Lezione Parte Specifica Passeri e Storni. Sistematica, distribuzione e morfologia
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1 Lezione Parte Specifica Passeri e Storni Sistematica, distribuzione e morfologia
2 Sistematica PASSERIFORMI ALAUDIDI STURNIDI CORVIDI TURDIDI FRINGILLIDI PLOCEIDI ALLODOLA STORNO Corvidi cacciabili Corvo Cornacchia grigia Cornacchia nera Gazza Ghiandaia Taccola Turdidi cacciabili Merlo Cesena Tordo bottaccio Tordo sassello Fringuello Peppola Cardellino verdone PASSERI Passera d Italia Passera Oltremontana Passera Mattugia Passera Sarda
3 A prima vista possono sembrare tutti uguali, soprattutto perché essendo uccelletti estremamente comuni non li consideriamo mai più di tanto; ma se li osserviamo più attentamente noteremo che tra di loro ci sono delle differenze di colorazione del piumaggio. Si possono osservare comunemente nel nostro territorio fino a tre specie diverse di Passeri, lungo la costa anche quattro.
4 Passer domesticus Identificazione: taglia 14,5 cm. Peso 20-30gr. Forse l uccello più familiare. Il maschio si riconosce per il vertice grigio scuro, la nuca castana, la gola nera e le guance biancastre. La femmina ed i giovani non hanno la gola nera e sono bruno sporco di sopra e bianco grigiastro di sotto, senza segni di riconoscimento. Il maschio della Passera d Italia, il cosidetto P.d. italiae ( ora considerato un ibrido fra la Passera Oltremontana e la P. Sarda).
5 Passer domesticus Voce: Garrula e variata. Un forte cipp, cissis e varie note grattate e cinguettate. Habitat:Aree coltivate e zone con costruzioni, raramente lontano dalle abitazioni. Nidifica nei buchi e nelle fenditure dei fabbricati, nell edera ecc.
6 Passer domesticus Passera Oltremontana Femmina Passera Oltremontana Maschio
7 Passer domesticus Passera Oltremontana Maschio disegno Passera Oltremontana Maschio
8 Passer domesticus Passera Oltremontana Maschio e Femmina Passera Oltremontana Maschio
9 Passer domesticus
10 Passer italiae Identificazione: taglia cm. Peso 22-35gr. Somiglia alla P. Oltremontana ( tanto da essere considerata da molti Autori una sottospecie: P. domesticus italiae), ma il maschio, in piumaggio nuziale ha colorazione più brillante con il vertice castano rosso acceso ( non grigio ) e parti inferiori e guance più bianche. Il piumaggio è più opaco e grigio, d inverno. La femmina ed i giovani non si distinguono, in libertà, da quelli della passera oltremontana. Comportamento, voce ed Habitat come quelli della P.Oltremontana
11 Passer italiae Passera d Italia Maschio Passera d Italia Maschio imbalsamato
12 Passer italiae Passera d Italia Maschio Distribuzione della Passera d Italia
13 Passer italiae
14 Passer hispaniolensis Identificazione: taglia 15 cm. Peso 22-35gr. Il maschio ha il vertice rosso castano, come nella P. d Italia, ma si riconosce da questa e dalla Passera Oltremontana per il nero alla gola e dell alto petto molto più esteso, fianchi striati di nero e dorso molto più fortemente marcato. La femmina ed i giovani sono indistinguibili, in libertà, da quelli della P. oltremontana, sebbene le guance siano più bianche e le parti superiori più scure. Comportamneto e volo più o meno come quelli della passera oltremontana ma più spesso si vede in folti gruppi lontano dalle abitazioni
15 Passer hispaniolensis Passera Sarda Maschio, particolare del dorso Passera Sarda Maschio
16 Passer hispaniolensis Passera Sarda Maschio Distribuzione della Passera Sarda
17 Passer.hispaniolensiscanto Passer hispaniolensis
18 Passer montanus Identificazione: taglia 13,5 cm. Peso 19-25gr. Sessi simili. Si distingue dal maschio della P. Oltremontana per il vertice bruno cioccolato carico e per la macchia nera sulle copritrici auricolari bianco puro, quasi a formare un collare bianco. Più ritirata della p. Oltremontana. Voce: Più acuta di quella della P. Oltremontana. Un breve metallico cick o ciop. Un ripetuto cit tciup ed un rapido gorgheggio. Il richiamo, in volo, è inconfondibile: tek-teck
19 Habitat: Più rurale della P. Oltremontana; nell Europa occidentale, nei paesi orientali e meridionali si trova anche vicino alle abitazioni e nel Nord si trova anche nella tundra. Nidifica nei buchi degli alberi, specialmente salici capitozzati, cassette nido, covoni, ecc. Passer montanus
20 Passer montanus Passera Mattugia detta in dialetto romagnolo anche Zàlgot
21 Passer montanus Passera Mattugia detta in dialetto romagnolo anche Zàlgot
22 Passer montanus Coppia di Passera Mattugia Disegno di Passera Mattugia Passer.montanuscanto
23 Sagoma dalle forme compatte e raccolte, abbastanza aggraziate nonostante siano un po tozze. Lunghezza cm. Peso gr. Sessi quasi simili, il maschio si distingue per le macchioline sul petto ( a forma di cuore ) più piccole e per la maggior presenza di riflessi iridescenti ( soprattutto nel periodo riproduttivo). Adulti: colorazione generale nero-lucida con riflessi iridescenti verdi, porporini e violetti; soprattutto su testa, collo, mantello, petto e fianchi. Le penne di queste parti sono lanceolate con macchie apicali.
24 Giovani: livrea inizialmente monocromatica da grigio-brunastro a nocciola-isabella. L assunzione del piumaggio da adulti è graduale ed inizia dalla zona caudale in su. Gregario, si riunisce in stormi anche numerosissimi. Stanziale, erratico, di passo ed invernale. Passo autunnale: settembre-metà novem. Passo Primaverile: Marzo. Allegro, litigioso e garrulo. Volo rapido e dritto, ogni tanto con qualche planata.
25 D inverno e autunno sta in enormi stuoli che si riuniscono in densi e rumorosi dormitori nelle città, boschi e canneti all imbrunire. Voce:Un aspro, discendente tciirr, anche una mistura di chiari e quasi umani fischi e rumori svariati, il tutto cucito in lungo canto emesso dalla cima di un comignolo o di un albero. Buon imitatore. Habitat:Ugualmente a suo agio in città e in campagna. Nidifica nei buchi degli alberi, nei fabbricati, cassette-nido, ecc., o nelle zone nude, anche nei buchi del terreno.
26 Siluette: Coda corta, ali appuntite, becco lungo e affilato
27 Sturnus vulgaris Disegno di Storni adulti e giovane Disegno di Storno
28 Sturnus vulgaris Giovane Storno Giovane alimentato da genitore
29 Sturnus vulgaris Stormi di storni
30 Sturnus vulgaris Storno adulto Storno adulto In livrea estiva In livrea invernale
31 Il Piano di controllo, redatto ai sensi dell art. 19 della Legge 11 febbraio 1992, n.157 e dell art. 16 della legge regionale 15 febbraio 1994, n.8 e successive modificazioni, si propone di ridurre in maniera significativa e, per quanto possibile, prevenire i danni causati dagli storni.
32 Le azioni di controllo per, risultare realmente efficaci, devono essere effettuate nelle località e nei periodi in cui si verificano i danni alle produzioni agricole, tenendo conto delle caratteristiche fenologiche ed etologiche delle specie responsabili dei danni stessi, nonché delle attività antropiche suscettibili di danno.. Necessita pertanto attivarsi per la protezione delle colture agricole direttamente interessate: frutti rossi, suscettibili di danni fin dalla tarda primavera, in corrispondenza della maturazione delle prime drupacee, quali ciliegie e albicocco, fino alle colture più tardive quali vite ed ulivo. Per ottenere risultati concreti si provvede quindi con interventi puntiformi condotti in stretta relazione ai tempi, e comunque solo in presenza dei frutti pendenti passibili di subire il danneggiamento, ed ai luoghi in cui viene segnalato il danno, esclusivamente nelle immediate adiacenze della coltura danneggiata.
33 Gli interventi prevedono l utilizzo di sistemi dissuasivi, di carattere ecologico, quale protezione meccanica con reti, dissuasione di tipo acustico, nastri olografici, sagome di rapaci, grida di allarme ecc., cui associare interventi di tipo cruento al solo scopo di aumentarne l efficacia, impedendone la veloce e progressiva assuefazione.
34 Gli interventi di tipo cruento vengono attivati su richiesta dell operatore agricolo ed attuati mediante abbattimento con fucile da caccia con canna ad anima liscia, caricato con munizione spezzata, dalle caratteristiche previste dall art. 13 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 esclusivamente in corrispondenza delle coltivazioni maggiormente sensibili, ovvero i frutteti a frutta rossa, i vigneti e gli uliveti; il prelievo può essere attuato solo in presenza di frutti pendenti passibili di subire il danneggiamento entro mt. dalle colture senza l impiego di qualunque forma di richiamo.
35 . Come pure quando particolari pasture o dormitori causino concentrazioni di esemplari tali per cui il depositarsi del guano possa causare problemi di tipo sanitario a produzioni agricole di allevamenti zootecnici Gli abbattimenti, sempre strettamente controllati e preventivamente coordinati da questo settore vengono effettuati dall alba fino ad un ora dopo il tramonto, comprese le giornate di martedì e venerdì di ogni settimana.
36 . Operatori incaricati di realizzare il piano Ai sensi dell art. 16, della legge 15 febbraio 1994, n.8 e successive modificazioni, i prelievi avvengono sotto la diretta responsabilità della Provincia ed attuati dai soggetti indicati al comma2 dell art.19 della legge statale o da operatori all uopo espressamente autorizzati dalla Provincia, selezionati attraverso appositi corsi di preparazione alla gestione faunistica direttamente coordinati dal personale di vigilanza della Provincia. All interno delle Aziende Venatorie site sul territorio provinciale vengono autorizzati agli abbattimenti, oltre ai soggetti di cui all art.16, 3 comma L.R. 8/94 le guardie giurate già addette alla vigilanza.
37 Controllo degli interventi I capi abbattuti vengono annotasti sul PROSPETTO DELLE OPERAZIONI DI ABBATTIMENTO consegnato nominativamente ad ogni operatore incaricato e da restituire, quando esaurito, all unità operativa caccia e pesca. In tale prospetto vengono riportati, la data, la località e il numero dei capi abbattuti per singolo intervento.
38 Destinazione delle carcasse Le carcasse dei capi abbattuti devono essere sempre e comunque recuperate e regolarmente distrutte a carico dell operatore stesso, ai sensi del Decreto Legislativo 14 dicembre 1992 n. 508 mediante interramento.
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