La farina del mio sacco

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1 Marisa Strozzi La farina del mio sacco Mostra a cura di Michela Scolaro Gocce di polvere blu, colla, terre, carta, su legno, 80x80, Maggio 2011 Spazio espositivo Villa Litta Viale Affori, 21 Milano

2 La farina del mio sacco, limatura di ferro, farina di fecola, colla, grafite su legno, 40x40, 2010 Appunti di un diario mai scritto Punti fermi dai quali partire i punti di vista punti di partenza punti luminosi di un firmamento da esplorare punti di riferimento facoltativi punti di (partenza) per geometrie immaginarie nodi di una tessitura immaginaria ag hi dolorosi sui quali distendersi lacrime calcificate paesaggi antichi da rivisitare prospettive immaginarie mappe di sogni luccicanti trame di ferro solide su cui costruire tavole da tavolo intorno alle quali discutere chiodi per suonare chiodi da accarezzare il suono dei chiodi quando arrivo i chiodi sono i giorni vissuti Gocce spalmate con polvere di piombo, colla, polvere di piombo, su legno, 40x40, 2010 Graffi di chiodo su farina di farro, chiodi in acciaio dolce, farina di farro, colla, su legno, 37x37, 2009

3 Gocce di farina, colla, tempera, tulle, su legno, 40x40, 2011 E' passato un anno, che è stato lungo e corto come sempre, a dispetto delle regole imposte dagli orologi, dai calendari e dagli uomini. E' passato un anno da quando Marisa Strozzi ha deciso che era giunta, infine, l'ora di condividere quanto aveva accumulato nel suo sacco. Farina compresa. E di mostrare che, a dispetto delle regole imposte dagli orologi, dai calendari e dagli uomini, anche l'identità si costruisce come un'opera, e richiede tempo e cura. Tanto più se è quella di un artista. D'altra parte, è la stessa natura dalla quale Marisa Strozzi ha tratto i suoi materiali a insegnarlo: quello che ieri era un singolo seme oggi, grazie a tempo e cura, è diventato farina e sarà poi pane, alimento e simbolo universali. Le tavole e i fogli sono i campi di Marisa Strozzi. Luoghi dei quali rivelare la vocazione, da dissodare e da conquistare al significato.

4 Quel seme, qui, si è mutato in segno, germoglia in grafia, si scopre capace di rispondere all'urgenza, facendosi punto che interrompe il vuoto, ritmo che si oppone al silenzio dello spazio. Confonde le idee e sovverte le abitudini, sostituendosi, sul legno, come sulla pagina, al chiodo. Che, peraltro, Marisa, secondando lo scambio di proprietà, "semina tra le zolle", convinta, al di là di ogni ragionevolezza, che non esista gesto fiducioso che non sia già, di per sé, fecondo. Dal suo sacco, ancora, ha tratto quella farina che, di volta in volta, sa essere velo trasparente e impalpabile, impossibile da fissare su un supporto fino a che non avrà deciso di posarsi, pigmento e colore, fluido docile nella colla con cui scrivere, impasto spesso, complice volentieri, o suo malgrado, nell' imprigionare altri materiali da coinvolgere nella creazione. Questa è una lettera inutile, farina di farro, colla su legno, 40x40, 2009

5 Seminare chiodi liberamente tra le zolle, limatura di ferro, chiodi in acciaio dolce, su legno, 40x40, 2010 Seminare chiodi liberamente tra le zolle, limatura di ferro, polvere di piombo, chiodi in acciaio dolce, su legno, 40x40, 2010 Seminar chiodi liberamente tra le zolle, colla, carta, farina di farro, chiodi, polvere di ferro, terre, su legno, 80x40, 2010 Seminar chiodi liberamente tra le zolle, limatura di ferro, terra, colla, su legno,40x 40,2010 Seminar chiodi liberamente tra le zolle, limatura di ferro, chiodi in acciaio dolce, terra, colla, su legno 40x 40, 2010

6 Seminar chiodi liberamente tra le zolle, colla, polvere di ferro, chiodi, su carta, 21x29, 2007 Da inserire in opere sempre nuove che, a distanza di appena un anno, Marisa sa, oramai con certezza, che ci saranno, perché i suoi gesti, in cui confluiscono saperi antichi, individuali e collettivi come quelli che portano dal seme al pane, sono quelli di un artista. E sono, quindi, necessari e inesorabili, come la macina per ridurre il chicco in polvere, come il tempo, che, solo, consente di crescere, di maturare, di trasformare e trasformarsi. Michela Scolaro Seminar chiodi liberamente tra le zolle, colla, polvere di ferro, chiodi, su carta, 21x29, 2007 Seminar chiodi liberamente tra le zolle, colla, farina di farro, chiodi, su tela di canapa, 21x29, 2011

7 Lacrime, colla, nylon, su carta,42x29, 2008 Sono un artigiano, un fabbro, un imbianchino. Lavoro per conoscere, per dialogare con le cose essenziali, il legno il ferro, il bianco, il nero, il rumore, il silenzio, il duro il molle, la luce e l'ombra. Il gesto lento e l attimo veloce, l'eccitazione e la noia. Il desiderio e la volontà, il rigore senza effetto. Gocce, colla, farina di fecola, tempera, su carta, 21x29, 2008 Gocce disordinate, colla farina, tempera, fili di canapa, su carta, 21x29, 2011

8 Il silenzio è mio, farina di farro, colla su legno, 18x18, 2009 Testi tratti da Diari di Marisa Strozzi. Fotografia: Andrea Santucci. Progetto grafico: Antonio Magro Con il contributo e patrocinio di: CASSA PANIFICAZIONE LOMBARDIA Con il patrocinio di: Progetto Monitorato dal Comitato Tecnico- Scienti4ico Scuola e Cibo Evento organizzato da: PER INFO: organizzazione@cetec-edge.org