L'ATTENZIONE tesina di ALessia Serinelli corso di psicologia della visione a.a prof.ssa Invitto

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1 L'ATTENZIONE tesina di ALessia Serinelli corso di psicologia della visione a.a prof.ssa Invitto

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3 Il termine Arousal (dall'inglese eccitazione, risveglio) indica l' intensità dell'attivazione psicofisiologica di un organismo. La teoria dell'arousal presuppone che il livello di attivazione vari lungo un continuum che va da sonno all'eccitazione diffusa. Il livello di attivazione o arousal è importante nella determinazione dell'efficienza di un soggetto in prestazioni o compiti.

4 (Teoria di Yerkes e Dodson- 1908)

5 IL PROCESSO ATTENTIVO: 1.Non è unitario Esistono due tipi di elaborazione dello stimolo: BOTTOM UP e TOP DOWN 1. Implica inevitabilmente un allocazione di risorse 2.Non ha una localizzazione unica nel sistema nervoso 3.A livello neuronale consiste in alternarsi in risposte che differiscono per grado di: Intensità Durata Selettività

6 Esperimento di INDICAZIONE (CUEING) (M.Posner -1980)

7 Paradigma del Visual Cueing TEMPI DI REAZIONE CUE VALIDO CUE NON VALIDO

8 Esperimenti di RICERCA VISIVA Treisman (1964)

9 Escludendo l' Arousal (preparazione fisiologica a ricevere differenti stimolazioni), esistono 3 diversi tipi di attenzione: DIVISA capacità di prestare attenzione ed elaborare diverse informazioni che si presentano contemporaneamente. (Kahneman 1973) SOSTENUTA Capacità di mantenere l' attenzione su stimoli target per un protratto periodo di tempo (Mackworth 1976) SELETTIVA capacità di concentrarci su uno o più stimoli target selezionandoli tra altri stimoli distrattori o tra informazioni in competizione tra loro. (Effetto cocktail party- Cherry 1953)

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12 Nel processo attentivo sono coinvolte: Parti neuronali della corteccia: Lobo frontale Lobo parietale posteriore Corteccia anteriore cingolata Parti sottocorticali: Ras (sistema reticolante attivante) Talamo (Pulvinar) Collicolo superiore

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14 La corteccia visiva primaria (v1) è localizzata attorno e nella scissura calcarina del lobo occipitale. Ogni area v1 trasmette informazioni in due direzioni differenti (VIE VISIVE) VIA VENTRALE: fino al lobo temporale, deputata all'identificazione della forma e dell'identità (via del cosa ) VIA DORSALE: fino al lobo parietale, deputata alla localizzazione dell'oggetto (via del dove ) Ungerleider e Mishkin (1982) Goodale e Milner (1995)

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17 NEGLET (NEGLIGENZA SPAZIALE UNILATERALE) Disturbo della cognizione spaziale nel quale, a seguito di una lesione cerebrale, il paziente ha difficoltà ad esplorare lo spazio controlaterale alla lesione e non è consapevole degli stimoli presenti in quella porzione di spazio esterno o corporeo e dei relativi disordini funzionali. La sindrome di neglet è associata sopratutto a lesioni alla CORTECCIA PARIETALE POSTERIORE, al GIRO CINGOLATO. La negligenza spaziale unilaterale è una condizione diversa dall'emianopsia

18 Test di cancellazione delle linee

19 Il fenomeno dell'estinzione è legato al neglet; il paziente è in grado di prestare attenzione a un oggetto controlesionale soltanto se questo è l'unico oggetto saliente, ma, se c'è una competizione con un oggetto simile che si trova nel campo ipsilaterale (lo stesso della lesione), i due oggetti si contendono l'attenzione e l'oggetto ipsilaterale vince. L'oggetto estinto perde la capacità di attrarre l'attenzione molto più di quanto accada normalmente.

20 SINDROME DI BALINT La sindrome di Balint (1909)è una condizione dovuta a lesioni bilaterali dei lobi parietali. 1.Le capacità di localizzazione spaziale dei pazienti con sindrome di Balint sono molto ridotte. 2.I pazienti con sindrome di Balint non muovono gli occhi: tendono ad avere lo sguardo fisso in avanti. 3.I pazienti con sindrome di Balint si comportano come se vedessero solo un oggetto alla volta. Come una forma estrema di neglet o estinzione in cui dirigere l'attenzione su un oggetto estingue tutti gli altri. Incapacità nota come SIMULTAGNOSIA.

21 a) l'individuo possiede una capacità limitata di elaborare le informazioni, per cui è verosimile ritenere che esista un filtro che ne seleziona alcune a svantaggio di altre; b) il filtro sensoriale che costituisce la porta di ingresso delle informazioni nel nostro sistema di elaborazione non agisce come un meccanismo tutto-o-niente, ma attenua la rilevanza percettiva di alcuni stimoli rispetto ad altri che tuttavia continuano in qualche misura a essere processati; c) la determinazione del messaggio principale non avviene solo sulla base dell'intensità fisica del segnale, ma anche sulla base delle sue caratteristiche lessicali e di significato d) lasoglia non è dunque solo fisica ma anche di pertinenza e può variare da soggetto a soggetto e da un contesto all'altro; e) la variabilità della soglia può rendere conto dello spostamento dell attenzione da un bersaglio all'altro

22 SOGLIA ASSOLUTA: intensità minima di uno stimolo necessaria alla semplice rilevazione sensoriale. SOGLIA DIFFERENZIALE: quantità minima di stimolazione necessaria per distinguere due stimoli diversi. Indica la percezione di un cambiamento di uno stimolo. (Weber-Fechner )

23 Il grado di allerta di un individuo corrisponde al livello di attivazione fisiologica espresso nei diversi momenti. Esso equivale al livello di attività cerebrale della corteccia, delle strutture sottocorticali e del sistema nervoso autonomo e può essere misurato con diversi strumenti, fra cui il più comune è l'elettroencefalogramma (ECG). Applicando degli elettrodi al cuoio capelluto di un individuo si può registrare l'attività bioelettrica che costituisce un parametro fedele della sua attività cerebrale. Le misurazioni EEG di un individuo dimostrano che il tipo di attività bioelettrica varia in misura significativa se questi dorme, se è sveglio con gli occhi chiusi e in assoluto riposo, se è in una situazione di quiete con gli occhi aperti, oppure se sta svolgendo qualche attività. Le variazioni di frequenza delle onde bioelettriche registrate dall'eeg dimostrano che il grado di allerta di un soggetto cambia significativamente al variare delle situazioni-stimolo.

24 Ad esempio nella fase REM (sonno paradosso) del sonno l'attenzione agli stimoli esterni è bassa, si rivolge l'attenzione agli stimoli interni (sistema endogeno); Le aree prefrontali (controllo funzioni esecutive) e parietali (aspetti spaziali e visivi attenzione) rimangono deattivate. Durante il Rapid Eye Movement (movimento rapido degli occhi) ossia il sonno rem, i muscoli degli occhi sono gli unici che risparmiati dalla regola dell inerzia (atonia muscolare).

25 L'individuo non dispone delle stesse capacità attentive nel corso della vita. Queste si sviluppano nel corso dell'infanzia e decrescono nell'età senile. Lo sviluppo delle capacità attentive è legato certamente, oltre che a fattori individuali di natura costituzionale, all'esercizio che influenza sia l'incremento delle capacità in età evolutiva che il loro mantenimento nel corso dell'invecchiamento.

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