TERMOPELLET TC30 CALDAIE A PELLET E LEGNA

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1 TERMOPELLET TC30 Manuale installatore CALDAIE A PELLET E LEGNA Leggere attentamente le istruzioni prima dell installazione, utilizzo e manutenzione. L installazione deve essere svolta solamente da personale qualificato. Il libretto istruzioni è parte integrante del prodotto

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3 Index Capitolo 1 CONDIZIONI DI FORNITURA... 5 Capitolo 2 TRASPORTO E IMMAGAZZINAMENTO... 7 Capitolo 3 FASI DI MONTAGGIO... 8 POSIZIONAMENTO DEL CORPO CALDAIA...8 MONTAGGIO DEL RIVESTIMENTO POSTERIORE...9 INSTALLAZIONE COLLEGAMENTO AL SISTEMA DI EVACUAZIONE DEI FUMI CAMINO O CANNA FUMARIA SINGOLA COLLEGAMENTO DELL APPARECCCHIO ALLA CANNA FUMARIA ED EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE COMIGNOLO COLLEGAMENTO A PRESE D ARIA ESTERNE COIBENTAZIONI, FINITURE, RIVESTIMENTI E RACCOMANDAZIONI DI SICUREZZA REGOLAMENTAZIONI NAZIONALI, REGIONALI, PROVINCIALI E COMUNALI Capitolo 4 ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO IMPIANTO A VASO APERTO GENERALITÀ VASO D ESPANSIONE APERTO TUBO DI SICUREZZA E TUBO DI CARICO IMPIANTO A VASO CHIUSO PER APPARECCHIATURE A CARICAMENTO MANUALE E AUTOMATICO- MANUALE VALVOLA DI SICUREZZA VASO D ESPANSIONE CHIUSO GENERALITA COLLEGAMENTO AL VASO D ESPANSIONE CHIUSO MONTAGGIO VALVOLA SCARICO TERMICO (NON FORNITA) VALVOLA TERMOSTATICA AUTOMATICA INSTALLAZIONE E DISPOSITIVI DI SICUREZZA DIMENSIONAMENTO DEL SERBATOIO DI ACCUMULO CONTROLLI ALLA PRIMA ACCENSIONE CARATTERISTICHE DELL ACQUA DI ALIMENTAZIONE RIEMPIMENTO IMPIANTO Capitolo 5 ALLACCIAMENTO ALL IMPIANTO ELETTRICO FUSIBILI SCHEDA ELETTRONICA Capitolo 6 MONTAGGIO DEL RIVESTIMENTO Capitolo 7 POSIZIONAMENTO E MONTAGGIO DEL SILOS SPOSTAMENTO SCHEDA ELETTRONICA SPOSTAMENTO DEL SILOS

4 Capitolo 8 ACCESSORI MOBILI DELLA CALDAIA Capitolo 9 CONTROLLO FINALE

5 Capitolo 1 CONDIZIONI DI FORNITURA La caldaia viene consegnata dopo essere stata montata di tutti i suoi componenti elettrici e meccanici ed essere stata collaudata in fabbrica, compreso un ciclo completo di accensione, funzionamento e spegnimento. La caldaia viene consegnata imballata su un bancale in legno, con il materassino isolante da montare, priva del mantello e della porta frontale che sono confezionati all interno di uno scatolone di cartone posto a fianco della caldaia stessa. figura 1.1 Il serbatoio di alimentazione del pellet comprensivo del suo rivestimento, del gruppo motoriduttore di caricamento e della valvola stellare, viene imballato su un altro bancale a parte che viene normalmente spedito assieme alla caldaia, cui è abbinato da un codice di riferimento. figura 1.2 CONDIZIONI DI FORNITURA 5

6 Capitolo 1 Descrizione dei colli: Caldaia con accessori montati, imballata su bancale, protetta da cassa in legno e priva del mantello di rivestimento. Imballo in cartone contenente i pannelli di rivestimento e la porta frontale: A, B, C e D (il carter di protezione laterale è opzionale e dovrà essere ordinato e montato solamente nel caso si utilizzi un sistema di caricamento senza il serbatoio a fianco). Serbatoio (silos) del pellet con display di comando, motore, gruppo di trascinamento e valvola stellare montati Accessori sciolti (posti all interno della caldaia), ed in particolare: F) Deflettore interno M) 4 sonde di temperatra G) Bruciatore inox N) Carter protezione scheda H) Cassetto cenere grande O) Carter protezione gruppo scuotigriglia I) Cassetto cenere piccolo P) Maniglia laterale J) Sacchetto viti Q) Sportello retro K) Attizzatoio - Raschietto R) Carter protezione motore fumi L) Attizzatoio S) Parafiamma grande per camera di combustione B A R Q O C L D K G P N S F H figura 1.3 I M 6 CONDIZIONI DI FORNITURA

7 Capitolo 2 TRASPORTO E IMMAGAZZINAMENTO La caldaia va sempre movimentata in posizione verticale, mediante carrelli manuali o meccanici, che possono sollevare il bancale su cui è imballata o direttamente il corpo caldaia dopo che è stato tolto l imballo, inserendoli sotto il basamento. Per l eventuale sollevamento per carico/scarico o per trasporto su piani diversi, la caldaia è provvista anche di 1 anello superiore di aggancio che consente un sicuro ancoraggio della struttura metallica mediante ganci, catene o corde. ANELLO SUPERIORE figura 2.1 Porre molta attenzione a non danneggiare parti elettriche o meccaniche, con urti o schizzi d acqua una volta tolto l imballo di protezione. L immagazzinamento ed il trasporto della caldaia e del serbatoio deve avvenire in modo tale da evitare l esposizione a pioggia o umidità persistente che possono danneggiare le parti elettriche o metalliche non protette. TRASPORTO E IMMAGAZZINAMENTO 7

8 Capitolo 3 FASI DI MONTAGGIO POSIZIONAMENTO DEL CORPO CALDAIA Dopo aver predisposto l allacciamento elettrico ed idraulico da parte di personale specializzato, liberare il corpo della caldaia dagli imballi di fabbrica e posizionarlo nel luogo previsto. Per togliere le assi in legno e gli elementi che costituiscono l imballo della caldaia, servirsi di utensili idonei e fare in modo che elementi inquinanti e potenzialmente pericolosi (cartoni, chiodi, assi, polistiroli, sacchi in nylon, ecc.) siano adeguatamente smaltiti come rifiuti, in base alle regolamentazioni locali e non siano lasciati alla portata di bambini o persone disabili. Verificare che vi siano gli spazi previsti per l accesso laterale e posteriore alla caldaia necessari per la manutenzione, la presa d aria obbligatoria, ed in particolare che la porta di ispezione per la pulizia ordinaria si possa aprire di 90 senza ostacoli e che la spina di alimentazione risulti accessibile dopo che la caldaia è stata installata come da manuale. Verificare anche che sia agevole il caricamento del pellet nel silos laterale. La caldaia può essere appoggiata direttamente al pavimento (che deve essere idoneo per caratteristiche e portata del peso) e regolata in altezza, mediante gli appositi piedini, in modo da essere perfettamente livellata al silos di caricamento affiancato. E buona norma in locali molto umidi o con possibile rischio di allagamento, prevedere un adeguato zoccolo in cemento o ferro che sollevi da terra sia la caldaia che il silos, mettendo in sicurezza le parti elettriche e meccaniche. L altezza dello zoccolo varia in relazione al rischio di allagamento. Caldaia Silos Piedini di regolazione figura FASI DI MONTAGGIO

9 Capitolo 3 MONTAGGIO DEL RIVESTIMENTO POSTERIORE Prima di procedere all allacciamento all impianto idraulico è necessario montare il rivestimento posteriore della caldaia. Il pannello sarà fornito con un piano di isolante già attaccato come illustrato in figura 3.2. Tagliare l isolante (figura 3.3) nei punti necessari fino a ottenere il risultato illustrato in figura 3.4. figura 3.2 figura 3.3 Fori passacavi figura 3.4 I fori passacavi indicati in figura 3 consentono il passaggio a tutte le connessioni elettriche tra la caldaia e l impianto. I cavi che passano questi fori per essere collegati alla caldaia dovranno essere fissati anche all interno sul supporto metallico della scheda elettronica mediante fascette in plastica. Il rivestimento posteriore momentaneamente andrà solamente posizionato in quanto verrà fissato successivamente alle altre parti del rivestimento. FASI DI MONTAGGIO 9

10 Capitolo 3 ALLACCIAMENTO AL CAMINO L installazione deve essere conforme a: UNI (2005) generatori di calore alimentati a legna o altri combustibili solidi: installazione. I camini devono essere conformi a: UNI 9731 (1990) camini: classificazione in base alla resistenza termica. EN (2006) metodo di calcolo delle caratteristiche termiche e fluido-dinamiche dei camini. UNI 7129 punto disposizioni, regole locali e prescrizioni dei VVFF. UNI 1443 (2005) camini: requisiti generali. UNI 1457 (2004) camini: condotti interni di terracotta e ceramica. UNI (2006): impianti di riscaldamento ad acqua calda: requisiti di sicurezza Glossario APPARECCHIO A FOCOLARE CHIUSO Generatore di calore la cui apertura è consentita solo per la carica del combustibile durante l impiego. BIOMASSA Materiale di origine biologica, escluso il materiale incorporato in formazioni geologiche e trasformato in fossile. BIOCOMBUSTIBILE Combustibile prodotto direttamente o indirettamente da biomassa. CAMINO Condotto verticale avente lo scopo di raccogliere ed espellere, a conveniente altezza dal suolo, i prodotti della combustione proveniente da un solo apparecchio. CANALE DA FUMO O RACCORDO Condotto o elemento di collegamento tra apparecchio generatore di calore e camino per l evacuazione dei prodotti della combustione. COIBENTAZIONE Insieme degli accorgimenti e materiali usati per impedire la trasmissione di calore attraverso una parete che divide ambienti a temperatura diversa. COMIGNOLO Dispositivo posto alla sommità del camino atto a facilitare la dispersione in atmosfera dei prodotti della combustione. CONDENSA Prodotti liquidi che si formano quando la temperatura dei gas di combustione è minore o uguale al punto di rugiada dell acqua. GENERATORI DI CALORE Apparecchio che permette di produrre energia termica (calore) tramite la trasformazione rapida, per combustione, dell energia chimica propria del combustibile. 10 FASI DI MONTAGGIO

11 Capitolo 3 SERRANDA Meccanismo per modificare la resistenza dinamica dei gas di combustione. SISTEMI DI EVACUAZIONE FUMI Impianto per l evacuazione dei fumi indipendente dall apparecchio costituito da raccordo o canale da fumo, camino o canna fumaria singola, e comignolo. TIRAGGIO FORZATO Circolazione d aria a mezzo del ventilatore azionato da motore elettrico. TIRAGGIO NATURALE Tiraggio che si determina in un camino/canna fumaria per effetto della differenza di massa volumica esistente tra i fumi (caldi) e l aria atmosferica circostante, senza nessun ausilio meccanico di aspirazione installato al suo interno o alla sua sommità. ZONA DI IRRAGGIAMENTO Zona immediatamente adiacente al focolaio in cui si diffonde il calore provocato dalla combustione nella quale non devono trovarsi oggetti di materiale combustibile. ZONA DI REFLUSSO Zona in cui si verifica la fuoriuscita dei prodotti della combustione dall apparecchio verso il locale di installazione. INSTALLAZIONE L installazione deve essere preceduta dalla verifica del posizionamento dei camini, canne fumarie o terminali di scarico degli apparecchi alla stregua di: Divieti di installazione Distanze legali Limitazioni disposte da regolamenti amministrativi locali o prescrizioni particolari dell autorità. Limitazioni convenzionali derivanti da regolamento di condominio, servitù o contratti. Installazioni ammesse Nel locale in cui deve essere installato il generatore di calore possono preesistere od essere installati solo apparecchi funzionanti in modo stagno rispetto al locale o che non mettano in depressione il locale rispetto all ambiente esterno. Nei soli locali ad uso cucina sono ammessi apparecchi pertinenti alla cottura dei cibi e relative cappe senza estrattore. Installazioni non ammesse Nel locale in cui deve essere installato il generatore di calore non devono preesistere né essere installati: - cappe con o senza estrattore - condotti di ventilazione di tipo collettivo. Qualora questi apparecchi si trovino in locali adiacenti comunicanti con il locale di installazione, e vietato l uso contemporaneo del generatore di calore, ove esista il rischio che uno dei due locali sia messo in depressione rispetto all altro. FASI DI MONTAGGIO 11

12 Capitolo 3 COLLEGAMENTO AL SISTEMA DI EVACUAZIONE DEI FUMI Canale da fumo o raccordi Per il montaggio dei canali da fumo dovranno essere impiegati elementi di materiali non infiammabili, idonei a resistere ai prodotti della combustione ed alle loro eventuali condensazioni. E vietato l impiego di tubi metallici flessibili e in fibro-cemento per il collegamento degli apparecchi alla canna fumaria anche per canali da fumo preesistenti. Deve esserci soluzione di continuità tra il canale da fumo e la canna fumaria in modo che la canna fumaria non appoggi sul generatore. I canali da fumo non devono attraversare locali nei quali é vietata l installazione di apparecchi a combustione. Il montaggio dei canali da fumo deve essere effettuato in modo da garantire la tenuta ai fumi per le condizioni di funzionamento dell apparecchio, limitare la formazione delle condense ed evitarne il trasporto verso l apparecchio. Deve essere evitato per quanto possibile il montaggio di tratti orizzontali. Per apparecchi dove si debbano raggiungere scarichi a soffitto o a parete non coassiali rispetto all uscita dei fumi dall apparecchio, i cambiamenti di direzione dovranno essere realizzati con l impiego di gomiti aperti non superiori a 45 (vedere figure sotto). ISOLANTE CANNA FUMARIA figura 3.5 figura 3.6 ISPEZIONE Per gli apparecchi generatori di calore muniti di elettroventilatore per l espulsione dei fumi, ovvero tutti i prodotti Extraflame, dovranno essere rispettate le seguenti istruzioni: I tratti orizzontali devono avere una pendenza minima del 3% verso l alto La lunghezza del tratto orizzontale deve essere minima e comunque non superiore a 3 metri Il numero di cambi di direzione compreso quello per effetto dell impiego di elemento a T non deve essere superiore a 4 (se si utilizzano 4 curve utilizzare tubazione a doppia parete di diametro 130 mm interno). In ogni caso i canali da fumo devono essere a tenuta dei prodotti della combustione e delle condense e coibentati se passano all esterno del locale di installazione. E vietato l impiego di elementi in contro-pendenza. Il canale da fumo deve permettere il recupero della fuliggine od essere scovolabile. Il canale da fumo deve essere a sezione costante. Eventuali cambiamenti di sezione sono ammessi solo all innesto della canna fumaria. E vietato far transitare all interno di canali da fumo, ancorché sovradimensionati, altri canali di adduzione dell aria e tubazioni ad uso impiantistico. Non è ammesso il montaggio di dispositivi di regolazione manuale del tiraggio sugli apparecchi a tiraggio forzato. 12 FASI DI MONTAGGIO

13 Capitolo 3 CAMINO O CANNA FUMARIA SINGOLA Il camino o canna fumaria deve rispondere ai seguenti requisiti: essere a tenuta dei prodotti della combustione, impermeabile ed adeguatamente isolato e coibentato alla stregua delle condizioni di impiego; essere realizzato in materiali adatti a resistere alle normali sollecitazioni meccaniche, al calore, all azione dei prodotti della combustione ed alle eventuali condense; avere andamento prevalentemente verticale con deviazioni dall asse non superiori a 45 ; essere adeguatamente distanziato da materiali combustibili o infiammabili mediante intercapedine d aria od opportuno isolante; A B A B C E D F C E D F figura 3.7 figura 3.8 RIFERIMENTI A = parete a sinistra B = posteriore C = anteriore D = larghezza serbatoio E = larghezza complessiva con serbatoio F = Parete a destra MISURE 250 mm 500 mm 650 mm 618 mm 1446 mm 300 mm deve avere una depressione minima naturale di almeno 0,5 2,5 mmh2o (0,05 0,25 mbar) avere sezione interna preferibilmente circolare: le sezioni quadrate o rettangolari devono avere angoli arrotondati con raggio non inferiore a 20 mm. avere sezione interna costante, libera ed indipendente. avere le sezioni rettangolari con rapporto massimo tra i lati di 1,5. È consigliato che il condotto fumario sia dotato di una camera di raccolta di materiali solidi ed eventuali condense situata sotto l imbocco del canale da fumo, in modo da essere facilmente apribile ed ispezionabile da sportello a tenuta d aria. FASI DI MONTAGGIO 13

14 Capitolo 3 Comignolo antivento 3 m massimo 3-5 % Canna fumaria Ispezione Ispezione figura 3.9 figura 3.10 Condotto esterno isolato 45 3 m massimo Canna fumaria Ispezione Ispezione figura 3.11 figura FASI DI MONTAGGIO

15 Capitolo 3 COLLEGAMENTO DELL APPARECCCHIO ALLA CANNA FUMARIA ED EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE La canna fumaria deve ricevere lo scarico da un solo generatore di calore. E vietato lo scarico diretto verso spazi chiusi anche a cielo libero. Lo scarico diretto dei prodotti della combustione deve essere previsto a tetto e il condotto fumario deve avere le caratteristiche previste nella sezione Camino o canna fumaria singola. COMIGNOLO Il comignolo deve rispondere ai seguenti requisiti: avere sezione interna equivalente a quella del camino; avere sezione utile di uscita non inferiore al doppio di quella interna del camino; essere costruito in modo da impedire la penetrazione nel camino della pioggia, della neve, di corpi estranei ed in modo che anche in caso di venti di ogni direzione e inclinazione sia comunque assicurato lo scarico dei prodotti della combustione. essere posizionato in modo da garantire un adeguata dispersione e diluizione dei prodotti della combustione e comunque al di fuori della zona di reflusso in cui e favorita la formazione di contropressioni. Tale zona ha dimensioni e conformazioni diverse in funzione dell angolo di inclinazione della copertura, per cui risulta necessario adottare le altezze minime indicate negli schemi di figura sottostante. Il comignolo deve essere privo di mezzi meccanici di aspirazione. TETTO PIANO 50 cm < 5 m > 5 m < 5 m 50 cm figura 3.13 TETTO INCLINATO distanza < A H min ß 50 cm oltre il colmo ZONA DI REFLUSSO altezza zona di reflusso figura 3.14 FASI DI MONTAGGIO 15

16 Capitolo 3 COMIGNOLI, DISTANZE E POSIZIONAMENTO Inclinazione del tetto Distanza tra il colmo e il Altezza minima del camino camino (misurata dallo sbocco) ß A (m) H (m) 15 < 1,85 0,50 m oltre il colmo > 1,85 1,00 m dal tetto 30 < 1,50 0,50 m oltre il colmo > 1,50 1,30 m dal tetto 45 < 1,30 0,50 m oltre il colmo > 1,30 2,00 m dal tetto 60 < 1,20 0,50 m oltre il colmo > 1,20 2,60 m dal tetto COLLEGAMENTO A PRESE D ARIA ESTERNE L apparecchio deve poter disporre dell aria necessaria a garantirne il regolare funzionamento mediante prese d aria esterna. Le prese d aria devono rispondere ai seguenti requisiti: a) avere una sezione libera totale di almeno 80 cm2. b) devono essere protette con griglia, rete metallica o idonea protezione purché non riduca la sezione minima di cui al punto a) e posizionate in modo da evitare che possano essere ostruite. L afflusso dell aria può essere ottenuto anche da un locale adiacente a quello di installazione purché tale flusso possa avvenire liberamente attraverso aperture permanenti comunicanti con l esterno. Il locale adiacente rispetto a quello di installazione non deve essere messo in depressione rispetto all ambiente esterno per effetto del tiraggio contrario provocato dalla presenza in tale locale di altro apparecchio di utilizzazione o di dispositivo di aspirazione. Nel locale adiacente le aperture permanenti devono rispondere ai requisiti sopra descritti. Il locale adiacente non può essere adibito ad autorimessa, magazzino di materiale combustibile né comunque ad attività con pericolo d incendio. COIBENTAZIONI, FINITURE, RIVESTIMENTI E RACCOMANDAZIONI DI SICUREZZA I rivestimenti, indipendentemente dai materiali con cui sono realizzati, devono costituire una costruzione autoportante rispetto al blocco riscaldante e non essere a contatto con esso. La trave e le finiture in legno o di materiali combustibile devono essere poste al di fuori della zona di irraggiamento del focolare o adeguatamente isolati. Nel caso in cui nello spazio sovrastante il generatore esistano coperture di materiale combustibile o sensibile al calore deve essere interposto un diaframma di protezione in materiale isolante e non combustibile. Elementi di materiale combustibile o infiammabile quali arredi in legno, tendaggi ecc. direttamente esposti all irraggiamento del focolaio, devono essere posizionati ad una distanza di sicurezza. L installazione dell apparecchio deve garantire facile accesso per la pulizia dell apparecchio stesso, dei condotti dei gas di scarico e della canna fumaria. REGOLAMENTAZIONI NAZIONALI, REGIONALI, PROVINCIALI E COMUNALI E necessario tenere in considerazione anche tutte le leggi e le normative nazionali, regionali, provinciali e comunali presenti nel paese in cui è stato installato l apparecchio. 16 FASI DI MONTAGGIO

17 Capitolo 4 ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO In questo capitolo sono descritti alcuni concetti che fanno riferimento alla normativa italiana UNI (2006). Come descritto in precedenza, per l installazione dovranno essere rispettate tutte le eventuali normative nazionali, regionali, provinciali e comunicali vigenti previste dal paese in cui è stato installato l apparecchio. Tipologia di impianto Esistono 2 differenti tipologie di impianto: impianto a vaso aperto e impianto a vaso chiuso. La caldaia TC30 può lavorare con entrambe le tipologie di impianto. IMPIANTO A VASO APERTO Impianto in cui l acqua in esso contenuta è in comunicazione diretta o indiretta con l atmosfera, corredato di vaso di espansione aperto, posto alla sommità dell impianto, in comunicazione con l atmosfera attraverso apposito tubo di sfogo. GENERALITÀ Gli impianti con vaso di espansione aperto devono essere provvisti di: Vaso di espansione aperto Tubo di sicurezza Tubo di carico Termostato di comando del circolatore (escluso per impianti a circolazione naturale) Sistema di circolazione (escluso per impianti a circolazione naturale) Dispositivo di attivazione dell allarme acustico Allarme acustico Indicatore di temperatura Indicatore di pressione Interruttore termico automatico di blocco (termostato di blocco) I sensori di sicurezza della temperatura devono essere a bordo macchina o a una distanza non superiore a 30 cm dal collegamento di mandata. Qualora i generatori non siano provvisti di tutti i dispositivi, quelli mancanti, possono essere installati sulla tubazione di mandata del generatore entro una distanza dalla macchina, non superiore a 1 m. VASO D ESPANSIONE APERTO Il vaso di espansione deve avere capacità utile (intendendosi per tale il volume compreso tra il livello dell acqua a impianto inattivo e il livello dell acqua in corrispondenza alla generatrice inferiore dell orifizio di troppo pieno) non inferiore al volume di espansione. Il contenuto dell acqua dell impianto deve risultare dal progetto. Il vaso di espansione deve essere costituito da un recipiente coperto, ubicato al di sopra del punto più alto raggiunto dall acqua, ad un altezza sufficiente ad assicurare in tale punto, una pressione maggiore della pressione atmosferica, durante il normale funzionamento dell impianto. Il vaso di espansione deve essere munito di un tubo di sfogo comunicante con l atmosfera di sezione almeno pari a quella del tubo di sicurezza. Il tubo di troppo pieno deve avere lo scarico visibile e andamento con pendenza verso il basso. ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO 17

18 Capitolo 4 Come tubo di sfogo può essere utilizzato anche il tubo di troppo pieno, purché abbia una sezione non inferiore a quella del tubo di sicurezza. Per scarico visibile deve intendersi qualsiasi sistema che renda facilmente sicuramente individuabile lo scarico stesso. I vasi di espansione, i tubi di sicurezza, i tubi di caricamento e i tubi di troppo pieno devono essere protetti contro l azione del gelo. I vasi di espansione possono essere collocati all aperto laddove non vi sia pericolo di gelo oppure ne siano convenientemente protetti. Nel progetto devono essere esplicitamente riportate le modalità di protezione dal gelo dei validi espansione, tubi di sfogo e quelli di troppo pieno, ove necessario. TUBO DI SICUREZZA E TUBO DI CARICO Il tubo di sicurezza deve mettere in comunicazione la parte più alta del generatore con l atmosfera e non presentare contropendenze, salvo il tratto destinato a sboccare nella parte superiore del vaso di espansione. Il tubo di carico deve mettere in comunicazione la parte più bassa del generatore con la parte più bassa del vaso d espansione e non deve presentare contropendenze in grado di impedire la circolazione per gravità nel circuito costituito dai tubi di sicurezza e di carico, dal generatore e dal vaso di espansione. Può essere previsto un collegamento fra la tubazione di sicurezza e il tubo di caricamento atto ad assicurare la circolazione per gravità. Il tubo di carico deve consentire il rapido riempimento del generatore di calore con l acqua proveniente dal vaso. E ammesso l impiego di un unico tubo di sicurezza al servizio di più generatori. In tal caso i tratti di tubazione di sicurezza che collegano i generatori singoli alla tubazione comune devono essere dimensionati in base alla potenza del generatore al quale sono collegati, mentre la tubazione comune deve essere dimensionata in base alla potenza termica utile del focolare complessiva. Nel caso di più generatori con un tubo di sicurezza unico, qualora si intenda separare un generatore, si potrà ricorrere all applicazione, sulla tubazione di collegamento di ciascun generatore al tubo di sicurezza, di un rubinetto di intercettazione a tre vie, avente sezione di passaggio non inferiore a quella della tubazione di sicurezza pertinente al generatore stesso, in modo da assicurare comunque in ogni posizione il collegamento del generatore con l atmosfera mediante il tubo di sicurezza o mediante un tubo di sfiato allacciato alla terza via. Il diametro del tubo di sfogo deve essere almeno pari a quello di sicurezza. IMPIANTO A VASO CHIUSO PER APPARECCHIATURE A CARICAMENTO MANUALE E AUTOMATICO-MANUALE Gli impianti con vaso di espansione chiuso, devono essere provvisti di: valvola di sicurezza valvola di scarico termico o scarico di sicurezza termica (a sicurezza positiva) vaso di espanzione chiuso termostato di comando del circolatore termostato di attivazione dell allarme acustico allarme acustico indicatore di temperatura indicatore di pressione sistema di circolazione I sensori di sicurrezza della temperatura devono essere a bordo macchina o a una distanza non maggiore di 30 cm dal collegamento di mandata del generatore. 18 ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO

19 Capitolo 4 Qualora i generatori non siano provvisti di tutti i dispositivi, quelli mancanti possono essere installati sulla tubazione di mandata del generatore entro una distanza dalla macchina non maggiore di 1 m. Gli apparecchi per riscaldamento di tipo domesticoa caricamento manuale o manuale-automatico inseriti in impianto di riscaldamento a vaso chiuso devono essere dotati, al loro interno, di un circuito di raffreddamento predisposto dal costruttore dell apparecchio, attivato da una valvola di sicurezza termica che non richieda energia ausiliaria e tale da garantire che non venga superata la temperatura limite imposta dalla norma. Il collegamento tra il gruppo di alimentazione e la valvola deve essere privo di intercettazioni; l intercettazione è consentita se la valvola viene azionata da uno specifico utensile. La pressione a monte del circuito di raffreddamento deve essere si almeno 1.5 bar. VALVOLA DI SICUREZZA La portata di scarico della valvola di sicurezza deve essere tale da consentire lo scarico di un quantitativo di vapore, non inferiore a: Q/0.58 [kg/h] dove: Q è la potenza utile resa all acqua del generatore espressa in kilowatt. Il diametro della minima sezione trasversale netta dell entrata della valvola deve comunque essre non minore di 15 mm. La pressione di carico della valvola, pari alla pressione di tarratura, aumentata della sovrapressione, non può superare la pressione massima di esercizio del generatore di calore. Il progettista deve verificare che la pressione massima esistentein ogni punto dell impianto non superi quella massima di esercizio di ogni suo componente. La valvola di sicurezza deve essere collegata alla parte più alta del generatore di calore o alla tubazione di uscita, nelle immediate vicinanze del generatore. La lunghessa del tratto di tubazione compreso tra l attacco al generatore e la valvola di sicurezza non deve comunque essere maggiore di 1 m. La tubazione di collegamento della valvola di sicureza al generatore di calore non deve essere intercettabile e non deve presentare, in nessun punto, sezione inferiore a quella di ingresso della valvola di sicurezza o alla somma delle sezioni di ingresso nel caso di più valvole facenti capo ad un unica tubazione. La tubazione di scarico della valvola di sicurezza deve essere realizzata in modo da non la regolare funzionalità delle valvole e da non arrecare danno alle persone; lo scarico deve sboccare nelle immediate vicinanze della valvola di sicurezza ed essere accessibile e visibile. Il diametro della tubazione di scarico non deve comunque essere inferiore a quello del raccordo di uscita della valvola di sicurezza. Quale diametro del raccordo di uscita va inteso il diametro interno minimo sull uscita della valvola a monte dell eventuale filettatura interna. VASO D ESPANSIONE CHIUSO GENERALITA La pressione massima di esercizio del vaso deve essere non inferiore alla pressione di taratura della valvola di sicurezza, aumentata della sovrapressione caratteristica della valvola stessa, tenuto conto dell eventuale dislivello tra vaso e valvola e della pressione generata dal funzionamento della pompa. La capacità del/i vaso/i di espanasione è valutata in base alla capacità complessiva dell impianto quale risulta dal progetto. I vasi di espansione chiusi devono essere conformi alla legislazione vigente in materia di progettazione, fabbricazione, valutazione di conformità ed utilizzazione per gli apparecchi a pressione. ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO 19

20 Capitolo 4 COLLEGAMENTO AL VASO D ESPANSIONE CHIUSO L apparecchio deve essere collegato direttamente al vaso o al gruppo di vasi di espansione dell impianto medianteuna tubazione di diametro interno comunque non minore di 18 mm. Sulla tubazione di collegamento, che può essere costituita da porzioni di impianto, non devono essere inseriti organi di intercettazione nè pratiche diminuzioni di sezione. E consentito l inserimento di una valvola di intercettazione a tre vie che permetta il collegamento del vaso con l atmosfera, per operazioni di manutenzione. Tale dispositivo deve essere protetto contro le manovre accidentali. Il tubo di collegamento deve essere realizato in modo da non presentare punti di accumulo di incrostazioni o depositi. Nel caso di più generatori di calore che alimentano uno stesso impianto o uno stesso circuito secondario, ciascuno generatore di calore deve essere collegato direttamente al vaso di espansione o al gruppo di vasi di espansione dell impianto complessivamente dimensionati per il volume totale dell acqua contenuta nello stesso impianto o nello stesso circuito indipendente. Ove si renda necessario separare il singolo generatore di calore dal vaso o dal gruppo di vasi di espansione, si deve ricorrere, sulla tubazione di collegamento del generatore al vaso, ad un rubinetto a tre vie, in modo da assicurare comunque, in ogni posizione, il collegamento del generatore o con il vaso di espansione o con l atmosfera. MONTAGGIO VALVOLA SCARICO TERMICO (NON FORNITA) I generatori termici a combustibile solido devono essere installati con le sicurezze previste dalle vigenti leggi in materia. A tale scopo la caldaia TC 30 è munita di uno scambiatore di sicurezza. Lo scambiatore di sicurezza andrà collegato da un lato alla rete idrica (A) e dall altro alla rete di drenaggio (C). La valvola di scarico termico (fornita dall installatore obbligatoriamente per impianto a vaso chiuso per apparecchiature a caricamento manuale e automatico-manuale), il cui bulbo andrà collegato all attacco B, al raggiungimento della temperatura di sicurezza abilita l ingresso di acqua fredda nel serpentino in rame contenuto nella caldaia, scaricando l eccesso termico tramite il tubo C verso uno scarico opportunamente installato. La pressione a monte del circuito di raffreddamento deve essere almeno 0.15 MPa (1.5 bar). C A figura 4.1 figura 4.2 B figura ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO

21 Capitolo 4 Valvola sicurezza 3 bar Termometro Manometro Mandata Valvola di sicurezza termica 95 C Vaso di espansione Valvola di bilanciamento Circolatore Ritorno Carico Rete figura 4.4 VALVOLA TERMOSTATICA AUTOMATICA La valvola miscelatrice termostatica automatica trova applicazione nelle caldaie a combustibile solido in quanto previene il ritorno di acqua fredda nello scambiatore. Le tratte 1 e 3 sono sempre aperte e, assieme alla pompa installata sul ritorno, garantiscono la circolazione dell acqua all interno dello scambiatore della caldaia a biomassa. Una elevata temperatura di ritorno permette di migliorare l efficienza, riduce la formazione di condensa dei fumi e allunga la vita della caldaia Le valvole in commercio presentano svariate tarature, Extraflame consiglia l utilizzo del modello 55 C con connessioni idrauliche da 1. Una volta raggiunta la temperatura di taratura della valvola, viene aperta la tratta 2 e l acqua della caldaia va all impianto attraverso la mandata. N.B. La mancata installazione del dispositivo fa decadere la garanzia dello scambiatore di calore. INSTALLAZIONE E DISPOSITIVI DI SICUREZZA L installazione, i relativi collegamenti dell impianto, la messa in servizio e la verifica del corretto funzionamento dovranno essere eseguiti a regola d arte da personale professionalmente autorizzato (D.M. 22 gennaio 2008 nr. 37), nel pieno rispetto delle normative vigenti, sia nazionali che regionali, nonché delle presenti istruzioni. Extraflame S.p.A. declina ogni responsabilità per danni a cose e/o persone provocati dall impianto. ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO 21

22 Capitolo 4 DIMENSIONAMENTO DEL SERBATOIO DI ACCUMULO La caldaia TC30 necessita obbligatoriamente di un accumulo d acqua per lo sfogo del calore. Nel caso si desideri installare e utilizzare un serbatoio d acqua supplementare, la normativa UNI-EN prevede per il calcolo del dimensionamento la seguente formula: Vsp = 15 x Tb x Qn x [1 0,3(Qh/Qmin)] dove: Vsp = volume del serbatoio di accumulo in litri Qn = potenza termica nominale in kilowatt Tb = il periodo di combustione in ore Qh = fabbisogno termico del luogo di installazione in kilowatt Qmin = potenza termica minima in kilowatt L accumulo non è necessario quando il volume richiesto è inferiore ai 300 litri. CONTROLLI ALLA PRIMA ACCENSIONE Prima di allacciare la caldaia prevedere: a) un lavaggio accurato di tutte le tubazioni dell impianto onde rimuovere eventuali residui che potrebbero compromettere il buon funzionamento di qualche componente dell impianto (pompe, valvole, ecc.). b) un controllo per verificare che il camino abbia un tiraggio adeguato, non presenti strozzature e che non siano inseriti nella canna fumaria scarichi di altri apparecchi salvo che questa non sia realizzata per servire più utenze secondo le specifiche norme e prescrizioni vigenti. Si consiglia un controllo dei raccordi con canne fumarie preesistenti. CARATTERISTICHE DELL ACQUA DI ALIMENTAZIONE Le caratteristiche chimico-fisiche dell acqua dell impianto e di reintegro sono fondamentali per il buon funzionamento e la durata della caldaia. Fra gli inconvenienti causati da cattive qualità dell acqua d alimentazione il più frequente è l incrostazione delle superfici di scambio termico. Meno frequente ma ugualmente grave è la corrosione delle superfici lato acqua di tutto il circuito. È noto che le incrostazioni calcaree a causa della loro bassa conduttività termica riducono di molto lo scambio termico anche in presenza di pochi millimetri, determinando dannosissimi riscaldamenti localizzati. È decisamente consigliabile effettuare un trattamento dell acqua nei seguenti casi: a. elevata durezza dell acqua disponibile (superiore a 20 f) b. impianti molto estesi c. grandi quantità d acqua reintegrata per perdite d. riempimenti successivi dovuti a lavori di manutenzione dell impianto Per il trattamento delle acque di alimentazione degli impianti termici è consigliabile rivolgersi sempre a ditte specializzate. RIEMPIMENTO IMPIANTO Una volta effettuati i collegamenti idraulici si può procedere al collegamento dell impianto. Aprire tutte le valvole di sfiato aria dei radiatori, della caldaia e dell impianto. 22 ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO

23 Capitolo 4 Aprire gradualmente il rubinetto di carico accertandosi che le valvole di sfogo aria funzionino regolarmente. Attraverso il manometro controllare che l impianto risulti in pressione. Nel caso di impianto a vaso chiuso raggiungere la pressione di circa 0,11 0,12 MPa (1,1 1,2 bar). Per impianti a vaso aperto la pressione nella parte più bassa della caldaia è data dall altezza a cui è posto il vaso. Chiudere il rubinetto di carico e quindi sfogare nuovamente l aria dalla caldaia attraverso la valvola di sfiato. Nelle pagine che seguono sono stati proposti alcuni esempi di impianti idraulici da poter realizzare. Questi schemi idraulici sono indicativi e non completi di tutte le sicurezze obbligatorie previste dalle leggi e normative in vigore. I dispositivi gestiti dalla scheda elettronica vanno collegati seguendo la numerazione riportata nel capitolo Allacciamento all impianto elettrico. LEGENDA SCHEMI IDRAULICI Dispositivi gestiti dalla scheda elettronica della caldaia Numerazione Descrizione componente 1 Sonda temperatura puffer superiore 2 Sonda temperatura accumulo sanitario 4 Sonda temperatura acqua caldaia 6 Sonda temperatura esterna 7 Sonda puffer inferiore 9 Termostato zona 1 10 Termostato zona 2 31 Pompa di ricircolo 32 Pompa/Comando elettrotermico zona 1 33 Pompa/Comando elettrotermico zona 2 34 Pompa/Comando elettrotermico accumulo sanitario 36 Pompa/Comando elettrotermico puffer 37 Pompa collettore mandata 38* Pompa di ricircolo puffer/ Valvola a 3 vie puffer-caldaia 40 Alimentazione caldaia ausiliaria 41 Contatto termostato caldaia ausiliaria 43 Sonda temperatura caldaia ausiliaria * L uscita 38 può gestire sia una valvola a tre vie che una pompa a seconda della tipologia di impianto. L uscita è costituita da un morsetto a tre poli: -, N e +. Per la corretta installazione seguire le indicazioni riportate sotto. Valvola a tre vie motorizzata bidirezionale: Lato A utilizzare i contatti N e Lato B utilizzare i contatti N e + Valvola a tre vie motorizzata con ritorno a molla: Lato A utilizzare i contatti N e Pompa di circolazione: Utilizzare i contatti N e ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO 23

24 Capitolo 4 Simbologia Numerazione Descrizione componente B Accumulo sanitario CA Caldaia ausiliaria CB Caldaia a biomassa CE Comandi elettrotermici CM Collettore mandata CR Collettore ritorno EV Elettrovalvola F Flussostato GCA Gruppo caricamento automatico M Manometro M1 Mandata zona 1 M2 Mandata zona 2 PCA Pompa caldaia ausiliaria P Puffer PR Pompa ricircolo PS Pompa solare R1 Ritorno zona 1 R2 Ritorno zona 2 S Solare SF Sfiato SP Scambiatore a piastre T Termometro TS Terminali sanitari VM Valvola miscelatrice VEAC* Vaso espansione aperto caldaia VECC Vaso espansione chiuso caldaia VECB Vaso espansione chiuso accumulo sanitario VECP Vaso espansione chiuso puffer VECS Vaso espansione chiuso solare VMS Valvola miscelatrice sanitario VMTA Valvola miscelatrice termostatica automatica 55 C** VR Valvola ritegno VSP Valvola sicurezza pressione VST Valvola scarico termico * Per un corretto funzionamento della caldaia ausiliaria posizionare il vaso di espansione aperto ad un altezza tale da garantire una pressione superiore a quella del pressostato di minima. ** La valvola miscelatrice termostatica automatica trova applicazione nelle caldaie a combustibile solido in quanto previene il ritorno di acqua fredda nello scambiatore. 24 ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO

25 Capitolo 4 SCHEMA 1 In questa configurazione con vaso chiuso e circolazione regolata da pompe, la caldaia a biomassa ed eventualmente la caldaia ausiliaria, sono collegate al puffer. Dal collettore vengono soddisfatte le zone 1 e 2. L acqua calda sanitaria viene prodotta attraverso uno scambiatore all interno del puffer. SCHEDA ELETTRONICA ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO 25

26 Capitolo 4 SCHEMA 2 In questa configurazione con vaso chiuso e circolazione regolata da pompe, la caldaia a biomassa ed eventualmente la caldaia ausiliaria, sono collegate al puffer. Dal collettore vengono soddisfatte le zone 1, 2 e l accumulo sanitario. SCHEDA ELETTRONICA 26 ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO

27 Capitolo 4 SCHEMA 3 In questa configurazione con vaso chiuso e circolazione regolata da pompe, la caldaia a biomassa ed eventualmente la caldaia ausiliaria, sono collegate al puffer. Le zone 1 e 2 sono gestite separatamente e la zona 1 viene dedicata anche alla sicurezza termica attraverso l utilizzo dell uscita 32. L acqua calda sanitaria viene prodotta attraverso uno scambiatore all interno del puffer. SCHEDA ELETTRONICA ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO 27

28 Capitolo 4 SCHEMA 4 In questa configurazione con vaso chiuso e circolazione regolata da pompe, la caldaia a biomassa ed eventualmente la caldaia ausiliaria sono collegate al puffer. Da esso vengono soddisfatte le zone di riscaldamento 1 e 2. L acqua calda sanitaria viene prodotta attraverso uno scambiatore all interno del puffer. SCHEDA ELETTRONICA 28 ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO

29 Capitolo 4 SCHEMA 5 In questa configurazione con vaso chiuso e circolazione regolata da comandi elettronici, la caldaia a biomassa ed eventualmente la caldaia ausiliaria, sono collegate al puffer. Dal collettore vengono soddisfatte le zone 1 e 2. L acqua calda sanitaria viene prodotta attraverso uno scambiatore all interno del puffer. SCHEDA ELETTRONICA ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO 29

30 Capitolo 4 SCHEMA 6 In questa configurazione con vaso chiuso e circolazione regolata da comandi elettrotermici, la caldaia a biomassa ed eventualmente la caldaia ausiliaria sono collegate al puffer. Dal collettore vengono soddisfatte le zone 1, 2 e l accumulo sanitario. SCHEDA ELETTRONICA 30 ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO

31 Capitolo 4 SCHEMA 7 In questa configurazione con vaso chiuso e circolazione regolata da comandi elettrotermici, la caldaia a biomassa ed eventualmente la caldaia ausiliaria sono collegate al puffer. Dal collettore vengono soddisfatte le zone 1 e 2 gestite separatamente e la zona 1 viene dedicata anche alla sicurezza termica attraverso l utilizzo dell uscita 32. L acqua calda sanitaria viene prodotta attraverso uno scambiatore all interno del puffer. SCHEDA ELETTRONICA ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO 31

32 Capitolo 4 SCHEMA 8 In questa configurazione con vaso chiuso e circolazione regolata da comandi elettrotermici, la caldaia a biomassa ed eventualmente la caldaia ausiliaria sono collegate al puffer. Dal collettore vengono soddisfatte le zone 1 e 2. L acqua calda sanitaria viene prodotta attraverso uno scambiatore all interno del puffer. SCHEDA ELETTRONICA 32 ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO

33 Capitolo 4 SCHEMA 9 In questa configurazione con vaso aperto e circolazione regolata da pompe, la caldaia a biomassa ed eventualmente la caldaia ausiliaria sono collegate al puffer. Dal collettore vengono soddisfatte le zone 1 e 2. L acqua calda sanitaria viene prodotta attraverso uno scambiatore all interno del puffer. SCHEDA ELETTRONICA ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO 33

34 Capitolo 4 SCHEMA 10 In questa configurazione con vaso aperto e circolazione regolata da comandi elettrotermici, la caldaia a biomassa ed eventualmente la caldaia ausiliaria sono collegate al puffer. Dal collettore vengono soddisfatte le zone 1 e 2. L acqua calda sanitaria viene prodotta attraverso viene prodotta attraverso uno scambiatore all interno del puffer. SCHEDA ELETTRONICA 34 ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO

35 Capitolo 4 SCHEMA 11 In questa configurazione con vaso aperto e circolazione regolata da pompa, la caldaia a biomassa ed eventualmente la caldaia ausiliaria sono collegate a puffer. Dal collettore vengono soddisfatte le zone 1 e 2. L acqua calda sanitaria viene prodotta attraverso uno scambiatore all interno del puffer. SCHEDA ELETTRONICA ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO 35

36 Capitolo 4 SCHEMA 12 In questa configurazione con vaso aperto e circolazione regolata da comandi elettrotermici, la caldaia a biomassa ed eventualmente la caldaia ausiliaria sono collegate al puffer. Dal collettore vengono soddisfatte le zone 1 e 2. L acqua calda sanitaria viene prodotta attraverso uno scambiatore all interno del puffer. SCHEDA ELETTRONICA 36 ALLACCIAMENTO IMPIANTO IDRAULICO

37 V- CN7 CN10 PF1 PE GND 24V- + +5V SB1 GND COM + GND +V + +5V SB2 GND PF2 PF3 CN11 CN12 CN CN3 CN DISPLAY V CN CN6 12 V Belimo N CN20 3 CN14 T CN4 16 FUSE Belimo N C N L CN13 Pb PF C I - Capitolo 5 ALLACCIAMENTO ALL IMPIANTO ELETTRICO T CN1 42 CN21 80 figura 5.1 ALLACCIAMENTO ALL IMPIANTO ELETTRICO 37

38 Capitolo 5 LEGENDA SCHEMA ELETRICO Numerazione Descrizione 29/15 Valvola aria 2 28/14 Valvola aria 1 16 Sonda lambda 19 Sonda temperatura fumi 20 Connettore seriale 50 Presa tripolare di alimentazione 42 Interruttore generale bipolare 24 Motore aspirazione fumi 23 Motoriduttore caricamento pellet 85 Termostato a bulbo di sicurezza a 85 C 100 Termostato a bulbo di sicurezza a 100 C 30 Candeletta accensione 25 Motore botola 45 Alimentatore sonda lambda 11 Microinterrutore posizionamento botola 12 Microinterruttore posizionamento porta inferiore 13 Microinterruttore posizionamento porta superiore 4 Sonda temperatura acqua caldaia 5 Sonda temperatura condotto pellet 17 Connettore ecoder 70 Connettore sonda motoriduttore caricamento pellet 60 Connettore encoder motore fumi 80 Connettore motoriduttore caricamento pellet 48 Sonda temperatura motore coclea 90 Connessione fastom M/F alimentazione motore fumi Caratteristiche elettriche dispositivi esterni applicabili: Tensione massima: 230 V Frequenza: 50 Hz Potenza massima per canale: 250 W Per carichi superiori, realizzare un adeguato impianto elettrico di interfacciamento mediante teleruttori. In dotazione con la caldaia sono state fornite 4 sonde di temperatura che potranno essere utilizzate per il comando di accessori esterni alla caldaia come descritto negli schemi idraulici. 38 ALLACCIAMENTO ALL IMPIANTO ELETTRICO

39 Capitolo 5 figura 5.2 ALLACCIAMENTO ALL IMPIANTO ELETTRICO 39

40 Capitolo 5 Numero PIN Descrizione connessione Tipo Tensione 1 2 Sonda puffer superiore IN 2 2 Sonda accumulo sanitario Contatto scambiatore per sanitario istantaneo (flussostato) IN 3 2 Ingresso libero / Applicazioni future IN 4 2 Sonda acqua caldaia IN 5 2 Sonda condotto pellet IN 6 2 Sonda esterna IN 7 2 Sonda puffer inferiore IN 8 2 Ingresso libero / Applicazioni future IN 9 2 Ingresso termostato esterno zona 1 IN 10 2 Ingresso termostato esterno zona 2 IN 11 2 Ingresso microinterruttore posizione botola IN 12 2 Ingresso microinterruttore porta inferiore IN 13 2 Ingresso microinterruttore porta superiore IN 14 3 Segnale posizione motore valvola aria 1 IN 15 3 Segnale posizione motore valvola aria 2 IN 16 2 Sonda lambda IN 17 3 Ingresso encoder - lettura giri motore fumi IN 18 2 Sonda fumi 300 C IN 19 2 Sonda fumi 1100 C IN 20 4 Connessione seriale per computer IN 21 2 Uscita 24 DC OUT 24 V DC 22 2 Uscita 4,5 DC OUT 4,5 V DC 23 2 Alimentazione motore caricamento pellet OUT 230 V 24 2 Alimentazione motore aspiratore fumi OUT 230 V 25 2 Alimentazione motore botola OUT 230 V 26 2 Alimentazione motore raschiatore OUT 230 V 27 2 Uscita libera / Applicazioni future OUT 230 V 28 3 Alimentazione motore valvola aria 1 OUT 24 V 29 3 Alimentazione motore valvola aria 2 OUT 24 V 30 2 Alimentazione candeletta accensione OUT 230 V 31 2 Alimentazione pompa di ricircolo OUT 230 V 32 2 Alimentazione pompa/comando elettrotermico zona 1 OUT 230 V 33 2 Alimentazione pompa/comando elettrotermico zona 2 OUT 230 V 34 2 Alimentazione pompa/comando elettrotermico accumulo sanitario OUT 230 V 35 2 Uscita libera / Applicazioni future OUT 230 V 36 2 Alimentazione pompa/comando elettrotermico puffer OUT 230 V 37 2 Alimentazione pompa collettore mandata OUT 230 V 38 3 Alimentazione valvola 3 vie puffer/caldaia OUT 230 V 39 3 Morsetto libero OUT 230 V 40 2 Alimentazione caldaia ausiliaria OUT 230 V 41 2 Contatto per caldaia ausiliaria OUT 42 3 Ingresso alimentazione scheda elettronica IN 230 V 43 2 Sonda caldaia ausiliaria IN 44 2 Alimentazione motore silos pellet OUT 230 V 45 2 Alimentazione trasformatore sonda lambda OUT 230 V 46 2 Ingresso termostati sicurezza termica pellet IN 47 2 Morsetto libero / 48 2 Sonda motoriduttore IN 230 V 40 ALLACCIAMENTO ALL IMPIANTO ELETTRICO

41 Capitolo 5 FUSIBILI SCHEDA ELETTRONICA Il fusibile generale si trova nella scheda di ingresso fra il cavo di alimentazione e l interruttore generale bipolare: il suo valore è di 12,5 A ritardo (vedi schema elettrico caldaia). figura A 5 A figura ma 3,15 A ALLACCIAMENTO ALL IMPIANTO ELETTRICO 41

42 Capitolo 6 MONTAGGIO DEL RIVESTIMENTO figura 6.1 Legenda materiale rivestimento: 1. Coperchio superiore rivestimento 2. Fianco sinistro rivestimento 3. Rivestimento posteriore 4. Fianco destro tivestito Il rivestimento posteriore è il primo pezzo e dovrà essere già stato posizionato prima dell allacciamento all impianto. Prima di procedere con il montaggio di altri particolari è necessario posizionare il materassino isolante. Dopo aver posizionato il materassino sopra alla caldaia, mantenendo la parte in tessuto nero verso l alto, praticare con un taglierino delle aperture in corrispondenza di: 42 MONTAGGIO DEL RIVESTIMENTO

43 Capitolo anello superiore di sollevamento (figura 6.2) maniglia laterale pulizia giro fumi (figura 6.3) microinterruttore porta inferiore e superiore (figura 6.3 e 6.4) sportello pulizia fascio tubiero (figura 6.5) Fare particolare attenzione anche ai cavi relativi ai due microinterruttori che dovranno rimanere all esterno del mantello di rivestimento per evitare surriscaldamenti. figura 6.2 figura 6.3 figura 6.4 figura 6.5 MONTAGGIO DEL RIVESTIMENTO 43

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