VALUTAZIONE DI INCIDENZA DEL P.R.G. COMUNALE IN AMBITI SIC, ZPS E ALTRE ZONE NEL COMUNE DI BASCHI (TERNI)

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1 Dipartimento di Scienze Ambientali Sezione di Botanica ed Ecologia Laboratorio di Scienze della Vegetazione e del Paesaggio VALUTAZIONE DI INCIDENZA DEL P.R.G. COMUNALE IN AMBITI SIC, ZPS E ALTRE ZONE NEL COMUNE DI BASCHI (TERNI) Responsabile scientifico Catorci Andrea Coordinamento scientifico Orsomando Ettore Analisi cartografico-vegetazionale Cesaretti Sabrina, Tardella Federico Maria Elaborazione cartografia numerica Bracchetti Luca, Foglia Monica Analisi faunistica Brusaferro Andrea Allestimento digitale e stampa Laboratorio di cartografia ambientale Sezione di Botanica ed Ecologia Unicam Ottobre 2007

2 INDICE 1. FINALITA E SCOPI DELLO STUDIO 3 Premessa Quadro di riferimento normativo Quadro di riferimento programmatico Inquadramento del territorio Piano di lavoro CARTA DELLA VEGETAZIONE Aspetti vegetazionali Aspetti geobotanici CARTA DEGLI HABITAT 23 Premessa Materiali e metodi Caratteristiche dei SIC e ZPS del territorio comunale Elenco degli Habitat VALENZA GEOBOTANICA Descrizione degli ambiti di particolare pregio geobotanico Conclusioni CARTA DELLA VALENZA FAUNISTICA.. 33 Premessa Aspetti faunistici Principali caratteristiche faunistiche dei SIC, ZPS e IBA del territorio comunale Specie sensibili e valore faunistico Individuazione degli ambiti di particolare pregio faunistico ANALISI DEI CONFLITTI Individuazione degli ambiti di conflitto e dell incidenza Valutazione del grado di incidenza e delle possibilità di mitigazione Conclusioni INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE Descrizione degli interventi

3 VALUTAZIONE DI INCIDENZA DEL P.R.G. COMUNALE IN AMBITI SIC, ZPS E ALTRE ZONE NEL COMUNE DI BASCHI (TERNI) 1. FINALITA E SCOPI DELLO STUDIO 3

4 Premessa Il Comune di Baschi, in base alla Legge 17 agosto 1942 n L.R. 21 Ottobre 1997 n. 31, ha inteso ristrutturare il Piano Regolatore Generale. Al fine di raggiungere tale obiettivo è stato costituito un apposito Gruppo Multidisciplinare di Progettazione con esperti di Elaborazioni progettuali, di Geologia, di Studi Geotecnici, di materia Agroforestale e Paesaggistica e di consulenza Socio-Economica. Poiché alcune delle opere inserite nel P.R.G. ricadono in aree SIC e ZPS o al loro margine, ai sensi della normativa dell Unione Europea, è stato affidato in data 31 maggio 2006 al Dipartimento di Scienze Ambientali lo studio di valutazione d incidenza delle aree comunitarie comprese nel territorio comunale di Baschi. Questa valutazione d incidenza è stata affrontata mediante analisi e valutazioni di carattere geobotanico (flora e vegetazione), paesaggistico e faunistico dal gruppo di lavoro costituito da Orsomando Ettore (Coordinamento scientifico), Catorci Andrea (Responsabile scientifico), Cesaretti Sabrina, Tardella Federico Maria (Analisi cartografico-vegetazionale), Brusaferro Andrea (Analisi faunistica), Bracchetti Luca, Foglia Monica (Elaborazione cartografia numerica) Quadro di riferimento normativo L Unione Europea (UE), per rispettare l impegno assunto nel giugno del 1992 a Rio de Janeiro dagli Stati membri, in occasione della firma della Convenzione internazionale finalizzata alla salvaguardia della biodiversità del pianeta, tenendo conto delle peculiarità culturali e delle esigenze socio-economiche delle diverse comunità locali, ha dato seguito a due importanti dispositivi giuridici: la Direttiva Habitat e la Direttiva Uccelli. Da osservare che le due Direttive, pur essendo state emanate nell arco di 13 anni (la Direttiva Uccelli risale al 1979 e la Direttiva Habitat al 1992), sono completamente integrate tra loro. Le aree individuate dagli Stati membri sulla base di tali Direttive, infatti, vanno a costituire la Rete ecologica europea Natura 2000 e le disposizioni di protezione della Direttiva Habitat si applicano anche alle zone di tutela dell avifauna previste dalla Direttiva Uccelli. Con la Direttiva Habitat il Consiglio delle Comunità Europee ha obbligato i singoli Stati membri a tutelare la diversità ambientale naturale e seminaturale attraverso l individuazione di aree con presenza di specie vegetali e animali e/o di habitat di particolare significato biologiconaturalistico, anche se manomesse per cause antropiche o considerate di non elevato valore paesaggistico. Questo importante atto legislativo, denominato Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, si compone di 24 articoli e 6 allegati (Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee N. L 206 del 22 luglio 1992). In definitiva, la Direttiva Habitat ha completato il quadro della legislazione comunitaria sulla conservazione della natura e rappresentato la prima normativa completa e vincolante in materia di protezione delle specie e degli habitat in Europa. Per preservare la biodiversità, l Unione Europea (UE), attraverso la Direttiva Habitat, ha previsto l istituzione di un sistema coerente di aree tutelate, destinate a garantire e favorire uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat naturali e delle specie floristiche e faunistiche selvatiche di interesse comunitario, denominato Rete ecologica europea Natura 2000 o più semplicemente Natura Tale rete è formata dai seguenti ambiti territoriali: Zone di Protezione Speciale (ZPS), individuate sulla base della Direttiva Uccelli (risultano quindi tutelate 181 specie di uccelli e relative sottospecie, nonché le specie migratrici); Siti di Importanza Comunitaria proposti (psic) individuati sulla base della presenza di Habitat o di specie faunistiche indicate in appositi allegati della Direttiva. 4

5 La normativa europea prevede che ogni opera o intervento progettato all interno di aree SIC e ZPS oppure in ambiti ad esse adiacenti debba essere soggetto a valutazione di incidenza ambientale. La valutazione d incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative su un sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso. La valutazione di incidenza, unitamente ai piani di gestione, costituisce lo strumento in grado di garantire, dal punto di vista procedurale e sostanziale, il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e l'uso sostenibile del territorio. Essa rappresenta uno strumento che analizza gli effetti di interventi che vanno collocati in un contesto ecologico dinamico, in considerazione delle correlazioni esistenti tra i vari siti e il contributo che portano alla coerenza complessiva e alla funzionalità della rete Natura 2000, sia a livello nazionale che comunitario. Lo studio per la valutazione di incidenza deve essere redatto secondo gli indirizzi dell'allegato G al DPR 357/97 e deve contenere: - una descrizione dettagliata del piano o del progetto che faccia riferimento, in particolare, alla tipologia delle azioni e/o delle opere, alla dimensione, alla complementarietà con altri piani e/o progetti, all'uso delle risorse naturali, alla produzione di rifiuti, all'inquinamento e al disturbo ambientale, al rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate; - un'analisi delle interferenze del piano o progetto col sistema ambientale di riferimento, che tenga in considerazione le componenti biotiche, abiotiche e le connessioni ecologiche. Qualora un piano o un progetto risulti avere conseguenze negative sull'integrità di un sito (valutazione di incidenza negativa), si deve procedere a individuare le possibili alternative (localizzative, processuali, ecc.). In mancanza di soluzioni alternative, il piano o l'intervento può essere realizzato solo per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico e con l'adozione di opportune misure compensative dandone comunicazione al Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio. Se nel sito interessato ricadono habitat naturali e specie prioritari, l'intervento può essere realizzato solo per esigenze connesse alla salute dell'uomo e alla sicurezza pubblica, o per esigenze di primaria importanza per l'ambiente oppure previo parere della Commissione Europea. La metodologia procedurale per lo svolgimento della valutazione di incidenza risulta articolato in 5 fasi: 1. analisi del contesto ambientale con individuazione e delimitazione degli Habitat e/o specie indicate nella Direttiva Habitat e Uccelli; in particolare lo studio deve fornire le seguenti informazioni da utilizzare nelle valutazioni d'incidenza: - elenco e distribuzione degli Habitat e specie presenti nel sito; attraverso i quali si può giungere all'individuazione delle risorse naturali potenzialmente coinvolte dall'intervento e che dovranno essere sottoposte a successivi approfondimenti analitici. Ovviamente questo non esclude la necessità di rilievi ad hoc che stabiliscano eventuali variazioni dovute alla naturale evoluzione del sito o alla presenza di elementi puntuali non rilevati; - informazioni sull'ecologia delle singole risorse; che potranno essere utilizzate nelle successive valutazioni; - valutazione della vulnerabilità delle risorse naturali; fornisce informazioni, per gli impatti trattati, sulla vulnerabilità delle singole risorse. Questo permette di avere indicazioni su quali pressioni possono potenzialmente provocare maggiori danni alle specie ed Habitat presenti nei siti interessati all'intervento. Queste informazioni, opportunamente integrate con una quantificazione dell'intensità dell'impatto, consentiranno di giungere ad una valutazione dell'impatto reale; - stato di conservazione degli Habitat e delle specie. Le informazioni dovranno essere prese in considerazione per inquadrare gli impatti di eventuali interventi rispetto all'ambito complessivo dello stato della risorsa nel sito. E' intuitivo che gli impatti saranno tanto più forti quanto già lo stato di conservazione della risorsa risulta non soddisfacente. 5

6 2. verifica (screening): processo che identifica la possibile incidenza significativa su un sito di un piano o un progetto, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti e che porta all'effettuazione di una valutazione d'incidenza completa qualora l'incidenza risulti dalla verifica significativa; 3. valutazione "appropriata": analisi dell'incidenza del piano o del progetto sull'integrità del sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, nel rispetto della struttura e della funzionalità del sito e dei suoi obiettivi di conservazione e individuazione delle misure di mitigazione eventualmente necessarie; 4. analisi di soluzioni alternative: individuazione e analisi di eventuali soluzioni alternative per raggiungere gli obiettivi del progetto o del piano, evitando incidenze negative sull'integrità del sito; 5. definizione di misure di compensazione: individuazione di azioni, anche preventive, in grado di bilanciare le incidenze previste, nei casi in cui non esistano soluzioni alternative o le ipotesi proponibili presentino comunque aspetti con incidenza negativa, ma per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico sia necessario che il progetto o il piano venga comunque realizzato Quadro di riferimento programmatico Di seguito sono elencate e brevemente descritte nella loro localizzazione e destinazione d uso le aree che saranno oggetto di trasformazioni secondo le previsioni del PRG del Comune di Baschi in riferimento alle aree CAI, a quelle turistico-ricettive e alle infrastrutture del sistema della mobilità non verranno considerate le aree per cui il P.R.G. in approvazione non prevede alcuna modifica. Aree Commerciali, Artigianali, Industriali Si tratta di zone classificate nel P.R.G. N.T.A. Parte Operativa come DpB, cioè zone di espansione o di nuova previsione. P2: Zona produttiva loc. Mignattaro-Cerreto E una zona Dp, con una estensione di circa ,00 mq, sul versante a monte della strada provinciale che porta a Cerreto provenendo da Baschi. All interno della perimetrazione proposta insistono dei capannoni realizzati in base alla normativa previgente al P.R.G.. La destinazione d uso prevalente è artigianale, per le attività del settore agro-alimentare. La destinazione d uso compatibile è quella commerciale. P3: Zona produttiva loc. Vaglie-Baschi Capoluogo E un area DpB, di sup.= 1.358,00 mq ed occupa la parte centrale dell arco della via Amerina, che costituisce la naturale espansione del sistema storico ambientale della struttura del paese. La destinazione d uso principali è quella commerciale. Le destinazioni d uso compatibili sono: residenziale e direzionale. P4: Zona produttiva loc. Cardeto-Baschi Capoluogo E un area DpB, di sup.= 3.071,00 mq, in adiacenza ad una zona commerciale già esistente, lungo la Strada Statale Amerina 205. Le destinazioni d uso prevalenti sono: commerciale e direzionale. Le destinazioni d uso compatibili sono: residenziale, turistico-ricettiva. P5: Zona produttiva loc. Pescina-Civitella del Lago Comprende un area DpA, di sup.= 3.017,67 mq, già in parte realizzata, in loc. Pescina, lungo la strada principale per Civitella del Lago. La destinazione d uso principale è quella artigianale. Le destinazioni d uso compatibili sono: commerciale e direzionale. 6

7 P6: Zona produttiva loc. Le Felcete-Collelungo E un area DpB, in località Felcete, di sup.= ,22 mq destinata a nuovi insediamenti produttivi e situata sulla intersezione tra la S.P. 71 Montecchio-Todi e la strada comunale per il centro abitato di Collelungo. Le destinazioni d uso prevalenti sono: artigianale e commerciale. La destinazione d uso compatibile è: direzionale. Aree turistico-ricettive Si tratta di zone classificate nel P.R.G. N.T.A. Parte Operativa come DtB, cioè come zone turistico-ricettive di nuovo impianto. T2: Zona turistica loc. Diavolaccio-Baschi E un area DtB, di sup.= ,00 mq, già prevista nel precedente P. di F. ma non realizzata, posta sul declivio a monte della S.S. n. 448, fra il Km 1 ed il Km 2, in prossimità della diga di Corbara ed in corrispondenza del podere Diavolaccio. La destinazione prevalente è quella turistico-ricettiva alberghiera, mentre risultano compatibili: commerciale connessa al turismo, extra-alberghiera, impianti sportivi ed attività ricreative, esercizi ricettivi all aria aperta, centri soggiorno studi, attività agrituristiche. T3: Zona turistica loc. Piantonda-Baschi E un area DtB, di sup.= ,00 mq, prevista già nel precedente P. di F. ed non ancora realizzata; la zona presenta caratteri ambientali e paesaggistici notevoli. La destinazione prevalente è quella turistico-ricettiva alberghiera, mentre risultano compatibili: commerciale connessa al turismo, extra-alberghiera, impianti sportivi ed attività ricreative, esercizi ricettivi all aria aperta, centri soggiorno studi, attività agrituristiche. T5: Zona turistica loc. Pian degli Schiavi-Baschi E un area DtA, di sup.= ,92 mq, su cui è già presente un avviata attività. L area è compresa tra la S.S. 448 e il Lago di Corbara. La destinazione prevalente è quella turistico-ricettiva alberghiera, mentre risultano compatibili: commerciale connessa al turismo, extra-alberghiera, residenziale, impianti sportivi ed attività ricreative, esercizi ricettivi all aria aperta quali campeggi. T6: Zona turistica loc. Mortaro-Baschi E un area DtB, di sup.= ,00 mq, di nuova previsione; la zona prevista è compresa lungo la strada S.S. 448 e l insenatura sul Lago di Corbara in località Mortaro, in prossimità del ponte subito dopo la diga in direzione di Todi. La destinazione prevalente è quella turistico-ricettiva alberghiera, mentre risultano compatibili: commerciale connessa al turismo, residenziale, alberghiera, impianti sportivi ed attività ricreative, esercizi ricettivi all aria aperta quali campeggi e villaggi turistici, centri soggiorno studi, attività agrituristiche. T7: Zona turistica loc. Scaccomatto-Baschi E un area DtB, di sup.= ,80 mq, su cui già insiste un avviata attività commerciale. La destinazione prevalente è quella extra-alberghiera e attività di ristorazione, mentre risultano compatibili: attività commerciali ed esercizi ricettivi all aria aperta quali camping e villaggi, esercizio di affittacamere. 7

8 T8: Zona turistica loc. Cannitello-Baschi E un area DtA, di sup.= ,91 mq, lungo la strada S.S. 448, direzione Todi e comprende attualmente un area destinata ad attività di ristorazione ed extra-alberghiera. La destinazione prevalente è quella turistica-ricettiva extra-alberghiera e di ristorazione, mentre risultano compatibili quelle: commerciale, connessa con le attività turistiche, ed alberghiera. E consentita la destinazione residenziale limitatamente ai volumi esistenti, all interno della zona, al momento dell adozione del P.R.G.. T9: Zona turistica loc. Podere San Martino-Baschi E un area DtB, di sup.= ,47 mq, lungo la strada S.S. 448, direzione Todi, al cui interno ricade un fabbricato rurale con gli annessi e comprende parti di territorio destinate ad attività agricola sul versante che guarda il Lago di Corbara. La destinazione prevalente è quella turistica-ricettiva, per esercizi all aria aperta quale campeggi, mentre risultano compatibili quelle: commerciali, connesse con le attività, residenziale, extra-alberghiera, attività agrituristiche, attività sportive e ricreative. T10: Zona turistica loc. Salviano E un area di sup. =20.186,00 mq lungo la strada S.S. 448, sul versante del Lago di Corbara. La destinazione prevalente è quella turistico-ricettiva alberghiera e per impianti sportivi, mentre risultano compatibili: commerciale connesso al turismo, residenziale, attività sportive e ricreative ed extraalberghiera. T12: Zona turistica loc. Pescina-Civitella del Lago E un area DtB, di sup.= 4.010,00 mq, localizzata lungo la strada principale, che porta a Civitella del Lago, sul versante che guarda verso il Lago di Corbara, in località Pescina. Le destinazioni prevalenti sono quelle turistiche-ricettive extra-alberghiera, mentre risultano compatibili: bed-breakfast, esercizio di affittacamere, residenziale. T14: Zona turistica loc. Colonia-Aqualoreto E una zona DtB, di sup.= ,44 mq e presenta caratteri ambientali e paesaggistici notevoli. Si trova lungo la strada provinciale Montecchio-Todi n 34, in prossimità del bivio Collelungo- Aqualoreto vicino ad una zona per attrezzature scolastiche e di verde pubblico. La destinazione prevalente è quella turistico-ricettiva alberghiera per attività sportive e ricreative, mentre risultano compatibili: quella extra-alberghiera, esercizi ricettivi all aria aperta, centri soggiorno studi, attività agrituristiche. T15: Zona turistica loc. Molino del Forello-Acqualoreto E un area DtB, di sup.= 7.570,90 mq e corrisponde all area di servizio di Acqualoreto, lungo la S.S. 448 direzione Todi. La destinazione prevalente per la rifunzionalizzazione dell area è quella turistico-ricettiva extraalberghiera e attività commerciali, essendo localizzata sulla porta d ingresso nel Comune di Baschi per chi proviene da Todi. T16: Zona turistica loc. Caiano-Baschi E un area DtB, di sup.= 9.052,00 mq, lungo la S.S. Amerina 205, all altezza del bivio per la S.S. 448 Todi-Orvieto. La destinazione prevalente è quella turistico-ricettiva per attività extra-alberghiera, mentre risultano compatibili: quella commerciale legata al turismo, bed-breakfast, affittacamere. 8

9 T18: Zona turistica loc. Sant Angelo E un area DtB, di sup.= 1.170,00 mq in località S. Angelo all altezza dell incrocio stradale per Vaglie, Collelungo e Morre. La destinazione principale è quella turistico-ricettiva per attività extra-alberghiera e di ristorazione, mentre risultano compatibili: commerciale legato al turismo, residenziale, esercizi di affittacamere, bed-breakfast. T19: Zona turistica loc. Pergoleto E un area DtB, di sup.= 5.025,00 mq ed individua un area nella suddetta località, nelle vicinanze del paese di Collelungo, in prossimità della strada provinciale che porta verso Camerata, in cui attualmente è presente un attività casearia e di imprenditoria agricola. La destinazione prevalente è quella turistico-ricettiva per attività extra-alberghiera, mentre risultano compatibili: commerciale legato al turismo, attività agriturismo, esercizi di affittacamere, bed-breakfast, residenziale. T20: Zona turistica loc. Piane Sante-Collelungo E un area DtA, di sup.= ,00 mq, su cui esiste un avviata attività agrituristica ed è situata nella frazione di Collelungo. La destinazione prevalente è quella turistico-ricettiva per attività agrituristica, mentre risultano compatibili: commerciale legato al turismo, extra-alberghiera, alberghiera. T21: Zona turistica loc. Cerri della Madonna-Vagli E un area DtB, di sup.= mq circa, in prossimità della frazione di Vagli, lungo la strada comunale da cui prende il nome la località. La destinazione prevalente è quella turistico-ricettiva per attività extra-alberghiera, mentre risultano compatibili: commerciale legato al turismo, attività agriturismo, esercizi di affittacamere, bed-breakfast, residenziale. Infrastrutture del sistema della mobilità Previsione di collegamento stradale tra Civitella del Lago e Morre con attraversamento della testata della Valle Pasquarella. Dal punto di vista ambientale il Comune di Baschi è interessato dai seguenti tipi di aree di rilevanza naturalistica a livello regionale ed europeo e di vincoli di cui si deve tenere conto nella pianificazione a livello comunale: - Siti della Rete ecologica europea Natura 2000; - Zone di Elevata Diversità Floristico-Vegetazionale in Umbria; - Aree di particolare interesse naturalistico-ambientale in Umbria; - Aree di particolare interesse faunistico in Umbria; - Important Bird Area; - Aree Naturali Protette regionali; - Fasce di rispetto dei corsi d acqua e dei laghi. Per quanto riguarda i siti Natura 2000 gli artt. 6 e 7 del DPR 12 marzo 2003, n. 120 stabiliscono che nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei proposti Siti di Importanza Comunitaria (psic), dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC), delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e delle Zone di Protezione Speciale (ZPS). Tali siti, individuati ai sensi delle Direttiva 92/43/CEE Habitat e 49/709/CEE Uccelli, sono stati recepiti dal PUT della Regione dell Umbria (L.R. 24 marzo 2000, art. 13) e riportati nella Carta n. 8 ad esso allegata. 9

10 Il territorio del Comune di Baschi comprende i 4 SIC e la ZPS di seguito elencati, la cui denominazione è preceduta dalla codifica assegnata a livello comunitario. Siti di Importanza Comunitaria: IT Lago di Corbara IT Gola del Forello IT Valle Pasquarella IT Lago di Alviano Zone di Protezione Speciale: IT Valle del Tevere tra i Laghi Corbara e Alviano. Il perimetro della ZPS corrisponde interamente con l IBA (Important Bird Area) IBA 220 Valle del Tevere individuato dal Bird Life International; l area in questione comprende la media valle del fiume Tevere ed include i laghi Corbara ed Alviano. Il PUT individua anche Zone di Elevata Diversità Floristico-Vegetazionale (L.R. n marzo 2000, art. 12) cartografate nella Carta n. 8 allegata, dal cui esame emerge che il Comune di Baschi è interessato da due aree: 7 - Fiume Tevere - Lago di Alviano (7c - Lago di Alviano); 22 - Valle Pasquarella - Gola del Forello - Colli di Osa - Corbara. Il PUT (art. 14) individua inoltre Aree di particolare interesse naturalistico-ambientale, illustrate nella Carta 9 ad esso allegata, una delle quali interessa in parte il Comune di Baschi. Inoltre il PTCP individua le Aree di rilevante interesse faunistico, illustrate nella Carta dei vincoli URB.A1 del PRG di Baschi. Nel Comune di Baschi rientra inoltre parte del Parco Fluviale del Tevere, area naturale protetta regionale istituita con L.R. del 3 marzo 1995, n. 9. Il territorio comunale è inoltre soggetto alla normativa riguardante le fasce di rispetto dei corsi d acqua e dei bacini lacustri (art. 142 D.L.vo 42/2004; art. 48, L.R. 27 marzo 2000, n. 27). In Tab. 1 è riportata una matrice che evidenzia la relazione tra gli interventi previsti dal PRG e le aree vincolate o che debbono costituire oggetto di tutela, individuate in sede pianificatoria a livello sovracomunale. 10

11 Interventi previsti SIC Lago di Corbara SIC Gola del Forello SIC Valle Pasquarella SIC Lago di Alviano ZPS Valle del Tevere tra i Laghi Corbara e Alviano Parco Fluviale del Tevere Zona di Elevata Diversità Floristico-Vegetazionale "Lago di Alviano" Zona di Elevata Diversità Floristico-Vegetazionale "Valle Pasquarella - Gola del Forello - Colli di Osa - Corbara" Aree di particolare interesse naturalistico-ambientale Aree di particolare interesse faunistico Fasce di rispetto corsi d'acqua e bacino lacustre Aree C.A.I. P2 P3 P4 P5 P6 Aree turistico-ricettive T2 T3 T5 T6 T7 T8 T9 T10 T12 T14 T15 T16 T18 T19 T20 T21 Infrastrutture sistema mobilità Tabella 1 - Matrice delle relazioni tra gli interventi previsti del P.R.G. e gli ambiti sottoposti a vincolo. 11

12 1.3. Inquadramento del territorio Il nucleo urbano di Baschi sorge a 165 m s.l.m. su uno sperone di roccia arenacea lambito dal Fiume Tevere. Il territorio comunale, esteso sull estremo lembo occidentale dell Umbria, è delimitato per lo più da confini che seguono tracciati naturali (tratto medio del Fiume Tevere a sud-ovest e nordovest, Fosso Chiugena a nord-est, Fosso Cigliano a sud-ovest dell abitato di Vagli) e solo in parte da confini storico-amministrativi. Il modellamento del suolo, che oscilla tra la quota più bassa posta attorno ai 100 metri sul livello del mare, riscontrabile sui terrazzi fluviali del Tevere, e quella più alta (861 m) della cima del Monte Castellaro, è caratterizzato da una ondulazione che dà origine ad una serie di rilievi collinari, su cui si elevano antichi centri abitati e piccole borgate, come Civitella del Lago (476 m), Acqualoreto (425 m), Morruzze (586 m), Collelungo (478 m), Morre (538 m) e Vagli (501 m). Più in particolare, nel settore centrale del territorio comunale le colline si rialzano, i crinali diventano più ristretti, i versanti accentuano la loro pendenza fino a formare una fascia montana più alta costituita, oltre dal già citato Castellaro, dal Monte La Rocca (844 m), Monte Pozzo Callarano (840 m), Monte Badia (817 m), Monte Cerrentino (757 m) e Monte Bello (692 m); proprio in quest area si concentrano le specie forestali che danno origine a boschi di caducifoglie e di sclerofille sempreverdi, che si alternano a lembi di pascolo e piccole aree agricole. Attorno a questa fascia, sia nel settore occidentale, che in quello orientale del territorio comunale, si rinvengono due aree collinari interessate da coltivi (seminativi semplici, seminativi arborati, colture legnose specializzate e incolti produttivi) e solo marginalmente da lembi boschivi e arbustivi. Tra la morfologia collinare e quella caratterizzata dalle basse montagne si aprono, in contrasto, aree pianeggianti per lo più situate immediatamente al di sopra al Fiume Tevere, le cui acque, sbarrate da una diga, originano il grande e lungo bacino artificiale del Lago di Corbara, il quale prende il nome dall omonimo paese che, situato nel territorio di Orvieto, lo domina dall alto. Completano il quadro paesaggistico del territorio di Baschi: gole calcaree con pareti strapiombanti, come quella del Forello, un tempo inaccessibile ed oggi interamente percorsa dalla strada statale Todi-Orvieto (gola molto nota come biotopo nazionale per il peculiare aspetto paesaggisticovegetazionale); valli fluviali lunghe ed impervie, percorse nel fondo da mulattiere che si trasformano in fossati durante i periodi delle piogge, come la Pasquarella; i meandri del Tevere che, nel loro andamento, delimitano quasi ad angolo retto il settore sud-ovest e nord-ovest comunale, con alveo per lo più ristretto, che si allarga però in corrispondenza del Lago artificiale di Corbara; numerosi piccoli corsi d acqua, fossi e torrentelli, distribuiti in reticolo molto vario e irregolare, i cui alvei, più o meno scavati nel suolo, e il trasporto del materiale alluvionale, dipendono dalla natura argillosa o calcarea delle rocce. In conseguenza della struttura oroidrografica, particolarmente marcata ed incisa in alcune aree del settore nord-occidentale, ove ben visibili sono piccole frane, smottamenti e zone calanchifere, tutto il complesso idrico, che risulta strettamente connesso con le precipitazioni data la mancanza di grosse sorgenti, presenta un regime torrentizio, con portata maggiore durante le stagioni autunno e inverno. Dal punto di vista geologico i terreni del comprensorio comunale, sono prevalentemente costituiti da sedimenti continentali e marini e solo in minima entità da materiale di origine vulcanica. Le formazioni che affiorano in quest area, appartengono alla successione Umbro-Marchigiana; le più antiche stratificazioni sono costituite dal Calcare massiccio, Maiolica o Calcare rupestre, Scaglia bianca e Scaglia rossa, tutte formazioni che affiorano in un complesso roccioso che da nord a sud unisce la Gola del Forello, la Valle Pasquarella ed il gruppo dei rilievi montuosi più elevati del Comune. Questi calcari per lo più fessurati e quindi abbastanza permeabili, qua e là formano zone aride prive di idrografia superficiale. 12

13 A queste formazioni litologiche sono sovrapposte rocce di origine più recente, costituite da arenarie del tipo Macigno toscano con livelli di marne e argille. Seguono poi, depositi di sabbie e sabbie-argillose; conglomerati lacustri prevalentemente argillosi del Piano Villafranchiano, con il quale ha avuto inizio tutta la serie delle formazioni più recenti, costituite anch esse da sabbie, argille, ciottoli fluvio-lacustri e alluvionali, che in particolare caratterizzano i terrazzi del Fiume Tevere. Fatta eccezione per le rocce calcaree più antiche, le restanti formazioni rappresentano le unità litologiche più diffuse di tutto il territorio comunale, anche perché i terreni roccioso-vulcanici sono rappresentati solo da due piccole aree a tufi stratificati, che affiorano a nord dell abitato di Baschi. Dal punto di vista climatico, in considerazione dei valori medi annuali e mensili termometrici e pluviometrici, dell andamento delle curve nei diagrammi e del periodo arido estivo, secondo la definizione di Gaussen e Bagnouls, il territorio del Comune di Baschi è caratterizzato da un clima a carattere sostanzialmente mediterraneo. Inoltre, più in particolare, si può rilevare che questo tipo di clima, è più marcato nel settore comunale occidentale prossimo ad Orvieto (temperature più elevate e valori delle precipitazioni più bassi), mentre si attenua in quello orientale, rivolto verso Todi (valori delle temperature più bassi e valori delle precipitazioni più elevati). Dal punto di vista ecologico la fascia montana, quella collinare, la superficie pianeggiante e l area interessata dalle sponde lacustri, costituiscono gli ambiti funzionali di questo territorio. 13

14 1.4. Piano di lavoro Il seguente schema rappresenta il diagramma di flusso delle informazioni e valutazioni di carattere naturalistico, utilizzato al fine di giungere alla Valutazione di Incidenza del P.R.G. del Comune di Baschi. CARTA DELLA VEGETAZIONE ANALISI FAUNISTICHE Carta degli Habitat Analisi della valenza geobotanica + + Carta della valenza faunistica ANALISI DEI CONFLITTI ANALISI DEGLI INTERVENTI DI COMPENSAZIONE 14

15 VALUTAZIONE DI INCIDENZA DEL P.R.G. COMUNALE IN AMBITI SIC, ZPS E ALTRE ZONE NEL COMUNE DI BASCHI (TERNI) 2. CARTA DELLA VEGETAZIONE 15

16 2.1. Aspetti vegetazionali A seconda della vegetazione naturale spontanea presente, di quella introdotta dall uomo per le coltivazioni e delle strutture antropiche, il paesaggio vegetale può essere diversamente classificato. Per quanto concerne il territorio comunale di Baschi, in considerazione della ripartizione sintetica dell utilizzazione del suolo (colture, boschi, pascoli ed incolti), delle osservazioni di carattere fisionomico-strutturale della vegetazione attuale, che nel modo più sensibile e visivo riflette gli effetti climatici, geologici, idrologici ed umani, e dei caratteri ambientali trasformati dall uomo, l entità paesaggistica può essere classificata e distinta in: paesaggio vegetale naturale, composto da boschi di caducifoglie; boschi di sclerofille sempreverdi, talvolta frammisti con le caducifoglie; boschi igrofili ripariali e vegetazione idrofitica ed elofitica dei corpi idrici; paesaggio vegetale seminaturale, composto da cenosi arbustive; pascolo terofitico a prevalenza di graminacee annuali; prateria secondaria con strato erbaceo denso, a dominanza di falascone (Brachypodium rupestre); paesaggio antropico o culturale, composto da aree agricole e centri urbani Aspetti geobotanici Al fine di una migliore comprensione delle caratteristiche geobotaniche dell area considerata, le principali comunità vegetali presenti sono di seguito descritte mediante la compilazione di schede sintetiche composte dalle sottostanti voci. Fisionomia: Descrive l aspetto della fitocenosi connesso con la forma biologica predominante (arborea, arbustiva o erbacea) e contraddistinta dalle specie più diffuse. Fitosociologia: Rappresenta l associazione vegetale, ossia l aggruppamento vegetale più o meno stabile, caratterizzato da una composizione floristica determinata, in cui è inquadrabile la formazione vegetale descritta. Principali aspetti floristici: E un elenco delle principali specie che caratterizzano la comunità vegetale. Ecologia e Zona di distribuzione: Descrive la distribuzione dell associazione vegetale in relazione a fattori topografici e geologici. Interesse fitogeografico: Evidenzia l importanza che ha la fitocenosi in relazione alle caratteristiche biologiche ed ecologiche. Status dell Habitat: Descrive se tale habitat è compreso oppure no nella Direttiva CEE 92/43. Stato di conservazione ed altre annotazioni: Descrive quale è lo stato in cui l associazione si trova nel territorio di studio. VEGETAZIONE FORESTALE BOSCHI DI LECCIO (QUERCUS ILEX) CON CADUCIFOGLIE Fisionomia: Bosco collinare di sclerofille sempreverdi a dominanza di leccio (Quercus ilex), talvolta misto con le caducifoglie carpino nero (Ostrya carpinifolia) e orniello (Fraxinus ornus). Fitosociologia: Cyclamino hederifolii-quercetum ilicis Biondi, Casavecchia et Gigante, 2003; Cyclamino repandi-quercetum ilicis Riv.-Mart., Cantò, Fernàndez-Gonzàles et Sànchez-Mata Principali aspetti floristici: Bosco di leccio (Quercus ilex) talvolta misto con orniello (Fraxinus ornus) e, sporadicamente, carpino nero (Ostrya carpinifolia). Lo strato arbustivo è caratterizzato da corbezzolo (Arbutus unedo), erica (Erica arborea), ilatro (Phillyrea latifolia), rosa di S. Giovanni (Rosa sempervirens), ginepro rosso (Juniperus oxycedrus ssp. oxycedrus) e laurotino (Viburnum 16

17 tinus), mentre quello lianoso da robbia selvatica (Rubia peregrina), stracciabrache (Smilax aspera) ed edera (Hedera helix ssp. helix). Tra le erbacee più frequenti carice mediterranea (Carex distachya), asplenio maggiore (Asplenium onopteris) e falascone (Brachypodium rupestre, B. sylvaticum). Ecologia e Zona di distribuzione: Lecceta termofila e termoxerofila che occupa i versanti moderatamente acclivi, da 200 m a m di quota. I litotipi d elezione sono i substrati calcarei (calcari, calcari marnosi e marne delle formazioni della Scaglia bianca, rossa e rosata, cinerea, del Calcare massiccio e delle Marne a Fucoidi). Interesse fitogeografico: Si tratta della tipica vegetazione mediterranea che trova in Umbria occidentale un importante limite biogeografico. Status dell habitat (Direttiva CEE 92/43): Habitat di interesse comunitario Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia. Stato di conservazione ed altre annotazioni: Generalmente buono. BOSCHI DI ROVERELLA (QUERCUS PUBESCENS S.L.) CON SCLEROFILLE SEMPREVERDI Fisionomia: Bosco termofilo collinare di roverella (Quercus pubescens s.l.) con sottobosco ricco di sclerofille sempreverdi, trasgressive dalla classe Quercetea ilicis. Fitosociologia: Roso sempervirentis-quercetum pubescentis Biondi Principali aspetti floristici: Bosco di roverella (Quercus pubescens s.l.) con, in subordine, orniello (Fraxinus ornus), carpino nero (Ostrya carpinifolia) e acero campestre (Acer campestre) nello strato arboreo; acero minore (Acer monspessulanum), rosa di S. Giovanni (Rosa sempervirens), ligustro (Ligustrum vulgare), terebinto (Pistacia terebinthus), pungitopo (Ruscus aculeatus) nello strato arbustivo e un ricco strato lianoso composto da robbia selvatica (Rubia peregrina), stracciabrache (Smilax aspera), edera (Hedera helix ssp. helix), caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca) e tamaro (Tamus communis). Tra le erbacee sono frequenti falascone (Brachypodium rupestre), erba perla azzurra (Lithospermum purpurocaeruleum), viola bianca (Viola alba ssp. dehnhardtii) e carice glauca (Carex flacca ssp. serrulata). Ecologia e Zona di distribuzione: Querceto xerofilo che occupa i fondovalle ed i versanti debolmente acclivi con esposizione meridionale, fino a m di quota, su substrati argillosi e arenacei. Interesse fitogeografico: Non particolarmente elevato. Status dell habitat (Direttiva CEE 92/43): Habitat non compreso nella Direttiva. Stato di conservazione ed altre annotazioni: Generalmente buono. BOSCHI DI CARPINO NERO CON SCLEROFILLE SEMPREVERDI (OSTRYA CARPINIFOLIA) Fisionomia: Bosco termofilo a dominanza di carpino nero (Ostrya carpinifolia) con nel sottobosco specie collinari termofile dell ordine Quercetalia pubescenti-petraeae e sclerofille sempreverdi trasgressive dall ordine Quercetalia ilicis. Fitosociologia: Asparago acutifolii-ostryetum carpinifoliae Biondi Principali aspetti floristici: Bosco di carpino nero con, in subordine, orniello (Fraxinus ornus), leccio (Quercus ilex) e roverella (Quercus pubescens s.l.) nello strato arboreo; laurotino (Viburnum tinus), terebinto (Pistacia terebinthus), rosa di S. Giovanni (Rosa sempervirens), corniolo (Cornus mas), asparago selvatico (Asperagus acutifolius), acero minore (Acer monspessulanum), pungitopo (Ruscus aculeatus), dafne laurella (Daphne laureola) in quello arbustivo; le sempreverdi robbia selvatica (Rubia peregrina), stracciabrache (Smilax aspera) ed edera (Hedera helix ssp. helix) in quello lianoso e specie quali viola bianca (Viola alba ssp. dehnhardtii), ciclamino (Cyclamen repandum), erba perla azzurra (Lithospermum purpurocaeruleum), asplenio maggiore (Asplenium onopteris), in quello erbaceo. Ecologia e Zona di distribuzione: Negli impluvi e sui versanti collinari con esposizione meridionale fino a m di quota. 17

18 Interesse fitogeografico: Non particolarmente elevato. Status dell habitat (Direttiva CEE 92/43): Habitat non compreso nella Direttiva. Stato di conservazione ed altre annotazioni: Generalmente buono. BOSCHI DI CERRO (QUERCUS CERRIS) E CARPINO NERO (OSTRYA CARPINIFOLIA) Fisionomia: Bosco collinare misto di cerro (Quercus cerris) e carpino nero (Ostrya carpinifolia), ricco di specie dell ordine Quercetalia pubescenti-petraeae. Fitosociologia: Aceri obtusati-quercetum cerridis Ubaldi et Speranza Principali aspetti floristici: Bosco di carpino nero e cerro, con in subordine, acero d'ungheria (Acer opalus ssp. obtusatum), orniello (Fraxinus ornus) nello strato arboreo; ligustro (Ligustrum vulgare), ciavardello (Sorbus torminalis), sorbo domestico (Sorbus domestica), biancospino (Crataegus laevigata), corniolo (Cornus mas), pungitopo (Ruscus aculeatus), dafne laurella (Daphne laureola) e cornetta dondolina (Emerus majus ssp. emeroides) nello strato arbustivo; melica comune (Melica uniflora), erba perla azzurra (Lithospermum purpurocaeruleum), carice glauca (Carex flacca ssp. serrulata), festuca dei boschi (Festuca heterophylla), erba trinità (Hepatica nobilis), cicerchia veneta (Lathyrus venetus) e primula comune (Primula vulgaris) in quello erbaceo. Ecologia e Zona di distribuzione: Sulle pendici settentrionali a media o blanda acclività ricoperte da suoli decarbonati ma non molto profondi. Interesse fitogeografico: Non particolarmente elevato. Status dell habitat (Direttiva CEE 92/43): Habitat non compreso nella Direttiva. Stato di conservazione ed altre annotazioni: Generalmente buono. BOSCHI DI CERRO (QUERCUS CERRIS), CARPINO NERO (OSTRYA CARPINIFOLIA) E ROVERELLA (QUERCUS PUBESCENS S.L.) Fisionomia: Bosco collinare misto di cerro (Quercus cerris) e carpino nero (Ostrya carpinifolia) con roverella (Quercus pubescens s.l.), ricco di specie dell ordine Quercetalia pubescenti-petraeae. Fitosociologia: Aceri obtusati-quercetum cerridis Ubaldi et Speranza 1982 var. a Quercus pubescens. Principali aspetti floristici: Bosco di carpino nero, cerro e roverella con, in subordine, acero d'ungheria (Acer opalus ssp. obtusatum) e orniello (Fraxinus ornus) nello strato arboreo; ciavardello (Sorbus torminalis), sorbo domestico (Sorbus domestica), ginepro comune (juniperus communis) pungitopo (Ruscus aculeatus), dafne laurella (Daphne laureola), cornetta dondolina (Emerus majus ssp. emeroides) nello strato arbustivo; erba perla azzurra (Lithospermum purpurocaeruleum), carice glauca (Carex flacca ssp. serrulata), festuca dei boschi (Festuca heterophylla), primula comune (Primula vulgaris) e falascone (Brachypodium rupestre) in quello erbaceo. Ecologia e Zona di distribuzione: Sulle pendici meridionali a media o blanda acclività ricoperte da suoli decarbonati, ma non molto profondi. Interesse fitogeografico: Non particolarmente elevato. Status dell habitat (Direttiva CEE 92/43): Habitat non compreso nella Direttiva. Stato di conservazione ed altre annotazioni: Generalmente non molto elevato. BOSCHI DI CERRO (QUERCUS CERRIS), CARPINO NERO (OSTRYA CARPINIFOLIA) E CARPINO BIANCO (CARPINUS BETULUS) Fisionomia: Bosco collinare di cerro (Quercus cerris), carpino nero (Ostrya carpinifolia) e carpino bianco (Carpinus betulus), talvolta con castagno (Castanea sativa). Fitosociologia: Aceri obtusati-quercetum cerridis Ubaldi et Speranza 1982 var. a Carpinus betulus e Castanea sativa. 18

19 Principali aspetti floristici: Bosco di cerro, carpino nero e carpino bianco, con in subordine, castagno (Castanea sativa), acero d'ungheria (Acer opalus ssp. obtusatum) e orniello (Fraxinus ornus) nello strato arboreo; ligustro (Ligustrum vulgare), ciavardello (Sorbus torminalis), sorbo domestico (Sorbus domestica), biancospino (Crataegus laevigata, C. monogyna), corniolo (Cornus mas), sanguinella (Cornus sanguinea), cornetta dondolina (Emerus majus ssp. emeroides) nello strato arbustivo; melica comune (Melica uniflora), festuca dei boschi (Festuca heterophylla), erba trinità (Hepatica nobilis), cicerchia veneta (Lathyrus venetus) e primula comune (Primula vulgaris) in quello erbaceo. Ecologia e Zona di distribuzione: Bosco semimesofilo che occupa i versanti settentrionali, debolmente acclivi, del Monte Castella, tra 700 e 800 m di quota su litotipi di natura calcareosilicea. Interesse fitogeografico: Molto elevato, per la particolare composizione floristica. Status dell habitat (Direttiva CEE 92/43): Habitat non compreso nella Direttiva. Stato di conservazione ed altre annotazioni: Generalmente buono. BOSCHI DI CERRO (QUERCUS CERRIS) E ROVERELLA (QUERCUS PUBESCENS S.L.) CON SCLEROFILLE SEMPREVERDI Fisionomia: Bosco collinare termofilo di cerro (Quercus cerris) e roverella (Quercus pubescens s.l.) ricco di sclerofille sempreverdi nello strato arbustivo. Fitosociologia: Erico arborae-quercetum cerridis Arrigoni in Arrigoni, Mozzanti et Ricceri 1990 Principali aspetti floristici: Bosco di cerro (Quercus cerris) e roverella (Quercus pubescens s.l.) con, in subordine, orniello (Fraxinus ornus) nello strato arboreo, con strato arbustivo a corbezzolo (Arbutus unedo), erica arborea (Erica arborea), ilatro (Phillyrea latifolia), laurotino (Viburnum tinus) e ligustro (Ligustrum vulgare) e strato erbaceo con specie quali festuca dei boschi (Festuca heterophylla), viola bianca (Viola alba ssp. dehnhardtii), paleo silvestre (Brachypodium sylvaticum), carice glauca (Carex flacca ssp. serrulata). Ecologia e Zona di distribuzione: Si tratta di una formazione forestale piuttosto diffusa nel Comune di Baschi dove occupa i versanti debolmente acclivi e con esposizione meridionale, su substrati areanacei fino a m di quota. Interesse fitogeografico: Non molto elevato. Status dell habitat (Direttiva CEE 92/43): Habitat non compreso nella Direttiva. Stato di conservazione ed altre annotazioni: Generalmente buono. BOSCHI DI CERRO (QUERCUS CERRIS) E ROVERE (QUERCUS PETRAEA) Fisionomia: Bosco collinare di cerro (Quercus cerris) e rovere (Quercus petraea) ricco di specie nemorali acidofile. Fitosociologia: Cephalanthero longifoliae-quercetum cerridis Scoppola et Filesi 1998 Principali aspetti floristici: Bosco di cerro e rovere con carpino bianco (Carpinus betulus) e orniello (Fraxinus ornus) nello strato arboreo; ciliegio selvatico (Prunus avium), biancospino (Crataegus laevigata), sorbo domestico (Sorbus domestica), corniolo (Cornus mas), rosa cavallina (Rosa arvensis), rovo ghiandoloso (Rubus hirtus), in quello arbustivo; silene a fiori verdastri (Silene viridiflora), erba di S. Giovanni montana (Hypericum montanum), festuca dei boschi (Festuca heterophylla), cicerchia nera (Lathyrus niger), sparviere dei boschi (Hieracium sylvaticum), sparviere racemoso (Hieracium racemosum), cefalantera maggiore (Cephalanthera longifolia), paleo silvestre (Brachypodium sylvaticum) in quello erbaceo. Ecologia e Zona di distribuzione: Cerreta semimesofila che occupa i versanti debolmente o mediamente acclivi con esposizione prevalentemente occidentale e nordoccidentale in corrispondenza della Valle Pasquarella e di alcuni settori della parte orientale del Comune, da 200 a m di quota, sui substrati arenacei della Formazione del Macigno del Mugello e del Chianti. 19

20 Interesse fitogeografico: Piuttosto elevata per la peculiare composizione floristica. Status dell habitat (Direttiva CEE 92/43): Habitat non compreso nella Direttiva. Stato di conservazione ed altre annotazioni: Generalmente buono. BOSCHI DI CASTAGNO (CASTANEA SATIVA) Fisionomia: Bosco collinare di castagno (Castanea sativa). Fitosociologia: Non nota. Principali aspetti floristici: Bosco di castagno (Castanea sativa) che nelle formazioni ad alto fusto presenta solo lo strato basso arbustivo ed erbaceo dove sono particolarmente abbondanti le seguenti specie: felce aquilina (Pteridium aquilinum), festuca dei boschi (Festuca heterophylla), dafne laurella (Daphne laureola), dondolino (Emerus major), fragola (Fragaria vesca), felce dolce (Polypodium vulgare) e potentilla (Potentilla micrantha) in quello erbaceo. Nei tratti forestali boschivi governati a ceduo la flora del sottobosco è simile a quella delle cerrete semimesofile attribuite al Cephalanthero longifoliae-quercetum cerridis. Ecologia e Zona di distribuzione: Limitati settori della Valle Pasquarella. Interesse fitogeografico: Molto elevato. Status dell habitat (Direttiva CEE 92/43): Habitat di interesse comunitario Foreste di Castanea sativa. Stato di conservazione ed altre annotazioni: Generalmente buono soprattutto per la presenza di alcuni nuclei ancora mantenuti ad alto fusto. BOSCHI IGROFILI A SALICE BIANCO (SALIX ALBA) Fisionomia: Bosco igrofilo ripariale a dominanza di salice bianco (Salix alba) e pioppo nero (Populus nigra). Fitosociologia: Salicetum albae Issler Principali aspetti floristici: Bosco di salice bianco con pioppo nero, pioppo bianco (Populus alba), olmo campestre (Ulmus minor) e sambuco (Sambucus nigra) nello strato arboreo; sanguinella (Cornus sanguinea) e rovi (Rubus sp. pl.) in quello arbustivo e specie igrofile come carice maggiore (Carex pendula) e scrofularia nodosa (Scrophularia nodosa) ed igro-nitrofile come ortica (Urtica dioica) e artemisia (Artemisia vulgaris) in quello erbaceo. Ecologia e Zona di distribuzione: Formazione igrofila che si sviluppa sui substrati alluvionali lungo il Fiume Tevere e alcuni corsi d acqua minori. Interesse fitogeografico: Non molto elevato. Status dell habitat (Direttiva CEE 92/43): Habitat di interesse comunitario 92A0 - Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba. Stato di conservazione ed altre annotazioni: Generalmente non buono per l esigua ampiezza delle fitocenosi. 20

21 VEGETAZIONE ARBUSTIVA E PREFORESTALE CESPUGLIETI E PREBOSCHI MISTI DI SCLEROFILLE SEMPREVERDI E CADUCIFOGLIE Si tratta di Habitat non incluso nell Allegato I della Direttiva 92/43/CEE, che presenta caratteristiche fisionomiche e floristiche diverse in relazione ai diversi fattori ecologici come altitudine, esposizione e litologia. In linea di massima il ginepro rosso (Juniperus oxycedrus ssp. oxycedrus), caratterizza i versanti meridionali più bassi; la ginestra comune (Spartium junceum) quelli marnosi o marnoso-calcarei soleggiati; il ginepro comune (Juniperus communis) le pendici calcaree più elevate e la ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius) i versanti arenacei e quelli carbonatici ricoperti da suoli decarbonati ed argillificati. Nell area di studio queste fitocenosi occupano superfici di modeste estensioni, fatto questo che non consente un più preciso inquadramento floristico-vegetazionale. VEGETAZIONE ERBACEA PASCOLI Si tratta di Habitat di interesse comunitario *Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea con caratteristiche fisionomiche e floristiche tipiche di pascolo terofitico a prevalenza di graminacee annuali camefitiche e terofitiche. Rinvenibile su radure e creste rocciose della Valle Pasquarella fino a 600 m di quota; riveste un interesse fitogeografico potenzialmente molto elevato. Lo stato di conservazione è generalmente non ottimale per l esigua ampiezza delle patch interessate da queste fitocenosi, inoltre le modeste superfici occupate non consentono un più preciso inquadramento floristico-vegetazionale. A mosaico con tali fitocenosi terofitiche sono distribuite modeste patch di prateria emicriptofitica a forasacco eretto (Bromus erectus) attribuibile all Habitat di interesse comunitario Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia). INCOLTI Fisionomia: Prateria secondaria con strato erbaceo denso, a dominanza di falascone (Brachypodium rupestre). Fitosociologia: Centaureo bracteatae-brometum erecti Biondi, Ballelli, Allegrezza, Guitian et Taffetani Principali aspetti floristici: Prateria a dominanza di falascone (Brachypodium rupestre) con fiordaliso bratteato (Centaurea bracteata), caglio bianco (Galium album), forasacco eretto (Bromus erectus), festuca mediterranea (Festuca circummediterranea), erba mazzolina (Dactylis glomerata). Ecologia e Zona di distribuzione: Si sviluppa su substrati di natura arenacea, in corrispondenza di aree agricole abbandonate. Interesse fitogeografico: Molto modesto. Status dell habitat (Direttiva CEE 92/43): Habitat non compreso nella Direttiva. Stato di conservazione ed altre annotazioni: - 21

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