Pianificazione e manutenzione degli interventi di difesa nella Regione Lazio

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1 Pianificazione e manutenzione degli interventi di difesa nella Regione Lazio Ciro Riccardi Capo Settore Centro di Monitoraggio Osservatorio dei Litorali Laziali Regione Lazio

2 Inquadramento generale La difesa delle coste va assumendo un significato sempre più profondamente connesso con le attività produttive, turistiche e insediative che si esercitano sui litorali. Il risultato è che aree costiere un tempo deserte, oggi sono capillarmente urbanizzate e quindi sensibili ad arretramenti anche fisiologici delle spiagge. Nel Lazio, causa determinante dell'accentuazione dei fenomeni erosivi, negli ultimi decenni, è risultata la drastica diminuzione del trasporto solido fluviale, in particolare quello del Tevere, la cui influenza specifica si ripercuote sull arco di costa Palo-Fiumicino e Fiumicino-Capo d Anzio. In generale, il decremento del trasporto solido da parte dei fiumi è dovuto alle dighe, alle escavazioni di inerti in alveo, alla protezione del suolo nell entroterra con conseguente inversione di tendenza di molti litorali (da avanzamento a regressione). A tali cause si aggiungono l incremento dell urbanizzazione della costa con distruzione delle aree dunali (riserva naturale di sabbia per la compensazione di eventi estremi), la realizzazione di opere rigide nei pressi della battigia (muri di contenimento, scogliere, ecc.) e l incremento delle affluenze turistiche con nuova richiesta di aree per le attività balneari. Le cause dell erosione costiera sono quindi di ordine generale e riguardano precise scelte di sviluppo socio-economico. 50% Percentuale di litorali sabbiosi laziali in arretramento Nel 2008, poco più di un quarto delle coste laziali monitorate sono interessate da fenomeni di erosione. L arretramento della linea di costa interessa, quindi, ancora una porzione rilevante delle aree costiere regionali. Tuttavia, dal confronto con il dato 2004, si evidenzia un netto miglioramento della situazione: tra il 2004 e il 2008 la percentuale di coste monitorate in erosione è passata dal 39% al 26%. Questo risultato si è potuto ottenere a seguito dei diversi interventi di difesa, manutenzione e riqualificazione del litorale laziale attuati dalla Regione dal 1999 ad oggi. 40% 30% 20% 10% Quella di Viterbo risulta essere la provincia maggiormente colpita dal fenomeno, con il 47% delle coste monitorate in arretramento. Quest ultima, inoltre, a differenza delle province di Roma e Latina che nel 2008 vedono colpite il 23% delle coste, presenta un andamento sfavorevole, caratterizzato da un incremento, seppur lieve, della percentuale di coste in erosione. Complessivamente sono quasi 76 i km di costa laziale soggetta ad erosione. Di questi, circa 33 km ricadono nella provincia di Roma, 26 km in quella di Latina e 17 km in quella di Viterbo. I comuni più colpiti risultano essere quelli di Montalto di Castro e Tarquinia nella provincia di Viterbo, con una incidenza variabile tra il 40% e il 55% delle coste, quelli di Sabaudia e Fondi-Sperlonga nella provincia di Latina, tra il 47% e il 50%, e Fiumicino-Fregene e Ladispoli in quella di Roma, con una quota di coste in arretramento compresa tra il 50% e il 67%. Fonte del dato: Rapporto sullo stato dell ambiente Regione Lazio (ENEA-C.R.Casaccia) 0% Percentuale di litorali sabbiosi in arretramento nelle province laziali 50% 40% 30% 20% 10% 0% Latina Roma Viterbo

3 Strumenti normativi e di pianificazione economica La difesa delle coste rientra tra gli obiettivi definiti dalla normativa nazionale riguardante in generale la difesa del suolo. Il D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998, in attuazione della Legge n. 59 del 15 marzo 1997, conferisce funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni in materia di protezione e osservazione delle zone costiere e funzioni di programmazione, pianificazione, gestione integrata degli interventi di difesa delle coste e degli abitati costieri, lasciando allo Stato i compiti di rilievo nazionale relativi agli indirizzi generali e ai criteri per la difesa delle coste. La Regione Lazio, attraverso l emanazione della legge-quadro 53/98 "Organizzazione regionale della difesa del suolo in applicazione della legge 183/89", ha dettato le norme per la realizzazione, la gestione e la manutenzione delle opere di difesa delle coste. Nel dicembre del 2003, è stato sottoscritto dalla Regione Lazio, dal Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e dal Ministero dell Economia e delle Finanze, l Accordo di Programma Quadro Difesa del suolo e tutela della costa (APQ5,). A questo si aggiunge la Raccomandazione del Parlamento Europeo n. 2002/413/CE del 30/05/02, attraverso la quale l UE definisce le linee-guida relativamente all'attuazione della gestione integrata delle zone costiere in Europa. Gli orientamenti così definiti, tendono all obiettivo di promuovere una gestione integrata delle aree costiere capace di rallentare e arrestare il fenomeno dell erosione delle coste. Il presidio delle coste è stato oggetto di diversi documenti programmatici già adottati dalla Giunta Regionale: il documento di programmazione in materia di difesa delle coste, approvato con Delibera 1853 del 30/11/2001, recante Programma degli interventi prioritari per la difesa delle coste ; il Programma integrato di interventi per lo sviluppo del litorale del Lazio, di cui alla L.R. n.1/2001, adottato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 143 del 31 luglio 2003; il documento di programmazione in materia di difesa delle coste, approvato dalla Giunta Regionale con Delibera 61 del 30/01/2004 Programma integrato di interventi per lo sviluppo del litorale del Lazio, di cui alla legge regionale n. 1 del 5 gennaio 2001 Approvazione del programma generale per la difesa e la ricostruzione dei litorali e del quadro degli interventi prioritari. La Giunta Regionale ha inoltre istituito, con Delibera N 345 del 30 aprile 2004, una Commissione avente funzione di proposta e di indirizzo per l attuazione della metodologia ICZM (Integrated Coastal Zone Managment, gestione integrata delle zone costiere) in base alle direttive del citato Programma Integrato di Interventi per lo sviluppo del litorale del Lazio, con riferimento all Azione I.1.7 Sperimentazione ICZM in aree pilota. Nel quadro del programma comunitario INTERREG IIIB e IIIC, nell ambito dei paesi costieri del Mediterraneo, si è inoltre intrapreso il progetto BEACHMED, al fine di definire i problemi tecnici, ambientali ed economici legati all'estrazione di sabbie provenienti dai fondali marini per la ricostruzione e la conservazione dei litorali in erosione.

4 Costa e Piattaforma continentale Gli impegni finanziari assunti dalla Regione con gli atti programmatori suddetti tendono a restituire alle coste una valenza naturalistica culturale, nonché a generare iniziative imprenditoriali capaci di mobilitare risorse economiche e finanziarie. Al fine di evitare soluzioni ingegneristiche che potrebbero alterare l equilibrio dinamico dei litorali, sono state avviate attività di studio e ricerca in collaborazione con l Università degli Studi di Roma La Sapienza, Dipartimento di Scienza della Terra, e con l ICRAM, Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare. Gli studi predetti hanno interessato la ricerca dei depositi sabbiosi relitti, depositati sui fondali marini al largo della costa. Questi, infatti, hanno dimensioni tali (centinaia di milioni di metri cubi di sedimenti) da poter essere sfruttati con strategie di lungo periodo. Essi sono costituiti in genere da sabbie simili, per composizione mineralogica e granulometria, a quelle che compongono i litorali attuali.

5 Costa e Piattaforma continentale

6 Costa e Piattaforma continentale

7 Unità fisiografiche e celle sedimentarie costiere Individuazione unità fisiografiche e celle sedimentarie costiere per armonizzare il bilancio sedimentario L unità fisiografica è caratterizzata dal tratto di litorale dove i materiali che formano o contribuiscono a formare la costa presentano movimenti confinati al suo interno o hanno scambi con l esterno in misura non influenzata da quanto accade alla restante parte del litorale.

8 Unità fisiografiche e celle sedimentarie costiere La "cella sedimentaria costiera" è individuata in un compartimento costiero che contiene un ciclo sedimentario completo, che include le sorgenti, il trasporto e il deposito. In termini gestionali, la cella sedimentaria costiera si situa in un sistema sedimentario composto da tre zone geografiche: il bacino idrografico, la linea di riva e l'ambiente marino dei bassi fondali (profilo attivo della spiaggia sommersa).

9 Unità fisiografiche e celle sedimentarie costiere I limiti delle celle definiranno la zona geografica nell'ambito della quale è determinato il bilancio sedimentario, fornendo il quadro per l'analisi quantitativa dell'erosione e della sedimentazione. A questo riguardo, le celle sedimentarie costiere costituiscono le più appropriate unità per ottenere l'obiettivo del bilancio sedimentario favorevole e quindi della resilienza costiera. La resilienza costiera è la capacità intrinseca della costa di adattarsi ai cambiamenti indotti dalle variazioni del livello marino, dagli eventi estremi e dagli occasionali impatti antropici, mantenendo inalterate le funzioni del sistema costiero sul lungo termine. Due sono i fattori chiave che possono essere identificati per determinare se i sistemi costieri sensibili (soft/dinamici) sono intrinsecamente resilienti o no: Si provvederà, quindi, per ciascuna cella sedimentaria alla determinazione del bilancio sedimentario favorevole attraverso l individuazione di: Depositi sabbiosi in prossimità di porti e foci; Bacini idrografici e apporto di sedimenti; Altre fonti. Inoltre, all interno della cella sedimentaria saranno indicate le principali opere che costituiscono aree di stress costiero o di perdita degli habitat naturali. 1. La disponibilità locale di sedimenti in quantità sufficiente a mantenere l equilibrio dinamico tra erosione ed avanzamento per raggiungere il Bilancio Sedimentario Favorevole. Perdite croniche di sedimenti provocheranno uno spostamento del bilancio verso l erosione con consequenziale perdita di habitat e restringimento della fascia costiera. 2. Spazio disponibile per i processi costieri. Le riduzioni dello spazio necessario per il naturale arretramento delle spiagge e/o per la ridistribuzione dei sedimenti determina una diminuzione della resilienza costiera.

10 Unità fisiografiche e celle sedimentarie costiere

11 Depositi strategici di sedimenti marini

12 Depositi strategici di sedimenti marini Un bilancio sedimentario negativo, in una particolare area costiera, determina fenomeni erosivi ed aumento della minaccia di inondazioni. Per attenuare gli effetti dell erosione bisogna individuare delle risorse di sedimenti utili a riequilibrare il budget sedimentario, per aumentare la resilienza di quell area. L utilizzo di Depositi Strategici di Sedimenti si propone il raggiungimento di un bilancio sedimentario favorevole all interno di una specifica cella sedimentaria, permettendo la creazione di condizioni atte a migliorare la resilienza e ridurre i pericoli derivanti dai fenomeni di erosione. Tale obiettivo, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell Università di Roma La Sapienza, è raggiunto attraverso il coordinamento delle attività di ricerca delle cave marine finalizzato al censimento completo e alla caratterizzazione di tutte le risorse di sabbie relitte presenti sulla piattaforma continentale antistante il Lazio, da utilizzare come inerti per il ripascimento delle spiagge in erosione del litorale laziale. La ricerca sarà svolta attraverso le fasi di seguito indicate Fase A ricognitiva Prevede lo svolgimento di una ricerca di tutti i dati disponibili per la definizione dell assetto morfo-stratigrafico e la re-interpretazione in chiave mineraria di dati originali (es. profili sismici e/o carotaggi) disponibili presso enti di ricerca o pubbliche amministrazioni. La finalità di questa fase è quella di circoscrivere settori promettenti di piattaforma continentale (con estensione fino a qualche migliaio di km2) all interno dei quali individuare poi una o più zone di interesse minerario.

13 Depositi strategici di sedimenti marini Fase B conoscitiva Prevede l acquisizione di dati sismici, batimetrici e sedimentologici sui settori precedentemente individuati al fine di definire le zone di interesse minerario (ampie diverse decine di km2) all interno delle quali siano presenti depositi sabbiosi con debole copertura pelitica. In questa fase vengono eseguiti rilievi a maglia larga. L interdistanza dei profili sismici e batimetrici è in funzione delle conoscenze acquisite nella fase A: nei settori di piattaforma in cui non siano stati eseguiti sufficienti studi in precedenza o in quelli in cui la possibilità di ritrovare depositi relitti è scarsa, si utilizza un interdistanza tra 6 e 4 km; nei settori in cui è buona la conoscenza pregressa e la possibilità di ritrovare depositi relitti, l interdistanza può essere 2-1 km. Durante l acquisizione dei profili sismici, per meglio indirizzare i rilievi, può risultare utile eseguire carotaggi a gravità da aprire e visionare a bordo. In questa fase vengono eseguiti anche dei vibrocarotaggi di taratura dei profili sismici. Fase C esplorativa Prevede l acquisizione di dati a maglia intermedia nelle sole zone di interesse minerario per verificarne l esistenza delle risorse, valutarne la cubatura e definirne le caratteristiche tessiturali. In questa fase vengono acquisiti profili sismici e batimetrici con un interdistanza variabile tra i 500 e 300 m, in funzione della complessità della situazione sismostratigrafica. Vengono eseguiti vibrocarotaggi distanziati 2-1 km. Se la zona si presenta con caratteristiche batimorfologiche complesse, può essere opportuno eseguire rilevi multibeam e/o Side Scan Sonar a copertura totale del fondale.

14 Depositi strategici di sedimenti marini Fase D esecutiva Prevede lo studio di dettaglio di un area ristretta (poche decina di km2) individuata con le indagini della fase C, all interno della quale vengono delimitati uno o più siti per il prelievo di inerti (aree ampie qualche km2) in cui si abbia la certezza di poter prelevare sedimento utile per il ripascimento. Le indagini da eseguire in questa fase sono sempre in funzione della complessità stratigrafica dell area. Quindi si prevede: l acquisizione di profili sismici ogni m; un rilievo multibeam a copertura totale del fondale; vibrocarotaggi ogni m. Se le sabbie relitte sono affioranti o sub-affioranti sul fondo del mare, può essere opportuno eseguire un rilievo Side Scan Sonar a copertura totale.

15 Depositi strategici di sedimenti marini In tabella è illustrato lo stato attuale delle conoscenze raggiunte sulla piattaforma continentale laziale in merito alla ricerca dei depositi sabbiosi, attraverso le varie convenzoni stipulate tra la Regione Lazio e il Dipartimento di Scienze della Terra dell Università di Roma La Sapienza ; (in nero) stato attuale delle conoscenze, raggiunto con le precedenti convenzioni (in tratteggio le indagini in corso); (in verde) stato delle conoscenze che si intende raggiungere con successive nelle diverse zone con succesive convenzioni.

16 Valutazione ambientale Sulla base del programma d interventi previsti per la difesa della costa e delle aree di prelievo della sabbia lungo la piattaforma continentale si provvederà a redigere un rapporto ambientale come disposto dal Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4. In particolare l attività prevede il coordinamento dello studio e della valutazione delle problematiche ambientali connesse allo sfruttamento dei depositi sabbiosi della piattaforma continentale ai fini del ripascimento tenendo conto delle alterazioni indotte sulle caratteristiche ambientali in tutti gli ambiti coinvolti: Area di dragaggio Corridoio di trasporto Area di ripascimento. Durante tali attività, infatti, si verificano fenomeni di sospensione di materiale e modificazioni morfologiche del fondale e della linea di costa, con conseguente variazione delle caratteristiche granulometriche dei sedimenti, che potrebbero alterare gli ecosistemi presenti. Allo stesso tempo vanno considerati gli effetti generali di turbativa ambientale che possono avere ricadute su attività socio-economiche. Per detta attività si è utilizzata l esperienza acquisita in tale ambito dall ICRAM con gli studi condotti lungo la piattaforma continentale laziale. Dagli studi effettuati è emerso che per valutare la compatibilità e gli eventuali impatti, sia fondamentale disporre di un quadro sufficientemente dettagliato dell ambiente coinvolto. In particolare sarà necessario acquisire informazioni relativamente ai seguenti parametri: Morfologia e caratteristiche del fondo Caratteristiche idrologiche e dinamiche delle masse d acqua Popolamento ittico Popolamento vegetale (Posidonia e vegetazione costiera) Vincoli e usi del mare

17 Valutazione ambientale Il programma di indagini sarà articolato in tre Fasi principali, denominate Fase A, Fase B, Fase C, ciascuna con un obiettivo specifico. La Fase A, ha lo scopo di fornire un quadro il più completo possibile delle conoscenze attualmente disponibili per le varie discipline riguardanti il dominio marino, viene condotta su un area sufficientemente estesa (denominata area vasta) tale da coprire sia le aree di intervento (siti di dragaggio e spiagge da ripascere) che le aree circostanti per un ampio raggio e prevede la raccolta e l analisi critica dei dati di letteratura esistenti. Nella Fase B, al fine di fornire un quadro di maggior dettaglio e colmare le eventuali lacune bibliografiche emerse nella Fase A, si procede alla caratterizzazione mineralogicapetrografica, biologica e ambientale dell area vasta mediante indagine dirette. La Fase C, prevede indagini di dettaglio, da effettuare prima (C1), durante (C2, controllo in corso d opera) e dopo (C3, monitoraggio) le attività di intervento (in tutti i siti in cui sono stati individuati giacimenti potenzialmente utilizzabili e nelle spiagge oggetto di ripascimento) e nelle aree immediatamente circostanti. L obbiettivo è, una volta caratterizzati nel dettaglio i siti d intervento, quello di rilevare eventuali cambiamenti di recupero nell intorno dei siti sia di dragaggio sia di ripascimento.

18 Valutazione ambientale

19 Valutazione ambientale

20 Valutazione ambientale

21 Valutazione ambientale Per quanto riguarda la piattaforma continentale della Regione Lazio in tabella è sintetizzato, per ogni areale estrattivo, lo stato dell arte relativo alle indagini ambientali effettuate e da attuare (Fasi A, B, C1).

22 Rilievi e indagini geofisiche e ambientali finalizzati alla progettazione degli interventi Al fine di consentire la progettazione degli interventi, è necessario lo studio dei depositi sabbiosi relitti presenti sulla piattaforma continentale regionale con definizione delle loro caratteristiche sismostratigrafiche e granulometriche e le analisi dei sedimenti degli arenili. L Osservatorio regionale provvede a fornire direttamente i dati di base. In particolare sono effettuate le seguenti indagini: Rilevazioni topografiche e batimetrie con tecnologia RTK e Multibeam della costa basate su una rete di caposaldi fissi a terra e derivata direttamente dalla rete IGM 95. Prelievo di campioni caratteristici del litorale sabbioso e analisi granulometriche e mineralogiche. Caratterizzazione morfologica dei fondali attraverso rilevamenti con side scan sonar. Caratterizzazione geofisica dei depositi sabbiosi attraverso rilevamenti di linee sismiche. Vibrocarotaggi delle aree individuate come possibile fonte del materiale da utilizzare per i ripascimenti Caratterizzazioni degli habitat marini ad alta valenza naturalistica. Il dettaglio delle operazioni sopra indicato sarà ampiamente descritto nella successiva presentazione dedicata alle attivita del Centro di Monitoraggio dell Osservatorio dei Litorali Laziali

23 INTERVENTI PRIORITARI PER LA MANUTENZIONE DEL LITORALE LAZIALE Sulla base di quanto indicato, in figura è rappresentato il programma di interventi,previsto dagli uffici per l annualità

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