STUDIO DI SETTORE UM11U

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1 ALLEGATO 3 NOTA TECNICA E METODOLOGICA STUDIO DI SETTORE UM11U COMMERCIO AL DETTAGLIO E ALL INGROSSO DI FERRAMENTA, MATERIALE DA COSTRUZIONE

2 CRITERI PER L EVOLUZIONE DELLO STUDIO DI SETTORE L'obiettivo dell'applicazione dello studio di settore è di attribuire ai contribuenti un ricavo potenziale. Tale ricavo viene stimato tenendo conto sia di variabili contabili sia di variabili strutturali che influenzano il risultato economico di un impresa anche con riferimento al contesto territoriale in cui la stessa opera. L'applicazione dello studio consente, inoltre, di valutare la coerenza e la normalità economica della singola impresa in relazione al settore economico di appartenenza. A tale scopo, nell ambito dello studio, vanno individuate le relazioni tra le variabili contabili e le variabili strutturali, per analizzare i possibili processi produttivi e i diversi modelli organizzativi impiegati nell espletamento dell attività. L evoluzione dello Studio di Settore è finalizzata a cogliere gli eventuali cambiamenti strutturali, modifiche dei modelli organizzativi e variazioni di mercato all interno del settore economico. Di seguito vengono esposti i criteri seguiti per la costruzione dello Studio di Settore UM11U, evoluzione dello studio TM11U. Le attività economiche gestite dallo Studio di Settore UM11U sono quelle relative ai seguenti codici ATECO 200: Commercio all'ingrosso di legname, semilavorati in legno e legno artificiale; Commercio all'ingrosso di altri materiali per rivestimenti (inclusi gli apparecchi igienicosanitari); Commercio all'ingrosso di infissi; Commercio all'ingrosso di altri materiali da costruzione; Commercio all'ingrosso di vetro piano; Commercio all'ingrosso di carta da parati, colori e vernici; Commercio all'ingrosso di articoli in ferro e in altri metalli (ferramenta); Commercio all'ingrosso di apparecchi e accessori per impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento; Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico; Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari; Commercio al dettaglio di materiali da costruzione, ceramiche e piastrelle; Commercio al dettaglio di carta da parati e rivestimenti per pavimenti (moquette e linoleum); Commercio al dettaglio di sistemi di sicurezza. L evoluzione dello studio di settore è stata condotta analizzando le informazioni contenute nel modello TM11U per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell applicazione degli Studi di Settore per il periodo d imposta 200, trasmesso dai contribuenti quale allegato al modello UNICO I contribuenti interessati sono risultati pari a

3 Nella prima fase di analisi posizioni sono state scartate in quanto non utilizzabili nelle successive fasi dell elaborazione dello studio di settore (casi di cessazione di attività, situazioni di non normale svolgimento dell attività, contribuenti forfetari, ecc.). Sui modelli studi di settore della restante platea sono state condotte analisi statistiche per rilevare la completezza, la correttezza e la coerenza delle informazioni in essi contenute. Tali analisi hanno comportato, ai fini della definizione del campione dello studio, lo scarto di ulteriori posizioni. I principali motivi di esclusione sono stati: ricavi dichiarati maggiori di euro; quadro B (unità locale destinata all attività di vendita) non compilato; quadro D (elementi specifici dell'attività) non compilato; quadro F (elementi contabili) non compilato; errata compilazione delle percentuali relative ai prodotti merceologici venduti (quadro D); errata compilazione delle percentuali relative alla tipologia di vendita (quadro D); errata compilazione delle percentuali relative alla tipologia della clientela (quadro D); errata compilazione delle percentuali relative alla modalità di acquisto (quadro D); incongruenze fra i dati strutturali e i dati contabili. A seguito degli scarti effettuati, il numero dei modelli oggetto delle successive analisi è stato pari a IDENTIFICAZIONE DEI GRUPPI OMOGENEI Per suddividere le imprese oggetto dell analisi in gruppi omogenei sulla base degli aspetti strutturali, è stata seguita una strategia di analisi che combina due tecniche statistiche di tipo multivariato: un analisi fattoriale del tipo Analyse des données e nella fattispecie l Analisi in Componenti Principali; un procedimento di Cluster Analysis. L Analisi in Componenti Principali è una tecnica statistica che permette di ridurre il numero delle variabili originarie pur conservando gran parte dell informazione iniziale. A tal fine vengono identificate nuove variabili, dette componenti principali, tra loro ortogonali (indipendenti e incorrelate) che spiegano il massimo possibile della varianza iniziale. Le variabili prese in esame nell Analisi in Componenti Principali sono quelle presenti in tutti i quadri ad eccezione delle variabili del quadro degli elementi contabili. Tale scelta nasce dall esigenza di caratterizzare i soggetti in base ai possibili modelli organizzativi, alla diversa tipologia di attività svolta, ecc.; tale caratterizzazione è possibile solo utilizzando le informazioni relative alle strutture operative, al mercato di riferimento e a tutti quegli elementi specifici che caratterizzano le diverse realtà economiche e produttive di una impresa. Le nuove variabili risultanti dall Analisi in Componenti Principali vengono analizzate in termini di significatività sia economica sia statistica, al fine di individuare quelle che colgono i diversi aspetti strutturali delle attività oggetto dello studio. La Cluster Analysis è una tecnica statistica che, in base ai risultati dell Analisi in Componenti Principali, permette di identificare gruppi omogenei di imprese (cluster); in tal modo è possibile raggruppare le imprese con caratteristiche strutturali ed organizzative simili (la descrizione dei gruppi omogenei identificati con la Cluster Analysis è riportata nel Sub Allegato 3.A) 1. 1 Nella fase di Cluster Analysis, al fine di garantire la massima omogeneità dei soggetti appartenenti a ciascun gruppo, vengono classificate solo le osservazioni che presentano caratteristiche strutturali simili rispetto a quelle proprie di uno specifico gruppo omogeneo. Non vengono, invece, presi in considerazione, ai fini della classificazione, i soggetti che possiedono aspetti strutturali

4 L utilizzo combinato delle due tecniche è preferibile rispetto a un applicazione diretta delle tecniche di Cluster Analysis, poiché tanto maggiore è il numero di variabili su cui effettuare il procedimento di classificazione tanto più complessa e meno precisa risulta l operazione di clustering. In un procedimento di clustering quale quello adottato, l omogeneità dei gruppi deve essere interpretata non tanto in rapporto alle caratteristiche delle singole variabili, quanto in funzione delle principali interrelazioni esistenti tra le variabili esaminate e che concorrono a definirne il profilo. DEFINIZIONE DELLA FUNZIONE DI RICAVO Una volta suddivise le imprese in gruppi omogenei è necessario determinare, per ciascun gruppo omogeneo, la funzione matematica che meglio si adatta all andamento dei ricavi delle imprese appartenenti allo stesso gruppo. Per determinare tale funzione si è ricorso alla Regressione Lineare Multipla. La Regressione Lineare Multipla è una tecnica statistica che permette di interpolare i dati con un modello statistico-matematico che descrive l andamento della variabile dipendente in funzione di una serie di variabili indipendenti. La stima della funzione di ricavo è stata effettuata individuando la relazione tra il ricavo (variabile dipendente) e i dati contabili e strutturali delle imprese (variabili indipendenti). È opportuno rilevare che prima di definire il modello di regressione è stata effettuata un analisi sui dati delle imprese per verificare le condizioni di coerenza economica nell esercizio dell attività e per scartare le imprese anomale; ciò si è reso necessario al fine di evitare possibili distorsioni nella determinazione della funzione di ricavo. A tal fine sono stati utilizzati degli indicatori di natura economico-contabile specifici delle attività in esame: Incidenza degli ammortamenti per beni strumentali mobili rispetto al valore degli stessi; Incidenza dei costi per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria rispetto al valore degli stessi; Durata delle scorte; Incidenza del costo del venduto e del costo per la produzione di servizi sui ricavi; Incidenza dei costi residuali di gestione sui ricavi. Le formule degli indicatori economico-contabili sono riportate nel Sub Allegato 3.C. Per ogni gruppo omogeneo è stata calcolata la distribuzione ventilica 2 degli indicatori Incidenza degli ammortamenti per beni strumentali mobili rispetto al valore degli stessi, Incidenza dei costi per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria rispetto al valore degli stessi, Durata delle scorte e Incidenza dei costi residuali di gestione sui ricavi. Successivamente, ai fini della determinazione del campione di riferimento, sono state selezionate le imprese che presentavano valori degli indicatori al di sotto del valore massimo ammissibile. Con l indicatore Incidenza del costo del venduto e del costo per la produzione di servizi sui ricavi sono state selezionate le imprese con valore positivo. Nel Sub Allegato 3.E vengono riportati i valori soglia individuati per la definizione del valore massimo ammissibile utilizzato per la selezione del campione di riferimento. riferibili contemporaneamente a due o più gruppi omogenei. Ugualmente non vengono classificate le osservazioni che presentano un profilo strutturale molto dissimile rispetto all insieme dei cluster individuati. 2 Nella terminologia statistica, si definisce distribuzione ventilica l insieme dei valori che suddividono le osservazioni, ordinate per valori crescenti dell indicatore, in 20 gruppi di uguale numerosità. Il primo ventile è il valore al di sotto del quale si posiziona il primo 5% delle osservazioni; il secondo ventile è il valore al di sotto del quale si posiziona il primo 10% delle osservazioni, e così via.

5 Così definito il campione di riferimento, si è proceduto alla definizione della funzione di ricavo per ciascun gruppo omogeneo. Per la determinazione della funzione di ricavo sono state utilizzate sia variabili contabili sia variabili strutturali. La scelta delle variabili significative è stata effettuata con il metodo stepwise 3. Una volta selezionate le variabili, la determinazione della funzione di ricavo si è ottenuta applicando il metodo dei minimi quadrati generalizzati, che consente di controllare l eventuale presenza di variabilità legata a fattori dimensionali (eteroschedasticità). Nella definizione della funzione di ricavo si è tenuto conto delle possibili differenze di risultati economici legate al luogo di svolgimento dell attività. A tale scopo sono stati utilizzati i risultati dei seguenti studi: Territorialità del commercio a livello comunale 4 ; Territorialità del commercio a livello provinciale 5 ; Territorialità del livello dei canoni di affitto dei locali commerciali 6 ; Territorialità del livello delle retribuzioni. La Territorialità del commercio a livello comunale e la Territorialità del commercio a livello provinciale hanno avuto come obiettivo la suddivisione del territorio nazionale in aree omogenee in rapporto al: grado di modernizzazione; grado di copertura dei servizi di prossimità; grado di sviluppo socio-economico. La Territorialità del livello dei canoni di affitto dei locali commerciali ha avuto come obiettivo la differenziazione del territorio nazionale sulla base dei livelli dei canoni di affitto dei locali commerciali per comune. La Territorialità del livello delle retribuzioni ha avuto come obiettivo la differenziazione del territorio nazionale sulla base dei livelli retributivi per settore, provincia e classe di abitanti del comune. Nella definizione della funzione di ricavo si è operato nel seguente modo: le aree della territorialità del commercio a livello comunale e provinciale sono state rappresentate con un insieme di variabili dummy 8 ed è stata analizzata la loro interazione con la variabile Costo del Venduto + Costo per la Produzione di Servizi ; il livello dei canoni di affitto dei locali commerciali è stato rappresentato con una variabile standardizzata che varia da zero a uno ed è stata analizzata la sua interazione con la variabile Costo del Venduto + Costo per la Produzione di Servizi ; 3 Il metodo stepwise unisce due tecniche statistiche per la scelta del miglior modello di stima: la regressione forward ( in avanti ) e la regressione backward ( indietro ). La regressione forward prevede di partire da un modello senza variabili e di introdurre passo dopo passo la variabile più significativa, mentre la regressione backward inizia considerando nel modello tutte le variabili disponibili e rimuovendo passo per passo quelle non significative. Con il metodo stepwise, partendo da un modello di regressione senza variabili, si procede per passi successivi alternando due fasi: nella prima fase, si introduce la variabile maggiormente significativa fra quelle considerate; nella seconda, si riesamina l insieme delle variabili introdotte per verificare se è possibile eliminarne qualcuna non più significativa. Il processo continua fino a quando non è più possibile apportare alcuna modifica all insieme delle variabili, ovvero quando nessuna variabile può essere aggiunta oppure eliminata. 4 I criteri e le conclusioni dello studio sono riportati nell apposito Decreto Ministeriale. 5 I criteri e le conclusioni dello studio sono riportati nell apposito Decreto Ministeriale. 6 I criteri e le conclusioni dello studio sono riportati nell apposito Decreto Ministeriale. I criteri e le conclusioni dello studio sono riportati nell apposito Decreto Ministeriale. 8 Una varabile dummy è una variabile che può assumere valore 0 o 1. Ad esempio, la variabile dummy relativa alla prima area territoriale assume valore 1 quando il soggetto esercita la propria attività nella prima area territoriale, mentre assume valore 0 per tutte le altre aree territoriali.

6 il livello delle retribuzioni è stato rappresentato con una variabile standardizzata che varia da zero a uno ed è stata analizzata la sua interazione con la variabile Collaboratori dell'impresa familiare e coniuge dell'azienda coniugale e familiari diversi (percentuale di lavoro prestato diviso 100), Associati in partecipazione (percentuale di lavoro prestato diviso 100) e Soci (percentuale di lavoro prestato diviso 100) escluso il primo socio. Tali variabili hanno prodotto, ove le differenze territoriali non fossero state colte completamente nella Cluster Analysis, valori correttivi da applicare, nella stima del ricavo di riferimento, al coefficiente delle variabili prese in esame. Nel Sub Allegato 3.G vengono riportate le variabili ed i rispettivi coefficienti della funzione di ricavo.

7 APPLICAZIONE DELLO STUDIO DI SETTORE In fase di applicazione dello studio di settore sono previste le seguenti fasi: Analisi Discriminante; Analisi della Coerenza; Analisi della Normalità Economica; Analisi della Congruità. ANALISI DISCRIMINANTE L Analisi Discriminante è una tecnica statistica che consente di associare ogni impresa ad uno o più gruppi omogenei individuati con relativa probabilità di appartenenza (la descrizione dei gruppi omogenei individuati con la Cluster Analysis è riportata nel Sub Allegato 3.A). Nel Sub Allegato 3.B vengono riportate le variabili strutturali risultate significative nell Analisi Discriminante. ANALISI DELLA COERENZA L analisi della coerenza permette di valutare l impresa sulla base di indicatori economico-contabili specifici del settore. Con tale analisi si valuta il posizionamento di ogni singolo indicatore del soggetto rispetto ad un intervallo, individuato come economicamente coerente sulla base dei valori soglia ammissibili, in relazione al gruppo omogeneo di appartenenza. Gli indicatori utilizzati nell analisi della coerenza sono i seguenti: Durata delle scorte; Ricarico; Valore aggiunto lordo per addetto. Le formule degli indicatori utilizzati e i relativi valori soglia di coerenza sono riportati, rispettivamente, nel Sub Allegato 3.C e nel Sub Allegato 3.D. Ai fini della individuazione dell intervallo di coerenza economica per gli indicatori utilizzati sono state analizzate le distribuzioni ventiliche differenziate per gruppo omogeneo; per gli indicatori Ricarico e Valore aggiunto lordo per addetto anche sulla base della territorialità del commercio a livello comunale 9. In applicazione, per ogni singolo soggetto i valori soglia di ogni indicatore di coerenza economica sono ottenuti come media, ponderata con le relative probabilità di appartenenza, dei valori di riferimento individuati per gruppo omogeneo. Per gli indicatori Ricarico e Valore aggiunto lordo per addetto tali valori soglia vengono ponderati anche sulla base della percentuale di appartenenza alle diverse aree territoriali. 9 I criteri e le conclusioni dello studio sono riportati nell apposito Decreto Ministeriale.

8 ANALISI DELLA NORMALITÀ ECONOMICA L analisi della normalità economica si basa su una particolare metodologia mirata ad individuare la correttezza dei dati dichiarati. A tal fine, per ogni singolo soggetto vengono calcolati indicatori economico-contabili da confrontare con i valori di riferimento che individuano le condizioni di normalità economica in relazione al gruppo omogeneo di appartenenza. Gli indicatori di normalità economica individuati sono i seguenti: Incidenza degli ammortamenti per beni strumentali mobili rispetto al valore degli stessi; Incidenza dei costi per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria rispetto al valore degli stessi; Durata delle scorte; Incidenza del costo del venduto e del costo per la produzione di servizi sui ricavi; Incidenza dei costi residuali di gestione sui ricavi. Le formule degli indicatori utilizzati e i relativi valori soglia di normalità economica sono riportati, rispettivamente, nel Sub Allegato 3.C e nel Sub Allegato 3.E. Ai fini della individuazione dei valori soglia per gli indicatori di normalità economica sono state analizzate le relative distribuzioni ventiliche, differenziate per gruppo omogeneo. Nel caso dell indicatore Incidenza del costo del venduto e del costo per la produzione di servizi sui ricavi sono stati ritenuti normali i soggetti con valore positivo dell indicatore. In applicazione, per ogni singolo soggetto i valori soglia di ogni indicatore di normalità economica sono ottenuti come media, ponderata con le relative probabilità di appartenenza, dei valori di riferimento individuati per gruppo omogeneo. Per ciascuno di questi indicatori vengono definiti eventuali maggiori ricavi da aggiungersi al ricavo puntuale di riferimento e al ricavo minimo ammissibile stimati con l analisi della congruità dello studio di settore. INCIDENZA DEGLI AMMORTAMENTI PER BENI STRUMENTALI MOBILI RISPETTO AL VALORE DEGLI STESSI Per ogni contribuente, si determina il valore massimo ammissibile per la variabile Ammortamenti per beni mobili strumentali moltiplicando la soglia massima di normalità economica dell indicatore, divisa 100, per il Valore dei beni strumentali mobili in proprietà 10. Nel caso in cui il valore dichiarato degli Ammortamenti per beni mobili strumentali si posizioni al di sopra di detto valore massimo ammissibile, la parte degli ammortamenti eccedente tale valore costituisce parametro di riferimento per la determinazione dei maggiori ricavi da normalità economica, calcolati moltiplicando tale parte eccedente per il relativo coefficiente (pari a 1,1344). Tale coefficiente è stato calcolato, sul totale dei soggetti dello studio di settore che hanno contemporaneamente valorizzato sia la variabile Valore dei beni strumentali mobili in proprietà sia la variabile Ammortamenti per beni mobili strumentali, come rapporto tra l ammontare complessivo del ricavo puntuale, derivante dall applicazione delle funzioni di ricavo dello studio di settore utilizzando la sola variabile Valore dei beni strumentali mobili in proprietà, e l ammontare complessivo degli Ammortamenti per beni mobili strumentali. 10 La variabile viene rapportata al numero di mesi di svolgimento dell attività ( Numero di mesi di attività nel corso del periodo d imposta diviso 12).

9 INCIDENZA DEI COSTI PER BENI MOBILI ACQUISITI IN DIPENDENZA DI CONTRATTI DI LOCAZIONE FINANZIARIA RISPETTO AL VALORE DEGLI STESSI Per ogni contribuente, si determina il valore massimo ammissibile per la variabile Canoni per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria moltiplicando la soglia massima di normalità economica dell indicatore, divisa 100, per il Valore dei beni strumentali mobili relativo a beni acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria 10. Nel caso in cui il valore dichiarato dei Canoni per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria si posizioni al di sopra di detto valore massimo ammissibile, la parte dei canoni eccedente tale valore costituisce parametro di riferimento per la determinazione dei maggiori ricavi da normalità economica, calcolati moltiplicando tale parte eccedente per il relativo coefficiente (pari a 0,4303). Tale coefficiente è stato calcolato, sul totale dei soggetti dello studio di settore che hanno contemporaneamente valorizzato sia la variabile Valore dei beni strumentali mobili relativo a beni acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria sia la variabile Canoni per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria, come rapporto tra l ammontare complessivo del ricavo puntuale, derivante dall applicazione delle funzioni di ricavo dello studio di settore utilizzando la sola variabile Valore dei beni strumentali mobili relativo a beni acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria, e l ammontare complessivo dei Canoni per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria. DURATA DELLE SCORTE In presenza di un valore dell indicatore Durata delle scorte non normale 11 viene applicata l analisi di normalità economica nella gestione del magazzino. In tale caso, Costo del venduto + Costo per la produzione di servizi è aumentato per un importo pari all incremento non normale del magazzino, calcolato come differenza tra le rimanenze finali e le esistenze iniziali ovvero, nel caso in cui il valore delle esistenze iniziali sia inferiore al valore normale di riferimento delle rimanenze finali 12, come differenza tra le rimanenze finali e tale valore normale di riferimento. Il nuovo Costo del venduto + Costo per la produzione di servizi costituisce il parametro di riferimento per la riapplicazione dell analisi della congruità e per la determinazione dei maggiori ricavi da normalità economica 13. INCIDENZA DEL COSTO DEL VENDUTO E DEL COSTO PER LA PRODUZIONE DI SERVIZI SUI RICAVI L indicatore risulta non normale quando assume un valore non superiore a zero. In tale caso, si determina il valore normale di riferimento del Costo del venduto + Costo per la produzione di servizi, moltiplicando i ricavi dichiarati dal contribuente per il coefficiente di determinazione del nuovo Costo del venduto + Costo per la produzione di servizi, diviso per L indicatore Durata delle scorte risulta non normale quando vengono contemporaneamente verificate le seguenti condizioni: Il valore calcolato dell indicatore è superiore alla soglia massima di normalità economica; Il valore delle rimanenze finali è superiore a quello delle esistenze iniziali. 12 Il valore normale di riferimento delle rimanenze finali è pari a: [2 soglia_massima (Esistenze iniziali+costi acquisto materie prime+costo per la produzione di servizi) - (Esistenze iniziali 365)] (2 soglia_massima + 365) 13 I maggiori ricavi da normalità economica correlati a tale indicatore sono calcolati come differenza tra il ricavo puntuale di riferimento, derivante dalla riapplicazione dell analisi della congruità con il nuovo Costo del venduto + Costo per la produzione di servizi, e il ricavo puntuale di riferimento di partenza, calcolato sulla base dei dati dichiarati dal contribuente.

10 Tale valore di riferimento è stato individuato, distintamente per gruppo omogeneo, selezionando il valore mediano dell indicatore, calcolato sui soggetti normali per l indicatore in oggetto (vedi tabella 1). In applicazione, per ogni contribuente il coefficiente di determinazione del nuovo Costo del venduto + Costo per la produzione di servizi è ottenuto come media, ponderata con le relative probabilità di appartenenza, dei coefficienti individuati per ogni gruppo omogeneo. Il nuovo Costo del venduto + Costo per la produzione di servizi costituisce il parametro di riferimento per la riapplicazione dell analisi della congruità e per la determinazione dei maggiori ricavi da normalità economica 13. Tabella 1 Coefficienti di determinazione del nuovo Costo del venduto + Costo per la produzione di servizi Cluster Valore mediano 1 0,90 2 3,35 3 3,6 4 66, ,84 6 6,45 4, ,1 9 0, , , , , , , ,22 1 2, , , , , , , ,21

11 INCIDENZA DEI COSTI RESIDUALI DI GESTIONE SUI RICAVI Per ogni contribuente, si determina il valore massimo ammissibile per la variabile Costi residuali di gestione moltiplicando la soglia massima di normalità economica dell indicatore, divisa 100, per i Ricavi da congruità e da normalità 14. Nel caso in cui i Ricavi da congruità e da normalità siano maggiori di zero e il valore dichiarato dei Costi residuali di gestione si posizioni al di sopra di detto valore massimo ammissibile, la parte di costi eccedente tale valore costituisce parametro di riferimento per la determinazione dei maggiori ricavi da normalità economica, calcolati moltiplicando tale parte eccedente per il relativo coefficiente. Tale coefficiente è stato individuato, distintamente per gruppo omogeneo (cluster), come rapporto tra l ammontare complessivo del ricavo puntuale, derivante dall applicazione delle funzioni di ricavo dello studio di settore utilizzando le sole variabili contabili di costo, e l ammontare complessivo delle stesse variabili contabili di costo (vedi tabella 2). 14 Ricavi da congruità e da normalità = Ricavo puntuale di riferimento da analisi della congruità + Maggiore ricavo da normalità economica relativo all indicatore Incidenza degli ammortamenti per beni strumentali mobili rispetto al valore degli stessi + Maggiore ricavo da normalità economica relativo all indicatore Incidenza dei costi per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria rispetto al valore degli stessi + Maggiore ricavo da normalità economica relativo all indicatore Durata delle scorte + Maggiore ricavo da normalità economica relativo all indicatore Incidenza del costo del venduto e del costo per la produzione di servizi sui ricavi ;.

12 Tabella 2 Coefficienti di determinazione dei maggiori ricavi da applicarsi ai costi residuali di gestione Cluster Coefficiente 1 1, , , , , ,0922 1, , , , , , , , , , , , , , , , , ,0988 In applicazione, per ogni contribuente il coefficiente di determinazione dei maggiori ricavi è ottenuto come media, ponderata con le relative probabilità di appartenenza, dei coefficienti individuati per ogni gruppo omogeneo. ANALISI DELLA CONGRUITÀ Per ogni gruppo omogeneo vengono calcolati il ricavo puntuale, come somma dei prodotti fra i coefficienti del gruppo stesso e le variabili dell impresa, e il ricavo minimo, determinato sulla base dell intervallo di confidenza al livello del 99,99% Nella terminologia statistica, per intervallo di confidenza si intende un intervallo, posizionato intorno al ricavo puntuale e delimitato da due estremi (uno inferiore e l altro superiore), che include con un livello di probabilità prefissato il valore dell effettivo ricavo del contribuente. Il limite inferiore dell intervallo di confidenza costituisce il ricavo minimo.

13 La media, ponderata con le relative probabilità di appartenenza, dei ricavi puntuali di ogni gruppo omogeneo costituisce il ricavo puntuale di riferimento dell impresa. La media, ponderata con le relative probabilità di appartenenza, dei ricavi minimi di ogni gruppo omogeneo costituisce il ricavo minimo ammissibile dell impresa. Al ricavo puntuale di riferimento e al ricavo minimo ammissibile stimati con l analisi della congruità vengono aggiunti gli eventuali maggiori ricavi derivanti dall applicazione dell analisi della normalità economica. Nel Sub Allegato 3.F vengono riportate le modalità di neutralizzazione delle variabili per la componente relativa all attività di vendita di beni soggetti ad aggio e/o ricavo fisso. Nel Sub Allegato 3.G vengono riportate le variabili ed i rispettivi coefficienti delle funzioni di ricavo.

14 SUB ALLEGATI SUB ALLEGATO 3.A DESCRIZIONE DEI GRUPPI OMOGENEI La classificazione dei punti vendita all interno dei gruppi omogenei è avvenuta principalmente sulla base di: - prodotti merceologici venduti; - peso della componente servizi; - tipologia di vendita; - modalità organizzativa - provenienza delle merci commercializzate. I prodotti merceologici venduti hanno permesso di differenziare i punti vendita il cui assortimento è composto da: vernici e colori (cluster 1, 5 e 24), prodotti in legno (cluster 2, 12 e 20), materiale termoidraulico (cluster 6, 13 e 21), piastrelle, materiali da costruzione e rubinetteria (cluster ), legname (cluster 9 e 1, ), articoli di ferramenta (cluster 10, 11 e 16), materiale edile (cluster 18 e 23), materiale elettrico (cluster 22). Sono stati inoltre individuati due cluster che raggruppano le imprese che trattano un assortimento despecializzato (cluster 3 e 19). Il peso della componente servizi caratterizza il cluster 8. La tipologia di vendita ha contribuito ad individuare i punti vendita che commercializzano al banco (cluster 1, 2, 3, 6, 10, 1 e 23), sul territorio (cluster 9, 13, 15, 16, 18, 20 e 24) o al dettaglio (cluster 5,, 11, 12, 19 e 21). La modalità organizzativa caratterizza i punti vendita associati a gruppi d acquisto, in franchising o in affiliazione commerciale (cluster 14). La provenienza delle merci commercializzate differenzia i grossisti importatori da Paesi non appartenenti all Unione Europea (cluster 4). Salvo segnalazione diversa, i cluster sono stati rappresentati attraverso il riferimento ai valori medi delle variabili principali. CLUSTER 1 COLORIFICI CON VENDITA AL BANCO NUMEROSITÀ: Questo cluster è formato da punti vendita che commercializzano con tipologia di vendita al banco (80% dei ricavi) un ampia gamma di colori e vernici. In particolare: il 41% dei ricavi proviene dalla vendita di prodotti vernicianti per la casa e per le facciate di edifici ed il 4% da attrezzature per la verniciatura; inoltre, più della metà dei soggetti vende vernici per l industria (26% dei ricavi), il 4% carte da parati, moquette, stoffe per arredamenti, stucchi e pavimentazioni resilienti (14%) ed il 30% articoli, vernici e colori per belle arti (8%). La clientela è formata soprattutto da artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere (54% dei ricavi) ed in misura inferiore da consumatori privati (21%) ed imprese di costruzione (19% dei ricavi per la metà circa delle imprese). Gli approvvigionamenti avvengono principalmente da ditte produttrici (3% degli acquisti). La struttura dell impresa comprende 9 mq di locali destinati alla vendita, 200 mq di magazzino o deposito e 20 mq di uffici.

15 La natura giuridica adottata più di frequente è la forma societaria (di persone nel 39% dei casi e di capitali nel 28%) ed il numero di addetti è pari a 3 (dei quali 1-2 sono dipendenti). Tra i beni strumentali si segnala la presenza di 2 tintometri per la miscelazione delle vernici. CLUSTER 2 PUNTI VENDITA DI PRODOTTI IN LEGNO CON VENDITA AL BANCO NUMEROSITÀ: 414 I punti vendita che fanno parte di questo cluster presentano un assortimento focalizzato sui prodotti in legno: pannelli a base di legno come truciolati, OSB e multistrati lamellari (35% dei ricavi), prodotti base in legno come cornici, aste, battiscopa, perline e listoni (25%) e pavimenti in legno (49% dei ricavi per il 43% dei soggetti). La modalità di commercializzazione che caratterizza il cluster è la vendita al banco (92% dei ricavi). La clientela è composta principalmente da: artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere (41% dei ricavi), imprese di costruzione (18%) e consumatori privati (16%). A complemento dell attività di vendita un terzo circa delle imprese eroga servizi di taglio del legno e di applicazione e messa in posa o in opera dei prodotti. Gli acquisti vengono effettuati da ditte produttrici (68% del totale) e da commercianti all ingrosso (32%). Le superfici delle quali si compone il punto vendita sono composte da un magazzino piuttosto esteso (602 mq), locali destinati alla vendita (103 mq) e da uffici (33mq). Il 25% delle imprese dispone di 226 mq di locali destinati a laboratorio e a lavorazioni varie. Le imprese del cluster sono organizzate soprattutto sotto forma societaria (di persone nel 36% dei casi e di capitali nel 36%) ed impiegano 3-4 addetti (2 dei quali sono dipendenti). Si segnala infine che più della metà dei soggetti dispone di 2 tagliatrici/seghe elettriche ed il 20% di un automezzo avente massa complessiva a pieno carico compresa tra 3,5 e 12 tonnellate. CLUSTER 3 GROSSISTI DESPECIALIZZATI CON VENDITA AL BANCO NUMEROSITÀ: I grossisti di questo cluster operano al banco (9% dei ricavi) commercializzando un ampia gamma di prodotti che spaziano dalla ferramenta, al materiale termoidraulico, ai materiali impiegati in edilizia. La clientela è formata soprattutto da consumatori privati (2% dei ricavi), artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere (26%) ed imprese di costruzione (23%). L approvvigionamento delle merci avviene perlopiù dal produttore (59% degli acquisti). Gli spazi a disposizione per l esercizio dell attività comprendono: 413 mq di magazzino, 10 mq di locali destinati alla vendita e 34 mq di uffici. La natura giuridica adottata più di frequente è la forma societaria (di capitali nel 3% dei casi e di persone nel 34%); il numero di addetti è pari a 4 (3 dei quali dipendenti). Si segnala infine che un quarto circa dei soggetti dispone di 2 tagliatrici/seghe elettriche ed il 21% di 1-2 automezzi avente massa complessiva a pieno carico compresa tra 3,5 e 12 tonnellate. CLUSTER 4 GROSSISTI IMPORTATORI DA PAESI NON APPARTENENTI ALL UNIONE EUROPEA NUMEROSITÀ: 25 I grossisti di questo cluster sono perlopiù importatori: l 85% degli acquisti diretti presso imprese all estero è effettuato in Paesi non appartenenti all Unione Europea; un quinto circa delle imprese si approvvigiona quasi esclusivamente di merci provenienti dall area Cina/Asia meridionale/sud-est asiatico. I prodotti, per i quali non si segnala una specializzazione su alcuna merceologia particolare, vengono commercializzati prevalentemente sul territorio (56% dei ricavi). Il 24% delle imprese si avvale della collaborazione di 5 agenti o rappresentanti.

16 La gamma di clientela riflette la despecializzazione merceologica e risulta quindi diversificata. Per quanto riguarda l articolazione degli spazi a disposizione delle imprese si segnala la presenza di 409 mq di magazzino, 54 mq di uffici e 44 mq di locali destinati alla vendita. La natura giuridica più frequente è la forma societaria (di capitali nel 66% dei casi e di persone nel 14%) ed il numero di addetti è pari a 3-4 (2 dei quali dipendenti). CLUSTER 5 PUNTI VENDITA AL DETTAGLIO DI VERNICI E COLORI NUMEROSITÀ: 2.0 I punti vendita raggruppati in questo cluster commercializzano al dettaglio (9% dei ricavi) prodotti vernicianti per la casa e per le facciate di edifici (42% dei ricavi), carte da parati, moquette, stoffe per arredamenti, stucchi e pavimentazioni resilienti (10%), colle, adesivi, siliconi e abrasivi (%) ed attrezzature per la verniciatura (4%). Trattandosi di dettaglianti, la clientela di riferimento è costituita principalmente da consumatori privati (64% dei ricavi) ma una parte consistente dei ricavi (un quarto circa) deriva da vendite effettuate nei confronti di artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere. L approvvigionamento delle merci avviene sia da ditte produttrici (56% degli acquisti) sia da grossisti (43%). Il negozio si compone di 1 mq di spazi destinati alla vendita e 55 mq di magazzino. La ditta individuale è la forma giuridica adottata più di frequente (66% del totale); il numero di addetti impiegato dalle imprese è pari a 1-2 (si riscontra la presenza di personale dipendente nel 23% dei casi). Tra i beni strumentali si segnala la presenza di 1-2 tintometri per la miscelazione delle vernici. CLUSTER 6 GROSSISTI DI MATERIALE TERMOIDRAULICO CON VENDITA AL BANCO NUMEROSITÀ: I contribuenti raggruppati in questo cluster effettuano la vendita al banco (85% ricavi) di prodotti ed impianti per l idraulica e l idro-termo-sanitaria (43% dei ricavi), elettrodomestici, apparecchi per il riscaldamento (radiatori, caldaie o scaldabagni) e relativi accessori (29%) e rubinetteria sanitaria e per impiantistica (18%). I clienti che apportano le quote più rilevanti di fatturato sono: artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere (51% dei ricavi), consumatori privati (20%) ed imprese di costruzione (10%). Si segnala che il 16% dei soggetti ottiene il 44% dei ricavi dalle vendite su ordinazione o da catalogo del fornitore. Gli acquisti avvengono per lo più da ditte produttrici (69% degli approvvigionamenti). La struttura dell impresa si compone di 99 mq di spazi destinati alla vendita, 388 mq di magazzino e 39 mq di uffici. La natura giuridica adottata più di frequente è la forma societaria (di capitali nel 4% dei casi e di persone nel 30%) ed il numero di addetti è pari a 4 (3 dei quali dipendenti). CLUSTER PUNTI VENDITA AL DETTAGLIO DI PIASTRELLE, MATERIALI DA COSTRUZIONE E RUBINETTERIA NUMEROSITÀ: Questo cluster si compone di punti vendita che commercializzano al dettaglio (92% dei ricavi) materiali e manufatti da costruzione (32% dei ricavi), piastrelle, ceramiche e materiali per pavimentazioni e rivestimenti (30%) e rubinetteria sanitaria e per impiantistica (6%). La clientela è formata da consumatori privati (52% dei ricavi), imprese di costruzione (24%) e da artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere (1%). Si segnala che il 13% dei soggetti ottiene la metà circa dei ricavi dalle vendite su ordinazione o da catalogo del fornitore.

17 Le merci vengono acquistate da ditte produttrici (due terzi degli approvvigionamenti) e da grossisti (34%). Si tratta di punti vendita abbastanza strutturati e composti da: 15 mq di locali destinati alla vendita (di cui 109 mq destinati all esposizione della merce), 240 mq di spazi adibiti a magazzino o deposito e 19 mq di uffici. All interno del punto vendita si riscontra la presenza di 3 addetti (1-2 dei quali dipendenti); la natura giuridica adottata è sia la forma societaria (di persone nel 33% dei casi e di capitali nel 23%) che quella individuale (44%). Si segnala infine che un quarto circa dei soggetti dispone di 1-2 automezzi aventi massa complessiva a pieno carico compresa tra 3,5 e 12 tonnellate. CLUSTER 8 PUNTI VENDITA CON AMPIA OFFERTA DI SERVIZI NUMEROSITÀ: 153 Questo cluster si caratterizza per il marcato peso della componente servizi sui ricavi totali (39%). All interno della gamma di servizi si evidenzia l applicazione, messa in posa o in opera dei prodotti (effettuata dal 3% dei soggetti), il pronto intervento e l assistenza tecnica (28%) ed il noleggio degli attrezzi (14%). Per quanto riguarda la tipologia di vendita, i due terzi dei soggetti ottengono il 64% dei ricavi dalla vendita al dettaglio, il 44% ottiene il 8% dalla vendita al banco ed il 21% commercializza prevalentemente sul territorio (86% dei ricavi). I punti vendita presentano vari prodotti in assortimento, tra cui: materiali e manufatti da costruzione, piastrelle, ceramiche e materiali per pavimentazioni e rivestimenti, elettrodomestici, apparecchi per il riscaldamento (radiatori, caldaie e scaldabagni) e relativi accessori e ferramenta per infissi e mobili, bulloneria e viteria. I clienti principali dei punti vendita del cluster sono consumatori privati (31% dei ricavi), imprese di costruzione (26%) ed artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere (19%). Gli acquisti delle merci avvengono soprattutto da ditte produttrici (69% del totale). Gli spazi sui quali viene esercitata l attività comprendono 113 mq di locali destinati alla vendita, 256 mq di magazzino o deposito e 29 mq di uffici. Il 2% delle imprese dispone di 68 mq di locali destinati a laboratorio e a lavorazioni varie. La forma giuridica più frequente è quella societaria (di persone nel 35% dei casi e di capitali nel 35%) ed il numero di addetti è pari a 4 (2-3 dei quali dipendenti). CLUSTER 9 GROSSISTI DI LEGNAME CON VENDITA SUL TERRITORIO NUMEROSITÀ: 358 Il cluster in oggetto è formato da commercianti che vendono sul territorio (98% dei ricavi) legnami segati e in tronco (95% dei ricavi). Le imprese del cluster dispongono di spazi destinati a magazzino o deposito superiori alla media di settore (660 mq); a supporto della vendita sono utilizzati 44 mq di uffici. Gli approvvigionamenti vengono effettuati soprattutto presso ditte produttrici (65% degli acquisti); si rileva che il 2% delle imprese effettua il 43% degli acquisti da Paesi non appartenenti all Unione Europea. Le merci vengono vendute ad una vasta gamma di clientela tra cui: artigiani, industrie di lavorazione del legno, imprese di costruzione, altri commercianti all ingrosso e consumatori privati. Il numero di addetti è pari a 3 (con presenza di personale dipendente nel 46% dei casi) e la natura giuridica che si riscontra più di frequente è la forma societaria (di capitali nel 35% dei casi e di persone nel 30%). Per il trasporto del legname il 20% delle imprese dispone di un automezzo avente massa a pieno carico compresa tra 3,5 e 12 tonnellate ed il 22% di 2 automezzi con massa superiore a 12 tonnellate.

18 Tra i beni strumentali si segnala la presenza di 3 tagliatrici/seghe elettriche per la metà circa dei soggetti. CLUSTER 10 GROSSISTI DI FERRAMENTA CON VENDITA AL BANCO NUMEROSITÀ: I contribuenti di questo cluster commercializzano al banco (85% dei ricavi) un ampia gamma di articoli di ferramenta tra i quali si segnalano la ferramenta per infissi e mobili, bulloneria e viteria (36% dei ricavi), l utensileria manuale ed elettrica (29%), maniglieria, lucchetti, serrature e casseforti (10%), colle, adesivi, siliconi e abrasivi (4%). Il 42% dei soggetti eroga il servizio di riproduzione e vendita di chiavi ottenendone il % dei ricavi. I clienti del punto vendita sono perlopiù artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere (41% dei ricavi), consumatori privati (19%) ed imprese di costruzione (24% dei ricavi nella metà dei casi). Gli acquisti vengono effettuati sia da ditte produttrici (5% del totale) sia da commercianti all ingrosso (42%). Nell attività sono impiegati 4 addetti (2 dei quali dipendenti) che operano su 115 mq di locali destinati alla vendita, 24 mq di magazzino e 26 mq di uffici. La natura giuridica riscontrabile più di frequente è la forma societaria (di persone nel 42% dei casi e di capitali nel 28%). CLUSTER 11 PUNTI VENDITA AL DETTAGLIO DI FERRAMENTA NUMEROSITÀ: 3.3 Questo cluster è formato da punti vendita che effettuano la vendita al dettaglio di articoli vari di ferramenta, tra i quali si segnalano: la ferramenta per infissi e mobili, bulloneria e viteria (29% dei ricavi), l utensileria manuale ed elettrica (19%), maniglieria, lucchetti, serrature e casseforti (10%), il materiale elettrico (6%) e le colle, adesivi, siliconi e abrasivi (4%). L 8% dei ricavi deriva dal servizio di riproduzione e vendita di chiavi. Si tratta di negozi di dimensioni contenute: i locali destinati alla vendita si estendono su mq, il magazzino ha un ampiezza di 66 mq ed il numero di addetti è pari a 2; solo un quinto circa dei contribuenti del cluster dichiara di avvalersi di personale dipendente. I due terzi dei soggetti sono organizzati sottoforma di ditta individuale. Trattandosi di punti vendita al dettaglio, la clientela è composta perlopiù da consumatori privati (2% dei ricavi) e, in misura inferiore per artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere (15%). Il principale canale di approvvigionamento è rappresentato da commercianti all ingrosso (4% degli acquisti). CLUSTER 12 PUNTI VENDITA AL DETTAGLIO DI PRODOTTI IN LEGNO NUMEROSITÀ: 499 Questo cluster raggruppa punti vendita al dettaglio il cui assortimento è composto da prodotti in legno: prodotti base in legno come cornici, aste, battiscopa, perline e listoni (34% dei ricavi), pavimenti in legno (46% dei ricavi per la metà circa dei soggetti) e pannelli a base di legno come truciolati, OSB e multistrati lamellari (28% per il 3%). I clienti dei negozi del cluster sono soprattutto consumatori privati (60% dei ricavi) ed artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere (12%). Si segnala che il 1% dei soggetti ottiene una parte rilevante dei ricavi (60%) dalle vendite su ordinazione o da catalogo del fornitore. A complemento dell attività di vendita la metà delle imprese offre il servizio di applicazione e messa in posa o in opera dei prodotti ed il 2% il servizio di taglio del legno. Gli acquisti delle merci vengono effettuati direttamente dal produttore (62% del totale) o presso grossisti (38%).

19 Il punto vendita si compone di 124 mq di locali adibiti alla vendita, 134 mq di magazzino e 13 mq di uffici. Il 23% delle imprese dispone di 91 mq di locali destinati a laboratorio e a lavorazioni varie. Il numero di addetti è pari a 2 (si riscontra la presenza di personale dipendente nel 43% dei casi) e la natura giuridica adottata più di frequente è la forma societaria (il 52% del totale, equamente divisa tra società di persone e di capitali). Tra i beni strumentali si segnala la presenza di 2 tagliatrici/seghe elettriche per la metà circa dei soggetti. CLUSTER 13 GROSSISTI DI MATERIALE TERMOIDRAULICO CON VENDITA SUL TERRITORIO NUMEROSITÀ: 45 Questo cluster raggruppa grossisti che vendono sul territorio (94% dei ricavi) prodotti ed impianti per l idraulica e l idro-termo-sanitaria (53% dei ricavi), elettrodomestici, apparecchi per il riscaldamento (radiatori, caldaie o scaldabagni) e relativi accessori (6% dei ricavi per il 39% dei soggetti) e rubinetteria sanitaria e per impiantistica (42% per il 34%). La clientela che apporta la quota maggiore di ricavi è formata da artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere (35%), seguono con quote inferiori i commercianti all ingrosso e al dettaglio e le imprese di costruzione. Per la vendita dei prodotti il 29% dei soggetti si avvale di 5-6 agenti o rappresentanti. Si segnala inoltre che il 22% dei soggetti ottiene una parte rilevante dei ricavi (69%) dalle vendite su ordinazione o da catalogo del fornitore. A complemento dell attività di vendita un quarto circa delle imprese eroga servizi di applicazione e messa in posa o in opera dei prodotti e di pronto intervento o assistenza tecnica. Gli acquisti vengono effettuati soprattutto da ditte produttrici (81% del totale). Coerentemente con la tipologia di vendita, le strutture si compongono soprattutto di magazzino o deposito (322 mq) ed uffici (63 mq) e raramente si riscontrano spazi dedicati alla vendita. La forma giuridica prevalente è quella societaria (di capitali nel 60% dei casi e di persone nel 22%) ed il numero di addetti impiegato è pari a 4 (2-3 dei quali dipendenti). CLUSTER 14 PUNTI VENDITA ASSOCIATI A GRUPPI D ACQUISTO, IN FRANCHISING O IN AFFILIAZIONE COMMERCIALE NUMEROSITÀ: 640 All interno di questo cluster sono raggruppati punti vendita associati a gruppi di acquisto, unioni volontarie, consorzi, cooperative (6% del totale), in franchising o in affiliazione commerciale (23%). Coerentemente con la modalità organizzativa adottata, il 4% dei soggetti dichiara di sostenere costi e spese addebitati da gruppi di acquisto, franchising o affilianti per voci diverse dall acquisto delle merci. Rispetto alle dimensioni mediamente riscontrabili nell universo di riferimento, si tratta di imprese con una struttura di medio-grandi dimensioni: nell attività sono impiegati 9 addetti ( dei quali dipendenti) ed i locali comprendono 54 mq di spazi destinati alla vendita (di cui 220 mq per l esposizione interna della merce), 20 mq di magazzino e 54 mq di uffici. Il 23% delle imprese dispone di 206 mq di locali destinati a laboratorio e a lavorazioni varie. La natura giuridica prevalente è la forma societaria (di capitali nel 56% dei casi e di persone nel 33%). L assortimento è ampio e comprende un ampia gamma di articoli di ferramenta, materiale termoidraulico e vernici. A corredo dell attività di vendita il 22% dei soggetti offre il servizio di applicazione, messa in posa o in opera dei prodotti ed il 20% il servizio di noleggio attrezzi. Per quanto riguarda la tipologia di vendita, oltre la metà dei ricavi proviene dal commercio al dettaglio ed il 36% dalla vendita al banco.

20 La clientela è formata soprattutto da consumatori privati (42% dei ricavi), artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere (26%) e da imprese di costruzione (21%). Gli acquisti vengono effettuati direttamente dal produttore (49% del totale), tramite gruppi di acquisto, unioni volontarie e da consorzi, cooperative o dall affiliante (33%) e da commercianti all ingrosso (19%). CLUSTER 15 GROSSISTI DESPECIALIZZATI CON VENDITA SUL TERRITORIO NUMEROSITÀ: 918 I grossisti di questo cluster operano sul territorio (9% dei ricavi) commercializzando un ampia gamma di prodotti che spaziano dalla ferramenta, ai colori e vernici, ai prodotti in legno. L eterogeneità dell assortimento si riflette sulla tipologia di clientela, piuttosto diversificata: artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere, commercianti all ingrosso, dettaglianti, imprese di costruzione e consumatori privati. I tre quarti degli acquisti vengono effettuati rivolgendosi direttamente al produttore. Le strutture di cui si compone l impresa si articolano in 321 mq di magazzino o deposito e 60 mq di uffici. Il numero di addetti impiegato è pari a 4 (2-3 dei quali sono dipendenti) e la natura giuridica ampiamente adottata è la forma societaria (di capitali nel 5% dei casi e di persone nel 20%). Per la vendita dei prodotti il 24% dei soggetti si avvale di 4 agenti o rappresentanti. CLUSTER 16 GROSSISTI DI FERRAMENTA CON VENDITA SUL TERRITORIO NUMEROSITÀ: 38 Le imprese raggruppate in questo cluster commercializzano sul territorio (95% dei ricavi) articoli di ferramenta: ferramenta per infissi e mobili, bulloneria e viteria (la metà dei ricavi), utensileria manuale ed elettrica (29%), maniglieria, lucchetti, serrature e casseforti (26% dei ricavi per il 31% dei soggetti). La vendita è rivolta ad una clientela formata soprattutto da artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere (3% dei ricavi) e, in misura inferiore, da imprese di costruzione e da commercianti all ingrosso e al dettaglio. Si segnala inoltre che il 19% dei soggetti effettua vendite su ordinazione o da catalogo del fornitore con un peso del 63% sui ricavi totali. Per l approvvigionamento delle merci gli appartenenti al cluster si rivolgono principalmente a ditte produttrici (2% degli acquisti). Gli spazi utilizzati per l esercizio dell attività sono composti da 402 mq di magazzino o deposito e 65 mq di uffici. Il numero di addetti è pari a 5 (4 dei quali dipendenti) e la natura giuridica adottata più di frequente è la forma societaria (53% di capitali e 23% di persone). Per la vendita dei prodotti il 30% dei soggetti si avvale di 4-5 agenti o rappresentanti. CLUSTER 1 GROSSISTI DI LEGNAME CON VENDITA AL BANCO NUMEROSITÀ: 456 L elemento che caratterizza questo gruppo di imprese è la vendita al banco (96% dei ricavi) di legnami segati e in tronco (88% dei ricavi). Gli acquirenti delle merci sono diversificati: artigiani, posatori, specialisti ed utilizzatori professionali in genere (30% dei ricavi) nonchè industrie di lavorazione del legno, imprese di costruzione, consumatori privati e commercianti all ingrosso e al dettaglio. A complemento dell attività di vendita il 42% delle imprese offre il servizio di taglio del legno ed il 28% effettua altre lavorazioni del legno (essicazione, piallatura, bordatura, foratura, impregnazione, ecc.). Il 55% degli acquisti viene effettuato presso ditte produttrici ed il 43% da commercianti all ingrosso; il 1% delle imprese effettua il 24% degli acquisti al di fuori dell Unione Europea.

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