Lo speleologo del 2000

Transcript

1 Lo speleologo del 2000 di MARINO SEMERARO 3 Circolo Didattico Chiarelli, Martina Franca (TA) L ambiente si trasforma ripercorriamone le tappe Annualità

2

3 Che cos è la speleologia? A cosa serve la speleologia? Quando è nata la speleologia?

4 Che cos è la speleologia? (Dizionario Garzanti) E quella scienza che si occupa dello studio delle grotte, della loro origine (CARSISMO) e delle loro caratteristiche fisiche, morfologiche e biologiche. (Edouard Alfred Martel) La scienza delle acque sotterranee. Per noi la speleologia è soprattutto l esplorazione e il piacere del contatto con una natura incontaminata.

5 A cosa serve la speleologia? Oltre che soddisfare la nostra curiosità, la speleologia aiuta a chiarire la circolazione idrica e atmosferica nel sottosuolo; a conoscere la struttura interna delle montagne e le cause che sono all origine delle grotte (Geologia); a conoscere altri organismi animali Troglobi e vegetali (Biologia);

6

7 A cosa serve la speleologia? serve tantissimo a chi studia i resti fossili di organismi animali e vegetali (Paleontologia); o a chi studia le civiltà dei popoli preistorici (Paletnologia);

8 A cosa serve la speleologia? Lo studio delle acque sotterranee ha un importanza che va oltre l aspetto strettamente speleologico; è particolarmente utile per la salute pubblica, poiché l inquinamento chimico e batteriologico è causa di gravi malattie infettive, si pensi a quelle cavità nelle quali confluiscono le acque inquinate oppure dove vengono gettate immondizie di ogni genere (quante sono le sorgenti dalle quali ci approvvigioniamo?)

9

10 Quando è nata la speleologia? La storia della speleologia ha radici remote, infatti sin dalla preistoria l esplorazione delle caverne ha coniugato elementi di necessità, quale la ricerca di un luogo abitativo, a elementi spirituali, la discesa negli inferi della grotta era ritenuta un fondamentale percorso iniziatico nella vita di ogni individuo.

11

12

13 Per studiare la preistoria bisogna procedere per piccoli tasselli: a volte capita di trovare un cranio o una mandibola, più facilmente dei denti, altre volte le ossa di un bacino o degli arti. Trovare uno scheletro completo è un evento del tutto eccezionale, unico. Questo "miracolo" è accaduto nella Grotta di Lamalunga ad Altamura, in Puglia, nell'autunno del 1993, quando un gruppo di speleologi si è imbattuto inaspettatamente nello scheletro di un uomo vissuto tra i 400 mila e i 100 mila anni fa.

14 CHI ERA L'UOMO DI ALTAMURA? Ci vorranno decenni di studi accurati per poter valutare a pieno la portata del ritrovamento. Ad un primo esame i paleontropologi hanno affermato che lo scheletro appartiene ad un individuo molto antico, di sesso maschile, che sembra porsi come forma di passaggio tra due tipi umani: Homo erectus, vissuto tra 1,8 milioni e 200 mila di anni fa, e l'uomo di Neanderthal, diffuso in Europa tra 100 mila e 35 mila anni fa. Tra questi due tipi umani ora esiste un buco, e l'uomo di Altamura, che ha ricevuto il nome provvisorio di Homo arcaicus, potrà colmare questo vuoto.

15

16 Grotta: luogo di abitazione Fin dal Paleolitico inferiore l'uomo per ripararsi dalle intemperie sfrutta come rifugio ciò che la natura gli offre: le grotte e i ripari sotto roccia. Ad Atapuerca in Spagna, anni fa, uomini - riferibili al genere Homo antecessor - vivevano nella grotta della "Grande Dolina. Le ossa delle prede di caccia recano i segni degli strumenti in pietra usati per la scarnificazione; i medesimi segni sono stati trovati anche sulle ossa umane, forse ad indicare una forma di cannibalismo.

17 Più tardi l'uomo modifica lo spazio interno delle grotte costruendovi degli adattamenti per rendere più confortevole ciò che la natura offriva. Nella grotta di Lazaret vicino a Nizza anni fa circa i cacciatori del Paleolitico eressero una tenda rettangolare di m 11 x 9,50 appoggiata alla parete rocciosa e consolidata alla base da una serie di grosse pietre.

18 Durante tutto il Paleolitico inferiore, medio e superiore le cavità naturali sono quindi sfruttate dall'uomo come luogo riparato e naturalmente protetto dalle intemperie, dove vivere. Nelle parti più interne erano sistemati i giacigli, mentre nelle aree prossime all'ingresso si svolgevano le attività quotidiane: si cuocevano i cibi sui focolari, veniva scheggiata la pietra per fabbricare gli strumenti (industria litica), venivano lavorate le pelli per ricavarne indumenti, l'osso, il legno e le fibre vegetali per ricavare oggetti d'uso comune.

19 Grotta: luogo di sepoltura A partire dal Paleolitico medio ( anni fa), con la comparsa dell'uomo di Neanderthal, è testimoniato il culto dei morti: i defunti venivano seppelliti per lo più in semplici fosse, qualche volta anche accompagnati da un corredo di oggetti di uso quotidiano. Nella grotta di Shanidar in Iraq sono stati sepolti sette neandertaliani: l'analisi pollinica del terreno vicino allo scheletro n. 4 in posizione rannicchiata ha restituito una concentrazione elevatissima di polline: è stato ipotizzato che fosse stato deposto su un letto di fiori.

20 Nel Paleolitico superiore il rito funebre diventa sempre più complesso ed articolato, con deposizione di corredi e di offerte alimentari. Nella Grotta di Paglicci in Puglia è stata rinvenuta una sepoltura datata intorno a anni fa di una donna di anni deposta supina fra strati di ocra in una fossa ellissoidale con un corredo di strumenti in selce ed un diadema di canini di cervo; una specie di allargamento della fossa vicino al fianco della donna ha fatto pensare che vi fosse deposto accanto un neonato oppure delle offerte.

21 Grotta: luogo di culto Durante il Paleolitico superiore ( anni fa) gli uomini del genere Sapiens sapiens (il tipo umano attuale) oltre servirsi delle cavità naturali sia come riparo a scopo abitativo, sia a scopo funerario, utilizzano alcune grotte anche a scopo cultuale. All'interno delle grotte, compaiono eccezionali manifestazioni artistiche e si rinvengono numerose tracce dei riti che vi si svolgevano.

22 La Grotta dei Cervi situata nella splendida insenatura di Porto Badisco, a 49 km da Lecce e a 6 km da Otranto, rappresenta uno dei siti archeologici più suggestivi e spettacolari del Salento e il più imponente d Europa. La grotta risale a più di quattromila anni fa e presenta al suo interno numerosissime iscrizioni in guano e ocra rossa dell era neolitica, rimaste intatte nel tempo in tutto il loro fascino e nitidezza. Inizialmente fu battezzato Antro d Enea, sulla base di un antica leggenda che narra lo sbarco di Enea proprio nell insenatura di Porto Badisco; in seguito alla scoperta di numerose raffigurazioni pittoriche parietali di cervi, gli fu dato il nome attuale.

23

24 Svariate immagini ricoprono gran parte della grotta: uomini che tendono l arco, donne, bambini, animali come cervi o cani, oggetti (vasi, otri), nonché immagini dal contenuto simbolico e in alcuni casi magico. Gli ambienti si susseguono secondo criteri logistici; nella parte anteriore della grotta probabilmente si svolgeva la vita familiare, mentre nella zona più interna pratiche per lo più cultuali.

25 La civiltà rupestre La cultura del vivere in grotta caratterizza un'epoca ed un territorio in maniera peculiare: il Medioevo della terra delle gravine. Alla base della cultura rupestre erano insieme motivazioni economiche (scavare il tufo era meno costoso e richiedeva conoscenze tecniche meno sofisticate che erigere edifici) e di sicurezza, data la lontananza dei centri rupestri dai grandi centri abitati, meta preferita delle incursioni nemiche. Non è però vero che chi abitava in grotta viveva un mondo a parte: la documentazione medievale (scarsa in realtà quella che fa riferimento esplicito ad insediamenti rupestri attivi) e l'archeologia non mostrano significative differenze nella espressione culturale di queste popolazioni rispetto a quelle che abitavano abitati nelle città.

26

27

28

29

30

31 Grazie per l attenzione! Grazie per i contributi a: Gruppo Speleologico Martinese LEA Area Jonica BUIO PESTO, speleologia per bambini di A. Campagnoli e E. Sbaffi Gruppo Speleologico CAI Macerata