Risultati attività di monitoraggio nella fauna selvatica in Emilia Romagna

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1 Risultati attività di monitoraggio nella fauna selvatica in Emilia Romagna QUART (Aosta) giugno 2009 Frasnelli Matteo Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lombardia ed Emilia Romagna Sezione di Ravenna

2 Piano regionale di monitoraggio nella fauna selvatica Obiettivi del piano - Il piano regionale di monitoraggio della fauna selvatica viene svolto allo scopo di avere informazioni sullo stato sanitario delle popolazioni selvatiche utili anche ad effettuare una valutazione del rischio per le popolazioni domestiche di animali da reddito e per l uomo. - Il piano viene svolto in accordo tra i Servizi Veterinari delle Aziende USL, gli Uffici faunistici provinciali e la Polizia provinciale e coordinato dalla Regione Emilia Romagna che si avvale del supporto tecnico dell IZSLER, del CEREV e della consulenza di ISPRA e dell Università degli studi di Bologna

3 Piano regionale di monitoraggio nella fauna selvatica SCHEMA ORGANIZZATIVO DEL PIANO Il piano è organizzato in capitoli che corrispondono alle specie animali prese come indicatori per le malattie oggetto del monitoraggio. In ogni capitolo del piano sono descritti gli schemi operativi per la effettuazione dei campionamenti che saranno utilizzati per l attività analitica. Oltre agli animali indicatori può rendersi necessaria una attività di controllo sanitario per altre specie di selvatici nei seguenti casi: - soggetti rinvenuti morti per causa non attribuibile ad incidente stradale dovranno essere conferiti interi ai servizi veterinari o agli IZS per accertamento analitico sulla causa di morte. - capi che manifestano segni di alterato stato di salute come: imbrattamento perianale, sintomatologia nervosa (perdita equilibrio, comportamento alterato), malformazione scheletrica, lesione della cute, scolo nasale. Qualora i capi che manifestano segni di alterato stato di salute siano abbattuti nel corso dell attività venatoria sarà raccolto il pacchetto intestinale e, a parte, i visceri: fegato, polmoni, milza e rene e conferiti all IZS per i successivi esami diagnostici.

4 Piano regionale di monitoraggio nella fauna selvatica- Malattie MALATTIA SPECIE INDICATORE West Nile Disease Trichinellosi Peste suina classica Malattia Vescicolare del Suino Malattia di Aujeszky Paratubercolosi Brucellosi Lyme disease

5 WN in Italia Compare in Italia nel 1998: Alcuni casi clinici nei cavalli al Padule di Fucecchio Nessun caso nell uomo Agosto 2008 Ricompare in Italia 32 casi clinici nel cavalli (5 morti) 9 casi nell uomo (4 con sintomi nervosi)

6 WN Italia 2008 (EQUIDI)

7 West Nile Disease Il Piano nazionale di sorveglianza prevede che in determinati siti maggiormente a rischio per l introduzione e la diffusione del virus della West Nile Disease (per l Emilia-Romagna: le Valli di Comacchio), venga effettuata una sorveglianza passiva sui corvidi rinvenuti morti. In presenza di piani provinciali di controllo dei corvidi (gazze, cornacchie e ghiandaie), è sembrato opportuno integrare tale sorveglianza, richiedendo l esame per West Nile a campione a partire dai soggetti prelevati per l esame trichinoscopico.

8 WN Risultati 2008 Complessivamente sono state esaminate dal Centro Nazionale di Referenza (IZS di Teramo) 651 carcasse di uccelli selvatici. Le positività in PCR hanno riguardato 49 soggetti abbattuti nelle province di Ferrara, Bologna, Modena e Ravenna tra metà agosto e metà ottobre. (Nel 2006 sono stati esaminati 18 corvidi, nel 2007 sono state esaminate 51 carcasse di corvidi e 20 carcasse di volatili di altre specie e tutte le ricerche virologiche sono risultate negative).

9 WN Risultati 2008 Tab. 3 - Distribuzione per Provincia e risultati degli esami eseguiti per la ricerca di virus della West Nile Disease in uccelli selvatici. Anno 2008 Uccelli di altre Cornacchia grigia Gazza Altri corvidi specie Provincia Esaminati Positivi Esaminati Positivi Esaminati Positivi Esaminati Positivi Piacenza Parma Reggio Emilia 1 0 Modena Bologna Ferrara * Ravenna Forlì-Cesena Rimini Totale *8 gabbiani (Larus michahellis) esaminati in pool; 1 cormorano (Phalacrocorax carbo); Ghiandaia (Garrulus glandarius)

10 WN Piano Regionale 2009 Per le attività previste dal piano Sorveglianza West Nile Disease 2009, sul territorio della Regione Emilia-Romagna sono state individuate le seguenti aree: 1) Area del territorio in cui è stata rilevata circolazione virale nel 2008: tutta provincia di Ferrara; provincia di Bologna a Nord della via Emilia; provincia di Modena a Nord della via Emilia. 2) Area di SORVEGLIANZA : province di Ravenna a Nord della via Emilia; provincia di Reggio Emilia a Nord della via Emilia; Parma a Nord della via Emilia, Piacenza a Nord della via Emilia In entrambe le aree è stata predisposta una attività di: Monitoraggio su uccelli selvatici Monitoraggio su avifauna riscontrata morta Si ribadisce che in Area 1), è essenziale, ai fini del monitoraggio, che il campionamento riguardi i soggetti nati nell anno in corso

11 WN Piano Regionale MONITORAGGIO SANITARIO DEI CORVIDI PER LA WEST NILE DISEASE 2009 Obiettivo Rilevare precocemente la circolazione virale del virus West Nile nell avifauna selvatica stanziale dell Emilia-Romagna Popolazione oggetto del campionamento Nell ambito del piano dovranno essere campionati secondo un programma definito (Allegati) cornacchie grigie (Corvus corone cornix) Gazze (Pica pica) nate nell anno,catturate o abbattute. Il campione potrà essere integrato da ghiandaie (Garrulus glandarius). Durata del Monitoraggio Le attività di monitoraggio sanitario partiranno nel mese di aprile e termineranno alla fine di ottobre 2009.

12 WN Piano Regionale 2009/2010 Modalità di esecuzione del piano Il piano sarà attuato nel territorio regionale a Nord della Via Emilia. A tale scopo il territorio è stato diviso in quadranti definiti da una lettera e un numero Per ciascun quadrante individuato dovranno essere prelevati mensilmente, secondo un calendario definito un numero definito di corvidi per tutta la durata del piano. Per quanto possibile i soggetti prelevati dovranno essere animali giovani e nati nell anno, abbattuti nell ambito dei Piani Provinciali di controllo. Nel caso il numero di soggetti previsti dai piani provinciali non sia sufficiente potranno essere utilizzati corvidi abbattuti a caccia o catturati ai fini del presente piano. Nel corso del 2009 si prevede in tal modo di esaminare per WND complessivamente 1246 soggetti.

13 WN Piano Regionale 2009/2010

14 Trichinella e fauna selvatica Fra i nostri animali selvatici sono soggetti ad infezione Cinghiale Volpe Lupo Rapaci e corvidi

15 Trichinella e fauna selvatica Perché controllare la fauna selvatica? Prevenire la forma umana legata al consumo di carne di cinghiale Attualmente gli allevamenti di suini sono indenni Conoscere il livello di infezione nei selvatici è quindi importante per capire a quale rischio sono esposti gli allevamenti suini

16 Trichinella Piano Regionale Cinghiale (Sus scrofa) Dagli animali abbattuti nel corso dell attività venatoria o nell ambito dei piani provinciali vengono prelevati 50 grammi di muscolo (pilastri del diaframma) per l esame per trichinella. Volpe (Vulpes vulpes) La volpe è considerata il migliore indicatore della presenza di trichinella. I soggetti abbattuti nel corso dell attività venatoria, nell ambito dei piani provinciali di controllo o rinvenuti morti sono conferiti interi o per le parti concordate con i servizi veterinari, per l esame per trichinella, che sarà effettuato su campioni di muscolo (lingua: sempre, masseteri, tibiale anteriore, estensori del metacarpo, pilastri del diaframma). Corvidi Soggetti conferiti con le catture attuate secondo lo schema controllo West Nile, ovvero rinvenuti morti dovranno essere conferiti interi per l esame per trichinella, che sarà effettuato su campioni di muscolo (muscoli masticatori e del collo). Sarà esaminato per trichinella un numero massimo di 50 capi per Provincia Dal 2009 Centri per il recupero della selvaggina - CRAS. Carnivori selvatici: Volpe/Tasso/Faina pervenuti morti o immediatamente deceduti ( esame trichinella) Rapaci diurni e notturni delle seguenti specie(allocco, Barbagianni, Civetta, Poiana) e rinvenuti nei seguenti periodi (aprile/ottobre), deceduti poco dopo il ricovero

17 Trichinella RISULTATI 2008 Tutti gli esami eseguiti su cinghiali (8864) e corvidi (598) hanno dato esito negativo. In una volpe (204) abbattuta nel mese di gennaio 2008 in Provincia di RE è stata rilevata la presenza di Trichinella britovi (specie di trichinella presente in tutta Italia che presenta un ciclo silvestre, viene sporadicamente riscontrata in volpi e cinghiali, ma raramente infesta animali domestici). Sono inoltre stati esaminati con esito negativo anche due lupi. Anche se il numero di volpi e corvidi esaminati è piuttosto esiguo, il numero di cinghiali sottoposto a controllo è invece significativo e, eccetto la provincia di Reggio Emilia, copre tutto l areale di distribuzione di questa specie nella Regione.

18 Trichinella Risultati 2008 Tab. 1 - Distribuzione per Provincia e risultati degli esami eseguiti in Emilia-Romagna per la ricerca di Trichinella sugli animali indicatori. Anno 2008 Provincia Cinghiali Volpi Corvidi esaminati positivi esaminati positivi esaminati positivi Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Emilia-Rom

19 Peste Suina Classica, Malattia Vescicolare del suino, Malattia di Aujeszky Malattie virali del suino per le quali in Italia sono previsti piani nazionali di sorveglianza e controllo Il cinghiale può fungere da serbatoio dell infezione e infettare i suini Viene quindi eseguito un controllo sierologico sul sangue di cinghiali abbattuti nei piani di controllo previsti dalle Province Richiesti almeno 80 campioni per Provincia

20 RISULTATI Peste Suina Classica, Malattia Vescicolare del suino, Malattia di Aujeszky E stato controllato un numero di animali maggiore al 2007 (da 1077/07 a 2081/08 per PSC e da 611/07 a 2036/08 per MVS) Non sono stati rilevati campioni positivi per PSC e MVS. Per la Malattia di Aujeszky testati 1985 sieri (nel )e la percentuale di positività rilevata è risultata pari al 21,6%, valore inferiore a quello rilevato nel 2007 (35,2%).

21 Peste suina classica Risultati 2008 Tab. 4 - Distribuzione per Provincia e risultati degli esami eseguiti per la ricerca di anticorpi verso la PSC nei cinghiali dell Emilia-Romagna. Periodo Provincia Esaminati Positivi Esaminati Positivi Piacenza Parma Reggio E Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Totale

22 Malattia Vescicolare del Suino Risultati 2008 Tab. 5 - Distribuzione per Provincia e risultati degli esami eseguiti per la ricerca di anticorpi verso la MVS nei cinghiali dell Emilia-Romagna. Periodo Provincia Esaminati Positivi Esaminati Positivi Piacenza Parma Reggio E Modena Bologna Ferrara - - Ravenna Forlì-Cesena Rimini Totale

23 Malattia di Aujeszky Risultati 2008 Tab. 6 - Distribuzione per Provincia e risultati degli esami eseguiti per la ricerca di anticorpi verso la MA nei cinghiali dell Emilia-Romagna. Periodo Provincia Esam. Pos. % pos Esam. Pos. % pos Piacenza ,0% ,4% Parma ,5% ,3% Reggio E ,6% ,0% Modena ,9% ,9% Bologna ,4% ,9% Ferrara - - Ravenna ,1% ,4% Forlì-Cesena ,1% ,1% Rimini ,0% ,4% Totale ,2% ,6%

24 Piano regionale di monitoraggio nella fauna selvatica CAPRIOLO Paratubercolosi Brucellosi Lyme disease

25 Banca Dati Ungulati INFS Fonte: Toso-Guberti, 2007 Consistenze CAPRIOLO Liguria Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Totale

26 Banca Dati Ungulati INFS Fonte: Toso-Guberti, 2007 Prelievo CAPRIOLO Liguria Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Totale

27 consistenza distribuzione INFS Fonte: Toso- Guberti ,000, % attuale potenziale 800, ,000 attuale potenziale 400, , % superficie: 10 milioni di ha densità media: 15 capi/100 ha Prospettive future per il Capriolo nell Italia appenninica

28 Monitoraggio sanitario dei caprioli Nel 2008 il Piano ha istituito un attività di controllo sui caprioli al fine di avere informazioni sullo stato sanitario della popolazione presente sul territorio della Regione Emilia- Romagna. Il controllo si basa su tre aspetti : - soggetti rinvenuti morti per accertamento analitico sulla causa di morte (non attribuibile ad incidente stradale). - soggetti abbattuti nel corso dell attività venatoria e nell ambito dei piani provinciali di controllo sono state eseguite indagini sierologiche per Paratubercolosi, Lyme disease, Brucellosi.(massimo 50 campioni) - capi che manifestano segni di alterato stato di salute per accertamenti diagnostici.

29 Distribuzione per Provincia di caprioli esaminati IZSLER, anno 2008 Provincia Bologna Forlì- Cesena Ferrara Modena Parma Ravenna Reggio Emilia Totale Animali conferiti

30 Serie di esami di minima a cui sottoporre i soggetti inviati perchè ammalati o trovati morti CAMPIONE RICERCA METODO Ulteriori approfondimenti in caso di positività Contenuto ciecale Salmonella Colturale Determinazione sierotipo Contenuto ciecale Yersinia enterocolitica Colturale Determinazione sierotipi Contenuto ciecale Escherichia coli /EAE E. coli verocitotossici PCR Valvola ileo-ciecale e linfonodi meseraici Mycobacterium paratuberculosis PCR Pool di linfonodi e testicoli (maschi) Brucella Colturale + PCR Tipizzazione Cute lesionata Rogna Microscopico Identificazione acari Feci ampolla rettale Endoparassitosi Microscopico

31 Analisi sierologiche su conferimenti da animali abbattuti Previste determinazioni per: - Paratubercolosi (AGID ed ELISA) - Brucellosi (SAR e FdC) - Malattia di Lyme (IFI)

32 Paratubercolosi Foto 1: Linfadenite paratubercolare nel Capriolo M. B r e g o l i, C. F r aq ue l l i, C. P aso l l i - Stato sanitario dei cervidi in Trentino - Il Cacciatote Trentino, 2003 Fraquelli e coll. Indagine in Trentino

33 Brucellosi Emilia Romagna - Bovini Nel 2003 Focolai di Brucellosi nei bovini in provincia di Parma e Reggio Emilia. Fonte dell infezione: greggi vaganti

34 Brucellosi nei selvatici Come è noto, anche in Italia, la Brucellosi è stata rinvenuta nel cinghiale (Gennero et al., 2004), nel camoscio delle Alpi e nella lepre bruna (Lavazza et al., 2000; Dondo et al., 2003) alla stregua di molti altri Paese europei, quali Francia,Austria, Repubblica Ceca e Svizzera (Godfroid, 2002; Maurin, 2005) Tuttavia le segnalazioni in tale ungulato sono scarse sia a livello nazionale che internazionale.

35 Malattia di Lyme I serbatoi dell infezione in natura sono piccoli roditori selvatici sui quali si nutrono le zecche giovani che si infettano uomo, cane, cavallo e ungulati sono ospiti terminali (che non trasmettono la malattia).

36 Risultati monitoraggio sanitario capriolo Dati sierologici ancora parziali poiché parte dei sieri prelevati da soggetti abbattuti deve ancora essere analizzata I risultati presentati derivano sia da animali inviati alle Sezioni provinciali e relativi al Piano in oggetto sia da risultati emersi da una indagine sanitaria su tale ungulato svolta tra il 2007 e il 2008 nella Provincia di Reggio Emilia

37 Risultati degli esami sierologici eseguiti su caprioli abbattuti in Emilia-Romagna. Anno 2008 MALATTIA TECNICA N. ESAMINATI POSITIVI % Paratubercolosi AGID %* Brucellosi FdC %* Malattia di Lyme IFI %* Malattia di Lyme IFI ,3% *Esito solo parziale in attesa di esecuzione degli esami sui sieri ancora non processati Dati derivati da indagine in Provincia di Reggio Emilia

38 Paratubercolosi, Brucellosi risultati esami batteriologici MALATTIA TECNICA N. ESAMINATI POSITIVI % Paratubercolosi PCR % Paratubercolosi PCR ,86% Brucellosi PCR 5 0 0% Brucellosi PCR % Dati derivati da indagine in Provincia di Reggio Emilia

39 Considerazioni Paratubercolosi: da evidenziare, come già segnalata (Nebbia P. et al., 2000), la scarsa efficacia del test sierologico (AGID/ELISA) rispetto alla ricerca dell agente eziologico, in particolare se utilizzata una tecnica biomolecolare. Importante quindi prevedere sempre tale tipologia d analisi in piani di monitoraggio. Brucellosi: Nessuna positività nei caprioli controllati nel Auspicabile tuttavia la possibilità di utilizzare in screening sierologici kit ELISA competitivi e tener presente il dato epidemiologico che i portatori possono essere sieronegativi (Godfroid J. 2002). Malattia di Lyme:L uomo e i ruminanti selvatici vengono infettati dalle zecche adulte e non sono serbatoi efficienti di infezione elevate concentrazioni di caprioli possono tuttavia aumentare la presenza di zecche sul territorio. Nel 2008 su 12 soggetti campionati nel contesto del Piano regionale 3 (25%) è risultato infetto da Borrellia. Tuttavia devono ancora essere analizzati quasi la totalità dei sieri degli animali abbattuti nei piani di prelievo, solo allora sarà possibile avere un quadro più corretto della prevalenza di tale patogeno. Da segnalare la prevalenza dell 11,3% (159 animali testati) evidenziata nella popolazione di caprioli della Provincia di RE esaminati nel corso di un indagine sanitaria più ampia che ha coinvolto questo ungulato. (Stancampiano et al. 2003, segnalavano una prevalenza del 4,5% evidenziata in indagine su caprioli Provincia di Vicenza)

40 Capriolo RE controllo sanitario Monitoraggio attivato in conseguenza di segnalazione di aumentata mortalità con sintomatologia diarroica nella popolazione di caprioli nell estate Verifica delle possibili cause e ricerca dei principali patogeni causa di forme enteriche e ulteriori indagini diagnostiche per verificare la presenza e prevalenza di altri patogeni. Esaminati in totale 267 animali (sia abbattuti 220 che trovati morti 47) e da questi prelevati diversi campioni biologici sui quali sono state eseguite analisi di diversa natura (batteriologiche, sierologiche, parassitologiche, virologiche) alla ricerca di diversi patogeni tipici di questi ungulati selvatici

41 Principali patogeni riscontrati nel capriolo durante la sorveglianza e loro prevalenza RE Patologia Prevalenza% N. animali testati N. animali positivi Strongili abomasali 63, Borreliosi 11, Coccidi 6, E. coli EPEC 8, PCR Stongili gastrointestinali 48, M.avium subsp.paratuberculosis (PCR) 2, Salmonella spp. 2, Yersinia spp Gli esami eseguiti per ricerca Brucella spp., E.coli O157H7, E.coli VTEC, Cl. perfringens, virus enterici, distoma epatico, dermatofiti e acari della rogna ha sempre dato esito negativo.

42 Risultati e commenti Dall analisi dei dati emerge come tra i principali patogeni enterici diagnosticati esisteva differenza statisticamente significativa tra soggetti abbattuti/investiti e soggetti con diarrea relativamente alle prevalenze riscontrate per E.coli EPEC, strongili gastro intestinali e strongili abomasali. Inoltre E.coli EPEC, strongili gastro intestinali e Yersinia spp. presentavano prevalenze maggiori in soggetti con diarrea rispetto a quelli senza. Ancora da segnalare come E.coli EPEC EAE + venisse strettamente associato a soggetti trovati morti e con diarrea provenienti da due aree ristrette e nello stesso periodo stagionale estate Ruolo di Yersinia spp., Salmonella spp. è da valutare poiché, anche se già segnalate forme enteriche ascrivibili a Yersinia enterocolitica, tali patogeni si ritrovano facilmente in feci di ruminanti selvatici sani e nell ambiente. Nel caso preso in esame è più probabile, quale causa scatenante l aumento di mortalità, il ruolo giocato dalle alte densità territoriali ben oltre la DB (3-25 soggetti/km 2 ) e fattori ambientali sfavorevoli che potrebbero aver compromesso negativamente il benessere di alcuni soggetti permettendo ad alcuni dei patogeni evidenziati di aumentare la loro pressione sulla popolazione di tale ungulato.

43 MONITORAGGIO ZECCHE 2008

44 Indagine sulla tipizzazione delle specie di zecche rinvenute in animali selvatici Al fine di ottenere informazioni relative alle specie di zecche presenti sul territorio regionale e di una possibile programmazione di un sistema di monitoraggio, si è predisposto un sistema per la raccolta ed il conferimento di esemplari di zecche rinvenute su animali selvatici. Le diverse specie di zecche, possono contribuire alla trasmissione di malattie sia agli animali domestici sia all uomo. Dati relativi alla specifica fauna di zecche presenti sul territorio regionale può consentire di valutare il rischio dell introduzione e diffusione di tali patologie.

45 Malattie trasmesse da morso di zecche La malattia più frequentemente trasmessa dal morso della zecca è la Borreliosi di Lyme. Un altra infezione è l encefalite da virus TBE (Tick-Borne Encephalitis), una delle più gravi patologie trasmesse da I.ricinus. Fra i molti microrganismi patogeni che questa specie di zecca può trasmettere un cenno particolare meritano anche l Anaplasmosi, la Rickettsiosi e la Babesiosi.

46 Indagine sulla tipizzazione delle specie di zecche rinvenute in animali selvatici zecche reperite su uccelli selvatici specialmente migratori provenienti dall Africa e dalla penisola balcanica zecche reperite su cinghiali e caprioli od altri grossi animali selvatici zecche reperite su lepri o ricci od altri piccoli mammiferi selvatici

47 Campioni di zecche raccolte da selvaggina abbattuta in Emilia-Romagna. Anno 2008 SPECIE ANIMALE OSPITE Provincia Capriolo Cervo Cinghiale Lepre Totale complessivo Bologna Cesena Ferrara 4 4 Modena Parma Ravenna Totale complessivo

48 Zecche in Emilia Romagna

49 Distribuzione per specie delle zecche raccolte da selvaggina in Emilia-Romagna. Anno Specie di zecche Fig.1- Il grafico riporta le specie di zecche riscontrate in Emilia-Romagna e Lombardia durante il monitoraggio. Tutte le zecche rinvenute fino ad ora erano già state segnalate nelle nostre regioni. Nessuna nuova specie è stata riscontrata fino ad oggi. Fig. 2- Distribuzione per specie delle zecche raccolte da selvaggina in Emilia- Romagna. Anno 2008 La specie più rappresentata è Ixodes ricinus, seguita da Dermacentor marginatus, zecca strettamente associata al cinghiale.

50 Monitoraggio sulle zecche Ricerca patogeni Oltre alla raccolta e all identificazione delle zecche, da alcuni sottocampioni di queste sono state effettuate PCR per la ricerca di Borrelia burgdorferi, Francisella sp. e Rickettsia sp. : - Sono risultati positivi per Rickettsia sp. (sospetto R.slovaca) 5 campioni di D.marginatus raccolti da cinghiali delle province di Parma e Bologna. - Solo 1 campione(1/128), prelevato al di fuori del Piano di Monitoraggio nel comune di Pavullo (MO) è risultato positivo per B. burgdoferi - Nessun campione infine (0/31) è risultato positivo per Francisella spp.

51 Altre patologie riscontrate nella normale attività diagnostica 2008 Segnalata una mortalità in lepri in Provincia di Bologna causata da Toxoplasmosi Caso setticemico da Erysipelothrix rhusiopathiae evidenziato in lepre ritrovata morta in Provincia di Ravenna

52 Schema riepilogativo prelievo campioni previsto da Piano Regionale Corvidi Per trichinella 50 capi per provincia Capriolo Capi deceduti Capriolo Capi ammalati Specie Cinghiale (muscolo) Tutti i capi Cinghiale (siero) Almeno 80 capi per provincia Volpe Tutti i capi abbattuti nel corso dell attività venatoria, nell ambito dei piani provinciali di controllo o rinvenuti morti. Corvidi Per WND Annotare i numeri previsti Capriolo Siero 50 capi/provincia ZECCHE Uno o pochi capi all'interno di una determinata area/ parcella" venatoria ALTRI SELVATICI Tutti i capi morti per causa non attribuibile ad incidente o altra causa certa Carcassa intera Priorità per soggetti provenienti da comuni ad alta densità di suini Carcassa intera Campione da consegnare 50 grammi di muscolo (pilastri del diaframma) per l esame per trichina due provette di sangue per l esecuzione di esami sierologici Carcassa intera o 50 grammi di muscolo (tibiale anteriore o estensori del metacarpo o pilastri del diaframma o masseteri e/o lingua). due provette di sangue per l esecuzione di esami sierologici. Capi sani o ammalati Tutti i capi morti per causa non attribuibile ad incidente Visceri o carcassa intera di tutti i capi con sintomi indicati nell allegato 2 laboratorio di entomologia sanitaria IZSLER / entomologia.reggio@bs.izs.it Visceri o carcassa intera di tutti i capi con sintomi indicati nell allegato 2 Modalità raccolta e consegna concordata con sezioni IZSLER Consigliato: Carcassa intera. Testa o lingua e tibiale posteriore saranno asportate a cura di operatori qualificati.

53 GRAZIE PER L ATTENZIONE

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