OPERA DELL AMORE INFINITO BETANIA UT SINT UNUM

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1 OPERA DELL AMORE INFINITO BETANIA UT SINT UNUM numero 2 marzo aprile 2015

2 BETANIA - UT SINT UNUM Amministrazione Segretariato Amiche di Betania VISCHE (Torino) - Tel Fax opera_amore_infinito@alice.it C.C.P./BETANIA: Copertina: Studio Gualtiero Sabattini - Milano Indice Presbyterorum Ordinis: il Sacerdozio tra passato e presente 100 ANNI FA Centenario della morte della Venerabile Madre Luisa Margherita Claret de la Touche TESTIMONIANZA Il culto del Cuore di Cristo nei suoi due apostoli: s. Margherita M. Aloque e s. Claudio La Colombière DI CRISTOIANO LL VANGELO E IL QUOTIDIANO C è qualcosa che non quadra la questione Beata la donna Madre Luisa Margherita e me OSSERVATORIO Religiosi svegliate il mondo! NOTIZIARIO PROFILI

3 Prima Pagina N O Gesù, dimmi, quali sono i desideri del tuo Cuore?. II mondo s agghiaccia, l egoismo soffoca i cuori, gli uomini si sono allontanati dal focolare della Carità e credono di essersi allontanati dal loro Dio; eppure io, l Amore Infinito, sono vicinissimo. Lascia che t ami, Margherita, e che, attraverso a te, discenda nel mondo. Mio Salvatore, sono tua, fa di me secondo la tua volontà. (Al Servizio di Dio-Amore, p. 288, ediz. 2011). 1

4 GIORNATA SACERDOTALE A BETANIA DEL SACRO CUORE VISCHE MERCOLEDÌ 10 GIUGNO 2015 meditazione di S.E. Mons. Antonio Raspanti Vescovo di Acireale - Catania Sul tema: Spiritualità Sacerdotale ore 9,30 ore 9,45 ore 10,00 ore 11,45 ore 12,30 Ritrovo Preghiera di Terza Meditazione Seguono gli interventi Adorazione Eucaristica Pranzo, in comunione fraterna Possibilità di pernottamento a Betania del Sacro Cuore per informazioni OPERA DELL AMORE INFINITO Via Lamarmora Vische To Tel fax opera_amore_infinito@alice.it 2

5 PRESBYTERORUM ORDINIS: IL SACERDOZIO TRA PASSATO E PRESENTE L ultimo capitolo della sezione del decreto Presbyterorum ordinis dedicata alla relazione dei presbiteri mette a fuoco l importanza della relazione tra preti e laici. I sacerdoti del Nuovo Testamento, anche se in virtù del sacramento dell ordine svolgono la funzione eccelsa e insopprimibile di padre e di maestro nel popolo di Dio e per il popolo di Dio, sono tuttavia discepoli del Signore, come gli altri fedeli, chiamati alla partecipazione del suo regno per la grazia di Dio. In mezzo a tutti coloro che sono stati rigenerati con le acque del battesimo, i presbiteri sono fratelli, membra dello stesso e unico corpo di Cristo, la cui edificazione è compito di tutti. La base indispensabile per coltivare il rapporto tra preti e laici è dunque la missione battesimale, comune a tutti, che per i preti non viene sostituita bensì rafforzata dalla missione presbiterale. La visione ecclesiologica proposta dal Concilio Vaticano II (in particolare nella costituzione Lumen Gentium) ha lasciato da parte lo schema gerarchia-laici con le contrapposizioni che ne derivavano ripartendo dalla prospettiva biblica del popolo di Dio chiamato a vivere il compito regale, profetico e sacerdotale ricevuto con i Sacramenti dell iniziazione cristiana, attraverso varie vocazioni e conseguenti stati di vita. Insistere nel chiedersi se sono più importanti i preti o i laici nella Chiesa vuol dire porre una questione falsa. L unica cosa veramente necessaria è che ciascun battezzato, nella sua concreta condizione di vita e di missione, è chiamato ad essere discepolo di Cristo e testimone del suo amore. Da questa consapevolezza nasce quel clima di comunione che edifica la vita della Chiesa senza sterili contrapposizioni tra clero e laici. Il decreto Presbyterorum ordinis prosegue evidenziando quegli atteggiamenti concreti che derivano dalla prospettiva ecclesiologica insegnata dal Concilio Vaticano II: 3

6 Perciò i presbiteri nello svolgimento della propria funzione di presiedere la comunità devono agire in modo tale che, non mirando ai propri interessi ma solo al servizio di Gesù Cristo, uniscano i loro sforzi a quelli dei fedeli laici, comportandosi in mezzo a loro come il Maestro il quale fra gli uomini non venne ad essere servito, ma a servire e a dar la propria vita per la redenzione della moltitudine (Mt 20,28). I presbiteri devono riconoscere e promuovere sinceramente la dignità dei laici, nonché il loro ruolo specifico nell ambito della missione della Chiesa. Riconoscere e promuovere la dignità dei laici nella Chiesa, vuol dire impegnarsi in quel discernimento che favorisce la crescita dei vari carismi nella vita della comunità cristiana, come ben sottolinea il seguito del decreto: Abbiano inoltre il massimo rispetto per la giusta libertà che spetta a tutti nella città terrestre. Siano pronti ad ascoltare il parere dei laici, tenendo conto con interesse fraterno delle loro aspirazioni e giovandosi della loro esperienza e competenza nei diversi campi dell attività umana, in modo da poter assieme riconoscere i segni dei tempi. Provando gli spiriti per sapere se sono da Dio, essi devono scoprire con senso di fede i carismi, sia umili che eccelsi, che sotto molteplici forme sono concessi ai laici, devono riconoscerli con gioia e fomentarli con diligenza. Dei doni di Dio che si trovano abbondantemente tra i fedeli, meritano speciale attenzione quelli che spingono non pochi a una vita spirituale più profonda. Allo stesso modo, non esitino ad affidare ai laici degli incarichi al servizio della Chiesa, lasciando loro libertà d azione e un conveniente margine di autonomia, anzi invitandoli opportunamente a intraprendere con piena libertà anche delle iniziative per proprio conto. Mi pare opportuno sottolineare che questo magistero ci propone un immagine del prete ben diversa rispetto a certi cliché stampati nella nostra mente. Il prete zelante non è il tuttofare che concentra nella sua azione ciò che opportunamente può e deve essere compiuto dai laici: piuttosto è colui che sa stimolare la crescita 4

7 della comunità in tutte le sue espressioni, con l insegnamento, con il discernimento, con l esempio. L ultima parte di questa sezione del decreto Presbyterorum ordinis è dedicata in particolare ai rapporti con i fedeli che si sono allontanati dalla vita della Chiesa, oppure hanno con essa un rapporto conflittuale: Infine, i presbiteri si trovano in mezzo ai laici per condurre tutti all unità della carità, amandosi l un l altro con la carità fraterna, prevenendosi a vicenda nella deferenza (Rm12,10). A loro spetta quindi di armonizzare le diverse mentalità in modo che nessuno, nella comunità dei fedeli, possa sentirsi estraneo. Essi sono i difensori del bene comune, che tutelano in nome del vescovo, e sono allo stesso tempo strenui assertori della verità, evitando che i fedeli siano sconvolti da qualsiasi vento di dottrina. In modo speciale devono aver cura di quanti hanno abbandonato la frequenza dei sacramenti o forse addirittura la fede, e come buoni pastori non devono tralasciare di andare alla loro ricerca. Avendo presenti le disposizioni sull ecumenismo non trascurino i fratelli che non godono della piena comunione ecclesiastica con noi. Devono infine considerare come oggetto della propria cura quanti non conoscono Cristo loro salvatore. I fedeli, dal canto loro, abbiano coscienza del debito che hanno nei confronti dei presbiteri, e li trattino perciò con amore filiale, come loro pastori e padri; condividendo le loro preoccupazioni, si sforzino, per quanto è possibile, di essere loro di aiuto con la preghiera e con l azione, in modo che essi possano superare più agevolmente le eventuali difficoltà e assolvere con maggiore efficacia i propri compiti. Lo sfondo di questo insegnamento è l immagine del buon Pastore che l evangelista Giovanni dipinge nel capitolo decimo del quarto vangelo: l icona che ogni prete deve sempre contemplare, per riprodurre sempre di più quell immagine nella propria vita. Don Gianmario Cuffia 5

8 100 anni fa... Centenario della morte della Venerabile Luisa Margherita Claret de la Touche 2. La messaggera dell Amore Infinito la mia margherita Dio non ha risparmiato nulla al granello di sabbia che era nelle sue mani, la giovane religiosa Luisa Margherita. Si sa quanto il Signore prepari nella sofferenza gli strumenti di cui vuole servirsi, ma quanto anche doni grazie del tutto particolari di sostegno, senza delle quali il più santo cadrebbe. Per questo bisogna dire e ripetere che il modo in cui suor Luisa Margherita è stata trattata dalle sue consorelle in clausura, durante tutto il tempo della sua vita nella Comunità della Visitazione a Romans, dal 1890 al 1914, non è assolutamente normale. Se essa non fosse stata istruita interiormente da una disposizione divina che era la volontà di Dio per lei che si trovasse là, il suo dovere sarebbe stato quello di fuggire. Convinta che era Dio che la voleva nel monastero della Visitazione di Romans, essa dispiegò, aiutata dalla Grazia, un energia eroica per restarci. L inizio della sua vita religiosa fu molto difficile e si manifesta con una vera regressione. Essa si presenta così nell Autobiografia (n. 131): Inizialmente piacque a Nostro Signore di farmi una grazia, di cui non mi accorsi allora, ma che ho riconosciuto in seguito. Non sapevo spiegarmi diversamente col dire che ridivenni bambina. Mi sembrò di aver dimenticato tutto; la timidezza, la goffaggine della mia prima infanzia sostituì la sicurezza e dirò anche la disinvoltura dei miei anni della vita nel mondo. Ciò che avevo saputo fino allora, l avevo dimenticato o non potevo più servirmene; constatavo la mia ignoranza in ogni cosa e dovevo apprendere tutto di nuovo. Confessavo molto sinceramente che ero inferiore a tutte le mie compagne e davvero tutto ciò che mi davano da fare lo facevo molto male; me lo dicevano e io non avevo alcuna difficoltà a crederlo, constatandolo di persona. 6

9 Aggiungiamo alla verità della situazione il fatto che la maestra delle novizie, Suor Maria Aloysia, eletta in seguito superiora della comunità era una vera e propria ammalata psichica. Questo divenne manifesto al momento della sua nomina come superiora della Visitazione di Valence, dove dovette, nonostante tutte le finezze di carità di cui le Visitandine sono capaci, essere semplicemente deposta. Ci si può fare un idea della gravità della sua malattia e della pazienza di Suor Luisa Margherita leggendo ciò che essa ne scrive in seguito (Autobiografia, n. 170): Per la nostra maestra non fu la stessa cosa; il suo spirito naturalmente portato a vedere il male in tutte le cose conservò di tutto questo delle impressioni ancora più spiacevoli su di me, ed i suoi modi di agire nei miei confronti diventarono sempre più fonte di sofferenze. Qualche mese più tardi, a giugno, credo, lavoravo un giorno in laboratorio Quando fui arrivata vicino a lei, mi domandò che cosa stavo facendo e mi disse di lasciare lì il mio lavoro e di seguirla nella nostra cella dove ella voleva parlarmi. La seguii, dubitando, dall aria della sua faccia, che si stava preparando un nuovo temporale. Appena arrivate nella nostra cella, esplose. La nostra maestra mi tenne un ora e mezza in ginocchio a terra davanti a lei, facendomi i rimproveri più strani, accusandomi di cose più singolari. Così singolari, in verità, che non vi potevo capire niente e non trovavo nella mia coscienza alcuna traccia di tutto ciò; tra le altre cose mi disse che io turbavo tutta la comunità, che ci facevo tanto male, che mi avrebbe fatto chiudere nella nostra cella, affinché non avessi più comunicazione con alcuna altra sorella. Che questo era previsto dalla regola, e mille altre cose del genere. Confesso che, benché provassi molta pena a vedere la nostra maestra in un tale stato di agitazione e di sentirla coprirmi di rimproveri, le accuse erano così esagerate ed i termini così poco controllati che non ne ricevetti un grave disagio. L ascoltai fino alla fine con grande calma, rispondendo alle sue domande secondo verità, e siccome essa voleva assolutamente farmi dire che avevo fatto tutto ciò di cui mi accusava, finii per risponderle con tutta l umiltà e la dolcezza che mi era possibile: Sorella, la mia coscienza non mi rimprovera nulla di tutto questo; ma nondimeno, poiché la vostra carità lo pensa, io confesso molto umilmente la mia colpa!. Poi, baciai anche la terra secondo la regola, mi rialzai mantenendo sempre un estrema tranquillità e, dandole tutti i segnali di rispetto che dovevo alla sua autorità, le feci un profondo inchino e 7

10 la accompagnai rispettosamente fino alla scala. Il fondo della mia anima non era turbato da queste continue scosse, ma ne soffrivo estremamente. Si può dire che tutta la vita religiosa di Suor Luisa Margherita fu una persecuzione da parte di alcune malate o gelose. Questo l accompagnò fino alla morte, allorché si continuò ad accusarla delle peggior cose. E tuttavia amava il suo monastero, il suo ordine, le sue consorelle molto sinceramente, ma anche il Signore le aveva mostrato che era la sua volontà. Lo si comprende dalla lettura del suo Diario, il 28 agosto 1896: Alcuni giorni or sono, in un occasione, dissi alcune parole con un tono un po vivace ad una delle nostre sorelle. Un quarto d ora dopo, rientrai nella nostra cella per fare la lettura; appena vi fui entrata, Nostro Signore mi disse interiormente: È così che tu tratti le mie spose, tu la più miserabile delle mie schiave?. Questo mi fu detto con un tono severo che mi riempì di confusione e di dolore. Non drammatizziamo in ogni caso, poiché essa stessa annota in una lettera del 19 aprile 1909 al Padre Charrier questo consolante pensiero: Tutto è dolce in Gesù, anche i suoi rimproveri. Quando una persona si dona a Dio in una maniera così totale, così volontaria, non può farlo se non è sostenuta da una mano divina che la porta. Non cerchiamo di imitare ciò che non è imitabile, ma gustiamo ed ammiriamo questo grazioso gioco di parole che si trova nel suo Diario, all otto agosto In latino margarita significa perla: La sofferenza rimane sempre, ma è più dolce; la confessione mi ha fatto del bene e dopo, all orazione, Gesù è venuto. Mi ha detto: Poiché tu sei la mia Margherita, la pietra che voglio incastonare nel mio cuore, sono necessari per levigarti e incastonarti nell oro, strumenti molto fini e delicati; per questo utilizzo vergini, anime consacrate, le mie spose. È il senso di ciò che ci è rivelato nell Apocalisse (2,17): Al vincitore darò una pietra bianca e scolpito su questa pietra, un nome nuovo che nessuno sa, salvo colui che lo riceve. Padre Pierre Vignon Sacerdote della diocesi di Valence. Traduzione Don Piero Agrano 8

11 Testimonianza Sin da bambina sentii parlar di Vische (Betania) dalla mamma, che era solita recarsi annualmente per la giornata del Sacro Cuore. Il paese, Alice Castello in provincia di Vercelli, dove visse la mia famiglia, dista una trentina di kilometri e la strada da percorrere era in gran parte in mezzo ai boschi, quindi veniva percorsa a piedi o con mezzi di fortuna (carri trainati da animali) incontrati strada facendo. Era necessario, in un certo punto, servirsi pure di un barcone per attraversare la Dora nei pressi di Mazzè. La mamma si univa ad un gruppetto di donne del paese che, come lei, conoscevano Betania e la sua spiritualità. Non so però se queste persone erano Fedeli Amiche e se vivevano la spiritualità dell Amore Infinto. Ricordo che mi parlava di una suora (la Madre) di cui mi faceva vedere l immagine; essa veniva pregata anche come protettrice delle mamme in attesa di un bimbo...e così avvenne anche per i miei nipoti. Mia mamma è morta giovane ed io non conoscevo ancora l Opera. Ho sempre partecipato alla vita dell Azione Cattolica e da ragazza frequentavo in centro Diocesi (Ivrea) gli incontri e i corsi di formazione. Conoscevo Don Agrano e Michelina che veniva spesso nella mia Parrocchia come Presidente diocesana delle Donne di AC. Avevo 33 anni quando mi si fece la proposta di entrare nell lstituto Secolare delle Missionarie, quarto ramo dell Opera. Non accettai la proposta con entusiasmo, anche perché non ero alla ricerca di una vita più impegnata dal punto di vista spirituale: la Scuola e gli impegni di apostolato mi riempivano già la vita; comunque volli approfondire la cosa. Mi avvicinai all Istituto, incominciai a frequentare le giornate di ritiro, le attività della Zona Centro e, un po per volta, il Signore si fece sentire in modo diverso e decisi di iniziare il percorso formativo nell Istituto. Che cosa mi ha dato Betania? Il sostegno della vita spirituale, anche se già ne conoscevo la spiritualità, ma ebbi l opportunità di approfondirla ulteriormente, vivere in pienezza l atmosfera dell A- 9

12 more Infinito e sentirmi veramente in famiglia. Nei miei primi tempi di vita nell Istituto frequentavo la Casa di Vische per incontri formativi, Esercizi Spirituali e giornate di fraternità; essa era il punto di riferimento dell Istituto, anche se la sede ufficiale si trovava a Ivrea. Betania è culla dell Amore Infinito, e continua ad offrirmi la possibilità di gustarne la dolcezza rifornendomi spiritualmente per poter vivere in pienezza la consacrazione al Sacro Cuore di Gesù ed esserne fedele MESSAGGERA. Piera R. CENTENARIO 14 MAGGIO Le Suore di Betania del Sacro Cuore e i Rami dell Opera dell Amore Infinito, annunciano con gioia il 100 anniversario della morte di Madre Luisa Margherita Claret de la Touche il 14 maggio p.v. che festeggeremo nella lode e nel ringraziamento a Dio Amore Infinito. In preparazione a questo avvenimento si terrà in Casa madre (Vische) una novena predicata da diversi Sacerdoti alle ore 20,30. Nel giorno 14 maggio verrà solennemente concelebrata la Santa Messa alle ore 15,30, seguirà un incontro fraterno. 10

13 Il CULTO DEL CUORE di CRISTO nei suoi due apostoli: s. MARGHERITA M. ALACOQUE e s. CLAUDIO LA COLOMBIÈRE È importante dedicare l attenzione a questi due santi, perché segnano un evento importante nella storia del culto al Sacro Cuore di Gesù. Se questo culto e la sua spiritualità affondano le radici nei Vangeli, nel corso della storia cristiana sono stati vissuti e praticati con vari accenti e sottolineature. Soprattutto nell epoca medioevale si è spesso trattato di esperienze mistiche avute da santi e sante, però riguardanti la loro sfera privata (vedi S. Gertrude, S. Matilde, S. Caterina ecc.). con S. Margherita e il suo direttore spirituale, il gesuita San Claudio la Colombière, il Cuore di Gesù trasmette un messaggio destinato alla Chiesa e al mondo intero. Di questo ne parlano le due encicliche sul Sacro Cuore: Haurietis Aquas di Pio XII al N 62 e Annum Sacrum di Leone XIII al N 14. Il Cuore di Gesù, svelandosi alla santa monaca della visitazione Margherita M. Alacoque consegna un messaggio universale, riassunto nelle 12 promesse: 1. Darà a tutti gli aiuti necessari al loro stato. 2. Attraverso la devozione al suo Cuore porterà il suo soccorso alle famiglie, che versano in qualche necessità e riunirà le famiglie divise. 3. Li consolerà in tutte le loro afflizioni. 4. Sarà il loro sicuro asilo in vita e specialmente in punto di morte. 5. Spanderà le più abbondanti benedizioni sopra le loro imprese. 6. I peccatori troveranno nel suo Cuore la fonte e l oceano della misericordia 7. Attraverso la devozione al suo Cuore riporterà le comunità religiose e i singoli fedeli al loro primo fervore. 8. Le anime fervorose giungeranno, in breve tempo, a grande perfezione. 11

14 9. Benedirà tutti i luoghi dove l immagine del suo Cuore sarà esposta. 10. A tutti coloro, che lavoreranno per la salvezza delle anime, darà il dono di commuovere i cuori più induriti. 11. Tutti coloro, che propagheranno la devozione al suo Cuore, finché dureranno in questo impegno, avranno i loro nomi scritti nel suo Cuore. Un venerdì, durante la santa comunione, Egli, se non sbaglio, mi rivolse queste parole: 12. Nell eccessiva misericordia del mio Cuore, ti prometto che il suo onnipotente amore accorderà la grazia della penitenza finale a tutti coloro che faranno la comunione per nove primi venerdì del mese consecutivi. Non morranno [perciò] in mia disgrazia, né senza ricevere i sacramenti. Il mio Cuore si renderà asilo sicuro in quel supremo momento. Margherita Alacoque si sente incapace della missione di portare al mondo questo messaggio ed allora subentra lo zelo apostolico di S. Claudio che risiede per alcuni tempi a Paray le Monial, luogo delle apparizioni del Sacro Cuore, un papa, Benedetto XV, in occasione della canonizzazione di Margherita Alacoque, scrisse nell omonima bolla, la meravigliosa storia di Margherita Alacoque e le rivelazioni del S. Cuore. Questi tre documenti papali, indicano l importanza e l attualità del culto al S. Cuore e delle rivelazioni a Paray le Monial. Come Margherita M. ebbe queste rivelazioni? La prima il 27 dicembre 1673, festa dell evangelista Giovanni, l evangelista del Cuore di Gesù; la seconda, stando ad alcuni esperti, il 2 luglio 1674 e la terza, nell Ottava della festa del Corpus Domini (14-20 giugno 1675) che contiene la grande promessa: che il 1 venerdì dopo l Ottava del Corpus Domini sia dedicato ad una festa per onorare il Cuore di Gesù, per riparare le ingratitudini e i peccati, specialmente contro l Eucarestia. Da qui la promessa della devozione dei Primi 9 venerdì del mese. Fu S. Claudio a divulgare e diffondere nel mondo questo grande messaggio d amore e di misericordia. Conosciamo tutto questo perché S. Claudio fu l apostolo propagatore e S. Margherita fu la confidente del Cuore di Gesù e le fu chiesto di mettere per Iscritto le sue esperienze mistiche, che noi possiamo leggere nella sua Autobiografia. Un ultimo cenno importante sta nel legame tra i due santi. Appena trapelò qualcosa tra le monache del Monastero della Visitazione, S. 12

15 Margherita fu tacciata di essere una visionaria, ma proprio il Cuore di Gesù le fece capire che avrebbe mandato il suo servo fedele e perfetto amico S. Claudio la Colombière, ad aiutarla nella missione di parlare del Cuore di Gesù al mondo. Non ho mai potuto studiare a lungo ed approfondire il rapporto tra le vicende di Paray le Monial e l esperienza mistica di Margherita Luisa Claret de la Touche; sento che a buon titolo io possa dire che c è un nesso profondo tra il messaggio di Margherita Alacoque e quello di Betania del Sacro Cuore. Il messaggio di Paray le Monial può essere riassunto con questa espressione: è rivelata al mondo l infinita misericordia e l infinito amore di Dio per l umanità e Margherita Claret de la Touche fu l apostola dell Amore infinito! «Mediante il Cuore di Gesù, studiato nel mistero delle sue virtù divine ed imitato, il sacerdote entrerà nel pieno possesso del mistero dell Amore infinito. Non deve accontentarsi di ricevere la devozione al Cuore di Gesù, di praticarla lui stesso, e di comunicarla alle anime. Questo è, senza dubbio, necessario: ma Gesù vuole dell altro. Il sacerdote deve entrare, attraverso questo Cuore Sacro, nella conoscenza intima di Gesù Cristo. È come una porta, attraverso la quale deve passare per penetrare nell intimo del Cristo ed essendosi del tutto immerso ed impregnato di lui, diventare come uno specchio lucente in cui l Amore infinito possa riflettersi. L Amore infinito è un sole. Se proiettasse i suoi raggi direttamente sul mondo, le anime ne sarebbero accecate e consumate, perché non sono elevate e pure a sufficienza. Occorre che questo sole divino si rifletta in uno specchio, e il riflesso dei suoi raggi illuminerà il mondo e lo riscalderà. Questo specchio è l anima del sacerdote. Ma occorre che sia puro, che sia trasparente. L anima del sacerdote deve diventare conforme all anima del Cristo. Quando il prete è veramente un altro Gesù Cristo, diventa questo specchio purissimo, che riflette i raggi divini dell Amore infinito» 1. P. Massimiliano Taroni 1 Madre Luisa Margherita Claret de la Touche, Il Sacro Cuore e il Sacerdozio, Parte Quarta, cap. VII, p Torino Elledici

16 IL VANGELO E IL QUOTIDIANO il quotidiano è il giorno vissuto, il quotidiano è il giornale che lo racconta. La mia presunzione è leggere il quotidiano alla luce del Vangelo. C È QUALCOSA CHE NON QUADRA NELLA QUESTIONE Non abbiate paura. Quello che vi ho detto nelle tenebre,voi ditelo nella luce; quello che ascoltate all orecchio, voi annunciatelo dalle terrazze. Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo ma non hanno il potere di uccidere l anima. (Matteo 10,26 ss.) Ho trovato questa lettera tra quelle indirizzate dai lettori al direttore del giornale (La Stampa 13 febbraio 2015). Il titolo redazionale mi ha colpito: Tra cristiani e corrotti. Ho letto con molto sconforto, la denuncia del presidente della Corte dei Conti sul dilagare della corruzione. Mi permetto però di fare una considerazione. Dal censimento del 2011 emerge che in Italia i cristiani sono l 89,84 %. Ora vista l alta percentuale c è da ritenere che parecchi cristiani sono tra i corrotti, fra coloro che si fanno raccomandare, fra coloro che non pagano le tasse, fra coloro che portano capitali all estero, fra coloro che non rispettano le leggi. Quando si è trattato di discutere su che cosa occorreva scrivere nella Costituzione europea, noi italiani abbiamo difeso con vigore che bisognava mettere un richiamo sulle nostre radici cristiane; ma sappiamo quali sono le nostre radici cristiane? E soprattutto sappiamo cosa vuol dire? Come al solito un bel proclama. Eppure quando ci sono manifestazioni pubbliche in prima fila ci sono tutti: corrotti, corruttori, mafiosi. Troviamo vescovi e cardinali, in quelle file di poltrone, fianco a fianco quasi a darsi l un l altro l imprimatur su quello che fanno. E questo avviene in un Paese dove 85,67% si dichiara cattolico. C è qualcosa che non quadra nella questione. Giuseppe Delmonte (Cuneo) 14

17 I fatti denunciati in questi giorni, a cui la lettera fa riferimento, li conoscevo, ma non mi era mai venuto spontaneo il commento, la considerazione del lettore. Lì per lì mi era sembrata lapalissiana. Poi la banalità della prima impressione è scomparsa, ed ho condiviso lo sconforto dell autore. Ne avevo parlato tra commensali della mia piccola comunità sacerdotale; ma neanche loro avevano commentato così l affermazione del presidente della Corte dei Conti, sul dilagare della corruzione. GLI EX ALLIEVI DELLE NOSTRE PASTORALI Doveva arrivare questa voce da Cuneo ( Ma che cosa può venire di buono da Cuneo? Quanto abbiamo celiato nel nostro vecchio Piemonte sui cuneesi che afferrano per ultimi e arrivano sempre dopo! Occorre fare doverosa ammenda). Se in Italia i battezzati sono il 90 % e l 85% dei cristiani si dichiara cattolico... Se l Italia pullula di corrotti ed altrettanti corruttori... mica saranno tutti o in maggioranza parte di quello striminzito 10% di non battezzati. Dice Mons. De La Palisse: No! Numeri alla mano, la maggioranza dei corrotti e corruttori sono cristiani e cattolici. È vero che tanti battezzati sono atei pratici di ritorno. Questo affonda ancor più il coltello nella piaga: chi vi obbliga a battezzarli? In età evolutiva, grandissima parte sono stati oggetto delle cure pastorali della Chiesa cattolica. C è qualcosa che non quadra nella questione. Caro Signor Giuseppe di Cuneo, questo sarà pure lapalissiano ma è la sacrosanta verità. Qual è la reazione di noi, preti e laici finalmente insieme protagonisti della missione della Chiesa, quando sentiamo parlare dei nostri ex alunni : evasori fiscali micro o macro; non c è un opera pubblica in Italia senza buste o percentuali per amministratori e politici; non c è appalto senza trucco, dalla Val Pusteria di Bolzano alla Valle dei Templi di Agrigento, passando per le immacolate Venezia, Milano e Torino. In terminabili elenchi di splendidi professionisti, capitani di industria, attori e cantanti di destra o di sinistra: nomi eccellenti tra i depositari di sontuosi capitali nelle banche svizzere e nei paradisi fiscali. Il colmo è stato raggiunto quando abbiamo saputo che dei dirigenti lucravano sugli aiuti raccolti per i disperati italiani o stranieri, dei centri di accoglienza o assistenza. Il Grillo Purificatore ha detto che Gino Paoli non può certo aver frodato il fisco portando milioni in Svizzera, perché è un suo amico. Come criterio di innocenza non è gran che; anzi conferma la teoria 15

18 degli amici più amici, applicata anche dai Grandi Purificatori e Rigeneratori. SIGNORE, TROVERAI 50 GIUSTI NELLA CITTA? Mentre scrivo, i giornali sono pieni di lodi ed ammirazione per tale Michele Ferrero, gran capitano d industria, padre della Nutella e di quant altre cose buone. Che ne abbiano trovato uno giusto; l ultimo dei giusti? (Ed era di Cuneo provincia...) Ma no; sono molti di più i giusti. Però...il presidente della Corte dei Conti... Dunque sarà bene che ci interroghiamo su questi ex alunni. Alla nostra scuola viene insegnata, inculcata, la onestà nelle relazioni pubbliche? Con quanta tenacia e forza persuasiva? Più della devozione dei primi 9 venerdì? La prossima volta che si discuterà se inserire o no le radici cristiane tra le fonti della civiltà europea, bisognerà pensarci bene. Visti gli alberi e la foresta cresciuti. È meglio che ne menino vanto e le rivendichino gli illuministi, scientisti, filosofi del progresso storico ineluttabile e via discorrendo. L albero della corruzione accanto all albero dell individualismo, dell egoismo di classe, dello sfruttamento degli uomini, dello scempio delle risorse naturali. La foresta della grande civiltà europea è in pieno sviluppo. Le radici cristiane ci sono state: sono seccate? Hanno esaurito la forza vitale, la capacità trasformatrice della società? Anche su questo ha ragione il signor Giuseppe di Cuneo a sollevare i suoi dubbi. LE CATTIVE COMPAGNIE DEI VESCOVI E DEI PRETI Alla successiva graffiante osservazione c ero arrivato anch io, più volte. Quasi per scherzo, durante i servizi televisivi sulle solenni parate dei Vip al Quirinale, agli alti luoghi della politica, agli eventi culturali, alla inaugurazione degli anni giudiziari, accademici, alle sfilate delle autorità che accolgono le autorità straniere, io conto gli zucchetti porpora o violacei che si intravedono nel colore grigio dei vestiti eleganti. Oltre le poche donne sgargianti, si distinguono subito le divise militari e i vescovi o cardinali. Sorriso scambiato tra confratelli commensali: vedi che hanno poco da fare! Perché sono presenti i prelati? Dicono sia colpa del card. Ruini e del suo progetto culturale, che dava grande importanza alla rappresentanza della Chiesa dovunque. Presenzialismo invece che evangelizzazione? Il buon cardinale Anastasio Ballestrero quando riceveva gli inviti, li dirottava nei limiti del possibile al vicario Generale: Peradotto vai tu! Guardando quelle poltrone, gli evangelici primi posti, davanti alla 16

19 platea tutta, tenendo conto delle statistiche che hanno aperto questo scritto, con estrema facilità può accadere quanto indicato dal lettore di Cuneo: in prima fila ci sono corrotti e corruttori. Viene richiesta la presenza di vescovi e cardinali, fianco a fianco, quasi a darsi l imprimatur su quello che fanno. Più in piccolo, anche noi preti, nei nostri saloni parrocchiali o comunali, delle circoscrizioni cittadine, negli eventi a nostra portata, nei solenni banchetti di feste ed inaugurazioni, nelle frequentazioni amicali, possiamo correre il medesimo pericolo, di concedere involontari imprimatur. LE PERIFERIE MORALI Qualcuno, riprendendo una parola cara a Papa Francesco, parla in continuazione della evangelizzazione delle periferie, della Chiesa in uscita. È giustissimo. Occorre dare il giusto significato a periferia. Sono certo quelle delle grandi città, i disumani agglomerati delle megalopoli, le fasce più deboli della popolazione che subiscono esclusioni, emarginazioni da servizi sociali e culturali, perfino ecclesiali. Usciamo di Chiesa ed andiamo nelle periferie. Il discorso della corruzione costringe ad ammettere che sono periferie anche il centro città, il centro direzionale, o palazzi della cultura dominante e del potere finanziario o mediatico. Sono periferie morali; da evangelizzare, come quelle della povertà e dei servizi disastrati. Ad ognuno il suo degrado. Il nostro tempo rivela un rapporto discretamente facile tra la Chiesa istituzione e la società nella sua complessità. Maggiore è il rischio della omologazione. Come è difficile il rapporto tra società contemporanea e la Chiesa nella sua missione: nel mondo ma non del mondo. E se fosse impossibile? Tu Papa Francesco che ne dici? Sono due anni che non parlo d altro! Ci siamo assuefatti anche ai discorsi mattutini di Santa Marta. Don Lello Birolo NECROLOGIO Anna TOLA ROMA Amica di betania dal 1992 (TO) Elda BORIOLI FONTOLAN MILANO Amica di Betania dal

20 BEATA LA DONNA Beata la donna chiamata a trasmettere e a custodire la vita in maniera umile e grande. Beata quando in lei e attorno a lei accoglie, fa crescere e protegge la vita. 1 Il 14 maggio 2010 papa Benedetto XVI terminava il viaggio apostolico in Portogallo nel 10 anniversario della beatificazione dei pastorelli Francesco Marto (memoria liturgica il 4 aprile) e di sua sorella Giacinta (memoria li turgica il 20 febbraio), testimoni delle apparizioni della Beata Vergine a Fatima. 2 Due giorni prima nella Chiesa della Ss.ma Trinità di Fatima il ponte fice affidava e consacrava i sa cerdoti al Cuore Immacolato di Maria con un atto bellissimo nel quale riconosce la presenza materna e amorosa della madre di Dio 1 Giuliana Quaglini 2 Il primo insegnamento della Santa Vergine a Fatima è il ricordo della realtà del Cielo. Dio ci ha messi al mondo perché Lo conosciamo, Lo amiamo e Lo serviamo, e giungiamo così al Paradiso. Coloro che muoiono nella grazia e nell amicizia di Dio, e che sono perfettamente purificati, entrano in Cielo, dove sono per sempre simili a Dio, perché Lo vedono così come egli è (1 Giov. 3, 2), a faccia a faccia (ved. 1 Cor. 13, 12). (...). La speranza del Cielo ci insegna che la vera felicità non risiede nella ricchezza o nel benessere, nè nella gloria umana o nel potere, nè in alcuna opera umana, per quanto sia utile, come le scienze, le tecniche e le arti, e neppure in nessuna creatura, ma in Dio solo, fonte di ogni bene e di ogni amore. «Solo Dio sazia», dice san Tommaso d Aquino. Dopo aver rinsaldato i fanciulli con la promessa inestimabile del Cielo, la Signora li introduce nel mistero della Redenzione cui, con una delicatezza estrema, chiede loro di aderire: «Volete offrirvi a Dio per fare sacrifici ed accettare volentieri tutte le sofferenze che vorrà mandarvi per riparare i peccati che offendono la di lui divina Maestà? Volete soffrire per ottenere la conversione dei peccatori, per riparare le bestemmie e tutte le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria? Sì, vogliamo! risponde Lucia. Soffrirete molto, ma la grazia di Dio vi assisterà e vi sosterrà sempre». Così parlando, l Apparizione apre le mani e questo gesto riversa sui veggenti un fascio di luce misteriosa, che, penetrando nelle loro anime, fa veder loro se stessi in Dio dalla Lettera spirituale del 23 ottobre 2001 Dom Antoine Marie osb. Abbazia San Giuseppe di Clairval F Flavigny-sur-Ozerain Francia. 18

21 anche nei nostri giorni. Pieno di stupore e di gratitudine per la tua continua presenza in mezzo a noi, a nome di tutti i sacerdoti, anch io voglio esclamare: a che cosa devo che la Madre del mio Signore venga a me? (Lc 1,43) 3 Oltre alla vicinanza di date tra le apparizioni di Fatima, e la morte di madre Luisa Margherita notiamo anche che il 2010 è stato l anno centenario della pubblicazione del suo scritto più famoso: Il Sacro Cuore e il sacerdozio. Come la Beata Vergine Maria anche la venerabile madre Luisa Margherita è stata chiamata a trasmettere, far crescere e custodire il più necessario dono di vita: la vita sacerdotale. Innanzitutto la vita sacerdotale di nostro Signore Gesù Cristo e poi quella di coloro che Egli ha voluto associare in modo particolare alla sua missione. Come i pastorelli anche la nostra cara madre si è offerta e ha sofferto soste nuta dalla grazia di Dio. Manca solo il riconoscimento della simile missione. Vogliamo ora proporre alcune considerazioni su una delle preghiere per i sacerdoti che troviamo ne Il Sacro Cuore e il Sacerdozio. Jesus Pontife éternel - Pontefice eterno, Così lo invoca la venerabile nella preghiera che ancor oggi quotidianamente si eleva da Vische nel Santua rio del Sacro Cuore. Vous qui, - continua la preghiera - dans un incomparable élan d amour pour les hommes, vos frères, avez laissé jaillir de votre Sacré-Coeur le Sacerdoce chrétien, daignez continuer a verser dans vos prétres les flots vivifiants de l Amour Infini. 4 La riforma liturgica ha preferito il titolo di Sommo ed eterno sacerdote 3 ATTO DI AFFIDAMENTO E CONSACRAZIONE DEI SACERDOTI AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA. PREGHIERA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI. Chiesa SS.ma Trinità Fatima. Mercoledì, 12 maggio Al termine voi utilizzato dalla venerabile è stata preferita la traduzione con il tu. Possiamo pertanto tradurre Tu che in un incomparabile slancio d amore per gli uomini, tuoi fratelli, hai lasciato sgorgare dal tuo Sacro Cuore il sacerdozio cristiano, degnati di continuare a versare nei tuoi sacerdoti i flutti, le onde vivificanti dell Amore infinito. 19

22 a quello di pontefice eterno 5, che è tuttavia ancora presente nella liturgia in qualche orazione e prefazio. Dal Sacerdote eterno lo sguardo di madre Luisa Margherita si posa sui suoi collaboratori e diviene preghiera per essi: Vivi in essi, trasformali in Te; rendili, per mezzo della tua grazia, gli strumenti della tua misericordia; agisci in loro e per mezzo loro e fa che, dopo essersi completamente rivestiti di Te, essi compiano in tuo nome e per la forza del tuo spirito, le opere che tu stesso hai compiuto per la salvezza del mondo. 6 Ci piace concludere offrendo il testo della preghiera di papa Benedetto, 7 bellissima preghiera del sacerdote, quasi atteso risveglio di coscienza sacerdotale dopo cento anni di preghiera. Madre Immacolata, in questo luogo di grazia, convocati dall amore del Figlio tuo Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote, noi, figli nel Figlio e suoi sacerdoti, ci consacriamo al tuo Cuore materno, per compiere con fedeltà la Volontà del Padre. Siamo consapevoli che, senza Gesù, non possiamo fare nulla di buono (cfr Gv 15,5) e che, solo per Lui, con Lui ed in Lui, saremo per il mondo strumenti di salvezza. Sposa dello Spirito Santo, ottienici l inestimabile dono della trasformazione in Cristo. Per la stessa potenza dello Spirito che, estendendo su di Te la sua ombra, ti rese Madre del Salvatore, aiutaci affinché Cristo, tuo Figlio, nasca anche in noi. Possa così la Chiesa essere rinnovata da santi sacerdoti, trasfigurati dalla grazia di Colui che fa nuove tutte le cose. Madre di Misericordia, è stato il tuo Figlio Gesù che ci ha chiamati a diventare come Lui: luce del mondo e sale della terra (cfr Mt 5, 13-14). Aiutaci, con la tua potente intercessione, a non venir mai meno a questa sublime vocazione, a non cedere ai nostri egoismi, alle lusinghe del mondo ed alle suggestioni del Maligno. 5 Per un approfondimento del termine è utile la lettura della Bibbia nella Lettera agli Ebrei. 6 Vivez en eux, transformez-les en vous; rendez-les, par votre gràce, les instruments de vos miséricordes; agissez en eux et par eux, et faites, après s étre tout revétus de vous ( ) ils opèrent, en votre nom et par la force de votre esprit, les oeuvres que vous avez accomplies vous-meme pour la salut du monde (...) 7 Atto di affidamento, ibid. 20

23 Preservaci con la tua purezza, custodiscici con la tua umiltà e avvolgici col tuo amore materno, che si riflette in tante anime a te consacrate diventate per noi autentiche madri spirituali. Madre della Chiesa, noi, sacerdoti, vogliamo essere pastori che non pascolano se stessi, ma si donano a Dio per i fratelli, trovando in questo la loro felicità. Non solo a parole, ma con la vita, vogliamo ripetere umilmente, giorno per giorno, il nostro eccomi. Guidati da te, vogliamo essere Apostoli della Divina Misericordia, lieti di celebrare ogni giorno il Santo Sacrificio dell Altare e di offrire a quanti ce lo chiedono il sacramento della Riconciliazione. Avvocata e Mediatrice della grazia, tu che sei tutta immersa nell unica mediazione universale di Cristo, invoca da Dio, per noi, un cuore completamente rinnovato, che ami Dio con tutte le proprie forze e serva l umanità come hai fatto tu. Ripeti al Signore l efficace tua parola: non hanno più vino (Gv 2,3), affinché il Padre e il Figlio riversino su di noi, come in una nuova effusione, lo Spirito Santo. Pieno di stupore e di gratitudine per la tua continua presenza in mezzo a noi, a nome di tutti i sacerdoti, anch io voglio esclamare: a che cosa devo che la Madre del mio Signore venga a me? (Lc 1,43) Madre nostra da sempre, non ti stancare di visitarci, di consolarci, di sostenerci. Vieni in nostro soccorso e liberaci da ogni pericolo che incombe su di noi. Con questo atto di affidamento e di consacrazione, vogliamo accoglierti in modo più profondo e radicale, per sempre e totalmente, nella nostra esistenza umana e sacerdotale. La tua presenza faccia rifiorire il deserto delle nostre solitudini e brillare il sole sulle nostre oscurità, faccia tornare la calma dopo la tempesta, affinché ogni uomo veda la salvezza del Signore, che ha il nome e il volto di Gesù, riflesso nei nostri cuori, per sempre uniti al tuo! Così sia! Benedetto XVI Annalisa M. 21

24 Madre Luisa Margherita e me UNA GIOVANE LEGGE IL DIARIO INTIMO Proseguendo il mio viaggio attraverso gli scritti di madre Luisa Margherita, in occasione del primo centenario della sua morte, ho seguito il consiglio delle suore di Betania. Dopo l Autobiografia, era quindi naturale che mi confrontassi col Diario Intimo, per continuare a riconoscere cosa potessi avere in comune con la sua autrice. In tutta sincerità, ammetto che non è stata una lettura facile, forse per la natura frammentaria del libro, composto da tre fonti diverse, o per i cambiamenti nello stile, che passa da un iniziale riflessione su testi di spiritualità fino ad essere espressione di un messaggio genuino, riferito da nostro Signore stesso. Eppure, non mi sono fermata, volendo comprendere fino in fondo quanto Lui aveva da dire alla Sua sposa e, attraverso di lei, a tutti i sacerdoti. Nelle Note stese dal 1890 al 1892 ho ritrovato quanto avevo già letto nell autobiografia: la giovane Margherita aveva un continuo desiderio di perfezionarsi, di mettersi alla scuola del Maestro che aveva iniziato ad attrarla. In particolare, ho trovato molto curiosa la pagina in cui lei rinuncia per sempre ai gioielli con cui amava adornarsi, dimenticando sono parole sue il Creatore per piacere alle creature. Evidentemente, la sua era una reazione di rigetto verso il mondo che non l attirava più, dopo aver riscoperto il nucleo della fede che, sino ad allora, viveva in maniera abitudinaria. Il suo grido finale, «Che ne ho fatto delle primizie della mia giovinezza?», risuona spesso anche in me. Ho a volte l impressione di non essermi spesa a sufficienza per i grandi ideali che il Santo Padre indica ripetutamente ai giovani, trincerandomi dietro un tentativo annacquato di praticare le virtù cristiane. Spero di avere ancora tempo per riprendere con uno slancio maggiore. 22

25 Uno strumento che reputo fondamentale per verificare i miei progressi, ma anche gli intoppi, nel cammino della vita è il diario spirituale, che tengo da quando avevo quindici anni. Dopo aver esaurito il primo quaderno, dono dell educatrice del gruppo adolescenti della mia parrocchia d origine, ho proseguito con altri venti, uno dei quali è quasi integralmente dedicato alla mia autobiografia dalla nascita fino ai vent anni. Anch io ho delle note sparse, prese su foglietti ricevuti in qualche incontro di preghiera: ogni tanto, scherzando, ammetto che dovrei raccoglierle per facilitare il lavoro di chi, un giorno, volesse pubblicare i miei scritti! Ci sono pagine che torno a rileggere, a svariati anni di distanza. Spesso riscontro una certa ingenuità nel guardare agli eventi, oppure mi rammarico per non essermi accorta prima della sofferenza di chi mi stava attorno. Se sono quella che sono, comunque, lo devo grazie agli incontri, alle parole buone e a quelle meno buone, ma anche alle piccole luci che Dio ha suscitato dentro di me. Beninteso, non ho mai sentito voci soprannaturali, però credo che, in piccola parte, mi sia accaduto quello che la Madre ha registrato nelle sue note. Condivido con lei la necessità di ribadire, anzitutto a me stessa, che voglio credere a tutto quello che la Chiesa insegna. Dal voglio, però, come mi ha detto tempo fa una religiosa missionaria di un altra Congregazione, bisogna passare a quel che Dio vuole: penso che, pian piano, madre Luisa Margherita ne abbia capito il peso, particolarmente negli anni dell esilio. Sono rimasta inoltre ammirata dal fatto che, nonostante stesse ricevendo sempre maggiori istruzioni sul messaggio di cui doveva farsi portavoce, si sentisse costantemente parte della Visitazione di Santa Maria, figlia spirituale di san Francesco di Sales e di santa Giovanna Francesca di Chantal. Anch io nutro una particolare gratitudine verso quelle monache, che conoscevo di fama, ma che ho incontrato direttamente nel monastero che hanno nella mia città, approfittando dell Adorazione Eucaristica aperta al popolo nei primi venerdì del mese. 23

26 Procedendo lungo le pagine dove la missione di annunciare ai sacerdoti le grandezze dell Amore Infinito si fa man mano più chiara, ho ricordato come ho compreso, nella mia vita, la necessità d impegnarmi per loro. Avevo da poco partecipato alla terza Messa di un novello sacerdote, nel giugno 2007, e stavo conversando con le suore che avevano ospitato la celebrazione, quando mi sono tornate alla mente le parole che il giovane assistente del mio oratorio (a Milano colui che si occupa della Pastorale Giovanile nelle parrocchie si chiama così) mi aveva rivolto tempo addietro, dopo che l avevo inseguito per chiedergli di confessarmi: «Tu mi ricordi che io sono un prete!». Di lì a poco, non si sentì più tale e lasciò la parrocchia. Nel ricordare quell espressione, ho preso un solenne impegno: avrei fatto il possibile perché ogni sacerdote, particolarmente quelli che avrei incontrato, non dimenticasse mai la propria missione fondamentale. I mezzi che ho impiegato sono stati spesso fraintesi, perfino quando, per chiedere di pregare per me, lasciavo al malcapitato prete incontrato in libreria o in qualche altra circostanza un immaginetta di madre Luisa Margherita o del Gesù Misericordioso da lei dipinto, garantendone l approvazione ecclesiastica. Altre volte sono stata messa in guardia dall esternare questo mio trasporto, perché non tutti avrebbero compreso le mie buone intenzioni. Così è stato quando mi è stato fatto presente che l affetto che sento tuttora verso i presbiteri recentemente ordinati e i seminaristi si stava trasformando in un attaccamento dannoso per me e per loro. Ciò nonostante, sento davvero di non doverlo cancellare, perché per me, come lasciò scritto la nostra Venerabile, è un dono dell Amore Infinito. In conclusione, penso che consiglierei la lettura del Diario Intimo soprattutto ai giovani sacerdoti più che ai loro coetanei laici, perché comprendano cosa possa accadere in un anima che si senta investita del compito di pregare e operare per loro. Emilia Flocchini 24

27 OSSERVATORIO Religiosi, svegliate il mondo!. Il Santo Padre ha indetto dal 30 novembre 2014 al 2 febbraio 2016 l anno della vita religiosa consacrata. Che cosa significa? Che cosa si attende il Papa? Certo, non si può fare a meno di rimarcare la coincidenza, per Betania, con il centenario della morte della Madre Luisa Margherita. I cinquant anni trascorsi dal Concilio hanno permesso di cogliere nella giusta luce il dono della vita consacrata. Ed il Papa si rivolge ai consacrati ed alle consacrate del mondo non solo come vescovo di Roma e pastore della Chiesa universale, ma come lui stesso consacrato, nella famiglia religiosa della Società di Gesù. Uno con cui è facile intendersi. Gli obiettivi che il Papa indica per l anno hanno a che fare con le fondamentali coordinate del tempo cui è soggetta ogni esperienza umana e religiosa. Innanzi tutto, il riferimento al passato comporta la memoria delle origini, il recupero del carisma originario, e perciò raccontare la propria storia per tenere viva l identità, per rinsaldare l unità della famiglia. L osservazione è più che pertinente, in questo 2015, per Betania, e per tutta l Opera dell Amore Infinito. L inizio contiene, sia pure in germe, il carisma, il dono dello Spirito, che va sempre di nuovo riscoperto nelle svariate vicende storiche. Niente archeologie o nostalgie, raccomanda il Papa, ma ripercorrere il cammino delle generazioni per cogliere in esso la scintilla ispiratrice. Memoria viva del passato, ma vivere il presente con passione, raccomanda il Papa. C è un tratto comune a tutte le esperienze di consacrazione, fin dall origini del monachesimo: la vocazione dello Spirito a seguire Cristo. In tal senso il vangelo è la regola fondamentale, prima di tutte le regole e gli ordinamenti statutari. L anno della vita religiosa è il momento in cui interrogarsi sulla fedeltà alla propria missione, che è poi fedeltà a Cristo il primo e l unico amore. La mistica della comunione con Cristo deve diventare mistica dell incontro, della fraternità fra confratelli e consorelle. Davanti a tante difficoltà riduzione dei numeri, invecchiamento, difficoltà economiche a tenere in piedi strutture onerose il rischio è il venir meno della speranza. Ma, ricorda il papa Francesco, la nostra speranza non si fonda sui numeri e sulle opere, ma su Colui nel quale abbiamo riposto 25

28 la nostra fiducia. Di qui la raccomandazione del Pontefice ad abbracciare il futuro con speranza. A questo punto, il Papa segnala alcune sue attese per l anno. Innanzi tutto, che la presenza dei religiosi e delle religiose sia una presenza gioiosa, di persone che hanno il cuore ricolmo della felicità che viene da Dio. Una presenza capace di far discernere le radici della vera gioia, che non stanno nel culto dell efficienza, del salutismo, del successo, ma in ciò che afferma la Scrittura: Quando sono debole, è allora che sono forte! (2 Cor 12,10). Una gioia capace di suscitare attrazione per quanto di bello c è nel seguire Cristo e nell attuare il suo vangelo. La seconda raccomandazione consiste nello svegliare il mondo. È la profezia la forza di operare un risveglio che è recupero di valori perduti, o dimenticati. Il religioso è profeta, sentinella capace di anticipare l alba anche durante la notte fonda. Il religioso è altro, rispetto alla mentalità mondana, non perché suscita utopie, ma perché crea luoghi altri, diversi, dove si pratica l accoglienza della diversità, e l amore reciproco. Le esperienze di comunione che ne devono derivare fanno oggi i conti con realtà inedite. Ad esempio, l incontro, sotto il tetto dello stesso monastero, di culture diverse, in un contesto sempre più internazionale. Ma il papa auspica una sinergia fra differenti vocazioni, fino ad arrivare al piano ecumenico. C è un ecumenismo che passa anche attraverso la vita religiosa consacrata, a cominciare dal tesoro del monachesimo orientale. Ed anche un contagio positivo che dalla famiglia consacrata si estende fino alla famiglia carismatica, più ampia, fatta anche di laici che si ispirano alla stessa corrente di spiritualità. Il papa non lascia mancare anche stavolta l invito ad uscire verso le periferie. Un invito che va riferito alla natura della comunità religiosa. Per tutti vale l invito a muoversi in orizzonti più ampi: a non ripiegarsi su se stessi, a non lasciarsi asfissiare dalle piccole beghe di casa. A snellire strutture e ad utilizzare i grandi edifici per finalità differenti, dell evangelizzazione e della carità. Insomma, una revisione di vita che liberi e manifesti la bellezza di una vita totalmente vissuta nella sequela di Gesù e nella fedeltà creativa al suo Spirito. Don Piero Agrano 26

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