ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA LA VECCHIA CHE PORTA IL GIOVANE E ALTRE SIMILARI MASCHERE DOPPIE

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1 ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA LA VECCHIA CHE PORTA IL GIOVANE E ALTRE SIMILARI MASCHERE DOPPIE di Gianluigi Secco - Belluno (soraimarc@vodafone.it) IN OCCASIONE DEL PRIMO RADUNO DELLE MASCHERE DOPPIE SVOLTO A OLZAI (NU) IL 19 E 20 DICEMBRE

2 Tra i personaggi tipici dei carnevali popolari compare spesso la figura della vecchia posticcia caricata di un altro personaggio, quasi sempre maschile. TIPOLOGIE Le versioni più in voga sono le seguenti: 1. Donna (da Vecchia a giovane*) con personaggio uscente dalla gerla o altro sistema passante che può rappresentare: Giovane e/o Coscritto Vecchio o adulto o infante Animale domestico (es. gallo, gallina, oca) 2. Donna (da Vecchia a giovane*) con personaggio caricato a cavalcioni che può rappresentare: Pulcinella (Acerra [NA] e paesi Napoletani) Giovane e/o coscritto Vecchio o adulto 3. Donna (da Vecchia a giovane*) con personaggio che la cavalca a gambe tese (Piscinas [CA]) 4. Donna (da Vecchia a giovane*) con personaggio appeso a tergo (Olzai [NU]) 5. Donna (da Vecchia a giovane*) con personaggio tenuto sul davanti in cesta bassa o meglio nel vaglio (Valsabbia) DISLOCAZIONI La presenza di questo tipo di maschera doppia nei carnevali popolari sembra generalizzato avendone comprovata la presenza in Spagna, Svizzera, Germania, Slovenia e in Italia dove è comune sia nell arco alpino orientale ma anche nel resto del territorio, specialmente in Campania, oltre alle isole, come presto si vedrà. 2

3 LA VÈGIA DA L COSCRIT [BL] In ordine di senso e di peso, si direbbe che si tratta inequivocabilmente dell allegoria del Vecchio che lascia spazio al Nuovo ovvero del Potere che passa in mano alla nuova generazione adulta, esemplarmente rappresentata dal Coscritto che, come si sa, acquisiva, con l abilitazione, i diritti e doveri della nuova condizione sociale. In questo caso la maschera sottintende un rito di passaggio. Esempi di vecchie col coscritto sono rilevati nel Bellunese e nel Friulano lungo tutto lo scorso secolo. Quando questa maschera opera in un contesto con altri personaggi guida (Matazin, Lakè ecc.) rientra nel loro corteo e ne condivide il comportamento 1. Nella foto accanto del Complico (1954), la Vecchia è sulla destra e porta un Coscritto con maschera baffuta, identificabile comunque dalle due piume di pavone che si vedono partire dalla parte posteriore del cappello. Si noti come tutte le maschere indossino il volto ligneo salvo la prima a sinistra che rappresenta una delle prime matazere entrate nel corteo del Complico Superiore. Nella analoga foto (1950) di Rivamonte agordino, la Vecchia è sul lato sinistro e il Coscritto porta un cappello nastrato 1 Tutte le maschere guida erano un tempo interpretate da coscritti per la loro valenza potenziale. Lo scadimento verso indossatori più anziani sembra ovunque causato dalla scarsità delle risorse disponibili (causa emigrazione o altro). 3

4 LA GNAGA DI FORNESIGHE [BL] Il caso di Fornegise (Fornesighe), sempre nel Bellunese, è emblematico nel mostrare la possibile evoluzione di un personaggio mascherato. Le foto del secondo dopoguerra presentano il carnevale del paesino come caratterizzato dal tradizionale Matazin anche se, per scarsità di mezzi, esso è poco appariscente e i nastri del cappello e del vestito sono realizzati con stelle filanti di carta anziché di stoffa e il viso risulta annerito. Nel corteo, sono presenti la vecchia con gerla, la balia con infante, l Ampezzana, il Dottore, gli sposi e il Coco addetto alla raccolta delle uova della consueta questua, oltre ai classici suonatori senza i quali non esiste Carnevale. Tali calzature diventano tradizionali e focalizzano l attenzione sul personaggio. La tipologia del portatatore perde così d importanza e di personalità, potendo presentare un volto più o meno giovane, in tal senso affievolendo il suo significato simbolico. Il personaggio prende il nome locale di Gnaga, che indica donna che si lamenta 3, che è sempre scontenta o forse solo stufa di portare il pesante fardello. La vecchia posticcia appare molto male in arnese e il portato non è chiaramente individuabile come Coscritto anche se potrebbe esserlo, vista la diffusa tradizione. Resta il fatto che la maschera, negli anni successivi, resta individuata nel portatore 2 la cui forte personalità si esprime anche nella progressiva adozione di zoccoli sempre più lunghi e possenti. 2 La gnaga più nota fu impersonata per quasi mezzo secolo da Luigi Costantin, Gigiota, classe 1914, ancora vivente e famoso per la sua prestanza fisica. 3 A Zoldo si dice No sta fa la gnaga, smettila di piagnucolare, di lamentarti. Gnaga è però anche il nome di una vecchia maschera veneziana che individuava un uomo travestito da donna.. 4

5 LA VECCHIA DEL CARNEVALE [NA] Non va distante nel senso neppure la maschera napoletana per cui è Pulcinella a cavalcare la Vecchia signora giacché la vecchiaia rappresenta il Potere e lo Zanni il Popolo. Si deve ricordare come la famiglia degli Zanni, di cui fanno parte tanto Arlecchino quanto Pulcinella e di seguito gli altri Giullari o Matti, sia pertinente al mondo delle anime che tornano, il cui primo potere è l incensurabilità. La voce del Popolo è perciò espressa dagli Zanni che soli possono controbattere la voce del Potere senza incorrere in danno. Il corteo napoletano de La vecchia del carnevale 4 è, in questo senso, del tutto assimilabile a quello dei carnevali arcaici alpini o del resto d Europa. La vecchia e il suo portatore fungono da capomaschera mentre gli altri Pulcinella 5 che ballano e suonano rappresentano il seguito che porta la testimonianza benaugurale 6. Oltre che a Napoli e ad Acerra, la Vecchia del Carnevale è presente in molte altre località campane e in Irpinia (Nusco, Avellino) ma vive anche in Puglia. In alcune località in cui opera, è testimoniata pure l usanza della questua (di beni alimentari), a rafforzare il senso di comunione propiziatoria (coscritti e infanti sono ovunque i rappresentanti dello spirito dei passati). Oggigiorno la Vecchia presenta corpo e volto giovane e da taluni ciò è visto con valenza di esagerazione sessuale. La tradizione datata delle statuine in porcellana, tipiche del Napoletano, mostra tuttavia la donna coi capelli grigi e la stazza pesante. 4 Sulla questa Maschera, testimoniata nel Napoletano già nel XVII-XVIII sec., si è scritto molto. 5 Il fatto che i Pulcinella siano bianchi, ma con maschera nera, non influisce sulla loro natura altrimenti rappresentata in scuro nero: se questo infatti rappresenta l ambiente di provenienza (gli inferi, il sotto terra) il bianco rappresenta il colore dell anima ovvero la sua trasparenza. A conferma esistono moltissimi Arlecchini o maschere guida bianche (come gli Arlecchini di Val Floriana, nel Trentino o i Blumari friulani di Montefosca). 6 Esistono numerosi studi e citazioni del personaggio (es. in Tesi laurea Abiti, uniformi, costumi nella società napoletana del secolo XVIII di Cristiana Andolfi, 2006: «La Vecchia del Carnevale era colei che portava il celebre Pulcinella a cavallo sulla sua schiena e, per dare l impressione che lui si trovasse in questa posizione, si ricorreva ad uno stratagemma: all abito bianco del popolano che interpretava Pulcinella si sovrapponeva una gonna lunga e scura ed all altezza del suo stomaco si sistemavano la testa e la parte superiore del busto di una donna anziana, entrambi fatti di paglia, con braccia anch esse false, che fingevano di reggere le gambe spalancate, in paglia, di Pulcinella».; in Pulcinella: divino e diabolico al Bianchi, di Giuseppina Scognamilio). 5

6 NOTA SULLA DONNA DA VECCHIA A GIOVANE Il fatto di constatare oggi la presenza di volti giovanili nella parte posticcia è probabilmente dovuto alla comodità di avere facilmente a disposizioni volti di manichini. Ciò sembra aver tratto in inganno anche alcuni osservatori indotti a intravedere nella diversa coppia valori di carattere marcatamente sessuale, specialmente in alcune particolari posture (es. Olzai) il che non è del tutto escludibile dato che ogni maschera acquisisce localmente una propria autonomia. SOS MAIMONES [NU] Sos Maimones, sono le maschere sarde di Olzai, in Barbagia (NU), dove i giovani, spesso col volto dipinto di sughero bruciato o mascherati con fazzoletti neri, sono strettamente addossati alle parti posticce femminili. La finta schiena del tronco superiore è caratterizzato dal costume locale, con testa dal volto di donna, spesso giovanile, coperta col fazzoletto o con lo scialle, neri; le gambe del portatore risultano mascherate dalla lunga gonna, sul retro della quale, superiormente, si fissa l altra parte fasulla della maschera, quella maschile, rappresentata dai pantaloni con false gambe e scarpe, che al saltellare dei protagonisti sembrano davvero assumere valenza copulatoria. Significativa rimane la mascheratura scura che è tipica della maggior parte delle maschere sarde (testimoniandone l arcaicità) e sottolinea la presenza degli spiriti ctoni, degli antenati invitati ad avvalorare l ineludibilità del rinnovamento 7 (la Vecchiaia che lascia il posto alla Gioventù) 8. La valenza sessuale fa comunque parte di questo concetto di rinnovamento per cui il concetto rimane correttamente rappresentato. 7 L identità funzionale degli spiriti ctoni ovvero degli antenati, che si manifesta in gran parte con l annerimento dei visi, e le coperture nere o scure (maschere di fango o morti che tornano), con quella dei coscritti (ossia i giovani ritenuti maturi per essere dichiarati adulti ma che ancora non hanno esercitato i nuovi potere, quindi vergini e potenzialmente intatti) è da tempo abbondantemente dimostrata (cfr. Secco, MATA, in come pure l altro legame coi bambini la cui anima nuova è attinta nel medesimo regno. 8 El Amontado de Bielsa, sui Pirenei spagnoli, ha qualche somiglianza con su maimone come il volto annerito e la postura posteriore (anche se l appoggio è diverso). 6

7 LA CICCITEDDA DI PISCINAS [CA] Non sembra distante da questo senso anche la maschera sarda nota come la Ciccitedda di Piscinas (CA) che, cavalcando la Vecchia, durante il suo giro colpisce con una canna alcuni astanti, specie le giovani ragazze col gesto tipico, conferito dal potere, di contaminare-donare energia, fertilità, abbondanza. Come spesso accade il gesto è (stato) scambiato come scherzo punitivo o sgarbo a secondo della destinazione e circostanza. La maschera di Piscinas sembra essere una prerogativa della famiglia Pintus che da quasi un secolo è certamente presente ai carnevali locali 9. Numerose sono le testimonianze fotografiche di questa presenza a partire dal Il primo ad indossare la Vecchia sembra essere stato Peppino Pintus cui seguirono, per generazione, Giacomo, Giocondo (fino alla fine dello scorso secolo) e oggi Alessio (2009) Foto del 1908 e 1922 a Giba 7

8 LE VECCHIE DI VAL SABBIA [BS] In Valsabbia, a Livemmo (BS) l estetica della Vecchia ha subito pure una evoluzione per cui è diventata la Vecia dal Val (Vecchia del vaglio 11 ), la quale porta il coscritto identificabile dal cappello nastrato, seduto su*l supporto di vimini. Le Vecchie possono essere una o viaggiare a più coppie ora che il copione prevede un altre maschera fornita di doppio volto (davanti e dietro) e doppia scarpa ognuna rivolta all esterno Nella Vecchia con la gerla 12, nel dialetto locale l Omashì del gerlo, la caratterizzazione appare più vaga e talvolta indecisa anche se è quasi sempre il coscritto a farla da padrone (i fiori, come i nastri e le piume di gallo forcello o cedrone se non di pavone - sono tra i tipici segni della condizione). Ancora del Bresciano (Preseglie), non molto distante da Vivemmo, ecco un altra vecchia con probabile Coscritto (visti i fiori) ma dal viso adulto (se non con tratti da vecchio). Molto sembra dipendere dalla disponibilità più che dalla volontà specialmente da quando si trovano in commercio volti in materiale gommoso di caratteristiche standard. La maschera del vecchio è di tipo comune Il vaglio o van, serviva a pulire dalle impurità (pagliette, sporcizia minuta) le sementi, i fagioli, il riso o altre granaglie. 12 Sempre di Vivemmo. 13 Nel mentre non esiste volto da Coscritto. 8

9 VALLI DEL NATISONE (UD) La vecchia con la gerla è comune anche nei carnevali delle Valli del Natisone (UD). Nel paesino di Clodig la doppia maschera è nota come Teresia e Vanaz. La si ritrova anche nella compagnia del carnevale del vicino paese di Meresino. In entrambi i casi sono però intesi come la moglie che porta o sopporta il marito. Nel personaggio a destra, i ruoli si sono invertiti ed è il Vecchio che porta la Vecchia (Ta Star). Siamo a Zagorica nella slovenia Centrale Alta Carniola (1970).. 9

10 VECCHIE CHE PORTANO ALTRI PERSONAGGI Vecio co l gerlo a Sappada (BL) 1952 Quando il senso principale della maschera scade, e solo allora, il volto del portatore può presentarsi da adulto o persino da vecchio fino a trasformarsi in personaggi del mondo animale 14. Si arriva anche a casi estremi di inversione in cui la parte posticcia è rappresentata da un vecchio che porta una giovane 15 quando non una vecchia 16 o un altro uomo. Svizzera, Canton San Gallo Tra le maschere di Grosio, in Valtellina (foto a sinistra) troviamo sia la Vecchia che porta nella gerla l infante col ciuccio in bocca), sia quella della giovane donna che porta il Vecchio sulla schiena. Questa ultima figura è probabilmente quella più recente e moderna, ormai trasformata in una vera allegoria della badante, con significato satirico diverso da quello classico Nei Carnevali agordini di Sottoguda (BL) sono rimaste famose le interpretazioni della figura in gerla passante fatte da Francesco Darman detto Checo dei Bii, tra le quali una in cui, dalla gerla, spuntava una bellissima gallina! (Anni Cinquanta) 15 Si veda la versione sappadina (BL) del Si veda la versione della maschera del Canton San Gallo (Svizzera) 17 Non a caso il nome del personaggio è La Bernarda, comune sinonimo, nel Settentrione, del sesso femminino. 10

11 ALTRI METAPERSONAGGI CARNEVALESCHI La fantasia non ha limiti per quanto riguarda i metapersonaggi e ne portiamo alcuni esempi Questi pifferai svizzeri di Basilea sono davvero simpatici e sembrano esibirsi sulle spalle di due eleganti gentiluomini portatori. Ne El Caballé, di Bielsa, sui Pirenei spagnoli, il cavaliere è anche il portatore del cavallo. Il travestimento è peraltro comune in tutta l Europa dove si fanno anche danze popolari con questo genere di maschere o si mimano tornei con cavalieri medievali o similari. 11