Ci poniamo anzitutto in ascolto della Parola di Dio per accogliere la bellezza e la profondità del suo messaggio che riguarda il Tempio del Signore.

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1 ECCO LA DIMORA DI DIO TRA GLI UOMINI CATECHESI DELL ARCIVESCOVO DI TORINO, MONS. CESARE NOSIGLIA SULLA CATTEDRALE PER I CATECHISTI DEI RAGAZZI DELLA CRESIMA (Torino, 15 dicembre 2010) Con questa lettera, intendo riflettere con voi, cari catechisti dei ragazzi della Cresima, sulla cattedrale, la chiesa madre e maggiore di tutta la diocesi, dove il vescovo insegna, celebra e governa il suo popolo santo. La cattedrale è il centro liturgico della Chiesa locale, da dove parte l azione sacramentale dei presbiteri. Qui il presbiterio riunito si raduna con il vescovo per assicurare la cura pastorale dei fedeli, invocando i doni dello Spirito Santo, vivendo in comunione di intenti, annunciando il Vangelo della carità. Ricordo inoltre che le grandi cattedrali come la nostra sono state costruite con gli spiccioli dei poveri, in tempi di miseria vera e profonda, ma anche di tanta fede nel Signore. La chiesa e la cattedrale in particolare era considerata come la casa di Dio e dunque degna di essere la più bella e curata, ma anche la casa di tutti e dunque aperta ad accogliere nella sua grandiosità il povero e il ricco, il debole e il forte, il bambino e l anziano... ogni persona e famiglia, dunque, che in essa volesse incontrarsi con il Signore e la comunità senza differenze e posti privilegiati e particolari. Una casa costruita con l apporto di tutta la comunità e con il massimo di impegno possibile, perché chiunque potesse sentirla come propria. La cattedrale, infatti, è tesoro prezioso che appartiene all intero popolo di Dio, il simbolo della sua unità in Cristo e la casa della comunità che celebra e accoglie il suo Signore. L icona biblica della Chiesa cattedrale Ci poniamo anzitutto in ascolto della Parola di Dio per accogliere la bellezza e la profondità del suo messaggio che riguarda il Tempio del Signore. Dal libro dell Apocalisse (21, ) 1 E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c era più. 2 E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3 Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. 4 E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate». 9 Poi venne uno dei sette angeli, che hanno le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli, e mi parlò: «Vieni, ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell Agnello». 10 L angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. 11 Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. 12 È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d Israele. 13 A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a 1

2 mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte. 14 Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell Agnello. 15 Colui che mi parlava aveva come misura una canna d oro per misurare la città, le sue porte e le sue mura. 16 La città è a forma di quadrato: la sua lunghezza è uguale alla larghezza. L angelo misurò la città con la canna: sono dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza e l altezza sono uguali. 17 Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall angelo. 18 Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. 19 I basamenti delle mura della città sono adorni di ogni specie di pietre preziose. Il primo basamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, 20 il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l undicesimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. 21 E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta era formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente. 22 In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l Onnipotente, e l Agnello sono il suo tempio. 23 La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l Agnello. 24 Le nazioni cammineranno alla sua luce, e i re della terra a lei porteranno il loro splendore. 25 Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno, perché non vi sarà più notte. 26 E porteranno a lei la gloria e l onore delle nazioni. 27 Non entrerà in essa nulla d impuro, né chi commette orrori o falsità, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell Agnello. La Gerusalemme celeste di cui parla il Libro dell Apocalisse è resa visibile su questa terra dalla realtà della Chiesa, Tempio santo del Signore che poggia sul fondamento della fede degli apostoli (le dodici colonne che la sorreggono) e ha come pietra angolare Cristo. La dovizie di particolari che descrivono in questo testo biblico la città santa e la ricchezza di tesori che contiene sono le orazioni e le testimonianze dei santi e dei martiri dell agnello. La cattedrale è l icona, la figura di questa Dimora di Dio, perché richiama la Gerusalemme celeste e quella terrestre in cui abita lo Spirito del Signore e si riunisce in assemblea la santa Chiesa. La cattedrale centro dell unità della fede e della preghiera, della cultura e della città dell uomo La cattedrale appartiene a Cristo, è la sua Santa Sposa, la sua Chiesa. Per Lui, Maestro di verità e di vita, è innalzata una cattedra dove il suo apostolo insegna e ammaestra il suo popolo; Lui è l altare del sacrifico dove rinnova la sua Pasqua di morte e risurrezione per la santificazione dei fedeli; è Lui che parla quando il vescovo spiega le Scritture dall ambone sul quale posa il libro santo della Bibbia e dal quale si diffonde per tutta l assemblea la divina Parola; e da questo Tempio Cristo continua dunque a guidare il suo 2

3 popolo sulla via della verità e della vita. Possiamo dunque affermare che la cattedrale esalta il primato di Cristo centro vivo della fede e della Chiesa e le sue funzioni sacerdotali di unico Pastore e Maestro. L intera vita del cristiano e di ogni comunità trova in questo Tempio santo il suo riferimento unitario e visibile per incontrarlo e unirsi a lui e con tutti i fratelli di fede per camminare insieme nella comunione. La cattedrale infatti richiama a tutti il dono e compito della comunione. Essa è la madre di tutte le chiese della diocesi e il luogo dove converge il popolo di Dio che costituisce la Chiesa particolare. Qui si riunisce il presbiterio con il suo vescovo e celebra nel Giovedì Santo la sua unità rinnovandola con le promesse sacerdotali e mostrandola così anche visibilmente agli occhi dei fedeli. Qui si svolgono le più importanti celebrazioni della Chiesa particolare durante l anno liturgico, per rendere manifesto a tutti l impegno di crescere nella unità della stessa fede e della comune testimonianza di essa nel mondo. La cattedrale oltre che centro vivo della Chiesa particolare è anche un luogo di una cultura di qualità e nello stesso tempo popolare. Da sempre la Chiesa ha curato la bellezza e l arte sacra per promuovere la preghiera ed elevare l animo a Dio nella contemplazione di opere che parlano al cuore e suscitano sentimenti di serenità e di pace interiore e di gioia profonda. I linguaggi dell arte, dell architettura, del canto e della musica possono aiutare a dire la fede e a comunicare con Dio e tra le persone, più di tante parole. Certo va sempre tenuto presente che la cattedrale non è e non vuole essere un museo, una specie di contenitore o scrigno di opere bellissime, ma una chiesa viva dove la Parola di Dio, la sacra liturgia e le concrete assemblee che pregano e celebrano rappresentano i valori fondamentali a cui ogni altro pure importante elemento artistico e architettonico deve riferirsi e servire. La cattedrale infine rappresenta il cuore della città e permette al suo centro storico di conservare quel contesto umano e familiare dato dalla cultura dell abitare in città. Sono infatti le persone e le relazioni che rendono vivibile la città. In cattedrale convergono le comunità cristiane per vivere momenti forti di comunione e di amicizia che diventano poi stimolo per una vita sociale basata sulla solidarietà e la pace. I valori della cittadinanza, anche se oggi non sono più vissuti sotto il profilo cristiano come un tempo, restano tuttavia fondativi di quella unità e concordia anche civile su cui deve esprimersi la coscienza collettiva di un popolo e di una città. Per tutte queste caratteristiche, non è pensabile una cattedrale statica e fissata una volte per tutte nel tempo, ma è necessario che essa si sviluppi e si rinnovi continuamente per rendere viva la fede commisurata sul vissuto della comunità. Come dice Gesù nel Vangelo: «Il buon scriba che ha accolto il Regno di Dio deve saper trarre dal suo tesoro cose antiche e sempre nuove». Antico e nuovo si intrecciano dunque nella vita della cattedrale. In ogni epoca storica le necessarie modifiche o ristrutturazioni della cattedrale hanno dovuto tenere presente questo criterio di equilibrio tra la conservazione di quanto le generazioni cristiane hanno lasciato in eredità nel passato e l innovazione propria dei tempi che cambiano. I tre luoghi liturgici del presbiterio Passiamo ora in rassegna i tre elementi che ogni presbiterio della cattedrale deve armonizzare. Essi sono: la sede (cattedra), l altare e l ambone. Non sono una semplice sedia, una tavola, una tribuna da cui parlare, ma evocano un altra realtà ben più profonda che ci fa entrare, attraverso i simboli umani, nel mondo di Dio e nel mistero di quell evento liturgico che lo manifesta e ci permette di accoglierne la grazia, partecipando direttamente alla sua fonte che è la celebrazione della Chiesa. Così, prima ancora delle parole o dei gesti, en- 3

4 trando in cattedrale si ha la netta sensazione di trovarsi di fronte a un messaggio che annuncia la vita della comunità, guidata dal vescovo e dal suo presbiterio in nome di Cristo buon pastore (la sede-cattedra); ha come legge la parola Dio proclamata dall ambone; e al suo centro, quale cuore pulsante di grazia, la mensa del sacrificio redentivo del suo Signore che si dona nel segno del pane e del vino affinché l intero popolo di Dio diventi il suo corpo, tempio del Dio vivente che esprime nella carità il suo vero culto spirituale. La cattedra del vescovo, sede e luogo della Presidenza Si tratta del luogo di presidenza della liturgia, che da parecchi secoli era venuto meno di importanza all interno della struttura architettonica della chiesa. Il Concilio Vaticano II ha voluto restituire all assemblea il suo triplice dono : sacerdotale, regale, profetico. Popolo attivo e non più passivo sia nel rito che nella Chiesa; popolo, però, ordinato, con una varietà di ministeri, a partire da quello del presiedere e del radunare in nome di Cristo. La visibilità di questo compito viene sottolineata con la re-introduzione in ogni chiesa della sede, che non è semplicemente un oggetto, ma è un luogo, dove la fede legge la presenza simbolica del grande Pastore. Al centro di ogni celebrazione sta il Cristo, contemplato come Pastore, Maestro e datore di Vita. Questo compito di essere pastori, continuatori della sua missione, Gesù lo ha affidato ai dodici apostoli: ha dato loro in mano il bastone del pastore, il pastorale. Fin dai primi secoli la figura del vescovo, successore degli apostoli, si delinea prevalentemente come quella del portatore di una parola che garantisce di rimanere fedeli alla tradizione apostolica. Del vescovo, quindi, appare soprattutto la posizione di maestro e di guida della comunità, concepita come riflesso di quella di Cristo, unico e vero maestro di tutti. Nel contesto liturgico, questo compito del vescovo è affidato alla cattedra (da cui il nome dato all edificio che la contiene = cattedrale), la quale più che luogo della presidenza liturgica, è attestazione dell autorevolezza di cui il vescovo è titolare e che onora nell insegnamento. Non è un trono, ma una sede autorevole e significativa anche sotto il profilo artistico, perché deve manifestare Cristo Maestro che insegna la via della Verità e della Vita. La cattedra episcopale della cattedrale di Torino ospita sulla parte frontale dei braccioli la figura di San Giovanni Battista, patrono di Torino e di San Massimo primo vescovo della Chiesa torinese. Sui due lati esterni sono scolpiti il battesimo di Gesù e la Vergine Consolata, patrona della diocesi. Lo schienale culmina con la colomba dello Spirito Santo. L ambone: lo spazio della Parola di Dio La parola ambone significa prominenza, elevazione, perché esso è sempre stato collocato in luogo elevato rispetto all assemblea, e non solo per motivi pratici. Significative, a questo riguardo, sono le parole di papa Innocenzo II: «Il diacono sale sull ambone a proclamare l evangelo secondo la parola del profeta Isaia: Sali sopra un monte eccelso, tu che evangelizzi Sion. Dice il Signore: quel che vi dico al buio, ditelo alla luce, quel che a- scoltate all orecchio predicatelo sui tetti. Il Signore stesso per predicare l evangelo salì sul monte...». La riforma liturgica del Vaticano II ha recuperato la centralità della Parola e di conseguenza la sua proclamazione ha anche ritrovato, dopo tanti secoli, il suo spazio simbolico. «L importanza della parola di Dio esige che vi sia nella chiesa un luogo adatto dal quale essa venga annunciata, e verso il quale, durante la liturgia della Parola, spontaneamente si rivolga l attenzione dei fedeli...» (Ordinamento generale del Messale Romano, n. 309). L ambone è un luogo e non un semplice sostegno per il libro! Come l altare è il luogo dell Eucaristia, così l ambone è il luogo della Parola. L ambone è quindi la mensa della Pa- 4

5 rola in stretta connessione teologica con la mensa del pane. Per capire l importanza dell ambone all interno dello spazio architettonico della chiesa basta paragonarlo all importanza che ha la risurrezione del Signore per la fede cristiana. Infatti la tradizione cristiana ha affidato proprio all ambone l incarico di essere il luogo che annuncia-proclama il mistero della Risurrezione. Per questo, al fianco dell ambone, trova la sua collocazione più idonea il grande cero pasquale, colonna di fuoco che porta finalmente l umanità alla terra promessa. Sull ambone della cattedrale di Torino è leggibile l annuncio della risurrezione di Gesù alle donne con la tomba vuota ed il lenzuolo su cui è impresso il Volto Sindonico. L altare è Cristo «L altare nell assemblea liturgica non è semplicemente un oggetto utile alla celebrazione, ma è il segno della presenza di Cristo, sacerdote e vittima, è la mensa del sacrificio e del convito pasquale che il Padre imbandisce per i figli nella casa comune, sorgente di carità e unità. Per questo è necessario che l altare sia visibile da tutti, affinché tutti si sentano chiamati a prenderne parte ed è ovviamente necessario che sia unico nella chiesa, per poter essere il centro visibile al quale la comunità riunita si rivolge» (L adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, n. 17). L altare rappresenta la mèta del viaggio di ogni cristiano e della Chiesa tutta: l incontro con lo Sposo. Per questo, all inizio di ogni celebrazione, chi presiede, a nome dell intera assemblea, bacia l altare per esprimere la gioia dell incontro tra lo Sposo e la sposa. In quanto ospita la cena, l altare è una mensa; in quanto il cibo è il dono che Gesù fa di se stesso quale offerta al Padre e all umanità, l altare è luogo del sacrificio. L altare è, quindi, il punto simbolico più visibile dell appuntamento di Dio con l umanità. Esso è di pietra o di materiale stabile perché in esso vediamo Cristo, la pietra angolare che i costruttori hanno scartata e che è diventata testata d angolo (cfr. Mt 21,41). «L altare sia costruito staccato dalla parete, per potervi facilmente girare intorno e celebrare rivolti verso il popolo: la qual cosa è conveniente realizzare ovunque sia possibile. L altare sia poi collocato in modo da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente converga l attenzione dei fedeli. Normalmente l altare sia fisso» (Ordinamento generale del Messale Romano, n. 299). Prega la liturgia della consacrazione dell altare: «Questa pietra preziosa ed eletta sia per noi il segno di Cristo dal cui fianco squarciato scaturirono l acqua e il sangue fonte dei sacramenti della Chiesa. Sia la mensa del convito festivo a cui accorrano lieti i commensali di Cristo e sollevati dal peso degli affanni quotidiani attingano rinnovato vigore per il loro cammino. Sia fonte di unità per la Chiesa e rafforzi nei fratelli, riuniti nella comune preghiera, il vincolo di carità e di concordia. Sia il centro della nostra lode e del comune rendimento di grazie, finché nella patria eterna ti offriremo esultanti il sacrificio della lode perenne con Cristo, pontefice sommo e altare vivente». L altare della cattedrale di Torino rappresenta un unica scena distribuita su quattro lati: la cena di Emmaus nel suo sviluppo temporale, dall uscita dei due discepoli (lato sinistro guardando l altare) al loro incontro con Gesù, che essi riconoscono nello spezzare del pane (fronte altare), fino al rientro a Gerusalemme (lato destro dell altare), dove trovano riuniti gli Undici e Gesù appare in mezzo a loro (lato celebrante), con l augurio di pace come descritto dal Vangelo di Luca (24,13-36). Sacra Sindone e Tomba del beato Piergiorgio Frassati. La cattedrale di Torino dedicata a S. Giovanni Battista è l unico edificio cittadino di e- poca rinascimentale. Il cardinale Domenico della Rovere, tra il1490 e il 1497, fece demoli- 5

6 re le tre basiliche paleocristiane del SS. Salvatore, di S. Giovanni Battista e di Santa Maria ed edificare l attuale duomo cittadino. La cattedrale contiene la cappella della Sindone, opera di Guarino Guarini, che subì un devastante incendio nella notte tra il 12 e il 13 aprile 1997; ora è in restauro. La cattedrale contiene anche la tomba del beato Pier Giorgio Frassati ( ), giovane torinese modello per tutti i ragazzi e giovani di amore a Cristo e di vita cristiana autentica, anche chiamato l uomo delle otto beatitudini, avendo vissuto con profondo amore questa pagina del Vangelo. Studente diligente e membro della Federazione Universitaria cattolica e membro del circolo Milites Mariae della Gioventù di Azione Cattolica della parrocchia della Crocetta, fu servo dei poveri e dei malati, ai quali dedicò tempo ed energie. Celebra ciò che vivi e vivi ciò che celebri La cattedrale in quanto chiesa del vescovo deve essere esemplare per l intera diocesi per quanto attiene alle celebrazioni liturgiche, ma anche per quella comunione che essa rappresenta e che esprime nella unità della sua stessa costruzione e del suo rinnovato presbiterio. Sono lieto che i giovani e le famiglie e soprattutto i ragazzi della Cresima vadano pellegrini alla cattedrale per rinnovare la fede comune, nel luogo dove il vescovo ammaestra il suo popolo e dove il presbiterio e l intera comunità si ritrova per i momenti più solenni della sua vita di popolo di Dio che cammina nel tempo ed è proteso con speranza al futuro di Dio. È importante che le nuove generazioni possano comprendere e vivere la cattedrale come luogo che unisce insieme il passato e il presente per orientare il cammino della Chiesa di Torino unendo insieme tradizione e modernità, conservazione di un patrimonio ricchissimo di memorie di cui le stesse pietre della Cattedrale parlano e annunciano e rinnovamento che esprime l attualità della fede nei linguaggi e forme del nostro tempo. La cattedrale diventa così un segno e un luogo che comunica un messaggio vivo e portatore di un senso per tutti. E ciò che gli dà senso è la vita della comunità credente che continuamente la utilizza come spazio della sua fede accolta e celebrata, della sua unità e comunione che lega tutte le sue parrocchie e realtà ecclesiali e della sua missione per annunciare e testimoniare agli uomini del presente e a quelli che verranno, l eterno vangelo della salvezza. Va sempre ricordato che come ogni chiesa anche la cattedrale è il luogo dove si celebrano i santi misteri della fede da cui scaturisce la vita nuova che ogni credente è chiamato poi a testimoniare ogni giorno. I padri della Chiesa dicevano: «Celebra ciò che vivi», nel senso che quando vai in chiesa non lasci fuori la tua esistenza concreta ma la poni tutta davanti al Signore che la purifica e la salva; ma poi aggiungevano: «Vivi ciò che celebri», nel senso che quando torni alla tua esistenza concreta porti con te la grazia della celebrazione che ti permette di vivere in pienezza di amore ciò che hai celebrato. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino 6

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