Psicologia cognitiva Siss
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- Giordano Gioia
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1 Psicologia cognitiva Siss Anno Accademico Anna M. Borghi Sito web: 1
2 Attenzione e concentrazione Definizione di attenzione Attenzione come fuoco. Lo spatial cueing Processi automatici e controllati Selezione precoce o tardiva? Disturbi dell attenzione 2
3 Attenzione Definizione: Capacità di selezionare le informazioni utili, ignorando quelle che non lo sono. Riceviamo troppe informazioni per poter essere consapevoli di tutte. William James= capacità di resistere alla distrazione. Metafore: attenzione come filtro -> più recenti: fascio di luce, fuoco di una lente. Attenzione DIFFUSA/DIVISA in certe condizioni piu compiti, uno automatico Attenzione FOCALE/SELETTIVA in altre es. effetto Stroop Attenzione SOSTENUTA mantenere l attenzione nel tempo. Es. lezione Il fuoco dell attenzione ha confini netti? Ha dimensioni che variano? Le dimensioni del fuoco dell attenzione sono variabili, ma il dimensionamento del fuoco attentivo richiede un certo tempo. Inoltre l efficienza di elaborazione è funzione inversa dell area del fuoco attentivo. 3
4 Attenzione come fuoco lo spatial cueing (Posner) valido valido invalido 4
5 Attenzione come fuoco lo spatial cueing Tempi di Reazione Cue valido Cue non valido 5
6 Processi automatici e controllati La prestazione si modifica con l esercizio: es. guidare, suonare. Non solo in compiti percettivo-motori ma anche cognitivi: es. imparare lingua straniera. Schneider e al. 84; Shiffrin e Schneider 77: processamento automatico e controllato. Automatico: Controllato: rapidissimo non può essere interrotto, non c è interferenza da parte di un compito secondario (es. memorizzare una serie di parole) non richiede attenzione più processamenti in parallelo lento limiti di capacità (MBT) esiste interferenza richiede attenzione non si svolge in parallelo ma in serie (es. nuovo numero di telefono) SAS, Sistema Attentivo Supervisore (Norman e Shallice, 1986): modello a due vie: via volontaria (es. Fermarsi durante la guida) e via automatica, diretta (es. 6 Lettura).
7 Selezione precoce o tardiva? E l informazione non rilevante (es. forma se attenzione al colore)? 2 posizioni contrapposte: ipotesi della selezione precoce (Broadbent, Treisman): il processamento dell informazione non rilevante viene bloccato presto: attenzione = filtro che blocca gran parte dell informazione. Solo singole caratteristiche fisiche elaborate senza attenzione selettiva. ipotesi della selezione tardiva (Deutsch e Deutsch, Posner): processamento percettivo identico per tutte le caratteristiche degli stimoli; intervento del filtro selettivo al momento della selezione della risposta. 7
8 Prove a favore della ipotesi della selezione tardiva Prove a favore dell ipotesi della selezione tardiva: interferenza prodotta da stimoli non rilevanti: effetto Stroop, compito: nominare il colore effetto cocktail party ascolto dicotico. 8
9 GIALLO 9
10 GIALLO 10
11 Disturbi dell attenzione 5% dei maschi e 1.25% delle femmine. Secondo altre stime 8% dei bambini presentano disturbi di attenzione e iperattivita. Con l età adulta miglioramento, ma nel 30% della popolazione il problema resta. Disturbo da Deficit Attentivo con o senza iperattività (DDAI). Presenza dei comportamenti in ambienti diversi (casa e scuola), problemi sociali, difficolta di apprendimento. Difficoltà di concentrazione su un contenuto se studio individuale. Se seguiti individualmente, portano a termine il compito: difficoltà con attenzione autoregolata, non eteroregolata. Problemi con compiti che richiedono pianificazione, organizzazione e utilizzo di strategie. 11
12 Disturbi dell attenzione Douglas (1984), DDAI. Disturbo da Deficit Attentivo con o senza iperattività (DDAI) - Ricerca di gratificazioni immediate - Poco investimento di attenzione e impegno per compiti complessi - Difficolta a inibire risposte compulsive - Difficolta a modulare l eccitazione di fronte a richieste esterne Non difficolta a individuare i punti focali ma a mantenere l attenzione, in particolare per lezioni frontali o testi senza immagini. Nel 40% dei casi associati a problemi di apprendimento. Spesso associato a deficit metacognitivo: sanno cosa devono fare ma non sono in grado di farlo. Strategie: riflessione su come funziona e come si gestisce l attenzione. Allenamento al controllo dell attenzione riflettendo su situazioni scolastiche e non concrete. Training rivolto a tutti i bambini, non solo a quelli con deficit di attenzione. 12
13 Disturbi dell attenzione Domanda e discussione: riflessione sul senso e l utilità didattica ed educativa di categorizzazioni come questa. Disturbo da deficit attentivo 1. Difficoltà a prestare attenzione ai dettagli, negligenza 2. Difficoltà nel mantenere l attenzione su compiti o giochi 3. Non ascolta quando gli-le si parla 1. Non segue le istruzioni (es. Relative ai compiti) 2. Ha difficoltà a organizzarsi in compiti e attività 3. Evita attività che richiedono un impegno continuato 4. Perde oggetti necessari per le attività che deve svolgere 5. È facilmente distratto/a da stimoli esterni 6. Tende a dimenticarsi di fare le cose (risposte ) se punteggio superiore a 14 per uno dei due disturbi (Cornoldi, 1996, 2001) Disturbo da iperattività 1. Spesso si agita con mani e piedi o si dimena sulla sedia 2. Non riesce a stare seduto/a 3. Manifesta irrequietezza arrampicandosi e correndo 4. Ha difficoltà a impegnarsi in giochi o attività tranquille 5. È in continuo movimento 6. Parla eccessivamente 7. Risponde in modo precipitoso 8. Ha difficoltà ad aspettare il suo turno 9. Spesso interrompe altre persone impegnate in attività o conversazioni 13
14 Organizzazione della lezione AREA B (maggior numero di risposte, per ogni risposta corretta = 1) 1. Quali comportamenti o strategie didattiche metto in atto per suscitare negli alunni interesse verso la materia che insegno? 2. Quando devo preparare una lezione in che modo tengo conto della difficolta dell argomento e della capacita attentiva degli alunni? 3. Come riesco ad arricchire e rendere gradevole una lezione di per se arida e noiosa in modo che diventi oggetto di maggior interesse e attenzione? 4. Una volta formulata una domanda quali modalita utilizzo per sollecitare una risposta? 5. Da cosa capisco che gli alunni hanno un buon livello di attenzione? 6. Quali sono i segnali di disattenzione che gli alunni solitamente manifestano? 7. Quali modalita uso piu frequentemente per richiamare l attenzione degli alunni? Esempi: 1. uso di vari linguaggi e sussidi, esperienze pratiche, pongo problemi, chiedo opinioni sul gradimento; etc. 14
15 Autovalutazione e consapevolezza degli aspetti attentivi AREA A Risposte Molto Abbastanza Poco Per niente 1. Mi succede spesso di dover richiamare gli studenti disattenti 2. Lascio agli studenti il tempo necessario per rispondere alle domande che formulo 3. Spesso mi succede di dare informazioni che non c entrano con l argomento della lezione (anche senza richiesta da parte degli studenti) 4. Mi succede spesso di spiegare argomenti in modo imprevisto, perche risultano di grande interesse per gli studenti 5. Spesso durante le spiegazioni mi succede di allontanarmi troppo dall argomento principale della lezione 6. Sottolineo positivamente, a livello intellettuale e collettivo, le buone prestazioni attentive degli studenti, anche quando sono normalmente attese 7. Se ritengo l argomento della lezione gia di per se interessante evito di arricchirla per renderla piu stimolante 8. Prima di proporre una lezione cerco di renderla interessante e coinvolgente risposte Molto Abbastanza Poco Per Niente Item dispari: M = 1, A = 2, P = 3, N = 4 Item pari: M = 4, A = 3, P = 2, N = 1 Max = 32 15
16 Valutazione dell utilita delle strategie AREA C STRATEGIE DI GESTIONE DELLA LEZIONE Molto Abbastanza Poco Per Niente 1. Richiamare molto spesso gli studenti 2. Prima della lezione, anticipare quali saranno le informazioni piu importanti 3. Evitare di chiedere agli studenti un autovalutazione delle proprie capacita attentive 4. Presentare la lezione come un argomento un po difficile ma comprensibile con un impegno adeguato 5. Iniziare la lezione senza anticipare le fasi di svolgimento del lavoro in classe 6. Ricordare allo studente le conseguenze negative dei momenti di distrazione 7. Lasciar lavorare gli studenti senza informarlo su come sta procedendo 8. Verificare lo stato di vigilanza degli studenti (sguardo, posizione etc.) 9. Organizzare le attivita didattiche in modo imprevedibile per gli studenti 10. Informare sui tempi di attenzione richiesti per completare il lavoro 11. Richiedere agli studenti lo stesso livello di attenzione per tutta la lezione 12. Predisporre la classe in modo da passare spesso tra i banchi 13. Fare una breve presentazione a mo di indice dell argomento 14. Organizzare la lezione tenendo conto del completamento del programma e non dell attenzione degli alunni 15. Presentare il nuovo argomento come facilissimo e quali banale nella sua comprensione 16. Pianificare la presentazione della lezione tenendo conto delle capacita attentive degli alunni e delle esigenze del lavoro stesso risposte Molto Abbastanza Poco Per Niente - Item dispari: M = 1, A = 2, P = 3, N = 4 Item pari: M = 4, A = 3, P = 2, N = 1 - Max = 64 16
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