UN ANALISI ECONOMICA E SOCIALE

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1 UN ANALISI ECONOMICA E SOCIALE DELLA VALLE DEL CHIESE A cura di Vincenzo Bertozzi Ottobre 1999

2 Il territorio L area della Valle del Chiese comprende 15 comuni e precisamente: Bersone, Bondo, Bondone, Brione, Castel Condino, Cimego, Condino, Daone, Lardaro, Pieve di Bono, Praso, Prezzo, Roncone, Storo e Tiarno di Sopra. Soltanto il comune di Tiarno di Sopra non appartiene geograficamente ed amministrativamente al comprensorio delle Valli Giudicarie, ma è aggregato agli altri comuni della Valle del Chiese in quanto vanta una parte del proprio territorio nel bacino imbrifero del Chiese. Si tratta di una tipica valle di montagna che si estende da Bondo al Lago d Idro, nel Trentino occidentale. E caratterizzata da un fondovalle piuttosto stretto nella prima parte, da Bondo a Condino, e successivamente si allarga a formare la piana di Condino e Storo La superficie complessiva della Valle è di poco inferiore ai 439 kmq. e rappresenta circa il 7% della superficie provinciale. L altitudine delle abitazioni varia dai 409 metri del comune di Storo agli 893 metri del comune di Brione, con un 20% circa della popolazione che risiede oltre gli 800 metri. I comuni non appaiono particolarmente frazionati sul territorio: la maggior parte di essi risulta costituita da non più di 3 centri o nuclei abitati, soltanto nei comuni di Pieve di Bono e Storo il territorio è suddiviso in 6 località abitate (rispetto ad una media provinciale di 5 località abitate per comune). Quello della frammentarietà dei comuni sul territorio è certamente un aspetto da non trascurare, in considerazione anche della fornitura efficiente di molti servizi.

3 La popolazione residente Alla fine del 1998 la popolazione residente nella Valle del Chiese ammontava a persone e corrispondeva al 2,9% della popolazione provinciale. Nell arco di tempo intercorso tra il primo censimento del dopoguerra (1951) e l ultimo del 1991 la popolazione della Valle del Chiese ha avuto un andamento dapprima crescente, nel decennio , per poi tornare a valori prossimi a quelli del 1951, con un incremento complessivo nel quarantennio pari soltanto al 4%. Soltanto negli ultimi anni si è assistito ad una ripresa demografica più marcata, con un tasso di incremento pari al 3,7% nel periodo Diversa è apparsa la dinamica demografica negli stessi periodi a livello provinciale, dove tra il 1951 ed il 1991 la popolazione è cresciuta del 14%, mentre nel periodo l incremento è stato pari al 4,5%. Le variazioni non sono state ovviamente omogenee in tutti i comuni della Valle, ma a fronte di alcuni comuni che hanno visto ridurre considerevolmente, nell arco di tempo intercorso tra il 1951 e il 1998, la propria popolazione Castel Condino (-46%), Brione (-37%), Prezzo (-34%), ve ne sono alcuni nei quali si è assistito ad un consistente incremento demografico Storo (+42%), Tiarno di Sopra (+27%). I tassi demografici nel triennio Per interpretare l andamento della popolazione nel tempo è necessario tenere presente che la sua dinamica è la risultante di un complesso di fenomeni naturali, come le nascite e le morti, oltre che di fenomeni sociali di mobilità della popolazione definibili come flussi migratori di iscrizione e di cancellazione anagrafica. Il rapporto tra queste quattro variabili e la popolazione residente ci 3

4 permette di costruire dei tassi demografici in grado di spiegare il contributo di ogni fattore alla dinamica demografica. Limitando l analisi solo al periodo più recente, contraddistinto da una crescita demografica relativamente consistente nella Valle (l aumento della popolazione in sette anni è sostanzialmente uguale a quello registrato nell arco di un cinquantennio) e nella maggior parte dei comuni che la compongono, si nota, innanzitutto, che il tasso di natalità è pari a 10,3 nati ogni mille abitanti ed è uguale all analogo tasso calcolato a livello provinciale. Molto simili risultano anche i tassi di mortalità: 9,9 morti ogni mille abitanti in Valle del Chiese, rispetto ai 9,7 morti ogni mille abitanti nell intera provincia. La differenza tra la natalità e la mortalità determina il saldo naturale. Lo stesso risulta positivo anche se assai prossimo allo zero: risulta infatti pari allo 0,4 per mille abitanti, a fronte di un saldo naturale pari allo 0,6 per mille abitanti a livello provinciale. Ciò significa che il movimento naturale positivo (esubero delle nascite rispetto ai decessi) incide sull incremento demografico della Valle in termini assai modesti ed in modo simile a quanto avviene a livello di intera provincia. Questo risultato medio moderatamente positivo per la Valle del Chiese impone una attenta lettura degli stessi indici a livello comunale: sono infatti ben 8 i comuni con saldo naturale negativo, ovvero con un numero di decessi nel triennio superiore al numero delle nascite. Situazioni di questo tipo possono diventare pericolose nel lungo periodo per le conseguenze sociali ed economiche che possono derivare da un costante decremento ed invecchiamento della popolazione, non contrastato, almeno in parte, da un saldo migratorio positivo. L incremento della popolazione è spiegato, infatti, solo in parte dalla dinamica dei fenomeni naturali: su di esso incidono infatti anche gli aspetti sociali rappresentati da immigrazione ed emigrazione. Entrambi questi tassi risultano abbastanza contenuti in Valle del Chiese, rispetto a quanto avviene a livello provinciale, con 17,4 iscritti nelle anagrafi dei comuni della Valle ogni 4

5 mille residenti e 14,6 cancellati ogni mille residenti. Il saldo migratorio (differenza tra iscritti e cancellati) risulta pertanto positivo e pari a 2,8 per mille abitanti, rispetto ad un tasso pari a 5,7 per mille abitanti registrato a livello provinciale. La lettura combinata di questi indici mostra che sia la Valle del Chiese che la provincia nel suo complesso devono l incremento della popolazione registrato nell ultimo periodo sia agli aspetti naturali che a quelli sociali. Premesso che, come visto, nella Valle del Chiese il tasso di incremento della popolazione è risultato negli ultimi anni più modesto di quello registrato a livello provinciale, in entrambe le aree è prevalente l apporto derivante dall esubero delle iscrizioni rispetto alle cancellazioni anagrafiche, e quindi la popolazione aumenta soprattutto per effetto delle immigrazioni dal resto dell Italia e dall estero, piuttosto che per effetto di un esubero delle nascite rispetto ai decessi. Possono destare qualche preoccupazione comuni come Daone o Pieve di Bono, caratterizzati da un saldo naturale negativo a cui si associa un saldo sociale negativo, con una perdita di popolazione difficile da contrastare. La popolazione per classi di età Il diverso peso che i fattori naturali (nascite e decessi) e sociali (iscrizioni e cancellazioni) hanno nel determinare la dinamica della popolazione si riflette anche sulla struttura per età della popolazione stessa. Se è vero che il saldo naturale nella Valle del Chiese è moderatamente positivo, è anche vero che in alcuni comuni tale tasso è decisamente elevato e molto superiore alla media provinciale. Questo tasso, accompagnato da un tasso di immigrazione elevato e da un tasso di emigrazione modesto, determina una struttura della popolazione della Valle del Chiese relativamente più giovane rispetto a quella della provincia. La popolazione fino a 14 anni incide nella Valle per circa il 16% a fronte del 14,7% dell intera provincia. Anche la fascia di età compresa fra i 15 ed i 19 5

6 anni è maggiormente rappresentata in Valle del Chiese, mentre, ovviamente, nelle altre fasce centrali ed anziane l incidenza relativa è superiore in provincia. Alcuni indicatori demografici Alcuni semplici indicatori possono aiutare a capire meglio la struttura per età della popolazione e le peculiarità della Valle del Chiese rispetto alla situazione media provinciale. Innanzitutto l indice di vecchiaia, vale a dire il rapporto percentuale tra la popolazione con 65 anni e oltre e quella tra 0 e 14 anni, è un indicatore che permette di apprezzare l incidenza della popolazione, convenzionalmente definibile come anziana, su quella giovane. I valori superiori a 100 denotano uno squilibrio, nel senso di un maggior peso degli appartenenti alla cosiddetta terza età. Questo indicatore rimarca in modo molto esplicito quanto notato in precedenza, ovvero che la struttura per età della popolazione è relativamente più giovane in Valle del Chiese rispetto alla situazione provinciale. Altro indicatore comunemente utilizzato è l indice di sostituzione o di ricambio, vale a dire il rapporto tra coloro che stanno per uscire dalla popolazione attiva (classe di età anni) e coloro che stanno per entrarvi (classe di età anni), restando inteso che valori intorno al 100 per cento rappresentano una situazione di perfetto equilibrio. Logicamente bisogna considerare che l indice di ricambio si basa esclusivamente sulla struttura per età della popolazione, senza tener conto delle complesse dinamiche sottostanti il mercato del lavoro. Il valore assunto dalla Valle del Chiese è molto prossimo al 100 e ciò fa pensare alla possibilità di un collocamento abbastanza agevole della forza lavoro all interno della Valle. Il valore appare marcatamente inferiore rispetto al dato medio provinciale, ma su questo risultato influisce in modo significativo la situazione di alcuni comuni, in particolare Tiarno di Sopra, Roncone, Brione, in cui la presenza dei giovani è decisamente superiore a quella degli anziani. 6

7 Infine l indice di carico sociale: esso esprime, in termini percentuali, la parte di popolazione che in linea del tutto teorica dipende, perché giovanissima o anziana, da coloro che sono in età lavorativa. Va da sé che l indice viene perturbato dalle convenzioni sociali di un paese e dal suo grado di sviluppo, sia per fenomeni di precoce pensionamento sia per il protrarsi degli anni di studio o delle difficoltà occupazionali, per cui l area delle persone non autonome finisce, in realtà, per essere diversa. Nel 1998 il dato relativo alla Valle del Chiese appare positivo e pari al 49,3%: ne deriva che la quota di popolazione cosiddetta a carico (giovanissima o anziana) è circa la metà di quella in età lavorativa. Molto simile è il dato provinciale, pari al 48,1%. Il patrimonio abitativo I dati censuari sulle abitazioni, raccolti nel 1991, mostrano con evidenza come il patrimonio edilizio della Valle del Chiese sia affetto da una vetustà maggiore di quella che contraddistingue l intera provincia. Circa il 60% delle abitazioni è stato infatti realizzato prima del 1945 mentre poco più del 6% è stato realizzato nel decennio A livello provinciale le abitazioni costruite prima del 1945 sono il 41% mentre quelle costruite tra il 1981 e il 1991 sono poco meno del 10%. Da rilevare che sul totale delle abitazioni costruite prima del 1945 in tutta la provincia, quelle della Valle del Chiese rappresentano quasi il 4%. Non molto diversa appare la situazione con riferimento alle sole abitazioni occupate, sia per quanto riguarda la distribuzione interna alla Valle del Chiese, sia per quanto riguarda il rapporto con la provincia. Ancora più vetusto appare invece il patrimonio abitativo con riferimento alle sole abitazioni non occupate. Esse rappresentano il 37,5% dell intero patrimonio abitativo della zona, rispetto ad un valore medio provinciale pari al 35,1%. Tra questa tipologia di abitazioni quelle costruite prima del 1919 sono oltre il 42% e quelle realizzate prima del 1945 sono oltre il 61%, a fronte di un 7

8 dato provinciale pari rispettivamente al 33% e al del 40,5%. Viceversa, quelle costruite negli ultimi anni sono meno del 7%, contro una media provinciale superiore al 10%. Interessante a questo punto osservare la distribuzione delle abitazioni non occupate per motivi della non occupazione. Circa il 70% non sono occupate perché vengono utilizzate per vacanza, con punte superiori all 80% nei comuni di Bersone, Castel Condino, Daone, Tiarno di Sopra, mentre circa il 20% delle abitazioni non viene in alcun modo utilizzata. Circa l 11,5% delle abitazioni non occupate viene periodicamente utilizzata per lavoro, studio o altri motivi. Il raffronto del dato medio provinciale mostra una distribuzione dei motivi della non occupazione sostanzialmente analoga a quella della Valle del Chiese. Le nuove realizzazioni e le ristrutturazioni Nel periodo le abitazioni realizzate in nuove costruzioni hanno avuto in Valle del Chiese, come del resto in tutta la provincia, un andamento piuttosto altalenante. In complesso, negli anni considerati, sono state realizzate nella Valle del Chiese 129 nuove abitazioni, con una media di 22 nuove abitazioni all anno (i dati relativi al 1997 devono tuttavia considerarsi ancora provvisori ed incompleti). L attività edilizia della Valle appare comunque di entità abbastanza trascurabile, se si considera che essa rappresenta circa l 1% dell attività edilizia provinciale. In termini di incremento del patrimonio abitativo, l attività edilizia sviluppata negli ultimi sei anni ha rappresentato per la Valle del Chiese un incremento del 2,7%, a fronte di un aumento registrato nello stesso periodo a livello provinciale pari al 7,6%. Anche rispetto alla popolazione residente l incremento abitativo è stato contenuto, con meno di 10 nuovi alloggi ogni abitanti, rispetto ai 27 nuovi alloggi ogni abitanti realizzati nella 8

9 Negli ultimi anni si è proceduto non solo alla realizzazione di nuove abitazioni, ma anche alla ristrutturazione di quelle esistenti che, come detto, presentano un indice di vetustà piuttosto elevato. Attraverso interventi di risanamento sono state recuperate alcune delle vecchie abitazioni e sono stati ottenuti anche nuovi alloggi. Mediamente, attraverso questi interventi, si sono ottenuti circa 23 nuovi alloggi all anno nella zona della Valle del Chiese, che corrispondono al 2,3% circa dell attività di recupero registrata per l intera provincia. Rispetto al patrimonio abitativo esistente l incremento di alloggi ottenuto attraverso le ristrutturazioni rappresenta all incirca il 3%, non molto inferiore all incremento registrato a livello provinciale (3,6%). La popolazione attiva In occasione dell ultimo censimento generale della popolazione (ottobre 1991) i residenti attivi in condizione professionale (occupati e disoccupati) in Valle del Chiese ammontavano a unità, pari al 40,9% del totale della popolazione, una percentuale inferiore di circa un punto percentuale a quella provinciale (41,8%). Interessante notare la distribuzione della popolazione attiva per ramo di attività economica, in quanto marcatamente diversa per le due aree di raffronto. L agricoltura, spina dorsale di ogni economia nel passato, negli ultimi cinquant anni ha subito in Valle del Chiese colpi durissimi in favore dell industria e dei servizi. L economia della valle ha vissuto infatti negli ultimi anni uno sviluppo prettamente industriale, anche se la maggior parte delle imprese industriali ed artigiane lavora per conto di imprese esterne. Nei tre poli di Storo, Darzo e Condino, con appendici a Pieve di Bono e a Roncone, si sono concentrate decine di piccole e medie aziende, che danno lavoro a migliaia di residenti. Solo a partire dagli anni Ottanta l agricoltura è stata in parte recuperata, grazie anche allo sviluppo delle colture minori. 9

10 In termini percentuali nel 1991 risultava occupato in agricoltura il 4% della popolazione attiva rispetto al 53% della popolazione occupata nel settore industriale. Il resto della popolazione risultava occupata per il 17% nel settore commerciale e per il 26% in quello dei servizi, pubblici e privati. Il confronto con gli analoghi dati letti a livello provinciale mostra la maggiore occupazione nel settore industriale in Valle del Chiese (53 occupati ogni cento, rispetto ai 33 occupati ogni cento rilevati a livello provinciale), a scapito dell occupazione nel settore terziario, sia del commercio che dei servizi. Nell analisi di dettaglio spiccano le situazioni dei comuni di Bondone, Daone e Storo, nei quali la percentuale di occupati nel settore secondario è uguale o superiore al 60%. L agricoltura Nella Valle del Chiese l agricoltura negli ultimi decenni ha perso decisamente importanza, soppiantata da uno sviluppo artigianale ed industriale di grandi proporzioni. Non si trattava di una agricoltura ricca, ma di una tipica agricoltura di montagna, povera, quasi di sussistenza. Secondo i dati dell ultimo censimento generale dell agricoltura ( ), i terreni agricoli e boschivi della Valle del Chiese si estendono per ettari, pari al 67,9% della superficie complessiva della Valle ed al 6,2% della superficie agricola e boschiva dell intera provincia. Poco meno del 60% della superficie agricola e forestale della Valle del Chiese risulta a bosco, mentre la superficie agricola utilizzata risulta pari al 34%. A livello provinciale le corrispondenti superfici ammontano rispettivamente al 61% ed al 31%. La maggior parte (97%) della superficie agricola utilizzata della Valle del Chiese, che rappresenta la superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole, risulta costituita da prati permanenti e pascoli, situati per lo più ad alte quote, disseminati di case sparse, fienili di montagna e malghe. Sono invece estremamente modeste (rispettivamente

11 e 71 ettari) le superfici occupate da seminativi e da coltivazioni legnose agrarie. Tra le produzioni, da segnalare il grano, le fragole ed il castagno, coltura tipica della zona. Le aziende agricole presenti sul territorio della Valle del Chiese ammontano in occasione dell ultimo censimento dell agricoltura a e rappresentano il 3,5% delle aziende censite in tutta la provincia. La presenza di grandi estensioni di prati permanenti e pascoli determina una superficie media delle aziende circa doppia rispetto al valore provinciale. Se infatti in tutta la provincia la superficie agricola utilizzata media è pari a 4,2 ettari, nella Valle del Chiese questo valore diviene pari a 8 ettari. Non dimentichiamo, tuttavia, che la superficie investita da seminativi o colture legnose agrarie è, nella Valle, appena superiore ai 315 ettari, ripartita su aziende. L industria La struttura industriale della Valle del Chiese risulta costituita alla rilevazione censuaria del 1996 da 321 unità locali con addetti. Il peso percentuale rispetto al complesso della provincia è pari al 3,5% per quanto riguarda le unità locali, mentre è più rilevante per quanto riguarda gli addetti, che pesano per il 4,6%. Il settore secondario, caratterizzato dalla presenza di unità locali operanti per conto di imprese esterne alla provincia, ha subito nel corso degli ultimi anni contrazioni in termini sia di strutture produttive che di occupazione. Nell arco delle due ultime rilevazioni censuarie, ovvero nel periodo , le unità locali del settore si sono ridotte quasi del 17%, con un conseguente calo degli addetti superiore all 1%. Nello stesso periodo a livello provinciale le strutture produttive del settore secondario sono diminuite di poco meno del 12%, a cui ha fatto riscontro una perdita di occupazione pari al 2%. I settori maggiormente penalizzati in termini di strutture e di occupazione sono stati quelli dell estrazione dei minerali e della produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua. Per quanto riguarda, invece, il 11

12 settore manifatturiero, a fronte di una perdita di unità locali pari a circa il 5%, si è assistito ad un aumento dell occupazione prossimo al 3%, con una ristrutturazione del settore che ha visto aumentare la dimensione media delle imprese. Attualmente le principali attività si concentrano nel settore manifatturiero e nel settore delle costruzioni, che insieme rappresentano il 98% delle unità locali ed il 97% degli addetti della Valle del Chiese. Tra le principali attività manifatturiere si segnalano l industria meccanica e l industria del legno e dei prodotti in legno. Il fiume Chiese ha caratterizzato nel tempo lo sviluppo economico della Valle, fornendo l acqua per l irrigazione o l energia motrice per le imprese artigiane. L avvento dell energia elettrica ha segnato la svolta definitiva nell utilizzo delle acque del fiume e ha inciso nell assetto produttivo della Valle, favorendo la nascita di alcune imprese operanti nel settore della produzione e distribuzione di energia elettrica, che oggi vedono occupati circa 60 addetti. Considerando gli aspetti strutturali delle imprese, per la maggior parte si tratta di piccole e medie imprese. Soltanto 39 imprese della Valle del Chiese hanno una struttura occupazionale superiore ai 10 dipendenti e sono variamente distribuite nei diversi comuni della valle, con maggiori concentrazioni nella zona di Storo (20 imprese) e di Condino (9 imprese). Il fatto che anche la struttura produttiva provinciale sia caratterizzata dalla piccolamedia impresa fa si che le aziende della Valle del Chiese abbiano un peso non trascurabile nel contesto produttivo provinciale: esse rappresentano poco meno del 7% delle imprese da 11 a 20 dipendenti e circa il 22% delle imprese tra 21 e 50 dipendenti. Il terziario La struttura del settore terziario della Valle del Chiese, così come risulta dal censimento intermedio dell industria del 1996, appare abbastanza diversificata, sia in termini di unità locali che di addetti. Essa si compone di

13 unità locali e addetti che pesano, rispetto al contesto provinciale, rispettivamente per il 2% e per l 1,4%. Anche il settore del terziario (1) ha subito negli ultimi anni consistenti contrazioni sia in termini di unità produttive che di occupazione. Nel periodo le unità locali del settore si sono infatti ridotte di oltre il 26%, mentre gli addetti sono calati del 10,4%; contemporaneamente, in provincia, le unità locali si sono ridotte del 12%, a fronte di un aumento dell occupazione pari all 8,3%. Praticamente tutti i rami del settore terziario sono stati interessati da questa drastica contrazione, ad eccezione delle attività immobiliari, dell informatica e della ricerca, che hanno visto aumentare sia gli addetti che le unità locali (rispettivamente +30,1% e +17,2%) e le attività di intermediazione monetaria e finanziaria, che a fronte di una caduta delle unità produttive (-18,2%) hanno fatto segnare un aumento dell occupazione superiore al 9%. Attualmente la quota maggiore di unità locali e addetti la si rileva in corrispondenza del settore del commercio all ingrosso, al dettaglio e delle riparazioni, in corrispondenza del quale troviamo il 38% delle unità locali ed il 33% degli addetti del settore terziario della Valle. La presenza di attività di servizio risulta inferiore alla media provinciale se si confrontano i rapporti tra esercizi e residenti nella Valle del Chiese e nell intera provincia. Nel settore del commercio sono presenti 11 unità locali ogni mille residenti, rispetto ai 17 esercizi per mille residenti presenti in provincia. Analogamente nel settore degli alberghi e ristoranti, dove troviamo 5 esercizi per mille residenti nella Valle, contro 8 esercizi in provincia. ( 1 ) Dal confronto nella dinamica del settore sono esclusi tutta la pubblica amministrazione ed i servizi pubblici, in quanto gli stessi non sono stati rilevati in occasione del censimento intermedio dell industria effettuato nel corso del La quota del settore terziario posta a confronto tra il 1991 ed il 1996 comprende pertanto solo il commercio, gli alberghi e i ristoranti, i trasporti e le comunicazioni, l intermediazione monetaria e finanziaria, le attività immobiliari, l informatica e la ricerca. 13

14 L artigianato L artigianato riveste un ruolo non trascurabile nel tessuto produttivo della Valle del Chiese, soprattutto nei settori della lavorazione del legno e dei suoi derivati, considerato che circa il 48% delle unità locali assume questa qualifica ed il 31% degli addetti opera in aziende artigiane. Questa considerazione viene rafforzata dal confronto con la situazione che si può rilevare a livello provinciale: in questo caso il 36% delle unità locali sono artigiane e presso di esse trova occupazione poco meno del 24% degli addetti. La caratteristica artigianale della struttura produttiva non è omogenea in tutti i comuni della Valle, ma appare più accentuata in alcuni comuni, quali Bondo, Castel Condino, Lardaro, Roncone e Storo, in cui le imprese artigiane rappresentano oltre il 50% delle imprese complessive. Il turismo La Valle del Chiese offre ai turisti una disponibilità di esercizi ricettivi fra esercizi alberghieri, extraalberghieri e seconde case, per un totale di posti letto. Rispetto all offerta provinciale, la Valle rappresenta il 2,6% in termini di strutture ed il 2,1% in termini di posti letto. L offerta si caratterizza soprattutto per la presenza di seconde case, che in termini di posti letto rappresentano il 50% della capacità ricettiva complessiva, e di alloggi privati (24% la disponibilità di posto letto sul totale), mentre le strutture alberghiere sono solo 32, con una disponibilità di posti letto inferiore al 9% rispetto alla capacità complessiva della zona. La distribuzione della capacità ricettiva non è ovviamente omogenea in tutta la zona, ma risulta relativamente maggiore in alcuni comuni, quali Daone, Roncone e Tiarno di Sopra. Per valutare e confrontare la capacità ricettiva della Valle rispetto alla provincia è utile considerare il tasso di ricettività, ottenuto dividendo il numero 14

15 dei letti negli esercizi ricettivi (escluse le seconde case, che incidono relativamente poco sulla produzione di reddito aggiuntivo) per gli abitanti residenti. Complessivamente la Valle del Chiese offre una capacità ricettiva inferiore a quella della media provinciale e pari a 36 posti letto ogni cento residenti, rispetto ad un valore provinciale pari a 59 posti letto ogni cento residenti. Particolarmente elevate in termini di potenzialità ricettiva risultano le situazioni dei comuni di Daone e di Castel Condino, in cui il tasso di ricettività risulta pari rispettivamente a 182 e 121 posti letto ogni cento residenti. A fronte di questa capacità ricettiva complessivamente modesta e incentrata prevalentemente sulla presenza di seconde case, anche il movimento turistico appare poco rilevante per l economia della Valle del Chiese. Nel 1997 le presenze turistiche rilevate sono state poco più di 256 mila, corrispondenti a 30 mila arrivi: esse equivalgono solo allo 0,9% delle presenze di tutta la provincia. Al netto delle seconde case questi dati si contraggono in modo consistente, con meno di 150 mila presenze nel corso del 1997, corrispondenti a meno di 20 mila arrivi. La maggiore incidenza delle strutture ricettive extralberghiere (escluse le seconde case) eleva la permanenza media dei turisti in Valle del Chiese rispetto a quanto si rileva a livello provinciale: mediamente un turista soggiorna in valle del Chiese poco meno di 8 giorni, rispetto ai 6 giorni di permanenza nella media provinciale. Un utile indicatore sulla turisticità di una zona è rappresentato dal rapporto tra le presenze (escluse ancora una volta quelle delle seconde case, per il loro modesto apporto economico) e la popolazione residente. In Valle del Chiese questo rapporto è pari ad un quarto rispetto a quello registrato nella media provinciale: 11 presenze ogni residente nella Valle del Chiese, 40 presenze in tutta la provincia. Questo dato conferma la debolezza del turismo nell economia della Valle, caratterizzato soprattutto da strutture a carattere familiare, ed in particolare da alloggi privati. 15

16 Il pendolarismo Il fenomeno del pendolarismo in uscita, rilevato alla data dell ultimo censimento generale della popolazione (1991), interessa tutti i comuni della Valle del Chiese, sia per motivi di lavoro che per motivi di studio. La quota più consistente è riferita ai movimenti per motivi di lavoro ed interessa oltre persone, ovvero il 34% della popolazione attiva della zona. Esso si esaurisce per lo più in spostamenti interni alla Valle o, comunque, interni al comprensorio delle Giudicarie. Poco meno del 17% degli spostamenti riguarda altri comprensori o addirittura altre province (Verona e Brescia). Analoghe considerazioni valgono per i movimenti pendolari in uscita generati da motivi di studio: ne sono coinvolte poco più di 700 persone, quasi tutte per spostamenti interni alla Valle del Chiese o al comprensorio delle Giudicarie. Meno consistente il fenomeno del pendolarismo in entrata. Esso coinvolge per lavoro poco più di persone: è quasi tutto un movimento interno alla Valle o al comprensorio e riguarda in particolare i comuni di Condino, Pieve di Bono e Storo, mostrando di essere fortemente legato allo sviluppo delle attività manifatturiere. Più modesto, invece, il movimento in entrata per studio, che vede coinvolte circa 250 persone, concentrato ancora una volta nei comuni di Condino, Pieve di Bono e Storo. La dotazione di alcune strutture La presenza di alcune strutture permette di inquadrare ulteriormente la situazione della Valle del Chiese. Cominciando dalle strutture scolastiche, nel complesso nella Valle sono presenti 24 istituti, di cui 11 scuole materne, 10 scuole elementari e 3 scuole medie. Non sono presenti nella zona scuole superiori. Il comune maggiormente dotato di infrastrutture scolastiche è quello di Storo, con 7 scuole. 16

17 Rapportando le strutture presenti nella Valle alla popolazione che potenzialmente può usufruire di tali strutture (residenti per particolari fasce di età) emerge una dotazione superiore alla media provinciale. Risulta infatti una disponibilità di 2,7 scuole materne ogni 100 residenti in età compresa fra 3 e 5 anni, 1,4 scuole medie ogni cento residenti fra 6 e 10 anni e 0,7 scuole medie ogni cento residenti in età compresa fra 11 e 13 anni. Gli stessi rapporti sono uguali, nella media provinciale, a 2 nelle scuole materne, 1,2 nelle scuole elementari e 0,6 nelle scuole medie. Per quanto riguarda la dotazione di biblioteche e sale di pubblica lettura, nella Valle del Chiese sono disponibili 4 biblioteche con una dotazione libraria pari a poco più di 54 mila volumi. In rapporto alla popolazione residente si riscontra la presenza di 3 biblioteche ogni 10 mila residenti, con un patrimonio librario pari a 4 volumi ogni residente. A livello provinciale troviamo una dotazione di strutture inferiore e pari a 1,8 biblioteche ogni 10 mila residenti (il rapporto sale a 2,4 se contiamo oltre alle biblioteche anche i punti lettura), con una dotazione libraria di 3,8 volumi ogni residente. Meno della metà dei comuni è dotata di sportelli bancari: nella Valle del Chiese ne sono infatti presenti 11, di cui 5 nel solo comune di Storo. In rapporto alla popolazione residente ciò significa la presenza di poco meno di 1 sportello ogni residenti, rapporto questo assai prossimo alla dotazione che si rileva a livello provinciale. Per quanto riguarda l attività degli istituti di credito, i depositi ammontano a poco meno di 22 milioni per abitante, a fronte di 18 milioni di impieghi per abitante. Questi valori risultano inferiori a quelli calcolati per l intera provincia, dove i depositi assommano a oltre 23 milioni per abitante e gli impieghi a circa 21 milioni per abitante. Ad esclusione dei comuni di Bersone e Brione, in tutti gli altri comuni della Valle del Chiese si rileva la presenza di spazi sportivi. Nel complesso ne sono stati rilevati 75, corrispondenti al 2,5% della dotazione dell intera provincia. In rapporto alla popolazione residente questa dotazione risulta inferiore alla disponibilità provinciale: risultano infatti disponibili 5,6 impianti ogni

18 residenti in Valle del Chiese, a fronte di un rapporto pari a 6,5 impianti nella media provinciale. 18

19 Allegato statistico 19

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