Escursione di Botanica in Liguria e Toscana Prof. G. Rossi (studenti A.A. 2004/2005)

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1 Escursione di Botanica in Liguria e Toscana Prof. G. Rossi (studenti A.A. 2004/2005) Bocca di Magra (SP), Montemarcello (SP), Vecchiano-Migliarino (PI), Portovenere-Isola Palmaria (SP): aprile 2005 Sintesi a cura di: Gentili R., Dominione V., Parolo G., Leva G., Abeli T., Rossi G. Se campi e giardini in Italia non venissero saturati d acqua in primavera e nel tardo autunno, come potrebbero dar frutti, quando nelle stagioni regna per lo più la massima siccità? Per conto mio, il recarsi ogni primavera nel sud nonostante queste prospettive apparentemente poco favorevoli, è dovuto alla passione per le campagne verdi e gli alberi coperti di foglie, al desiderio di un po di sole e di calore, alla certezza di trovare vicino al Mediterraneo un clima più mite, alla speranza di trovarvi, con un po di fortuna, il modo di godere un intera serie di bellissimi giorni. Dopo il lungo e freddo inverno nordico il contrasto è molto forte, si gioisce del verde più meschino, si accetta grati ogni raggio di sole... (E. Strasburger Un botanico racconta) 1 29 Aprile LIGURIA E TOSCANA IL CONVENTO. Arrivati a Bocca di Magra (La Spezia) e trovato alloggio e sistemazione presso l antico convento dei Padri Carmelitani di Santa Croce (sec. XII), ubicato a trecento metri dal mare, è stata effettuata una prima escursione nei boschi circostanti di leccio (Quercus ilex). Durante il tragitto gli studenti hanno potuto seguire una introduzione sull origine e sull evoluzione della vegetazione mediterranea e soprattutto, toccando con mano, prendere visione delle specie che la compongono! Il Convento Bocca di Magra immerso nei boschi di leccio.

2 LA MACCHIA MEDITERRANEA E LA LECCETA. La vegetazione costiera, caratterizzata soprattutto da macchia mediterranea, è da interpretarsi come lo stadio evolutivo finale di una successione che ha visto, in un lontano passato, il dominio di vaste foreste di leccio. Le leccete, al tempo presente, sono confinate, in questa regione, in superfici ristrette, tra cui proprio l area di Montemarcello. Leccio Nella zona del convento si è potuto prendere visione direttamente degli arbusti e delle sclerofille sempreverdi presenti nella macchia mediterranea: il corbezzolo (Arbutus unedo), il lentisco (Pistacia lentiscus), il mirto (Myrtus communis), le eriche (Erica arborea, E. scoparia), l alaterno (Rhamnus alaternus). Corbezzolo Lo strato erbaceo tende ad essere povero e spesso è dominato dalle liane: in primis, nelle zone ombrose, dall edera (Hedera helix) e poi dalla salsapariglia o strappabraghe (Smilax aspera). Tra le altre essenze erbacee o basso arbustive sono state osservate: Rubia peregrina, Allium triquetrum, Asparagus acutifolius. Nelle chiarie ai margini del bosco sono localmente comunissimi il gilico (Arisarum vulgare) e le orchidee Serapias neglecta e S. lingua. Tra gli altri alberi, oltre al leccio, rilevante è la presenza dei pini, quali Pinus halepensis e P. pinaster, riconoscibili in base a differenti caratteri relativi al portamento, alla morfologia fogliare e alla forma dei coni (pigne). Pino d Aleppo e Pino marittimo

3 SULLA SCOGLIERA. E stata raggiunta la ristretta spiaggia ciottolosa alla base del promontorio di Montemarcello (sempre in zona convento), dove è stato possibile osservare le piante colonizzatrici delle rupi a picco sul mare e la gariga che precorre la formazione della macchia a sclerofille e della lecceta. La gariga è una formazione aperta dominata da bassi arbusti, suffrutici e specie erbacee, fra cui molte dotate di oli essenziali (es. cisti). Tra le specie rinvenute sulle rupi, a pochi metri dal mare, ricordiamo: il finocchio di mare (Crithmum maritimum), la vistosa fioritura viola porporino della violaciocca (Matthiola incana), la cineraria (Senecio cineraria). Il finocchio di mare (Crithmum maritimum) Tra le numerose piante che crescono nella gariga vi sono gli alti arbusti di ginestra (Spartium junceum), di mirto e di lentisco; nello strato più basso è presente l elicriso (Helycrisum italicum) specie aromatica. VISITA ALL ORTO BOTANICO. Nel pomeriggio, dopo breve tragitto in auto ed un successivo tratto a piedi, è stato visitato l Orto Botanico di proprietà del Parco Regionale (Terrestre-Fluviale) di Montemarcello-Magra. Salendo all orto sono stati segnalati agli studenti: Iris lutescens, Anemone hortensis, Centranthus ruber (nelle rupi), Orchis papilionacea (nella macchia). Pianta dell Orto di Montemarcello La lezione in campo, guidata e gestita dal personale dell Orto Botanico, ha riguardato tutti gli aspetti della vegetazione mediterranea, con approfondimenti circa le specie in uso nella tradizione popolare locale. Durante il percorso sono stati attraversati i seguenti settori dell Orto botanico: la gariga, la macchia mediterranea, la lecceta (gli arbusteti a ericacee e cisti), le pinete a pino d Aleppo, il bosco a roverella, il bosco a cerro, il giardino delle erbe della tradizione popolare (ad es. Calamintha nepeta, mentuccia; Helicrysum italicum, elicriso; Sanguisorba minor, salvastrella minore).

4 LE DUNE COSTIERE. La visita alle dune costiere del Parco Regionale di Migliarino-San Rossore, in provincia di Pisa (Toscana), è stata guidata dalla Dott. ssa Maria Ansaldi, tecnico presso il Dipartimento di Scienze Botaniche dell' Università di Pisa, che svolge anche attività didattica e di ricerca; tale escursione ha permesso di osservare un ambiente costiero ancora scarsamente modificato dall attività umana. In effetti, le coste sabbiose dell alto Tirreno sono state per lungo tempo soggette a degrado e a pesanti modificazioni, a causa di un elevato sfruttamento antropico per fini turistici. Questo ha portato alla semplificazione e banalizzazione della vegetazione su vasti tratti di costa, facendo sparire quasi del tutto gli ambienti e gli aspetti di vegetazione di duna e retroduna. Dopo aver introdotto la formazione e l evoluzione delle dune, sono state illustrate le fasce di vegetazione che su di esse si insediano e si evolvono dal mare verso l'interno: cakileto, agropireto, ammofileto, arbusteti a ginepro coccolone, aspetti di aree umide retrodunali, fino al bosco chiuso a leccio e conifere presente dietro la strada. Le specie pioniere stabilizzatrici degli arenili ed in grado di insediarsi e vivere molto vicino al mare sono Cakile maritima, il finocchio litorale spinoso (Echinophora spinosa), la soldanella di mare (Calyistegia soldanella). Nella fascia più arretrata, alla base della duna, si nota la comparsa di graminacee perenni come la gramigna delle spiagge (Agropyrum junceum), spesso accompagnata dall'euforbia delle spiagge (Euphorbia paralias) e dall erba medica marina (Medicago marina). All apice della duna, nella parte più esposta all azione dei venti, dominano i cespi densi dell Ammophila littoralis (= Ammophila arenaria). Con la costruzione della duna la vegetazione psammofila raggiunge uno stadio di maturità. Nell ammofileto troviamo ancora: la soldanella (Calystegia soldanella), l euforbia delle spiagge (Euphorbia paralias), la calcatreppola marittima (Eryngium maritimum), il finocchio litorale spinoso (Echinophora spinosa), il giglio marino comune (Pancratium maritimum), ecc. Le porzioni retrodunali sono caratterizzate dalla gariga, nella quale troviamo l elicriso (Helicrysum italicum), il finocchio marino (Crithmum maritimum), la silene delle spiagge (Silene colorata). Nei solchi retrodunali, ove si ha stagnazione di acqua, sovente si trova il giunco delle spiagge (Juncus acutus). Allontanandosi dal mare e inoltrandosi verso le dune fossili (ormai consolidate), progressivamente predominano specie arbustive quali il ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus var. macrocarpa), il lentisco (Pistacia lentiscus), il mirto (Myrtus communis), la fillirea (Phyllirea angustifolia) e cisti. La macchia mediterranea si sviluppa invece negli ambienti retrodunali consecutivi, dove l'elemento originario sabbioso è gradualmente sostituito o ricoperto da terreno più fertile e con minore salinità, su cui si sviluppano le specie arboree, con zone di passaggio arbustive, come la macchia-gariga a lentisco. Le dune di Vecchiano-Migliarino

5 30 Aprile LIGURIA L ESCURSIONE A PORTOVENERE - ISOLA DI PALMARIA. Il promontorio di Portovenere, punta più occidentale del Golfo di La Spezia, continua idealmente con le tre isolette di Palmaria, Tino e Tinetto, quest ultima poco più di uno scoglio. Questi territori, riconosciuti dall UNESCO Patrimonio Mondiale dell Umanità, sono inclusi nel Parco Naturale Regionale di Portovenere, istituito recentemente. L Isola Palmaria, alta 186 m s.l.m., di forma subtriangolare, con un lato esposto a nord, si estende per 189 ettari, con un perimetro di poco superiore a sette chilometri; essa è divisa da Portovenere da uno stretto braccio di mare, esteso circa 100 m, detto Le Bocche. Il nome dell isola deriva, secondo alcuni, dal termine barma o balma (= grotta) e secondo altri per la presenza della palma nana, unica palma autoctona in Italia; delle due ipotesi appare più verosimile la prima. L isola presenta coste prevalentemente rocciose, alte a picco sul mare, specialmente sul versante sud-occidentale, la cui falesia ospita alcune grotte ed insenature (Grotta azzurra, Cala Grande e Caletta). Durante la visita all isola è stato possibile osservare nuovamente gli aspetti della flora mediterranea, con alcune varianti legate al substrato geologico calcareo affiorante e alle condizioni climatiche, relativamente più calde rispetto alla terraferma, data la minore piovosità. La flora insulare è composta da circa 500 specie, alcune delle quali di grande interesse scientifico, (Ferrarini, 1971, 1972; Mariotti, 1990). La vegetazione originale, che doveva essere costituita prevalentemente dalla macchia mediterranea e dal bosco di leccio, è stata modificata soprattutto all isola Palmaria per cause antropiche, quali il fuoco, l agricoltura, l'introduzione di piante e animali alloctoni (platani, palme e conigli). Oggi i pini (Pinus pinaster e P. halepensis) condividono lo spazio con specie tipicamente mediterranee come il leccio (Quercus ilex), la roverella (Q. pubescens), il lentisco (Pistacia lentiscus), il corbezzolo (Arbustus unedo), i cisti (Cistus monspeliensis, C. salviifolius, C. incanus), le ginestre (Spartium junceum), l ampelodesma (Ampelodesmos mauritanicus), ecc. Tra le emergenze floristiche rinvenute occorre ricordare: Centaurea cineraria subsp. veneris, endemica dell isola di Portovenere e delle isole (Palmaria, Tino, Tinetto); Festuca veneris, endemica delle coste rocciose di Portovenere e dell Isola Palmaria, che è stata descritta nel 1996, come specie nova (Rossi et al., 1996); Arisarum vulgare; Iberis umbellata var. linifolia, esclusiva della Palmaria; Centaurea aplolepa subs. lunensis, endemica della Liguria orientale. Da ricordare inoltre Brassica oleracea subsp. robertiana e Cistus incanus, raro in Liguria, ove raggiunge il suo limite settentrionale. Fra le orchidee: Ophrys sphegodes, Aceras antropophorum, Serapias neglecta, Cephalantera longifolia, Barlia robertiana, non segnalata nelle Flore dell Isola. Festuca veneris Rossi et al. (1996).

6 Le comunità vegetali riscontrate lungo il tragitto dell escursione sono le seguenti: 1. vegetazione delle rupi (Crithmo-Limonietea); 2. Formazioni erbacee discontinue psammofile e glareicole delle spiagge; 3. Formazioni a casmofite delle rupi marittime, garighe e aree denudate, in fase di ricolonizzazione; 4. Pseudosteppa e aspetti erbaceo-arbustivi ad Ampelodesmos mauritanicus; 5. Formazioni arbustive termofile: aspetti a Pistacia lentiscus, Myrtus communis, ecc.; 6. Formazioni arbustive termofile: aspetti diversi con Euphorbia dendroides; 7. Formazioni arbustive termofile: aspetto con dominanza di Cistus incanus; 8. Formazioni arbustive termofile:aspetti diversi con Rosmarinus officinalis; 9. Bosco o boscaglia a dominanza di leccio; 10. Boschi e boscaglie miste di latifoglie termofile (roverella, carpino nero, leccio); 11. Bosco di pino d'aleppo e leccio; 12. Bosco dominato da pino marittimo, localmente misto con leccio e altre latifoglie; 13. Prati e incolti; 14. Coltivi. VISITA AL CENTRO D EDUCAZIONE AMBIENTALE. Sull Isola Palmaria è attivo un centro di educazione ambientale che svolge attività didattiche e di ricerca. E stato possibile vedere all opera i volontari che svolgono attività di cattura e inanellamento degli uccelli migratori. VISITA AL CENTRO STORICO DI PORTOVENERE E RIENTRO A PAVIA. Isola Palmaria e scorcio di Portovenere REPERTORIO FOTOGRAFICO Foto

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12 La macchia mediterranea. L ulivo inargenta i suoi pendii nei dintorni abitati. I pinastri, i pini d Aleppo e le querce sempreverdi si spingono fino al mare; sui monti il pinastro forma fitti boschi e qua e là emerge anche un grande pino che getta dense ombre con la sua corona distesa ad ombrello. Larghi tratti di terreno sono coperti di sterpi sempreverdi. In questa regione della costa i cisti sono battuti da altri rappresentanti della macchia mediterranea. Particolarmente frequente è l erica (Erica arborea) e l albatro (Arbutus unedo), il leccio cespuglioso, l alaterno (Rhamnus alaternus), mirti, pistacchi e leguminose gialle Rifaccio la strada percorsa e mi riposo sull orlo del bosco, nel punto in cui la vista giunge fino alle Alpi Apuane. Il sole sta intanto tramontando dietro il Montefino e profonde ombre riempiono la gola vicina. Le larghe corone dei pinastri sul pendio incominciano a risplendere di luce dorata e la neve delle Alpi Apuane si colora di un rosso delicato. ( ) Tento di abbracciare contemporaneamente cogli occhi tutte queste lontananze! ( ) Sparse sul mare sconfinato le vele delle barche splendono nell ultimo raggio solare. Allora mi ricordo che bisogna affrettare il ritorno! (E. Strasburger Un botanico racconta) Note 1) Eduard Strasburger botanico tedesco di origine polacca (Varsavia 1844-Bonn 1912). Professore di botanica prima a Jena, poi a Bonn, formò alla propria scuola numerosi scienziati tedeschi e stranieri. Studioso di embriologia e citologia, è ricordato particolarmente per la serie di osservazioni, iniziate nel 1874, che lo portarono al riconoscimento e alla descrizione del processo di divisione nucleare nei vegetali (mitosi). Tra le sue opere sono noti il Lehrbuch der Botanik (1894), più volte tradotto, e i manuali di tecnica microscopica vegetale. Nelle citazione sopra riportate Strasburger racconta, a mo di diario, un suo viaggio in Liguria. Si ringrazia: l' Università degli Studi di Pavia per il co-finanziamento dell uscita didattica.

13 Bibliografia di riferimento AUDISIO P., MUSCIO, PIGNATTI S., & SOLARI M., Dune e Spiagge sabbiose. Quaderni habitat - Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio. BÉGUINOT A., La vegetazione delle Isole liguri Gallinara, Bergeggi, Palmaria, Tino e Tinetto. Ann. Mus.Civ. Storia nat., Genova, ser. 2, 3: DEL PRETE C., GALLI C. & MONTI G., Aggiunte alla flora dell'isola Palmaria (Golfo della Spezia, Liguria orientale). Mem. Accad. Lunigian. Sci ( ) (Sci. Nat. Fis. Mat.): FERRARINI E., Flora delle Isole Palmaria e Tino (Golfo di La Spezia). Giorn. Bot. Ital. 105: FERRARINI E., La vegetazione delle Isole Palmaria e Tino (Golfo di La Spezia). Giorn. Bot. Ital. 106: FERRARINI E., Carta della vegetazione dell'appennino settentrionale dalla Cisa al Gottero e alle Cinque Terre. Note illustrative. Mem. Accad. Lunigian. Sci ( ) (Sci. Nat. Fis. Mat.): ROSSI G., FOGGI B. & SIGNORINI, Festuca veneris L., Webbia. MACCIONI S. & CARDELLI S., L'Orto Botanico di Montemarcello nel Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra (La Spezia, Liguria orientale). Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mem., Serie B, 109: MARCHETTI D., Note floristiche tosco-liguri-emiliane. I. Piante indigene nuove o rare per la costa spezzina. Lav. Soc. Ital. Biogeogr., n.s. 9: (1982). MARIOTTI M. G., Flora endemica ligustica del piano basale: rapporti fra settore alpico e appenninico. Lav. Soc. Ital. Biogeogr., n.s. 9: (1982). MARIOTTI M. G., L'Isola di Palmaria. Stato attuale e proposte per un miglioramento ambientale. Comune di Portovenere, Università Verde, La Spezia. MARIOTTI M. G., Osservazioni sulla vegetazione della Liguria. In: AA. VV. La vegetazione italiana: Atti dei Convegni Lincei, 115. Accademia Nazionale dei Lincei, Roma. PREDA A., Materiali per una florula di Palmaria. Nuovo Giorn. Bot. Ital., n.s. 34(1): STRASBURGER E., 1944 (ed. tradotta in italiano). - Un botanico racconta. Edizioni Gentile. VAGGE I., La vegetazione costiera dei substrati carbonatici della Spezia (Liguria orientale- Italia). Fitosociologia 37: 3-19.

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