Viaggio d istruzione a Mantova

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1 Viaggio d istruzione a Mantova Il giorno martedì 8 maggio, le classi 2 A, 2 B e 2 C della Scuola Media di Ripe e Monterado, accompagnate da alcuni professori, si sono recate a Mantova per approfondire dal vivo alcuni argomenti inerenti il Rinascimento, affrontati durante l anno scolastico. I ragazzi sono partiti alle 5:30 e, dopo circa due ore di pullman, si sono fermati per una sosta in un autogrill. Dopo mezz ora sono ripartiti per poi arrivare, alle ore 10:00 circa, a destinazione. Successivamente si sono recati a Palazzo Te, all entrata del quale hanno incontrato le guide e si sono divisi in gruppi per effettuarne la visita.

2 Ingresso Palazzo Te Nel Palazzo Te Prima di iniziare la visita dello splendido edificio, le guide hanno fatto un introduzione sui Gonzaga. I Gonzaga, prima chiamati Corradi, erano all inizio dei semplici contadini che poi si arricchirono grazie a grandi donazioni terriere da parte dei monaci Benedettini. Diventarono in seguito bravissimi condottieri, cavalieri, mecenati, politici, uomini di grande cultura e molto importanti. Governarono Mantova per ben 400 anni consecutivi, dal 1328 al 1707, e furono la seconda signoria della città dopo il podestà, perché la prima fu quella dei Bonacolsi che governò dal 1272 al La corte dei Gonzaga fu una delle più importanti del Rinascimento oltre a quelle dei vicini Estensi a Ferrara, degli Sforza a Milano e dei Da Polenta a Ravenna. I Gonzaga esercitarono il loro potere sulla città e sulla provincia. Dipendevano sempre dall Imperatore Asburgico e, se non rispettavano le sue leggi, venivano puniti. Furono loro i committenti di questo palazzo. Prima

3 di diventare un vero e proprio palazzo, era una villa d ozio dove i nobili mantovani, che abitavano nel Palazzo Ducale, trascorrevano il tempo libero. Nel 1190 il podestà chiamò l idraulico Alberto Pitentino a regolare le acque del fiume Mincio nei pressi della città e così vennero creati quattro laghi e un isola in mezzo. Molti anni dopo, in quell isola, i Gonzaga, chiamando l architetto Giulio Romano, l allievo prediletto di Raffaello, fecero costruire il Palazzo Te. Il nome di Palazzo Te deriva, probabilmente, da tejeto, dal latino attegia che vuol dire capanna. Infatti nel luogo, prima della costruzione del Palazzo, c erano molte capanne ricoperte da canne lacustri, che crescevano intorno al lago. Un altra ipotesi è quella che le strade che mettevano in comunicazione l isola con il resto della città formassero una T. Il Palazzo fu realizzato dal 1525 al 1534 su commissione di Federico II Gonzaga. Entrati nel Palazzo Te, i ragazzi hanno visitato la camera di Ovidio, poeta che ha scritto il libro delle Metamorfosi, dove sono raccolti dei miti pagani, rappresentati in alcune scene nelle formelle della stanza tranne una, che invece rappresenta il Palazzo Te molti anni fa. Tutte la stanze, compresa questa, da metà in giù sono decorate con tappeti ( corami ) di pelle e cuoio colorati che servivano anche per mantenerle calde. Il soffitto della Camera di Ovidio è tutto in legno, sotto hanno scoperto che ci sono degli affreschi di Andrea Mantegna che arrivò a Mantova prima di Giulio Romano e poi rimase li per tutta la vita. Qui c è

4 anche un camino dove ci sono delle sigle che stanno a significare: Federico Gonzaga Secondo, Quinto Marchese Di Mantova. In verità in tutte le stanze c era un camino, ma in alcune sono stati smantellati. Da qui i ragazzi sono passati alla Camera delle imprese. In questa stanza si ripete più volte lo stemma dei Gonzaga: un cerchio nel quale, esattamente al centro, c è uno scudo diviso in quattro parti dove si alternano tre righe oro e tre nere con i leoni di Boemia; nel cerchio, anch esso diviso in quattro parti, ci sono quattro aquile. Furono creati dai Gonzaga circa 50 motti di cui alcuni furono riprodotti attraverso degli stemmi in questa stanza. Questi rappresentavano segreti amorosi, conquiste, eventi e furono sempre scritti in Francese o in Latino, mai in Italiano, perché non dovevano essere capiti dalla gente del posto. Due stemmi molto importanti sono il Monte Olimpo e la Salamandra. Nelle stanze non ci sono più i mobili perché, nel 1630, i Gonzaga non avevano rispettato gli ordini dell Imperatore e quindi lui mandò a Mantova Lanzichenecchi Svizzeri per saccheggiarla, questi portarono anche la peste e alcuni scapparono con gli arredi. Successivamente i ragazzi sono passati in un'altra stanza dov è rappresentata molto l arte classica che era costantemente ripresa nel Rinascimento, con le divinità raffigurate tutte nude perché erano simbolo di bellezza, perfezione e simmetria. Sul soffitto è rappresentato il dio Sole (Apollo) con la sorella, la dea Luna, chiamata Diana o Artemide. Quest affresco, realizzato da Primaticcio,

5 rappresenta l arrivo della notte al tramonto e quindi lo scorrere del tempo. Sulle pareti della stanza sono rappresentate delle losanghe, cioè delle figure di monete che collezionavano i Gonzaga. Da qui i ragazzi si sono recati nella loggia delle Muse che, come le altre stanze, si affaccia sul giardino d onore. Giulio Romano, per costruire il palazzo, aveva preso spunto dalle Domus Romane, però aveva disposto i servi al primo piano e i nobili a piano terra, in modo che potessero uscire molto più facilmente nel giardino e godersi l aria aperta. La Loggia delle Muse è chiamata così perché in alto furono affrescate nove muse. Dopo questa loggia si trova la Camera di Rappresentanza o Stanza dei Cavalli. Stanza dei cavalli

6 Questa stanza fu dedicata ai sei migliori destrieri di Federico Secondo, che erano di razza Gonzaga, chiamata così perché era molto forte e robusta ed era stata creata dall incrocio tra la razza Araba e quella Maremmana ed era richiesta in tutta Europa. I cavalli furono affrescati a grandezza naturale e i più importanti si chiamavano Dario e Glorioso. Accanto ai cavalli, sempre sulle pareti, furono affrescate molte divinità con vicino l oggetto che le rappresentano. Nella stessa stanza si trovano dei quadri monocromi che rappresentano Ercole. Il soffitto è di legno decorato con alcuni simboli tra cui il Monte Olimpo e la salamandra associata al motto: Ciò che manca a lei tormenta me. Il ramarro è infatti un animale a sangue freddo, mentre il duca era un uomo dall indole passionale. Sul soffitto si trova un rosone che è un elemento botanico. Dopo questa stanza c è quella di Amore e Psiche. Sala di Amore e Psiche

7 A quei tempi questa era una sala da pranzo dove fu affrescata la seguente frottola amorosa. La storia narra che c erano tre dee di cui la più bella era Psiche. Un giorno, Venere, molto gelosa della sua bellezza, incaricò Cupido, suo figlio, di scagliarle una freccia contro e di farla innamorare di un essere mostruoso. Cupido, arrivato il momento di colpirla, anche lui accecato dalla sua bellezza, sbagliò la mira e si colpì da solo. Dopo alcuni anni, lei era l unica delle tre sorelle che non si era ancora sposata e un giorno Zefiro la prese e la portò a palazzo. Tutte le notti aveva un ammiratore segreto che la veniva a trovare, ma lei non poteva vederlo. Psiche, un giorno, decise di scoprire chi era e, dopo aver preso un lumino, si diresse verso la camera dell ammiratore segreto che era Cupido. Quando arrivò vicino al suo letto, le caddero tre gocce d olio sul corpo dell ammiratore che, dopo essersi svegliato, iniziò a correre e urlare. Pochi giorni dopo, Venere decise di incontrare Psiche e di farle superare 7 prove. Psiche ci riuscì e dopo poco tempo sposò Cupido da cui ebbe anche una figlia. Il giorno del matrimonio fecero due grandi banchetti: uno per gli dei e uno per la gente comune. Da questa stanza si va nello Studiolo o Stanza Dei Venti. In questa stanza sono rappresentati tutti i segni dello zodiaco che sono affiancati dall immagine di venti positivi o negativi e poi sotto ci sono delle immagini che indicano cosa faceva di solito, cioè che lavoro svolgeva, chi era nato sotto quel segno. Successivamente c è la Camera di Federico. Qui si notano molto bene le quattro

8 aquile poste ai lati della stanza che stanno a significare: Zeus, i Romani, la Casa Asburgica e i Gonzaga, potenti quanto i loro predecessori. Queste sono le aquile che sono state inserite successivamente nello stemma di famiglia. Dopo la Camera di Federico si passa alla Loggia Di Davide dove vengono rappresentate due scene molto importanti. Una scena è quella di Davide contro Golia e un altra è quella di Davide musicista. In questa loggia, Federico, nel 1530, è stato nominato Duca dall imperatore Carlo v, infatti questa stanza è proprio dedicata all Imperatore Asburgico. Superata questa loggia, si va nella Stanza dei Giganti. Particolare della Sala dei giganti

9 In questa stanza è stato rappresentato da Giulio Romano un episodio tratto dalla Gigantomachia. L affresco rappresenta la scena in cui i Giganti volevano impossessarsi del potere e del tempio degli dei, però in quel momento Zeus lanciò contro di loro delle saette e di conseguenza si scatenò un terremoto che fece crollare il tempio su di loro; la mamma dei Giganti intanto, sulla parte sinistra dell affresco, piangeva. Questo affresco per Federico significava che non avrebbe mai osato fare ciò che i Giganti avevano fatto agli dei, perché voleva sempre rispettare le regole dell Imperatore. In questa stanza anche il pavimento e le pareti sono fatte in modo che sembri ci sia un terremoto. Dopo aver terminato la visita all interno di Palazzo Te, i ragazzi si sono diretti a vedere la mostra Pixar, dove c erano vari filmati, disegni, ecc In seguito le classi si sono dirette al Circolo ARCI Dal Mago per il pranzo al sacco. Nel pomeriggio sono andate verso le rive del Mincio per prendere il battello e fare un escursione sul fiume. Appena saliti, l imbarcazione è partita e una ragazza spiegava tutto ciò che si scorgeva sulle rive. Finita la navigazione e dopo aver comprato alcuni souvenir in città, le classi hanno iniziato il viaggio di ritorno, arrivando a Ripe intorno alle 23:15. Secondo noi ragazze che abbiamo steso la relazione, il viaggio è stato molto interessante e anche divertente, però un po stancante sul pullman. Il Palazzo Te e il Fiume Mincio ci sono piaciuti moltissimo. Gli scopi prefissati sono stati completamente raggiunti, perché siamo state molto

10 contente di aver conosciuto in modo approfondito una delle corti rinascimentali più importanti d Italia. Brocanelli Melissa Giuliani Linda Saturni Noemi (Classe IIA, Scuola Secondaria di I grado)

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