1. LA SORGENTE DELL AMORE: LO SPIRITO SANTO E LA VITA DI COPPIA Prima scheda Lo Spirito Santo il grande Sconosciuto Mario Cascone - Romolo Taddei

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1 1. LA SORGENTE DELL AMORE: LO SPIRITO SANTO E LA VITA DI COPPIA Prima scheda Lo Spirito Santo il grande Sconosciuto Mario Cascone - Romolo Taddei 1.1. Accoglienza e momento di preghiera Nell iniziare questo cammino la coppia animatrice inviti i partecipanti al gruppo a consapevolizzare come si sentono e che cosa vivono in questo periodo della loro vita. Poi li inviti a pregare lo Spirito Santo perché li assista durante queste serate. Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen 1.2. Chi è lo Spirito Santo? Desideriamo iniziare con una domanda provocatoria: - Che posto occupa in noi coppie e nella nostra vita relazionale lo Spirito Santo? Lo interpelliamo? Lo ascoltiamo? Lo preghiamo? Quali sono i nostri pensieri e quali le nostre risonanze di fronte a questa domanda. (Si ascoltino le risonanze dei partecipanti.) Presumiamo che per tante coppie di sposi lo Spirito Santo è tuttora il grande sconosciuto, il grande dimenticato. E una figura marginale, lontana e astratta. Lo Spirito Santo è una delle tre persone della SS. Trinità, che forse può essere significativa per i sacerdoti, per le suore, ma sembra che abbia ben poco a che fare con la concretezza della nostra vita coniugale. Il tema che affrontiamo è nuovo nella riflessione teologica contemporanea e, soprattutto, per molte

2 coppie di sposi. Mentre la tradizione latina ha sviluppato più la teologia della seconda persona della Trinità, la tradizione orientale si è invece soffermata sulla figura dello Spirito Santo. Chi è lo Spirito Santo? - Lo Spirito Santo è il dono più grande che Dio elargisce a noi coppie di sposi, perché Lui ci offre il suo stesso Amore. Nel dialogo trinitario, infatti, lo Spirito Santo è l eterno Amore che unisce l eterno Amante (il Padre) all eterno Amato (il Figlio). - Lo Spirito Santo è all inizio del nostro amore. In ogni amore che sboccia, consapevoli o no, c è un Amore che ci precede. Pensavamo di essere soltanto noi due e che il nostro amore fosse un fatto puramente umano, scaturito da bisogni, da dinamiche affettive, da sentimenti, da palpiti amorosi, da appuntamenti e attese, eppure c era Uno che era all inizio del nostro amore e ci ha preceduto. Quel sogno, che ci ha presi l un l altro, ci ha strappati dalle nostre famiglie d origine e ci ha portato l uno nelle braccia dell altro, fino al dono completo di noi stessi, ha al suo inizio e nel suo prosieguo lo Spirito Santo di Dio. La nuova famiglia da noi formata è una chiesa domestica.. La nostra casa è un tabernacolo che custodisce la presenza di Dio nella nostra relazione coniugale. Il nostro talamo nuziale è l altare dove offriamo i nostri corpi in dono, assaporiamo il nostro amore e, in esso e attraverso esso, lo Spirito dell amore di Dio. La relazione che cerchiamo di costruire ogni giorno, sia pure con fatica, è come dare un corpo allo Spirito di Dio perché Lui possa abitare in noi. - Lo Spirito Santo è il partner finanziatore delle opere ordinarie e straordinarie coniugali e familiari. E il motore che dà vita e vivifica il nostro operare. E una Persona presente a tempo pieno, in costante azione per farci essere, come marito e moglie, una struttura stabile, manifestativa e comunicativa dell amore di Dio. E il protagonista invisibile, è il regista nascosto della nostra vita di coppia e del nostro cammino quotidiano. Lui attualizza in noi sposi, pur dentro i nostri limiti, l amore che unisce il Verbo di Dio con l umanità e di Cristo con la Chiesa. Dona al nostro amore quella caratteristica specifica unitiva che, in vario modo, si esprime nel nostro agire. Conduce noi sposi oltre il confine dell amore umano per farci sperimentare con Gesù Cristo sulla croce un amore che sorpassa ogni risposta non data, travalica ogni limite e peccato del nostro coniuge, fino a coinvolgerci nella capacità di gridare amore anche nella solitudine più nera dell abbandono e del tradimento. - Lo Spirito Santo è la fonte e il principio dinamico dell itinerario di crescita della nostra vita coniugale. Per dare una immagine, è come il vento che soffia su una barca a vela sul mare. Il mare rappresenta la nostra vita, ora tempestosa e agitata, ora tranquilla e bella. La barca rappresenta la nostra esistenza, ricca o povera, semplice o problematica. Il vento rappresenta lo Spirito Santo che soffia quando, come e dove vuole. - Lo Spirito Santo è Persona - amore e Persona dono. Grazie al dono dello Spirito Santo siamo

3 inseriti nel circuito dell amore trinitario, sperimentiamo la dignità di figli di Dio, partecipiamo all eterno amore con cui il Padre genera il suo Figlio Gesù. Scrive a tal proposito Giovanni Paolo II: Nella sua vita intima Dio è amore, amore essenziale, comune alle tre divine Persone: amore personale è lo Spirito Santo, come Spirito del Padre e del Figlio. Per questo, egli scruta le profondità di Dio, come amore dono increato. Si può dire che nello Spirito Santo la vita intima del Dio uno e trino si fa tutta dono, scambio di reciproco amore tra le divine Persone, e che per lo Spirito Santo, Dio esiste a modo di dono. E lo Spirito Santo, l espressione personale di un tale donarsi, di questo essere amore. E Persona amore. E Persona dono (3). L eterno donarsi di Dio avviene dunque nello Spirito Santo, mediante il quale l amore di Dio viene riversato nei nostri cuori (Rom 5,5), conferendo alla nostra dignità di persone una grandezza incomparabile, che solo la Rivelazione biblica mette in luce in tutta la sua ricchezza. Ogni uomo è figlio di Dio, amato, benedetto, salvato, da Lui inserito nel suo dialogo trinitario e destinato alla beatitudine eterna. Gugliemo di S. Thierry chiarisce a questo riguardo: L uomo viene a trovarsi, in qualche modo, preso dentro l abbraccio e il bacio del Padre e del Figlio, che è lo Spirito santo (4). La conseguenza di un tale abbraccio è meravigliosa: essendo Persona Amore e Persona Dono, lo Spirito Santo plasma anche noi come persone amore e persone dono, costituendo tra di noi un unità perfetta e rendendoci capaci di trascrivere nella nostra carne e nel mondo l amore stesso di Dio. L unità trinitaria si può così vedere nella nostra relazione coniugale. Quest amore non è altro che una trascrizione storica, in termini umanamente comprensibili, dell eterno amore di Dio. Per comprendere in tutta la sua portata questo concetto possiamo osservare che ogni amore autentico dal Padre proviene, attraverso il Figlio viene, nello Spirito Santo avviene. Il Padre è l eterna provenienza di ogni amore, la radice causale, la fonte di ogni gesto di carità e di ogni forma di donazione di sé. Il Figlio è Colui che fa venire nel mondo quest amore, rivelandolo in termini insuperabili nel sacrificio della croce. Lo Spirito Santo è il dono pasquale per eccellenza (Gv 20,19-22), mediante cui il Cristo Risorto dona la sua stessa vita e permette di amare come Lui ci ha amato. Nello Spirito Santo l amore di Dio viene attualizzato, avviene qui e ora nella nostra vita di relazione. Questo fa dire che ogni nostra espressione autentica di amore quale: una stretta di mano, un bacio, una carezza, un abbraccio, la nostra intimità sessuale, sono un soffio di Pentecoste, un perpetuarsi del dono dello Spirito, che incessantemente il Risorto offre all umanità redenta. Per dirla in altri termini: non c è amore vero che non provenga da Dio e che non conduca a Lui. Ogni dono di noi stessi all altro/a è risonanza e trascrizione storica dell eterno donarsi che il Padre e il Figlio comunicano attraverso lo Spirito Santo. Questo significa che il nostro amore umano, quando è autentico, cioè sincero, leale, generoso, gratuito, rispettoso, è sempre rivelazione dell amore eterno di Dio. Veramente si può dire che dove c è amore, lì c è Dio. E più precisamente c è lo Spirito di Dio, che è il traboccare nella storia dell amore eterno del Padre e del Figlio, il donarsi incessante della carità trinitaria, la forza che costituisce l uomo stesso come persona amore e persona dono. Dopo questa presentazione della figura dello Spirito Santo nella vita di una coppia, è da chiederci: - Quali sono le nostre risonanze e che cosa ci ha particolarmente colpito? - Riconosciamo che il nostro amore è dono dello Spirito? Ci conformiamo alla legge dello Spirito, che ci rende liberi e autentici nelle nostre scelte?

4 - Ci lasciamo trasformare dall azione dello Spirito che dal matrimonio opera nella nostra esperienza coniugale e familiare? Quali sono le nostre esperienze al riguardo? 1.3. Pentecoste coniugale Tra le varie forme umane in cui si esprime l amore, possiede certamente una risonanza particolare l amore coniugale. Esso rientra nel progetto di Dio Creatore, che plasma l uomo nella differenza complementare del maschile e del femminile (Gen 1,27) e lo pone nella condizione di superare la solitudine attraverso la comunione sessuale. Questa è ad un tempo unitiva e procreativa (Gen 1,28; 2, 18-25), perché mentre ci congiunge in sublime comunione, ci rende atti a trasmettere la vita ad un altro essere umano. Il matrimonio perciò non è un invenzione dell uomo, ma nasce nel cuore stesso di Dio: è Lui che lo ha inventato perché l uomo e la donna, uniti nell amore coniugale, manifestassero nel mondo l eterno donarsi del Padre al Figlio nello Spirito Santo. Per questo motivo possiamo affermare che l alleanza sponsale è icona della Trinità, espressione sublime della relazione d amore fra le Tre Divine Persone. A partire da questa consapevolezza, tutto l Antico Testamento, e in particolare alcune pagine dei libri profetici e il Cantico dei Cantici, utilizzano il linguaggio sponsale per descrivere l amore che Dio nutre per il suo popolo (5). Attraverso l incarnazione di Gesù, Figlio di Dio, quest amore tra noi sposi supera il livello di semplice mediazione semantica dell amore divino per assurgere alla dignità di sacramento, ossia di segno efficace della grazia. L alleanza coniugale viene così ad essere nella storia la ri-presentazione (e non la mera rappresentazione!) dell amore che lega Cristo Sposo alla Chiesa sua Sposa (Cfr. Ef 5, 21-33), un amore che si consuma nel sacrificio della Croce, in cui Cristo dona tutto se stesso all umanità, al fine di purificarla da ogni colpa e farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata (Ef 5,27). L amore di noi sposi è chiamato a testimoniare, ma anche a riprodurre nel mondo, questo stesso amore di Cristo per la Chiesa. Esso è, pertanto, risonanza e richiamo permanente di quanto è avvenuto sulla Croce. Si può dire che la donazione di Cristo Crocifisso per la salvezza del mondo diventa fonte di grazia per tutti noi, anche attraverso il sacramento del matrimonio, perché, come Cristo sulla croce dona il suo corpo e tutta la sua vita per noi, così nel talamo nuziale e nell intera vita coniugale noi sposi ci doniamo l uno all altro nell amore. Su questa base non è difficile capire che l amore sponsale è molto più di un semplice fatto umano. Esso è da comprendere nella luce dell amore divino; quell amore che viene donato a noi per mezzo dello Spirito Santo. Possiamo affermare che lo Spirito di Dio è presente già nell innamoramento tra noi sposi, ossia nel momento in cui scocca nel nostro cuore la scintilla dell amore reciproco. Egli è poi operante nella consacrazione di quest amore mediante la celebrazione sacramentale, la quale di conseguenza è molto di più di un semplice rito. Ed è infine determinante nella perseveranza in fedeltà e fecondità dell amore sponsale. Non è esagerato affermare che sposarsi nel Signore può essere definito come una Pentecoste coniugale, una costante effusione di Spirito Santo non solo su noi sposi ma, attraverso noi, anche su tutta la Chiesa e sull intera umanità. Da mero fatto privato, che coinvolge noi come singole persone, l amore consacrato nel sacramento del matrimonio diventa così effusione di grazia nel mondo, soffio dello Spirito di Dio che, attraverso l amore coniugale, continua a salvare, benedire e santificare ogni uomo. - Abbiamo mai pensato che il nostro amore è una Pentecoste coniugale?

5 - Che cosa ci dice il fatto che lo Spirito Santo è presente, è operante ed è determinante per la continuità del nostro amore sponsale? Quali le nostre considerazioni? - Che cosa ci ha colpito di più in questa serata? - Che cosa ci portiamo a casa? 1.4 Momento di verifica 1.5 Momento di preghiera Spirito del Signore, che trasformi il nostro amore sponsale, sii tu la legge nuova della nostra vita di coppia. Ravviva in noi la tua grazia, perché la nostra esistenza sia conforme al dono ricevuto. Tu che agisci nel cuore e ci guidi alla libertà dei figli di Dio, rendi i nostri comportamenti morali come risposta all esigenza della vita di grazia, che è tuo dono. Ispira le nostre scelte, perché siano coerenti con il sacramento celebrato. Amen. (Gaetano Gatti)

6 1. LA SORGENTE DELL AMORE: LO SPIRITO SANTO E LA VITA DI COPPIA Seconda scheda Lo Spirito Santo sorgente del nostro amore Mario Cascone Romolo Taddei Luca Tuttobene 2. 1 Momento di accoglienza e di preghiera La coppia animatrice chieda ai partecipanti che cosa è rimasto dell incontro precedente e come si sentono ora nell iniziare il nuovo incontro. Vieni, Spirito Santo! Vincolo dell amore eterno vieni ad unirci nella pace: rinnovaci nell intimo fa di noi i testimoni dell unità che viene dall alto. Tu che sei l estasi del Dio vivente, dono perfetto dell Amante e dell Amato nel loro amore creatore e redentore, vieni ad aprirci alle sorprese dell Eterno, anticipando in noi, poveri e pellegrini, la gloria della patria, intravista nella speranza della fede, ma non ancora posseduta nella gioia piena del Regno. Padre dei poveri, ospite dolce dell anima, dolcissimo sollievo, sii in noi la libertà e la pace, la novità e il vincolo dell amore che vince il silenzio della morte. Amen (Bruno Forte) 2.2 All origine del nostro amore Cerchiamo ora di vedere in che modo lo Spirito Santo si rende presente già agli albori del nostro amore, poi come si rende visibile nella celebrazione del matrimonio e infine come è vivo e palpitante nel perseverare della nostra vita coniugale. Erroneamente siamo portati a credere che l incontro tra due innamorati sia una mera coincidenza, una fatalità, qualcosa che accade per caso. Le cose invece non stanno così, anche perché il caso non esiste, al massimo è lo pseudonimo con cui Dio sigla la sua opera. L incontro nel quale è scattato l innamoramento tra noi rientra nel progetto di Dio, che non solo fa in modo che noi due ci scegliamo tra mille altre persone, ma ha fatto scattare nei nostri cuori qualcosa di indicibile, che ci porta ad essere attratti l uno dell altra e, gradualmente, a verificare se siamo fatti l uno per l altra. Possiamo dire che lo Spirito Santo è all opera fin dall inizio del nostro rapporto amoroso: è Lui che fa incontrare noi due, è Lui che fa apparire nei nostri cuori i primi segni dell amore, è Lui che ci guida nel discernimento vocazionale di questa nostra reciproca attrazione. Quando ci siamo fidanzati, quando è scoccata la scintilla del nostro amore, lo Spirito Santo era lì a tessere le nostre

7 brame d amore, era all opera per riattualizzare il primitivo disegno di Dio: Dio creò l uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò (Gen 1, 27). - Abbiamo mai pensato che il nostro partner è fatto a immagine e somiglianza di Dio? Ci siamo uniti al nostro sposo/a consapevoli che lui/lei è fatto/a a immagine e somiglianza di Dio e non soltanto è un oggetto per il nostro piacere? - Esperienza Per rinforzare l immagine di Dio nella nostra relazione di coppia, vi invitiamo a fare, nei prossimi giorni, questa esperienza: ritiriamoci nella nostra stanza da letto, spogliamoci e teniamoci mano per mano di fronte ad uno specchio a grandezza d uomo. Osserviamo a lungo e attentamente le nostre persone nude, come coppia. Che immagine appare? Ci piace ciò che vediamo? Vediamo cose peccaminose o meravigliose? Ci concentriamo maggiormente su quanto per noi è un difetto o su ciò che è perfetto? Vediamo due immagini di Dio o del male? Poi, se vogliamo condividiamo con il nostro partner le nostre riflessioni e proviamo ogni giorno a cambiare l immagine di noi e del nostro partner. Non smettiamo di ripetere l esperienza, finché tutto ciò che vediamo nello specchio non siano due immagini e somiglianze di Dio. Potremo notare un sensibile miglioramento nel nostro rapporto, ci ameremo di più, ci sentiremo più belli ed emaneremo un autostima che si basa sulla nostra essenza spirituale e non sull apparenza superficiale. (6). Stando così le cose, siamo chiamati a verificare il nostro innamoramento e ad assumere la decisione di sposarci, ogni giorno, non solo sulla base della passione attrattiva o del mero stare bene insieme, ma soprattutto in ordine al progetto di Dio nei nostri confronti. In altri termini, dobbiamo chiederci se veramente il nostro desiderio di vivere insieme e di formare una famiglia rientra nel disegno del Signore. E questo discernimento deve essere condotto nella luce sapienziale dello Spirito, che possiamo attingere attraverso diversi mezzi, fra i quali occupa un posto privilegiato l accompagnamento spirituale. L accompagnatore spirituale per eccellenza è lo Spirito santo, ma non è sempre agevole ascoltarne la voce e interpretarne i disegni. Abbiamo bisogno allora di un altro accompagnatore spirituale, che non si sostituisca allo Spirito di Dio, ma ne faciliti l ascolto. L accompagnatore spirituale, conoscendoci bene e dialogando in profondità con noi, ci può aiutare a discernere la volontà di Dio, orientandoci nella giusta direzione. In mancanza di un serio discernimento vocazionale si corre il rischio di approdare alla decisione di sposarsi senza la necessaria preparazione e di fondare la vita coniugale su basi assai fragili che, al sorgere delle prime difficoltà, possono crollare. Forse il fallimento di molti matrimoni e la generale difficoltà che si incontra oggi a perseverare nella fedeltà coniugale trovano una delle spiegazioni in questo mancato discernimento vocazionale. A questo si aggiunge spesso un insufficiente formazione teologico - spirituale, che abiliti i due sposi a comprendere tutta la ricchezza del sacramento nuziale. Il cammino di preparazione al matrimonio deve certamente riguardare le dimensioni antropologiche del matrimonio e tutti i suoi risvolti etico - sociali, ma deve anche comprendere i connotati teologici e spirituali dell alleanza sponsale, che trovano in Dio Trinità la loro sorgente e nello Spirito Santo il loro veicolo. In particolare è importante aiutare i fidanzati e noi sposi a comprendere che ognuno di noi due è un dono di Dio per l altro, in quanto è il Signore stesso che ci ha fatti incontrare e ha

8 posto nel nostro cuore il desiderio della reciproca donazione. Nella misura in cui coltiviamo questa consapevolezza, possiamo superare il livello meramente umano dell attrazione reciproca e siamo in grado di condurre la relazione d amore su un piano soprannaturale. E questo ovviamente conferisce maggiore solidità al rapporto, perché non lo fa vedere come qualcosa che si sviluppa unicamente grazie all impegno di noi due, ma come un dono di grazia del Signore. È Lui, infatti, che ci ha posti l uno accanto all altra affinché insieme costruiamo qualcosa di bello e di grande per noi stessi e per tutti gli altri. La ricchezza umana dell incontro amoroso trova perciò la sua origine e la sua forza nella grazia dello Spirito Santo, che accompagna, benedice e consacra l impegno di noi due come protagonisti. Noi rimaniamo indubbiamente i principali attori della nostra storia d amore, ma, nella misura in cui ci poniamo nelle mani di Dio, troviamo in Lui la forza per andare avanti e per superare anche le difficoltà che possiamo già incontrare nella fase iniziale di conoscenza e di progettazione del rapporto. - Quando eravamo fidanzati avevamo questa consapevolezza? Che cosa ne pensiamo? - Riteniamo di essere un dono di Dio l uno per l altra e in che modo lo siamo? Visualizziamo questa domanda attraverso le nostre esperienze La consacrazione dell amore Se il ruolo dello Spirito Santo è rilevante nella fase del discernimento vocazionale al matrimonio e nella sua preparazione immediata, non è meno importante nella consacrazione dell amore coniugale, quale avviene nella celebrazione del sacramento nuziale. Questa purtroppo viene spesso intesa, in modo riduttivo, come un semplice rito, conservato dentro l album delle fotografie o in qualche filmato, una cerimonia più o meno solenne, in cui gli aspetti esteriori finiscono per prendere il sopravvento su quelli spirituali. La preoccupazione degli sposi e dei loro familiari si concentra per lo più su ciò che è secondario, lasciando in ombra quanto è invece fondamentale. Questo accade soprattutto perché, in molti casi, non si coltiva la consapevolezza di fede, che fa vedere, nella celebrazione del matrimonio sacramentale, l innesto dell amore dei coniugi nell amore con cui Cristo Sposo si lega alla Chiesa, sua Sposa. Il crescente secolarismo, che alimenta i modelli di vita consumistici, da tempo ha invaso l area sacra del matrimonio cristiano, riducendolo in molti casi a mero fatto esteriore, caratterizzato dai costi elevati e dalla ricerca della più sofisticata sontuosità. Tutto ciò non ha niente a che vedere con la fede e perciò va superato mediante un adeguata catechesi, che aiuti i futuri sposi a vivere la celebrazione del loro matrimonio in termini autenticamente cristiani. Si tratta, in particolare, di far capire che anche nella celebrazione sacramentale del matrimonio il ruolo dello Spirito Santo è centrale. È Lui infatti che unisce noi due sposi e ci consacra come testimoni speciali dell amore di Cristo per la Chiesa. E Lui che ci abita, consapevoli o no, al 100% in questo momento. E Lui che perdura nella nostra unione coniugale, allo stesso modo come perdura nell Eucaristia e nella consacrazione di un presbitero. E Lui una presenza costante. Pertanto, non c è più nulla di profano, di banale nella

9 nostra vita di coppia, ma tutto è sacramento e noi siamo sacramento di salvezza per noi e per le persone che incontriamo nel nostro cammino. Noi potremo perdere la grazia con il peccato, potremo dimenticare lo Spirito Santo che ci ha consacrati, ma non potremo cancellare la Sua presenza. Come lo Spirito Santo unisce Gesù con l umanità redenta, analogamente la comunione tra noi sposi cristiani è resa possibile dalla grazia dello Spirito, che non solo ci benedice, ma ci rende sacramento dell amore di Dio, ossia segno visibile del misterioso legame che unisce il Signore a tutti. Lo stesso Spirito, che unisce Cristo alla Chiesa, unisce anche noi: lo sposo alla sposa. Questo ci porta ad affermare che guardando all amore di noi sposi cristiani, noi possiamo intuire la grandezza dell amore di Dio, quale si è manifestata nella donazione del suo Figlio sulla Croce. Abbiamo già considerato che il matrimonio è ri - presentazione sacramentale di quanto è accaduto sulla Croce, eco permanente dell amore sponsale di Cristo, che possiede le caratteristiche dell indissolubilità, della fecondità e della fedeltà: sono le stesse dimensioni su cui è chiamato a modularsi l amore coniugale, che riceve proprio nella celebrazione sacramentale la grazia necessaria per conseguire questo scopo. Lo Spirito Santo, più volte invocato nel corso della liturgia nuziale, è il Santificatore degli sposi cristiani, Colui che ci abilita a vivere la nostra unione nel vincolo indissolubile dell amore, che ci porterà ad aiutarci vicendevolmente nel cammino di santità. Chiarisce a tale proposito la Gaudium et spes: L'autentico amore coniugale è assunto nell'amore divino ed è sostenuto e arricchito dalla forza redentiva del Cristo e dall azione salvifica della Chiesa, perché i coniugi, in maniera efficace, siano condotti a Dio e siano aiutati e rafforzati nella sublime missione di padre e madre. Per questo motivo i coniugi cristiani sono corroborati e come consacrati da uno speciale sacramento per i doveri e la dignità del loro stato. Ed essi, compiendo in forza di tale sacramento il loro dovere coniugale e familiare, penetrati dallo Spirito di Cristo, per mezzo del quale tutta la loro vita è pervasa di fede, speranza e carità, tendono a raggiungere sempre più la propria perfezione e la mutua santificazione, e perciò insieme partecipano alla glorificazione di Dio (7). In questo ricco testo conciliare emerge quanto la liturgia del sacramento del matrimonio mette bene in luce, come il consenso espresso dai due sposi sia preceduto dalla memoria del Battesimo, su cui si fonda la possibilità stessa di celebrare il sacramento nuziale. Infatti i due sposi, in quanto battezzati, sono consacrati a Cristo, cioè non si appartengono, ma sono di Cristo. Poi è seguito dalla solenne preghiera di benedizione sugli sposi, nella quale s invoca l effusione dello Spirito, perché permei l intera vita matrimoniale e la santifichi. Tutte e quattro le formule di benedizione previste dal Rito contengono ricche invocazioni dello Spirito Santo sugli sposi. Ecco qui di seguito i testi proposti dalla liturgia: Guarda ora con bontà questi tuoi figli che, uniti nel vincolo del matrimonio, chiedono l aiuto della tua benedizione: effondi su di loro la grazia dello Spirito Santo perché, con la forza del tuo amore diffuso nei loro cuori, rimangano fedeli al patto coniugale (prima formula).

10 O Dio, stendi la tua mano su N. e N. ed effondi nei loro cuori la forza dello Spirito Santo. Fa, o Signore, che, nell unione da te consacrata, condividano i doni del tuo amore e, diventando l uno per l altro segno della tua presenza, siano un cuore solo e un anima sola (seconda formula). Scenda, o Signore, su questi sposi N. e N. la ricchezza delle tue benedizioni, e la forza del tuo Santo Spirito infiammi dall alto i loro cuori, perché nel dono reciproco dell amore allietino di figli la loro famiglia e la comunità ecclesiale (terza formula). Scenda la tua benedizione su questi sposi, perché, segnati col fuoco dello Spirito, diventino Vangelo vivo tra gli uomini (quarta formula) (8). Con accentuazioni diverse, le quattro formule di benedizione mettono in luce l azione dello Spirito Santo nella consacrazione dell amore nuziale. La prima formula annette l invocazione dello Spirito alla capacità di rimanere fedeli al patto coniugale; la seconda alla condivisione dei doni dell amore di Dio e all essere un cuore solo e un anima sola ; la terza alla fecondità dell amore coniugale e, quindi, al dono dei figli; la quarta alla testimonianza cristiana: si chiede infatti che gli sposi diventino Vangelo vivo tra gli uomini. È con la grazia dello Spirito, così fortemente invocata, che noi sposi possiamo assumere l impegno di onorarci per tutta la vita e amarci ogni giorno nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. Significativamente il nuovo rito del matrimonio sostituisce, nella formula del consenso, l espressione prendo te con accolgo te, volendo così sottolineare l essenziale dimensione di dono del patto coniugale; ed aggiunge alla vecchia formula la frase con la grazia di Cristo, mettendo così in luce che l azione dello Spirito di Gesù è l energia d amore necessaria per adempiere i doveri dello stato coniugale e per essere nel mondo segno sacramentale dell amore sponsale di Cristo per la Chiesa. - Noi coppie di sposi siamo consapevoli di appartenere a Cristo, di essere abitati dalla presenza costante dello Spirito Santo? - Abbiamo mai pensato che il dono di tutto noi stessi ripete il gesto di Gesù sulla croce mediante l azione dello Spirito Santo? Quali le nostre risonanze e le nostre considerazioni? 2.4 La perseveranza nell amore Il sacramento del matrimonio riprende e specifica la grazia santificante del Battesimo: è su di essa che si radica l azione dello Spirito, costituendo noi sposi testimoni dell amore di Cristo e segni efficaci della sua grazia. La grazia dello Spirito Santo non si esaurisce nella celebrazione del sacramento, ma accompagna tutta la nostra vita coniugale, facendola diventare vero e proprio atto di culto, dal momento

11 che fa di noi coniugi un sacrificio spirituale gradito a Dio (9). La grazia dello Spirito Santo è ad un tempo santificante e sanante: mentre ci abilita a percorrere il cammino di santità, ci sostiene in tutte le difficoltà di quest itinerario e ci guarisce dalle inevitabili ferite e malattie che possono indebolire le nostre forze. È illusorio, infatti, pensare che la vita matrimoniale sia tutta rose e fiori. Le incomprensioni, le delusioni, i contrasti fanno parte non solo dell esistenza personale, ma anche di quella coniugale e familiare. La costruzione dell unità coniugale, da questo punto di vista, non è né automatica, né effetto di una sorta di colpo di fortuna; è piuttosto il risultato di un impegno faticoso, talvolta perfino eroico, che viene costantemente sostenuto dalla grazia dello Spirito. Il noi coniugale è frutto di dialogo, di buoni litigi, di condivisione e di sacrificio. Il che vuol dire che è, in ultima analisi, dono dello Spirito Santo. È Lui, infatti, che consente a noi sposi di condividere ogni cosa nell amore reciproco, di sobbarcarci a sacrifici anche gravosi, di vivere la stessa conflittualità come occasione per crescere, cercando di ravvisarne i reali motivi e di utilizzarla come possibilità per correggere i nostri difetti. Su questa base noi sposi possiamo adempiere i tre principali doveri dello stato coniugale: l indissolubilità, la fedeltà e la fecondità. Il nostro rapporto d amore viene vissuto all insegna di una scelta definitiva, che ci fa diventare realmente una sola carne (Gen 2,24) e ci abilita a mettere ogni cosa in comune, nel contesto di una donazione totale delle nostre persone. Pur rimanendo nell originalità irripetibile delle nostre persone, ciascuno di noi due si dona completamente all altro, costituendo con lui una comunione d amore, che non trova superiori termini di paragone in natura. Si viene a creare così tra noi sposi una unità, che non è confusione, dal momento che non annulla la personalità di ciascuno di noi due, ma anzi la fa maturare nel segno della donazione d amore. 2.5 PAROLA DI DIO Lettura di Matteo 1, e Luca 1, Ma a furia di pensare alla verginità fisica di Maria, alla famiglia di Nazareth come cosa sacra, all età avanzata (e cosa lo dimostrerebbe mai?) di san Giuseppe, riusciamo ormai a scoprire in Giuseppe e Maria il loro essere veramente e appassionatamente e meravigliosamente marito e moglie? Riusciamo a considerarli come coppia, nel loro tentativo quotidiano di arricchirsi vicendevolmente dei doni che in quanto persone hanno ricevuto da Dio per essere l uno per l altra via di santità? In che senso Giuseppe è custode di Maria e Gesù bambino? Solo come protettore di una realtà formata da madre e figlio, impenetrabile e tanto ricca da non aver bisogno di altro amore? Può Maria essere capace di vivere solo per suo figlio, solo come madre, rinunciando a tutta la sua capacità d amore coniugale? Vero sposo e vera sposa: Giuseppe e Maria, paradossalmente, nella loro casta e verginale vita coniugale, hanno sperimentato il vertice della nuzialità cristiana, perché rinunciando a quanto la legge ebraica permetteva (la possibilità per Giuseppe di

12 allontanare Maria prima che, al termine del fidanzamento ufficiale, andassero a vivere insieme) e a quanto la Parola di Dio stessa presenta come benedizione divina (la ricerca e accoglienza di diversi figli: cfr. Gn 1, 28: «Dio li benedisse e Dio disse loro: -Siate fecondi e moltiplicatevi-»; cfr. salmo 127/126, 3: «Ecco, eredità del Signore sono i figli,/ è sua ricompensa il frutto del grembo»), hanno cercato un fondamento e una direzione nuova al loro essere sposi. Ricerca faticosa: fatta di solitudine silenziosa (Giuseppe non vuole una rottura pubblica del fidanzamento con Maria, cosa che avrebbe potuto portare alla lapidazione di lei cfr. Dt 22, 23-27) e di domande a cui solo Dio può rispondere (perché Giuseppe non usa del diritto di lapidare Maria? Forse si chiede già, conoscendola, se non sia entrata in una relazione particolare con Dio? Maria domanda all angelo: «Come avverrà questo?», forse perché vuole essere aiutata a capire come compiere la volontà di Dio, come e se inserire Giuseppe in questo progetto inaspettato?). Ricerca che alla fine lega questi due fidanzati a sposarsi a caro prezzo: vivere con chi è incinta di un altro, essere totalmente servi di Dio. Un prezzo che si spiega solo se scopriamo un terzo protagonista, il protagonista di ogni storia d amore in cui si sceglie d amare, non solo di sentirsi innamorati, in cui ci si scopre amati da un altro e inviati a dare il proprio volto misero e debole a tale amore: lo Spirito Santo, Amore indissolubile tra Padre e Figlio. Maria, coperta dall ombra della potenza dell Altissimo (v. 35), diventa intimamente portatrice della presenza di Dio (cfr. Esodo 40, 35) che la feconda (cfr. salmi 91/90, 4 e 140/139, 8; Genesi 1, 2): diventa l amata da Dio che porta il suo amore nel mondo. È dentro tale relazione d amore nata nello Spirito che viene invitato Giuseppe, amato a sua volta per amare, con tutto se stesso, la sua sposa e il Figlio. Riconoscendo l opera dello Spirito Santo in Maria, Giuseppe alla fine accetta di entrare in questa spirale d amore che dalla Trinità, nello Spirito Santo, coinvolge Maria e poi Giuseppe stesso. E solo perché, nello Spirito Santo, Maria e Giuseppe si ritrovano amati e amanti, possono accogliere Gesù, Dio fatto uomo, come Figlio che, escludendone altri, li apre però ad essere madre e padre di ogni uomo e donna.

13 - Che cosa ci ha colpito di più in questa serata? - Che cosa ci portiamo a casa? O Spirito Santo, 2.6 Momento di verifica 2.7 Momento di preghiera concedici di sposarci nella carne, nella mente, nel cuore e nello Spirito, di accoglierci nelle nostre diversità, di ritrovarti ogni giorno nei nostri volti e nei nostri sguardi, di sostenerci nelle diversità e difficoltà della vita, di rispettarci nei nostri ritmi, di donarci con passione e dedizione, di scoprirci fascinosi e belli, di stupirci delle azioni semplici e banali nel nostro quotidiano, di amarci con un amore di tenerezza, di perdonarci nelle piccole o grandi infedeltà, di prenderci cura dei nostri figli con amorosa sapienza e forza. Fa che possiamo essere testimoni fedeli della Tua presenza in noi e di stare insieme, finché non ritorneremo uniti a Te nella Trinità beata. Amen (R. Taddei). Note 1) Solo a mo di esempio possiamo citare alcuni testi: Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore (Os 2,21 22); Nessuno ti chiamerà Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma tu sarai chiamata Mio compiacimento e la tua terra, Sposata, perché il Signore si compiacerà di te e la tua terra avrà uno sposo. Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo architetto; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te (Is 62, 4 5); Quante sono soavi le tue carezze, sorella mia, sposa, quanto più deliziose del vino le tue carezze. L odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi. Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa, c è miele e latte sotto la tua lingua e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano. Giardino chiuso tu sei, sorella mia sposa, giardino chiuso, fontana sigillata (Cant 4, 10 12).

14 2. EDUCARCI ALL AMORE - TENEREZZA Prima scheda Amarci con amore di tenerezza coltivando l intimità Romolo Taddei 1.1. Accoglienza e momento di preghiera La coppia animatrice inviti i partecipanti a condividere che cosa vivono d importante in questo periodo della loro vita. Poi, li esorti a fare propria la seguente preghiera: Alla sorgente della nostra vita di coppia c è la tenerezza, la nostra tenerezza di uomo e di donna; ma alla sorgente di questa sorgente c è la Tua Tenerezza, o Dio, la Tua Tenerezza amante di Padre, Figlio, Spirito Santo. La Tua Tenerezza crea, fonda, santifica ogni nostra giornata e ogni nostro gesto. La Tua Tenerezza rinnova quotidianamente il nostro amore lo rende nobile, generoso, puro, colmo di incanto nuovo, come una primavera sempre in fiore. Perciò noi Ti preghiamo, o Dio, che la Tua Tenerezza infinita trasfiguri la nostra tenerezza, che la Tua Luce illumini ogni nostra scelta di vita, che la Tua Benevolenza ispiri ogni nostro sentimento, che la Tua Armonia plasmi ogni nostro incontro, perché siamo tenerezza l uno per l altro e la nostra vita di coppia sia sempre nuova, originale, fedele, creativa. Dinanzi ai nostri difetti, aiutaci a non essere spietati l uno con l altro, ma ad accoglierci e a donarci amorevolmente, e a condividere il tuo perdono senza porre alcun limite. Fa che la Tua Tenerezza modelli la nostra tenerezza, perché sappiamo correggerci e salvarci l uno con l altro, con la stessa tenerezza con la quale Tu ci hai amati e ci ami ogni giorno (Carlo Rocchetta). Amen.

15 1.2. Presentazione del tema Parlare oggi del matrimonio non è facile. Tante perplessità invadono le nostre menti e appesantiscono i nostri cuori. Tante domande affollano la nostra vita: - Che ne è stata della vita di coppia di tanti nostri amici? - Non ci avverrà forse ciò che è capitato ai nostri amici che sono partiti con tanto entusiasmo, tanti bei propositi di amarsi per sempre e con tanta tenerezza e poi la loro storia è finita miseramente, con sofferenza e acredine dall una e l altra parte? - Ce la faremo noi a stare sempre insieme e ad amarci? - Non suoneranno anche per noi le campane della crisi e della delusione? E gli interrogativi potrebbero continuare. Non è di questo che vogliamo parlare, ma di qualcosa di più significativo e nutritivo per noi. Non intendiamo fare una lezione, ma vogliamo toccare alcune corde intime del nostro vissuto di coppia perché possiamo farle risuonare nella nostra vita. Pertanto dopo aver dato degli spunti di riflessione, vi inviteremo attraverso delle domande ad attuare delle piccole esperienze da poter fare qui, e altre a casa, sempre se voi lo vorrete. Intendiamo riflettere, vogliamo smuovere la naturale pigrizia che si può creare quando soltanto si ascolta. Desideriamo essere protagonisti ed attori di questo incontro. La cosa più bella che potremo vivere in queste serate è portarci a casa un qualcosa che possa essere di nutrimento nel nostro cammino di coppia. L interrogativo al quale vogliamo rispondere è il seguente: c è un segreto per continuare a stare bene insieme? E se c è qual è? Potrà sembrare qualcosa di sdolcinato, di fragile, di troppo semplicistico, ma l esperienza di tante coppie di sposi lo conferma. Sì, un segreto c è ed è Amiamoci ogni giorno con amore di tenerezza coltivando la nostra intimità.

16 1.3. Precisazione dei termini - Che cosa è l intimità? Viviamo nella società post - romantica e varie sono le illusioni foraggiate da essa. La si scambia per la simbiosi, si ritiene che le differenze debbano essere annullate. Si pensa che per amarsi bisogna capirsi sempre, si baratta il senso della propria autonomia con l appartenenza sacrificando se stessi. Due sono i bisogni fondamentali presenti in ogni essere umano di qualsiasi latitudine e di qualsiasi appartenenza religiosa: il bisogno di essere amato, di appartenenza, di calore, di legame e il bisogno di essere se stessi, di autonomia, di realizzarsi. Ora capita che non sempre questi bisogni fondamentali si coniugano insieme e con equilibrio. C è quasi sempre all interno di una coppia, all inizio della propria storia d amore, chi privilegia più un bisogno ché l altro. Cosi, ad esempio: c è chi inizia il proprio percorso in maniera più differenziata, cioè c è una esasperazione dell individualità, il percorso, per evolvere deve proseguire attraversando il rischio di affidarsi all altro. La individualità esasperata e sterile dell autosufficienza (io basto a me stesso) deve tendere al consegnarsi all altro. E necessario attraversare la paura di perdere i propri confini, di lasciarsi andare all altro, di dare e darsi calore e intimità. C è, invece, chi inizia il proprio cammino in modo simbiotico, di forte legame; il percorso, per evolvere, deve affrontare in questo caso, il rischio di sentirsi abbandonati, di superare la difficoltà del confronto, di stare con il senso di solitudine e di vuoto, di tollerare l aggressività dell individuazione e della differenziazione. In questa fase i membri della coppia scoprono la propria autonomia come individui, attraversano la delusione di sentire l altro distante, a volte sconosciuto e diverso. E bene che si veda la crisi non come una minaccia, né come una sconfitta, né come un fossato che divide e fa chiudere in sé stessi, ma come una prospettiva di crescita, che porti a domandarsi: che cosa vuole dire questa nuova situazione, come e dove si è vissuti troppo unilateralmente, a che cosa in futuro bisognerà prestare maggiore attenzione. La crisi dunque indica un qualcosa di nuovo che sta emergendo e mostra l opportunità di un maggiore equilibrio per arrivare al proprio vero io. E come se essa entrando in una casa, buttasse tutto sottosopra per condurre a Dio e a sé stessi. Che cosa significa, allora, essere intimi? Significa che entrambi i partner devono essere se stessi. Concretamente significa: - potere parlare apertamente delle cose che per noi sono fondamentali; - prendere posizione su importanti problemi emotivi; - stabilire i limiti di ciò che riteniamo sia accettabile e tollerabile in una relazione. Significa pure: dare all altro la medesima possibilità. Concretamente, accettare di essere emotivamente legati ad una persona che pensa, crede e prova in un modo diverso dal nostro, senza sentire la necessità di modellare, cambiare o convincere l altra persona.

17 - Quali le nostre risonanze di fronte a questo modo di vedere l intimità? Esperienza. - Proviamo a chiederci quali sono le nostre differenze? Ciascuno scriva quali sono le proprie diversità e poi mettiamole in comune. Chiediamoci ora quali sentimenti abbiamo provato nel mettere in comune le nostre differenze (Sorpresi? Amareggiati? Delusi? Più consapevoli delle nostre intuizioni?- Altro?) Le differenze non sono una palla al piede, ma se da una parte sono motivo di sofferenza, dall altra fanno crescere e rappresentano una formidabile risorsa per crescere sempre più nell amore autentico. Resta pur sempre la difficoltà del come conciliare le differenze. Indichiamo dei percorsi: - accogliere la sua diversità accogliendo la nostra; - assumere i suoi limiti assumendo i nostri; - dialogare con l altro dialogando con noi stessi; - integrare insieme appartenenza e differenza, legame ed autonomia, realtà di coppia e realtà individuale. - Quali le nostre reazioni di fronte a questa proposta di percorsi? - Che cosa potremmo mettere in atto a partire da questo incontro? - Che cosa è l amore: eros ed agape. Amare è un arte difficile ed impegnativa che impariamo vivendo l esperienza dell amore e accettandone la sua logica, fatta di conquiste e di smarrimenti, di cadute e di riprese. La vita di ciascuno è la scuola principale per apprendere quest arte, che si modula attraverso la fase dell eros e può arrivare alla fase dell agape, ma non tutte le relazioni arrivano a questo stadio evolutivo di maturità. Facendo riferimento all Enciclica di Benedetto XVI Deus Caritas est per eros si intende quell amore che tende soprattutto a cercare e a realizzare sé stessi attraverso ciò che è bello e gratificante, prima fra tutte la dimensione sessuale. E l amore sensibile, erotico, visto come forza primordiale, dato all uomo come energia dinamica e positiva. L eros è radicato nella natura stessa dell uomo. Adamo è in ricerca e abbandona il padre e la madre per trovare la donna; solo nel loro insieme rappresentano l interezza dell umanità, diventano una sola carne. Pur tuttavia, l eros è ebbro ed indisciplinato e necessita di una disciplina, di una purificazione, di un cammino di ascesa, di rinunce, e di guarigioni per donare all uomo non il piacere di un istante, ma un certo pregustamento del vertice dell esistenza, di quella beatitudine a cui tutto il nostro essere tende. (Deus Caritas est n.4). Questo non è rifiuto dell eros, non è il suo avvelenamento, ma la sua guarigione in vista della sua vera grandezza. (Deus caritas est n.5). Per agape si intende l amore che dona ed offre senza chiedere nulla in cambio. E l amore che

18 guarda soprattutto in alto e si realizza nel dono di se stessi fino alla morte in croce. L apostolo Paolo stabilisce un codice, una regola, una frontiera abbastanza ampia per riconoscere e vivere l agape nella sua prima lettera ai Corinti: Chi ama è paziente e premuroso, chi ama non è geloso, non si vanta, non si gonfia di orgoglio. Chi ama è rispettoso, non va in cerca del proprio interesse, non conosce la collera, dimentica i torti. Chi ama rifiuta l ingiustizia, la verità è la sua gioia. Chi ama tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta, non perde mai la speranza (I Cor 13, 4-7). Questi due tipi di amore non si contrappongono, ma convivono perfettamente proprio in Dio stesso. Il ritrovamento di questi due movimenti, erotico ed agapico, si realizza in modo supremo nell amore di misericordia, la cui espressione tipica e dominante è la tenerezza. Non tutte le relazioni, poi, arrivano ad essere mature. - Ci sono relazioni distruttive basate su relazioni tormentose, conflittuali, inappaganti, illusorie, frutto di problemi non risolti e possibilmente risalenti all infanzia di uno dei due. - Ci sono relazioni terapeutiche e pedagogiche basate sull esagerato attaccamento ad una persona con la quasi - impossibilità di staccarsene. Questa esperienza è normale nell adolescenza e si chiama cotta o infatuazione; diventa un problema più avanti. Essa può capitare a qualsiasi successiva età e per tutti i due sessi; può durare pochi giorni o pochi mesi o anche alcuni anni: tutto dipende dalla qualità delle carenze, più o meno profonde della persona, dai suoi ritardi affettivi, dalle frustrazioni non risolte, sofferte durante la vita, sul versante affettivo. Pur tuttavia, le fissazioni affettive sono una esperienza vitale per la crescita delle persone. Hanno un significato vitalizzante. Per le persone adulte dopo i primi momenti di estasi e di poesia, sono esperienze piuttosto pesanti da vivere e in genere anche umilianti, perché denunciano problemi non superati. E bene non condannare, né respingere queste persone, ma accoglierle e comprenderle con il cuore, tentare di fare evolvere questo tipo di amore verso una fase successiva, che è quella dell amore vero, profondo, altruistico e aperto. Le persone interessate inoltre, non devono avere paura di ciò che vivono e, se possono, devono appoggiarsi sulla solidità di altre persone mature e libere, che sappiano discernere e comprendere ciò che vivono. Ricordiamoci che la crescita verso l amore è ardua. Conosce evoluzioni e regressioni, successi e insuccessi, arresti e riprese, freni e slanci, blocchi ed entusiasmi. - Ci sono, infine, relazioni costruttive, quelle portate avanti da due persone adulte, non tanto e solo nell età, ma nello stile di vita, negli atteggiamenti, nei comportamenti e nella maturità raggiunta. Volendo concretamente dare delle indicazioni concrete, possiamo cosi descriverle. - I confini tra le persone sono chiari: né troppo rigidi, né troppo flessibili o permissivi. Le persone si trattano con rispetto reciproco. E permessa la reciproca autonomia. C è interesse e coinvolgimento reciproco. C è tempo e spazio per stare insieme o per allontanarsi, c è come un ritmo di danza: vicinanza e lontananza. Le persone stanno bene insieme: discutono su ciò che hanno da fare, attuano i loro compiti, gioiscono nel contatto, si sentono libere di avvicinarsi e di allontanarsi,

19 non discutono senza fine su ciò che è stato fatto o non fatto, non dipendono, né pretendono. Le persone sviluppano gli elementi migliori dell incontro, pur tra sofferenze e sacrifici: confidenza, ammirazione per l altro, tenerezza, desiderio di custodire l altro e di proteggerlo, tendenza a vederlo nella sua interezza e totalità, rettitudine e lucidità. Queste relazioni costruttive non esistono allo stato puro, ma conoscono fluttuazioni e regressioni. La captatività non scompare a colpi di volontà, è solo meno potente, ma ogni tanto si fa sentire e, se assecondata fa regredire. - In quali di queste relazioni ci siamo ritrovati: in quelle di tipo distruttivo? In quelle di tipo pedagogico? O in quelle di tipo costruttivo? Proviamo a confrontarci in coppia e a poter fare qualcosa che risulti per noi nutritivo e sano. - Che cosa è la tenerezza? Vi meraviglierete se parliamo della tenerezza. Lo facciamo, sia perché come esseri umani siamo chiamati a vivere la tenerezza nei rapporti con le persone che incontriamo, sia perché dalle esperienze vissute da tante coppie di sposi abbiamo imparato molte cose che vogliamo trasmettere. - Che cosa è per noi sposi la tenerezza? Proviamo a descriverla con parole nostre. (3 minuti). Vi invitiamo a riflettere per qualche istante e poi confrontiamoci in coppia. C è qualcuno che vuole comunicare qualcosa al gruppo? Attraverso brevissime battute cerchiamo di chiarire che cosa non è la tenerezza e che cosa è. - La tenerezza non consiste nell avvertire sensazioni piacevoli, attimi di commozione, ricordi o nostalgie incancellabili. Non consiste in smancerie, in sdolcinatezze, in manierismi, in atteggiamenti svenevoli. - La tenerezza non è essere affascinati da un volto che seduce ed incanta. Facendo l anagramma della parola Tenerezza essa è un Tesoro (TE) - Necessario (Ne) - Respiro (Re) - Di Dolcezza (Zza). Oppure: Tenera (T) Effusione (E) Nuziale (N) Espressione (E) Religiosa (E) - Essenziale (E) Zolla (Z) Zampillante (Z) Amore (A). - La tenerezza è accorgerci dell altro, è apertura all altro, è estensione verso l altro, è arricchimento dell altro (Facciamo notare che l aggettivo tenero deriva dal verbo tendere estendersi verso, aprirsi all altro diverso da me. Tenerezza viene anche dal verbo latino teneo come tenere legato, mantenere vincoli. In fondo, attraverso la tenerezza ci teniamo l uno all altro legati).

20 - La tenerezza ha a che fare con la fortezza (Facciamo notare che il termine tenerezza, tra i diversi etimi, sembra che si colleghi anche al latino tenax, tenace, resistente, forte ). Altro che roba da donnicciole, da bambini o vecchi rammolliti! - La tenerezza è come il peperoncino nel cuscus; è il miele della terra; è un oasi di calma in cui il cuore parla e i sensi ascoltano. La tenerezza è per l amore ciò che il sole è per l estate, ciò che i colori sono per l autunno, ciò che i fiori sono per la primavera, ciò che la neve è per l inverno. E il barometro dell amore. - La tenerezza è far sentire bene l altro. Vivere di tenerezza è attuare un incontro non superficiale, né anonimo, ma concreto: fatto di uno sguardo, di un sorriso, di un abbraccio forte e non fugace, di amicizia e di amorevolezza. - La tenerezza è attuare il passaggio dal chiedersi Che cosa mi dà lui/lei, perché io sia felice e mi realizzi?, ad un altra domanda più impegnativa: Che cosa sto facendo io perché lui/lei sia felice e si realizzi?. Non è un viaggio in carrozza, né una strada in discesa, è piuttosto in salita e suppone una scelta e un lungo tirocinio. - La tenerezza è sentire di essere amati. Non basta sapere di essere amati, bisogna comunicarlo, bisogna farlo capire. Niente è scontato, niente è sottinteso, niente è naturale o evidente. Ogni sentimento, per riscaldare il cuore dell altro, ha bisogno di essere manifestato e ribadito. La tenerezza suppone questa consapevolezza. La patologia dell amore coniugale comincia quando non siamo più capaci di tenerezza e tradire la tenerezza è tradire l amore. - Che cosa ci ha colpito di più? Quali le nostre risonanze emotive e quali le nostre considerazioni? Proviamo a parlarne. - Siamo una coppia che vive una forte esperienza di tenerezza e si impegna a comunicarla con la vita? Come trasmettiamo concretamente la tenerezza? (4 minuti) Senza la tenerezza non esiste amore pieno e pienamente umano. La sessualità è pienamente umana solo se è animata dalla tenerezza; essa trasforma la promessa e il desiderio di incontro tra noi in un evento significativo, ricco, estatico Momento di verifica - Come abbiamo vissuto questo incontro? - C è stato qualcosa che ci ha particolarmente colpito? Che cosa in particolare? - Che cosa ci portiamo a casa? 1.5. Momento di preghiera

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