LA BIODIVERSITA' capitolo 6

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1 capitolo 6 LA BIODIVERSITA' La Conferenza di Rio de Janeiro (giugno 1992), con la Convenzione sulla Diversità Biologica, ha definito la biodiversità come la variabilità degli organismi viventi inclusi [ ] gli ecosistemi terrestri, marini e gli altri ecosistemi acquatici e i complessi ecologici dei quali fanno parte; essa comprende la diversità all interno di ogni specie, tra le specie e degli ecosistemi. La conservazione e il miglioramento del patrimonio naturale mondiale dipendono strettamente dal mantenimento di tale diversità biologica ed è per questo motivo che la tutela della biodiversità appare come un obiettivo globale dal quale nessuno Stato può esimersi. La Regione Veneto ha pertanto emanato una serie di leggi e decreti a garanzia di tale obiettivo. Rapporto sullo Stato dell'ambiente - Provincia di Padova

2 CAPITOLO 6 Tab.6.1: principali riferimenti normativi regionali L.R. n. 53 del 15/11/ Norme per la tutela di alcune specie della fauna inferiore e della flora R.R. n. 7 del 5/8/ Regolamento di esecuzione della legge regionale 15 novembre 1974, n Norme per la tutela di alcune specie della fauna inferiore e della flora L.R. n. 4 del 16/8/ Nuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionali L.R. n. 38 del 1/1/ Norme per l istituzione del parco regionale dei Colli Euganei L.R. n. 12 del 3/1/199 - Norme per l istituzione del parco naturale della Lessinia L.R. n. 21 del 22/3/199 - Norme per l istituzione del parco delle Dolomiti d Ampezzo L.R. n. 8 del 28/1/ Norme per l istituzione del parco naturale regionale del Fiume Sile L.R. n. 5 del 9/12/ Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio L.R. n. 36 del 8/9/ Norme per l istituzione del parco regionale del Delta del Po D.G.R. n. 113 del 6/5/22 - Direttive 92/43/CEE e 79/49/CEE. Rete ecologica Natura 2. Revisione Siti di Importanza Comunitaria relativi alla Regione biogeografica alpina D.G.R. n del 7/6/22 - D.G.R. n. 113 del 6/5/22 ad oggetto Direttive 92/43/CEE e 79/49/CEE. Rete ecologica Natura 2. Revisione Siti di Importanza Comunitaria relativi alla Regione biogeografica alpina. Modifica allegati B e D in adeguamento ad ulteriori osservazioni tecniche formulate dal Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio L.R. n. 2 del 9/8/22 - Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali 21 Consulting su dati ARPAV Area Ricerca e Informazione Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale] D.G.R. n. 283 del 4/1/22 - Attuazione direttiva comunitaria 92/43/CEE e D.P.R. 357/1997. Guida metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative D.G.R. n. 448 del 21/2/23 - Rete ecologica Natura 2. Revisione Siti di Importanza Comunitaria (SIC) relativi alla Regione biogeografica continentale. Ridefinizione cartografica dei SIC della Regione Veneto in seguito alla applicazione delle perimetrazioni su Carta Tecnica Regionale alla scala 1:1. D.G.R. n. 449 del 21/2/23 - Rete ecologica Natura 2. Revisione delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) 6.1 Il sistema delle aree naturali protette e delle zone umide della provincia di Padova Nella provincia di Padova, accanto ai ben noti Parco Regionale dei Colli Euganei e del Sile, esistono una serie di aree naturali protette, oasi, riserve, aree di rispetto e zone di popolamento e cattura, che portano la superficie protetta totale della provincia a ,17 ettari. A PAT R D J ßà AREE UMIDE DI INTERESSE INTERNAZIONALE ecosistemi Tra le aree naturali protette elencate nella tabella sovrastante, la maggior parte risultano essere aree umide; si tratta per lo più di aree relitte, ultime superstiti di un territorio che un tempo era attraversato da numerosi corsi d acqua e aree paludose bonificate in tempi più o meno recenti. L importanza ecologica delle aree umide è ormai riconosciuta a livello globale; esse rappresentano infatti veri e propri serbatoi di biodiversità ed è per questo che la loro permanenza sul territorio, un tempo considerata inutile (rubavano spazio all agricoltura) e anche dannosa (erano considerate zone malariche e insalubri), ora è sempre più tutelata come testimoniano i vari interventi di riqualifica effettuati lungo gli argini del fiume Adige e di alcuni corsi d acqua minori nel territorio della Bassa Padovana nonché la costituzione del parco della Palude Onara (vedi relativo capitolo). 1 Rapporto sullo Stato dell'ambiente - Provincia di Padova - 26

3 la biodiversità Aree protette Comune Tipo Oasi del Sile Piombino Dese Art L.R. 5/93 Sorgenti del Tergola e Palude di Onara Tombolo Art L.R. 5/93 Tab.6.2: parchi e aree naturali protette in provincia di Padova Medio corso del Brenta Carmignano di Brenta, Grantorto, Piazzola sul Brenta, Campo San Martino, Curtarolo, Limena, Vigodarzere, Cadoneghe Piano Territoriale di Settore del Medio Corso del Brenta Villa Kerian Mestrino Art L.R. 5/93 Le Vallette Ospedaletto Euganeo (località Valli) Art. 11 L.R. 5/93 Cave di Rubano Rubano Art L.R. 5/93 Terme Euganee Abano Terme Art L.R. 5/93 Ex-Polveriera Albignasego Art L.R. 5/93 Colli Euganei Abano Terme Arquà Petrarca, Baone, Battaglia Terme Cervarese Santa Croce, Cinto Euganeo, Este, Galzignano Terme, Lozzo Atestino, Monselice, Montegrotto Terme, Rovolon, Teolo, Torreglia, Vò Parco regionalel.r. 38/89 Valle Millecampi Codevigo Art. 1 L.R. 5/93 Golena del Fratta Megliadino San Fidenzio, Megliadino San Vitale, Piacenza d Adige Art. 1 L.R. 5/93 Bacino Valgrande - Lavacci Granze, Sant Urbano, Villa Estense Art L.R. 5/93 Bosco di San Siro Parco Naturale dell Adige Bagnoli di Sopra (località San Siro) Barbona Formazioni vegetali protette Piano Faunistico Venatorio biotopo di interesse provinciale (P.T.C.P) Golena dell Adige Castelbaldo Art L.R. 5/93 Area marginale di Piacenza d Adige Piacenza d Adige Art L.R. 5/93 Area marginale di Montagnana Golena del Biancolino Montagnana (località Palù) Due Carrare (località Pontemanco) biotopo di interesse provinciale P.T.C.P area con formazioni vegetali rilevanti, portatrice di valori ecologici (P.A.T.I.) Golena e scolo Frattesina Vighizzolo d Este (località La Colonna) Art L.R. 5/93 Elaborazione Agenda 21 Consulting su dati Servizio Parchi, Provincia di Padova] e x A N PA 4 11 P D L ßà DISPERSIONE DELLE AREE PROTETTE Attualmente uno dei problemi principali cui devono far fronte le aree naturali protette, oltre all inquinamento delle acque, del suolo e dell aria, è quello dell isolamento. Si tratta infatti perlopiù di aree di ridotte dimensioni, site all interno di territori fortemente antropizzati e con i quali non esistono connessioni ecologiche. ecositemi e x A N PA 4 8 P ND PRESSIONE DA POPOLAMENTO PER LE AREE PROTETTE ecositemi A PAT P ND PRESSIONE DA INFRASTRUTTURE DI COMUNICAZIONE IN AREE PROTETTE ecositemi 11

4 CAPITOLO 6 e x A N PA 4 9 P e x A N PA 4 1 P ND ND PRESSIONE DA ATTIVITÀ ECONOMICHE PER LE AREE PROTETTE ecositemi PRESSIONE DA CONSUMI ENERGETICI PER LE AREE PROTETTE I tre precedenti indicatori riguardano tutti la pressione antropica (popolamento, infrastrutture, attività economiche e consumi energetici) che le aree naturali protette subiscono. Considerata la realtà provinciale padovana, la valutazione di tutti questi indicatori risulterebbe estremamente importante per l analisi della situazione della biodiversità. Attualmente però non sono disponibili dati a riguardo, né puntuali, né provinciali, se non i dati raccolti nell ambito di Natura 2 di cui si parla di seguito (paragrafo 6.1.1), sebbene un analisi in tal senso potrebbe rivelarsi utile anche nell ottica di una futura pianificazione del territorio. ecositemi O C S E 5 9 R D J ä % DI AREE PROTETTE biodiversità e paesaggio O C S E 9 R D J ä % DELLE FORESTE PROTETTE IN % DI AREA FORESTATA foreste L applicazione della nuova D.G.R. 118/6 determina un incremento della superficie protetta della provincia nonché un incremento della percentuale delle foreste protette rispetto al totale della copertura forestale poiché le nuove aree S.I.C. si trovano proprio nell area forestale dei Colli Euganei. O C S E 5 3 S D J ä SPECIE MINACCIATE DI ESTINZIONE SUL TOTALE DI NUMERO DI SPECIE specie Per quanto riguarda le specie di uccelli nidificanti minacciate di estinzione presenti nel territorio padovano, dal 1997, quando erano 18 di cui molte in forte declino, si assiste ad una netta ripresa. In particolare, alcune specie considerate rare o non presenti affatto sono tornate a ripopolare il territorio provinciale; tra queste citiamo il falco pellegrino (Falco peregrinus), il gheppio (Falco tinnunculus), il falco lodaiolo (Falco subbuteo), lo sparviere (Accipiter nisus) e il colombaccio (Colomba palumbus) [Servizio Caccia e Pesca, Settore Ambiente della Provincia di Padova]. 12 Rapporto sullo Stato dell'ambiente - Provincia di Padova - 26

5 la biodiversità e x A N PA S D L? NUMERO DI SPECIE NATURALIZZATE DIVENTATE INVASIVE specie Per contro, si nota la presenza spesso nociva di alcune specie naturalizzate ora divenute invasive. Tra i pesci sono da segnalare il siluro (Silurus glanis), il rodeo amaro (Rodeo sericeus), la pseudorasbora (Pseudorasbora parva) e il carassio (Carassius aurarus). Tra gli uccelli invece, la diffusione del cigno reale (Cygnus olor) inizia a creare problemi alla fauna locale. Responsabile di numerosi danni alle colture agricole e agli habitat è, tra i mammiferi, la nutria (Myocastor corpus) [Servizio Caccia e Pesca, Settore Ambiente della Provincia di Padova]. e x A N PA S D J ä CONNETTIVITÀ DELLA RETE ECOLOGICA NAZIONALE- Indice di connettività ecosistemi Nel marzo 24 si è svolto a Padova il convegno Infrastrutture verdi che aveva l obiettivo di promuovere la conoscenza della Rete ecologica provinciale. Il tentativo era quello di sensibilizzare gli attori della pianificazione nel considerare la realizzazione di questa Rete Ecologica tra gli elementi principali dei nuovi piani di assetto del territorio. La tendenza provinciale va comunque nella direzione di una sempre maggiore attenzione nei confronti della tutela della connettività ecologica, che nella provincia di Padova si realizza anche attraverso il ripristino di aree verdi urbane, la valorizzazione degli argini fluviali e delle aree di connessione tra città e campagna, che tornano ad essere fruibili sia per i cittadini che per le specie animali locali e migratorie. Il concetto di diversità paesistica, elemento fondamentale della tutela della biodiversità, è spesso associato, in ambiti antropizzati, a quello di uso del suolo. Come meglio specificato nel capitolo relativo, l utilizzo del suolo nel territorio provinciale mostra un ampia destinazione dello stesso a coltivazioni cerealicole e un aumento della superficie occupata da costruzioni e infrastrutture, elementi questi che riducono sensibilmente la diversità paesistica. e x A N PA S D L æ DIVERSITÀ PAESISTICA a livello provinciale ecositemi A PAT S D J ßà La pianificazione delle aree protette presenti sul territorio padovano, viene realizzata all interno di differenti strumenti di programmazione del territorio. Se il Parco Regionale dei Colli Euganei è dotato di un Piano Ambientale proprio, dal 1998 periodicamente aggiornato, la pianificazione delle altre aree naturali protette è affidata a una serie di strumenti pianificatori non specifici, che comunque forniscono una serie di linee guida per la gestione di tali aree, tra cui ad esempio il piano faunistico venatorio e alcuni piani territoriali di settore. GRADO DI PIANIFICAZIONE DELLE AP Linee di assetto del territorio ecosistemi 13

6 CAPITOLO 6 La Provincia di Padova si è dotata negli ultimi anni di una serie di piani territoriali che hanno come obiettivi, tra gli altri, anche la tutela ambientale. Tra i piani attualmente attivi ricordiamo: Piano di Settore del Territorio della Saccisica Piano di Settore del Territorio della Bassa Padovana Piano Territoriale di Settore del Medio Corso del Brenta Piano del Parco Regionale dei Colli Euganei. Attualmente poi è stato adottato ed è in fase di approvazione il P.T.C.P. della Provincia di Padova che ha valenza di piano paesistico. Possiamo quindi affermare che la situazione della pianificazione paesistica mostra un trend positivo negli ultimi anni La rete NATURA 2 La Direttiva 92/79/CEE Habitat, emanata dal Consiglio dei Ministri dell Unione Europea, individua in tutto il territorio dell Unione un sistema di aree naturali e seminaturali di grande valore naturalistico denominato Rete Natura 2. Tale Rete è costituita da differenti ambiti territoriali caratterizzati da un alta valenza ecologica: Siti di Interesse Comunitario (S.I.C.) che diverranno Zone Speciali di Conservazione (Z.S.C.) e Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.). La designazione di tali aree avviene in funzione della presenza e rappresentatività sul territorio di habitat e specie animali e vegetali indicati negli allegati I e II della Direttiva Habitat e di specie di cui all allegato I della Direttiva 79/49/CEE Uccelli e delle altre specie migratrici che tornano regolarmente in Italia. Il 18 aprile 26, la Giunta Regionale del Veneto ha emanato la Delibera n. 118, che aggiorna il numero e la perimetrazione delle aree S.I.C. e Z.P.S. della Regione. In particolare nel territorio della Provincia di Padova la D.G.R. 118/6 prevede: - la costituzione di una nuova area S.I.C. IT32617 Colli Euganei - Monte Lozzo - Monte Ricco, che viene a coincidere con la Z.P.S.; - la conseguente eliminazione dei S.I.C. IT3261, IT32611 e IT32619, ora sostituiti dalla nuova area IT32617; - la conferma dell elenco delle Zone di Protezione Speciale. Attualmente le aree S.I.C. e Z.P.S. nella provincia di Padova sono così suddivise: 14 Rapporto sullo Stato dell'ambiente - Provincia di Padova - 26

7 la biodiversità Codice sito Nome Superficie (ha) Comuni Z.P.S. S.I.C. IT32428 Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest 1.55 Piombino Dese X già area protetta da altre leggi Parco regionale Tab.6.3: aree S.I.C. e Z.P.S. ricadenti nel territorio della provincia di Padova IT3253 IT32142 IT3224 Laguna medioinferiore di Venezia Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine Bosco di Dueville e risorgive limitrofe Codevigo X Masi, Castelbaldo X 699 San Pietro in Gù, Gazzo X X IT32617 Colli Euganei Monte Lozzo Monte Ricco Abano Terme, Arquà Petrarca, Baone, Battaglia Terme, Cervarese Santa Croce, Cinto Euganeo, Este, Galzignano Terme, Lozzo Atestino, Monselice, Montegrotto Terme, Rovolon, Teolo, Torreggia, Vò X X Parco regionale IT32618 Grave e Zone umide della Brenta Campo San Martino, Carmignano di Brenta, Cittadella, Curtarolo, Fontaniva, Grantorto, Limena, Padova, Piazzola sul Brenta, San Giorgio in Bosco, Vigodarzere X X IT32622 Palude di Onara e corso d acqua di risorgiva S. Girolamo 15 Cittadella, San Giorgio in Bosco, Tombolo X Riserva naturalistica IT32623 Muson vecchio, sorgenti e roggia Acqualonga 21 Camposampiero, Loreggia, San Martino di Lupari X IT32411 Sile: sorgenti, paludi di Morgano e S. Cristina 62 Piombino Dese X Parco regionale IT32539 Valli e Barene della Laguna medio-inferiore di Venezia IT3261 Palude di Onara Codevigo X Cittadella, San Giorgio in Bosco, Tombolo IT3262 Le Vallette 13 Ospedaletto Euganeo X IT32621 Bacino Val Grande Lavacci 51 Granze, Sant Urbano, Vescovana, Villa Estense X X Riserva naturalistica 21 Consulting su dati Regione Veneto - Assessorato alle politiche per il territorio - Autorità Rete Natura 2 - Direzione Urbanistica e Beni Ambientali. Rete Natura 2, normativa e cartografia di riferimento] 6.2 I sistemi forestali I sistemi forestali rappresentano, insieme alle aree umide, gli ambienti più ricchi di biodiversità e per questo, sebbene nel territorio provinciale non siano ampiamente rappresentati (7.415 ettari secondo la Carta Forestale Regionale del 2), si è deciso di dedicarvi attenzione in questo Rapporto. Il 71% della copertura forestale del territorio padovano è rappresentato da quella sita nell area dei colli Euganei dove i tipi forestali presenti sono indicati nella sottostante tabella dove si riporta quale sia anche la rispettiva superficie occupata e la percentuale rispetto al totale. 15

8 CAPITOLO 6 Tab.6.4: principali tipi forestali presenti 21 Consulting su dati del Piano di Riordino Forestale del Parco Regionale dei Colli Euganei] TIPI FORESTALI SUPERFICIE (ha) % Ostrio-querceto a scotano 825,7 15,6 Castagneto dei substrati magmatici 1583,45 29,93 Rovereto dei substrati magmatici 142,83 2,7 Querceto dei substrati magmatici con elementi mediterranei 57,2 9,59 Pseudomacchia 113,24 2,14 Querco-carpineto collinare 5,2,1 Orno-ostrieto con leccio 6,9,13 Robinieto misto 696,9 13,17 Robinieto puro 139,13 24,74 Rimboschimento 1,29 1,9 Superficie boscata 529,21 1, O C S E 8 5 P D K æ RAPPORTO TRA INCREMENTO ED UTILIZZAZIONI O C S E 8 7 foreste O C S E 8 8 P D K æ AREA, PROVVIGIONE E DISTRIBUZIONE FORESTE foreste P D K æ % DI FORESTE DEGRADATE O IN SITUAZIONE DI DISTURBO RISPETTO AL TOTALE foreste Fig.6.1: andamento quantità legnose soggette a taglio per annata silvana Consulting su dati del Parco Regionale dei Colli Euganei] Rapporto sullo Stato dell'ambiente - Provincia di Padova - 26

9 la biodiversità Lo stato dei boschi dell area del parco dei colli Euganei appare complessivamente buono sebbene esistano alcune realtà in profondo stato di deperimento. Si tratta in particolare dei boschi siti nelle zone più ripide e di più difficile accesso dove, negli ultimi anni, il numero dei tagli degli alberi si è notevolmente ridotto. Nell annata 2-1 i permessi rilasciati per il taglio di bosco sono stati 43, mentre nell annata 25-6 solo 269. Dal 21, si sono poi allungati i turni di esecuzione dei tagli per le varie tipologie forestali al fine di migliorare la stabilità e pertanto la qualità dei boschi; la realtà locale dei colli Euganei però non ha subito particolari miglioramenti in seguito a tale azione, infatti le caratteristiche del terreno (in alcuni punti estremamente ripido e poco potente) non sono idonee a esemplari di grandi dimensioni che, in molti casi, sono sradicati dalle precipitazioni. Pertanto l allungamento dei turni dei tagli non ha ottenuto l effetto auspicato, anzi ha provocato un ulteriore deterioramento dei boschi più isolati. La riduzione dei tagli e l allungamento dei turni ha messo poi in evidenza un ulteriore problema: il 9% dei boschi a castagno è costituito da piante vecchie, ammalate di cancro corticale e quindi in condizioni di profondo deperimento. Il cancro corticale è una fitopatia che interessa in particolare gli esemplari più vecchi e che quindi era tenuta sotto controllo dai tagli periodici Gli incendi boschivi Nel territorio provinciale, l area forestale maggiormente colpita dagli incendi forestali è quella che ricade all interno del Parco Regionale dei Colli Euganei, ragion per cui la Direzione Regionale Forestale fornisce dati statistici sugli incendi solo riguardo all area dei Colli Euganei. O C S E 8 6 P D J ä INCENDI: numero degli eventi ed area incendiata foreste 25 2 Fig.6.2: numero degli incendi Consulting su dati Servizio Forestale Regionale per le Province di Padova e Rovigo] Dal grafico si nota come il numero degli incendi sia rimasto pressoché 35costante negli ultimi anni sebbene in corrispondenza dell estate del 23 si sia assistito ad 3 un vertiginoso aumento degli incendi (4 a luglio, 1 ad agosto e 3 a settembre). Tale incremento pare sia da 25 attribuire non solo all eccezionale andamento climatico di quell anno, ma soprattutto a cause umane; si ritiene 2 infatti che la causa dolosa sia la più probabile per la maggior parte degli incendi Violazioni accertate in materia di caccia Violazioni accertate in materia di pesca

10 CAPITOLO La caccia e la pesca Il secondo Piano Faunistico Venatorio Provinciale, che è attualmente in fase di approvazione da parte della Regione Veneto, ha il compito di provvedere all attuazione degli obiettivi di tutela del patrimonio faunistico e di coordinamento del prelievo venatorio, rispettando le attività agricole che caratterizzano in 25 maniera diffusa il territorio della nostra Provincia. Le indicazioni del Piano, pur essendo di natura principalmente 2venatoria, forniscono anche dettagli riguardo a precisi interventi di riqualificazione ambientale e di tutela paesaggistica, 15 in particolare nell ambiente agrario che più di altri ha subito pesanti processi di depauperamento. 1 Tra gli interventi ricordiamo lo sfalcio tardivo dei prati, l alternanza prato coltura a perdere (mais, miglio, girasole), l aratura tardiva dei residui colturali, il mancato diserbo della vegetazione spontanea ai bordi degli appezzamenti e delle scoline, la realizzazione di prati umidi, la realizzazione di prati da sovescio. L attuale Piano Faunistico Venatorio individua 8 aree omogenee per caratteristiche ambientali e territoriali gestite da altrettante strutture associative note come Ambiti Territoriali di Caccia: Cittadellese, Camposampierese, Dese, Montagnanese, Monselicese Estense, Conservano, Piovese, Lagunare Vallivo. 5 e x A N PA P D J ßà CONTROLLO DELL ATTIVITA VENATORIA caccia e pesca Fig.6.3: violazioni accertate in materia di caccia e pesca Violazioni accertate in materia di caccia Violazioni accertate in materia di pesca 21 Consulting su dati Polizia Provinciale Padova] Secondo i dati 3 relativi all attività di controllo venatorio in provincia di Padova, forniti dal Corpo Forestale dello Stato, nell anno si sono verificate due sole infrazioni sanzionate che si riferiscono a violazioni della legge 157/92 Norme 2 per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio e della legge regionale del 15 Veneto 5/93 Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio. Il grafico in figura 16.3 riporta i dati forniti dal Comando provinciale di Polizia: si nota come il numero delle infrazioni in materia di caccia cali dal 24 al 25 5 passando da 35 a 184. Si assiste invece ad un andamento inverso per quanto riguarda la pesca, con un incremento delle infrazioni dal 24 (65 infrazioni ATC 1 ATC 2 ATC 3 ATC 4 ATC 5 ATC 6 ATC 7 ATC 8 riscontrate) al 25 (136 infrazioni riscontrate). 25/6 2/1 18 Rapporto sullo Stato dell'ambiente - Provincia di Padova

11 la biodiversità e x A N PA R D L ßà SPECIE CACCIABILI E CONVENZIONI INTERNAZIONALI specie Il calendario faunistico venatorio per l annata 26/7 prevede un numero di specie cacciabili sostanzialmente invariato rispetto ai calendari delle precedenti stagioni. Tra le specie cacciabili, che vengono riportate nel paragrafo 6.3 con il loro rispettivo periodo di caccia, nessuna è inclusa nelle Direttive Uccelli o Habitat. Specie cacciabili Nome volgare Periodo di caccia Perdix perdix Phasianus colchicus Coturnix coturnix Alauda arvensis Scolopax rusticula Turdus merula Streptopelia turtur Garrulus glandarius Pica pica Corvus corone Corvus corone cornix Anas platyrhynchos Fulica atra Gallinula chloropus Anas crecca Anas clipeata Aythyia ferina Aythyia fuligula Turdus pilaris Turdus philomelos Turdus iliacus Anas strepera Rallus aquaticus Anas Penelope Anas acuta Anas querquedula Gallinago gallinago Columba palumbus Lymnocryptes minimum Vanellus vanellus Vulpes vulpes Starna Fagiano Quaglia Allodola Beccaccia Merlo Tortora Ghiandaia Gazza Cornacchia nera Cornacchia grigia Germano reale Folaga Gallinella d acqua Alzavola Mestolone Moriglione Moretta Cesena Tordo bottaccio Tordo sassello Canapiglia Porciglione Fischione Codone Marzaiola Beccaccino Colombaccio Frullino Pavoncella Volpe dal 17 settembre 26 al 31 dicembre 26 dal 17 settembre 26 al 16 dicembre 26 dal 17 settembre 26 al 15 gennaio 27 dal 17 settembre 26 al 31 gennaio 27 Tab.6.5: specie cacciabili nel territorio padovano in base al calendario venatorio 26/7 Lepus europaeus Oryctolagus cuniculus Alectoris rufa Dama Dama Rupicapra rupicapra Capreolus capreolus Cervus elaphus Ovis musimon Lepus timidus Lagopus mutus Tetrao tetrix Alectoris graeca Lepre comune Coniglio selvatico Pernice rossa Daino Camoscio alpino Capriolo Cervo Muflone Lepre bianca Pernice bianca Fagiano di monte Coturnice dal 17 settembre 26 al 3 novembre 26 dal 17 settembre 26 al 31 dicembre 26 esclusivamente nelle Aziende agri-turistico-venatorie dal 1 ottobre 26 al 3 novembre Consulting su dati Provincia di Padova Settore Ambiente, Servizio Caccia e Pesca] Si segnala poi un periodo di pre-caccia nei giorni 2, 3, 9, 1 e 16 settembre 26 che interessa Turdus merula, Streptopelia turtur, Garrulus glandarius, Pica pica, Corvus corone e Corvus corone cornix. 19

12 CAPITOLO Violazioni accertate in materia di caccia Violazioni accertate in materia di pesca A PAT P D K ä PRESSIONE VENATORIA natura e biodiversità Fig.6.4: numero di soci per A.T.C. nelle annate 2/1 e 25/ /6 2/1 21 Consulting su dati Servizio Caccia e Pesca, Settore Ambiente - Provincia di Padova] 1 5 ATC 1 ATC 2 ATC 3 ATC 4 ATC 5 ATC 6 ATC 7 ATC 8 Come si nota dal grafico, l ultima annata venatoria 25/ 26 registra in 6 A.T.C. su 8 un calo del numero di soci 3 rispetto a quanto registrato nell annata 2/1. Fig.6.5: superficie cacciabile per A.T.C. nelle annate 2/1 e 25/ /6 2/ Consulting su dati Servizio Caccia e Pesca, Provincia di Padova] 5. ATC 1 ATC 2 ATC 3 ATC 4 ATC 5 ATC 6 ATC 7 ATC 8 Anche la superficie cacciabile per A.T.C. diminuisce nell ultima annata rispetto al 2/1 in 6 ambiti su 8. La pressione venatoria (calcolata come numero di cacciatori sulla superficie cacciabile) viene riportata in 3. figura 6.6 per ciascun ambito territoriale di caccia; i valori si riferiscono alle annate 2/21 e 25/6. La pressione 25. venatoria totale su tutto il territorio cacciabile della provincia risulta pari a,59. Per quanto riguarda la situazione 2. regionale e nazionale gli ultimi dati di cui si dispone sono aggiornati al 1999 (annuario dei dati ambientali 15. APAT) e sono rispettivamente,33 e, /6 2/ Rapporto sullo Stato dell'ambiente - Provincia di Padova - 26 ATC 1 ATC 2 ATC 3 ATC 4 ATC 5 ATC 6 ATC 7 ATC 8

13 la biodiversità 25/6 2/1 1.,18 5.,16,14,12 ATC 1 ATC 2 ATC 3 ATC 4 ATC 5 ATC 6 ATC 7 ATC 8 Fig.6.6: pressione venatoria per A.T.C. nelle annate 2/1 e 25/6,1,8 25/26 2/21,6 3.,4 25., ATC1 ATC2 ATC3 ATC4 ATC5 ATC6 ATC7 ATC8 25/6 2/1 21 Consulting su dati Servizio Caccia e Pesca, Provincia di Padova] 1. e x A N PA P D L ßà TERRITORIO CACCIABILE E TERRITORIO PROTETTO ATC 1 ATC 2 ATC 3 ATC 4 ATC 5 ATC 6 ATC 7 ATC 8 caccia e pesca 1% 8% Fig.6.7: percentuale (in ettari) di territorio protetto e cacciabile negli 8 A.T.C. nell annata 25/6 6% 4% area protetta area cacciabile 2% % ATC 1 ATC 2 ATC 3 ATC 4 ATC 5 ATC 6 ATC 7 ATC 8 21 Consulting su dati Servizio Caccia e Pesca, Provincia di Padova] La percentuale di area protetta rispetto a quella cacciabile rimane sostanzialmente costante negli ultimi anni. L alta percentuale protetta che si evidenzia negli A.T.C. 5 e 8 è dovuta alla presenza rispettivamente del Parco Regionale dei Colli Euganei e dell Oasi Millecampi. e x A N PA P D J ä OPERAZIONI DI RIPOPOLAMENTO caccia e pesca 111

14 CAPITOLO 6 Le operazioni di ripopolamento interessano principalmente lepri e fagiani e secondariamente le starne. Il ripopolamento delle lepri avviene con esemplari provenienti dall est Europa e con esemplari locali provenienti dalle zone di ripopolamento dei vari ambiti territoriali e da allevamenti. Nel 1998 gli esemplari di lepre di cattura erano 4, mentre sono diventati 1.3 nell ultima stagione 25/26. Si tratta di un fenomeno di particolare rilievo poiché determina un calo del numero di esemplari importati dall estero con una conseguente diminuzione del rischio malattie. I fagiani provengono da allevamenti locali e dalle zone di ripopolamento dove, negli ultimi anni, si è assistito alla formazione di popolazioni autoriproducentesi di fagiani, fatto che testimonia le buone condizioni di vita di tali animali. Dal 22 è in atto nel territorio provinciale un progetto di reintroduzione della starna, specie di elevato interesse naturalistico e faunistico-venatorio, scomparsa da tempo dal territorio che era presente all inizio del 19 in tutta la Pianura Padana. Il progetto sta dando discreti risultati testimoniati dalla presenza di brigate naturali venutesi a creare da coppie che si sono riprodotte sul territorio. Un altro progetto di ripopolamento attualmente in atto, interessa lo Storione cobice, che si sta reintroducendo all interno di alcuni corsi d acqua (Adige e Bacchiglione) della provincia di Padova. Il progetto prevede l immissione di circa 3 esemplari nel loro antico areale di distribuzione che comprendeva i principali fiumi del Nord Italia, in collaborazione con le Province di Venezia, Treviso, Rovigo, Verona, Ferrara. La reintroduzione della specie è inserita in un progetto Life Natura cofinanziato dalla UE. Nell ultimo decennio, l introduzione illegale di cinghiali nel territorio del parco Colli Euganei ha provocato numerosi e consistenti danni alle popolazione residente all interno del parco. In particolare si stima che dal 23 a oggi i danni ammontino a oltre 1 mila euro e che le catture di cinghiali negli ultimi 5 anni si attestino intorno ai 35 esemplari. I comuni maggiormente colpiti da tale emergenza risultano essere: Cinto Euganeo, Baone, Galzignano e Arquà Petrarca. Nel settembre 26, in concomitanza con l attivazione di un numero verde per le segnalazioni di avvistamenti, danni e problemi relativi ai cinghiali, è partito un progetto di monitoraggio della popolazione di questi suini presenti sul territorio, che vede la collaborazione dell Ente parco con l Istituto Nazionale della Fauna Selvatica e che prevede l utilizzo di telecamere sensibili al calore. Il programma operativo del progetto dell INFS prevede tre fasi. La prima riguarda l indagine conoscitiva della popolazione del cinghiale, con tecniche adatte al particolare contesto dei Colli, che offrendo boschi, rifugi, tane, riserve idriche e colture a volontà appare particolarmente ostico al monitoraggio degli animali. Sfruttando i dati già esistenti si predisporrà un sistema informativo territoriale, relativo ai danni e alle caratteristiche degli animali così da creare mappe geografiche tematiche che possano indicare, ad esempio, le aree a rischio di danneggiamento. La seconda fase riguarderà invece lo studio dei livelli di conoscenza delle aspettative e delle attitudini dei residenti e dei turisti nei confronti della fauna selvatica. Le terza e conclusiva fase del progetto consisterà nella definizione di una strategia di gestione del cinghiale attraverso un piano sperimentale, da realizzare entro la fine dell anno 26 e un piano di gestione a regime elaborato sulla base dei dati raccolti nel triennio da predisporre entro dicembre 29. e x A N PA P D J ßà FERMO PESCA caccia e pesca Il regolamento per l esercizio della pesca nelle acque interne della provincia di Padova individua tre diverse aree di pesca: - ZONA A salmonicola: comprende tutte le acque situate a nord della linea di demarcazione che si identifica con le seguenti strade: S.P. Camisano - Piazzola sul Brenta; S.P. Piazzola sul Brenta - Campo San Martino; S.P. Campo San Martino - San Giorgio delle Pertiche; S.S. 37 Camposampiero - Loreggia sino ai confini provinciali con Treviso. È inoltre compreso il fiume Sile, con tutti gli affluenti laterali, in tutto il territorio comunale di Piombino Dese. - ZONA B ciprinicola: comprende tutte le acque provinciali esistenti a valle della ZONA A con esclusione di quelle definite alla successiva ZONA C. - ZONA C salmastra: comprende tutte le acque poste nella parte della Laguna di Venezia ricadente entro i limiti del territorio della provincia di Padova, così come delimitata dagli appositi cippi numerati e pali in cemento. Nella ZONA A la pesca è sospesa dall ultima settimana di settembre fino al primo sabato di marzo; mentre nella ZONA B i periodi di fermo variano in funzione dei cicli biologici delle varie specie presenti. 112 Rapporto sullo Stato dell'ambiente - Provincia di Padova - 26

15 la biodiversità Scheda di sintesi In questo capitolo sono stati trattati 24 indicatori considerati rilevanti per definire lo stato della biodiversità nel territorio provinciale. In sintesi si può affermare che la situazione della biodiversità nella provincia di Padova è generalmente buona sebbene esistano alcune criticità legate all alta presenza di cacciatori e agli impatti antropici che, in un area così densamente popolata, sono difficilmente arginabili. Set Codice Nome Tipologia Qualità dati Stato 21 Stato 26 Trend Paragrafo OCSE 59 % di aree protette R D J J ä 6.1 OCSE 9 % delle foreste protette in % all area forestata R D K J ä 6.1 OCSE 53 ex ANPA 344 Specie minacciate di estinzione sul totale di numero di specie Numero di specie naturalizzate diventate invasive S D - J ä 6.1 S D J L? 6.1 ex ANPA 363 Specie cacciabili e convenzioni internazionali R D J L APAT 528 Aree umide di interesse internazionale R D J J APAT 416 Grado di pianificazione delle AP - Linee di assetto del territorio S D - J ßà 6.3 ßà 6.1 ßà 6.1 ex ANPA 429 Diversità paesistica a livello provinciale S D - L æ 6.1 ex ANPA 431 Connettività della rete ecologica nazionale - Indice di connettività S D - J ä 6.1 ex ANPA 411 Dispersione delle aree protette P D - L ßà 6.1 ex ANPA 48 Pressione da popolamento per le aree protette P ND ex ANPA 49 ex ANPA 41 APAT 527 Pressione da attività economiche per le aree protette Pressione da consumi energetici per le aree protette Pressione da infrastrutture di comunicazione in aree protette P ND P ND P ND OCSE 85 Rapporto tra incremento ed utilizzazioni P D J K æ 6.2 OCSE 87 Area, provvigione e distribuzione delle foreste P D J K æ 6.2 OCSE 88 Percentuale di foreste degradate o in situazione di disturbo rispetto al totale P D J K æ 6.2 OCSE 86 Incendi: numero degli eventi ed area incendiata P D K J ä ex ANPA 359 Controllo dell attività venatoria P D J J ßà 6.3 APAT 522 Pressione venatoria P D L K ä 6.3 ex ANPA 361 Territorio cacciabile e territorio protetto P D - L ßà 6.3 ex ANPA 364 Operazioni di ripopolamento P D J J ä 6.3 ex ANPA 356 Fermo pesca P D J J ßà

16 CAPITOLO 6 Azioni, tendenze future e sostenibilità Bibliografia La tutela della biodiversità è, come abbiamo detto, uno degli elementi fondamentali per la conservazione dell ambiente; è per questo motivo che sia la Regione Veneto che la stessa Provincia di Padova hanno attivato e dovranno attivare una serie di azioni volte al mantenimento della diversità specifica animale e vegetale all interno del loro territorio. Al fine di poter attivare specifiche azioni di tutela è indispensabile avere innanzitutto un quadro dettagliato della situazione in essere, da accompagnare a una descrizione di come invece essa dovrebbe essere. È per questo che diventa necessario istituire un sistema di monitoraggio efficiente e puntuale finalizzato alla conservazione delle componenti naturalistiche del territorio. Tale sistema si potrà realizzare solo attraverso l individuazione di indici e indicatori ad hoc in grado di fornire periodicamente e costantemente dati circa la situazione della biodiversità locale. Tali informazioni ottenute dovranno poi essere di facile consultazione e comprensione in modo tale da poter essere utilizzate da tutti gli enti e i soggetti interessati. Accanto ad un attento monitoraggio dello stato di fatto risulta importante anche attuare una formazione e un informazione adeguate, al fine di evidenziare a tutti i livelli l importanza del rispetto e della conservazione della biodiversità come strumento di garanzia della tutela ambientale. Piano faunistico venatorio 23-28, Provincia di Padova 24, ARPAV Agenzia regionale per la Prevenzione e Protezione ambientale del Veneto Area ricerca e Informazione, Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale A proposito di. Conservazione della Natura 1992, Convenzione sulla Diversità Biologica Siti internet Rapporto sullo Stato dell'ambiente - Provincia di Padova - 26

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