I processi attentivi. L attenzione selettiva o focale: Attenzione visiva selettiva
|
|
- Giorgia Scotti
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 I processi attentivi L attenzione selettiva o focale: Attenzione visiva selettiva 1
2 Sommario L attenzione visiva selettiva e le sue caratteristiche funzionali Lo studio sperimentale dell orientamento attentivo: Il paradigma del visual cueing I primi modelli sull attenzione selettiva visiva e sull orientamento dell attenzione spaziale La teoria premotoria dell attenzione e i diversi meccanismi attentivi 2
3 L attenzione visiva come processo di selezione Ci sono similitudini importanti tra l attenzione selettiva nelle modalità visiva ed uditiva Selezione dell informazione presente in una particolare posizione spaziale (Egeth e Yantis, 1997; Lowereyns, 1998; Posner, 1980) Selezione di stimoli che possiedono una particolare caratteristica, come un dato colore o forma (Kinchla, 1992; Milliken e Tipper, 1998), oppure appartenenti ad una specifica categoria (Kinchla, 1992; Milliken e Tipper, 1998) 3
4 Tematica e problemi studiati Come viene orientata l attenzione nello spazio? Modo manifesto o nascosto Cosa succede quando l attenzione viene orientata su una zona dello spazio/campo visivo? Migliora l elaborazione dell info proveniente da quella porzione di spazio (es. maggiore accuratezza e velocità di risposta) Questo miglioramento è chiamato anche facilitazione attentiva (o effetto validità). 4
5 Tematica e problemi studiati Che cosa e quali meccanismi controllano lo spostamento della ns attenzione? Due tipi di stimoli: Stimoli endogeni o centrali orientamento volontario Stimoli esogeni o periferici orientamento automatico Cosa viene selezionato o su cosa viene portata l attenzione? Attenzione space-based o object-based Cosa succede all informazione che non è selezionata? Effetti d interferenza e di priming Distrazione 5
6 Orientamento implicito (nascosto) vs. esplicito (manifesto) Due modalità di esplorazione e selezione: Movimento del capo e degli occhi, spostamento della fovea (modalità esplicita od overt ) Senza movimento degli occhi, si assegna priorità d elaborazione a determinate parti del campo visivo (modalità implicita o covert ) Es. Guardare con la coda dell occhio 6
7 Perché studiare l orientamento implicito? Attraverso la modalità implicita dell orientamento dell attenzione posso studiare (e stimare) l effetto dell attenzione visiva indipendentemente dai cambiamenti dell acuità visiva e dai movimenti oculari L attenzione è una funzione autonoma rispetto alle diverse modalità sensoriali 7
8 Lo studio sperimentale dell orientamento covert Il paradigma del suggerimento visivo (o visual cueing) Posner 1980: Compiti di orientamento implicito Questo paradigma impiegando cue di natura diversa (centrali vs. periferici) ha permesso di: Studiare e stabilire le caratteristiche dell orientamento volontario ed automatico Stabilire se questi due tipi di orientamento si basano su un medesimo meccanismo o su meccanismi distinti 8
9 Paradigma del Visual Cueing Fissazione Segnale endogeno o esogeno Target 9
10 Paradigma del Visual Cueing Nelle condizioni valide: un segnale indica la posizione in cui effettivamente la compare lo stimolo bersaglio (target). Nelle condizioni neutre: il segnale che precede la comparsa del target (es. X) non indica nessuna posizione, ed il target ha uguale probabilità di comparire in ciascuna posizione. Nelle condizioni invalide: il target compare in una posizione diversa da quella indicata dal segnale. Ai soggetti è chiesto di non muovere gli occhi e di mantenere la fissazione al centro. 10
11 Paradigma del Visual Cueing: Tempi di Reazione Cue valido Cue non valido 11
12 Metafore e modelli dell attenzione visiva selettiva Fascio di luce (spotlight) (Posner, 1980) Ogni cosa all interno di un area relativamente piccola viene vista in modo molto chiaro, ma è difficile (o impossibile) vedere qualunque cosa che non si trovi entro il fascio di luce del riflettore. Fuoco di una lente (zoom lens) Eriksen e St. James (1986) L attenzione può essere diretta verso una determinata regione del campo visivo, ma l area del fuoco può essere aumentata o ridotta in base alle richieste del compito (e.g. Castiello e Umiltà, 1990) 12
13 Attenzione visiva spaziale come fascio di luce o fuoco di una lente Entrambi le metafore pongo quesiti interessanti: Come si muove il fuoco dell attenzione nello spazio? (Shulman et al., 1979; Tsal, 1983) Le dimensioni del fuoco dell attenzione sono variabili? (Castiello e Umiltà, 1990) Esiste una relazione inversa tra dimensioni del fuoco ed efficacia di elaborazione degli stimoli che cadono al suo interno? Il fuoco dell attenzione ha confini netti? 13
14 Dati a favore del movimento a velocità costante 6 Procedura: (Shulman et al., 1979; Tsal, 1983) 4 possibili posizioni del bersaglio (box) Un primo cue fa portare l attenzione sulla posizione segnalata (es. box 1) Un secondo cue segnala poi la probabile posizione del bersaglio (es. box 4) Dopo 200 ms compare il bersaglio Nelle prove invalide, il bersaglio compare con un intervallo più breve (5014 msec o 100 msec) in una posizione intermedia (es. box 2 o box 3) 4
15 Dati a favore del movimento a velocità costante 6 Risultati: si osservano benefici per le posizioni intermedie (es. nel box 2 per un intervallo di 50 msec e nel box 3 per un intervallo di 100 msec) Conclusioni: il fuoco dell attenzione spostandosi occupa tutte le posizioni intermedie (contro modello lente) L istante in cui il fuoco dell attenzione è sopra una determinata posizione intermedia dipende dalla distanza tra punto di partenza e di arrivo (a favore velocità costante) 4 15
16 Il dimensionamento del fuoco dell attenzione Procedura: Compare un quadrato di dimensioni piccole (1 grado di lato), medie (2 gradi di lato), o grandi (3 gradi di lato), a destra o a sinistra dello schermo e dentro questo compare il bersaglio (prove valide, probabilità 100%). Castiello ed Umiltà (1990) Nel 25% delle prove compaiono due quadrati uguali dai 2 lati dello schermo, e dentro uno di questi compare il bersaglio (prove neutre, probabilità 50%) - controllo 16
17 Il dimensionamento del fuoco dell attenzione Procedura (continua): L intervallo tra comparsa del box (cue) e comparsa dello stimolo bersaglio è di 500 msec oppure di 40 msec Compito: Castiello ed Umiltà (1990) Spostare l attenzione su un quadrato o su entrambi e di rilevare la presentazione del bersaglio il più rapidamente possibile 17
18 Risultati TR (msec) Piccolo Medio Grande Dimensioni del quadrato Castiello ed Umiltà (1990) 500 ms 40 ms Risultati: I TR per le prove valide sono più rapidi di quelli per le prove neutre ad entrambi gli intervalli (284 vs. 316 msec) I TR variano in funzione delle dimensioni del quadrato, ma solo all intervallo di 500 msec: Conclusioni: le dimensioni del fuoco sono variabili, ma l operazione di dimensionamento richiede tempo (più di 40 msec) l efficienza di elaborazione e` una funzione inversa dell area del fuoco attentivo 18
19 Evidenza a favore del modello della zoom-lens Müller et al. (2003) I bersagli sono rilevati più velocemente quando sono presentati all interno di aree piccole Attivazione cerebrale più diffusa nelle aree visive extrastriate quando si presta attenzione ad area di dimensioni più grandi Qual è l ampiezza minima dello zoom? Humphreys (1981): è inferiore a 0.5 quando l attenzione è focalizzata sul centro della fovea, ma aumenta di 1 quando questa si sposta di 1 dal centro della fovea 19
20 Evidenza a favore dell esistenza di Multiple Spotlights Awh and Pashler (2000) Le aree in azzurro indicano dove comparirà il target (cued locations) mentre questo non comparirà nelle aree quelle vicine (near) e lontane (far)- invalide Awh e Pashler (2000). Nessuna differenza nell accuratezza nelle prove valide mentre significativo peggioramento nelle invalide (destra e sinistra) (sia vicine che lontane) 20
21 Quali sistemi o meccanismi attentivi? Esiste un sistema attentivo unico? Esistono due o più sistemi attentivi? Non esiste alcun sistema attentivo autonomo, ma i meccanismi attentivi sono intrinseci ai circuiti sensomotori 21
22 Funzione dell attenzione visiva selettiva Uno dei più importanti requisiti per la sopravvivenza è la capacità di localizzare gli stimoli presenti nell ambiente e di organizzare azioni appropriate in risposta ad essi Rizzolatti e Gallese, 1988 La LOCALIZZAZIONE degli stimoli ambientali e l organizzazione di azioni appropriate in risposta ad essi sono strettamente legata al funzionamento dei sistemi attenzionali. 22
23 La teoria premotoria dell attenzione (Rizzolatti et al., 1987) Come si origina l attenzione spaziale? Dall attivazione dei programmi motori (programmazione motoria) necessari per eseguire un azione indipendentemente dalla loro esecuzione. Per programmare atti motori e movimenti è necessario localizzare gli oggetti nello spazio Dall attivazione dei circuiti neurali corticali e sotto-corticali che trasformano l info spaziale in azioni (movimenti degli arti e/o degli occhi). I meccanismi attentivi non sono separati dai circuiti sensomotori 23
24 La teoria premotoria dell attenzione Grazie alla programmazione motoria si verifica: Un aumento della prontezza nella direzione spaziale voluta Attivazione dell elaborazione dell info che proviene dalla stessa regione Ogni meccanismo responsabile di azioni dirette verso lo spazio esterno può produrre attenzione spaziale. L attenzione visiva spaziale nasce dalla programmazione di movimenti oculari necessari per spostare gli occhi su regioni dello spazio (Saccadi) 24
25 L effetto meridiano e l effetto distanza Fissazione (500 ms) Suggerimento (cue) ( ms) * Compito: Rilevamento stimolo bersaglio Risultati: Effetto Meridiano: a parità di distanza spaziale TR più lenti per le prove invalide che sono nell emicampo non segnalato dal cue rispetto a quelle invalide che sono nell emicampo segnalato dal cue Effetto Distanza: progressivo aumento dei TR sempre per le prove invalide in funzione della distanza segnalata dal cue anche se le prove sono presentate nello stesso emicampo Invalida Valida Invalida Invalida 25
26 Interpretazione dei risultati Il cue dà il via all attivazione di un programma motorio per l esecuzione di una saccade in quella posizione spaziale (anche se questa non viene eseguita) Nelle prove valide: c è coincidenza tra posizione di comparsa del cue e posizione di atteraggio della saccade (beneficio) Nelle prove invalide: non c è coincidenza ed il programma motorio deve essere modificato o riprogrammato in base a dove è comparso il bersaglio e ciò produce un ritardo (costo) 26
27 Interpretazione dei risultati Il costo sarà tanto maggiore quanto più grandi ed onerose saranno le modifiche da apportare al programma ocuolomotorio Effetto distanza: è richiesta solo la modifica dell ampiezza ma non della direzione della saccade, e quindi un aggiustamento minimo del programma (costo minore) Effetto meridiana: è richiesta la modifica della direzione e dell ampiezza della saccade e quindi la riprogrammazione della saccade (costo maggiore) 27
28 Teoria premotoria dell attenzione: basi neurali Nel lobo frontale e nelle aree parietali, le stesse struttura attivate per il controllo endogeno (covert) dell attenzione sono attivate anche nel controllo dei movimenti oculari (overt oculomotor shifts). There is a strong overlap in frontal, parietal and temporal regions, indicating a functional relationship between the neural systems for shifting attention to locations and making eye movements - (Corbetta. et al., 1998; Corbetta e Shulman, 2002) Da Corbetta e Shulman,
29 Un unico meccanismo o due meccanismi? Posner (1980): Un unico meccanismo che può essere innescato automaticamente oppure controllato volontariamente Successivamente, però viste non solo le analogie tra orientamento volontario ed automatico, ma anche e soprattutto le differenze trovate a seconda del cue (centrale vs. periferico) utilizzato, è stato proposto che si trattasse invece di due meccanismi distinti (Posner & Petersen, 1990) 29
30 Meccanismo o sistema endogeno Orientamento Volontario: Intenzionale Minore rapidità di comparsa dell effetto di facilitazione Maggiore durata dell effetto Sistema attenzionale anteriore (AAS) corteccia pre-frontale mediale (corteccia cingolata anteriore, area supplementare motoria SMA) 30
31 Meccanismo o sistema esogeno Orientamento Automatico: Evento saliente (flash, suono) alla periferia del campo visivo cattura l attenzione (segnale esogeno). Rapidità di comparsa dell effetto di facilitazione. Breve durata dell effetto Presenza dell inibizione di ritorno (IOR)= Dopo 200 ms dalla comparsa dell evento saliente TR rallentati quando il target compare nella stessa posizione dell evento saliente Sistema attenzionale posteriore (PAS) collicolo, pulvinar, corteccia parietale posteriore 31
32 Un unico meccanismo o due meccanismi? Studi recenti sulla basi neurologiche dell orientamento dell attenzione eseguiti con la risonanza magnetica funzionale hanno confermato l esistenza di meccanismi distinti, ma in interazione tra loro 32
33 Sistema attentivo Top-Down Aree cerebrali coinvolte nell orientamento volontario dell attenzione, attivate in compiti di controllo endogeno dell attenzione Circuito fronto-parietale dorsale bilaterale Da Corbetta e Shulman (2002) 33
34 Sistema attentivo Bottom-up Aree cerebrali coinvolte nell orientamento automatico dell attenzione, attivate durante il rilevamento di stimoli inattesi Da Corbetta e Shulman (2002) Circuito fronto-parietale ventrale, principalmente localizzato nell emisfero di destra 34
35 Meccanismi interattivi Questi due meccanismi generalmente funzionano insieme ed interagiscono L orientamento volontario ci permette di scegliere gli eventi ambientali che ci interessano e/o che sono utili per i ns. scopi L orientamento automatico ci permette di rilevare eventi ambientali imprevisti e potenzialmente interessanti o pericolosi Avrebbe una funzione d interruzione (o circuit-breaking ) che ci permetterebbe di rispondere in maniera adeguata a cambiamenti repentini che si verificano nell ambiente (Corbetta e Shulman, 2002) 35
Michael Posner SISTEMA
Michael Posner Psicologo americano famoso ricercatore nel campo dell attenzione Ha proposto un modello anatomo-fisiologico dell attenzione distinguendo 3 sottosistemi: SISTEMA DI VIGILANZA SISTEMA ATTENZIONALE
DettagliInterazione non verbale: l attenzione e lo sguardo (2)
Interazione non verbale: l attenzione e lo sguardo (2) Corso di Interazione uomo-macchina II Prof. Giuseppe Boccignone Dipartimento di Scienze dell Informazione Università di Milano boccignone@dsi.unimi.it
DettagliThe Garden of Earthly Delights, Bosh
ATTENZIONE! The Garden of Earthly Delights, Bosh ATTENZIONE RECEZIONE PERCEZIONE MEMORIA breve termine Working memory MEMORIA lungo termine percetto output Parola immagine Azione Cos è l attenzione? è
DettagliCORSO DI PSICOLOGIA GENERALE
CORSO DI PSICOLOGIA GENERALE LEZIONE 19 20.04.17 Docente Diletta VIEZZOLI dviezzoli@units.it ATTENZIONE In condizioni normali riceviamo dall'ambiente e dal corpo moltissime informazioni. Poichè solo alcune
DettagliCOSCIENZA, VIGILANZA E ATTENZIONE.
FUNZIONI NEUROPSICOLOGICHE II LEZIONE (SISSIS) COSCIENZA, VIGILANZA E ATTENZIONE. PROF. VINCENZO PERCIAVALLE I PROCESSI ATTENTIVI 1 COS E L ATTENZIONE? GUARDARE COS E L ATTENZIONE? VEDERE 2 L Attenzione
DettagliLo sviluppo delle funzioni visuo-spaziali e visuomotorie
Lo sviluppo delle funzioni visuo-spaziali e visuomotorie Sviluppo visuo-spaziale Copre diverse aree: - Attenzione e rappresentazione spaziale - Elaborazione del movimento - Raggiungimento e presa degli
DettagliL ATTENZIONE. definizione. processo che seleziona le informazioni che stimolano i sistemi sensoriali
L Attenzione L ATTENZIONE definizione L ATTENZIONE processo che seleziona le informazioni che stimolano i sistemi sensoriali consente soltanto ad alcune di accedere al sistema cognitivo (le informazioni
DettagliPercezione. Germano Rossi ISSR 2011/12
Percezione Germano Rossi ISSR 2011/12 Percezione 1 Percezione Ci muoviamo nell ambiente, evitando gli ostacoli, verso una meta Manipoliamo gli oggetti e l ambiente che ci circonda (per scrivere usiamo
DettagliAggiustamenti adattativi della percezione visiva Il controllo attenzionale della percezione
Aggiustamenti adattativi della percezione visiva Il controllo attenzionale della percezione Dal Comportamentismo al Cognitivismo: Una nuova prospettiva nello studio dei processi mentali 1 2 Il primo modello
DettagliLo sviluppo delle funzioni visuo-spaziali e visuomotorie
Lo sviluppo delle funzioni visuo-spaziali e visuomotorie Sviluppo visuo-spaziale Copre diverse aree: - Attenzione e rappresentazione spaziale - Elaborazione del movimento - Raggiungimento e presa degli
DettagliTrasduzione sensoriale
Trasduzione sensoriale Prima fase di elaborazione dello stimolo, comune a tutti i sistemi sensoriali Il neurone sensoriale traduce gli eventi fisici in segnali elettrici che viaggiano attraverso le fibre
DettagliFar attenzione all attenzione: Il contributo della psicologia dello sport
La gestione delle emozioni nei gesti sportivi di precisione Corso di aggiornamento sulla concentrazione Far attenzione all attenzione: Il contributo della psicologia dello sport Nicola Tullo, L. Matteo
DettagliLa consapevolezza visiva
Deficit visivi dopo una lesione cerebrale La consapevolezza visiva Canale dorsale V1 Canale ventrale Area in cui si determina X la consapevolezza visiva 1 Blindsight (visione cieca) Lesioni di V1 causano
DettagliAttenzione e Percezione
13 Febbraio 2007 Corso di Laurea in Informatica Multimediale Facoltà di Scienze MMFFNN Università di Verona Attenzione e Percezione Chiara Della Libera DSNV Università di Verona Sezione di Fisiologia Umana
DettagliVISIONE LATERALE DEL CERVELLO
VISIONE LATERALE DEL CERVELLO Scissura centrale (di Rolando) Lobo frontale Lobo parietale Lobo occipitale Lobo temporale Scissura laterale (di Silvio) La corteccia dell Insula L INSULA: è coperta esternamente
DettagliArticolo #2. NeuroImage. Magnetic stimulation of visual cortex impairs perceptual learning
Articolo #2 NeuroImage Magnetic stimulation of visual cortex impairs perceptual learning Antonello Baldassarre a,n,1, Paolo Capotosto a,n,1, Giorgia Committeri a, Maurizio Corbetta b,c a Department of
DettagliCHE COS È L ATTENZIONE?
L ATTENZIONE CHE COS È L ATTENZIONE? L attenzione è un insieme di funzioni che ci consentono di: a) Orientare le risorse mentali disponibili verso gli oggetti e gli eventi b) Ricercare e individuare in
DettagliArgomenti trattati: Pomeriggio (x chi è sopravvissuto alla mattina ovviamente) Disturbi ortografici e dislessia: è una vera causa? Il sistema visivo;
Argomenti trattati: Pomeriggio (x chi è sopravvissuto alla mattina ovviamente) Disturbi ortografici e dislessia: è una vera causa? Il sistema visivo; Forma visiva della parola; La segregazione grafemica;
DettagliPOSSIBILI BASI NEURALI DEI DISTURBI PRASSICI
POSSIBILI BASI NEURALI DEI DISTURBI PRASSICI L area F5 codifica specifici movimenti della mano, organizzandoli in azioni finalizzate di afferramento e manipolazione di oggetti. I neuroni di afferramento
DettagliIl controllo dello sguardo
Università degli Studi G. d Annunzio, Chieti-Pescara Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche Insegnamento di Psicobiologia II AA 2017-2018 Prof.ssa Giorgia Committeri Il controllo dello sguardo
Dettagliprocesso che seleziona le informazioni che stimolano i sistemi sensoriali
Attenzione attenzione definizione processo che seleziona le informazioni che stimolano i sistemi sensoriali consente soltanto ad alcune di accedere al sistema cognitivo (le informazioni non necessarie
DettagliSiamo nati per imparare guardando: i neuroni specchio
SOS Dislessia. III Convegno Nazionale Guardare, provare, imparare. Dai neuroni specchio alla didattica a scuola Torino, 6-7 Aprile 2018 Siamo nati per imparare guardando: i neuroni specchio Leonardo Fogassi
DettagliRISULTATI DI ALCUNI STUDI SPERIMENTALI SULLA RIABILITAZIONE DELLA DISLESSIA:
RISULTATI DI ALCUNI STUDI SPERIMENTALI SULLA RIABILITAZIONE DELLA DISLESSIA: FATTORI NEUROPSICOLOGICI IMPLICATI E MODELLI DI RIFERIMENTO Maria Luisa Lorusso IRCCS E. Medea Bosisio Parini (LC) E NOTO CHE.
DettagliVISUO SPAZIALI MAURIZIO GAMBARI BERIO 03/04/2011
VISUO SPAZIALI MAURIZIO GAMBARI BERIO 03/04/2011 DEFINIZIONE I deficit visusopazaili si possono definire come disordini che determinano un'erronea stima degli aspetti spaziali fra diversi oggetti che riguardano
DettagliLEZIONE 13 I DISTURBI DELL ATTENZIONE
LEZIONE 13 I DISTURBI DELL ATTENZIONE !2 CAPLINE HEADER ELEMENT COME PUÒ ESSERE DEFINITA L ATTENZIONE? selezionare le informazioni sulla base della loro rilevanza o della loro salienza percettiva; aumentare
DettagliIl controllo dello sguardo
Università degli Studi G. d Annunzio, Chieti-Pescara Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche Insegnamento di Psicobiologia II AA 2017-2018 Prof.ssa Giorgia Committeri Il controllo dello sguardo
DettagliPercezione e azione. Chiara Della Libera. 7 Febbraio Corso di Laurea in Informatica Multimediale Facoltà di Scienze MMFFNN Università di Verona
7 Febbraio 2007 Corso di Laurea in Informatica Multimediale Facoltà di Scienze MMFFNN Università di Verona Percezione e azione Chiara Della Libera DSNV Università di Verona Sezione di Fisiologia Umana
DettagliLa visione attiva. Percezione e azione. Due sistemi funzionalmente ed anatomicamente separati. Analisi ad alto livello degli stimoli visivi
18 Maggio 2006 Corso di Laurea in Informatica Multimediale Facoltà di Scienze MMFFNN Università di Verona La visione attiva Percezione e azione Chiara Della Libera DSNV Università di Verona Sezione di
DettagliCORTECCIA ASSOCIATIVA LOBO PARIETALE
www.fisiokinesiterapia.biz CORTECCIA ASSOCIATIVA LOBO PARIETALE Corteccia associativa del lobo parietale e connessioni con il talamo 5 Lobo parietale 7 Lobo frontale 40 39 Lobo temporale Lobo occipitale
DettagliLa memoria - non ce n è soltanto una
La memoria - non ce n è soltanto una Diversi tipi di memoria Memoria a breve termine (memoria di lavoro) Memoria a lungo termine -Capacita limitata -Il suo contenuto puo essere fissato, oppure andare incontro
DettagliL'ATTENZIONE tesina di ALessia Serinelli corso di psicologia della visione a.a prof.ssa Invitto
L'ATTENZIONE tesina di ALessia Serinelli corso di psicologia della visione a.a. 2016-17 prof.ssa Invitto Il termine Arousal (dall'inglese eccitazione, risveglio) indica l' intensità dell'attivazione psicofisiologica
DettagliI movimenti oculari. Chiara Della Libera. 24 Gennaio Corso di Laurea in Informatica Multimediale Facoltà di Scienze MMFFNN Università di Verona
24 Gennaio 2007 Corso di Laurea in Informatica Multimediale Facoltà di Scienze MMFFNN Università di Verona I movimenti oculari Chiara Della Libera DSNV Università di Verona Sezione di Fisiologia Umana
DettagliIL PARADIGMA DI POSNER E LE SUE APPLICAZIONI
PARADIGMA DI POSNER Michael Posner è uno psicologo americano e uno dei più celebri ricercatori nell ambito dell attenzione. Intorno agli anni 80 e 90 del secolo scorso, ha proposto un modello anatomo-fisiologico
DettagliInterazioni tra sistemi sensoriali e movimento
Interazioni tra sistemi sensoriali e movimento Mirta Fiorio Dipartimento di Scienze Neurologiche e della Visione Università di Verona PERCEZIONE AZIONE Quando ci muoviamo e agiamo nell ambiente esterno
DettagliRisposte evocate od evento relate
Risposte evocate od evento relate è frequente lo studio di risposte fisiologiche evocate da un evento esterno (e.g., uno stimolo sensoriale) che può essere ripetuto un numero indefinito di volte anche
DettagliDefinizione: Capacità di selezionare le informazioni utili, ignorando quelle che non lo sono. William James: attenzione = capacità di resistere alla
1 Definizione: Capacità di selezionare le informazioni utili, ignorando quelle che non lo sono. William James: attenzione = capacità di resistere alla distrazione. Riceviamo troppe informazioni per poter
DettagliLa percezione acustica
27 Febbraio 2007 Corso di Laurea in Informatica Multimediale Facoltà di Scienze MMFFNN Università di Verona La percezione acustica Chiara Della Libera DSNV Università di Verona Sezione di Fisiologia Umana
DettagliAttenzione e Funzioni Esecutive Definizione Psicologica, Basi Neurali, Valutazione neuropsicologica
Attenzione e Funzioni Esecutive Definizione Psicologica, Basi Neurali, Valutazione neuropsicologica Cosimo Urgesi Università di Udine e IRCCS E. Medea L attenzione Sottende un ampia classe di processi
DettagliLa nascita della psicobiologia (Capitolo 1) - Studio del cervello (Craighero: pag. 20) Frenologia (Gall) Metodo neuropsicologico (Broca) - Studio
La nascita della psicobiologia (Capitolo 1) - Studio del cervello (Craighero: pag. 20) Frenologia (Gall) Metodo neuropsicologico (Broca) - Studio della mente (Psicologia) Comportamentismo Cognitivismo
DettagliCorso di Laurea in Scienze Motorie A.A Docente: M. Stella Valle
Corso di Laurea in Scienze Motorie A.A. 2007-2008 Docente: M. Stella Valle Approccio all elaborazione dell informazione input Cos e l input? E un informazione ambientale che un individuo riceve per elaborarla.
DettagliAttenzione visiva (2)
Attenzione visiva (2) Corso di Principi e Modelli della Percezione Prof. Giuseppe Boccignone Dipartimento di Scienze dell Informazione Università di Milano boccignone@dsi.unimi.it http://homes.dsi.unimi.it/~boccignone/giuseppeboccignone_webpage/modelli_percezione.html
DettagliDisturbi visuo-spaziali nelle malattie degenerative del SNC. Paolo Bartolomeo
Disturbi visuo-spaziali nelle malattie degenerative del SNC Paolo Bartolomeo 1. Deficit dell attenzione 2. Disturbi del riconoscimento visivo: Agnosia per gli oggetti Simultagnosie Agnosia per i colori
DettagliIl Sistema Nervoso. Immagini Invito alla Natura - Paravia SCIENZE NATURALI SCUOLA SECONDARIA DI 1 GRADO DOCENTE - ALICE DE SIMONE
Il Sistema Nervoso Immagini Invito alla Natura - Paravia SCIENZE NATURALI SCUOLA SECONDARIA DI 1 GRADO DOCENTE - ALICE DE SIMONE NEURONI 10 MILIARDI? 100 Miliardi? Terra Luna 380.000 Km NEURONI I messaggi
DettagliÈ necessario utilizzare compiti di diversa natura per studiare questi differenti tipi di attenzione.
L ATTENZIONE L attenzione non è un concetto unitario, ma riguarda una varietà di fenomeni psicologici anche molto diversi fra loro. Distinguiamo tra: 1. Attenzione selettiva 2. Processi di controllo (funzioni
DettagliChe cosa è l imagery. imagery?
Che cosa è l imagery imagery? Immaginate di camminare lungo una spiaggia al tramonto. Sull orizzonte, uno splendido sole arancione sta baciando il confine lontano dell oceano e il cielo, striato di nubi,
DettagliPerchè i giocatori di pallacanestro sanno così bene anticipare le azioni degli avversari?
Perchè i giocatori di pallacanestro sanno così bene anticipare le azioni degli avversari? Raccolgono informazione rilevante dell ambiente che li circonda Trasformano queste informazioni in azioni Gli esseri
DettagliCONTROLLO DEL SISTEMA MOTORIO SOMATICO
CONTROLLO DEL SISTEMA MOTORIO SOMATICO Vi sono 4 sottosistemi coinvolti nel controllo motorio: 1. motoneuroni inferiori (alfa-motoneuroni ed interneuroni) 2. motoneuroni superiori (corteccia motoria I,
DettagliL intelligenza biologica. Sommario
L intelligenza biologica Copyright N.A. Borghese Università di Milano 30/03/2003 http:\\homes.dsi.unimi.it\ borghese 1/52 Sommario Il neurone, modelli di neurone ed i frattali. Modelli connessionisti di
DettagliLa corteccia motoria
area 6 area 4 lobo frontale lobo temporale lobo parietale La corteccia motoria lobo occipitale Gerarchia ordine sup. Somato associativa motoria premotoria L area manda informazioni alle aree di ordine
Dettagliattenzione selettiva
STROOP Effect L effetto Stroop è un esempio di bias e/o variazione nei tempi di reazione nell esecuzione di un compito in cui è necessario controllare una risposta automatica irrilevante e fornire una
DettagliGrafica ed interfacce per la comunicazione Scienze della Comunicazione
Grafica ed interfacce per la comunicazione Scienze della Comunicazione Paola Vocca Lezione 13: Conoscere l utente: visione Lucidi tradotti e adattati da materiale presente su http://www.hcibook.com/e3/resources/
DettagliR.Polillo, Interazione uomo-macchina, Parte seconda - 1
PARTE SECONDA: L UTENTE Parte seconda: indice delle lezioni La visione Il colore Udito, tatto, sistema motorio Memoria e attenzione LA VISIONE 1 Scopo di questa lezione Introdurre brevemente i meccanismi
DettagliLe basi neurali dell attività musicale e la plasticità cerebrale
Le basi neurali dell attività musicale e la plasticità cerebrale Luisa Lopez Villaggio Eugenio Litta, Grottaferrata, Roma Fondazione Mariani, Milano Musica Pitch (altezza, tono) l attributo della sensazione
DettagliSpazio e trasformazioni sensorimotorie
Università degli studi di Padova Dipartimento di Psicologia Generale Spazio e trasformazioni sensorimotorie Michele De Filippo De Grazia Simone Cutini Outline Trasformazioni sensorimotorie Basi anatomo-fisiologiche
DettagliInterazione non verbale: l attenzione e lo sguardo (2)
Interazione non verbale: l attenzione e lo sguardo (2) Corso di Interazione Naturale Prof. Giuseppe Boccignone Dipartimento di Informatica Università di Milano boccignone@di.unimi.it boccignone.di.unimi.it/in_2017.html
DettagliUNIVERSITA DEGLI STUDI «G. D ANNUNZIO» DI CHIETI E PESCARA «EFFETTO SNARC»
UNIVERSITA DEGLI STUDI «G. D ANNUNZIO» DI CHIETI E PESCARA «EFFETTO SNARC» PIO RUSSO MARIA GRAZIA FILOMENA PROF. ALBERTO DI DOMENICO Come pensiamo ai numeri? GALTON (1880) In due articoli, riporta le interviste
DettagliDISTURBI PERCETTIVI NELLA DEMENZA A CORPI DI LEWY E NELLA MALATTIA DI ALZHEIMER Un ostacolo o un aiuto nella diagnosi differenziale?
DISTURBI PERCETTIVI NELLA DEMENZA A CORPI DI LEWY E NELLA MALATTIA DI ALZHEIMER Un ostacolo o un aiuto nella diagnosi differenziale? Sara Baldinelli Clinica Neurologica Dipartimento di Medicina Sperimentale
DettagliCorso di Laurea in Educatore dell infanzia A.A Docente: M. Stella Valle
Corso di Laurea in Educatore dell infanzia A.A. 2008-2009 Docente: M. Stella Valle Approccio all elaborazione dell informazione input Cos e l input? E un informazione ambientale che un individuo riceve
DettagliElaborazione SENSORIALE
Elaborazione SENSORIALE Tutte le esperienze sensoriali hanno in comune tre principi. 1. Uno stimolo fisico 2. Una serie di eventi attraverso i quali lo stimolo viene trasformato in impulsi nervosi 3. Una
DettagliStimolazione Magnetica Transcranica
Stimolazione Magnetica Transcranica TMS oggi Barker 1985 Nexstim 2004 Thompson 1910 BioMag Lab. 1992-2000 Che cos è e che cosa possiamo misurare con la Stimolazione Magnetica Transcranica Con la SMT possiamo:
DettagliCapitolo primo ORIENTAMENTO AUTOMATICO DELL ATTENZIONE: QUALI FATTORI IN- FLUENZANO LA RELAZIONE TRA I SISTEMI ATTENZIONALI?
Titolo capitolo 1 Capitolo primo ORIENTAMENTO AUTOMATICO DELL ATTENZIONE: QUALI FATTORI IN- FLUENZANO LA RELAZIONE TRA I SISTEMI ATTENZIONALI? Maria Casagrande Department of Cognitive Psychology, University
DettagliRisposte evocate od evento relate
Risposte evocate od evento relate è frequente lo studio di risposte fisiologiche evocate da un evento esterno (e.g., uno stimolo sensoriale) che può essere ripetuto un numero indefinito di volte anche
DettagliTelencefalo: anatomia di superficie
Telencefalo Telencefalo: anatomia di superficie Telencefalo: anatomia di superficie Telencefalo: anatomia di superficie Sostanza grigia Telencefalo: corteccia telencefalica Tipi morfologici principali
DettagliL Attenzione «è il prendere possesso da parte della mente in chiara e vivida forma di uno fra tanti oggetti» W. James (1890)
L Attenzione «è il prendere possesso da parte della mente in chiara e vivida forma di uno fra tanti oggetti» W. James (1890) Topics della lezione precedente Cosa significa percepire? Come funziona? Processi
DettagliVIE DI MOTO CENTRALI: POTENZIALI EVOCATI MOTORI ATTRAVERSO LA STIMOLAZIONE MAGNETICA TRANSCRANICA
VIE DI MOTO CENTRALI: POTENZIALI EVOCATI MOTORI ATTRAVERSO LA STIMOLAZIONE MAGNETICA TRANSCRANICA 26 Marzo 2015 Elena Della Coletta STIMOLAZIONE MAGNETICA TRANSCRANICA Introdotta nel 1985 da Barker (Sheffield,
DettagliII Parte: 19 Novembre 2015
Andrea Facoetti Ph.D General Psychology Department, University of Padua, ITALY Child Psychopathology Unit, Scientific Institute E. Medea Bosisio Parini, (LC), ITALY II Parte: 19 Novembre 2015 Dislessia
DettagliATTENZIONE ATTENZIONE & PERCEZIONE ATTENZIONE & MEMORIA
ATTENZIONE ATTENZIONE & PERCEZIONE ATTENZIONE & MEMORIA 29/10/11 1 ATTENZIONE E PERCEZIONE 29/10/11 2 Il termine ATTENZIONE nel suo significato più generale indica il focalizzarsi dell attività mentale
DettagliI neuroni a specchio (1) Il sistema motorio (2) Osservazione (3) Immaginazione (4) Empatia (5)
I neuroni a specchio (1) Il sistema motorio (2) Osservazione (3) Immaginazione (4) Empatia (5) Neuroni a specchio (1) NEURONI MIRROR Neuroni a specchio Sono neuroni che si trovano nell area F5 delle scimmie
DettagliEmozioni s.invitto ricercatrice Psicologia Generale Università del Salento. Componente comportamentale, vegetativa e ormonale
Emozioni s.invitto ricercatrice Psicologia Generale Università del Salento Componente comportamentale, vegetativa e ormonale Ruolo dell amigdala L amigdala svolge un ruolo fondamentale nelle reazioni fisiologiche
DettagliCorso di Laurea in Ottica ed Optometria 2015/2016 PSICOLOGIA DELLA VISIONE Prof.ssa Invitto Sara. Gabriele De Giglio Piercarlo Loparco
Corso di Laurea in Ottica ed Optometria 2015/2016 PSICOLOGIA DELLA VISIONE Prof.ssa Invitto Sara Gabriele De Giglio Piercarlo Loparco La Retina in movimento Capitolo 3 Brain and the Gaze Psicologia della
Dettagliprocesso che seleziona le informazioni che stimolano i sistemi sensoriali
Attenzione attenzione definizione processo che seleziona le informazioni che stimolano i sistemi sensoriali consente soltanto ad alcune di accedere al sistema cognitivo (le informazioni non necessarie
DettagliAPPRENDIMENTO MEMORIA
APPRENDIMENTO E MEMORIA Dr.ssa Daniela Smirni 1 Memoria Funzione cognitiva che consente di acquisire, conservare ed utilizzare in un momento successivo, informazioni sul mondo intorno a noi e la nostra
DettagliASPETTI NEURORADIOLOGICI E NEUROFISIOLOGICI NELLA DCD. Implicazioni nosografiche e patogenetiche
ASPETTI NEURORADIOLOGICI E NEUROFISIOLOGICI NELLA DCD Implicazioni nosografiche e patogenetiche DCD: DEFINIZIONE (Criteri DSM IV, 1994) Ridotta coordinazione motoria nelle attività giornaliere; Interferenza
DettagliApprendimento, Memoria, e Percezione
14 Febbraio 2007 Corso di Laurea in Informatica Multimediale Facoltà di Scienze MMFFNN Università di Verona Apprendimento, Memoria, e Percezione Chiara Della Libera DSNV Università di Verona Sezione di
DettagliPARALISI DI SGUARDO ORIZZONTALE DI ORIGINE PONTINA
PARALISI DI SGUARDO ORIZZONTALE DI ORIGINE PONTINA Adriano Magli * - Anna Maria De Negri ** Università degli Studi di di Napoli Federico II II Area funzionale di di Oftalmologia Pediatrica e Strabismo
DettagliValutazione neuropsicologica delle funzioni cognitive
Valutazione neuropsicologica delle funzioni cognitive WWW.FISIOKINESITERAPIA.BIZ La Neuropsicologia è quella disciplina scientifica che indaga le relazioni esistenti tra: funzioni cognitive struttura e
DettagliUNA MEMORIA, TANTE MEMORIE?
UNA MEMORIA, TANTE MEMORIE? FINO ALLA META DEL XX SECOLO NON SI PENSAVA CHE LA MEMORIA FOSSE UNA FUNZIONE MENTALE DISTINTA ED INDIPENDENTE DA MOVIMENTO PERCEZIONE ATTENZIONE E LINGUAGGIO = IN PRATICA SI
DettagliLe malattie retiniche ereditarie
Le malattie retiniche ereditarie Deficit di vista Periferico: secondario ad una patologia che riguarda l occhio Centrale: secondario ad una patologia che coinvolge le vie visive retrochiasmatiche Cecita
DettagliMatera 19-20-21 giugno
Matera 19-20-21 giugno Movimenti saccadici, movimenti di inseguimento (riflesso ottico-cinetico) Vincenzo Marcelli I movimenti oculari di origine visiva Scopo Stabilizzazione angolo di sguardo (OKN) Variazione
Dettaglidottorato-neuroscienze/berti2 1
dottorato-neuroscienze/berti2 1 dottorato-neuroscienze/berti2 2 1 2. Neglect extrapersonale a) emisomatoagnosia b) aprassia dell abigliamento c) motor neglect d) misoplegia e) personificazione degli arti
DettagliFOLLOW-UP METODOLOGICO DEL NEONATO A RISCHIO DI CVI
FOLLOW-UP METODOLOGICO DEL NEONATO A RISCHIO DI CVI A Cavallini, G Giammari, M Sala, C Marinoni Bosisio Parini, 19 marzo 2011 Il CVI (Cerebral Visual Impairment) è un disordine neurologico caratterizzato
DettagliVIII CONGRESSO NAZIONALE AIDAI "Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività" L. Bigozzi*, S. Pezzica**, K. Saporito*, G. Pinto*
VIII CONGRESSO NAZIONALE AIDAI "Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività" L. Bigozzi*, S. Pezzica**, K. Saporito*, G. Pinto* * Università degli Studi di Firenze ** A.I.D.A.I. Toscana APPRENDIMENTO
DettagliFisiologia del sonno
Fisiologia del sonno Pavlov (1915): il sonno come risultato di un condizionamento Von Economo (1926): centro della veglia e centro del sonno (encefalite letargica). Ruolo dell ipotalamo Nauta (1946) centro
DettagliNEUROPSICOLOGIA CLINICA Scienza che riguarda l espressione comportamentale di disfunzioni cerebrali
NEUROPSICOLOGIA CLINICA Scienza che riguarda l espressione comportamentale di disfunzioni cerebrali In risposta a esigenze di Valutazione e Riabilitazione (pz con lesioni cerebrali) NEUROPSICOLOGIA CLINICA
DettagliStudio dei meccanismi mediante i quali il movimento viene controllato.
Studio dei meccanismi mediante i quali il movimento viene controllato. IL CONTROLLO MOTORIO (motor control) -pianificazione del movimento -controllo dell esecuzione del movimento Pagina 1 di 45 Movimento:
DettagliCOSA SUCCEDE DOPO? VIA DORSALE O DEL WHERE VIA VENTRALE O DEL WHAT CORTECCIA PARIETALE (AZIONE) CORTECCIA TEMPORALE (PERCEZIONE)
COSA SUCCEDE DOPO? VIA DORSALE O DEL WHERE CORTECCIA PARIETALE (AZIONE) VIA VENTRALE O DEL WHAT CORTECCIA TEMPORALE (PERCEZIONE) INTEGRAZIONE TRA WHAT e WHERE I due sistemi visivi utilizzano diversi sistemi
DettagliUN ESEMPIO SPERIMENTALE
UN ESEMPIO SPERIMENTALE Con il LINGUAGGIO vige lo stesso meccanismo: secondo l Embodied cognition account comprendere il linguaggio significa crearsi una simulazione mentale di quello che è linguisticamente
DettagliInterazione non verbale: l attenzione e lo sguardo (2)
Interazione non verbale: l attenzione e lo sguardo (2) Corso di Interazione uomo-macchina II Prof. Giuseppe Boccignone Dipartimento di Scienze dell Informazione Università di Milano boccignone@dsi.unimi.it
DettagliDimensioni delle sensazioni
Dimensioni delle sensazioni SPAZIO dove? TEMPO quando? INTENSITA QUALITA quanto?? Modalità sensoriali Qualità Qualità Qualità I sistemi sensoriali Tipo di energia Modalità Stimoli Luminosa Vista Energia
DettagliControllo Motorio SNC
Controllo Motorio SNC seconda FGE aa.2016-17 OBIETTIVI Correlati anatomo funzionali del cervelletto: lobi cerebellari localizzazione topografica delle funzioni cerebellari Nuclei profondi del cervelletto;
DettagliEmozione. Emozione. ! DARWIN: molte specie non umane esibiscono manifestazioni affettive simili a quelle osservate negli esseri umani.
Emozione! KANT: tre facoltà assolutamente irriducibili della mente, ossia la conoscenza, il sentimento e il desiderio! SKINNER: gli eventi privati della sfera emotiva esulano dal regno della valutazione
DettagliFUNZIONI DEL CERVELLETTO
cervelletto FUNZIONI DEL CERVELLETTO Miglioramento della pianificazione e dell esecuzione degli atti motori attraverso l elaborazione e l integrazione di informazioni sensoriali, motorie, cognitive e
DettagliI DISTURBI DELL ATTENZIONE
I DISTURBI DELL ATTENZIONE C O R S O D I V A L U T A Z I O N E E R I A B I L I T A Z I O N E NEUROPSICOLOGICA LAUREA MAGISTRALE IN PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE D I P A R T I M E N T O S C I E N Z
DettagliParole di contenuto elementi appartenenti alle classi grammaticali maggiori
DISTURBI DEL LIVELLO SINTATTICO- GRAMMATICALE Parole di contenuto elementi appartenenti alle classi grammaticali maggiori Parole funzione o funtori elementi grammaticali: - morfemi grammaticali liberi
DettagliPsicologia cognitiva Siss
Psicologia cognitiva Siss Anno Accademico 2006-2007 Anna M. Borghi annamaria.borghi@unibo.it Sito web: http://laral.istc.cnr.it/borghi 1 Attenzione e concentrazione Definizione di attenzione Attenzione
DettagliLe afferenze dai due occhi sono segregate. Esperimenti di Hubel e Wiesel. tracciante radioattivo iniettato nell occhio. trasporto anterogrado
Le afferenze dai due occhi sono segregate. Esperimenti di Hubel e Wiesel tracciante radioattivo iniettato nell occhio trasporto anterogrado autoradiografia Le afferenze dai due occhi sono segregate anche
DettagliFovea. Circuiti neurali retinici. Acuità visiva massima. Rapporto 1:1 tra fotorecettori e cellule gangliari
Rapporto 1:1 tra fotorecettori e cellule gangliari Assenza degli strati di cellule sovrapposte ai fotorecettori Fovea Acuità visiva massima Fotorecettori specializzati (coni) Circuiti neurali retinici
DettagliProcessi automatici e controllati nei soggetti con ADHD
Centro di Potenziamento Cognitivo di Milano Processi automatici e controllati nei soggetti con ADHD Rosa Angela Fabio e Simona Losa Università Cattolica di Milano SCOPO INDAGARE SE IL DEFICIT RISCONTRATO
DettagliPERCEZIONE E ATTENZIONE NELL AUTISMO: UN APPROCCIO BASATO SULLE NEUROSCIENZE EVOLUTIVE COGNITIVE. Verona, 04 Aprile 2014
Verona, 04 Aprile 2014 PERCEZIONE E ATTENZIONE NELL AUTISMO: UN APPROCCIO BASATO SULLE NEUROSCIENZE EVOLUTIVE COGNITIVE Andrea Facoetti Dipartimento di Psicologia Generale, Università di Padova & E. Medea,
DettagliPsicologia cognitiva Siss
Psicologia cognitiva Siss Anno Accademico 2006-2007 Anna M. Borghi annamaria.borghi@unibo.it Sito web: http://laral.istc.cnr.it/borghi 1 Attenzione e concentrazione Definizione di attenzione Attenzione
Dettagli