo schema è lo stesso in entrambi i casi» (Singer P., 1975, p.29). In entrambi i casi c è un gruppo che giustifica lo sfruttamento da sé operato nei confronti di un altro sulla base di una distinzione che in realtà è priva di una giustificazione plausibile da un punto di vista morale. In effetti, il tener conto degli altri non dovrebbe dipendere dalla razza o dalla posizione sociale e neppure dalle facoltà intellettive di questi ultimi, ma piuttosto dovrebbe dipendere semplicemente dal fatto di essere un qualcuno e non un qualcosa. Credo che una definizione molto esauriente per spiegare questo concetto sia quella di Tom Regan, (scrittore e filosofo americano contemporaneo) che ritiene si debba avere una considerazione morale verso chiunque possa essere definito soggetto di vita, ovvero un qualcuno che si percepisce nel mondo ed ha interesse a vivere, indipendentemente da quanto altri possano trarre beneficio da questo. Secondo Regan tutti gli esseri senzienti sono soggetti di una vita che dovrebbe appartenere esclusivamente a loro. Ciò dovrebbe valere anche per gli animali che, in quanto esseri senzienti, come noi, percepiscono loro stessi il centro psicologico della propria esistenza. Come noi essi sono in grado di provare piacere e dolore e di avere preferenze, bisogni ed interessi che nella misura in cui vengono appagati possono rendere la loro vita più soddisfacente. Come la nostra esistenza ha valore per noi, la loro esistenza ha valore per loro; ma ciò nonostante, scrive Regan: «[...] da sempre gli animali sono trattati, di routine e sistematicamente, come se il loro valore fosse riducibile alla loro utilità per gli esseri umani. [...]». (Regan T., 2004, p.283) Essendo i più forti gli esseri umani si sono arrogati il diritto di decidere dove e come gli altri animali vi- Insistenze>>> 4 5

4 Insistenze>>> <<<Insistenze vranno e moriranno. Gli interessi di questi ultimi non hanno rebbe necessario insegnare quello verso l uomo, che ne cui miliardi di animali trascorrono la loro intera esistenza. delle conquiste scientifiche che sono state realizzate con alcun peso nella determinazione del loro destino. Il ricono- sarebbe una conseguenza. [...]. (Augias C., La Repubbli- Tutti questi animali vengono privati della libertà e di tutto questo tipo di sperimentazione, soprattutto nel campo scimento che almeno la maggioranza degli altri animali è ca 9 Novembre 2011, p.34) D altro canto l atteggiamento ciò che potrebbe rendere la loro vita appagante, per esse- della medicina. I fautori della sperimentazione sugli ani- portatrice dei nostri stessi interessi fondamentali e condi- degli esseri umani nei riguardi degli animali riflette il gene- re trasformati in strumenti o macchine viventi a servizio mali danno per acquisito che questa sia un argomentazio- vide con noi una serie di caratteristiche identiche sotto rale atteggiamento degli esseri umani nei riguardi del pros- degli interessi umani. Ogni anno, ad esempio, l industria ne schiacciante che fa piazza pulita di ogni argomentazio- tutti gli aspetti moralmente rilevanti sottolinea che anch es- simo, e lo specismo non è che un ideologia che allarga ad della pelliccia alleva e uccide (il più delle volte con pratiche ne contraria. Purtroppo dimenticano di fornire anche un si dovrebbero rientrare nella sfera della considerazione una vastissima categoria, quella degli animali, la nostra terribili, come quella di scuoiare gli animali da vivi) oltre un elenco di tutti i danni che ha procurato all umanità quell i- morale. Trattare gli animali con considerazione dunque abitudine a pensare e ad agire secondo convinzioni pre- miliardo di animali di varie specie (tra cui visoni, cani, gat- deologia del potere e della violenza di cui la sperimenta- non dovrebbe essere inteso come un atto di bontà da giudiziali che attribuiscono diritti, superiorità e privilegi ad ti, procioni, conigli, volpi e cincillà), per la produzione di zione sugli animali è solo un semplice aspetto. Ingiustizia parte dell uomo, ma come una questione di civiltà, che si alcuni (più forti) a danno di altri (più deboli). In quest ottica pellicce ed inserti (ossia piccoli ritagli di pelliccia animale sociale, sfruttamento, miseria, intolleranza, guerre, distru- rifà a principi morali quali quello di giustizia universale e di la condizione animale può essere considerata come la con cui vengono rifinite giacche, scarpe, borse e acces- zione dell ambiente: questi sono i risultati della nostra con- rispetto per la vita. In un articolo del giornale la Repubbli- spietata cartina al tornasole della realtà in cui viviamo, rap- sori vari). La maggior parte di essi sono allevati in delle cezione dei rapporti con gli altri. Oggi incombe su di noi il ca del 9 Novembre 2011 in una lettera rivolta a Corrado presentata, a mio avviso, con grande efficacia dalle paro- piccolissime gabbie nelle quali riescono a malapena a pericolo di una catastrofe ecologica di dimensioni plane- Augias il medico Francesco Bombelli scrive: [...] Sono le del premio Nobel per la letteratura, Isaac Bashevis Sin- muoversi e dove conducono una vita di prigionia e soffe- tarie. Questo perché noi aggrediamo un topo come ag- sconcertato dal trattamento riservato al mondo animale: ger (scrittore ebreo sopravvissuto all Olocausto), che nel renza. ( grediamo una balena, come aggrediamo una foresta, un foche prese a bastonate, cani sepolti vivi dai loro padroni, suo romanzo Nemici, una storia d amore scrisse: Ogni international/fur/fashion.html) Lo stesso vale per gli ani- fiume, una montagna, come abbiamo aggredito Anna procioni, cani e gatti scuoiati vivi nelle fur farms per otte- volta che Herman assisteva alla macellazione di animali, mali utilizzati nell industria alimentare. Si pensi solo che le Frank e come ora aggrediamo i bambini della Bosnia. nerne pellicce e lasciati morire tra atroci tormenti. [...] Do- compiva sempre lo stessa riflessione: nel loro comporta- galline ovaiole degli allevamenti intensivi trascorrono tutta (Robustelli F., 1995, pp ) Queste parole vanno a vremmo cominciare a guardare agli animali come esseri mento verso queste creature, tutti gli uomini sono dei na- la loro esistenza stipate in gabbie così strette da non po- sottolineare, dunque, che esiste un presupposto comune viventi che meritano, come noi, assoluto rispetto. In difet- zisti. L arroganza con cui gli esseri umani fanno ciò che ter nemmeno aprire e stendere un ala, appoggiate su un alla base di ogni forma di violenza, sfruttamento e preva- to vedo poche possibilità che l umanità progredisca. [...] vogliono di tutte le altre specie incarna la più razzista delle pavimento in rete metallica che provoca loro gravi lesioni ricazione che fa capo ad un modello di relazioni di tipo Penso che se si insegnasse questo rispetto forse non sa- teorie: il diritto del più forte. (Singer I.B., 1974, p.31) Lo e deformazioni alle zampe. Senza conoscere un prato o gerarchico, in cui i più potenti dominano e i più deboli specismo, d altra parte, non è che uno dei tanti pregiudizi un raggio di sole questi animali passano notte e giorno soccombono. Bisogna capire che la lotta contro l ingiusti- irrazionali del tutto identico a quelli con cui la nostra spe- costretti all immobilità, col becco amputato, le zampe fe- zia e la violenza non può essere combattuta in un ottica cie si è resa responsabile di un ininterrotto susseguirsi di rite, sotto le luci artificiali dei neon perennemente accese. settoriale, ma andrebbe piuttosto affrontata sulla base di orrori a carico di gruppi umani ritenuti inferiori (cioè mo- ( una concezione globale dei rapporti interindividuali. Oc- ralmente assimilabili agli animali). Anzi, per molti pensato- php?id=384) E come non menzionare, infine, l esempio corre considerare, infatti, che la violenza non è costituita ri, esso andrebbe considerato proprio l aspetto fondante degli oltre 400 milioni di animali che vengono sacrificati solo da una serie di comportamenti, ma è innanzitutto un di quel pensiero dualistico che istituisce scale gerarchiche ogni anno nei laboratori scientifici: allevati in isolamento, modo di pensare, di sentire e di mettersi in rapporto con tra esseri moralmente simili sulla base di mere differenze paralizzati, obbligati ad inalare sostanze tossiche, costret- gli altri. La violenza esercitata nei confronti degli animali, biologiche che, come tali, dovrebbero essere completa- ti ad ingoiare colle, vernici, pesticidi e disinfettanti, esposti pertanto, non è soltanto riprovevole per la sofferenza inflit- mente irrilevanti sul piano della considerazione etica. In a radiazioni, ustionati, accecati, sottoposti ad amputazio- ta ad essi, ma anche perché è l espressione e la giustifi- questo senso, lo specismo sussumerebbe in sé tutte quel- ni, operazioni chirurgiche sperimentali e quant altro. ( cazione di quel sistema di valori basato, per l appunto, le ideologie che intendono tracciare una linea invalicabile sull esercizio del potere da parte di chi è più forte su chi è tra noi e loro, qualunque siano i noi e qualunque siano i Grazie, all assimilazione, in sede teorica, degli animali a più debole. Se si avalla la violenza nei confronti degli ani- loro, dove ai noi sono concessi diritti e dominio e ai beni di proprietà e di consumo è stato reso possibile nella mali si avalla quindi anche questo sistema di valori e di loro sofferenza e oppressione. In un film documentario pratica lo sfruttamento e l uccisione di questi ultimi a van- conseguenza tutte le forme di violenza fondate sulla so- del 2005 dal titolo Earthlings (abitanti della terra) viene mo- taggio di qualsiasi interesse umano. Ciò di cui la maggior praffazione. Non a caso, George Thorndike Angell, impor- strata la crudeltà che la specie umana perpetua ogni gior- parte degli uomini non si rende conto è che tutto questo, tante criminologo impegnato in molte campagne contro la no nei confronti delle altre creature senzienti che vivono però, non va a danneggiare solo gli animali ma si ritorce violenza sugli animali, nonché Presidente dell American con noi su questo pianeta ( Si tratta anche contro gli stessi esseri umani: lo specismo infatti Humane Education Society e della Massachusetts Socie- della crudeltà che si nasconde in tutti i luoghi di sfrutta- non è solamente una posizione ideologica più o meno so- ty for the Prevention of Cruelty, quando gli chiesero per- mento e morte (come stabulari e allevamenti intensivi) in stenibile, ma, tramite il suo dispositivo differenza = gerar- ché spendesse tanto tempo e denaro per promuovere di- chia, comporta una serie di ripercussioni pratiche che ritti e rispetto per gli animali invece di dedicarsi Pagina 5: Tavola di strumenti anatomici utilizzati nella vivisezione; XIX sec vanno a riflettersi sulla vita di ciascuno di noi. In un suo maggiormente ai problemi dei suoi simili rispose: Io lavo- Di lato: Human Vivisection; illustrazione satirica del XIX sec saggio sulla sperimentazione animale Francesco Robu- ro alle radici. D altro canto finché conviveremo con la Pagina 8: Dimostrazione della fisiologia della vivisezione di un cane; Olio su tela del XIX sec. stelli scrive: L ottuso trionfalismo dei fautori della sperimentazione sugli animali si esprime di solito con un elenco brutalità verso gli animali, in quanto appartenenti ad una specie differente dalla nostra, sarà sempre possibile il pas- 6 7

5 Insistenze>>> saggio ad un analogo comportamento nei confronti di altri esseri umani, magari perché appartenenti ad un altra razza o ad un altra religione o comunque semplicemente perché portatori di idee o di interessi che possano divergere dai nostri. Da un punto di vista psicologico, in fondo, la struttura di quel complesso processo che è l instaurazione del rapporto con l altro è sempre la stessa, sia che si tratti di rapporti tra uomini e donne, tra giovani e anziani o tra esseri umani e animali. Per questo non sarà possibile contrastare davvero l ingiustizia, la prevaricazione e lo sfruttamento tra gli esseri umani finché continueremo quotidianamente a legittimare il nostro atteggiamento di dominio assoluto sugli animali, facendo ricorso alla giustificazione che appartengono ad una specie diversa dalla nostra. Dobbiamo renderci conto, infatti, che l unica strada che può opporsi veramente alla violenza è quella della tolleranza e della stigmatizzazione di qualsiasi crudeltà, perciò solamente se faremo del rispetto per tutti gli animali una norma di vita potremo pienamente superare la concezione gerarchica dell esistente e con essa ogni forma di prepotenza e di sfruttamento. Occorrerà, allora, educare le future generazioni al rispetto, all empatia e alla coerenza del comportamento, perché solo così potremo sperare di arrivare al giorno in cui anche la crudeltà verso gli animali verrà considerata abietta anziché normale e la violenza nei loro confronti sarà punita anziché regolamentata da leggi. I have a dream proclamò in un giorno divenuto indimenticabile Martin Luther King, nero in un paese di neri umiliati dai bianchi : sognò che la fratellanza prendesse il posto dell odio, che la libertà e la giustizia sostituissero l oppressione, che dalla disperazione nascesse la speranza. Anche noi abbiamo un sogno e anche il nostro è un sogno di giustizia, di riscatto, di trasformazione epocale, che urge verso la sua necessaria realizzazione. Il nostro è il sogno di vivere in un mondo dove ogni essere vivente abbia diritto al rispetto; di spezzare per conto degli animali l ultimo anello della catena in cui il più forte abusa del più debole. [...]. Noi abbiamo questo sogno: perché senza la fine della violenza sugli animali nessun progresso sarà mai tale; né la vittoria sul dittatore avrà valore se il nuovo vincitore ancora festeggerà con tavole imbandite delle solite vittime. (Manzoni A., pp.13-14) API SECCHE SU UNA TORTA nell antro alchemico di Joseph Beuys simone scaloni Api secche su una torta Presto prendi un calderone sei bignè di lepre morta. e procurati un bastone. Pane e lucido da scarpa Porta tutto a combustione mezza carpa in una sciarpa. gira fino a ebollizione. Insistenze>>> Poi di lupo una mascella Ma se tarda la reazione trita fina in una tiella. versa succo di limone. Sguscia un guscio di conchiglia Poi di cervo, alce o gatto *[Laisve (Roma, 1975). È una psicologa laureata presso l Università La Sapienza di Roma in Psicolo- sgrana lische di una triglia. Ferro, zinco, piombo e rame metti un teschio dentro un piatto. Un fornello su una slitta gia dello Sviluppo e dell Educazione e in Psicologia del Benessere nell Arco di Vita. Ha lavorato per anni presso centri di riabilitazione per persone con ritardo mentale ed ha svolto attività di ricerca nel campo dei disturbi del sonno ed in quello delle Rappresentazioni Sociali (a Roma e a Lione, pezzi vecchi di salame. Acquavite, noci e sale versa adagio in un pitale. Bacche verdi, pere e mele mischia tutto con il miele. una torcia a una marmitta. Danza, formula e poi via lascia il campo all energia. Mosche e vespe in mezzo al fumo guarda apprendersi in un grumo. dove ha vissuto per qualche tempo). È inoltre impegnata in diverse attività di volontariato collaborando con alcune onlus che si occupano dei senza tetto, di persone con disabilità intellettiva e di difesa dei diritti animali.] Latte, zucchero e mirtilli bada bene, freschi e belli. Ciglia equine e cataratte otto blatte putrefatte. Grasso e sego di salsiccia Nell aroma di lamponi tuoni, lampi ed esplosioni. Col profumo delle more ciò che evapora è calore. Ma per quanto sia una festa quasi pronta è la tua miccia. di stranezze e di colore Rosso sangue, oro armilla del cappello sulla testa ecco scocca la scintilla. sempre cenere ne resta! 8 9

6 Insistenze>>> <<<Insistenze Joseph Beuys è stato un pittore, scultore e performer quest uomo un adorazione fuori dal comune e s identificò fece poi risalire alcune figure della sua opera successiva sta dell artista stesso che, come quella di ogni altro uomo, tedesco della seconda metà del Novecento. Nacque a in lui a tal punto che per un periodo arrivò a farsi chiamare come Gengis Khan e Il Capo dei Cervi (Hirschfuhrer). è per tutti il vero Palazzo da conquistare e abitare con di- Krefeld il 12 maggio del 1921 ma fu di fatto cittadino della Joseph Anacharsis Clootsbeuys. Anche il paesaggio del Durante la Seconda Guerra Mondiale fu coinvolto in un gnità. Ogni uomo diceva Beuys è un sovrano. Ogni vicina Kleve della quale si dichiarò sempre originario. Basso Reno rappresentò una miniera di spunti per Beuys. terribile incidente aereo che lo portò quasi a perdere la uomo è un Re Sole. Già parecchio tempo prima della La regione del Basso Reno con le sue pianure, miti e leg- Ricordava spesso che negli anni dell adolescenza andava vita. E proprio perché in guerra vide la morte in faccia più sua mostra-testamento, Napoli era assurta al rango di sua gende, esercitò una profonda influenza su Joseph Beuys in giro come un pastore di pecore, con un gregge imma- di una volta, da artista potè farne un tema (ma sarebbe città elettiva, il Mezzogiorno d Italia a sua nazione ideale già dai primi anni dell infanzia. Dal 1056 la cittadina di Kle- ginario e un bastone vero dall estremità ricurva che nelle meglio dire il filo conduttore) delle sue opere. L incidente e Foggia a capitale. Alla città pugliese era infatti rimasto ve fu anche sede degli omonimi conti i quali facevano ri- sue azioni artistiche future sarebbe poi diventato il famoso aereo in Crimea nell inverno del 1943 lasciò senza dub- particolarmente legato sin dalla Seconda Guerra Mondia- salire le origini del loro nobile casato al mitico Lohengrin, il Bastone Eurasiatico (Eurasian Staff). bio il segno più indelebile su Joseph Beuys e la sua pro- le quando, giovane mitragliere della Luftwaffe in attesa di Cavaliere del Cigno che la leggenda medievale vuole figlio Durante le avventure all aperto vissute da ragazzino tra duzione artistica. Nell impatto con il suolo Beuys venne essere spedito al fronte, aveva avuto modo di esplorare e di Parsifal, il re del Graal. Che Beuys avesse una partico- i boschi e le campagne della sua regione, Beuys imparò scaraventato fuori dall abitacolo e rimase incastrato sotto innamorarsi dei paesaggi del Gargano e di conoscere una lare predilezione per i cigni emerge infatti fin dai suoi primi a conoscere piante, erbe, alberi, arbusti, funghi, insetti e la coda dell apparecchio, perdendo conoscenza. Il com- terra e una gente che lo rassicuravano. Foggia era per lui disegni. Kleve e i suoi dintorni offrirono all artista anche al- animali. Annotava le sue osservazioni su un quaderno e pagno che era in missione con lui morì sul colpo. E un il luogo in cui tutto era necessariamente felice. Uno degli tre fonti d ispirazione e conoscenza. Soprattutto ci aveva arrivò ad allestire una collezione botanica in casa dei suoi miracolo che Beuys sia sopravvissuto. Lo dovette a un ultimi desideri dell artista fu proprio quello di donare l in- vissuto il barone Anacharsis Cloots, nato nel 1755 e poi genitori, a Kleve, dove ospitò anche un piccolo zoo. Era gruppo di tartari nomadi che, nel corso di una transuman- tera sua collezione alla città pugliese per farne un museo. ghigliottinato a Parigi per ordine di Robespierre nel 1794 in sempre a caccia di topi, ratti, mosche, ragni, pesci e rane. za, lo trovarono nella neve alta tra i rottami dell aereo. Era Purtroppo il progetto non andò mai in porto. seguito all accusa di essere un agente straniero e di avere Insieme ai suoi compagni di gioco costruiva tende e per- privo di conoscenza e gravemente ferito. I pastori lo por- Nel corso della vita l artista renano ripetè più volte che le tradito gli ideali della Rivoluzione. Beuys, che da bambino sino labirinti sotterranei nei quali collocava le sue prede. tarono in una delle loro tende e per otto giorni, la maggior sue opere non avevano a che fare con i simboli ma sempli- giocava spesso davanti al Castello di Cloots, sviluppò per A queste intense e formative esperienze giovanili Beuys parte dei quali trascorsa da Beuys in stato d incoscienza, cemente con i materiali. Anche per questo motivo, proba- lo curarono amorevolmente con i loro rimedi tradizionali, gli unsero le profonde ferite con grasso animale, lo avvolsero nel feltro affinchè si riscaldasse e trattenesse a lungo il calore. Lo nutrirono con latte e formaggio fresco. Così Joseph Beuys si salvò e non avrebbe mai dimenticato le immagini evocategli dalla vita tra i tartari che trasformò a modo suo in diverse azioni, tanto che grasso e feltro divennero i due materiali principali delle sue sculture. Tornato a casa in Germania circa un anno dopo, Beuys aveva preso ormai da tempo la decisione della sua vita: studiare l Arte. E scegliendo gli studi artistici si ripromise di far saltare i confini stessi dell arte soprattutto attraverso i tre concetti-cardine della sua teorizzazione estetica: il concetto di arte ampliata, il concetto di controimmagine e il concetto di scultura sociale. Frequentò l Accademia di Belle Arti di Dusseldorf della quale sarebbe poi diventato professore di scultura. Amò profondamente gli animali dei quali prendeva in considerazione soprattutto la vulnerabilità e il costante rischio di sopravvivenza al quale sono sempre esposti. Joseph Beuys si spense a Dusseldorf il 23 Gennaio del Aveva 65 anni. La sua ultima mostra, inaugurata circa un mese prima, ebbe luogo a Napoli al Museo di Capodimonte. S intitolava Palazzo Regale e fu, in sostanza, l allestimento che Beuys fece del proprio monumento funebre, un vero e proprio mausoleo che possiamo anche vedere come il suo personale Castel del Monte federiciano nella città che egli amò sempre al di sopra di ogni altra: Napoli, appunto. Il Palazzo Regale non era altro che la te- Pagina 10: Fotografia di repertorio di Joseph Beuys Pagina 11: Joseph Beuys, Come spiegare i quadri a una lepre morta, particolare

7 Insistenze>>> <<<Insistenze bilmente, guardò sempre con scetticismo a ogni interpretazione critica della sua opera. Ognuno è dunque libero di confrontarsi come vuole con il mondo magico dell arte di Joseph Beuys. Occorre far saltare le camere di piombo politiche, sociali e personali. Ossia uscire dall isolamento crescente. Quello di cui abbiamo bisogno disse una volta Beuys è calore. Lo trovò in Italia. Nel 1965 a Dusseldorf Joseph Beuys mise in scena una performance, o azione artistica, con un titolo affascinante e misterioso: Come spiegare i Quadri a una Lepre Morta. Vediamo un uomo, l artista stesso, con il volto coperto da quella che si direbbe una maschera dorata per certi aspetti simile a quella funeraria di Agamennone di arcaica memoria. Si tratta in realtà di una sorta di vernice ottenuta grazie a un primo strato di miele sul quale è stata poi cosparsa una sottile patina di foglia d oro. L uomo indossa una camicia bianca e un paio di pantaloni chiari di feltro al quale ha abbinato un gilet da pescatore dello stesso colore. È seduto e tiene in grembo una lepre morta. Il miele è sostanza spirituale per eccellenza e rappresenta un potente agente mercuriale in grado di disgregare l identità cristallizzata e fossilizzata del soggetto e di ricondurla a una condizione amorfa, primigenia e altamente ricettiva. Dunque favorisce la regressione a una condizione embrionale. Il feltro, anch esso materia organica incerta e liminale, svolge una funzione analoga di potente isolante termico ed energetico. Il carattere alchemico e trascendente insito nell oro è noto. Durante la rappresentazione l artista dà vita all animale facendolo camminare, parlandogli teneramente e illustrandogli i quadri della galleria d arte in cui si trovano come se fossero gli alberi di un bosco. Il pubblico assiste alla performance da dietro un vetro come se guardasse dentro la teca di un museo. Cosa significa tutto questo? Molto probabilmente si tratta di una sorta di cerimoniale di offerta della preda agli invisibili ma onnipresenti spiriti della Natura (dell Arte, in questo caso), suoi legittimi proprietari, così da placarne l ira. Una pantomima, dunque, un rito arcaico di camuffamento che ripercorre l evento sacrilego della morte dell animale nella versione occultata della farsa e del ribaltamento della realtà. L autore-performer cerca di Joseph Beuys e l arte magica della performance Pagina 12 e 13: Joseph Beuys, dettagli da I like America and America likes Me, performance del Pagina 14: Joseph Beuys fotografato dall alto, con l emblematico cappello, mentre rilascia un autografo

8 Insistenze>>> negare il dato reale dell uccisione della lepre nel tentativo di eliminare, o almeno rimuovere, il senso di colpa che lo attanaglia e così da stornare da sé la giusta punizione che gli spetta. In altre parole, tenta di sviare le responsabilità morali che è chiamato ad assumersi incaricandosi egli stesso del ruolo di vittima sacrificata, la lepre morta, in uno scambio di ruoli e identità tra essere umano ed essere animale tipico delle società tradizionali di cacciatori nomadi e dello sciamanesimo asiatico in particolare. Il tema della metamorfosi animale è infatti caratteristico di queste antiche civiltà della steppa. Nove anni dopo, nel 1974, a New York Joseph Beuys diede luogo a un altra azione artistica destinata a diventare leggenda nella storia dell arte della performance: I like America and America likes Me. Si tratta della rappresentazione di un viaggio iniziatico nel regno dell Aldilà attraverso una regressione estatica in una dimensione animale ancestrale. Come nell opera precedente, l artista si trova ad agire in uno spazio appartato e separato dal pubblico. Un luogo altro, parallelo e remoto, delimitato da una rete metallica a contrassegnare un area sacra propizia alla celebrazione di un rito, come un ideale iconostasi. Cerchio magico e sfera d azione degli spiriti all interno della quale Beuys e un coyote, il coprotagonista dell azione, si muovono l uno in funzione dell altro. La performance, infatti, è giocata interamente sulla possibile interazione fra l uomo e l animale che, in ultima istanza, può portare al capovolgimento stesso dei ruoli e allo scambio d identità fra i due protagonisti. Il coyote, emblema di una realtà altra per eccellenza, è un animale selvatico che in molte civiltà native del nord America e non solo (presso gli Etruschi, ad esempio, era proprio un lupo a condurre le anime dei morti nell Oltretomba) possiede importanti valenze magiche. Il coyote è dunque l incarnazione perfetta dell elemento anarchico e disordinato del mondo. Rappresenta quell imponderabile quanto insopprimibile aspetto della realtà capace di minare alle fondamenta ogni forma di regola e assetto costituito. Di ricondurre tutto al caos primigenio, insomma, in cui ogni cosa prende vita e rinasce all infinito. In questo senso l animale viene percepito come un pericolo pubblico, minaccia costante per la comunità e il vivere civile, antieroe sempre allontanato ed emarginato per definizione. Ma proprio quest eterno esiliato e diseredato della società può misteriosamente trasformarsi nel momento risolutore di salvezza e rigenerare l Universo ex novo. Il manto di feltro che avvolge per intero la figura dell artista durante la performance è come un bozzolo informe che lo rende simile a un entità magmatica amorfa e che ha la funzione (come il miele e l oro nell azione precedente) di ricondurre il neofita iniziato al rito a una dimensione primordiale e preformale. Il bastone dall estremità ricurva come un pastorale, infine, è il cordone ombelicale cosmico che unisce l uomo all animale. Strumento magico di comunicazione simile a una sonda spaziale, il bastone è il canale, il veicolo che lo sciamano Beuys utilizza per accedere a quei livelli superiori della Natura in cui risiedono il lupo, gli spiriti e le forze celesti che li presiedono. *** Le informazioni biografiche su Joseph Beuys sono state liberamente tratte dal testo di Heiner Stachelhaus Joseph Beuys. Una vita di controimmagini. 2012, Johan & Levi Editore. Per la descrizione delle due opere di Joseph Beuys presentate in questo articolo, invece, si è fatto costante riferimento al testo di Martino Nicoletti L Uomo che dialogava con il Coyote. 2011, Edizioni Exòrma. *[Simone Scaloni vive a Roma tra le pieghe di una decennale passione per l arte. Diplomato in restauro pittorico, si laurea in seguito in Storia dell Arte. Si interessa particolarmente alle stampe del 900 ma non si preclude incursioni nelle manifestazioni dell arte contemporanea.] La débacle della morale nella foresta glitter di Raqib Shaw helmut schilling L Oriente della New India incontra l Occidente della Swinging London. Questo clash di culture, nelle mani di Raqib paraventi), nonché i simboli dell araldica e i tesori dell arte gli Uchikake (kimono cerimoniali giapponesi), i Byobu (i Shaw, dà vita a una foresta incantata e maledetta animata orafa. da animali grotteschi e simbolici in un habitat paradisiaco, Appena diplomato, viene notato dai più influenti galleristi londinesi che vogliono rappresentarlo. La Victoria Miro uno Shangri-là funambolico, fatto di una flora opulenta e soffocante di ori e pietre preziose. Gallery gli offre la propria sponsorship. Lo espone all edizione 2003 di Art Basel: il successo di critica è immediato. Shaw arriva a Londra nel 1998, frequenta la prestigiosa accademia Central St Martins School of Art, fucina di alcuni dei più grandi talenti degli ultimi decenni (Alexander 2006 è esposto al MoMA di New York e alla Tate Britain Di lì a poco arriva il riconoscimento su scala mondiale, nel Mc Queen, John Galliano, PJ Harvey, Laure Prouvost, per di Londra, nel 2008 entra al Metropolitan Museum di New citarne alcuni). Porta con sé un bagaglio culturale e iconografico ricchissimo, il Kashmir, terra natia, con i suoi oggi sono state per lo più acquisite da grandi musei. York da artista affermato. Le sue opere realizzate fino ad tessuti drappeggiati e i tappeti tessuti al telaio, il pantheon Gli viene riconosciuta, oltre l innegabile maestria tecnica, della religione hindu, le porcellane e le miniature persiane, l affiliazione a un importante eredità pittorica che parte da Insistenze>>> 14 15

9 Insistenze>>> <<<Insistenze di salvezza, come fosse sceneggiato da William S. Burroughs. L opera di Shaw ci invita a riflettere sulla piega immorale di una società alla deriva, guidata dal profitto e dall ostentazione della ricchezza. Come di fronte al flash di una fotocamera, i nostri occhi si chiudono istintivamente e tornano ad aprirsi subito dopo animati dalla curiosità di vedere il risultato della fotografia, in questo caso attraente e repulsiva al tempo stesso. Shaw si sta facendo largo nell impero occidentale dell arte contemporanea (la sua arte è pressoché sconosciuta in India) e le gallerie Pace e White Cube di Londra, che lo rappresentano, gli dedicano importanti spazi espositivi nel quartiere borghese di Chelsea. Come ogni grande artista del proprio tempo, Shaw divide la critica e il pubblico. Le critiche feroci non mancano, alcuni lo hanno tacciato di scarsità di originalità intellettuale compensata da una manualità compulsiva, altri hanno paragonato le sue opere ai motivi decorativi dei Casino- Palace di Las Vegas e più di un critico ha suggerito che il confine del glamour con il kitsch sia stato valicato a più riprese. Di certo è facile perdersi in questa foresta al neon dove maligne creature barocche ci indicano quanto possa essere Osceno l animale Uomo. *[Helmut Schilling nasce a Salisburgo da padre austriaco e madre italiana. Trasferitosi a Lugano per motivi di studio, si occupa come ricercatore di estetica del linguaggio. Pubblica il suo primo saggio La vocazione cubista del tu a venticinque anni. A volte affaticato dall universo delle parole, evade nelle potenzialità del gesto: la recitazione e la scultura del bronzo come necessità fisiche di rappresentazioni visive e materiche.] Hieronymus Bosch e i pittori della scuola fiamminga del XV secolo. L opera The Garden of Earthly Delights appare come un omaggio dichiarato al maestro Bosch e all opera dal medesimo titolo. Tuttavia, a differenza del maestro, Shaw sembra celebrare la ricerca di un piacere senza limiti morali né tantomeno religiosi. Il suo è un mondo di perversioni e giochi erotici e cinici che rispecchia la débauche della nostra contemporaneità. Anche i ritratti di Hans Holbein, pittore alla corte di Enrico VIII, hanno esercitato la loro influenza sulla pittura di Shaw. I dipinti The Ambassadors e Dance of Death alla National Gallery sembrano essere stati un forte motivo ispiratore per il giovane pittore indiano appena sbarcato nella capitale britannica. Non da ultimo il maestro italiano Giambattista Piranesi, con le sue rappresentazioni crude della decadenza del tardo impero romano, ha fatto parte dell educazione artistica di Shaw. Shaw padroneggia una tecnica precisa ai limiti dell ossessione. Lavora gli smalti e le vernici metalliche su grandi pannelli che arrivano alle dimensioni imponenti di 4 x 2 metri. Il disegno preparatorio viene lavorato con bordure d oro che costituiscono la gabbia per il colore steso successivamente, un metodo non dissimile da quello delle grandi vetrate delle cattedrali. Il colore viene steso con dispensatori appositi e quindi sfumato e rimescolato con aculei di porcospino. Le opere si arricchiscono con l apposizione di pietre preziose di vari colori e fogge (rubini, smeraldi, cristalli Swarovski). La realizzazione dell opera richiede numerosi mesi di lavoro certosino e un attenzione al dettaglio impressionante. L artista stesso illustra il proprio modus operandi in un interessante video disponibile su Vimeo al seguente link: Il suo atelier, un ex mattatoio in un sobborgo poco raccomandabile di Londra, corrisponde alla sua personalità eclettica quanto schiva. Popolato da due cani Carlini e da sporadiche apparizioni umane, è un trionfo della flora, piante e fiori tropicali per i quali l artista spende cifre folli, divani damascati, colori sgargianti alle pareti: Shaw vive l universo onirico che traspone nelle sue opere. Il suo mondo edonista e esplosivo, glitterato e opulento, riflette un intensa forza sessuale primordiale, rivissuta da creature antropomorfe che sembrano soddisfare ogni impulso sullo scenario vibrante di un paesaggio fantastico e iper-realistico. Il sogno si mescola con l incubo, il bello con il grottesco, il piacere con il dolore. Non c è redenzione, non c è speranza nella totale assenza di Dio che sembra aver dimenticato questo Eden. Shaw, che rivendica la natura autobiografica delle sue composizioni, porta sulla tavola una critica feroce della New India, ben lontana dalle rappresentazioni edulcorate di fattura Bollywoodiana. L incertezza della società multiculturale, il collasso della morale, la perdita di riferimenti univoci. Va in scena un melodramma psichedelico e violento senza possibilità Pagina 15: Raqib Shaw, After George Stubbs Cheetah and Stag, smalto e pietre su tavola, The Manchester Art Gallery. Pagina 16: Raqib Shaw a lavoro nel suo studio londinese. Qui sopra: Un opera dalla serie Paradise lost

10 <<<Insistenze Insistenze>>> MORGAN LA FÉE - fra le tassidermie mistiche di una rossa irlandese simone scaloni Cosa ci accadrebbe se ci trovassimo di notte all interno eleganti opere d arte. Sarà infine una sensazione di ambiguità e sostanziale impenetrabilità a rimanerci addos- della galleria vuota di un vecchio museo vittoriano di fine Ottocento e all improvviso, preceduto da una corrente di so quando, allorchè un altrettanto misteriosa dissoluzione aria gelida e da un sibilo inquietante, entrasse dalla porta spaziale avrà avuto luogo, quei volumi magici e primordiali, i solidi evanescenti di Claire Morgan, non ci saranno giù in fondo un grande solido evanescente? E se mai ci capitasse di assistere a un fenomeno del genere, non potrebbe voler dire che siamo morti? più. Proviamo a immaginare la situazione. È notte, fa molto freddo. Fuori l inverno incombe e i rami neri degli alberi picchiano sulle vetrate buie del museo, sferzati da un vento sinistro. Noi siamo lì e camminiamo da soli sulle assi di un logoro impiantito cigolante tra austeri busti di marmo, stucchi impolverati dal tempo e vecchie teche di ottone arrugginito. Improvvisamente un entità geometrica sospesa nel vuoto si mette a vibrare sopra di noi. Emette un leggero fruscio ed emana una sorta di energia fluorescente impossibile da definire. Un energia cosmica, diremmo. Non ci sono dubbi, rimarremmo esterrefatti e come paralizzati. Oppure, magicamente, ci sentiremmo diversi, trasmutati, alla stregua di piccoli animali di campagna come una volpe o un riccio, indifesi e vulnerabili, che impietriti e forse morenti s interrogano su quanto sta accadendo. È più o meno questo il miracolo visivo che prende forma nelle raffinate installazioni o sculture (così le definisce l autrice) di una giovane artista irlandese nata a Belfast nel 1980, Claire Morgan. Al di là di un immediato rapimento dei sensi e dell ammirazione incantata per opere di estremo rigore formale e notevole qualità artistica, con ogni evidenza ci troviamo qui a contemplare la celebrazione di un mistero. È dunque alle categorie dello spirito che indagano i misteri della Natura che dovremmo rivolgere la nostra attenzione se volessimo dare un interpretazione convincente di queste È difficile non cedere alla tentazione di scorgere in queste opere qualcosa di più, anzi di molto più grande di quello che l artista stessa, fedele ai dettami dell understatement di matrice anglosassone tipico delle sue parti (Claire Morgan oggi vive e lavora a Londra), afferma dei suoi lavori e dell ispirazione artistica che li ingenera. Si ha l impressione, infatti, che la Morgan non voglia dire troppo delle sue creazioni e che desideri piuttosto rimanere nell ombra, fascinosamente avvolta nell oscurità di un enigma che non chiede di essere risolto, in una sorta di alone magico da Regina delle fate o notturna Signora degli animali. Novella personificazione di Artemide (la Diana degli antichi Romani), divinità lunare della caccia usa a nascondersi tra le fronde e nelle sorgenti dei boschi o ancora, e forse più di tutte, nuova fata Morgana, sorella del mitico Re Artù, che nottetempo in Scozia assumeva le sembianze di un corvo nero così da poter volare sopra le scogliere a picco sul mare e sulle torri degli antichi castelli della sua terra. A risvegliare antiche leggende e stimolare suggestioni di questo genere sono, a dispetto delle scarse dichiarazioni dell artista, il nome stesso dell autrice e la presenza frequente insieme ad altri animali di un corvide all interno delle sue installazioni. Ma, naturalmente, potrebbe trattarsi di semplici casualità. Claire Morgan la fée ha lunghi capelli rossi, lo sguardo Pagina 18: Claire Morgan, Fluid, particolare Qui sopra: Claire Morgan, Here is the End of All Things, particolare. maliardo e sornione di chi sa molte cose e non le rivelerà, un indiscutibile abilità manuale e, soprattutto, la pazienza certosina di un amanuense medievale. I suoi lavori sono il frutto di meticolosi disegni preparatori e lunghi tempi di realizzazione. Sono opere laboriose di estrema precisione esecutiva e si avvalgono di materiali semplici tratti dalla vita di tutti i giorni. Materiali comuni, poveri, eterogenei. Pigne, fragole, petali di fiori, semi di dente di leone (taraxacum officinalis), blatte, scarafaggi e altri insetti mummificati (quindi trattati chimicamente), frammenti e lacerti di materie plastiche di recupero che la Morgan trasmuta sapientemente in tante piccole tessere musive di effimeri mosaici tridimensionali. Poi fili di nylon a formare complesse ragnatele aeree che sorreggono il tutto, e infine animali imbalsamati, detti con termine tecnico tassidermie, curati dall artista stessa. Il risultato, come vediamo nelle immagini, sono opere incantate dall effetto straniante di collocarsi fuori dal tempo e dallo spazio in una dimensione altra, parallela. E, stilisticamente parlando, di intimo gusto vittoriano. A tratti si direbbero trafugate di nascosto dal laboratorio di un illustre scienziato dell Ottocento come il naturalista Charles Darwin, per intendersi, o come Konrad Lorenz, padre della moderna etologia scientifica. Le installazioni di Claire Morgan possono essere collocate all interno di un ideale zona d intersezione fra il genere 18 19

11 Insistenze>>> <<<Insistenze secentesco della vanitas e della natura morta, le forme plastiche di Paul Cèzanne il quale, forse intuendo la possibilità di un altra dimensione, era arrivato a sintetizzare tutta la realtà visibile in pochi solidi primari, e l arte animalistica delle steppe asiatiche o arte sciamanica. Senza tralasciare, infine, alcune scene di caccia e di vita nei boschi di certa pittura inglese del XIX secolo e la grazia oscillante dei mobiles di Alexander Calder. Un profondo senso di malinconia e smarrimento può scaturire da queste installazioni vagamente macabre e spettrali, sempre in bilico tra il mondo dei vivi e l inaccessibile Averno. La sensazione è che sia accaduto qualcosa di grave e irreversibile. Come la rottura di un fragile ma cruciale equilibrio naturale, ad esempio. O l infrazione di una legge sacra, o ancora lo sconfinamento illecito in uno spazio magico proibito. Qualcosa che doveva essere scongiurato a tutti i costi, insomma, e che invece è fatalmente avvenuto. Una tragedia che non può essere ripercorsa. Indicativi in questo senso sono i titoli stessi delle opere della Morgan come, per citarne un paio, l eloquente The Fall (La Caduta) e lo struggente e tenerissimo Please (per favore ma nell accezione di per pietà). Le inevitabili conseguenze sono estreme e sostanzialmente incomprensibili. Si va dalla metamorfosi animale alla caduta a uno stadio infimo di avvilimento psichico e spirituale. Dall esperienza mistica del volo estatico notturno alla morte temporanea (la piccola morte) o a quella definitiva. Dalla visione rivelatrice ma letale all irruzione improvvisa in un altro mondo. Quest esperienza mistica e ultraterrena che le opere di Claire Morgan sembrano voler raccontare è un vero e proprio viaggio iniziatico, un passaggio dalla luce alle tenebre e dalla vita alla morte (o attraverso la morte a una nuova forma di vita). Anche, possiamo pensare, da un livello spirituale a un altro forse più alto. Insita in questi lavori è la vocazione a collocarsi su una soglia, un varco, un confine che separa e al tempo stesso mette in comunicazione due realtà contigue, partecipi l una della natura dell altra, ma ontologicamente differenti. La nostra realtà terrena e quella insondabile degli spiriti. Eccoci dunque arrivati al termine del nostro ideale viaggio estatico all interno del vecchio museo vittoriano. Il grande solido evanescente che vibrava sopra di noi è scomparso e adesso non proviamo più l inquietante sensazione di essere stati, anche solo per un attimo, fuori da noi stessi o altro da quello che siamo di solito. L incantesimo della fata Morgana si è spezzato e il mistero è stato svelato. Ora siamo finalmente liberi d incamminarci verso l uscita dell edificio e tornarcene a casa. Eppure, mentre scendiamo uno degli scaloni laterali del museo, ci viene in mente un ultima considerazione, leggermente arbitraria e un po spericolata. E cioè che il profondo afflato mistico che in qualche modo le opere di Claire Morgan hanno saputo trasmetterci non sia poi così lontano da quello barocco che alla metà del Seicento animò il grande Gian Lorenzo Bernini quando ritrasse in scultura le tre grandi estatiche. La beata Ludovica Albertoni, la santa Teresa d Avila e, soprattutto, la mitica Proserpina Borghese che fu còlta dal suo raptus siciliano proprio mentre intrecciava ghirlande di fiori. Le visioni estatiche della Proserpina delle installazioni Pagina 20: Claire Morgan, If you go down to the woods today. Qui sopra: Claire Morgan, Gone to seed

12 <<<Insistenze Insistenze>>> Corpo di donna Giuseppe Bonaccorso La ragazza entrò lentamente al pronto soccorso e s avvicinò ad un infermiere che stava ripulendo una barella. Lo fissò per qualche secondo senza espressione, come una tossicodipendente sulla soglia di un overdose. «Ha bisogno di qualcosa?» le chiese distrattamente il paramedico. Nessun suono. L aria era impregnata di disinfettante, come se qualcuno avesse voluto sterilizzare perfino i pensieri che continuavano a fluttuare senza trovare pace. La ragazza era immobile, catturata dentro uno specchio in procinto d essere frantumato in milioni di pezzi. Tremava leggermente, ma le sue labbra restavano serrate, incapaci di accompagnare fuori qualsiasi parola. Di fronte a quel muro di silenzio, l uomo fermò malvolentieri il suo lavoro e si decise a chiederle con più decisione se si sentisse bene. Lei, spossata come se trasportasse il carico di un mulo, dopo aver abbassato gli occhi, gli rispose con una sola parola: «Stupro». All udire quella laconica dichiarazione, l infermiere sbiancò come l abito che indossava. Non rispose, ma le indicò una panchetta dove c era un posto libero e corse via lungo un corridoio ricoperto da mattonelle verdastre. Una volta seduta, sollevata da quella prima incombenza, la giovane ancora senza nome iniziò a guardarsi intorno: accanto a lei c era una signora anziana, piegata in avanti come una lampada da tavolo. Nelle mani teneva una borsetta e una busta piena di referti. Ogni tanto la sua testa oscillava su e giù, come se annuisse ad un immaginario dispensatore di beni e mali che, ritto di fronte a lei, le raccontava la sua sorte. Più a sinistra, quasi a ridosso del portone d ingresso, si trovavano due ragazzi con il viso contratto dal dolore. Avevano i capelli appuntiti con il gel e vestivano jeans consumati e magliette strappate ai due lati. Piangevano come neonati. A fianco dei due feriti, banalmente incapaci di immedesimarsi nella parte, due ragazzine cercavano di consolarli massaggiandogli le braccia doloranti. I loro occhi grandi, quasi di bambine, e quei gesti così goffi e distanti, le facevano apparire flebili ed evanescenti come i personaggi dei vecchi cartoni animati. Più avanti, invece, con lo sguardo torvo e un nervosismo che trapelava da ogni movimento, i genitori dei due, con i volti stanchi, imprecavano in silenzio attendendo il loro turno. Altra gente, nelle panche lontane, emetteva tenui gemiti di sofferenza e si voltava a cercare il conforto dei parenti. Solo lei continuava a tacere, senza comprenderne la vera ragione. Il pronto soccorso le apparve d un tratto come il luogo finale della resa dei conti, molto più pregnante e inappellabile del giudizio universale. I derelitti, i perdenti, tutti coloro che non avevano saputo sopportare il dolore al di fuori di quelle mura, si ritrovavano inevitabilmente lì, seduti come i clienti di uno squallido bordello, in attesa che la grazia scambiasse, sempre in eccedenza, un po del loro coraggio con la restituzione di un frammento di salute. Non appena realizzò queste tristi considerazioni, improvvisamente, notò di essere osservata da molti dei pazienti: «All inferno è da immorali trattenere le proprie urla» pensò abbassando lo sguardo per la vergogna «Forse dovrei gridare, ma non ne sono capace. Non ricordo di esserlo mai stata». Il brusio indistinto delle voci annegò nell oblio ogni altro pensiero e la forma regolare delle piastrelle catturò la sua attenzione come un gioiello esposto in una vetrina di lusso. Dopo qualche minuto l infermiere tornò in compagnia di una giovane dottoressa e di un ispettore di polizia con la camicia che gli fuoriusciva dalla cintura dei pantaloni. «Venga con noi signorina, la prego» le disse quest ultimo prendendola delicatamente sotto il braccio. Aveva il fiato impregnato di aglio e di tabacco scadente. Entrarono in un piccolo ambulatorio con un lettino e pochi altri mobili. Davanti alla finestra c era una tendina malconcia che lasciava intravedere la strada; la ragazza la fissò e pensò al suo corpo bianco nella penombra della sua camera. All esterno, proprio accanto ad un albero che spaccava l asfalto con le radici, un gruppo di portantini tirava fuori una barella da un ambulanza. Era un uomo di mezza età che si teneva la testa con la mano bendata, mal celando una smorfia di dolore ammutolita solo dalla distanza: ancora una volta era solo lei l unica a voler occultare lo strano oggetto della sua sofferenza. «Come ti chiami?» le chiese la dottoressa. «Marzia». «Marzia e poi?» «Fornari». «Bene Marzia, poco fa hai detto all infermiere una cosa 22 23

13 Insistenze>>> molto grave» continuò la donna «Capirai che la presenza lo sguardo. Inverso>>> dell ispettore si è resa necessaria per garantire un inter- «Mi sento osservata» mormorò Marzia stringendo legger- vento immediato». mente le gambe. «Certo». «Quindi confermi di aver subito una violenza sessuale?» «L unica persona che ti sta osservando sono io, un medico. Rilassati, chiudi gli occhi e non pensare a nulla». Il titolo dell ultimo tema proposto da Diwali ha un «L ho già detto» rispose vagando con lo sguardo in quel Obbedì. Serrò le palpebre e si rifugiò nel buio. suono forte e sinistro: Osceno-Animale. Osceno dal gabinetto così asettico. «Avremmo bisogno di conoscere qualche dettaglio» intervenne il poliziotto «Mi rendo conto che ciò può essere pe- Anche sua nonna glielo consigliava ogni volta che i suoi familiari litigavano. Così lei, giorno dopo giorno, aveva lentamente compreso che un mondo privo di occhi che latino obscenus, nel senso di cattivo augurio e dunque laido, immondo, ripugnante accostato ad animale, noso, ma capirà che è indispensabile per fermare subito lo squadrano e orecchie che lo ascoltano scompare d in- ambiguamente, nel senso qualificativo di istintuale e il colpevole». Silenzio. Si udiva solo il fruscio dei camici e un insieme di respiri affannosi. canto come se non fosse mai esistito. Perdeva perfino la dignità di oggetto, dato che nessun individuo lo avrebbe mai preso di mira nei suoi discorsi: brutale oppure nell indicativo delle specie non-umane del vasto regno animale, per l appunto... Eppure Osceno- «Non riesci a fare uno sforzo?» le chiese la dottoressa. era il nulla, quel vuoto indefinito di cui si conosce la porta Animale ci cattura in una dimensione quanto mai attuale, «Non c è alcuno sforzo da fare L ho già detto». L ispettore iniziò a perdere la pazienza: «Signorina, le ripeto che comprendo quanto possa essere spiacevole ri- d ingresso senza mai poterla varcare anche solo per dare una sbirciata. Marzia ne era sempre stata sia attratta che spaventata. ci convoca forzatamente di fronte alla scena (così rimossa) del profitto disumanizzante, dell industria della carne con cordare certi eventi, ma lo sforzo è proprio necessario. Era uno sgabuzzino dove accatastare tutte le vecchie numeri di produzione apocalittici, ci chiama all orrore Conosceva il suo aggressore?» «Poco». «Avevate una relazione?» foto cariche di sofferenza, ma era anche il complemento dell unico mondo da lei conosciuto. Relegare lì ogni residuo della sua esistenza significava ritrovarsi sola, accanto della macellazione oppure a sperimentazioni e dissezioni da laboratorio, insomma al continuo strupro quotidiano «Forse Chissà Ma adesso non ne sono certa». a case, strade, automobili, alberi, ma deprivata del dono perpetrato sull innocenza animale. L infermiere si picchiettò la tempia con l indice come se volesse far capire agli altri che la ragazza era fuori di testa. «Va bene» tagliò corto la dottoressa «Prima di proseguire di guardare negli occhi chi forse avrebbe potuto fare altrettanto con lei... L animale oggi ci convoca a ripensare un idea di coscienza lontana da quelle che erano le posizioni di Kant, il quale con le domande, credo sia meglio fare una visita appro- Il racconto Corpo di donna prosegue sul sito rivista- considerava l animale una cosa, escludendolo dal campo fondita». Poi, rivolgendosi ai due uomini, aggiunse: «Potete avere la compiacenza di lasciarci sole?» «Certo, certo» bofonchiò l ispettore prendendo per un diwali.it alla sezione InSistenze. del diritto e della morale. Di sicuro il mondo animale non si può più ridurre alle braccio l infermiere «Andiamo a prendere un caffè. Aspet- *[Giuseppe Bonaccorso è nato nel Laureato categorie di pensiero dell uomo, non si può assoggettare ai teremo il suo responso qui fuori». Rimaste da sole nell ambulatorio, la dottoressa chiese a Marzia di spogliarsi e di stendersi sul lettino. «Quella tenda è rotta» sussurrò la ragazza mentre si coricava. La dottoressa volse lo sguardo verso la finestra: «Sì, è rotta Ma qui non ti vedrà nessuno, puoi starne certa». in Ingegneria con un orientamento verso l intelligenza artificiale, si è da sempre interessato di scienze umane e psicologia del profondo, cercando il loro nesso con la vita quotidiana. Ha pubblicato diversi articoli e saggi e attualmente collabora con parecchie riviste italiane di letteratura e arte. Tra le sue ultime pub- suoi fini predatori e utilitaristici. Bisognerebbe ricominciare a guardare l animale nella sua sacralità con lo sguardo incontaminato del poeta: Rilke per esempio... «Ma io ho visto all esterno poco fa» ribatté Marzia. blicazioni, ricordiamo: Gocce di mercurio (2011), Il Se ci fosse coscienza della nostra specie, «D accordo. Se temi di essere notata, sposterò il paravento in modo da nascondere il lettino. Sei più tranquilla così?» «Sì». La ragazza si sfilò gli slip e divaricò le gambe come se fosse in procinto di partorire. La dottoressa, indossati un paio di guanti fini, iniziò a palparla e ad osservarla da vicino. «E certa che il paravento compra tutto?» «Sì, stai tranquilla» rispose la donna senza neanche alzare doppio cosciente (2011), Vertigini astratte (2012), Infinita nigredo (2013) ed Esistenze di cera (2014). È stato anche premiato in numerosi concorsi letterari italiani e insignito di menzioni d onore per alcune sue liriche dal carattere ermetico-esistenzialista. È autore del Manifesto del Neo-Umanesimo ( un progetto filosofico-letterario finalizzato alla rivalutazione della figura dell uomo nella sua totalità esistenziale.] Gabriel Wyse, The animal farm nel sicuro animale che pur per altra via ci viene incontro -, lui ci rigirerebbe col suo andare. Ma per lui, l essere suo è infinito, è sciolto e senza sguardo sul suo proprio stato, puro come il suo sguardo sull Aperto. (Elegie Duinesi,VIII Elegia) Letizia Leone 24 25

14 Letizia leone Osceno Animale: lo spunto dal quale prendono avvio questi due testi è quello della relazione sadica, feroce e oltremodo disumana che da sempre l uomo intrattiene con le creature delle altre specie. Gli animali storicamente non hanno mai avuto diritti ma l unica valenza ontologica di cose animate atte all uso-abuso umano. Eppure oggi questa bestemmia ha assunto proporzioni apocalittiche con le infernali fabbriche di carne degli allevamenti intensivi, vere fosse dell abiezione umana e dell orrore. Un buco nero nella storia dell umanità, azzeramento di ogni etica all altare della gola, del profitto e dell ignoranza. La crudeltà raddoppia nella complicità dell arte, si pensi a certe mostruosità del quotatissimo Damien Hirst come l uccisione di 9 mila farfalle per la sua stupida ed oscena installazione alla Tate Modern di Londra; oppure ai suini torturati e tatuati di Wim Delvoye ai quali si riferisce il sonetto proposto. L inferno forse nel suo fondo è freddo (cosi come ce lo ha rappresentato Dante), è insensibilità, incapacità di percepire, anestesia totale alla bellezza tanto che ciò che è orrido passa per bello estetico, arte e il mondo si rovescia. L inferno è questo mondo rovesciato, irriconoscibile... Inverso>>> Pigs (Un sonetto: ovvero Installazione dei suini tatuati) Tocca l occhio si! questa chiara pelle tatuata dei maiali, la tozza innocenza con già la malasorte di non sfiorare famiglie di rami a mozzafiato e il massiccio muscolo come braccio malavitoso o d imbarcato ornato a tette culi e ballerine. Che ressa di riottosi mammiferi imboccati nella voragine dei rifiuti lo spazio semiotico, lombricato dal tuo segno esausto. Usi la foia d emozione, colori corde chiodi su animali abusati nella voluttà dell anormalità prima del massacro. *[Letizia Leone ha pubblicato i seguenti libri: Pochi centimetri di luce (2000); L ora minerale (2003); Carte sanitarie (2008); La disgrazia elementare (2011). È stata segnalata al Premio Internazionale Eugenio Montale nel Nel 1998 è stata premiata al premio del Grande Dizionario della Lingua Italiana Salvatore Battaglia. È stata premiata e segnalata in altri premi letterari, ultimo dei quali I miosotìs edizioni d if, nel 2009 e Menzione d onore per la Poesia inedita - Premio Lorenzo Montano Tiene un Liceo di poesia presso l editore Giulio Perrone.] Qui sotto: Wim Delvoye, Tatooed Pig, Tate Modern Gallery, Londra. Lingua Bovina Di creature divorate nell inverno il disegno l anatomia la sagoma di sdegno di ogni grande animale Alce di fumo o Ariete la sua marmorea pelle e rosa lingua mozzata che posa sviscerata dal vasto muggito gonfia del pascolo come massa di sale sulla pagina di marmo. Come si leviga nella sua pelle ogni arto amputato il fremito si mura alla narice questa perla nera bovina nell assaggio di creazione. Perché una smania esausta dimora intatta nell umido delle gramigne ben salda sotto il portacarte fesso che è zoccolo quadrupede alito fiuto calamita e uncina curve di paesaggi d erba crollati. Cose della terra a raccapriccio allora nei depositi di carestia il trauma del freddo ne fodera alle pareti una figura: bue preistorico idea epica di bisonte che non ha più luogo asportato a questa luce moderna (quale insorgenza, quale lusinga!) della caverna. da La disgrazia elementare, Perrone,

15 davide cortese diego maht Davide Cortese in Centauro dietro le parvenze di un misterioso simbolismo mitico evoca la forza mai estinta della poesia e della sua presa sul mondo. [Letizia Leone] Diego Maht con La finestra di fronte sviluppa la composizione sul principio di degradazione. In un movimento di amplificazione dell assurdo deflagra la disumanità del contemporaneo, accentuata dal contrasto tra sentimenti e bruta materialità. [Letizia Leone] CENTAURO Sono ad un tempo cavallo e cavaliere. Eccomi: inestinto centauro. Icona di nudo mistero. Sono qui, stringo il mio arco istoriato. Dal ciglio del precipizio percorro con lo sguardo lande bruciate dal sole meridiano. Sento uno stelo tacermi la sua sete. Sorrido nella luce. Ho sette fulmini nella faretra. *[Davide Cortese è nato nell isola di Lipari nel 1974 e vive a Roma. Si è laureato in Lettere moderne all Università degli Studi di Messina con una tesi sulle Figure meravigliose nelle credenze popolari eoliane. Nel 1998 ha pubblicato la sua prima silloge poetica, titolata ES (Edas, Messina), alla quale sono seguite le sillogi: Babylon Guest House (Libroitaliano, Ragusa, 2004), Storie del bimbo ciliegia (un autoproduzione del 2008), ANUDA (Aletti Editore, Roma, 2011), OSSARIO (Arduino Sacco Editore, Roma, 2012) e MADREPERLA (LietoColle, Como, 2013).] Inverso>>> La finestra di fronte Mia madre è morta, da un paio di giorni almeno, il fetore di un principio di decomposizione vive ormai nelle mie narici. Giace in cucina, su una sedia rotta, in compagnia del gatto il quale, ogni tanto, ne assaggia un po. Mia sorella urla, in una maniera insopportabile, mentre mio fratello la violenta. Chiede aiuto, in maniera sbiascicata urlando il nome del suo procreatore: Padre, padre. Lui non fa niente per salvarla, anzi, filma il tutto con gusto. Io, personalmente, me ne sto qui, da solo nudo nell atto di masturbarmi guardando le passanti da dietro le tende. E penso, in tutto ciò, Ma quant è alto il volume della tv dei vicini? *[Diego Maht sopravvive a Napoli, dopo aver dimostrato a se stesso e agli altri la straordinari capacità di resistenza dei propri nervi durante l adolescenza. Mentre porta a termine, con evidente ritardo, gli studi di Lettere Moderne presso l Università Federico II, contribuisce, come può, all eterna lotta tra ignoranza e cultura. Ama la verità e odia chi non si è mai volutamente bagnato sotto la pioggia.] 28 29

16 simone ramello roberto marzano Il giovane autore Simone Ramello nel suo testo Prede tematizza in cinque strofe di sei versi ciascuna il senso dell osceno proprio nell abuso dell uomo su animali e foreste, corpi indifesi sui quali si consuma l autorità e il trionfo dell uomo. E su tutto, rileva l autore, il silenzio che in quanto accettazione diventa complicità e rassegnazione: né bene, né male / ma un pallido grigio. Riferimento molto appropriato alla stagnazione di questo momento storico. [Letizia Leonei] Roberto Marzano mette in dialogo il suo testo L animale che ho in testa con l opera di Giulia Bragalone, a sua volta ispiratasi ad una canzone dei Liftiba. E non a caso si tratta di un testo fortemente musicale grazie alla fitta tessitura fonoprosodica e ad un ritmo serrato e incalzante. [Letizia Leone] PREDE Per il silenzio delle strade, un padre indica al figlio la diafana dea sul display, «osceno», geme, addittando il male nelle curve morbide dell umanità. Per il silenzio delle foreste, il figlio indica al padre il volto spento di animale su quell autorità di ucciderlo, «osceno», geme, fra le lacrime. Entrambi prede, di occhi e di impietosi sguardi neri; sui loro corpi si consuma il trionfo dell uomo, né male né bene ma un pallido grigio. Nella gabbia della loro vita, convivono con sé stessi e le grida incessanti di chi non vuole che più si pronunci la parola «osceno». E il silenzio in risposta è l accettazione del mondo dell esser prede, uomini e animali, vittime di predatori troppo esperti, invincibili, umani. *[Simone Ramello nasce ad Alba il 19 gennaio Frequenta il liceo scientifico della città, sebbene viva a una ventina di chilometri dal centro. I suoi interessi spaziano dalla matematica, alla fisica, alla cosmologia, alla letteratura, alla poesia, alla musica. Adora il metal e il rock, ma il suo sogno nel cassetto è suonare il violino. È inoltre un discreto ammiratore della cultura orientale e dell universo di anime e manga e quando può disegna. In ultimo, nutre un amore spassionato per l antico, specialmente il periodo classico, arrivando a scrivere, talvolta, in latino.] Inverso>>> L ANIMALE CHE HO IN TESTA L animale che ho in testa bussa forte, mi scrolla mi fa strane proposte, mi molesta i pensieri con visioni indecenti, tremolanti istantanee si contorce nei gangli, ne fa scempio, sfracella crude crune divelte da un immane fracasso sfonda a pugni i miei freni, s accapiglia a grovigli di serpenti ingrippati sotto piogge di fischi e di fiaschi sfiatati che disfano e sfanno il tormento incessante di chi si raccomanda di ben spegner la luce e di tirar la catena tesa al collo di schiavi prostrati in ginocchio che allo specchio non danno nessun peso né tregua porgon proni la guancia agli schiaffi a capriccio di signore indignate dalle unghie affilate lascian graffi di smalto, bende nere sugli occhi da veder sarà poco se non schizzi di spilli e sudore rappreso, molto poco sul serio. *[Roberto Marzano, Genova 7 marzo 1959, narratore, poeta senza cravatta, chitarrista, cantautore naif e bidello alternativo. Barcollando tra sentimento e visioni, verseggia di vagabondi e di prostitute, di amori folli, di ubriachi e dei quartieri ultrapopolari dov è vissuto. Meditabondo, si arrabatta tra città arrugginite, bar chiusi, televisori diabolici, supermercati metafisici, operai, nottambuli e oggetti inanimati ai quali dà viva voce.] Maschere Veneziane & Coriandoli di Spine, Giulia Bragalone, penna e acquerello su carta, elaborazione digitale, 21 x 30 cm,

17 andrea borrelli Iunio Marcello Clementi Andrea Borrelli nelle sue poesie riflette sulla condizione interiore di dissociazione dell uomo postmoderno. In particolare nel testo Pro e nel sonetto Sorbetto (una portata e l altra) si rivela efficace la tecnica dello straniamento nel momento in cui una blatta apre all autoauscultazione o un paesaggio invita alla contemplazione rivestendosi di sembianze animali. [Letizia Leone] Con il suo verso nudo e scarnificato di Scarti alimentari Iunio Marcello Clementi mette a fuoco con incisività uno stato d animo e insieme una condizione esistenziale generale di disfacimento e solitudine. [Letizia Leone] PRO Sorbetto (una portata e l altra) Inverso>>> Scarti alimentari Ho chiesto a una blatta Di non farmi sentire in colpa E mi trovo a calpestare l udito con lo scricchiolo sotto suola Il resto di me Cerca conforto Raccoglie aghi e fili di un morto Mette al sicuro Su fradice punte Ricami di coscienza. La valle è festa di sonno feroce Finché potrà finalmente sedere La scollatura delle vane rocce Schiantarsi lungo le redini chiare Poggia l idolo sul letto traverso Nuove e cangianti le capigliature Su accenti spenti di spuntate ciglia Molecole fan grandi mani vuote Valle in ginocchio che chiede scusa Alla stagione del miele finita Nei bassi cala la luna crescente I resti della cena nel piatto di plastica ossa, tendini e nervi li butto tra i rifiuti, lo seppellisco così tra l immondizia il pollo, e mi consumo mangiando gli altri a poco a poco nella vita. Viola gli uffici di sembianze morte I cieli scagliano la vita nuova Sulle pietre che affondano rimbalza. *[Andrea Borrelli nasce in un piccolo paesino della Puglia, affascinato dal mondo della poesia ha collaborato con il collettivo Nucleo Negazioni alla creazione di varie raccolte, pubblicate sia in forma di ebook, sia in forma cartacea. Ha partecipato con poesie e racconti a varie antologie e riviste (Carrascosa Project, Pastiche, Bibbia D Asfalto, Six Rules - Universi Narrativi Plastici).] *[Iunio Marcello Clementi Nato a Roma nel 1974, dove tuttora vive e lavora, si laurea in Ingegneria Civile presso l Università La Sapienza. Parallelamente agli studi e al lavoro coltiva la passione per la storia della sua città, l arte e la scrittura, in particolare la poesia.] 32 33

18 Instante>>> michael shaheen In questi straordinari lavori il giovanissimo fotografo statunitense propone una ricerca sulla propria identità, fusa in maniera estetica e al contempo sofferta con il mondo animale. Il corpo dell autore si fa ibrido, una chimera, ma il suo atto sembra usurpare la pace della natura e macchiarsi di una colpa bagnata nel sangue. Bisognerebbe avere l accortezza del rispetto nel riconoscere l altro senza definirlo, senza cadere nella tentazione del possesso o della classificazione. Il sasso appartiene alla montagna? Non ora, non più. Fanno parte, il sasso e la montagna, dello stesso regno? Il regno minerale? E chi lo dice che Instante>>> si tratta di un regno? C è un re o una regina? Esiste un regno animale contrapposto a quello vegetale o a quello umano? Credo che ogni entità presente, o assente, nel mondo, universo, terra... serva e venga servita. Ognuno usa, utilizza, sfrutta l altro in un gioco armonico di eterno movimento, piccolo o grande, veloce o lento, ognuno per un suo scopo innato. C è sempre qualcuno o qualcosa meno nobile o più nobile di un altra. Non esiste superiorità o inferiorità; esistono tanti punti di vista o di vita, piccoli e grandi mondi e modi relativi. Ognuno cerca, per sua stessa natura, di espandersi e di difendersi dall espansione altrui. Ogni esagerazione porta scompensi, squilibri che sfociano in una ricerca proporzionalmente violenta di armonia. Non si tratta di un armonia ideologica. È semplice natura. Chi considera un uomo come un animale o un animale come un uomo commette forse lo stesso genere di errore: il mancato riconoscimento della dignità di ognuno, della sua natura, della sua unicità. Anche chi tratta un uomo come un altro uomo, invece di osservarne l individualità, commette lo stesso errore. È il senso del possesso che ci tradisce. La voglia di controllo che ci fa delirare. La possibilità di giudizio, che ci rende osceni. Pietro Bomba Fotografia di Patrick Bouquet 34 35

19 Instante>>> <<<InstantE *[Micheal -Mike- Shaheen è un fotografo americano di 24 anni originario di Miami. Attualmente vive in Connecticut dove prosegue i propri studi. Autodidatta in fotografia, mette a disposizione il proprio lavoro in free-sharing

20 <<<InstantE patrick bouquet Instante>>> Spesso la fotografia delle specie animali soffre della presenza, pur magnifica a volte, dell ambiente circostante. I dettagli si confondono, l occhio coglie l insieme e non si concentra sulle specificità del soggetto. Il fotografo Patrick Bouquet risolve questo aspetto cancellando del tutto lo sfondo e proponendo il soggetto su uno sfondo nero. Ne emergono i soggetti nella loro possenza ed eleganza. L autore dice a proposito del proprio lavoro: Colors and contrasts, lights and memories. Seeing all, enjoying all, that is why I love photography. *[Patrick Bouquet è un fotografo francese di Gentilly, alle porte di Parigi. Il suo lavoro si concentra sul mondo animale in tutte le sue più sottili sfaccettature

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