Monitoraggio ittiologico_ Fiume Tordino 1. INDAGINE ITTIOLOGICA... 1

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1 INDICE 1. INDAGINE ITTIOLOGICA AMBIENTE ESAMINATO L INDAGINE ITTIOLOGICA CENSIMENTO ITTICO RISULTATI STAZIONE STAZIONE STAZIONE STAZIONE CARATTERIZZAZIONE DELLE SPECIE ITTICHE RINVENUTE ANGUILLIDI BLENNIDI CIPRINIDI CENTRARCHIDI MUGILIDI CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc I

2 1. INDAGINE ITTIOLOGICA 1.1 AMBIENTE ESAMINATO L ambiente oggetto di indagine è il fiume Tordino nel tratto compreso fra la strada statale SS 16 e la foce. La parte in cui è stato svolto lo studio è lunga circa m e si può distinguere in tre segmenti: il primo inizia con un salto verticale di circa cm; in questo punto la velocità dell'acqua è sostenuta ed il letto si dirama in più rami articolati, con abbondante vegetazione ripariale erbacea e boschiva, anche con idrofite radicate al fondo; il secondo tratto inizia con uno scivolo lungo non più di 2 m lungo il quale si adagia l'acqua, che riduce ancora di più la sua corrente. Il letto è ancora caratterizzato da abbondante vegetazione ripariale e da idrofite radicate nel tratto terminale il fiume diventa più profondo e forma una conca nella quale si accumula l'acqua fino pressoché alla battigia. Da un punto di vista zonazionale l ambiente in esame appartiene alla fascia dell ipo-potamon. Foto 1 Localizzazione dell area e delle stazioni d indagine sul fiume Tordino. ST_3 ST_2 ST_1 Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 1

3 E stato compiuto un sopralluogo anche alla foce del fiume Borsacchio, ma la scarsa acqua e l elevato tasso di salinità di quella esistente hanno reso impossibile il campionamento. 1.2 L INDAGINE ITTIOLOGICA Lo studio si è prefisso di individuare l attuale composizione delle comunità ittiche del tratto in esame. Le indagini sono state svolte in data 3 agosto Le attività di censimento ittico si sono compiute in condizioni operative non sempre ottimali in relazione alla presenza di un fondo scarsamente visibile e spesso caratterizzato dalla presenza di buche. Si evidenzia quindi che non sempre è stata possibile una ottimale efficienza di cattura per l elettropesca CENSIMENTO ITTICO I campionamenti ittici sono stati di tipo qualitativo con raccolta di indicazioni di tipo semiquantitativo riferite alla tratta campionabile. I prelievi sono stati effettuati mediante utilizzo dello storditore elettrico (Foto 2) di tipo a corrente continua pulsata ( V, 0,3-6 A, W) Foto 2 Elettrostorditore usato per i campionamenti. L indagine ha consentito la definizione dell elenco delle specie catturate mediante pesca elettrica con l espressione comunque dei risultati in termini di indice di abbondanza (IA) al fine di consentire anche una stima relativa delle abbondanze specifiche nella tratta oggetto di campionamento. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 2

4 Per l attribuzione dell indice di abbondanza specifica è stato utilizzato l indice di abbondanza semiquantitativo (IA) secondo Moyle (1970) definito come segue: 1 - scarso (1-2 individui in 50 m lineari); 2 - presente (3-10 individui in 50 m lineari); 3 - frequente (11-20 individui in 50 m lineari); 4 - abbondante (21-50 individui in 50 m lineari); 5 - dominante (>50 individui in 50 m lineari); Si è provveduto inoltre ad attribuire un indice relativo alla struttura delle popolazioni di ogni singola specie campionata per caratterizzare la struttura di popolazione secondo lo schema seguente (Turin et al. 1999): 1 = popolazione strutturata 2 = popolazione non strutturata: assenza di adulti 3 = popolazione non strutturata: assenza di giovani. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 3

5 2. RISULTATI 2.1 STAZIONE 1 Il campionamento ittico è stato eseguito in data 3 agosto 2007 in un tratto di fiume di circa 60 m localizzato in prossimità del ponte della ferrovia a Giulianova. L area campionata è stata posizionata nel primo segmento in cui è stata suddivisa l area d indagine e in particolare comprende la parte del corso d acqua sotto alla ferrovia e dopo il piccolo salto (Foto 3). Foto 3 Particolari della stazione 1. Nella foto a sinistra il piccolo salto, nella foto a destra l area della stazione sotto il ponte della ferrovia. Tabella 2.1 Specie ittiche rinvenute nella Stazione 1 F. Tordino. Agosto 2007 SPECIE ITTICA NOME SCIENTIFICO ABBONDANZA RELATIVA STRUTTURA DI POPOLAZIONE Anguilla Anguilla anguilla 5 1 Barbo comune Barbus plebejus 5 1 Bavosa Salaria fluviatilis 2 1 Carassio dorato Carassius auratus 5 1 Carpa Cyprinus carpio 2 1 Cavedano Leuciscus cephalus 5 1 Pseudorasbora Pseudorasbora parva 4 1 Rovella Rutilus rubilio 3 1 LEGENDA: Indice di Abbondanza relativa 1 = 1-2 ind/50m; 2 = 3-10 ind/50m; 3 = ind/50m; 4 = ind/50m; 5 50 ind/50m. Indice di Struttura 1 = popolazione strutturata; 2 = pop. non strutturata con dominanza di giovani; 3 = pop. non strutturata con dominanza di adulti. Le specie alloctone sono evidenziate in rosso. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 4

6 Figura 2.1 Fiume Tordino- Stazione 1. Frequenze ittiche (Indice di Moyle). Andamento delle presenze ittiche Anguilla Barbo comune Bavosa Carassio dorato Indice di Moyle Carpa regina Cavedano Pseudorasbora Rovella Come si evidenzia in Figura 2.1 le specie rilevate con una maggiore abbondanza sono:anguilla (Anguilla anguilla), barbo comune (Barbus plebejus), carassio dorato (Carassius auratus) e cavedano (Leuciscus cephalus). Si nota la presenza in questa stazione di due specie : bavosa (Salaria fluviatilis) e rovella (Rutilus rubilio) che vivono in ambienti di foce caratterizzati da fondo composto da ciottoli anche con presenza di melma e di una modesta quantità di vegetazione acquatica. Tutte le specie campionate in questa stazione hanno mostrato avere una popolazione strutturata. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 5

7 2.2 STAZIONE 2 Il campionamento ittico è stato eseguito in data 3 agosto 2007 in un tratto di fiume di circa 60 m localizzato in quello che è stato definito secondo segmento dell area d indagine. In particolare la zona campionata si trova a valle di uno scivolo lungo un paio di metri che riduce notevolmente la corrente del corso d acqua. Foto 4 Particolari della stazione 2. Nella foto di sinistra particolare dello scivolo. Nella foto di destra, tratto della stazione 2 in cui si è svolto il campionamento. Tabella 2.2 Specie ittiche rinvenute nella Stazione 2 F. Tordino. Agosto 2007 SPECIE ITTICA NOME SCIENTIFICO ABBONDANZA RELATIVA STRUTTURA DI POPOLAZIONE Anguilla Anguilla anguilla 3 1 Carassio dorato Carassius auratus 5 1 Carpa Cyprinus carpio 3 1 Cavedano Leuciscus cephalus 5 1 Muggine calamita Liza Ramada 4 1 Persico trota Micropterus salmoides 1 3 Pseudorasbora Pseudorasbora parva 2 1 Rovella Rutilus rubilio 4 1 LEGENDA: Indice di Abbondanza relativa 1 = 1-2 ind/50m; 2 = 3-10 ind/50m; 3 = ind/50m; 4 = ind/50m; 5 50 ind/50m. Indice di Struttura 1 = popolazione strutturata; 2 = pop. non strutturata con dominanza di giovani; 3 = pop. non strutturata con dominanza di adulti. Le specie alloctone sono evidenziate in rosso. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 6

8 Figura 2.2 Fiume Tordino- Stazione 2. Frequenze ittiche ( Indice di Moyle). Andamento delle presenze ittiche Anguilla Carassio dorato Carpa regina Cavedano Indice di Moyle Cefalo Persico trota Pseudorasbora Rovella In Figura 2.2 si nota che le specie con un indice di abbondanza maggiore sono carassio e cavedano entrambe presenti con una popolazione ben strutturata nelle diverse classi d età. Si nota la presenza abbastanza numerosa del cefalo (LIza ramada), specie eurialina che vive bene in ambienti di acqua salmastra come le foci dei fiumi. Tra le specie di origine alloctona si evidenzia la carpa (Cyprinus carpio) di cui sono stati campionati anche individui di grandi dimensioni. Foto 5 Esemplare di muggine calamita (Liza ramada) Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 7

9 2.3 STAZIONE 3 Il campionamento ittico della stazione 3 è stato compiuto in prossimità della foce del fiume Tordino. Il tratto rientra nella terza parte in cui è stata suddivisa l area d indagine ed è caratterizzata da acqua salmastra torbida e da un fondo melmoso. A monte del tratto campionato si è riscontrata la presenza dello scarico del depuratore. Foto 6 Il fiume Tordino nel tratto relativo alla stazione 3. Tabella 2.3 Specie ittiche rinvenute nella Stazione 3 F. Tordino. Agosto 2007 SPECIE ITTICA NOME SCIENTIFICO ABBONDANZA RELATIVA STRUTTURA DI POPOLAZIONE Anguilla Anguilla anguilla 4 1 Carassio dorato Carassius auratus 5 1 Carpa Cyprinus carpio 1 3 Cavedano Leuciscus cephalus 5 1 Muggine calamita Liza Ramada 3 1 Pseudorasbora Pseudorasbora parva 3 1 Rovella Rutilus rubilio 4 1 LEGENDA: Indice di Abbondanza relativa 1 = 1-2 ind/50m; 2 = 3-10 ind/50m; 3 = ind/50m; 4 = ind/50m; 5 50 ind/50m. Indice di Struttura 1 = popolazione strutturata; 2 = pop. non strutturata con dominanza di giovani; 3 = pop. non strutturata con dominanza di adulti. Le specie alloctone sono evidenziate in rosso. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 8

10 Figura 2.3 Fiume Tordino- Stazione 3. Frequenze ittiche Indice di Moyle). Andamento delle presenze ittiche 5 Indice di Moyle Anguilla Carassio dorato Carpa Cavedano Cefalo Pseudorasbora Rovella Come si nota dal grafico in Figura 2.3 questa stazione è caratterizzata da un numero di specie minore rispetto alle altre due stazioni. Le specie con un maggiore indice di abbondanza sono il carassio e il cavedano come si è rilevato anche nelle altre due stazioni. Anche in quest area è stata rilevata la presenza del cefalo, Liza ramada. Le condizioni operative sono risultate difficili a causa della profondità dell acqua e dell elevato grado di salinità. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 9

11 2.4 STAZIONE 4 In data 3 agosto è stato compiuto un sopralluogo anche presso la foce del fiume Borsacchio. Il corso d acqua si è presentato quasi asciutto e l elevato tasso di salinità dell acqua presente (Foto 7) non ha garantita un ottimale funzionamento dell elettrostorditore. Foto 7 Particolari della stazione 4 sul fiume Borsacchio. Si è raccolta la segnalazione da parte dei pescatori che nel corso d acqua è presente una popolazione di cefali (Liza spp.) che risale con l alta marea e rimane poi intrappolata nelle pozze che si formano in condizioni di bassa marea. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 10

12 3. CARATTERIZZAZIONE DELLE SPECIE ITTICHE RINVENUTE 3.1 ANGUILLIDI Anguilla Anguilla anguilla Caratteristiche: Squame ellittiche piccolissime, disposte senza un ordine preciso, nascoste dalla pelle viscida, ricoperta di muco; pinna dorsale, anale e caudale fuse in una sola grande pinna che contorna tutta la metà posteriore del corpo, composta da oltre 500 raggi; pinne ventrali assenti. Lunghezza massima fino 120 cm (le femmine eccezionalmente fino a 220 cm); peso fino a 2,5 kg. Descrizione: L anguilla è una specie autoctona per le acque polesane. Il corpo dell anguilla è caratteristico lungo, serpentiforme, compresso nella parte posteriore; il capo è piccolo, conico, la bocca fornita di mascella robuste armate di piccoli denti acuminati, la mandibola inferiore è sporgente rispetto alla superiore, gli occhi sono piuttosto piccoli, neri con l iride giallastra. Il dorso e la parte superiore dei fianchi sono scuri, neri o verdastri, il ventre è bianco, a volte giallastro. Lunghezza massima fino cm e peso fino a 2,5 Kg. Biologia: L anguilla trascorre gran parte della sua vita in acque dolci, che abbandona solo per Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 11

13 riprodursi portandosi verso il mare; qui inizia una migrazione di migliaia di Km fino a raggiungere il Mar dei Sargassi, al largo delle Isole Antille, dove ha luogo la riproduzione; ogni femmina depone da 1 a 5 milioni di uova dal diametro di 1-3 mm che schiudono solo a temperature superiori ai 20 gradi centigradi. Dopo la frega gli adulti muoiono. È tuttavia possibile, secondo alcuni ittiologi, che il Mar dei Sargassi non sia l unico centro di riproduzione delle anguille e che la deposizione delle uova possa avvenire anche in alcuni altri mari, fra cui il Mediterraneo. Al momento attuale, però le conoscenze su questo problema sono piuttosto scarse. Dopo la schiusa le larve, piccole e trasparenti dette leptocefali, iniziano la migrazione di ritorno seguendo le correnti atlantiche verso l Europa e l Africa. Il viaggio di ritorno dura circa 3 anni. Raggiunto il continente le larve giunte allo stadio detto cieca, misurano circa cm. Iniziano la risalita dei fiumi raggruppandosi presso le foci. Nel mar Adriatico la risalita ha luogo nei mesi di Febbraio e Marzo e porta l anguilla a colonizzare tutti i principali fiumi e numerosissime acque secondarie fino ad una quota di 1000 metri. Gli adulti sono onnivori, attivi soprattutto di notte, e si cibano un po di tutto da vermi e larve, ad uova ed avannotti, da piccoli pesci a rettili. Distribuzione e tendenza demografica::questa specie è presente in tutta l area d indagine anche se con indice di abbondanza diversi. Nella stazione 1 è stata rilevata una popolazione abbondante (indice moyle 5) e ben strutturata, nella stazione 2 è stata confermata la suddivisione nelle diverse classi d età ma è stata ritrovata con un abbondanza minore ( indice moyle 3) mentre nella stazione 3 l indice moyle è risalito a 4. Foto 8 Carta di distribuzione dell anguilla nel Fiume Tordino ST 3 ST 2 ST 1 Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 12

14 3.2 BLENNIDI Cagnetta Salaria fluviatilis Caratteristiche: Taglia piccola: la lunghezza totale normalmente si aggira attorno a cm e solo eccezionalmente è superiore, raggiungendo 15 cm. Descrizione:Corpo allungato e compresso in senso laterale, a parte la regione ventrale, anteriormente all ano, che appare leggermente rigonfia. Muso corto e alto, con bocca in posizione mediana. Tentacoli sopraorbitali brevi e normalmente suddivisi in più filamenti. Nei maschi adulti è presente una cresta, a volte estesa fino all origine della pinna dorsale. Il corpo è coperto da uno spesso strato di muco. Pinna dorsale lunga, senza incisura tra la parte anteriore, sorretta da sottili raggi spinosi, e quella posteriore, sorretta da raggi molli. Pinna caudale normalmente sviluppata, con margine posteriore convesso. Pinna anale lunga e bassa. Pinna pettorale ampia, con apice quasi sempre esteso fino all ano e anche oltre. Pinne ventrali alte e strette, in posizione molto avanzata. Biologia: Vive in acque limpide di laghi, fiumi e ruscelli. Vive sia su fondali a pietre e a ciottoli, sia su fondali melmosi ricchi di vegetazione acquatica. E una specie tipicamente territoriale. I maschi e le femmine che possiedono un territorio individuale hanno colorazione del capo e del corpo più scura rispetto a quelli che ne sono privi. Di norma una femmina depone uova in stadi differenti di sviluppo. A 20 C le uova schiudono in circa due settimane. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 13

15 L alimentazione è costituita da piccoli invertebrati di fondo. Distribuzione e tendenza demografica:: Questa specie è stata campionata solo nella stazione 1 e con un indice di abbondanza basso pari a 2. Foto 9 Carta di distribuzione della bavosa nel Fiume Tordino ST 3 ST 2 ST 1 Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 14

16 3.3 CIPRINIDI Cavedano Leuciscus cephalus Caratteristiche: squame lungo la linea laterale; pinna dorsale con 1 raggio completo indiviso seguito da 7-10 divisi; pinna anale anch essa con 1 raggio indiviso seguito da 7-10 divisi; denti faringei disposti su due file, 2 in quella anteriore e 5 in quella posteriore; lunghezza massima 60 cm; peso fino a 4-5 kg. Descrizione: è un pesce dal corpo massiccio, quasi cilindrico, allungato; la bocca è piuttosto grande, obliqua rivolta verso l alto, dotata di labbra robuste. Le squame sono grandi, di colore brillante, provviste di una fine punteggiatura nera, quasi unita a formare una specie di reticolo; il margine è sempre più scuro. La linea laterale appare molto evidente. La colorazione del dorso è variabile in un ampia serie di grigi fino ad un colore brunastro; i fianchi, anch essi di colorazione assai variabile, presentano riflessi argentei o dorati. Gli occhi sono grandi e di colore giallo dorato. Biologia: il cavedano è una specie ad ampia distribuzione comprendente l Europa ed il Medio Oriente (Alessio & Gandolfi, 1983) in Italia è autoctona. È un pesce che popola prevalentemente le acque correnti e limpide, spingendosi a volte in profondità nella zona a trote; al tempo stesso si può rinvenire anche in acque tipicamente ciprinicole o addirittura Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 15

17 salmastre. Gli individui giovani mostrano tendenze gregarie formando branchi composti anche da centinaia di individui; i soggetti adulti sembrano manifestare invece tendenze più solitarie. Si tratta di un pesce praticamente onnivoro, con una dieta che va dalle larve agli insetti alati, dalle piante acquatiche alle uova ed agli avannotti, praticando a volte anche l ittiofagia, soprattutto negli individui di maggiori dimensioni. È specie ad alto potenziale riproduttivo; una femmina di buona pezzatura può deporre fino a uova, nel periodo compreso fra aprile e luglio a seconda delle zone e della temperatura dell acqua. La deposizione delle uova avviene nelle vicinanze delle rive su ghiaia fine, sabbia, pietrisco ma a volte anche su vegetazione acquatica. La schiusa avviene, secondo la temperatura dell acqua, in 3-7 giorni, l accrescimento è piuttosto lento e la maturità sessuale non viene raggiunta prima del quarto anno di vita. Le popolazioni di cavedano sembrano attualmente in una fase di forte espansione demografica, probabilmente favorite in questo dal deperimento generale della qualità delle acque dei fiumi italiani e dalla diffusa manomissione degli alvei, dimostrandosi sotto questo aspetto una specie estremamente opportunista. Distribuzione e tendenza demografica: il cavedano, è presente in tutte le stazioni del tratto campionato con un elevata abbondanza in tutte e tre le stazioni. Foto 10 Carta di distribuzione del cavedano nel Fiume Tordino ST 3 ST 2 ST 1 Stato di conservazione: Il cavedano è uno dei pochi pesci d acqua dolce indigeni in Italia che non è considerato a rischio. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 16

18 Barbo comune Barbus plebejus Caratteristiche: le caratteristiche diagnostiche che elenchiamo sono riportate da Gandolfi et al.(1991); va segnalato tuttavia che la posizione tassonomica di questa specie e di tutte le altre comprese nel genere Barbus sono attualmente in fase di revisione che potrebbe portare a delle sostanziali variazioni a quanto indicato in questa sede. Linea laterale con squame con file al di sopra e 8-12 al di sotto; pinna dorsale con 9-10 raggi di cui il primo indiviso; pinna anale con 6 raggi di cui il primo indiviso; denti faringei tri-seriati. Lunghezza massima fino a 70 cm; peso fino a 4 kg. Descrizione: si riconosce facilmente dalla caratteristica bocca infera munita di 4 bargigli, di cui la coppia posteriore è nettamente più lunga di quella anteriore; il corpo è affusolato, con la parte ventrale quasi rettilinea e quella dorsale decisamente incurvata; è ricoperto da squame piuttosto grandi, tuttavia più piccole di quelle del barbo canino. Il capo è alquanto allungato, gli occhi sono piccoli, scuri, rivolti leggermente verso il basso. Il dorso è bruno scuro o bruno-verdastro, i fianchi sono in genere dello stesso colore con riflessi dorati, il ventre biancastro, anche se si notano sfumature cromatiche secondo l'ambiente in cui vive. Le pinne sono grigiastre o brune, ma durante il periodo della frega possono assumere sfumature rosse o arancio. Sono presenti numerose piccole macchie brune su tutto il corpo ed in particolare sulla pinna dorsale e su quella anale. Biologia: il barbo comune è una specie tipica dell Italia, escluse le isole, e della Dalmazia Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 17

19 (Tortonese, 1970). predilige le acque di fondovalle o dell alta pianura, correnti e limpide, poco temperate, a fondo ghiaioso, sassoso o sabbioso, preferibilmente con portate idriche medioalte; è un ottimo nuotatore, ed è facile notarlo in corrente od in prossimità di massi o piloni sommersi dove l acqua crea dei vortici. È una specie gregaria, che forma branchi di numerosi individui. È un pesce di fondo che fruga, soprattutto di notte, tra i ciottoli alla ricerca di cibo, aiutato dai barbigli che hanno anche una funzione tattile. Le sue prede sono costituite da vermi, molluschi, larve di insetti, uova ed avannotti di altri pesci e talvolta da detriti vegetali. Trascorre l inverno in uno stato di semi-letargo, di solito protetto in buche profonde. La riproduzione avviene da aprile agli inizi di luglio a seconda delle zone, su fondali ghiaiosi o sabbiosi; la femmina depone fino a 20 mila uova di piccolo diametro, leggermente adesive, che possono essere fecondate anche da più maschi. Subito prima del periodo riproduttivo, il barbo è in grado di compiere notevoli spostamenti, a volte spostandosi anche per decine di chilometri, alla ricerca dei luoghi adatti alla frega. Distribuzione e tendenza demografica: Sono stati campionati molti individui di barbo comune nella stazione 1, mentre nelle stazioni 2, 3, questa specie non è stata rilevata. Foto 11 Carta di distribuzione del barbo comune nel Fiume Tordino ST 3 ST 2 ST 1 Stato di conservazione: Il barbo comune è una specie relativamente resistente, in grado di tollerare modeste compromissioni della qualità delle acque; risente in particolar modo delle opere antropiche che vanno ad alterare la naturalità dell alveo ed il regime delle portate. E incluso nella categoria delle specie considerate a minor rischio della Lista Rossa dei pesci d acqua dolce d Italia. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 18

20 Il barbo italiano è inoltre una specie d interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione (DPR 357/97, all. B) Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 19

21 Carassio dorato Carassius auratus Caratteristiche: si tratta di una specie assai difficile da distinguere dal congenerico Carassius carassius; l'unico carattere diagnostico sicuro è legato al numero di branchiospine del primo arco branchiale che sono per il carassio dorato mentre per il carassio comune si limitano a La pinna dorsale con 1 raggio duro spiniforme e i restanti divisi; pinna anale con 1 raggio spiniforme e 5-6 raggi divisi. La massima lunghezza totale raggiunta in casi eccezionali è di circa i 45 cm, mentre normalmente di 35 cm; peso fino a 3 kg. Descrizione: il corpo è relativamente sviluppato in altezza, abbastanza simile a quello della carpa. Il carassio è tuttavia un pesce estremamente polimorfo: ad esempio esemplari di forma allungata si possono rinvenire in acque ferme mentre nei grandi laghi e nei fiumi si possono trovare individui assai tozzi. La bocca è piccola, priva di barbigli, le labbra sono poco carnose; il corpo è ricoperto da grosse squame lucenti; la pinna caudale ha gli apici leggermente appuntiti. Mentre nelle selezioni di allevamento il colore può variare moltissimo dal rosso all arancio al giallo nelle popolazioni rinselvatichite il colore ritorna ad essere molto meno sgargiante, caratterizzato da tonalità grigio-verdastre o bronzate. Talvolta si rinvengono anche esemplari colorati parzialmente dove grandi macchie rosse si alternano ad altre nere o bianche. La distinzione del carassio dorato da quello comune non è comunque mai agevole dalla sola analisi del fenotipo e richiede spesso analisi più approfondite Biologia: il carassio dorato è una specie distribuita nell Europa centrale ed orientale, oltre che Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 20

22 in parte dell Asia (Nikol'skii, 1961). In Italia fu introdotto forse già alla metà del XIX sec. (Bruno, 1987). Grazie alla sua elevata tollerabilità verso condizioni ambientali difficili, riesce a colonizzare corsi d acqua fortemente alterati, dove risulta impossibile la sopravvivenza di altre forme ittiche. Questa specie rappresenta l esempio più tipico della dannosità che deriva dall immissione nelle acque interne di specie alloctone. È un pesce dotato di eccezionali capacità di adattamento e resistenza alle più avverse condizioni ambientali. Sopporta livelli di inquinamento organico altissimi, letali per la maggior parte delle altre specie ittiche presenti nelle nostre acque, è in grado di sopportare variazioni di temperatura comprese fra 0 C e 30 C e in più; vive anche in acque con concentrazioni di ossigeno inferiori ad 1 mg/l. Questo insieme di prerogative gli permettere di competere con successo con molti altri ciprinidi che condividono la sua stessa nicchia ecologia; particolarmente penalizzata dalla sua presenza è la carpa con la quale il carassio instaura una serrata competizione alimentare. Frequenta tutte le acque lente o stagnanti, preferibilmente ricche di vegetazione; l alimentazione è estremamente variata e comprende zooplancton, macrozoobenthos ed anche elementi vegetali. La riproduzione avviene da maggio a luglio; ogni femmina depone su piante acquatiche da 150 a 300 mila uova che schiudono nel giro di una settimana. Distribuzione e tendenza demografica: il carassio dorato è presente in tutte le acque del tratto campionato del fiume Tordino con un abbondanza dell indice di Moyle pari a 5. Foto 12 Carta di distribuzione del carassio dorato nel Fiume Tordino ST 3 ST 2 ST 1 Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 21

23 Carpa Cyprinus carpio Caratteristiche: squame lungo la linea laterale (nella varietà selvatica); pinna dorsale con 1 raggio duro e spiniforme seguito da raggi molli; pinna anale con 1 raggio spiniforme e 5 raggi divisi; 4 barbigli ai lati della bocca. Lunghezza massima fino a 130 cm; peso fino 45 kg. Descrizione: esistono diverse varietà di carpa, frutto della selezione operata dagli allevatori sin dall antichità. Le 3 forme principali sono: la carpa regina (forma selvatica) con il corpo completamente ricoperto da squame; la carpa a specchi con evidenti soltanto poche grosse squame situate sul dorso, lungo la linea laterale e sul ventre; la carpa cuoio (forma nuda) con il corpo praticamente privo di squame se si eccettua una piccola fila che segue il profilo del dorso. La forma selvatica ha un corpo abbastanza massiccio, ma non eccessivamente tozzo, il dorso non molto arcuato, la colorazione di fondo è bruno-olivastra con il ventre giallastro. Il capo è grande, quasi conico dotato di una bocca protrattile caratterizzata da grosse labbra carnose. Particolarmente robusti sono gli opercoli che, garantendo una chiusura efficace, permettono alla carpa di resistere in ambienti fangosi senza che possano entrare corpuscoli estranei nelle branchie. Le varie forme ottenute per selezione si distinguono oltre che per la quantità di squame anche per la colorazione, che può essere bruna, argentea e talvolta anche dorata; la forma del corpo in queste varietà è, in genere, molto più tozza. Biologia: la carpa è una specie distribuita in gran parte dell Europa, dell Asia oltre che in altre Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 22

24 aree temperate e calde dei rimanenti continenti. In Italia è stata introdotta probabilmente dall Asia minore in epoca romana (Bruno, 1987). È una specie tipica di acque temperate dei fiumi a corso lento, paludi e laghi. È stata una delle prime specie ittiche alloctone introdotte in Italia; la sua immissione nelle nostre acque pare sia avvenuta nel I sec. d.c. ad opera dei Romani. La carpa è un tipico abitatore di acque lente, temperate, con abbondante vegetazione acquatica; è un specie dalle abitudini gregarie, soprattutto nei primi anni di vita; staziona in prossima del fondo, dove è si muove soprattutto nelle ore notturne durante le quali ricerca, con l ausilio dei barbigli che hanno funzione tattile, macroinvertebrati bentonici e detriti vegetali che costituiscono la base della sua alimentazione. È attiva a partire dalla primavera inoltrata sino ai primi freddi dell autunno; quando la temperatura scende al di sotto dei 10 C la carpa si infossa nella melma in uno stato di latenza che dura per tutta la stagione fredda. La riproduzione avviene quando la temperatura dell acqua è compresa fra i 17 ed i 20 C e vale a dire nei nostri ambienti fra maggio e giugno; ogni femmina depone circa 100 mila uova per kg/peso che schiudono nel giro di una settimana; gli avannotti hanno un accrescimento piuttosto lento ed alla fine del primo anno d età misurano intorno ai 5-6 cm. Distribuzione e tendenza demografica: La carpa è stata campionata nella stazione 1 e 2 con indice di abbondanza rispettivamente pari a 2 e 3. Nella stazione 3 è stato campionato un unico individuo adulto di questa specie anche se l ambiente di questa zona risulta un potenziale habitat di sviluppo per questa specie. Foto 13 Carta di distribuzione della carpa nel Fiume Tordino ST 3 ST 2 ST 1 Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 23

25 Pseudorasbora Pseudorasbora parva Caratteristiche: le scaglie sono di media grandezza; la linea laterale, lungo i fianchi, può essere completa o incompleta. La lunghezza totale di solito inferiore a 10 cm. Descrizione: il corpo è fusiforme, con capo piuttosto appuntito, le pinne sono normalmente sviluppate. Caratteristica risulta essere l'apertura boccale posta molto in basso, a livello della metà inferiore del bulbo oculare, di forma arcuata e rivolta verso l alto. Il colore del dorso è grigio, fianchi argentei e ventre biancastro; lungo i fianchi corre più o meno evidente una banda scura dall occhio fino al peduncolo caudale. Il bordo posteriore delle scaglie è pigmentato di scuro. Biologia: anche questo ciprinide, è di origine alloctona; originaria delle regioni dell Asia orientale, è giunta in Europa per la prima volta nel 1960, immessa casualmente nel Danubio frammista ad avannotti di carpa erbivora; da qui ha esteso successivamente il proprio areale di distribuzione a tutta l Europa. In Italia è stata introdotto accidentalmente nella seconda metà degli anni 80. La sua presenza inizialmente segnalata nelle acque di pianura dell Emilia Romagna è divenuta sempre maggiore tanto da consentirgli di occupare oramai ampia parte del bacino padano. In Veneto, nel breve volgere di un decennio, ha colonizzato le acque di tutte le provincia con la sola esclusione del bellunese, grazie anche al fatto che in quel territorio sono ridottissimi gli ambienti adatti al suo insediamento. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 24

26 Questa specie preferisce infatti le acque stagnanti o a corso lento, anche se possiede una capacità di adattamento molto elevata. È in grado di riprodursi già dal primo anno di vita. Nel periodo riproduttivo (aprile-giugno) il maschio, in genere di dimensioni maggiori a quelle della femmina, per quanto da noi riscontrato, si pigmenta di un colore grigio scuro e sono ben evidenti i margini posteriori pigmentati delle scaglie che disegnano una reticolatura su tutto il corpo. Sul capo si sviluppano alcuni tubercoli nuziali, anche di dimensioni cospicue rispetto all'animale. Distribuzione e tendenza demografica: la pseudorasbora è stata ritrovata con un indice di abbondanza pari a 4 nella stazione 1, mentre nelle stazioni 2 e 3 ha un indice di abbondanza inferiore pari rispettivamente a 2 e 3. Foto 14 Carta di distribuzione della pseudorasbora nel Fiume Tordino ST 3 ST 2 ST 1 Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 25

27 Rovella Rutilus rubilio Caratteristiche: taglia medio-piccola: lunghezza totale massima di poco superiore a 20 cm e peso di circa 120 gr ; questi valori sono raggiunti solo dalle femmine, mentre i maschi risultano di poco più piccoli. Descrizione: Corpo complessivamente di colore grigio-bruno, più scuro dorsalmente, con la regione ventrale biancastra. Lungo i fianchi è presente una banda scura poco marcata ed evidente soprattutto nella metà posteriore del corpo. Occhio di colore argenteo o bronzeo. Pinne pari ed anale di colore arancio rosso, più acceso durante il periodo riproduttivo; pinne dorsale e caudale grigie. Biologia: E una specie di ampia valenza ecologica, in quanto occupa la gran parte degli ambienti presenti all interno del suo areale; è reperibile nei corsi d acqua dalla zona dei Ciprinidi a deposizione liofila fino alla foce, nei laghi interni e, in qualche caso, nei laghi costieri. La roverella è un pesce gregario che vive in gruppi costituiti da centinaia di individui; nella gran parte degli ambienti è attiva tutto l anno, ma dove la temperatura invernale è più bassa la ricerca del cibo subisce un consistente rallentamento o cessa del tutto. Ricerca il cibo sul fondo e a mezz acqua. La dieta comprende piccoli molluschi e crostacei, larve e adulti di insetti, alghe; durante il periodo riproduttivo riduce l attività alimentare. Il ritmo di accrescimento risulta piuttosto rapido in buone condizioni trofiche. La rovella vive fino a circa 7 Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 26

28 anni. Distribuzione e tendenza demografica: La rovella è una specie che si trova particolarmente bene in acque di foce come quelle dell area d indagine infatti è stata rilevata con un abbondanza abbastanza buona in tutte le stazioni. Foto 15 Carta di distribuzione della rovella nel Fiume Tordino ST 3 ST 2 ST 1 Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 27

29 3.4 CENTRARCHIDI Persico trota Micropterus salmoides Caratteristiche: linea laterale con squame; pinna dorsale con 9-10 raggi duri spinosi seguiti da raggi molli; pinna anale con 3 indivisi seguiti da divisi. Lunghezza massima raramente superiore a 60 cm; peso massimo intorno a 3-4 kg. Descrizione: il corpo si presenta compresso in senso laterale e termina in modo piuttosto netto in uno stretto peduncolo caudale; il capo è abbastanza grosso e massiccio provvisto di una grande bocca con mascelle, dotate di molti piccoli denti aguzzi, che arrivano oltre il margine posteriore dell'occhio. La colorazione è abbastanza variabile, in rapporto all ambiente di vita, oscillante dal bruno al verde con la presenza sui fianchi e sugli opercoli di una serie longitudinale di macchie che tendono talvolta a riunirsi formando una specie di banda scura continua; il ventre è sempre chiaro. Biologia: il persico trota è una specie originaria del Nord America, introdotta in Europa nel 1883 (Tortonese, 1975). In Italia è presente dagli inizi di questo secolo in numerose regioni. Questa specie predilige acque calme, discretamente temperate, specialmente di piccoli laghi, corsi d acqua di pianura, bacini originati da cave, dove sia presente abbondante vegetazione acquatica. È un predatore; la sua dieta è essenzialmente a base animale: gli individui più giovani, che vivono in prossimità della superficie si nutrono principalmente di macroinvertebrati Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 28

30 bentonici mentre gli adulti, che si rinvengono con maggior facilità in prossimità del fondo, cacciano anfibi e piccoli pesci talvolta anche della stessa specie. La riproduzione avviene in genere a primavera inoltrata con la deposizione da parte della femmina di un numero abbastanza limitato di uova (fino a 5.000) in un nido costruito dal maschio; le uova vengono quindi accudite sino alle schiusa e per un breve periodo di giorni dopo la schiusa le cure parentali sono fornite anche agli avannotti. Secondo alcuni autori l introduzione di questa specie non ha comportato eccessivi squilibri nei confronti dei predatori autoctoni contribuendo anzi a limitare in modo efficace l eccessivo sviluppo di alcune specie di ciprinidi invasivi; questa notazione tuttavia necessita di ulteriori e più approfonditi studi prima di poter essere definitivamente e positivamente accettata. Distribuzione e tendenza demografica: Questa specie è stata rilevata solo nella stazione 2 ed è stato campionato un unico individuo adulto. Foto 16 Carta di distribuzione del persico trota nel Fiume Tordino ST 3 ST 2 ST 1 Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 29

31 3.5 MUGILIDI Muggine calamita Liza ramada Caratteristiche: Taglia media: la lunghezza totale può giungere in casi eccezionali ai 60 cm. Solitamente le taglie variano da 20 a 40 cm. Descrizione: Corpo slanciato leggermente compresso ai lati. Capo breve e appiattito dorsalmente, ricoperto di scaglie sino quasi all estremità del muso. Scaglie predorsali con una sola fossetta. Palpebra adiposa ridotta ad un sottile anello attorno all occhio. Bocca grande ; labbro superiore sottile e liscio, dentatura minuta. La colorazione del corpo è grigio-argenteo; alcune bande longitudinali più scure decorrono lungo i fianchi. E presente una macchia scura alla base della pettorale, mentre la macchia dorata sull opercolo è solo accennata. Biologia: E un tipico abitante delle acque costiere presente anche in ambienti fortemente inquinati. E una specie euriterma ed eurialina, con una marcata tolleranza per bassi valori di temperatura e di salinità. Dopo la riproduzione, che avviene sempre in acque marine, le forme giovanili migrano verso le acque interne dove si accrescono e si trattengono quasi costantemente fino al raggiungimento dell attività sessuale. Negli adulti l alimentazione si compone principalmente di microalghe e detrito. Un importante frazione della dieta è rappresentata inoltre da particelle inorganiche di sedimento. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 30

32 La riproduzione avviene in mare ed il periodo riproduttivo nelle acque italiane si prolunga da settembre a dicembre. Distribuzione e tendenza demografica: La Liza ramada è stata individuata nella stazione 2 e nella stazione 3 con un abbondanza rispettivamente pari a 4 e a 3. Questa specie non è stata rilevata nella stazione 1. Foto 17 Carta di distribuzione della muggine calamita nel Fiume Tordino ST 3 ST 2 ST 1 Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 31

33 4. CONCLUSIONI Nei campionamenti svolti il 3 agosto nelle tre stazioni di monitoraggio è stata rilevata una variabilità specifica molto simile. La popolazione ittica campionata nell area d indagine è caratterizzata complessivamente da 10 taxa. In particolare le specie che sono state rilevate in tutte le stazioni monitorate sono: anguilla, carassio dorato, carpa, cavedano, pseudorasbora e rovella. Tabella 4.1 Quadro di sintesi delle specie ittiche rinvenute nel Fiume Tordino. SPECIE ITTICA NOME SCIENTIFICO ST_1 ST_2 ST_3 Anguilla Anguila anguilla X X X Barbo comune Barbus plebjus X Bavosa Salaria fluviatilis X Carassio dorato Carassius auratus X X X Carpa Cyprinus carpio X X X Cavedano Leuciscus cephalus X X X Muggine calamita Liza ramada X X Persico trota Micropterus salmoides X Pseudorasbora Pseudorasbora parva X X X Rovella Rutilus rubilio X X X Totale specie LEGENDA:. Le specie alloctone sono evidenziate in rosso Le righe evidenziate con fondo azzurro indicano le specie presenti in tutte le stazioni di monitoraggio La presenza di specie alloctone nelle tre stazioni risulta molto simile. Nella stazione 2 si nota oltre alla presenza di carassio dorato, carpa, e pseudorasbora anche il persico trota. Nel complesso si osserva che la percentuale di autoctoni (60%) risulta maggiore rispetto a quella di alloctoni (40%) come si nota facilmente dalla successiva Figura 4.1. In termini quantitativi però la presenza dei pesci indigeni è tuttavia nettamente dominante. Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 32

34 Figura 4.1 Rapporto percentuale di presenza di specie autoctone/ alloctone rilevate nelle stazioni di indagine nel fiume Tordino Percentuale delle presenze di autoctoni e alloctoni 40 % Autoctoni Alloctoni 60 % Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 33

35 BIBLIOGRAFIA BAGENAL T.,TESCH F.W "Age & growth". In "Methods for assessment of fish production in fresh waters", III ed. Blackwell Scientific Publications. RICKER W. E. (1975). Computation and interpretation of biological statistics of fish population. Bull.Fish: Res.Bd.Can. 191, pp TURIN P. BILÒ M. F. 1994: Dinamica di popolazione di Salmo (trutta) trutta in un ambiente di risorgiva della provincia di Padova. Atti 5 Convegno AIIAD. Ed. Provincia di Vicenza-AIIAD, pp TURIN P., ZANETTI M., LORO R., Bilò M.F., (1995)., "Carta Ittica della Provincia di Padova". Amministrazione Provinciale di Padova,400 pp. TURIN P. (2004): I pesci d acqua dolce. Ed. Provincia di Padova, 112 pp. ZIPPIN C. (1958): The removal method of population estimation. J. Wildl. Mgmt 22: ZERUNIAN S. (2004) Proposta di un indice sullo stato ecologico delle comunità ittiche viventi nelle acque interne italiane. Biologia Ambientale, 18(2): Rel_ittiologica_Tordino_rev00.doc 34

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